domenica 8 settembre 2013

Anche gli uomini mangiano la polvere

Secondo uno studio recente, il picacismo - l'ingestione di sostanze non commestibili - è comune anche fra i maschi adulti, non solo fra i bambini e le donne in attesa

Si è scoperto che le donne incinte non sono le uniche a mangiare sostanze non commestibili. Un nuovo studio rileva un'incidenza sorprendente di picacismo - la pratica di ingerire sostanze non nutritive - tra gli uomini.

Condotta in Madagascar, dove il picacismo è diffuso, la ricerca è la prima a individuare una popolazione in cui questa pratica è altamente diffusa tra gli uomini, affermano gli studiosi. I soggetti coinvolti nello studio infatti mangiavano sostanze non commestibili almeno quanto le donne incinte e gli adolescenti, che finora sono stati considerati i soggetti che più praticano il picacismo, sulla base di studi precedenti.


Allora da cosa deriva questa improvvisa incidenza di picacismo negli uomini?

"La mia ipotesi, ancora non confermata, è che sia possibile che studi precedenti non abbiano incluso gli uomini fra i campioni di studio, limitandosi a studiare le donne incinte", spiega Christopher Golden, eco-epidemiologo responsabile dello studio e beneficiario di un finanziamento del National Geographic Society Conservation Trust.

Anche Laura Beatriz López, studiosa di picacismo e docente di Nutrizione alla Università di Buenos Aires, la pensa così.

"Tradizionalmente, gli studi di geofagia [l'ingestione di terra] e di picacismo si erano concentrati soprattutto sulla descrizione di bambini e donne in stato di gravidanza", dichiara López.

"Personalmente, penso che questa ricerca sia all'avanguardia", continua, in quanto rivela "un'alta diffusione di picacismo negli uomini e nessuna differenza significativa rispetto alle donne".

Il picacismo migliora la salute?

Golden e i suoi colleghi - sostenuti da Sera Young, antropologo della nutrizione alla Cornell University - nel 2009 hanno condotto un'indagine sul picacismo prendendo in considerazione un campione casuale di 760 individui appartenenti a 16 villaggi presenti nell'area protetta di Makira, in Madagascar.

Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE, i ricercatori hanno notato che i soggetti studiati - maschi e femmine - mangiavano 13 sostanze non commestibili, come sabbia, terra, feci di pollo, riso crudo, radice cruda di manioca, carbone, sale e polvere.

Più del 53 per cento dei soggetti coinvolti nello studio hanno riferito di essere affetti da picacismo. Considerando soltanto gli uomini, il numero arrivava al 63 per cento.

Meno dell'1 percento delle donne non gravide, invece, hanno detto di aver ingerito sostanze non commestibili durante la gravidanza, smentendo così il luogo comune secondo il quale sarebbero soprattutto le donne a praticare il picacismo.

Perché mangiare sostanze non commestibili?

Molti soggetti hanno riferito di mangiare sostanze non commestibili per le loro proprietà curative, riguardanti soprattutto i disturbi allo stomaco, spiega Golden. Inoltre, in tanti credevano che praticare il picacismo fosse di buon auspicio per il miglioramento delle condizioni di salute.

In precedenza, gli scienziati pensavano che il picacismo venisse praticato per due ragioni: soddisfare un'eventuale carenza di minerali, ripulire l'intestino e eliminarne i vermi.

Questa ipotesi avrebbe senso per le donne incinte e per i bambini, le cui esigenze alimentari sono maggiori rispetto al resto della popolazione.

Nonostante ciò, non ci sono prove che il corpo umano possa effettivamente assorbire tracce di minerali dal suolo, spiega Golden, aggiungendo che "è possibile che il picacismo non porti nessun beneficio alla salute".

López aggiunge che le usanze del Madagascar contribuiscono a rendere alto il tasso di ingerimento di sostanze non commestibili. Per esempio, molti malgasci ritengono che assumere amidi grezzi, contenuti nel riso crudo, non costituisca una forma di picacismo.

Un fenomeno sottostimato

Golden sottolinea che il picacismo "non viene praticato esclusivamente dalle popolazioni rurali dei paesi in via di sviluppo", ma per esempio, anche da molti americani, continua Golden. E parla per esperienza: "Un mio caro compagno di università, spesso mangia  gessetti".

"È una pratica molto diffusa, ma stigmatizzata e quindi sottostimata".

Susan Albers, psicologa clinica di Cleveland, aggiunge: "Il picacismo è un disordine alimentare che attira molto meno attenzione e ricerca rispetto ad altri, come l'anoressia e la bulimia; ma è importante fare ricerca, in quanto questa pratica può causare gravi problemi alla salute, causati dalla possibilità di ingerire sostanze tossiche.

"Negli ultimi anni l'attenzione sui disturbi alimentari negli uomini è cresciuta", continua Albers. "Questo studio sottolinea che è importante continuare a condurre ricerche sul picacismo negli uomini e fare in modo che questi siano adeguatamente rappresentati nel campione".

Golden spiega di non essere ancora pronto a definire il picacismo un disturbo alimentare, dal momento che non è ancora chiaro se questa pratica sia dannosa. È d'accordo, però, sulla necessità di continuare a fare ricerca, che prenda soprattutto in considerazione i maschi adulti.

È possibile che questo studio rappresenti un grande passo in quella direzione. Secondo Golden, "apre un intero campo di ricerca, rendendo consapevoli i ricercatori dell'importanza di includere sia uomini che donne nei loro studi".

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