mercoledì 31 luglio 2013

I nostri figli nati all’estero non usufruiscono dell’assistenza sanitaria italiana (Interrogazione Parlamentare)

Come ci era stato promesso dal deputato Francesca La Marca è stata pesentata al Ministro della Sanità una interrogazione per chiarire, la posizione in cui si trovano gli italiani sparsi nel mondo nei confronti dell’assistenza sanitaria italiana.
A nome degli italiani del Madagascar e degli italiani sparsi in tutto il mondo, ringraziamo l’Onorevole La Marca, deputato PD eletto in Canada, per avere preso a cuore questa causa. Ci auguriamo che il Governo Italiano si pronunci al più presto e in maniera favorevole.
 Ecco il testo dell’interrogazione presentata in data 25 luglio  
  
La Marca (PD) Assistenza Sanitaria gratuita anche agli italiani nati all’estero
Francesca La Marca, deputata PD eletta nella Circoscrizione Estero, ha presentato – insieme alla capogruppo del PD Donata Lenzi – un’interrogazione a risposta in Commissione Affari Sociali e Sanità per garantire anche ai cittadini italiani nati all’estero le cure ospedaliere urgenti gratuite in Italia durante un soggiorno temporaneo. Nella sua interrogazione, alla quale dovrà presto rispondere il Ministro della Sanità o un suo delegato, la parlamentare sottolinea che ogni anno migliaia di cittadini italiani residenti permanentemente all'estero, in Paesi non appartenenti all'Unione europea e con i quali non vige una convenzione bilaterale in materia di assistenza sanitaria o vige una convenzione parziale, rientrano in Italia per periodi di tempo che variano da alcune settimane ad alcuni mesi, e a volte sono costretti a ricorrere alle cure mediche urgenti nel nostro Paese.
I cittadini italiani, spiega la parlamentare, che trasferiscono (o hanno trasferito) la residenza in uno Stato con il quale non è in vigore alcuna convenzione con l'Italia – o è in vigore una convenzione parziale – perdono il diritto all'assistenza sanitaria da parte dello Stato italiano, sia in Italia che all'estero, all'atto della cancellazione dall'anagrafe comunale e della iscrizione all'AIRE, fatta eccezione per i lavoratori di diritto italiano in distacco, che mantengono il diritto all'assistenza sanitaria in Italia e all’estero. Infatti l'iscrizione all'AIRE (Anagrafe italiani residenti all'estero) o il diritto di voto in Italia, non aprono un diritto all'assistenza sanitaria in Italia.
Tuttavia ai sensi dell'articolo 2 del decreto interministeriale Sanità/Tesoro del 1o febbraio 1996, è prevista l'erogazione gratuita dell'assistenza sanitaria in Italia limitatamente alle prestazioni ospedaliere urgenti (pronto soccorso) per un periodo massimo di 90 giorni per i cittadini italiani residenti all'estero, temporaneamente in Italia, a patto che siano titolari di pensione italiana o che abbiano lo status di emigrato; per ottenere le prestazioni ospedaliere urgenti è necessario presentare un attestato rilasciato dal consolato competente che attesta lo stato di emigrato; in mancanza dell'attestato del consolato, può essere sottoscritta una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà in cui si dichiara, oltre al proprio stato di emigrato, che non si è in possesso di una copertura assicurativa pubblica o privata contro le malattie.
Purtroppo – stigmatizza La Marca -  dall’assistenza gratuita per cure urgenti ospedaliere sono esclusi i cittadini italiani nati all’estero i quali se dovessero ricorrere a tali cure durante il loro soggiorno in Italia sarebbero tenuti al rimborso delle cure erogate; tale esclusione – sebbene non prevista esplicitamente nel Decreto 1 febbraio 1996 – e’ indicata nel sito del Ministero della Sanità, alla voce “Cittadini italiani residenti all’estero” dove lo stato di emigrato e’ definito come quello di “coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana sul territorio nazionale, nati in Italia”.
E’ evidente – arguisce la parlamentare italo-canadese -  l’incongruenza della normativa che garantisce le cure ospedaliere urgenti gratuite esclusivamente a cittadini italiani pensionati residenti all’estero che rientrano temporaneamente in Italia e inoltre a tutti coloro nati in Italia che sono emigrati all’estero e che ottengono l’attestato di “soggetto emigrato” dal consolato di riferimento, mentre le stesse  cure sono invece corrisposte a pagamento, spesso molto oneroso,  per tutti i cittadini italiani nati all’estero anche se figli di cittadini italiani nati in Italia ai quali invece viene erogata l’assistenza gratuita.
L’On. Francesca La Marca chiede quindi nella sua interrogazione a risposta in Commissione quali iniziative urgenti il Ministro della Sanità  intende intraprendere, nel rispetto della Costituzione italiana che prevede l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la tutela della salute quale diritto fondamentale, per eliminare la disparità di trattamento nei confronti di cittadini italiani che risiedono all’estero, in Paesi non convenzionati con l’Italia e che rientrano per soggiorni temporanei nel nostre Paese ma, solo per il fatto di essere nati all’estero, di  non essere  titolari di pensione italiana o di non vedersi riconosciuta la qualifica di “emigrato” da parte del consolato di riferimento, sono  costretti a pagare le cure urgenti ospedaliere, spesso molto onerose, nel caso in cui siano sprovvisti di assicurazione pubblica o privata.
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Madagascar: cresce la tensione per il rinvio delle elezioni

Cresce il malcontento in Madagascar dopo l’ennesimo rinvio delle elezioni presidenziali che si sarebbero dovute tenere questo 24 luglio. Tensioni si sono registrate nel corso di alcune manifestazioni per reclamare il voto. Dopo la presa di potere, nel 2009, dell’attuale presidente di transizione Rajoelina, le parti politiche avevano ripreso colloqui, grazie alla mediazione delle Chiese cristiane, coinvolgendo pure l’ex capo di stato deposto Ravalomanana. Tuttavia, il tavolo sembra saltato anche per l’intervento della comunità internazionale che contesta la candidatura dei tre principali sfidanti. Marco Guerra ha intervistato don Luca Treglia, direttore di Radio Don Bosco in Madagascar:RealAudioMP3

R. - La tensione cresce moltissimo: già da lunedì scorso ci sono state dimostrazioni in strada e durante una manifestazione sono stati arrestati alcuni esponenti politici. La situazione politica è un caos totale, la gente diventa sempre più povera e i politici creano questo stato di stasi che non trova più una via d’uscita.

D. - La comunità internazionale chiede il ritiro dei tre principali candidati tra cui il presidente uscente, Andry Rajoelina…

R. - Secondo noi, la comunità internazionale non è concorde: ci sono alcuni Stati che tirano da un lato ed altri che tirano dall’altro. Ad esempio, gli Stati Uniti d’America non hanno problemi che i tre candidati si presentino alle elezioni, ma per l’Unione Europea o per altri Stati è importante che i tre candidati non si presentino. La cosa è molto delicata e con questa interferenza abbastanza forte della comunità internazionale la sovranità del Madagascar è venuta meno.

D. - A livello interno, cosa è successo dopo la deposizione di Ravalomanana? Come sta andando il Paese e quali sono le principali problematiche?

R. - Hanno cercato con tantissime difficoltà, ancora attuali, di formare governi di unione per cercare di arrivare a fare queste elezioni; però, i giochi politici sono stati tanti. Adesso, infatti, lo Stato si trova in uno sfacelo totale sia dal punto di vista delle strutture materiali, sia dal punto di vista della sicurezza: ci sono atti di banditismo in piena città, con sparatorie; cose che alcuni anni fa non esistevano. C’è una sorta di caos politico e questo ha istaurato anche un’anarchia totale.

D. - C’è una via d’uscita a questa situazione?

R. - Molti sono convinti che forse c’è un’unica via di uscita: la mediazione che sta facendo la Ffkm, un insieme delle Chiese di cristiani - cattolici, protestanti, anglicani - sostenuto da vari partiti politici. Stanno tentando di fare una nuova mediazione e questa prevede di mettere insieme i quattro ex presidenti, perché se queste quattro persone non si riconciliano non si può procedere ad un’elezione. Quindi, si dovrebbe instaurare una nuova transizione con un nuovo primo ministro e con un nuovo governo. In questo modo, si pensa che le elezioni presidenziali non siano fattibili quest’anno, ma nel 2014.

Testo proveniente dalla pagina del sito Radio Vaticana

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Ex Grande Fratello: Laura Torrisi fa volontariato in Madagascar

L'attrice Laura Torrisi, ex concorrente di Grandefratello, si sta dedicando con passione e molta dedizione al volontariato: ecco le sue parole a proposito.

Torniamo ad occuparci di un’ex concorrente del Grande Fratello e nello specifico della bella attrice Laura Torrisi la quale, in questo ultimo periodo, si sta dedicando al volontariato; ecco quali sono state le sue parole a tal riguardo: “Tre mesi fa sono stata in Madagascar, doveva essere una vacanza tra amiche, una vacanza come tante, ma io quaggiù ci ho lasciato il cuore. E per questo sono tornata. Insieme a questa grande donna Isa Monti Saracino, che con coraggio e forza invidiabile è riuscita a canalizzare un enorme dolore personale in energia capace di fare e costruire cose veramente grandiose quaggiù” – successivamente Laura ha spiegato quale attività svolge in Madagascar – “In questi giorni abbiamo distribuito biberon, tutine, magliette, materassi per la sala parto e medicine difficilmente reperibili quaggiù, (tutto materiale che se volete potete far reperire anche voi all’associazione di Milano), siamo soddisfatte del lavoro svolto ma ancora tanto c’è da fare per aiutare la popolazione malgascia…che come molti di voi sapranno è il quarto paese più povero al mondo”.
Infine la Torrisi lancia un appello: “Amici! Vi chiedo 10 min del vostro tempo e del vostro cuore da dedicare a questo sito. Qui troverete tutte le info necessarie per poter aderire in qualsiasi modo all’associazione. Un grazie sincero e di cuore a chiunque voglia partecipare in qualunque modo a questa iniziativa”.

Un’iniziativa davvero lodevole quella dell’ex gieffina Torrisi, voi cosa ne pensate? Siamo certi che l’appello dell’attrice venga accolto da molti lettori.


A Londra gli ultimi impegni della delegazione Ital Uil

Con il corso di aggiornamento di Londra per gli operatori e collaboratori dell’Ital Uil della Gran Bretagna (dopo quelli tenutisi in Francia, Australia, Germania e Belgio) si è conclusa una parte del ciclo di formazione del personale del patronato operante all’estero previsto per il 2013. Una attività intensa di formazione e di ascolto degli operatori dell’Ital Uil che ha visto impegnato il vice presidente nazionale del patronato, Mario Castellengo, e Anna Ginanneschi dell’Area Internazionale Ital Uil, oltre a diversi dirigenti nazionali e locali della UIM per la trattazione di temi particolari quali la fiscalità e l’accoglienza in loco dei giovani studenti o stagisti. Un ciclo di incontri che, peraltro, riprenderà già agli inizi di settembre, dopo la pausa estiva, e che coinvolgerà il personale delle sedi Ital Uil del Sud Africa, Brasile, Argentina (dove si terrà anche un convegno sulla sicurezza nei posti di lavoro mettendo a confronto la normativa italiana ed argentina con la partecipazione del sindacato locale, della segreteria confederale della UIL e del presidente nazionale del patronato Gilberto De Santis) e proseguirà poi in Venezuela, Spagna, Svizzera (dove si celebrerà anche il 50° dell’Ital Uil nella Confederazione Elvetica), Canada e Stati Uniti. Anche in Canada sarà organizzata una tavola rotonda per un confronto con dirigenti sindacali canadesi in materia di sicurezza nei posti di lavoro. Si tratta, sottolineano dal patronato, di "un notevole impegno organizzativo a livello mondiale con il quale l’Ital Uil si prefigge di avere sul territorio degli operatori sempre aggiornati sulle modifiche legislative in materia sociale e previdenziale intervenute in Italia e nei Paesi esteri dove è presente con proprie strutture". Una necessità, quest’ultima, per l’Ital Uil nazionale "per poter offrire una tutela di prima qualità agli italiani all’estero ed aggiornata alle attuali esigenze che esprimono i nuovi flussi migratori italiani che, ormai, dall’inizio di questo secolo, hanno ripreso a lasciare l’Italia per cercare un lavoro all’estero seguendo, spesso, le orme dei loro nonni". Nel contempo, rileva l’Ital Uil, "l’occasione di questi corsi formativi permettono ai dirigenti nazionali del patronato di incontrare le autorità ed i sindacati locali, i Comites, nonché i circoli della UIM e l’associazionismo italiano, per “scoprire” quali siano nei vari Paesi visitati le problematiche che più interessano oggi le collettività italiane". (aise)
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Prorogato al 31 ottobre l’invio del modello Red Est all’INPS

È stato prorogato al 31 ottobre 2013 il termine utile per l’invio all’Inps dei moduli Red Est 2013. I pensionati italiani all’estero, dunque, avranno altri tre mesi per inviare – via internet (www.inps.it) o tramite i patronati – i moduli che attestano il reddito percepito nel 2012.  La scadenza – inizialmente prevista il 31 luglio – è stata prorogata "tenuto anche conto della concomitanza con gli adempimenti fiscali e con il periodo feriale", come spiega il Direttore generale dell’Inps Mauro Nori nel messaggio (il numero 11157) con cui annuncia la nuova data del 31 ottobre. Si ricorda che i dati da inserire nel modulo inviato ai pensionati dall’Inps si riferiscono ai redditi percepiti nell'anno 2012 dal titolare, dal coniuge o, nel caso di assegni familiari, anche dai componenti del nucleo familiare. I connazionali dovranno inviare il modulo anche se non hanno redditi oltre alle pensioni italiane. Nel modulo quest’anno è stata inserita una nuova sezione – la numero 11 – che deve essere compilata se il pensionato ha svolto nel 2012, svolge o intende svolgere nel 2013, attività di lavoro autonoma, professionale o di impresa. I pensionati, come sempre, possono avvalersi dell'assistenza degli Enti di Patronato riconosciuti dalla legge. Qualora il modulo non venga trasmesso o non sia correttamente compilato, sottoscritto e completo della documentazione richiesta, l'INPS sospenderà qualsiasi pagamento. Al modulo Red Est, i connazionali dovranno allegare diversi documenti: copia del documento d'identità; copia di un documento attestante la cittadinanza; certificato dell'Ente estero previdenziale o assistenziale erogatore della pensione. L’Inps infine, precisa che "nel caso di redditi diversi da pensioni estere i connazionali residenti nei Paesi sotto indicati dovranno allegare copia della dichiarazione dei redditi presentata all'autorità fiscale del paese di residenza: Australia, Canada, Cipro, Corea, Estonia, Giappone, Israele, Lettonia, Lituania, Malta, Nuova Zelanda, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia, Stati Uniti, Turchia, Ungheria, Città del Vaticano, Francia, Germania, Spagna, Grecia, Paesi Bassi, Regno Unito, Danimarca, Portogallo, Finlandia, Svezia, Belgio, Lussemburgo, Islanda, Austria, Norvegia, Irlanda, Liechtenstein, Repubblica S. Marino" Per i pensionati residenti in altri Paesi è sufficiente un'autocertificazione dei redditi prodotti. (aise)
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Tutto pronto a Ortezzano per il tredicesimo Festival Internazionale del Folklore

L’associazione Culturale Folklorica Ortensia in collaborazione con il CSV Marche organizza la tredicesima edizione del Festival Internazionale del Folklore: giovedì 1° agosto alle ore 21,30 ad Ortezzano: quest’anno esibizioni di gruppi folklorici provenienti da India, Argentina e Madagascar. Per l’Italia, il locale gruppo Ortensia con l’originale “Saltarock”. Il piccolo Comune di Ortezzano torna ad essere la capitale delle tradizioni popolari. Tutto è pronto infatti per il tredicesimo Festival Internazionale del Folklore organizzato dall’Associazione Culturale Folklorica Ortensia, in collaborazione con il CSV Marche, che giovedì 1° agosto alle 21,30 animerà piazza della Libertà con musiche, canti e balli tradizionali marchigiani e dal resto del mondo.
Per quest’edizione sono in arrivo nel centro della Valdaso gruppi provenienti dall’India, dall’Argentina e dal Madagascar, e per l’Italia, il locale gruppo Ortensia, che da oltre 10 anni porta in giro per il mondo musiche, balli e animazioni teatrali del folklore regionale e per il Festival di quest’anno, nel solco della tradizione, proporrà anche il nuovo “Saltarock”, originale rivisitazione del saltarello in chiave rock.
Ricco dunque, il programma della serata. L’organizzazione culturale “Rangsurbhi” presenterà danze popolari dell’India, che sono generalmente spontanee, frutto di una ricca cultura e del desiderio di espressione artistica ed emotiva. Per il Madagascar sarà protagonista il gruppo folkloristico “Sagotro”, composto da 12 giovani e talentuosi elementi di gruppi musicali, corpi di ballo e compagnie teatrali della città di Diego Suarez, nel nord dell’isola, che esplorano, rivivono e trasmettono le tradizioni del Madagascar, con una musica molto vivace, ritmata da percussioni ed armonizzata da una melodica fisarmonica, lanciando un messaggio di pace e fratellanza. Arriva invece dalla provincia di Cordoba, centro artistico e culturale dell’Argentina, la compagnia “Sentires” con un repertorio, molto scenografico, costituito oltre che da danze folcloriche delle differenti zone dell’Argentina, anche dal malambo e, naturalmente, dal tango, definito da qualcuno il ballo più profondo dell’universo.
ll Festival rappresenta un’occasione per riscoprire e valorizzare la memoria del territorio, ma anche un momento di scambio interculturale e quindi di visibilità per Ortezzano e per l’intera provincia. Insieme ad Apiro e Matelica infatti, Ortezzano è uno dei 3 comuni marchigiani in cui si tiene un Festival Internazionale del Folklore, una manifestazione molto coinvolgente, cresciuta negli anni di pari passo con l’associazione promotrice Ortensia. Il locale gruppo folklorico infatti, composto da circa 50 elementi, dai 5 agli 80 anni, provenienti da diversi paesi che si affacciano sulla media valle dell'Aso, in dodici anni ha svolto oltre 600 spettacoli in varie regioni italiane e anche all’estero, dalla Francia alla Cina, riscuotendo ovunque dei buoni successi.


Da Brasile e Madagascar per il festival del folklore di San Ginesio

A San Ginesio la 6^ edizione del Festival del folklore e la 4^ edizione della Festa della Pace (1-6 agosto 
Nei giorni 1-2-3 agosto va in scena a San Ginesio il VI° Festival Folk "Il Balcone dei Sibillini". I gruppi, provenienti dal Brasile, Madagascar, Bulgaria e Italia, terranno spettacoli per una valida offerta di aggregazione culturale, oltre che di recupero della memoria e dei valori delle tradizioni del mondo. Il festival è organizzato dall’Amministrazione comunale di San Ginesio in collaborazione con l' UGFM – Unione Gruppi Folklorici Marchigiani-, con il supporto della locale Pro Loco e porterà nel borgo sanginesino i canti, la musica, le danze, gli usi e costumi popolari nel rispetto delle tradizioni, in un'ottica di interscambio culturale. Gli onori di casa al gruppo dei tamburi sanginesini “Terraemotus” e al Corpo bandistico di San Ginesio.

Il Festival è inserito nel bel contesto della “Festa della Pace” (4^ ed.) – organizzata in collaborazione con l’associazione Wabisabiculture -, che si svolgerà nel centro storico di San Ginesio e culminerà nei giorni 4 e 6 agosto (giornata mondiale della pace), attraverso una serie di iniziative partecipate con arte, musica, gesti e parole, per un convivio interculturale fatto di aggregazione, a sostegno di un valore impermanente quale la pace.

Formula 1 green, Monza compensa la CO2

Saranno piantati 10mila alberi in Alaska e Madagascar

Per la prima volta al mondo una gara di Formula 1 proverà ad abbattere il suo impatto ambientale, e il primato sarà del Gran Premio d'Italia. Grazie a un accordo tra l'Aci ed Eco Store, infatti, per compensare le 12mila tonnellate di CO2 emesse dal Circus di F1 durante il GP di Monza saranno piantati 10mila alberi in Alaska e Madagascar.
Anche altri progetti - L'operazione è patrocinata dal ministero dell'Ambiente e finanziata da Eco Store. Prevede anche progetti nel settore dei biocarburanti e delle energie rinnovabili e la promozione di azioni di tutela ambientale. Nel rispetto del meccanismo previsto dal Protocollo di Kyoto, gli alberi non verranno piantati nelle vicinanze di Monza ma in due Paesi decisamente lontani: l'Alaska e il Madagascar. 
Spettacolo a impatto zero - Alcuni degli alberi porteranno il nome di campioni delle due e quattro ruote, di ieri e di oggi. A sceglierli saranno gli italiani, che potranno votare i piloti sul sito e la pagina Facebook dell'Aci.
Il presidente dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani, ha detto: "In sinergia con la Federazione internazionale dell'automobile abbiamo intrapreso un percorso nuovo per il mondo delle corse automobilistiche, che in questo modo può dimostrare di non essere non rispettoso dell'ambiente".
L'amministratore unico di Eco Store, Alessandro Gerardi, ha aggiunto: "Trasformare il GP di Formula1 in uno spettacolo a impatto zero rientra nella nostra filosofia di azioni concrete per il rispetto dell'ambiente e l'eco sostenibilità".
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La casa dei ragazzi

L’impegno a realizzarlo ha già dato dei frutti, con l’acquisto di un terreno da parte di Gialuma nel centro di Fort Dauphin nel Sud Madagascar.
Perché una cosa è donare un aiuto, una cosa è riuscire a mettere a disposizione della popolazione. strumenti che insegnino a difendersi dalle malattie, a migliorare il proprio livello di scolarizzazione e di nutrizione, a prevenire le malattie sessualmente trasmesse, la prostituzione infantile e le gravidanze tra i giovanissimi, creando le condizioni di automantenimento del progetto stesso, grazie all’immissione nei canali del commercio equo e solidale dei prodotti tipici dell’artigianato locale e dell’eco-bigiotteria attraverso la collaborazione ed il coinvolgimento diretto dell’Associazione malgascia dei ragazzi di strada GialuMAD. LA CITTÀ DI FORT DAUPHIN (meglio conosciuta come Tolagnaro) è localizzata nella regione dell’Anosy, nel Sud del Madagascar, la più povera tra le regioni, una città nella quale lo sviluppo di progetti di estrazione mineraria di grande entità’negli ultimi anni, hanno imposto un’accellerazione ed uno sviluppo del tutto “insostenibile” per la popolazione che solo fino ad alcuni anni fa viveva condizioni d’isolamento quasi assoluto,per l’assenza di una rete viaria e per la particolare posizione al di fuori delle rotte turistiche tradizionali della città di Fort Dauphin.
LA FAME Il livello di malnutrizione resta alto, con il 58% di bambini che soffrono la fame. La povertà cronica sta erodendo il livello educativo. Più di 1 milione di ragazzi scelgono di abbandonare gli studi in quanto non sono in grado di sostenerne le spese.
IL TASSO DI SCOLARIZZAZIONE nella regione non supera il 35% degli abitanti e tale situazione è dovuta essenzialmente alla carenza del numero delle scuole,alla loro inaccessibilità ai più poveri che da soli rappresentano la maggior parte della popolazione.
LE SCUOLE nella città di Fort Dauphin per più di 30.000 bambini di età compresa fra i 6 ed i 12 anni (età della scuola primaria) sono disponibili solo 16.000 posti in totale. I problemi che ne derivano riguardano il sovrannumero nelle classi, circa 60-80 bambini per classe, le difficoltà degli insegnanti nel seguire tutti gli alunni, un elevato tasso di abbandono e di analfabetismo.(dati 2005)
LE CASE della maggioranza della popolazione,sono abitazioni fatiscenti prive di acqua e sistema fognario,sorgono ammucchiate le une alle altre nei quartieri piu’ popolari ed i servizi sono rappresentati da buche adiacenti alle capanne,subito all’esterno ,addossate a quelle vicine e da fontane di quartiere a pagamento. Drammatica è l’influenza della condizione igienica sull’accrescimento e la salute dei bambini e della popolazione tutta.
LE INFESTAZIONI PARASSITARIE Indagini biologiche effettuate nel 2009 dalla nostra associazione in collaborazione con l’Istituto Biocca di parassitologia dell’Università La Sapienza e con la collaborazione del Ministero della salute e Pianificazione Familiare del Madagascar e della Regione Anosy,hanno evidenziato su 600 campioni tra feci ed urine di un gruppo di trecento bambini

CAMPAGNE DI LOTTA ALLE MALATTIE DELLA POVERTA’ DOVUTE A PARASSITI ED ALLA MANCANZA D’IGIENE (VISITE MEDICHE DI MASSA,CAMPAGNE DI EDUCAZIONE E DISTRIBUZIONE DI FARMACI).
LOTTA ALLA FAME CON ATTIVAZIONE DI MENSE PER BAMBINI POVERI
SOSTEGNO ALLA SCOLARIZZAZIONE CON PAGAMENTO DELLA RETTA SCOLASTICA.
ADOZIONI A DISTANZA E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE
TUTTO IN COLLABORAZIONE CON L’ASSOCIAZIONE MALGASCIA DI RAGAZZI DI STRADA DI FORT DAUPHIN” GialuMAD ”
Provvedere alla distribuzione di farmaci pur essendo cosa indispensabile per far fronte alla situazione,non rappresenta in modo completo la soluzione del problema in quanto si puo’ arrivare ad un reale miglioramento della situazione soltanto attraverso massicce campagne di educazione alla prevenzione dei comportamenti a rischio
In Madagascar I parassiti compromettono l’accrescimento dei ragazzi, e l’apprendimento ed alcune volte la vita,quando si tratta di parassitosi particolari come esempio la Bilharziosi, alcune Taenie ed altri.
Minano lo sviluppo fisico ed intellettuale dei bambini e la loro capacità d’apprendimento.
Riducono la forza lavoro negli uomini e accrescono fortemente la mortalità neonatale e delle donne.
UN MALEFICO CIRCUITO CHIUSO DAL QUALE SI PUO’ USCIRE SOLO CON L’EDUCAZIONE ALLA DIFESA DELLA SALUTE.
Il nome del progetto è “La Casa dei Ragazzi “
Scopo e finalità del progetto sono quelli di realizzare un centro di alimentazione ed educazione ludica permanete basato su tecniche di didattica nel gioco , dove sia attiva una mensa, un doposcuola ed un centro pomeridiano di didattica ludica destinato a 100 ragazzi di strada di Fort Dauphin.
Lo scopo è quello di migliorare il livello di scolarizzazione e lo stato di nutrizione dei ragazzi, di combattere le parassitosi intestinali che ne compromettono la salute e l’accrescimento, e, di promuovere comportamenti più adeguati alla difesa della salute, alla prevenzione delle gravidanze precoci e della prostituzione, attraverso la realizzazione di un programma di educazione e di promozione sociale, integrato nel territorio nel rispetto della cultura e delle usanze tradizionali del Madagascar.
La casa dei ragazzi sarà il risultato di un progetto di cooperazione internazionale già attivato da accordi di collaborazione con il Ministero della Salute e Pianificazione del Madagascar e dei Servizi Sociali
BENEFICIARI DIRETTI
100bambini di Fort Dauphin che vivono nei quartieri più poveri della città in stato di carenza nutrizionale
3 operai cucinieri che saranno coinvolti nella conduzione preparazione pasti e pulizie degli spazi della Casa dei Ragazzi
1 guardiano
1 responsabile acquisti e magazzino
1 responsabile manutenzione del nucleo servizi d’igiene,con compiti di manutenzione e pulizia.
2 insegnanti selezionati e formati all’uso di tecniche didattiche ludiche
3 animatori coadiuvanti gli insegnanti selezionati tra i ragazzi dell’associazione locale gialumad
1 responsabile locale progetto
BENEFICIARI INDIRETTI
Le famiglie di appartenenza dei ragazzi.
Le famiglie di appartenenza dei lavoratori impiegati nella conduzione del progetto.
Il villaggio tutto che trarrà beneficio dal miglioramento dello stato di nutrizione e dell’apprendimento di una parte cospicua dei suoi ragazzi formati dal punto di vista dell’igiene e della prevenzione , ben nutrite scolarizzati che riceveranno da questo un miglioramento globale anche dello stato di salute..
5 anni: dall’approvazione dalla messa in opera della struttura si presume di renderla autonoma ed in grado di autofinanziarsi, in cinque anni.
Gialuma onlus Associazione onlus costituita con atto notarile del notaio Roberto Centini il 4 novembre
2004 n. repertorio 220311 raccolta n.9058, registrato ad Albano Laziale il 12 novembre 2004 al n.100862 con sede legale in Lanuvio (RM) Via Piastrarelle , 28.
Gialuma onlus iscritta all’anagrafe unica delle onlus il 11 febbraio 2005 n. di protocollo 16597 è stata premiata dal Presidente della rRepubblica per ” la meritoria attività umanitaria svolta a favore delle
popolazioni del Madagascar”nel 2007. come da allegato n.1.
Curriculum come da allegato n.2
Ministero della Salute e Pianificazione Familiare del Madagascar
Referenti : dr Ramanandraibe Lucie e dr Rakotomavoarisona Toussaint. come da allegato 3.
Gialumad (presso le Recreat in Avenue du Marechal Foch) associazione locale malgascia fondata dai
Ragazzi di Strada di Fort Dauphin, Presidente Madame Marisoa Marie France, Esokaka,614 Tolagnaro Fort Dauphin Madagascar, come da allegato n.4.
Inoltre da anni abbiamo collaborato e tuttora collaboriamo con:
- la regione Anosy sede in Rue George Clemenceau. Referente: Chef de la Region dr Randriatefiarison Guillaime Venance.

-il comune di Fort Dauphin(tolagnaro). Referente: dr Zafinandro Armand.

Progetto TCI Angonoka

Lavori 2013

27 marzo 2013, primo giorno a Tana, la capitale del Madagascar e decidiamo di visitare lo Zoo pubblico; da tanto tempo c’era la curiosità perché sapevamo che detenevano diverse tartarughe, compresa qualche Angonoka. Come per tanti altri luoghi, il biglietto per i malgasci è bassissimo mentre per i vasah (nome che viene dato a tutti i bianchi, ad eccezione degli asiatici e indiani anche se di pelle bianca, questa poi non l’ho ancora capita…), che pagano 25 volte in più. Lo zoo non è altro che gli ex giardini della regina, molto grande, considerando che è praticamente in centro città, con due grandi laghi e spazi immensi di verde. Le prime tartarughe che incontriamo sono 3 belle Aldabrachelys gigantea in un grande recinto e con molta acqua a disposizione.




Non è che ci siano molti animali, ma molto bella è la zona coi lemuri che entrando all’interno, con una mancia i guardiani ti fanno toccare per dargli da mangiare un po’ di miele. Vediamo un bel gruppo di Astrochelys radiata,tenuti abbastanza male in un piccolo recinto, ma il peggio lo vediamo all’interno del reptilario dove in una grande teca ci sono 6-7 A.radiata in condizioni pietose,tutte con evidenti segni di malattia M.O.M., senza lampade UVB e alimentazione sbagliata. Abbiamo parlato col custode che in un primo momento si riteneva soddisfatto della crescita piramidizzata, evidentemente a lui piacevano così, ma quando gli abbiamo spiegato la malattia, non era più tanto sicuro di se, anche se sappiamo che finchè verranno tenute lì non hanno alternative (povere bestiole). Purtroppo o forse meglio dire per fortuna, di Astrochelys yniphora neppure l’ombra, sono state portate via da molti anni.

Il nostro viaggio prosegue verso la prima meta importante, ed eccoci arrivati nella bella e tranquilla Mahajanga, la nostra città di appoggio, sulla foce del fiume Betsiboka e sul mare che guarda verso il canale del Mozambico, carichi come degli zebù e stanchi per il lungo viaggio, ci prediamo un po’ di tempo per riorganizzare le idee e poi inizia la ricerca dei materiali di cui era previsto l’acquisto in loco; soprattutto l’acquisto dei materiali scolastici per i bambini. Purtroppo quest’anno la raccolta fondi è stata più bassa dell’anno precedente e per giunta la richiesta di aiuto arrivata è stata di 62 bambini in più e quindi ci siamo impegnati il doppio per trovare i prodotti a prezzi più bassi ma con l’intento di accontentare tutti i 262 bambini di 3 scuole all’interno del parco di Ankarafantsika. Tutto sommato la ricerca à dato buoni risultati e siamo riusciti a riempire un Pickup con diversi quintali di articoli vari e zainetti. Per ultimo abbiamo acquistato dei materiali elettrici che ci mancavano per l’installazione del sistema di allarme nella nuova quarantena situata nel centro di riproduzione di Ampijoroa (parco di Ankarafantsika).



Il giorno della partenza, verso il parco di riproduzione delle Astrochelys yniphora, chiamate Angonoka dai locali, ci si sveglia di buon ora ma l’appuntamento slitta di diverse ore per via di un guasto tecnico alla vettura, ma questo è il Madagascar, dove gli appuntamenti non sono mai sicuri; finalmente si parte, con la consapevolezza che già mezza giornata del primo giorno è già persa, tra ritardi e percorso stradale. Arrivati poco prima di mezzogiorno (speravo al massimo nelle 8 di mattina, ma ormai ho acquisito la filosofia malgascia e non me la prendo più), iniziamo subito a testa bassa coi lavori più duri, con un tasso di umidità e temperatura molto alto, siamo alla fine della stagione delle piogge e il caldo/umido si fa ancora sentire, poi c’è da considerare che siamo in mezzo ad una foresta.

Subito ci vengono a trovare alcuni lemuri Sifaka, i miei preferiti, con il candido mantello bianco e macchie marroni, sono di un’eleganza incredibile. Ho imparato il loro classico richiamo e rimangono un po’ ad osservarmi, prima di partire con grandi slanci fra i rami delle piante secolari del parco.

Il primo lavoro è l’installazione del sistema di sicurezza nella nuova quarantena che è ormai già piena di esemplari nei 12 scompartimenti creati .

Riconosco subito il nostro Norbert 1017   l’esemplare più grande al mondo, salvato nel 2010 dal Tarta Club Italia, che fino a pochi mesi fa era ancora ad Antananarivo dove la sua quarantena prevista ha subito un “incidente” di percorso; in pratica qualcuno per errore lo ha inserito insieme ad altri esemplari, quindi la quarantena è stata iniziata da capo, ma il suo inserimento nella zona di riproduzione è imminente. Comunque ora qui le temperature sono molto più idonee della capitale dove nei mesi invernali arriva anche a 7/8° C notturni anziché minime di 18/19°C della zona di origine di Soalala. Nella nuova quarantena constato subito un nuovo problema sorto da qualche mese; l’attacco dei ratti che hanno mangiato parte delle zampe di alcuni esemplari piccoli e purtroppo ad uno si è provveduto ad installare sotto al carapace due piccole ruote in modo da permettergli comunque la mobilità, anche se vederla fa veramente pena. Il personale è corso subito ai ripari, installando una ulteriore fitta rete metallica e di sera tutti i piccoli esemplari vengono ricoverati in grandi contenitori plastici con rete metallica sopra. Lo stesso trattamento è riservato a tutte le circa 85 Pixys planicauda (chiamate Kapidolo dai locali) che sono in una recinzione a fianco.



Installiamo tutti i sensori lungo la rete di recinzione che qui è anche su tutto il sopra, poi i fari al LED, le canaline, i contatti magnetici e tutti i cavi elettrici fino alla centrale elettronica, vero cuore di tutto il sistema. Nel frattempo, nella zona delle deposizioni, abbiamo installato il nuovo Data-Logger che dovrà andare nel parco di Soalala, solo per qualche giorno in modo da rilevare un po’ di dati qui nel centro, da prendere come spunto per l’impostazione dell’incubatrice dopo le modifiche che faremo nei prossimi giorni. Finiti tutti i particolari ed i primi test, ci spostiamo nella zona dove abbiamo tutte le apparecchiature elettroniche ed installiamo i nuovi componenti per la sezione della quarantena.
Effettuiamo tutti i test di funzionalità e tutto fila liscio; la prima parte è finita. Passiamo quindi alle modifiche sostanziali dell’incubatrice; in pratica la “denudiamo“ tutta, lasciando solo il contenitore e iniziamo con l’installazione del nuovo sistema di raffreddamento formato da un compressore e due griglie che fungono da radiatori di cui una interna che fa freddo ed una esterna che scambia il caldo, materiali che vengono usati nei frigoriferi da hotel. Poi al momento di installare la parte centrale interna, dove va posizionata la resistenza elettrica per la funzione di riscaldamento, ci accorgiamo che manca questa resistenza: PANICO!!!!! La testa inizia subito a girare a mille, forse è rimasta in città, forse in Italia…… già pensiamo di sospendere tutto e di tornare in città per richiedere una spedizione del pezzo, considerando che impiegherebbe quasi un mese……. Iniziamo quindi a ispezionare tutte le borse e valigie e… miracolosamente salta fuori, nascosta in un sacchetto, ma che mi fa fare un urlo di gioia; proprio l’idea di dover sospendere tutto non mi andava giù. Avevo studiato per tanti mesi tutto nei minimi particolari e non potevo ammettere una tale dimenticanza. Ormai è quasi buio ma il morale è di nuovo alto e continuo fino all’installazione del canale centrale con la ventilazione forzata e i due sistemi di raffreddamento/riscaldamento poi molliamo e tutti sudati sospendiamo i lavori con appuntamento alla mattina seguente. Purtroppo in camera niente luce (promessa il primo giorno) e acqua a goccia nel vero senso della parola, per cui lavarsi è veramente un’impresa, poi cena malgascia in un villaggio vicino e poi a nanna. La mattinata trascorre veloce nell’installazione di tutte le rifiniture dell’incubatrice come la pompa peristaltica, il sistema di temporizzazione per diminuire il flusso dell’acqua che crea umidità all’interno e per finire la nuova centralina elettronica. Poi iniziamo i vari test e lasciamo l’incubatrice in funzione per stabilizzare i parametri e portarla al limite per vedere come si comporta. Nel frattempo dissotterriamo il Data-Logger per scaricare i dati, nella posizione delle deposizioni delle uova, per renderci conto delle variazioni termiche ai vari orari della giornata. Dopo di chè inizia lo studio delle 96 temperature da impostare nella nuova centralina elettronica; 24 per giorno, con 4 programmi che imitano 4 diverse stagioni, con ciascuna un tasso di umidità diverso. La decisione delle 96 temperature è di grande responsabilità per noi, in quanto i risultati dipenderanno soprattutto da questi parametri impostati; il tutto è studiato analizzando le temperature medie mensili della zona di Mahajanga che è sul mare, quindi molto più simile al parco di Soalala (unica zona di distribuzione naturale delle Angonoka) che anch’esso è sul mare anche se circa 100Km più a sud, rispetto al parco di Ankarafantsika che è all’interno e a mio parere molto diverso sia come parametri che come caratteristiche di compattezza del suolo. Il prossimo mese installeremo il nuovo Data-Logger nella zona di Soalala per almeno 12 mesi e così verificheremo i parametri corretti, anche in riferimento a quelli che impostiamo ora. Per iniziare impostiamo una prima serie di temperature anche per testare l’incubatrice il più tempo possibile prima di inserirvi le uova. Rimane qualche ora del pomeriggio e ne approfittiamo per iniziare a spacchettare tutti i materiali per i bambini e inserirli tutti dentro ai 262 zainetti, facendo attenzione a non sbagliare; per fortuna abbiamo a disposizione un tavolo molto grande dove mettiamo meticolosamente in fila tutti gli oggetti in modo da passare a prenderli uno per uno ed infilarli dentro a ciascun zainetto. L’operazione, anche se siamo in quattro, si presenta molto lunga e si fa tardi per finire. Inoltre, faccio notte fonda per decidere tutti i parametri definitivi da impostare la mattina seguente. Di buon mattino completo la regolazione della centralina e partiamo per la distribuzione dei doni ai bambini delle scuole di Ambodimanga (76), Belalitra (150) e Ambalafomby (40), per un totale di 262 alunni. Come sempre l’esperienza è toccante; vedere questi bambini tutti sporchi ma sempre allegri e con degli occhi bellissimi e la timidezza disarmante verso chi gli porta doni così importanti, non si può rimanere indifferenti.



Lo sforzo fatto per rimediare i soldi, le tante difficoltà per la ricerca dei materiali giusti e la fatica per riempire i 262 zainetti, sono ampiamente ripagati. La prima scuola è sulla strada nazionale 4, quindi facilmente raggiungibile, ma le altre due sono all’interno della foresta e la strada è veramente difficile da percorrere con il fuoristrada stracarico.

Alla seconda scuola ci dicono che la strada per la terza scuola non è praticabile e quindi arriveranno lì i bambini della scuola per riunirsi in una unica distribuzione; ovviamente i bambini arrivano alla spicciolata e stanchi visto che dista molti chilometri, ma il sorriso non manca comunque. Qui finita la distribuzione, si passa ai ringraziamenti ed è organizzata una piccola cerimonia con “buffet” malgascio con bibite calde e biscotti vecchi,
con tutte le autorità della zona; ovviamente questo per loro è un avvenimento che ricorderanno e parleranno a lungo. Finita la cerimonia si riparte per il viaggio di ritorno e rimane il tempo per la modifica della posizione dell’incubatrice che dall’ufficio in cui rimaneva molto caldo anche di notte, viene spostata in un nuovo locale molto aerato, posto all’interno della recinzione; in questo modo sicuramente le condizioni di lavoro con caldo estremo saranno ridotte. Ora che l’incubatrice è a posto e lavora bene, si procede a dissotterrare 33 uova dalla terra per posizionarle al suo interno
Rimane il tempo per scattare un po’ di foto e qualche video e la giornata svolge nuovamente a termine, non prima di controllare le 7 piccole nate nel 2011







Nel centro, da tempo ci sono anche 18 Astrochelys radiata provenienti da vari sequestri  che sono in procinto di partire per il centro di recupero di Ifaty, al sud del Madagascar, sua zona di origine, in cassoni già pronti, in attesa dell’autorizzazione delle autorità. Constatiamo anche che le cucine solari donate nel 2012 sono utilizzate e lavorano a pieno ritmo, facendo risparmiare tanto carbone che vuol dire meno deforestazione.
La mattina seguente si carica tutto il materiale per i lavori di Soalala e le valigie personali e si ritorna a Mahajanga, la città di appoggio, dove inizierà lo studio di tutti i particolari e la preparazione dei materiali mancanti per l’ultimo lavoro che necessita di un’attenzione maniacale in quanto in quel sito molto difficile da raggiungere, ci si trova letteralmente fuori dal mondo ed il minimo particolare farebbe rischiare l’annullamento e quindi il fallimento dell’ultima missione. Per questo ci prendiamo il tempo dovuto.
Nel frattempo, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente (5 giugno), il Durrell ha organizzato una importante festa dei villaggi all’interno del parco di Ankarafantsika e noi ne abbiamo approfittato per fare qualche dono a chi si è distinto a scuola; altri zainetti pieni di materiale scolastico.
Una brutta notizia: La direzione di Tana, del Durrell, tarda a decidere la data della spedizione e comincio a preoccuparmi un po’, non vorrei che saltasse nuovamente questo ultimo lavoro, come l’anno precedente. In fine, il responsabile dei progetti in Madagascar, Lance Woolaver, mi contatta e mi dice che dobbiamo incontrarci al centro per discutere del programma che ha subito modifiche per via di una brutta notizia. Fin dalla spedizione 2011 nel parco di Soalala, dove vedemmo due tipi cinesi in giacca e cravatta che ci dissero cercavano ferro nella regione, aleggiava nell’aria una notizia terrificante, se veramente avessero trovato il ferro, sarebbe stata la fine per il parco e per i progetti di salvaguardia delle nostre Angonoka, unica zona del Madagascar dove possono ancora vivere in natura, se pur in difficoltà per la continua opera dei bracconieri. Il progetto stava andando a gonfie vele, infatti iniziavano a trovarsi le prime nascite dagli 80 esemplari rilasciati con radiocomando, nella zona di Baeaboaly, dove qualche anno fa erano estinte, con 2 esemplari baby ritrovati e 10 quest’anno. Alcuni degli esemplari hanno 3-4 anni, quindi sin dai primi rilasci ci sono state riproduzioni. Questi ritrovamenti sono la testimonianza che il progetto funziona e i rilasci cominciano a riprodursi naturalmente. Tutte le piccole ritrovate sono poi state rilasciate con installato un micro-radiotrasmettitore che dura circa 6 mesi, per controllare le loro zone di permanenza. Il nostro sistema di allarme doveva essere installato in un recinto di pre-rilascio, in quanto gli esemplari che ogni anno vengono rilasciati (20 per anno), devono adattarsi un poco e tenerli quindi sotto controllo, ma la notizia dei ritrovamenti aveva già fatto pensare alla direzione di iniziare i rilasci in una nuova zona, quindi l’installazione di un nuovo recinto che poi il Tarta Club Italia avrebbe installato i già collaudati sistemi di allarme. Ma una agghiacciante notizia è arrivata come un macigno; sapevamo che i cinesi avevano trovato un giacimento di ferro, ma speravamo che fosse lontano dalle zone popolate dalle nostre Angonoka, invece dista solo 23 Km dalla zona a maggiore densità delle 4 popolate. Inoltre, sicuramente i cinesi cercheranno di fare un nuovo porto per esportare il ferro, o un aeroporto (o ancora peggio entrambi) e le uniche due aree marine con profondità di fondale per fare un nuovo porto, sono posizionate in modo tale che una nuova strada verso la miniera le attraverserà. Entro pochi anni è previsto l’arrivo di circa 35.000 persone da tutto il mondo, ma specialmente cinesi, dei quali si conosce la quasi totale mancanza di rispetto verso gli animali e la natura; questo decreterà la fine dell’area protetta e le nostre Angonoka non avranno più una terra dove sopravvivere, probabilmente rimarranno solo nel centro di riproduzione e nei parchi dove verranno affidate dopo i sequestri. Lo sfruttamento di una miniera, probabilmente durerà qualche decennio, poi alla fine in quella zona per centinaia di km rimarrà solo deserto, in quanto la città che nascerà poi quando la materia prima finirà, così come è nata, scomparirà, essendo in una zona remota senza altre risorse; e la cosa più triste è che al popolo malgascio di tutta quella ricchezza non rimarrà nulla, se non in tasca di qualche politico locale, così rimarranno ancora poverissimi e senza risorse.

Noi nel frattempo consegniamo il nostro Data-logger al responsabile che provvederà alla prima spedizione di inserirlo nella zona di Soalala, per rilevare i dati di tutto l’anno, importantissimi, che serviranno in futuro, anche se il clima in quella zona si modificherà.
Quindi quest’anno ritorniamo con l’amaro in bocca, nonostante i buoni risultati dei lavori eseguiti; ma non vogliamo fasciarci la testa prima del disastro. Ad ogni modo avremo contribuito a prolungare la scomparsa della specie; chissà che non troviamo una zona dove sia possibile rilasciarle e proteggerle, ma sarà indispensabile l’aiuto delle autorità malgascie, chissà che le nuove elezioni imminenti, non cambino qualcosa…….
Ringraziamo l’amico e socio Maurizio Bellavista per l’aiuto nella progettazione della nuova incubatrice.
Agostino Montalti
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mercoledì 17 luglio 2013

Guida turistica Madagascar

LINGUA - Le lingue ufficiali sono il malgascio e il francese.

VALUTA - La moneta ufficiale è l’Ariary (MGA). Il tasso di cambio è molto variabile. Indicativamente 1 euro = 2700 MGA circa.

FUSO ORARIO - +2 rispetto all’Italia (+1 quando in Italia vige l’ora legale).

DOCUMENTI - È necessario il passaporto valido almeno 6 mesi, con due pagine libere, e il visto turistico ottenibile all'ingresso in Madagascar, per i primi 30 giornio è gratuito.

AVVERTENZE SANITARIE (VACCINAZIONI PROFILASSI) E PRECAUZIONI - Nessuna vaccinazione obbligatoria. Fortemente consigliata la profilassi antimalarica.

Come arrivare
Air Italy effettua un volo diretto da Milano e da Roma per Nosy Be, con tempo di percorrenza di circa 11 ore. Con Air France, Air Madagascar e Corsair si raggiunge Antananarivo facendo scalo a Parigi.

Periodo migliore per partire
Le stagioni sono invertite rispetto a quelle del nostro emisfero. Il periodo migliore va da aprile a ottobre, mentre da novembre a marzo si va incontro al rischio di cicloni e piogge.

La capitale: cosa vedere

Gli edifici storici della capitale Antananarivo, tra i quali quello che rimane di Rova, il Palazzo della Regina distrutto in un incendio, si trovano quasi tutti nella parte alta della città. Più sotto ci sono le vecchie case di legno dal tetto aguzzo e infine, nella parte bassa, le zone più commerciali. Una tra le zone più vivaci è quella intorno a Kianja ny Fahaleovantena (Place de l'Indépendance), dove si concentrano anche ristoranti e locali. Nella parte sud dell’abitato si aprono le acque del lago di Anosy, circondato da alberi di jacaranda, in mezzo al quale sorge un monumento ai caduti della prima guerra mondiale. Da non perdere la visita dei tanti variopinti mercati che si svolgono in città, il più grande dei quali è quello di Zoma, dove viene venduto il meglio dell’artigianato locale. Un’”assaggio” della grande natura malgascia si può trovare nel Parc Botanique et Zoologique de Tsimbazaza, dove si trovano tra l’altro varie specie di lemuri.

I luoghi da non perdere in Madagascar
Quando arrivano in Madagascar, gli amanti del mare e delle immersioni puntano solitamente su Nosy Be, una bella isola con tante spiagge e fondali incontaminati, divenuta il principale centro turistico del Paese. Ma il richiamo unico è esercitato dai grandi parchi naturali che costellano il Madagascar. La Montagne d’Ambre è una vasta area di vegetazione lussureggiante, popolata da diverse specie di lemuri, intorno a un massiccio vulcanico. Il Parc National de Ranomafana si raggiunge con due ore di pista accidentata. Nella foresta pluviale al suo interno, tra torrenti e cascate, si possono fare safari sia diurni che notturni per andare alla ricerca di lemuri, farfalle, orchidee e felci arboree. Un’altra straordinaria area, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è il Parc National des Tsingy de Bemaraha, Gli “tsingy” sono pinnacoli calcarei, attorno ai quali sono state costruite passerelle e ponti in legno per consentirne la visita da distanza ravvicinata. Vi consigliamo di non perdere una visita all’isola di Sainte Marie, ad est del Madagascar.
Feste ed eventi
In maggio a Nosy Be si svolge il Donia, uno dei più grandi festival africani di musica tradizionale, che richiama decine di migliaia di persone nell’arco di cinque giorni di concerti e spettacoli. Si cambia musica, invece, per il Madajazzcar, grande festival internazionale di jazz che ha luogo in ottobre nella capitale con artisti da tutto il mondo. Sempre ad Antananarivo, tra novembre e dicembre è il momento del Gasytsara, interessante festival di musica contemporanea. Tra gli appuntamenti legati al folklore religioso, ha rilevanza a Majunga, tra luglio e agosto, la cerimonia del Fitampoha, una immersione rituale di reliquie sacre nell’acqua del fiume. Un’altra cerimonia di purificazione è il Fisemana, organizzata a giugno dalla popolazione antakàrama. La festa nazionale principale è il Giorno dell'Insurrezione con cui, ogni 29 marzo, si ricorda la rivolta contro la Francia, avvenuta nel 1947.
In valigia
Per lui: abbigliamento leggero, come pantaloni lunghi in cotone o lino e camicie con le maniche lunghe. Costume da bagno se si punta al mare e tutto l’occorrente per il trekking se si va nei parchi, compreso una k-way. Un golfino o giubbino per le serate fresche o i soggiorni in altura.
Per lei: se la destinazione sono le spiagge, telo mare, costume, occhiali da sole e crema solare. Per escursioni nella natura scarponcini da trekking o arrampicata, pantaloni lunghi e camicie con maniche lunghe, di colori non troppo vivaci. Cappello e felpe.
Da non dimenticare, oltre ai soliti medicinali di uso corrente, compresse contro i disturbi gastro-intestinali e repellenti per le zanzare.

Cosa mangiare
Il riso è il protagonista indiscusso della cucina malgascia. Viene solitamente accompagnato nei piatti da carne di zebù, pollo, maiale o al pesce e ai crostacei nelle zone costiere. Il tutto insaporito da spezie e salse varie. Molto gustosa è la frutta, soprattutto ananas, lytchees, mango e banane. Piatti tipici sono il ravitoto (uno stufato con germogli di manioca e pezzi di zebù o maiale) e il mosakiky (spiedini di carne accompagnati da mango condito e tagliato a sottili filamenti oppure da patate o altro ancora). Da assaggiare la betsabetsa, una bevanda alcolica prodotta con la canna da zucchero, che viene servita soprattutto nelle zone costiere.
Cosa comprare
L’artigianato malgascio è molto ricco. I legni sono rinomati per la loro qualità e vengono intagliati abilmente per la produzione di diversi oggetti. Molto particolari sono anche i fogli, le buste, le bomboniere, i portafoto ottenuti con la carta chiamata papier antaimoro, ricavata dalla lavorazione di una pianta e poi decorata a mano. Altri acquisti tipici sono quelli dei batik, di cesti e borse in rafia e sisal, di piccoli oggetti ottenuti dal corno di zebù, come posate e monili. Gli appassionati di minerali possono trovare parecchie occasioni per acquistare a buon prezzo pietre e fossili di grande bellezza e rarità.
Da leggere sulla destinazione
Per una introduzione al Paese, Madagascar, l'Isola dei contrasti (ed. Velar) di Luciano Nervi e Madagascar (ed. Clup) di Elvio Annese. Per conoscere i più famosi protagonisti della fauna locale, Io e i Lemuri. Una spedizione in Madagascar (ed. Adelphi) di Gerald Durrell, mentre un insolito approccio all’isola è quello di Aldo Busi in La camicia di Hanta (Viaggio in Madagascar) (ed. Mondadori).
Indirizzi e link utili
Office National du Tourisme de Magadagascar: 3, rue Elysée Ravelontsalama – Ambatomena, 101 Antananarivo. Tel. 00261.202266115, www.madagascar-tourisme.com   Il mio Madagascar  rappresentanzaitalia.mada@gmail.com
Turismo naturalistico in Madagascar: la foresta di roccia nella Riserva Naturale Tsingy de Bemaraha 
Ci sono luoghi inesplorati sulla Terra dal fascino mozzafiato. Paradisi incontaminati, forme e paesaggi spettrali di cui non si immaginerebbe neppure l’esistenza. La Riserva Naturale dello Tsingy in Madagascar risponde perfettamente a questi requisiti; tale sito è ubicato nella parte centro-occidentale dell’isola africana, a 300 km da Antanarivo, capitale del paese.
È un “giardino dell’Eden” dove si possono ammirare delle formazioni rocciose spettacolari, uniche nel suo genere: la foresta in roccia dello Tsingy. Si tratta di lame di roccia calcarea purissima di parecchi metri di altezza modellati dall’erosione superficiale, che hanno dato vita ad un labirinto di canyon e spelonche in cui è facilissimo, una volta addentratisi, smarrirsi. “Foresta” perché in lontana sembra di trovarsi di fronte ad una immensa distesa di aghifoglie.
Per l’acuità e l’affilatezza delle sue rocce è anche difficilissimo camminare in modo indolore. Il nome stesso Tsingy significa, in lingua locale, “camminare in punta di piedi”.
È dunque un posto da sogno per esploratori, ricercatori, studiosi ed appassionati di Geologia e di Scienze Naturali, un incubo invece per i Malgasci.
Abbiamo detto che si tratta di uno spettacolo geonaturalistico unico nel suo genere, poiché, pur esistendo morfologie simili in altri luoghi della terra, in nessun’altro le lame di roccia hanno raggiunto simili altezze e dimensioni. Ciò perché col passare del tempo “geologico” sarebbero certamente crollate, quivi invece si sono potute conservare grazie a condizioni ambientali particolari: quali l’assenza di basse temperature che all’acqua che si è infiltrata in pori e fessure di gelare, la compattezza delle sue litologie che con la loro bassa permeabilità ostacolano l’infiltrazione delle acque, garantendo una certa stabilità a queste lame che altrimenti collasserebbero e poi la presenza di piogge acidificate che implementa la modellazione delle forme. Proprio la particolare inospitalità di questo ambiente ostico lo suggella come un santuario risparmiato da invasive e tossiche colonizzazioni antropiche: un paradiso terrestre che si tutela da solo.

Ma la foresta dello Tsingy non è solo geologia e geomorfologia: qua e là in mezzo alle fessure ed alterazioni di queste lame affilate cercano di farsi valere alcune piante pioniere che vanno così a creare dei suggestivi giardini pensili. Oltre all’essenze vegetali, non possiamo non far cenno alla ricchezza della biodiversità animale endemica che popola la surreale foresta: ragni, scorpioni, ma anche uccelli (oltre 200 specie censite), rettili, anfibi…tutti incuriosiscono in primis per le loro capacità di adattamento per resistere a questo ostico ambiente surreale.
Insomma un tesoro naturalistico di oltre 150.000 ha, già da oltre 20 anni (1990) dichiarato patrimonio dell’umanità: è responsabilità quindi dell’uomo, di noi tutti saper proteggere, difendere, conservare e tramandare questo e altri regali che madre natura ci ha cordialmente concesso, garantendone la fruibilità alle generazioni a venire.
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