sabato 11 ottobre 2014

Tony Vasco

Arrivo in Madagascar
Sono  venuto in Madagascar nel 2004. Non era un viaggio di piacere, raggiungevo una missione cattolica che si trova sugli altopiani del sud est dell’isola: Ankaditsiary.   Ero già adulto, in uno di quei momenti  nei quali la mia vita mi chiedeva altro, una sorta di conversione verso la Vita stessa.
Ricordo che da Tanà ad Ambositra tutto mi sembrava come offuscato ancora dai miei pensieri “italiani”, ma  in me non c’era la minima paura, nessun rimpianto verso ciò che “avrei lasciato”.
Quando da Ambatofinandrahana ci siamo inoltrati lungo la pista che conduceva alla missione (ero con dei giovani, mai conosciuti prima,  che avevano già vissuto presso la missione ) sono ritornato in me, ho come aperto gli occhi ed ho visto tanta povertà. Il deserto circondava la toyota land cruiser del prete.....era segnato  da luminosi sorrisi di bambini; sporchi, senza scarpe, con vestitini antichi, ma quel sorriso  riempiva il cuore.    Una povertà  così totale e così permanente che si corre il rischio di abituarsi.....

Presentazione
 Mi chiamo Toni Vasco, sono nato ad Enna ed ho svolto la professione di psicologo presso il servizio di salute mentale. Avevo lavorato per due anni a Trieste, ai tempi di Basaglia ed ero stato catturato dal fervore di quella che si chiamava “antipsichiatria”.  L’interesse per la conoscenza  diciamo pure “non convenzionale” mi ha condotto verso le terapie alternative. Sono diplomato in shiatsu e shin tay. Ho anche conseguito il diploma in Raja Yoga.

L’Associazione
Ma torniamo al Madagascar e alla Associazione che ho fondato (febbraio 2005 a Ferrara) e di cui sono responsabile in Madagascar. Dal 2005 al 2010 non sono mai tornato in Italia. Le attività dell’Associazione si riempivano di significato e richiedevano molto impegno.  I primi progetti riguardavano l’aiuto sanitario (e ringrazio il Dr. Luciano Tuseo per la sua disponibilità e i suoi consigli circa la malaria), la prevenzione, e cominciava a delinearsi con maggiore chiarezza quello che poi e ad oggi é la priorità della Associazione: permettere ai giovani ed ai bambini di seguire gli studi  così da potere intravvedere un avvenire un pò meno difficile.

Casa Famiglia
Da tre anni e mezzo l’Associazione ha aperto una casa famiglia per bambini di strada a Fianarantsoa. Ne accogliamo 19. Tutti vanno a scuola,  hanno le cure sanitarie e tutto ciò che può servire per crescere meglio. Ci sono poi altre tre case (due a Fianarantsoa ed una ad Ambositra) dove abitano dei giovani. Anche per loro l’Associazione garantisce gli studi e naturalmente tutto il resto (cibo, cure sanitarie, vestiti...)
E ancora é possibile garantire gli studi per altri bambini  e giovani che vivono in condizioni sfavorevoli, e abitano con le rispettive famiglie.
L’Associazione riesce anche a farsi carico di progetti straordinari come aiuti sanitari per gravi malattie rivolti  a bimbi e meno bimbi.



Progetto
Il futuro prevede la costruzione di una grande casa famiglia che possa accogliere 60 bambini, e di piccole case per quelle  famiglie che desiderano cambiare le loro condizioni sociali e così avranno la possibilità di lavorare la terra (abbiamo comprato un grande terreno che permetterà diverse attività).  Queste case saranno affittate con il criterio del riscatto e mi auguro che le persone possano comprendere l’opportunità  che gli viene offerta.


Oggi  e il domani
Devo dire che vivere con 19 bambini é una esperienza nuova ogni momento.  Quando penso a  come li ho conosciuti, in strada, e a come crescono, vi confesso che faccio fatica a trattenere le lacrime.
Certo non é tutto facile.  Spesso le difficoltà sorgono nel rapporto con gli adulti rispetto soprattutto alla convinzione, credo molto diffusa, del “quì ed ora”.  E’ molto comune il fatto che quando le persone  trovano la quantità di riso giornaliero, poi si dimenticano del domani. Non mi riferisco all’idea dell’avvenire secondo una visione  classicamente “straniera e spesso disumanamente civilizzata”, ma proprio del domani domani.  E’ facile immaginare come questo comporti una costante revisione del mio modo di pensare, e uno sforzo  teso a trovare una via di mezzo tra questo  estremo “quì ed ora” ed uno sguardo  che veda un tantino più al di là.

 Famadihana (la riesumazione)
Quando ero presso la missione, sono stato invitato alla cerimonia della riesumazione (famadihana). Tre giorni di festa alla quale partecipa tutto il villaggio, con canti e balli e cibo e toka (alcool artigianale). Il culto dei morti sembra molto  radicato nella cultura di questo popolo. Certo,  mi suona un pò  strano se messo a confronto con il “culto della vita” che a volte sembra un pò meno preso in considerazione.   Ma quello che ancora oggi mi viene difficile comprendere é la facilità di provare gelosia verso chi riesce ad emancipare la propria esistenza. Sembra che stare un pò meglio sia fonte di vergogna  e di gelosia assieme. E allora bisogna evitare  che gli altri si accorgano che si progredisce, si ha quasi paura di questo, ed evitare così la gelosia o, peggio, qualche maleficio.

Vaovao
Anni  fa sono ritornato ad Ankaditsiary con dei dentisti italiani ed ho incontrato una ragazza che avevo conosciuto ancora adolescente. Aveva tra le braccia un bambino  nato da pochi giorni: suo figlio. In Madagascar la gente si saluta chiedendo “inona ny vaovao” (che novità?). Mi sono rivolto alla giovane con la stessa domanda e lei mi ha risposto “tsy misy vaovao” (nessuna novità).  Il fatto é che aveva da pochi giorni avuto  un bambino.....e non era una novità. Gli anziani mi hanno detto che rispondere così é perché, in genere le vaovao sono notizie tristi  e allora....

fihavanana
Sento spesso evocare la fihavanana (solidarietà) come cardine portante della cultura malgascia. E’ certo una grande forza che può essere espressa, nella vita quotidiana, nel rapporto con chi ha più bisogno...e con tutti.
Certo però che ho avuto anche l’occasione di vedere avvilire questa grande saggezza malgascia, e avvilirla da una forma più o meno appariscente di accondiscendenza, di simulazione e  quasi di vergogna ad esprimere ciò che si pensa  e dare spazio così ad una certa ipocrisia che impedisce poi la fiducia reciproca e forse mantiene una sorta di sottomissione verso chi ha più potere (di qualsiasi tipo). E non so se poi questo possa produrre delle reazioni che infine contraddicono lo spirito degli antichi, la solidarietà.
E comunque mi chiedo ancora se l’emancipazione sia frutto del benessere economico o é il contrario, o vanno di pari passo....(la solita questione dell’uovo e della gallina....?)
Ma  alla fine ognuno fa ciò che può, nel senso che si comporta e crede secondo la propria coscienza. Nulla accade per caso e allora noi esseri umani seguiamo ciò che la Vita ci offre e ci permette.
Quante volte magari desideriamo una qualche cosa, e la desideriamo con tanta forza da perderci il sonno. E poi accade che si verifichi tutto il contrario e ne rimaniamo delusi. Forse non riusciamo a comprendere il significato e l’utilità di ciò che é avvenuto. Ma come diceva un maestro indiano: “la vita é giusta in ogni caso.”
E allora mi chiedo se e come posso dare il mio contributo senza però volere convincere nessuno delle mie idee verso la vita.



omeo bon bon (mi dai una caramella)
L’Associazione si chiama “omeo bon bon” (mi dai una caramella) e la casa famiglia “iriko ny mijery lanitra” (desidero guardare il cielo).  Omeo bon bon perché nei quasi due anni di permanenza presso la missione ho constatato che i bambini non chiedevano mai soldi, ma caramelle o biscotti. Mi é rimasto impresso ed ho pensato che potesse essere bello ricordare ciò con l’associazione. “Iriko ny mijery lanitra” perché credo che dovremmo ogni tanto alzare gli occhi verso il cielo per non sprofondare nella illusione della vita materiale e, permettetemi, ringraziare la Grande Vita per tutto ciò che ci offre.
  Il simbolo é un girasole:  un fiore  che rivolge la propria corolla sempre verso la luce del sole.

Qualcuno mi ha chiesto se ho delle ambizioni. 
Credo di non averne. Quello che però posso dire con certezza é che ho una chiara intenzione: imparare a servire la Vita in tutte le sue manifestazioni , e con “presenza”.
Devo dire che non mancano gli impegni. Ma devo anche dire che non mancano le occasioni di scoramento e, diciamo pure, di irritabilità. Ma sapete bene come va....

Il Dalai Lama ha detto :
“Siate egoisti, pensate agli altri.”
Sembra un paradosso ma nasconde una grande verità. Quando vengo preso da questi turbamenti   mi viene voglia di abbassare gli occhi e non vedo  null’altro che me stesso.  Mi rianima essere poi capace di alzare gli occhi e rendermi conto di quanto sconforto e tristezza ci sia attorno a me. Allora mi dico che il mio scoramento e la mia irritabilità sono veramente cose da niente. E che tutti siamo veramente uniti da questa  straordinaria prova che é la Vita. E allora il Dalai Lama ha ragione: nel momento in cui riapro gli occhi sul mondo mi sento bene e in questo senso do nutrimento al mio “egoismo”.
E se avrete voglia di venire a trovarci saremo felici di accogliervi.
Contatti:   vascotony@hotmail.com       00261-33 14 302 66

Faccia a faccia on line
La mia prima casa era nel campo base a circa mezz'ora da Sambava verso Andapa. Mi ricordo un nome " Ambatolokoho "

Intervista a Fabiola Mancinelli, antropologa del turismo che
dopo un passato nella comunicazione e nella ricerca di tendenze
ha deciso di partire per studiare il Madagascar

Il sole, il mare, le spiagge, ma soprattutto la gente
ci ha fatto pensare che la nostra pensione(sic!) che
era  prossima, avrebbe potuto godere di tutto questo

Nosy Be l’Isola dei Sogni

Laureato in Scienze dell'educazione, ho lavorato come educatore

di Guido de Salvo 

Dario e Valerio hanno creato Peter Pan nella spiaggia più bella del Madagascar

49 anni romano ha inaugurato a Sainte Marie il suo nuovo Hotel

Anita Torti, nata in Madagascar, vive a Milano si sta facendo onore sui ring di tutto il mondo

La cantante malgascia che vive e fa successo in Italia

La storia di un medico che aiuta i bambini poveri del Madagascar


 in Madagascar per insegnare forme alternative di agricoltura

Non esisteva ancora il telefono, le strade erano piste in mezzo alla natura.
Poche capanne, una banca e un ufficio postale.
Quando Massimiliano Felici arrivò a Sainte Marie nel 1993, l’isola era così.
Oggi vive a Ankazoberavina isola deserta situata nella zona nordoccidentale del Madagascar

È titolare di un diving a Nosy Be

Rosario Volpi, 34 anni, ha vinto il Premio volontariato internazionale 2013.

Dal 2007 si occupa di ragazzi


Enzo Maiorca e le sue immersioni

Pino Schintu e le sue fotografie

Dirige il lebrosario di Ambanja

È arrivato in nave e fa sentire la sua voce con radio AVEC

In Madagascar il negozio più bello con i vetri di Murano

Alberto il professionista del turismo

Ha lavorato nel turismo a Nosy Be

Un biologo arrivato da Milano al seguito di una spedizione
di studio della foresta del parco Nazionale di Masoala,

”Stefano, titolare della « Gelateria Italiana »
a Tulear, “si racconta” come e perchè è arrivato in Madagascar

Manuela fornisce i migliori ristoranti con il gelato italiano

Incontrando gli amici, al rientro dal mio primo viaggio in Madagascar,
alla domanda cosa ti sei portato dal Madagascar, ho risposto:
“la voglia di tornare”.


Non ci sono i soldi

 I vincoli di bilancio imposti all’Italia non permettono di riaprire l’Ambascia ad Antananarivo. È quanto ribadito dal vice ministro degli esteri Lapo Pistelli nella risposta all’interrogazione del senatore Francesco Maria Amoruso .
“Il Governo italiano – si legge nella risposta del sottosegretario – è pienamente consapevole dell’importante fase politica che il Madagascar sta attraversando, sulla scia delle elezioni democratiche svoltesi nel dicembre 2013 e vinte dal presidente Rajoanarimampianina, e segue con grande attenzione gli sviluppi che hanno consentito nel mese di aprile 2014 l’insediamento del nuovo Esecutivo, ponendo fine al periodo di incertezza e di transizione politica iniziato nel 2009 con il colpo di Stato effettuato dall’ex presidente Rajoelina”.
“Il nuovo Governo – continua Pistelli – è sostenuto da tutti i Paesi che hanno relazioni con il Madagascar e dalle organizzazioni internazionali: l’Italia ha un ruolo attivo al riguardo, essendo impegnata a ristabilire le relazioni diplomatiche con Antananarivo dopo la sospensione a seguito del colpo di Stato del 2009. Il nostro Esecutivo ha ben presente le nuove interessanti potenzialità che un solido dialogo bilaterale può aprire sul fronte dei rapporti economici e commerciali”.
“Come peraltro precisato in una lettera del Ministro pro tempore Bonino del luglio 2013 all'associazione Italiani in Madagascar e, più recentemente, ribadito in una comunicazione del nostro ambasciatore in Sudafrica all’AIM medesima, - aggiunge Pistelli – i vincoli imposti dalla finanza pubblica alle amministrazioni dello Stato nel quadro del processo della spending review non consentono purtroppo, allo stato attuale, di prendere in considerazione l’ipotesi di una riapertura della nostra sede diplomatica in Antananarivo. È infatti in corso, proprio in ottemperanza agli obiettivi di risparmio, un esercizio di ristrutturazione della rete estera facente capo alla Farnesina, che prevede la chiusura di 35 strutture, tra rappresentanze diplomatiche, uffici consolari ed istituti di cultura”.
Concludendo, Pistelli auspica “che il superamento delle attuali difficoltà di bilancio possa rendere percorribile in futuro la prospettiva di riaprire in Madagascar un nostro ufficio di carriera”. (aise)

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In Madagascar ha trovato un ampio appartamento con giardino
e si puo’ permettere di pagare due cameriere e un giardiniere che gli sistema le aiuole


E sarà un vero e proprio salasso poiché l'IMU ha ereditato
la discriminazione della vecchia ICI nei confronti degli iscritti
all'AIRE per i quali la loro abitazione in Italia era già stata
considerata la seconda casa e non la prima con tutti i benefici
connessi che ne sarebbero derivati.


Facolta Universitaria di Medicina e Chirurgia

Il Prof. Luigi Bellini a Diego Suarez (Antsiranana)


La NEXT nel settembre 2010 ha siglato con lo Stato Malgascio e con il Rettore dell’Università di Antsiranana un accordo per la sua partecipazione alla Fondazione della Facoltà di Medicina e di Chirurgia di Antsiranana. Essa sarà gradualmente attivata entro sei anni ed è iniziato a novembre 2010 il primo anno del corso con 25 studenti selezionati con rigorosi criteri di merito. Per loro sarà ora necessario reperire ogni tipo di materiale didattico, nonché le risorse per finanziare alloggi agli studenti. La NEXT è impegnata sia a livello di partecipazione finanziaria per la parte didattica, che a livello di elaborazione dei percorsi formativi e costruzione di rapporti di cooperazione con Facoltà mediche straniere.

La NEXT, che opera nel Madagascar dal 1998, dopo aver realizzato ad Antsiranana un grande e moderno Centro Diagnostico  "LE SAMARITAIN" , il 6 ottobre ha inaugurato  il "POLYCLINIQUE UNIVERSITARIE NEXT" una clinica polispecialistica realizzata secondo standard europei con una cubatura di 10.000 mc su una superficie di 15.000 mq ; la clinica ha due sale operatorie, 100 posti letto ed è stata autorizzata ad operare in tutte le branche della medicina ed all'insegnamento universitario della Facoltà di Medicina cofondata dal  Presidente, Prof. Luigi Bellini, con l'Università Statale di Antsiranana.
Alla inaugurazione ha presenziato Il Presidente della Repubblica del Madagascar, nonchè Ministro della Sanità. www.nextonlus.it

 Da parte de “Il Mio Madagascar” inviamo le più vive felicitazioni al Prof. Luigi Bellini per l’avvenimento e auguriamo un buon lavoro.

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Abbiamo lavorato molto:
in tre settimane abbiamo trattato un centinaio di persone

Lo hanno costruito i coniugi Alessandro Pasotto e Rosanna Tassinari per aiutare la popolazione locale

Amici di Ampasilava Madagascar Ospedale Italiano di Andavadoaka

Al Progetto Ospedale hanno aderito medici e paramedici da tutta Italia, pronti a dare la loro disponibilità e a partecipare a questa impresa come volontari, lavorando gratuitamente.


Vi riportiamo l’ultima lettera di padre Marino, direttore del lebbrosario

Volti di Ambanja, storie di coraggio quotidiano

Ospedale Saint Damien ad Ambanja in Madagascar e
diretto da padre Stefano Scaringella

Ad Ampefy l’Ospeale Saint Paul comincia a funzionare

sarò all’ospedale Vezu di Andavadoaka, un piccolo villaggio
di capanne abitato da pescatori, di circa 1.800 persone, nel sud
ovest del Madagascar, sul canale di Mozambico.

Perché andare, perché evitare un tour

Madagascar, paradiso in terra che fa innamorare chiunque abbia la fortuna di prenotare un viaggio o, abbia almeno la possibilità di scorgerne una foto su un giornale. Ci sono moltissimi motivi per cui sceglierlo tra le destinazioni per le ferie, ma ci sono anche dettagli a cui fare attenzione. Scopriamone insieme i principali:
Cosa puoi e devi fare in Madagascar
  • Potrebbe essere una buona idea prendere un battello a Mnambto e arrivare ad Ankanin Ny Nofy, detto “il nido dei sogni”. Le lunghe spiagge sabbiose qui non mancano di certo.
  • assaggiare i frutti esotici locali, dal jak, al corasol, fino ad arrivare al frutto del baobab.
  • imperdibile, ovviamente, è il famoso viale dei baobab che troverete a Morondava ed è una via dove è il colore rosso a farla da padrone.
  • l’arte oratoria popolare in Madagascar è molto nota. Se volete ascoltarla, allora scegliete Fianarantsoa o Tana. Il tipo di spettacolo si chiama kabary.
  • nel villaggio di Ambobaka, ci sono i guaritori tradizionali e bello è anche l’annesso giardino botanico.
  • interessante la visita alle piantagioni di cacao, vaniglia, caffè e pepe nella zona di Ankify.
  • bella la musica malgascia che è un vero simbolo nazionale.
Cosa evitare in Madagascar
  • Cercate di non uscire la sera da soli, soprattutto nella capitale Antananarivo.
  • attenzione ai procacciatori di turisti che si trovano soprattutto nelle aree dell’isola di Nosy Be. Le escursioni spesso non sono convenzionali e non sicure e i prezzi, in proporzione, altissimi.
  • attenzione all’acquisto dei diamanti, una pratica tra l’altro che ha portato e porta ancora a radere al suolo tante colline.
  • Il sud ovest del Paese, soprattutto, vive un processo di desertificazione continua per cui ormai poco o nulla si può fare.
  • ci sono spesso delle epidemie che colpiscono le zone rurali e suburbane. Questo succede ancora di più ad Antananarivo e nella stagione delle piogge.
Francesca Spanò

Categorie: Ambiente
Tags: 
Madagascar
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Uno degli itinerari più suggestivi si snoda nella regione
centro-settentrionale, dove si ammirano paesaggi in continua evoluzione

immaginate un universo a parte che accoglie paesaggi estremamente
variegati, con una vegetazione e una fauna rare

una vita semplice, senza costrizioni, dove l’unica preoccupazione
è quella di indossare un pareo e di lasciarsi abbracciare dai profumi
e dai colori della natura.

Madagascar come non potreste neanche immaginarlo.
Nord, terra di pirati, isole ed isolotti, mangrovie, palme e villaggi di pescatori.

Antalaha , ad oggi si presentava come una profumata e
spensierata meta assolutamente fuori dalle già poco
frequentate rotte turistiche dell’isola rossa,

Natura e bellezza: Madagascar
Già quando si muovono i primi passi in questo Paese, si avverte
tutta la sua essenza respirando gli inconfondibili profumi di ylang
ylang, di caffè e di vaniglia di cui è intrisa l'atmosfera 

venerdì 10 ottobre 2014

Il Fanorona


Tra i souvenirs più particolari e tradizionali che si possono acquistare in Madagascar possiamo sicuramente includere la tavola da gioco per il Fanorona. Si tratta del gioco nazionale del paese, praticato sin dal XVI secolo e derivato dall’antico gioco dell’Alquerque. Benché quasi ignorato nel resto del mondo, il Fanorona gode di grandissima popolarità in Madagascar sia tra gli adulti che tra i bambini. Mentre si  passeggia per le strade di un villaggio, non è raro infatti imbattersi in gruppetti di uomini intenti in una partita di Fanorona, o vedere i tratti della tavola disegnati per terra dai bambini.
Il gioco, per qualche aspetto simile alla dama, si attua su due tavole sulle quali vengono poste 22 pedine bianche o nere per ogni giocatore. Una partita comprende diverse manches, il cui numero viene fissato di comune accordo. L'obiettivo del gioco è quello di catturare tutti i pezzi avversari. Se nessuno riesce a catturare tutti i pezzi dell'avversario, la partita è patta.
La popolarità del gioco è recentemente cresciuta tra gli adolescenti di tutto il mondo perché una versione del Fanorona è stato inserita come minigame in uno dei videogame più popolari del momento, Assassin’s Creed.
Il fanorona ha una grande importanza nella cultura malgascia, e nel corso dei secoli al gioco sono stati associati valori rituali, divinatori e propiziatori.
Numerose sono le storie e le  leggende legate al fanorona. Una di queste racconta che durante l'assedio francese  di Antananarivo nel 1895 i sacerdoti giocarono una partita rituale di fanorona per garantire la vittoria ai Merina. Il popolo e la regina Ravalona, però, furono talmente presi dal seguire la partita che trascurarono i combattimenti, ed alla fine Antananarivo cadde in mano francese e la regina fu esiliata. Un’altra storia malgascia narra che il re Ralambo (XVI sec.) convocò per due volte a corte il proprio primogenito. Questi, però, impegnato in una partita di fanorona, non rispose all’appello, perdendo la corona a favore del fratello minore.
La realizzazione dei tavolieri artistici da fanorona è una tradizione antica del Madagascar, ed è praticata soprattutto nella città di Ambositra. I malgasci che non possono permettersi l’acquisto di tavole intagliate non rinunciano però al loro gioco nazionale, disegnano la tavola su qualsiasi tipo di supporto (legno, pietra, argilla, cartone...) e utilizzando come pedine ciottoli o palline di carta.
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L’estate scorsa non abbiamo realizzato soltanto
un viaggio, ma anche un’avventura e un sogno.

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In Madagascar, un progetto per salvare il prezioso invertebrato
dalla pesca eccessiva e sostentare le popolazioni locali

Riciclare tutto ciò che di metallo si trova in giro.
“Nulla si perde, nulla si crea, tutto si trasforma"

Nosy Komba rappresenta in poche parole una descrizione dell’Eden.
Bellissime le sue spiagge, cristallina l’acqua, favolosa la vita sottomarina,
tra pesci, tartarughe e coralli colorati.

Meta ideale per chi è alla ricerca di uno splendido
paradiso terrestre dove godere di giorni di assoluto relax.


Olio di palma:

 E' dannoso per la salute e per l'ambiente
Chi ha l'abitudine di controllare le etichette dei prodotti alimentari prima di compiere un acquisto si sarà imbattuto nella dicitura "olio di palma" oppure "olio vegetale", che, se non seguita da una ulteriore specificazione posta tra parentesi e riguardante il tipo di olio utilizzato, potrebbe nascondere proprio quest'olio di provenienza esotica e sempre meno ben visto sia dal punto di vista salutistico che ambientale.
A lasciare particolarmente sconcertati è la diffusione del suo impiego, che abbraccia non soltanto l'industria alimentare, ma anche il mondo della cosmesi, trattandosi di un olio considerato molto versatile, oltre che disponibile sul mercato a prezzi contenuti rispetto ad altri oli vegetali maggiormente pregiati. La sua presenza negli alimenti confezionati non interessa soltanto i comuni prodotti da supermercato, ma anche i cibi biologici, tra cui si possono individuare, ad esempio. fette biscottate e biscotti per la colazione. E' necessario dunque porre una particolare attenzione alle liste degli ingredienti in qualsiasi luogo si acquisti un prodotto ed a qualsiasi marchio si faccia riferimento.
L'olio di palma, nei comuni prodotti confezionati, non manca di essere utilizzato in prodotti sia dolci che salati, tra i quali è possibile individuare diversi tipi di alimenti da forno, come crackers e grissini, ma anche merendine di vario genere e biscotti, senza contare alcune delle creme spalmabili più diffuse ed alcuni tipi di margarina, oltre che alcune basi pronte fresche o surgelate per la preparazione di torte salate, pizze e focacce e differenti tipologie di pietanze precotte o prefritte.
Ciò che ci dovrebbe spingere ad evitare il consumo di prodotti contenenti olio di palma al fine di proteggere la nostra salute riguarda il suo elevato contenuto di grassi saturi, che può raggiungere anche il 50% nel caso dell'olio di palma derivato dai frutti e l'80% nell'olio di palmisto, derivato dai semi. Si tratta di oli spesso utilizzati a livello industriale per la frittura ed a livello cosmetico per la preparazione di creme, saponi e prodotti detergenti destinati alla cura della persona.
Il suo elevato contenuto di grassi saturi lo rende semi-solido a temperatura ambiente. Ciò avviene sia nel caso dell'olio di palma che dell'olio di palmisto, che viene impiegato soprattutto in pasticceria per la realizzazione di creme e farciture dolci, per le canditure e per la preparazione delle glasse. Il suo elevato contenuto di grassi saturi non è purtroppo controbilanciato da un'adeguata presenza di acidi grassi polinsaturi benefici, ritenuti in grado di tenere sotto controllo i livelli del colesterolo LDL.

L'olio di palma trova inoltre impiego al di fuori dell'industria cosmetica ed alimentare, ad esempio nella produzione di biodiesel. Il biocarburante ottenuto a partire dall'olio di palma è stato però bollato dalla U.S. Environmental Protection Agency come non ecologico, in quanto la sua produzione è causa di emissioni di anidride carbonica superiori a quanto consentito perché un biocarburante venga considerato realmente "pulito", oltre che per via degli ingenti costi ambientali legati alla sua produzione.

Essi sono principalmente legati alle modalità stesse di diffusione della coltivazione di palme da olio, avvenuta in maniera sempre più massiccia nel corso degli ultimi anni per via dell'esigenza del mondo industriale di avere a propria disposizione un olio a basso costo ed utilizzabile, come visto, in numerosi campi di applicazione. Alla diffusione delle piantagioni di palme da olio si oppongono da tempo associazioni ambientaliste come Greenpeace e Friends of the Earth, ben conosce dei gravi danni per l'ecosistema provocati da tale pratica.
La coltivazione di palme da olio sta infatti prendendo piede sottraendo terreno a foreste dal valore inestimabile, comprese antiche foreste pluviali caratterizzate dalla presenza di ecosistemi irripetibili al mondo. La preparazione del terreno per la coltivazione delle palme da olio richiederebbe interventi drastici che comprenderebbero incendi in grado di distruggere centinaia di ettari di foreste ogni anno in nome di necessità industriali sempre più incalzanti, contribuendo alla scomparsa di sempre più numerose specie vegetali ed animali, che si trovano improvvisamente deprivate del proprio habitat naturale. La deforestazione interessa zone del mondo come la Costa d'Avorio, l'Uganda e l'Indonesia – e non solo – le cui foreste incontaminate vedono via via erosi i propri confini a causa della domanda crescente di un olio di cui il mondo potrebbe benissimo fare a meno, a favore di prodotti decisamente più salutari e sostenibili e di un'industria alimentare in grado di fornire prodotti di qualità che non si basino dunque su ingredienti pressoché scadenti dal punto di vista nutrizionale. La devastazione delle foreste pluviali provoca inoltre un grave danno alle popolazioni indigene che tuttora le abitano (contribuendo alla loro difesa e protezione), alle quali territori che esse occupano da secoli verrebbero sottratti senza remore. Alla distruzione delle foreste indonesiane è stato dedicato un film documentario "Green the Film", della durata di quarantacinque minuti, e purtroppo privo di lieto fine, una conclusione alla quale sembrerebbe impossibile riuscire a porre rimedio, se agli interessi delle industrie che impiegano olio di palma non viene sostituita una sincera preoccupazione per le sorti del Pianeta. Distruggere le foreste pluviali significa dire addio a dei veri e propri paradisi di biodiversità e a dei polmoni verdi che da millenni sono correlate alla produzione dell'ossigeno necessario alla sopravvivenza di ogni forma di vita, compresa la nostra. E' probabilmente alla luce di tali considerazioni che anche nel nostro Paese è stato dato il via d una campagna per dire "Stop all'olio di palma nel nostro cibo!", alla quale è possibile prendere parte consultando questo link in cui firmare la petizione.
Marta Albè

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Il Madagascar, paese ancora poco esplorato dagli esportatori
italiani ma con interessanti possibilità di sviluppo per le imprese pioniere

Questi contadini, hanno scelto di coltivare sui propri campi solo grani antichi,
non modificati e praticano un'agricoltura completamente priva di sostanze chimiche.

In Madagascar, un progetto per salvare il prezioso invertebrato
dalla pesca eccessiva e sostentare le popolazioni locali

Condotta in Madagascar, dove il picacismo è diffuso,
la ricerca è la prima a individuare una popolazione in
cui questa pratica è altamente diffusa tra gli uomini,

Si vola in Madagascar con un pollo all’aglio e zenzero e gnocchi alla vaniglia

Se vivesse in Brianza, Mora Norbert terrebbe, sotto il cuscino, una pistola.
Ma essendogli capitata la ventura di nascere in Madagascar,
in camera da letto, per proteggersi, tiene la sabbuha.

Olio di palma: quali sono gli effetti sulla salute?

Il parere di Matteo Giannantonio Medico e agronomo direttore scientifico di Valore Alimentare


L’olio di palma viene da tempo criminalizzato per il suo alto contenuto in acidi grassi saturi (50%) e in particolare di acido palmitico (circa il 47%). Orbene, ciò che è importante sapere è che il nostro organismo ha bisogno di assumere quotidianamente con la dieta quantità moderate di acidi grassi saturi (l’OMS raccomanda di non superare il 7% delle calorie totali che, per una dieta da 2000 kcalorie, corrisponde al massimo a 16 grammi). Se però si va oltre questo limite, il colesterolo ematico, in particolare quello cattivo (colesterolo-LDL) tende a salire facendo aumentare il rischio d’insorgenza di malattie cardiovascolari. La situazione diventa ancora più grave se si eccede anche nel consumo di colesterolo (che è presente soltanto nei prodotti animali). Chi segue una dieta variata ed equilibrata, tendenzialmente vegetariana e con un giusto apporto di acidi grassi omega-6 e omega-3, non ha motivo di temere l’azione deleteria degli acidi grassi saturi. La deve invece temere chi eccede nel consumo di prodotti animali, perché alimenti come carne, uova, burro, lardo, sono molto ricchi di acidi grassi saturi, oltre che di colesterolo.
Fatta questa doverosa premessa, torniamo all’olio di palma. Lo si trova per lo più nei prodotti da forno (merendine, biscotti, crackers, fette biscottate, ecc.) e nella margarina. Se per fare colazione, si consumassero 40 grammi di biscotti contenenti il 16% di olio di palma (e quindi l’8% di acidi grassi saturi), s’ingerirebbero circa 3 grammi di acidi grassi saturi, una quantità che è di gran lunga inferiore a quella massima raccomandata dall’OMS. Per la margarina, anche se tutto il grasso fosse olio di palma, chi ne consumasse una porzione di 10 grammi, potrebbe ingerire al massimo 4 grammi di acidi grassi saturi. Quindi, anche in questo caso una quantità piccola rispetto a quella massima raccomandata. La conclusione è che un consumo moderato di prodotti contenenti olio di palma, specialmente se non si abusa di alimenti animali, non è affatto deleterio per la salute.

A me pare che la presunta nocività dell’olio di palma sia una pagliuzza rispetto alla trave rappresentata dalla nocività dei grassi contenuti nei prodotti animali. Pensi che una porzione di 40 grammi di formaggio stagionato o una di 50 grammi di insaccati possono arrivare a contenere 10 grammi di acidi grassi saturi. Basta combinarli in un piatto per toccare la soglia che l’OMS raccomanda di non varcare. Senza contare l’apporto di colesterolo di questa combinazione.
Sperando di avere fornito informazioni utili la saluto cordialmente.
 dott. Matteo Giannattasio”

Matteo Giannattasio

E' direttore scientifico di Valore Alimentare. Medico e agronomo. E' stato docente del corso “Qualità degli alimenti e salute del consumatore” all’Università di Padova e collabora con il Servizio di Allergologia dell’Istituto dermatologico “San Gallicano” di Roma.
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Il piatto nazionale è il romazava: uno stufato di carne,
per tradizione di zebù, servita con riso e brodo.

ecco i cibi e le bevande tipiche del Madagascar
Solitamente si mangia carne di zebù, di pollo, di maiale, crostacei e pesce,
quest’ultimo ottimo affumicato.

Si vola in Madagascar con un pollo all’aglio
e zenzero e gnocchi alla vaniglia

Le monache coltivano un’alga per realizzare un integratore