domenica 19 gennaio 2014

Da cantante rock a ristoratore ed albergatore

Foto Vincenzo Di Fresco
Questa intervista parla di due ragazzi che hanno cercato in giro per il mondo un posto dove potere creare qualcosa di interessante ed esclusivo e dopo tante ricerche sono approdati in Madagascar
Dario e Valerio hanno creato Peter Pan nella più bella spiaggia del Madagascar: Anakao. Oggi a qualche anno dall’inizio della loro attività hanno raggiunto un ottimo standard di accoglienza da essere consigliati dalle più importanti guide turistiche.
A voi la storia di Dario e Valerio nell’intervista che ci hanno rilasciato
Sono Dario Maria Merzagora, nato sul Lago Maggiore, ad Angera, ho il diploma di controllore del traffico aereo ed ho anche frequentato per un breve periodo il corso universitario di filosofia a Milano, ho lasciato perdere perché disgustato, ed anche perché ho sempre odiato la scuola, le istituzioni, essendo per natura un anarchico.
In Italia per vivere facevo il cantante rock.
Quando mi sono accorto che continuare a vivere in Italia era diventata una grande sofferenza, sono partito e credo che l'Italia che mi manca non esista più.

Le tue origini
I miei antenati erano pescatori di persico e di lavarelli sul lago Maggiore, sono cresciuto con mio nonno pescando con le reti, ho sempre avuto un cuore selvaggio e frequentavo solo boschi, colline e le calme acque del mio lago. Gli anni sono passati e la millenaria tradizione della pesca é morta per sempre, i vecchi pescatori non ci sono più, il pesce é quasi sparito e i giovani hanno cominciato una vita innaturale, una vita di falsità, "alla ricerca di quello che non trovano nel mondo che hanno già",  persi nella realtà virtuale, nella droga e nel consumismo scriteriato.

Negli ultimi periodi, che ho trascorso in Italia, mi sentivo come un alieno; non riuscivo ad adattarmi a questo nuovo mondo.

Foto di Vincenzo Di Fresco
Allora............
Assieme a Valerio, ragazzo con cui convivo da più di 10 anni, abbiamo iniziato a viaggiare alla ricerca di una terra promessa.
Abbiamo visitato i Caraibi, ma constatammo, che quei posti, anche se molto belli,
sono molto pericolosi, quindi li abbiamo scartati.
Non avendo la possibilità economica di continuare i nostri viaggi di ricerca, abbiamo iniziato a vedere il mondo con Googleheart, che è un ottimo mezzo di internet per esplorare il mondo gratuitamente.

Il Madagascar.......
Abbiamo trovato il Madagascar, ci siamo messi in contatto con Aldo Sunseri, e abbiamo saputo che nel paese c'era una crisi politica, ma che non era affatto pericoloso, che la valuta é relativamente stabile e che la costa sud ovest é un posto incantevole e remoto, dove esistono poche strutture turistiche.
Era quanto bastava sapere per prendere la decisione di avventurarci.
Siamo partiti col la precisa idea di fare quello che abbiamo fatto.
È stato un salto nel buio, credevamo di non farcela, che era un impresa disperata e impossibile, ma ci eravamo sottovalutati!!!
Abbiamo trovato il Madagascar come una terra molto bella, piena di
colori e dal clima gradevole; il malgascio posso affermare che è un popolo ospitale, gentile, rispettoso e non violento; anche se sono veniali e materialisti.

Foto di Vincenzo Di Fresco
Cioè......
Bisogna sapere che, data la loro povertà, in Madagascar il denaro è tutto e spesso da fastidio la loro attitudine a rubare non solo i vazaha, ma anche tra loro malgasci.
Infatti, secondo il loro modo di pensare, il furto e la corruzione non sono gravi.
Un giorno stavamo costruendo un bungalow é ho ordinato un carico di pietre;
all'arrivo sono state deposte in giardino, in un posto dove potevano essere facilmente rubate.
Preoccupato chiesi ad un mio dipendente malgascio di consigliarmi un posto più sicuro per evitare il furto. Lui mi ha subito risposto di stare tranquillo, in quanto rubare le pietre per il malgascio è tabù.

Il tuo tempo libero
Nei giorni in cui ho meno ospiti scrivo e studio, infatti ho imparato il dialetto malgascio che si aggiunge alle mie conoscenze linguistiche dell'inglese, del francese e dello spagnolo.
Questo mi agevola con i turisti di tutto il mondo e il malgascio nei rapporti con il personale, che essendo originario dell'estremo sud dell'isola non conosce il francese.

Parliamo di Peter Pan
La zona dove abbiamo costruito Peter Pan è abbastanza isolata e nei dintorni si trova ancora della gente abbastanza primitiva e incontaminata dalla modernità.
Il nostro Hotel è costituito da otto camere e bungalow, di stile malgascio ma arredate con gusto italiano, di un ristorante dove si mangia tutti insieme e da un motoscafo che ci serve per gli approvvigionamenti e per trasportare i clienti da e per l'aeroporto di Tulear.

Foto di Vincenzo Di Fresco
Chi sono i vostri clienti
Lavoriamo con una clientela molto giovane, infatti Peter Pan è proposto dalle guide più famose come un posto ideale per giovani viaggiatori, che accogliamo in modo conviviale e comunque informale, nel senso che con i clienti più alla mano, facciamo un grande tavolo e mangiamo tutti assieme, raccontando aneddoti interessanti e informazioni utili.
Molti clienti oggi sono divenuti nostri amici, ci telefonano e ritornano spesso.
Per esempio per gennaio abbiamo già parecchie prenotazioni di clienti che ritornano da noi per la seconda o la terza volta.
Penso che la chiave del nostro successo è dovuto oltre che all'ambiente che ci circonda, ad un lavoro sincero leale e familiare che offriamo per tutti.

I dipendenti
Per i miei collaboratori cerco di applicare un principio filosofico che è: se Peter Pan da loro un lavoro per vivere e sostentare le famiglie, loro danno da vivere a me con la loro fatica.
Abbiamo impostato l'attività con dei sani principi socialisti, secondo i quali miro a valorizzare le qualità individuali delle persone, dando a ognuno una piccola attività nell'ambito dell'hotel per avere un guadagno personale extra .
La madame che pulisce le camere è esperta anche a fare i massaggi e li fa nel suo tempo libero, e i soldi vanno a lei; il capitano delle piroghe, oltre a un certo numero di escursioni ha una percentuale oltre al salario; il cuoco, che fa delle marmellate eccezionali, ha la possibilità di vendere i barattoli ai clienti e vanno a ruba ecc.
Questo tipo di impostazione di lavoro mi procura la loro gratificazione e il loro attaccamento al lavoro, anche se...........qualche furtarello ogni tanto, ma questo è endemico della loro indole.

Vai in Italia
Vivo bene e in armonia con tutti e francamente non mi va più di tornare in Italia.
In due anni e mezzo sono andato in Italia solo due volte, ed é una cosa che ormai
preferisco non pensare, anche se voglio tanto bene alla mia famiglia e ai
miei amici e mi mancano tutti tantissimo. In ogni caso prego sempre per
loro. In Italia tornerei se dovessi avere problemi di salute. Ad agosto ho avuto ospiti i miei familiari che mi vengono  a trovare spesso.

Un messaggio ai giovani
Se non vi trovate bene dove siete, sappiate che cambiare vita é possibile, basta un po'
di coraggio e il mondo ha le braccia aperte per accogliervi; la cosa più importante è di
essere rispettosi e sapere che la nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri, oltre l'orizzonte gli stranieri sono solo “degli amici che non avete ancora conosciuto..."

Rifaresti tutto
Certamente rifarei la stessa scelta, altro ché! mi sono salvato la vita venendo in Madagascar.
Pero' non escludo che in futuro potremmo ripartire per un altra avventura, magari
in un'altra nazione; infatti il nostro spirito di avventurieri ogni tanto ci lascia con gli occhi all'orizzonte, ma questo fa parte di noi... in ogni caso ogni cosa a suo tempo.
Per concludere posso affermarvi che nella vita c é un vento che soffia e che ci può portare, bisogna volarci assieme...
ciao!!!!
Peter Pan alias Dario Maria Merzagora  chezpeter.pan@gmail.com

Fotografo Vincenzo Di Fresco


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L’avventura di una adozione!

Da Rimini in Madagascar per un incontro

La nostra avventura in Madagascar parte da lontano, precisamente 3 anni  fa, quando dopo un anno circa di percorso presso i tribunali ed i  servizi sociali italiani per l'idoneità all'adozione internazionale  inviamo i nostri documenti sull'Isola Rossa.
L'attesa diventa più lunga e difficile del previsto, e mette a dura  prova la nostra voglia di diventare genitori adottivi. Ma teniamo duro  superando lo sconforto e il 20 maggio riceviamo finalmente l'abbinamento  del nostro piccolo A. di poco meno di 3 anni.
Due mesi dopo atteriamo ad Antananarivo nel cuore della notte.

Il mattino dopo, ancora disorientati dal viaggio, dal nuovo ambiente, e dalle poche ore di sonno, siamo in macchina, alla volta del tribunale dove finalmente conosceremo nostro figlio. Attraversare le vie di Tana, i poverissimi mercati di ogni genere ai bordi delle strade, anche quelle più centrali, vedere il volto di tanti bimbi per strada ci lascia un senso di smarrimento; ma per questa mattina tutte le nostre emozioni sono destinate all'incontro con il nostro piccolo A., quindi facciamo tutta la strada in uno stato di apparente catarsi.

L'incontro con A. non è romantico come per anni l'abbiamo immaginato; ci viene presentato e "consegnato" nel parcheggio del tribunale, lui visibilmente e comprensibilmente spaurito e disorientato e noi ugualmente impacciati e impreparati ad un incontro con quelle modalità.
La situazione non ci permette di mostrarci deboli e quindi facciamo di tutto per essere all'altezza del coraggio del nostro piccolo. Il suo primo sguardo è qualcosa che ci porteremo dentro per sempre, anche se ora abbiamo imparato ad apprezzare e ad amare le sue migliori espressioni di gioia e serenità.
Raccontare le gioie e le difficoltà dei tre mesi successivi di conoscenza reciproca è impossibile; descrivere la felicità nel vederlo di giorno in giorno affidarsi a noi, perfetti sconosciuti bianchi dal linguaggio incomprensibile, e assieme a noi creare la nostra nuova famiglia è qualcosa che non è possibile trasmettere a parole. La permanenza in Madagascar, di quasi 3 mesi, richiesta dall'autorità malgascia per il completamento della procedura di adozione, seppure effettivamente lunga e a volte logorante, ci ha dato modo innanzitutto di prendere confidenza reciproca in un ambiente più familiare per il nostro piccolo, e allo stesso tempo ha dato modo a noi di conoscere un po' meglio un paese che, per avere dato i natali a nostro figlio, ci rimmarrà sempre nel cuore. Purtroppo le condizioni logistiche, i costi di trasferimento e l'effettiva difficoltà a fare grossi spostamenti con un piccolo di 3 anni appena conosciuto, ci hanno permesso di visitare solo una piccolissima parte di questo straordinario paese. Abbiamo potuto vedere i dintorni della capitale, dove abbiamo passato la maggior parte del tempo anche per l'espletamento delle pratiche burocratiche;  i vecchi taxi Renault 4 o 2cv con le bottiglie di plastica al posto del serbatoio; i carretti a trazione umana carichi all'inverosimile; le risaie e le "fornaci" di mattoni a cielo aperto che caratterizzano la campagna attorno alla capitale. Abbiamo potuto visitare il parco di Andasibe, con i suoi magnifici lemuri (gli Indri Indri su tutti), i camaleonti e la foresta lussureggiante; dormire ai bordi della foresta con i canti dei lemuri e delle svariate specie di uccelli è un'esperienza imperdibile. Abbiamo poi trascorso  3 settimane nella magnifica isola di Sainte Marie, dove A. ha potuto vedere per la prima volta il mare (e che mare... altro che quello di Rimini), dove abbiamo quasi accarezzato dalla barca una balena ed il suo piccolo e dove abbiamo trascorso bei momenti di gioco e serenità sulle spiagge, facendo bagni e castelli di sabbia con le bimbe ed i bimbi del villaggio. Infine abbiamo visitato i dintorni di Ampefy, la cascata, il geyser e le sue apprezzatissime specialità gastronomiche. Ed ancora Andsirabe e la sua strepitosa campagna. Ma soprattutto, in questi 3 mesi, abbiamo potuto conoscere persone speciali. Abbiamo conosciuto una parte del popolo malgascio, le differenze (non solo fisiche) ad esempio tra la popolazione della capitale, della campagna e del mare, le contraddizioni, i volti dei bambini all'angolo di una strada di Tana e quelli dei bambini che giocano a cavallo di una palma o di una piroga sulle spiagge di Sainte-Marie. Tornati a Tana per completare la pratica adottiva ed ottenere i documenti di ingresso di A. in Italia, abbiamo potuto contare sul prezioso supporto di Aldo, l'ormai ex segretario dell'AIM, che sia prima che durante il nostro soggiorno ci ha fornito preziosissime informazioni logistiche e ci ha permesso di incontrare le persone giuste per completare nel migliore dei modi le pratiche dell'adozione. Grazie a lui abbiamo infatti conosciuto Mireille, della Rappresentanza Consolare Italiana in Madagascar, che ha tradotto a tempo di record i nostri documenti e curato in maniera impeccabile l'invio degli stessi a Pretoria. Anche all’Ambasciata di Pretoria abbiamo avuto la fortuna di poter contare sulla dott.sa De Maria, tanto efficiente quanto incredibilmente comprensiva delle nostre difficoltà e del nostro bisogno di rassicurazioni a tanti km da casa. E soprattutto, durante la nostra lunga permanenza nella capitale, abbiamo potuto contare su Lorenzo ed Henintsoa, che da subito ci hanno adottato e ci hanno offerto la loro amicizia, andando sicuramente oltre il loro ruolo di ristoratori e gestori della "Chez Lorenzo Guest House". Ci hanno permesso di conoscere questo paese con gli occhi di un italiano che da oltre 25 anni vive e lavora qui e con gli occhi di una malgascia che conosce (per esperienza diretta) il paese da dove veniamo, che conosce le ricchezze e  le contradizioni del suo paese e che è sensibile (come mamma e come ex-referente nel campo delle adozioni internazionali) ai bimbi che ci vengono affidati e al loro bisogno di affetto. Oltre le innumerevoli volte in cui ci ha supportato con A., il regalo più grosso che ci ha fatto è stata una sua dichiarazione dopo un paio di mesi di permanenza; quando si è detta felice di vedere A.  sereno ed inserito in maniera completa all'interno della nostra famiglia; pur sapendo che il nostro cammino era ancora lungo, questo è stato sicuramente uno dei momenti più gratificanti e commoventi della nostra ancora breve ma intensissima avventura!

Adesso ci prepariamo a lasciare questo paese, con la voglia di tornare a casa, la voglia di rivedere i nostri affetti, e la voglia di rientrare in quella normalità che però forse da adesso non sarà più la stessa. La voglia del rientro non annulla però un po' di malinconia nel lasciare questa terra e le sue persone, quindi partiamo con la promessa di tornare (nei tempi opportuni) e nella convinzione di mantenere un legame speciale con questa terra che ci ha dato un figlio e ci ha concesso uno sguardo speciale su un "angolo di mondo" che porteremo sempre con noi.
Velooma Madagascar!
Ivan e Rosetta
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Vescovi africani: "no" a miseria, sfruttamento dei poveri e risorse naturali

I vescovi africani dicono “no alla miseria” in un messaggio a conclusione della riunione a Bujumbura, in Burundi, del coordinamento Giustizia e pace del Secam (Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar, che ha sede ad Accra, in Ghana). Nel testo inviato all'agenzia Sir e firmato da mons. Gabriel Justice Yaw Anokye, arcivescovo di Koumassi (Ghana) e vicepresidente del Secam, elencano chiaramente ciò che produce miseria in Africa e Madagascar. Esprimono un “netto rifiuto dello sfruttamento dei più poveri e dei più deboli, la riduzione in schiavitù, il traffico dei nostri bambini e dei loro organi”; denunciano “l’insicurezza crescente in alcuni Paesi e regioni del continente”, ricordando “le violenze e le vessazioni criminali in Centrafrica, i conflitti ricorrenti nella Repubblica Democratica del Congo, il fanatismo e l’estremismo religioso in Nigeria, Mali, Egitto, Somalia, Kenya e Tanzania”. I vescovi dicono “no” allo “sfruttamento ingiusto delle nostre risorse naturali, con l’industria mineraria che provoca conflitti violenti e criminali”. Il loro auspicio è che “gli Stati africani abbiano il coraggio di scrivere e votare delle leggi che proteggano le rispettive risorse naturali”. E chiedono ai Paesi di percorrere la strada del “buon governo, che esclude tutte le forme di corruzione e cattiva gestione”. I vescovi africani esprimono poi preoccupazione per la gestione delle acque del fiume Nilo, da cui dipende “il benessere minimo delle popolazioni e dei Paesi sulle sue rive”. A questo proposito invitano ad “un dialogo paziente e fruttuoso”. Si impegnano, inoltre, per “una cultura democratica rispettosa della libertà d’opinione”, chiedendo “una democrazia che tenga conto dei diritti dell’immigrato e affronti senza ipocrisia la questione dei rifugiati nel rispetto della loro dignità umana fondamentale”. Tra le richieste: “il rispetto della Costituzione di ogni Paese, offrendo ai cittadini la possibilità di una alternanza politica”. Per ciò che riguarda i crimini contro l’umanità, si dicono favorevoli “al diritto legale e penale”. I vescovi africani, come hanno fatto alcune settimane fa in un messaggio specifico sulla tragedia del 3 ottobre a Lampedusa, esprimono poi un pensiero speciale per le vittime del naufragio e le loro famiglie. Si impegnano, infine, a rafforzare le loro strutture Giustizia e pace “per un dialogo efficace con i popoli africani, le organizzazioni della società civile, i diversi gruppi religiosi e i governi”. (R.P.)
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e non all’interesse della nazione” denunciano i Vescovi del Madagascar


Madagascar, lemuri estinti entro 20 anni

La loro scomparsa sarebbe provocata dalla caccia e dalla perdita degli habitat provocata dalle coltivazioni, dai roghi e dai cacciatori d’oro.
La loro scomparsa sarebbe provocata dalla caccia e dalla perdita degli habitat provocata dalle coltivazioni, dai roghi e dai cacciatori d’oro.

I lemuri resi celebri dal film d’animazione “Madagascar” potrebbero sparire dalla Terra in soli venti anni se le condizioni di estrema povertà correlate alla distruzione degli habitat naturali sullo stato insulare che affaccia sull’oceano Indiano non saranno risolte.  

A lanciare l’allarme è Jonah Ratsimbazafy, primatologo della University of Antananarivo che spiega in una nota come i piccoli lemuri endemici del Madagascar siano a rischio estinzione a causa della caccia e della perdita degli habitat provocata dalle coltivazioni, dai roghi e dai cacciatori d’oro. 

Solo gli incendi distruggono 200mila ettari di foresta del Madagascar ogni anno. E il 13 per cento della rimanente foresta naturale potrebbe sparire entro una generazione. Tre delle 105 specie conosciute di lemuri sono già sulla lista degli animali in procinto di estinzione. Se il tasso di deforestazione si manterrà stabile entro 20 o 25 anni i lemuri saranno estinti.  

Fonte:La stampa.it
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Bellissimo tour del Madagascar

La descrizione di questo tour è un esempio per chi vuole veramente vedere questa Isola Rossa, ha la durata di un mese, ma è veramente completo. È consigliata la lettura sia a coloro che desiderano visitare questo paese e anche a coloro che lo hanno già visitato per scoprire quello che si sono persi.

Viaggio on the road su piste nelle zone occidentali e del Sud e poi la discesa del fiume Tsiribihina in barca.
Visitato l’Altipiano Centrale, zona Sud e Sudovest
Durata del tour 1 mese
Erano ormai alcuni anni che desideravamo vedere il Madagascar, per molti motivi non eravamo mai riusciti ad organizzate la vacanza.
Fortunatamente quest’anno ce l’abbiamo fatta.
Per organizzare questo tour ci siamo letti decine di diari di viaggio pubblicati sul sito di Turisti per Caso, tutto il Lonely Planet, il volume “Tre mesi di Viaggio nell’Isola Rossa” di Claire e Reno Marca, il volume n° 203 di Meridiani sul Madagascar, la giuda Madagascar dell’Editrice DUMONT e studiato i vari programmi di viaggio in Madagascar di vari Tour Operator.
Alla fine abbiamo imbastito un nostro programma della durata di un mese per vedere la parte sud dell’isola.
Dai vari diari di viaggio di Turisti per Caso abbiamo rilevato i nominativi degli Autisti/Guide con fuoristrada che hanno accompagnato gli autori dei diari dai quali veniva anche evidenziato la capacità, l’affidabilità, l’efficienza degli stessi.
Abbiamo inviato il nostro programma ai diversi Autisti/Guida con la richiesta di costo del tour, ci hanno risposto quasi tutti e dopo una valutazione abbiamo scelto, Mr. Mahery Rajaona (e-mail: maheryt@yahoo.fr) che ha suggerito alcune modifiche al nostro programma per ottimizzare i percorsi, siamo stati veramente fortunati con questa scelta.
Mr. Mahery si è dimostrato una persona simpatica, onesta, veramente efficiente, bravo autista , appassionato del suo lavoro e anche competente come guida,per noi è stato il massimo su tutto.
Per tutte le tappe del tour ci ha suggerito e prenotato gli Hotel e ci ha organizzato la discesa del fiume Tsiribihina in barca. 
1° Giorno
Viaggio da Milano, via Parigi per Antananarivo con arrivo alle 4.30 del giorno successivo.
I voli aerei sono stati prenotati da noi con Air Madagascar per poter ottenere gli sconti sui due voli interni.
Debbo dire che è stata una buona scelta perché il volo intercontinentale è stato confortevole (con un buono spazio tra i sedili) ed i pasti serviti erano buoni.
Ci fermiamo circa due ore presso la casa della nostra guida per sistemare le carte del contratto, per un caffè e poi partiamo direttamente per il tour.

2° GIORNO DA ANTANANARIVO AD ANTSIRABE – KM 180

Abbiamo attraversato Tana il mattino presto (5.30) ma il traffico era già caotico con moltissima gente per le strade, direzione Sud sulla RN 7.
Tana e tutta la zona centrale del Madagascar sono su un altipiano che va da circa 1000 mslm fino ai 1500 mslm di Tana.
L’altipiano è molto bello con moltissime risaie e terrazzamenti, bei villaggi con case in muratura, lungo il fiume moltissime fornaci per la cottura dei mattoni, molte donne che lavano i panni e li stendono nei prati formando bellissime chiazze multicolori.
Attraversando i vari villaggi, lungo la strada, vediamo moltissimi banchi per la vendita dei loro prodotti artigianali, della verdura e della frutta da loro prodotta.
Arriviamo ad Antsirabe alle 12.00, Mahery ha prenotato l’alloggio presso l’Hotel Green Park con dei bei bungalow grandi e puliti, il tutto in un parco con 2 laghetti, belle piante e molti fiori.
Pranziamo in Hotel con ottimi piatti tipici malgasci.
Alle 16.00 andiamo a vedere i laghi Andraivabe e Tritiva, niente di particolare.
Ceniamo in Hotel, ottima cena. Anche il ristorante si è rivelato buono

3° GIORNO - DA ANTSIRABE AD AMBOSITRA – KM 90

Visita al mercato per l’acquisto della frutta che ci servirà per mezzogiorno (abbiamo spiegato a Mahery che noi a mezzogiorno non pranziamo, preferiamo mangiare un po’ di frutta e cenare bene alla sera).
Andiamo poi a vedere gli artigiani che lavorano le pietre, i corni di Zebù, fanno i ricami e le miniature di macchine, moto e biciclette ricavate dalle lattine delle bibite; abbiamo già iniziato ad acquistare alcuni souvenir che ci trascineremo per tutto il viaggio.
Partiamo per Ambositra, sempre sulla RN 7, il percorso è diverso, ora ci sono montagne, pinete, rocce, terreni rossi, nelle valli bellissime risaie che sembrano ricami nel terreno.
Le case tutte in muratura o fango sono rosse, piene di bimbi, la gente è sorridente.
Arriviamo ad Ambositra verso le 15.00, prendiamo alloggio presso l’Hotel des Artigianes, molto carino, pulito, le strutture,i rivestimenti e l’arredamento è tutto in legno intagliato e intarsiato, le camere sono spaziose.
Usciamo per visitare l’artigianato del legno dove vengono fatte belle sculture e bellissimi intarsi.
Ceniamo in Hotel, il ristorante è ottimo.

4° GIORNO DA AMBOSITRA AD FIANARANTSOA – KM140

Passiamo al mercato per l’acquisto della solita frutta.
Partiamo sempre sulla RN 7, dopo circa 1,5 ore di viaggio arriviamo al villaggio della tribù dei Zafimaniry, qui le case sono tutte in legno, le porte e finestre sono tutte decorate e intagliate, la povertà è tanta, i bimbi sono sporchi. Rispetto a quanto visto finora è una tribù completamente separata dal contesto.
Proseguiamo, il paesaggio è sempre bellissimo, il colore rosso prevale su tutto.
Arriviamo a Fianarantsoa a fine pomeriggio, andiamo subito ad acquistare i biglietti di prima classe del treno per Manakara del giorno successivo.
Prendiamo alloggio presso l’Hotel Zomatel, la camera è molto piccola e spoglia.
Andiamo a cenare al Ristorante Panda, la cena è ottima.

5° GIORNO - DA FIANARANTSOA A MANAKARA IN TRENO – KM 170

Treno alle ore 7.00, Le carrozze sono in condizioni disastrose, tutti i sedili lerci, strappati, con buchi, ma la partenza è puntuale (questo treno è famoso per la mancanza di puntualità e per i guasti), attraversiamo moltissimi villaggi, risaie, foreste piantagioni di tè.
Il treno si ferma in tutti i villaggi, all’arrivo del treno tutto il villaggio si accalca attorno ci sono sempre tanti bimbi, venditrici di frutta, molti piatti di pesce e altra roba fritta, in alcuni villaggi vendevano anche dei bei gamberoni di fiume cotti.
Sul treno salivano e scendevano persone con le cose più disparate, dalle fascine di legna alle ceste di frutta, verdura, patate, galline ecc… e tutti mangiavano in continuazione.
Il viaggio è durato 12 ore, molto lungo, sul treno non esiste illuminazione e l’ultimo tratto è stato tutto al buio, ma questa volta il treno è arrivato puntuale alle 19.00 a Manakara, anche qui la stazione è al buio totale.
Fuori c’era Mahery ad attenderci, ci ha portati fuori Manakara all’Hotel Les Delicies, la camera è molto grande, dalla doccia esce acqua giallastra.
Abbiamo cenato al ristorante dell’Hotel in centro a Manakara, la cena con aragosta è stata ottima.
Anche qui c’è tanto buio ovunque, non ci rendiamo conto di dove siamo, lo scopriamo il mattino successivo che siamo ai bordi di una bella laguna.

6° GIORNO - DA MANAKARA A RANOMAFANA – KM 150

Alle 7.00 ci rechiamo al mercato di Manakara per l’acquisto della frutta ma troviamo solo banane e in una pasticceria dei pasticcini
Partenza per il Parco di Ranomafana, durante il percorso acquistiamo della frutta.
Il panorama è sempre molto vario, ci sono moltissime palme del viaggiatore e folta vegetazione, montagne, colline, fiumi con dentro sempre molti bambini.
Arriviamo alle 15.30, prendiamo alloggio presso l’Hotel Sokele de La Mania, tutti bungalow, belli, puliti.
Usciamo alle 17.30 con Mahery e una guida per vedere i lemuri notturni (lemure topo), i camaleonti e le rane, belli e interessanti.
Ritorniamo in Hotel, ceniamo a lume di candela, mangiamo gamberoni di fiume, cena ottima.

7° GIORNO - DA RANOMAFANA AD AMBALAVAO – KM 100

Alle 7.00 partenza per un giro nel Parco di circa 4 ore con guida, la foresta è molto fitta, vediamo non molto bene diverse varietà di lemuri perché sono tutti in alto sulle altissime piante e vari bei camaleonti.
Ritorniamo a Fianarantsoa, ci fermiamo per la pausa pranzo poi in macchina facciamo un giro della città visitando la parte vecchia, siamo saliti al belvedere per ammirare il panorama di tutta la città.
Si riparte per Ambalavao, durante il percorso abbiamo visitato gli artigiani che lavorano il Sisal dal quale vengono estratte lunghe fibre usate per produrre corde e altri manufatti.
Ci siamo poi fermati presso gli artigiani che producono e lavorano la seta. Qui il baco viene tagliato poi fatto bollire, la seta viene poi staccata dal baco e filata a mano sulle ginocchia.
I manufatti prodotti sono veramente belli.
Ad Ambalavao prendiamo alloggio all’Hotel Buganvillee, bello, pulito e ha un ottimo ristorante dove abbiamo cenato.
8° GIORNO - DA AMBALAVAO A RANOHIRA – KM210
Partenza alle 7.30 per la visita ai laboratori artigiani della produzione della carta che viene ricavata dalla lavorazione della corteccia di una pianta locale.
I prodotti sono cartelline, buste, carta da scrivere quadri ecc... sono veramente belli.
Siamo poi partiti alla volta del Parco dell’Ania dove abbiamo finalmente visto da vicino i lemuri che si muovevano in terra con i cuccioli aggrappati alla mamma.
Siamo ripartiti per Ranohira, il percorso è veramente bello, dall’altipiano a quota 1200 mslm si scende a quota 300 mslm per poi risalire a 800mslm.
Durante la discesa la vegetazione cambia completamente, dai terreni fertili dell’altipiano si passa ai terreni brulli e rocciosi con la vegetazione tutta gialla e secca e ogni tanto si vede qualche villaggio mimetizzato nell’ambiente circostante.
Si risale a 800 mslm, vediamo una grande pianura brulla e in gran parte bruciata perché la vegetazione secca viene incendiata per fare ricrescere l’erba dei pascoli per gli Zebù nella stagione delle piogge.
Arrivati a Ranohira prendiamo alloggio all’Hotel Orchidea, buono e con camere grandi.
Alle 16.45 partiamo con Mahery per vedere il tramonto del sole alla Finestra dell’Isalo. Si tratta di una roccia forata attraverso la quale si vede il sole tramontare, ma la cosa più bella è la colorazione delle rocce durante il tramonto.
Ceniamo al ristorante dell’Hotel, anche qui il ristorante è discreto.

9° GIORNO  - VISITA DEL PARCO DELL’ISALO

Alle 6.30 andiamo al mercato per acquistare la frutta e l’acqua necessari per la giornata nel parco.
Alle 7.00 incontriamo Coco, la nostra guida, paghiamo l’ingresso poi partiamo in macchina per l’avvicinamento all’ingresso del Parco.
Ci incamminiamo con destinazione Piscina Naturale, poi per il Belvedere, durante il percorso dentro un’oasi di verde ai lati si ergono pareti di arenaria erosa in modo incredibile dagli agenti atmosferici e dagli svariati colori.
In alto negli anfratti delle pareti la locale tribù dei Bara rica le tombe per i loro morti che poi chiudono con un muro di sassi
Arrivati al belvedere vediamo un profondo canyon con una fitta vegetazione, scendiamo fino ad un torrente e proseguiamo il percorso in un sentiero lungo il torrente e arriviamo al campeggio, proseguiamo fino alla Piscina Azzurra e alla Piscina Nera.
Decidiamo di fare un bagno ristoratore nella Piscina Azzurra, l’acqua è abbastanza fredda ma dopo il caldo avuto durante il percorso è veramente un piacere.
Ritorniamo per andare alla cascata, salita abbastanza ripida con gradini scolpiti nella roccia, la cascata è piccola ma cade in una grande pozza che è veramente suggestiva.
Durante il percorso abbiamo visto da vicino vari tipi di Lemuri, alle 15.30 arriviamo al parcheggio.
Rientro in Hotel e cena al ristorante dell’Hotel

10° GIORNO - DA RANOHIRA A TULEAR – KM 240

Alle 7.00, andiamo al mercato per l’acquisto della frutta, partenza alle 8.00, il percorso è un continuo saliscendi, il paesaggio brullo, incrociamo molte mandrie di Zebù dirette al mercato e vediamo i primi Baobab.
Prima di arrivare a Tulear visitiamo l’Arboretum, è un Giardino Botanico dove è stata ricostruita la Foresta Spinosa caratteristica di tutta la zona Sud del Madagascar.
Nel Giardino abbiamo visto diversi camaleonti e l’Uccello del Paradiso con le piume dai bellissimi colori.
Arriviamo a Tulear, molto caotica, tantissima gente, tantissimi pous-pous.
Prendiamo alloggio presso l’Hotel Chez Alain, tutti bungalow molto belli, grandi e puliti.
Andiamo con Mahery a visitare Tulear, ci fermiamo da Giancarlo (un italiano che ha aperto un ristorante a Tulear) a prendere una buonissima spremuta di frutta poi passiamo ad acquistare i biglietti per Anakao e ad acquistare la frutta che ci servirà per il percorso di 4 giorni da Anakao a Fort Dauphin.
Alla sera ceniamo da Giancarlo, cena buonissima, tutto pesce e promettiamo a Giancarlo che il 15-10 quando ripasseremo da Tulear alla fine del tour ritorneremo per un altro pasto.

11° GIORNO - DA TULEAR AD ANAKAO CON MOTOSCAFO

Ore 8.15 andiamo al porto, prendiamo il motoscafo per Anakao, il viaggio dura circa 1 ora, durante il viaggio vediamo una balena.
Sbarchiamo sulla spiaggia davanti all’Hotel Atlantis, prendiamo possesso di un bellissimo bungalow, molto grande e con una magnifica vista sul mare, è posizionato in alto su una duna a circa 40 metri dal mare, da li il panorama è stupendo, si vede tutto il golfo di Anakao, l’isola di Nosy Ve, il mare è verde e al largo diventa azzurro, è un paradiso.
Il bungalow è costruito con cannicciati vari, circola molta aria, non c’è acqua corrente ne energia elettrica. Un piccolo generatore, che spengono alla sera, provvede all’energia necessaria per il frigorifero e per le poche lampadine.
La doccia si fa riempiendo un piccolo serbatoio sospeso con acqua calda da bottiglie riscaldate al sole, pure il WC si pulisce con secchi d’acqua.
Lunga camminata sulla spiaggia fino al villaggio dei pescatori, assaliti da torme di bimbi con la richiesta di regali e caramelle.
Ceniamo al ristorante dell’Hotel, non c’è scelta ma comunque la cena non è stata male.
Dopo cena ci sdraiamo a guardare il cielo stellato, fantastico con miliardi di stelle e con la via lattea che non vedevo da quando ero piccolo.

12° GIORNO - ESCURSIONE IN PIROGA ALL’ISOLA NOSY VE

Colazione scarsa.
Al mattino ci siamo accordati con alcuni pescatori per cenare con aragosta in spiaggia davanti all’Hotel, loro volevano fare la cena al villaggio ma Mahery lo ha sconsigliato perché troppo lontano e per il troppo buio
Partenza alle 8.00 per l’escursione, la piroga è con vela quadrata e bilanciere governata da 2 pescatori.
Il mare è calmo, e c’è una tiepida brezza, dopo circa mezzora approdiamo all’isola.
La spiaggia è bianca, pulita, ci sono conchiglie ovunque mentre il mare visto dalla spiaggia ha tutte le tonalità del verde e al largo diventa azzurro.
L’isola è un parco naturale protetto, ci nidifica il Fetonte Codarossa che abbiamo visto mentre covava.
Facciamo un bellissimo bagno, la temperatura dell’acqua è buona poi ci incamminiamo per fare il giro dell’isola.
Al ritorno il pranzo è pronto, i pescatori hanno cotto alla brace il pesce, hanno steso a terra la vela e ci siamo accomodati a mangiare, ottimo.
Alle 14.30 siamo partiti dall’isola per il ritorno in Hotel.
Alla sera i pescatori hanno cotto l’aragosta sulla brace e abbiamo cenato alla luce del fuoco, intorno buio profondo, lo sciabordio delle onde e miriadi di stelle, è stata una bella e buona cena.

13° GIORNO - DA ANAKAO A ITAMPOLO – KM 170 TUTTA PISTA SABBIOSA

Ci alziamo alle 6.00 per vedere l’alba e le centinaia di piroghe dei pescatori al largo alcune a remi moltissime a vela.
Alle 7.00 partenza, il percorso, tutto su pista sabbiosa attraverso un bella foresta spinosa, attraversiamo vari sperduti villaggi sempre con moltissimi bimbi, abbiamo notato che non ci sono scuole ne ambulatori medici, queste popolazioni sono proprio lontanissime da qualsiasi civilizzazione.
Arriviamo al Parco di Tsimanampetsoe per vedere il grande lago delle dimensioni di km 2 x 12 e i fenicotteri.
Il lago è di un bel colore verde chiaro ma i fenicotteri sono al largo e si vedono solo i puntini bianchi.
Visitiamo la Grotta di Mitoko con all’interno un piccolo laghetto con dentro pesciolini bianchi ciechi e tra i sassi c’era anche un grosso serpente Boa che dormiva.
Nel parco ci sono anche 2 baobab, uno detto sorridente per via della stana forma della corteccia ha un’età di circa 1500 anni mentre il secondo ha la circonferenza del tronco di circa 13 metri e ha 3000 anni, vediamo anche un Ficus gigantesco con il diametro della chioma di circa 40 metri e con le radici che scendono in una grotta sottostante lunghe oltre 15 metri. Nella caverna c’è un piccolo lago con una profondità di 45 metri dove si immergono i sub.
Si torna sulla pista, ai lati vediamo molte tartarughe, ci siamo dovuti fermare anche a spostarle dalla pista.
Lungo il percorso ci fermiamo per uno spuntino a base di frutta sotto un pianta.
Arriviamo a Itampolo alle 16.00, prendiamo alloggio all’Hotel Sud Sud, siamo tutti impolverati.
Nell’Hotel non c’è acqua corrente ne energia elettrica, un piccolo generatore che spengono alle 10 provvede per il necessario.
Depositiamo i bagagli e andiamo a fare una camminata lungo la bellissima spiaggia bianca.
Il tempo si sta guastando con molte nuvole, il mare è mosso e c’è un forte vento.
Cena a base di pesce alle 19.00 al ristorante dell’Hotel, tutto buono.
Durante il percorso da Anakao non abbiamo trovato altre macchine con altri turisti, nell’Hotel siamo solo noi.

14° GIORNO - DA ITAMPOLO A LAVANONO – KM 185 TUTTA PISTA SABBIOSA

Partenza alle 7.30 per un'altra giornata in macchina sulle piste del Sud del Madagascar, Mahery ci ha detto che questo tragitto viene fatto da pochissimi quindi non si sa mai in che stato si trovano le piste.
Dopo circa 2 ore passiamo da un grosso villaggio, qui c’è una scuola, decidiamo di fermarci per regalare un pallone e delle penne
Attraversiamo un fiume in secca con fondo sabbioso e con il rischio di insabbiarsi, arriviamo ad un altro villaggio dove era in corso un mercato, c’erano tantissime persone con indumenti coloratissimi e tanti bimbi, ci hanno accolto con tanti sorrisi.
Nel mercato si vende di tutto, manioca, verdure, tessuti, vari oggetti di uso normale ma non c’era frutta.
Dopo il villaggio la foresta spinosa è cambiata, i fichi d’india sono la vegetazione più esuberante e invadono anche la pista fino a renderla una strettoia.
Anche durante questo tratto incrociamo tante tartarughe molto grosse, sembra che nel Sud del Madagascar ce ne sono migliaia.
Arriviamo ad un altro villaggio, ci dicono che la pista è impraticabile a causa i fichi d’india, e indicano un altro percorso, al successivo villaggio ci dicono che abbiamo sbagliato strada, un ragazzo si offre di accompagnarci a prendere quella giusta. Torniamo indietro e alla fine prendiamo la strada corretta ma i fichi d’india la hanno ristretta, noi la allarghiamo con la macchina.
Attraversiamo un nuovo fiume in secca ancora con il rischio di insabbiarci.
Ci fermiamo per il solito spuntino a base di frutta, ne diamo un po’ ad un contadino che sta passando, le piace e ci dice che quella frutta non la ha mai mangiata (pom canel), si è tenuto i semi da piantare.
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Lavanono, prendiamo alloggio presso l’Hotel Gigi, tutti bungalow molto belli con terrazza sul mare un bel parco realizzato con piante spinose, la posizione e la visione del golfo è mozzafiato anche se il tempo è brutto, c’è molto vento e il mare è molto mosso e fa fresco.
I bungalow non sono dotati di bagno, la doccia e il bagno sono localizzati lontano ma il tutto è pulitissimo.
Anche qui siamo gli unici clienti, ceniamo ottimamente al ristorante dell’Hotel.

15° GIORNO - DA LAVANONO AL PARCO DI BERENTY – KM 195 PISTA SABBIOSA + EX STRADA ASFALTATA

Partiamo alle 8.00, il percorso è sempre una pista ma finisce la foresta spinosa, iniziamo a vedere un po’ di verde e molte coltivazioni, i villaggi che attraversiamo sono sempre simili, tantissimi bimbi e molta povertà.
Circa 50 km prima di arrivare a Berenty incrociamo la Statale 10, finisce la pista e inizia una delle strade più brutte che conosco; è una strada che molto tempo fa era asfaltata ma ora c’è un misto di asfalto ed enormi buche che costringono a procedere lentamente con continui scossoni.
Incrociamo la deviazione per il Parco di Berenty, da qui si stende a perdita d’occhio una enorme coltivazione di piante di Sisal che alimentano una industria locale che produce corde, hanno distrutto tutta la foresta per questa piantagione.
Arriviamo finalmente a Berenty, è una piccola estensione di foresta che è stata salvata dalla distruzione ed è diventata riserva.
C’è un centro di accoglienza, un museo, un bel ristorante e una serie di bungalow per l’alloggio dei visitatori, tutti gli edifici e i viali sono molto curati.
Prendiamo alloggio, la sistemazione è buona, la camera grande e pulita.
Dentro il parco si vedono lemuri Katta e Ballerini ovunque, facciamo anche una visita guidata notturna per vedere i lemuri Microcebis (molto piccoli) che sono notturni e diversi camaleonti.
Ceniamo al ristorante del Parco, abbiamo trovato il cibo buono e molto curato.

16° GIORNO - VISITA DEL PARCO DI BERENTY E TRASFERIMENTO A FORT DAUPHIN – KM 90

Colazione alle 7.00, nella zona ristorante ci sono molti lemuri e i camerieri devono controllare i tavoli perché i lemuri salgono a mangiare quello che trovano
Partiamo alle 7.30 per la visita, la guida Jean parla solo francese, passeggiamo nei vari viali del parco con tanti begli alberi quali Tamarindi, Ficus, Euforbie ecc… e tanti lemuri Katta e Ballerini, per ultimo visitiamo il museo dove è conservata una antica abitazione della etnia Antandroy, ciotole varie ricavate da zucche, monili, attrezzi vari per l’agricoltura e fotografie.
Nel parco vediamo un coccodrillo dentro una grande vasca e molte tartarughe.
Alle 10.30 partiamo per Fort Dauphin, la strada è sempre asfalto con enormi buche, il panorama cambia nuovamente ci sono montagne, coltivazioni, risaie, le montagne hanno vari colori ma prevale sempre il rosso.
Ora vediamo anche grossi alberi di Mango e di Litchi, palme del pellegrino, molti stagni, sulla strada molto movimento di gente con carichi vari sulla testa, biciclette che trasportano sacchi di carbone di legna.
Arriviamo a Fort Dauphin, piove, ma le strade ora sono buone (qui c’è una miniera dove una compagnia Canadese estrae minerali vari che servono per l’elettronica quali cellulari computer, microprocessori ecc… e che si preoccupa anche di tenere in ordine le strade), la città è sulla riva del mare, tutte le case sono in muratura, è carina, ordinata e pulita.
Prendiamo alloggio all’Hotel Lavasoa, tutti bungalow sono posizionati in alto sopra la spiaggia di Libanona,
Ci viene assegnato il bungalow n° 6 dalla cui posizione Lonely Planet dice che si vede il più bel panorama del Madagascar.
Nel tardo pomeriggio facciamo con Mahery un giro per la città dove scopriamo che c’è anche la pasticceria Colbert con ottimi prodotti, alla fine andiamo a cena da George, ottimo ristorante sulla spiaggia di Lavasoa.

17° GIORNO - TOUR NEI DINTORNI DI FORT DAUPHIN

Giornata nuvolosa, non fa freddo, andiamo verso nord su strade molto dissestate, c’è moltissima gente per strada.
Vediamo lagune, fiumi, tantissime piante di Litchi, palme del viandante, orecchie di elefante, sterlizie, piante carnivore, attraversiamo anche 2 guadi.
Arriviamo alla baia di Lokaro, bellissima, con tantissime rocce emergenti nel mare, la spiaggia è bianca, molto larga, non c’è nessuno, ma manca il sole e i colori sono opachi ma lo spettacolo è davvero molto bello.
Torniamo a Fort Dauphin e nel pomeriggio scendiamo alla spiaggia dove subiamo il solito assalto dei bimbi.
Ceniamo al ristorante Chez Anita, anche questo ristorante è ottimo.

18° GIORNO - VOLO DA FORT DAUPHIN AD ANTANANARIVO

Oggi giornata di trasferimento il volo è alle ore 14.00, quindi si fa tutto con calma, ci rilassiamo in terrazza, leggiamo poi prendiamo un taxi e andiamo in centro (Mahery è partito in macchina per Antananarivo, 3 giorni di viaggio), durante il tragitto vediamo al largo lo sbuffo e le pinne di una balena.
Facciamo acquisti da Mako poi passiamo dalla pasticceria Colbert.
Alle 12.00 ci rechiamo all’aeroporto, volo regolare, alle 16.30 arriviamo ad Antananarivo, ci aspetta la moglie di Mahery, Malala con l’autista, ci rechiamo al mercato dell’artigianato ma arriviamo che stanno chiudendo quindi andiamo all’Hotel Shangai, vecchio, pulito ma la camera è molto piccola.
Ceniamo nel vicino Ristorante Chalet delle Rose di proprietà di un italiano mangiamo zebù e pesce, il voto è buono.

19° GIORNO - DA ANTANANARIVO A MIANDRIVAZO – KM 400

Partenza alle 6.30, facciamo un giro nella città alta, andiamo al palazzo della Regina costruito nel punto più alto della città, è presto ma con una mancia ai guardiani ci fanno entrare, addirittura ci raggiunge una guida che ci spiega la storia del palazzo
La vista di Tana dall’alto (circa 1600 mslm) è suggestiva, la città è molto grande ed è costruita su colline, proseguiamo il giro mentre la città si sta animando.
Alle 7.30 partiamo per Miandrivazo ma siamo già in coda ed impieghiamo 1 ora per uscire.
Ripercorriamo la RN 7 fino ad Antisrabe, ci fermiamo per uno spuntino.
Dopo 1 ora ripartiamo sulla RN 34, la strada è asfaltata, bella e tortuosa, è tutto un saliscendi per le colline, il paesaggio molto bello con molto verde e tantissime coltivazioni fino a circa la metà del percorso.
Dopo, sempre collinoso ma diventa brullo con poche coltivazioni, in tutta questa parte occidentale vengono allevati gli zebù, al termine della stagione secca tutti i terreni vengono incendiati per bruciare le stoppie in modo che con la stagione delle piogge cresce l’erba fresca.
Dopo nove ore arriviamo a Miandrivazo, solito grosso villaggio con case di fango, prendiamo alloggio all’Hotel Piroga, molto decrepito e sporco.
Ceniamo al ristorante dell’Hotel, la cena è discreta.

20° GIORNO - IMBARCO E DISCESA DEL FIUME TSIRIBIHINA

Alle 9.00 ci siamo recati alla polizia per la registrazione del viaggio, nel villaggio c’è il mercato domenicale con una gran folla.
Partiamo per l’imbarco, dobbiamo percorrere circa 25 km di strada per arrivare al fiume, il fiume è molto largo, pullula di gente che lava, si fa il bagno, ci sono molti bimbi che nuotano.
Li ci aspetta un grosso barcone con motore, lungo circa 10 metri, la tolda è attrezzata con cucina separata, un grande tavolo con sedie e panchine il tutto è coperto da un tavolato, nella parte sopraelevata ci sono due grosse sdraio e due poltrone protette da una tenda.
Ci sono 6 persone di equipaggio composto da 1 guida, 1 cuoco, 1 motorista e 3 mozzi, tutti molto premurosi, noi siamo in 3.
Sulla barca non c’è corrente elettrica.
Partiamo verso le 11.30, pranziamo e discendiamo lentamente il fiume,molto rilassante, ci siamo solo noi, a volte incrociamo qualche piroga degli abitanti locali, dopo circa 4 ore ci fermiamo per vedere una piccola cascata, scendiamo dalla barca, prendiamo un sentiero nella foresta e dopo un piccolo percorso giungiamo alla cascata, facciamo un bel bagno con un piacevole massaggio sotto il getto principale, ci voleva.
Ceniamo mentre ci godiamo il tramonto.
Arrivati nei pressi di un villaggio ci fermiamo, i mozzi ci montano sulla spiaggia 2 tende Decatlon per la notte, viene buio presto, ci sdraiamo sulle coperte fuori dalle tende ad ammirare il cielo stellato, il buio è totale, le stelle sono fantastiche.

21° GIORNO  - DISCESA DEL FIUME TSIRIBIHINA

Sveglia molto presto alle 6.00 perché in tenda comincia a fare caldo.
Si sale sulla barca per la colazione, poi andiamo con la guida a visitare il villaggio di capanne, siamo circondati da moltissimi bimbi che ci prendono per mano.
Nel villaggio c’è anche un grosso magazzino per essiccare il tabacco, un mercato e una chiesa protestante.
Ripartiamo, durante la navigazione vediamo 2 coccodrilli, grossi pipistrelli appesi alle rocce, moltissimi uccelli.
Arriviamo alla 2° tappa alle 15.30, sempre nei pressi di un grosso villaggio, lo visitiamo mentre i mozzi montano le tende sulla spiaggia.
Ceniamo sulla barca poi alle 20.30 scendiamo per andare a vedere una danza attorno ad un fuoco che viene fatta per noi dalle ragazze del villaggio.
La danza è accompagnata dalla musica di uno strumento a forma di chitarra suonato da un anziano musicista, diamo un offerta al capo del gruppo poi a nanna

22° GIORNO - TERMINE DISCESA DEL FIUME TSIRIBIHINA A BEKOPAKA CON 4X4 – KM 100

Sveglia ancora presto, alle 6.00 c’erano già i bimbi fuori dalle tende.
Ci imbarchiamo e partiamo subito, ci facciamo una buona colazione, alle 10 circa ci dicono che dobbiamo pranzare prima perché arriveremo presto ma avendo fatto una buona colazione rifiutiamo il pranzo, chiediamo del caffè.
Diamo la mancia all’equipaggio e visto che noi mangiamo molta frutta ci loro ci regalano alcuni ananas per il viaggio.
Arriviamo a Belo sur Tsiribihina, luogo dello sbarco dove ad attenderci c’è il fuoristrada, ci fermiamo al villaggio per rinfrescarci e bere qualcosa di fresco dopo 3 giorni di bevande alla temperatura ambiente (molto calda).
Partiamo per Bekopaka, 100 km di pista molto dissestata comportano oltre 4 ore di viaggio, prima di arrivare a Bekopaka dobbiamo attraversare un fiume su una chiatta che porta 2 auto.
Finalmente arriviamo all’Hotel Orchidee dove prendiamo alloggio, il posto è bello, ordinato e pulito, la camera grande, c’è anche la piscina, un bel bar e un grande ristorante sotto un paiote in legno coperto di cannicciato.
Ceniamo nel ristorante dell’Hotel, tutto abbastanza buono.

23° GIORNO - VISITA AL PARCO DEI GRANDI TSINGI DI BEMARAHA E AI PICCOLI TSINGI – 35 KM

Partenza alle ore 6.30, ci fermiamo ad acquistare l’acqua un po’ di frutta e una pila aggiuntiva per la visita, ci rechiamo alla sede del parco per i biglietti e per prendere la guida, ripartiamo in 4x4 per l’ingresso del parco, sono 17 km da fare su una pista totalmente impraticabile.
La guida ci fa indossate le imbragature e si parte a piedi per un giro di circa 4 ore, attraversiamo un breve tratto di foresta primaria e arriviamo agli Tsingi.
Sono formazioni rocciose coniche molto taglienti e appuntite, alte fino 60 metri, di colore grigio scuro.
Le rocce sono sedimenti calcarei corrosi dagli agenti atmosferici nel corso dei millenni.
Ci inoltriamo in basso agli Tsingi per strettoie e gallerie molto buie, quando usciamo ci troviamo nel mezzo di alte torri costolute e con bordi taglienti.
Da qui si comincia a salire e scendere su queste torri in sicurezza con i moschettoni dell’imbragatura agganciati alle funi predisposte, sono state predisposte anche delle piattaforme per la visione dall’alto, lo spettacolo è incredibile con un susseguirsi a perdita d’occhio di guglie dalle forme più strane.
Dopo oltre 3 ore di saliscendi arriviamo al parcheggio, torniamo alla sede del parco per l’acquisto degli altri biglietti di ingresso ai Piccoli Tsingi.
Piccolo relax in piscina poi si riparte alle 15.30 per la visita.
I piccoli Tsingi sono molto più bassi, non servono imbragature per accedere, ci sono scale e piattaforme di veduta, sono anche loro simili ai Grandi Tsingi e altrettanto belli.
Ritorniamo in Hotel e ceniamo al ristorante dello stesso.

24° GIORNO - DA BEKOPAKA A MORONDAVA – KM 220

Partenza alle ore 6.30, sempre sulla solita pista dissestata, arriviamo a Belo sur Tsiribihina verso le 10.30, piccola sosta per ristoro, ripartiamo per prendere la chiatta per l’attraversamento del fiume Tsiribahina, sull’altra sponda arriviamo alle 13.
Proseguiamo attraversando il parco di Kirindy e vediamo altri lemuri.
Lungo il percorso ammiriamo tantissimi baobab, enormi, diversi l’uno dall’altro e molto belli, ammiriamo i baobab innamorati (2 baobab attorcigliati tra loro) e arriviamo al famoso viale dei baobab dove ci fermiamo ad aspettare il tramonto durante il quale tutti i colori cambiano, diventa tutto rosa/rosso
Arriviamo a Morondava alle 18.45, alloggiamo all’Hotel Baobab, molto carino e pulito.
Ceniamo al vicino Ristorante Chez Alain con pesce, tutto ottimo.

25° GIORNO - DA MORONDAVA A MANJA – KM 180

Partenza ore 9.00, prima si passa al mercato per l’acquisto della frutta, acquistiamo anche varie spezie da portare in Italia.
Il percorso è vario, troviamo foreste spinose, savane, tantissimi baobab che si ergono altissimi sopra la vegetazione, attraversiamo 6 fiumi, alcuni con acqua bassa altri con acqua fino a circa 1 metro, attraversiamo villaggi più o meno grandi ma sempre con tanti bimbi, arriviamo a Manja alle 17.30.
Prendiamo alloggio all’Hotel Kanto, siamo passati dalle stelle alle stalle ma Mahery dice che è il migliore della zona.
Ceniamo nello stesso Hotel, pasto pessimo.

26° GIORNO - DA MANJA AD ANDAVADAOKA – KM 220

Partiamo alle 5.30, percorso all’inizio simile al giorno precedente, poi diventa più verde, ci sono tantissimi baobab veramente spettacolari, attraversiamo con la chiatta un fiume, molti villaggi e arriviamo al villaggio di Andavadaoka alle 15.30, siamo sul mare, .
Prendiamo alloggio all’Hotel Coco Beach, tutti bungalow sul mare, il panorama è favoloso golfo senza anima viva, mare verde.
Facciamo un bel bagno, l’acqua è calda, trasparentissima, ci sono piccoli isolotti al largo e la spiaggia è di sabbia bianca finissima.
Vediamo un un tramonto stupendo.
Ceniamo nel ristorante dell’Hotel, eccellente.

27° GIORNO - DA ANDAVADAOKA A SALARY – KM 90

Partenza ore 8.00, sono circa 4 ore di pista sabbiosa. Oggi è domenica, attraversiamo il villaggio, tutta la gente è vestita a festa, molti si stanno recando alla messa.
Usciamo, inizia la foresta spinosa, ogni tanto ci troviamo in grandi spazi ricoperti da una bassa vegetazione con tutte le sfumature del rosso, lungo il percorso incrociamo molti bellissimi baobab, altissimi e con la corteccia piena di disegni.
La pista è tutta sabbia, la macchina procede con fatica e con il pericolo continuo di insabbiarsi, dopo 3 ore ci fermiamo per il pranzo al villaggio di Batmilou, località Le Pirate Amoreux dove c’è un piccolo Hotel con 1 bungalow (l’altro è stato distrutto dal ciclone).
Qui il mare ha dei colori mai visti, a strisce verdi, blu, verdi, blu e una spiaggia lunghissima, bianca e completamente deserta.
Martine, la proprietaria Francese ci offre un pranzo veramente eccezionale tutto a base di pesce.
Facciamo uno splendido bagno e alle 14.30 riprendiamo il viaggio.
Arriviamo a Salary alle 15.30, Prendiamo alloggio all’Hotel Salary Beach, localizzato su un promontorio, tutti bungalow alti sul mare, a sinistra e a destra del promontorio ci sono due spiagge bianche e deserte, il mare verde e blu, lo spettacolo è impareggiabile.
Il bungalow che ci hanno assegnato è a due piani con 1 camera sotto e 1 sopra, grande pulito e molto curato.
Ceniamo al ristorante dell’Hotel, anche qui tutto ottimo.

28° GIORNO - DA SALARY A MANGILI-IFATY – KM 70

Nella mattinata abbiamo preso il sole, fatto il bagno e una passeggiata sulla spiaggia, non abbiamo alcuna voglia di partire perché il posto è meraviglioso.
Ore 12 partenza per Mangili-Ifaty, la pista è lungo il mare, ci sono altissime dune di sabbia bianca, ci fermiamo a fare un altro bagno.
Proseguiamo, la pista è sempre sabbiosa, abbiamo il mare alla nostra destra e a sinistra la foresta spinosa
Arriviamo a Ifaty e prendiamo alloggio presso l’Hotel Ifaty Beach, il posto è carino, tutti bungalow, andiamo a vedere il mare, qui la spiaggia è di color nocciola con sabbia fine.
Ceniamo al ristorante dell’Hotel, pasto scadente.

29° GIORNO - DA MANGILI-IFATY A TULEAR – KM 25 E CON VOLO AD ANTANANARIVO

Partenza ore 9.00, lungo il percorso vediamo la bassa marea e la vicina barriera corallina, ci sono alte dune di sabbia nocciola, tutto bello ma molto meno del tratto da Morondava a Salary.
Arrivati a Tulear andiamo al mercato delle verdure e frutta per gli ultimi acquisti di spezie e al mercato dell’artigianato per l’acquisto di cianfrusaglie varie.
A mezzogiorno per festeggiare la conclusione del tour andiamo a pranzo da Giancarlo, direi che Il pranzo è stato luculliano.
Mahery ci porta all’aeroporto per il volo delle 17.30 per Antananarivo, salutiamo Mahery con baci e abbracci e tanti ringraziamenti per la bellissima vacanza e la promessa dell’invio delle foto e del diario di viaggio che invierò anche a Turisti per Caso.
Arriviamo ad Antananarivo alle 18.30, ci rechiamo al vicino Hotel Cheval Blanc, camera brutta, cena pessima sempre nello stesso Hotel poi a nanna presto per la levataccia del giorno dopo.

30° GIORNO - DA ANTANANARIVO A MILANO

Partenza per l’aeroporto alle 5.00, volo alle ore 7.00, tutto bene, tutto regolare e in orario, anche a Parigi e a Milano dove arriviamo alle ore 21.00.
Virgilio, Giuliana, Raffaella
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