mercoledì 19 dicembre 2012

Maiorca: così, immergendomi, ho battuto la scienza


Nato il 21 giugno nel 1931 a Siracusa,  il campione d'apnea Enzo Maiorca vanta molti record d'immersione, tra i quali lo spettacolare -101 mt in assetto variabile del 1988, raggiunto a 57 anni d'età. Indiscusso padre della subacquea italiana assieme a Luigi Ferraro e Duilio Marcante, Maiorca, oltre al mare, è stato scrittore e, per un breve periodo, parlamentare. Per il suo 80° compleanno è stato premiato alla Festa della marineria della Spezia, dove ha presentato il suo ultimo romanzo, 'Sotto il segno di Tanit' (Mursia).

Il mare, il suo sogno da bambino?
Sì, questo era il mio sogno. Volevo vivere sul mare. La mia carriera sportiva nasce tuttavia da una sorta di rivalsa infantile. Terminato il liceo classico a  17 anni, contavo di andare all'Accademia navale di Livorno, ma a questo mio padre si oppose. Mi proibì, diciamo, il mare orizzontale. A questo punto il mare me lo sono voluto riprendere in verticale, cominciando l'attività subacquea. Da qui discendono i risultati sportivi ai quali sono arrivato.

Come ha iniziato a immergersi?
La mia prima immersione in assoluto è stata con una maschera antigas adattata artigianalmente. Con quella ho visto per la prima volta la profondità. Quel giorno ricordo che il mare mi apparve come un forziere, uno scrigno spalancato pieno di tesori preclusi agli uomini della terra.

Cosa spinge verso le profondità estreme
Io posso parlare per me stesso e per le mie figlie Rossana e Patrizia, che sono state anche loro campionesse d'apnea. Siamo sempre scesi in immersione per noi stessi, per trarre la nostra misura umana dalla profondità, non per la conquista del metro in più. Il mare non lo conquista nessuno. Il superamento delle proprie paure è invece un trionfo interiore bellissimo, che si consegue solo con se stessi, e non ha testimoni, se non il mare stesso.
  
La scienza e la tecnologia che ruolo hanno avuto?
Io e la scienza abbiamo navigato, se mi consente il termine, in rotta di collisione. Dal 1950 a tutto il 1980 la ricerca medica preconizzava continuamente per me la morte per schiacciamento. I fisiologi indicavano limiti di profondità invalicabili, oltre i quali l'acqua mi avrebbe certo stritolato: però io li superavo. Cominciarono così a capire che c'era qualcosa di sbagliato nei loro modelli. A quei tempi non si conosceva il meccanismo di autocompensazione del corpo umano alla pressione idrostatica. Devo  dire grazie al mare, che ha perdonato bonariamente la mia prosopopea, forse perché la mia superbia d'uomo sotto la superficie dell'acqua si trasformava in rispetto.

Le attrezzature moderne cambiano il rapporto dell'apneista con la profondità?
Posso confessarle una cosa? Io di attrezzature moderne non ne conosco. Ho sempre le mie vecchie pinne ad ali di farfalla, piccole e leggerissime: spostano poca acqua, ma non stancano. Anche la maschera che uso oggi è quella di sempre.

A lei il mare ha mai parlato?
Si. Quando ho raggiunto i 101 metri mi ha detto: "Enzo: fermati, non andare oltre". Ho raccolto l'invito e mi sono reso conto che la cesura, il taglio doveva essere netto, definitivo. Il mare ci dice tante cose. Bisogna saperlo ascoltare. E' la scuola migliore che l'uomo possa avere, secondo me.

Quale è il ricordo più bello  
Una cosa che è successa a poche centinaia di metri al largo di Siracusa, dove ero in barca con  le mie figlie. Un delfino ha iniziato a nuotarci attorno insistentemente, fino a condurci su una spadara, una di quelle reti killer che, seppur vietate, continuano ad essere gettare nel nostro mare. Il delfino ci ha invitato inequivocabilmente a seguirlo verso il fondo, dove abbiamo trovato ammagliata nella rete la sua compagna. Usando  i coltelli da sub l'abbiamo liberata e riportata su. Era in fin di vita. La delfina in superficie  ha partorito un piccolo delfinotto, e  piano piano, dopo essersi  ripresa, ha iniziato ad allattare. Alla fine tutta la famiglia riunita si è allontanata. E' stata una grandissima emozione. 

L'ultimo suo romanzo è 'Sotto il segno di Tanit', di cosa parla?
Parla dell'amore per il mare, ovviamente, e dell'amore verso la vita. E' una storia di un'avventura subacquea tra tonni e pesci che si risolve grazie all'intervento di un palombaro della Regia marina.  Un romanzo tra le cui pagine traspare la mia stessa vita.

Superato il muro degli ottant'anni, che si augura per il nostro MARE
Una pulizia maggiore, e una maggiore accortezza di chi ci abita. Sembra che ci sia una proterva ostinazione a distruggerlo questo nostro mare, invece dovremmo fare tutti di più per rispettarlo e difenderlo.
Enzo Maiorca

Altri Faccia a faccia
-      Olga del Madagascar
-      Alessandra
         -Il matrimonio in Madagascar


martedì 18 dicembre 2012

L’IMU e gli italiani all’estero


Da Stefano Mollo, romano residente a Perth, riceviamo e pubblichiamo una veemente protesta contro l’Imu applicata agli italiani all’estero. Già autore di una lettera-appello al sindaco Alemanno, rimasta inascoltata, Mollo denuncia oggi la difficoltà di pagare la rata e l’ingiustizia del suo ammontare.

"In questi giorni, anche noi italiani residenti all'estero siamo alle prese con il pagamento della seconda rata dell'IMU. Eviterò di citare le difficoltà pratiche dell'effettuazione di tale pagamento da parte di colui che non vive in Italia e che, quindi non ha rapporti con nessuna banca italiana e che si trova quindi obbligato a dover spedire i soldi una parte allo Stato, un'altra parte al Comune dove insiste l'immobile, stando attenti ai codici e ad una miriade di altri dettagli di, peraltro, difficile reperibilità.
L'errore è, quindi, facile, e lo Stato Italiano è sempre pronto a punire colui che per lo meno ci ha provato a fare il suo dovere, in buona fede; ma la buona fede, in Italia, non vale più niente? E meglio provare a fare i furbi?
No, eviterò di soffermarmi su questi aspetti da terzo mondo (devi pagare una tassa, ma non ti dico chiaramente come fare, così poi ti sbagli e poi ti multo); mi voglio invece soffermare sull'ineguaglianza e sull'ingiustizia dell'applicazione dell'IMU, per lo meno a Roma, dove lo scrivente possiede la sua unica proprietà, ricevuta per eredità, di peraltro modesto valore, non locata e che quindi non produce nessun tipo di reddito.
Inoltre lo scrivente è attualmente disoccupato nel suo Paese di residenza e quindi non ha nessun reddito di nessun tipo; volendo lo potrei dimostrare carte alla amano, ovviamente. Tutto ciò che scrivo lo potrei dimostrare carte alla mano, perché appartengo a quel 99% di cittadini che non ha nulla da nascondere e che il suo dovere fiscale lo ha fatto sempre. Controvoglia, certo, perché poi vedere come i soldi delle nostre tasse vengono sperperati e buttati in mille rivoli e poi quando scendo per strada trovo le stesse buche di quando ero bimbo, 40 anni fa, mi fa pensare: "Ma io, ma che le pago a fare tutte 'ste tasse?".
Ed allora sento un respiro di sollievo al ricordarmi che io in Italia non ci vivo, che in fondo la mia realtà è un'altra, una realtà in cui le tasse che il cittadino paga vengono realmente usate per il bene comune, dove i marciapiedi sono sani e le strade sicure. Che peccato che quella società non sia la mia Cara Bella Italia, dove invece la gente non arriva a fine mese per pagare le tasse e se non lo fai l'unica uscita è il suicidio! O la strada.
Io non vivo in Italia; l'unico immobile che ho in Italia non produce nessun reddito; anzi, mi è costato 1750 euro di IMU oltre alle bollette di acqua, luce, gas e spazzatura, tutti consumi che non realizzo e spazzatura che non produco, perché in Italia non ci vivo. Allora, perché debbo pagare per un servizio che non ricevo, se non un mese all'anno, quando in Italia ci vado per vacanza?
E come me, altri milioni di Italiani. Italiani i quali il Governo appare, non solo nel caso "IMU", ignorare. Italiani che vivono all'estero, ed allora "ricchi per definizione". Inoltre, alcuni comuni, anche laziali, hanno deciso di concedere agli Italiani residenti all'estero l'applicazione dell'aliquota agevolata del 4,6 per mille, per gli immobili di proprietà esclusiva di residenti all'estero e non locati, ma non il comune di Roma, dove il sindaco ha deciso invece non solo di non concedere tale agevolazione, ma anche di aumentare del massimo concesso l'aliquota, portandola al 10,6 per mille. Ed allora, in nome dell'uguaglianza dei cittadini italiani (residenti all'estero), perché io pago oltre il triplo di colui che ha la casa in un altro comune?
Parliamoci chiaro: l'IMU è una presa in giro, una maniera come un'altra per riempire il buco lasciato dalle ruberie e mal-amministrazione della classe politica degli ultimi decenni; è quindi un assalto al portafoglio degli Italiani (e degli stranieri che hanno anche loro una casa in Italia, anche loro ovviamente "ricchi per definizione") che viene applicata indiscriminatamente, con la logica del più forte che abusa della sua posizione di supremazia fisica per estorcere denaro al più debole.
Perché se uno non paga l'IMU, o qualunque altra tassa, prima ti avvisano ("è meglio che paghi...altrimenti è peggio..."), poi ti mandano Equitalia (e ti menano, sbaglio? No, magari non ti menano, ma non è per caso che quando ti arriva una cartella del genere la senti come una "mazzata", o sbaglio?). Difatti si chiama "Riscossione Coattiva". E poi la gente si suicida ... Ma và!
Ma dov'è finita l'Italia in cui tutti pagano le tasse e contribuiscono al bene comune (e sottolineo; tutti!), in proporzione alla loro capacità? Io ho 48 anni e di quell'Italia ne ho solo sentito parlare, ma non l'ho mai vissuta.
Con molto rammarico, per usare un termine molto caro al mondo diplomatico, spero di riuscire a vendere la mia casa il prima possibile; vedere in TV la quotidiana sfilata di corrotti e corruttori che sperperano il denaro delle nostre tasse, mi fa schifo e non voglio più essere parte di esso, perché pagando le tasse indirettamente lo si fomenta. Pagherò fino all'ultimo centesimo, prima di andarmene definitivamente ...perché lo schifo è troppo. E son sicuro, con queste mie parole, di interpretare il pensiero della stragrande maggioranza degli Italiani. Purtroppo!". (aise)

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Maurice Beranto


Elezioni Politiche del Madagascar dell’8 maggio 2013



Presidente Nazionale del partito politico FIDEM, candidato a Presidente della Repubblica,  il 20 settembre scorso ha presieduto una conferenza di presentazione della sua candidatura a Presidente del Mandagascar, sul tema :
« Situazione politica: scelte e prospettive »
Nel suo discorso introduttivo tra l'altro ha detto:
Si afferma spesso che il Madagascar è  uno dei Paesi più ricchi al mondo, perché possiede immense risorse naturali e minerarie del sottosuolo, ma è notorio che il suo popolo, il popolo malgascio, nella stragrande maggioranza, è uno dei più poveri del pianeta. Povero perché impoverito dagli imbrogli dei suoi dirigenti e sfruttato dalla classe politica nazionale che è spesso in combutta con gli stranieri.
La povertà, nel contesto dell’attuale situazione di Transizione, ha diversi aspetti.
Il paese non riceve più gli aiuti umanitari, ma sebbene ciò lo Stato riesce a pagare i suoi dipendenti e a fare funzionare i servizi pubblici, anche se al minimo. Questo significa che le risorse interne nazionali esistono. Il Paese non ha mai avuto una situazione tanto statica e pietosa come adesso, anche se al governo si trovano tutte le entità politiche.
Ma ognuno constata che il Madagascar regredisce in ogni settore, e si trova in una crisi senza fine che sembra un abisso senza fondo.
Ricevere il tuo consenso e molto importante
Per potere effettuare la rinascita del Madagascar con il consolidamento dell’unità nazionale in una società dove regneranno la solidarietà, la libertà di parola e la giustizia. Una società che sarà governata da donne e uomini onesti con lo scopo di portare il paese ad uno sviluppo nell’interesse generale pensando alle generazioni future.
Con FIDEM effettueremo la rifondazione della nazione malgascia con il consolidamento dell’unità nazionale in una società doveci sarà  la solidarietà, la libertà di parola e la giustizia; una società che sarà diretta da donne e uomini onesti che agiranno costantemente per lo sviluppo del paese nell’interesse generale pensando alle generazioni future;
FIDEM nella prospettiva di rifondazione della Repubblica, intende creare le condizioni necessarie e sufficienti e gettare le basi per una nuova società politica capace di instaurare la stabilità e portare il paese verso la prosperità, cosi’ da ritrovare il giusto posto nel consesso delle varie Nazioni.
FIDEM intende riabilitare i partiti politici e garantirà la promozione di una democrazia rappresentativa a tutti i livelli e il ricorso a regolari elezioni nazionali e regionali.
FIDEM  nella gestione degli affari nazionali, applicherà dei dispositivi per garantire il buon funzionamento dei servizi pubblici ;

FIDEM diffonde lo slogan « verità, giustizia e riconciliazione » al fine di alleviare le frustrazioni e le amarezze per gli uni e gli altri dopo gli avvenimenti politici dolorosi e tragici che la popolazione malgascia ha subito nella sua lunga storia passata e recente;
FIDEM organizzerà delle consultazioni e degli studi al fine di far nascere una nuova cultura che condurrà i malgasci verso uno sviluppo economico duraturo senza ripercussioni di parte per tutti e un progresso sociale a beneficio di tutti;
FIDEM per lo sviluppo metterà in opera tutte le condizioni indispensabili per sviluppare le risorse culturali, umane e naturali del paese e possano evolversi e farà si che gli investitori stranieri, che saranno invitati a venire in Madagascar, possano avere garanzie certe. 
Comunemente si dice che un popolo senza sogni è un popolo senza avvenire, FIDEM vuole che il popolo malgascio ricominci a sognare per far diventare questi sogni una realtà !!!
                                                        Maurice Beranto

“I nostri rappresentanti pensano al loro tornaconto e non all’interesse della nazione” denunciano i Vescovi del Madagascar


 “Constatiamo ogni giorno che l’indipendenza del nostro Paese è inesistente” affermano i Vescovi del Madagascar in una Lettera pastorale giunta all’Agenzia Fides, nella quale si prende una dura posizione nei confronti dei responsabili della vita politica del Paese.
I Vescovi offrono alcuni esempi di come l’indipendenza nazionale sia compromessa: spoliazione delle risorse nazionali (legno, pietre preziose, ferro, petrolio, bestiame e terre fertili) attraverso contratti ingiusti con interessi economici stranieri; anarchia imperante con corruzione, omicidi, proliferazione di armi da fuoco e “agenti di polizia che approfittano del loro potere per massacrare la povera gente”; popolazione lasciata a se stessa e priva di mezzi (“fame intollerabile, mancanza di cure mediche, bambini che non possono andare a scuola e quelli che hanno potuto concludere gli studi non trovano lavoro”); giustizia con due misure (“solo i ricchi o coloro che sono protetti dal regime, ottengono un giudizio a loro favore. Quanti innocenti senza difesa devono pagare per i delitti commessi da altri!”).
La responsabilità di questo stato di cose ricade, secondo i Vescovi, in primo luogo sulla classe politica i cui rappresentanti “il più delle volte pensano solo ai loro interessi personali e a quelli dei Paesi che li sostengono, e non a quelli del nostro Paese”, mentre lo scontro tra i due Presidenti, Rajoelina e Ravalomanana, viene qualificato come “lotta fratricida che prende il popolo in ostaggio”.
La Lettera propone alcuni suggerimenti per far uscire il Madagascar dalla crisi: decentralizzazione amministrativa pur preservando l’unità nazionale; potenziamento del sistema educativo e di quello sanitario; indipendenza reale, in primo luogo culturale e ideologica (“Non cerchiamo solo di imitare le altre nazioni o attendere di continuo gli aiuti esterni, ma serviamoci delle nostre capacità per sfruttare le nostre ricchezze e per ricercare noi stessi le soluzioni ai nostri problemi”).
I Vescovi concludono, dopo aver ricordato l’inizio dell’Anno della Fede e il dovere della Chiesa di difendere e rappresentare i poveri, con un appello alla vera conversione dei cuori (L.M.) (Agenzia Fides)

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Annunciata un’inchiesta sulle presunte violenze dei militari nel sud del Paese


 Il governo del Madagascar ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per verificare se i militari impegnati nell’operazione "Tandroka”, volta a dare la caccia ai ladri di bestiame nel sud del Paese, abbiano commesso violenze contro i civili. “Le autorità negano ma le organizzazioni umanitarie continuano a sostenere le loro accuse, e la polemica non si placa in attesa dell’inchiesta” dice all’Agenzia Fides don Luca Treglia, Direttore di Radio don Bosco in Madagascar.
La polemica è sorta a seguito di un rapporto di Amnesty International che accusa l’esercito di “atti di cieca violenza” contro i civili durante le fasi cruciali dell’operazione “Tandroka”, a settembre. “Le autorità ribattono che l’autore del rapporto non si è recato nel sud del Madagascar, ma si è limitato a raccogliere delle testimonianze nella capitale, Antananarivo” ricorda don Luca.
Il missionario spiega: “il furto di bestiame c’è sempre stato. Io sono qui da 27 anni e lo posso testimoniare. Anche all’epoca esistevano diverse bande, ma quelle attuali sono molto ben organizzate e dotate di armi da guerra”.
“Sembra quindi esserci stata un’evoluzione, e si ritiene che ci sia una connotazione politica nei crimini commessi. In particolare, ci sono accuse da parte delle autorità di polizia contro l’ex Presidente Ravalomanana di finanziare queste bande sia per destabilizzare il Paese sia per costituire dei fondi, con la vendita del bestiame rubato, per le prossime elezioni. Ma queste accuse non hanno finora trovato alcun riscontro” conclude don Luca. (L.M.) (Agenzia Fides)

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Gulfsat Madagascar sceglie O3b Networks per fornire banda larga ad alta velocità e a prezzo accessibile in tutto il Madagascar


O3b Networks ha annunciato oggi che Gulfsat Madagascar, uno dei più importanti Provider di servizi di telecomunicazioni, ha firmato un accordo di capacità a lungo termine per la fornitura di servizi a banda larga ad alta velocità e servizi telefonici attraverso satellite in tutta l'isola del Madagascar.

Sfruttando i vantaggi competitivi e unici della flotta di satelliti in orbita terrestre media di O3b, Gulfsat Madagascar può offrire ai residenti e alle aziende della quarta più grande isola al mondo un nuovo livello di soluzioni a banda larga con la stessa velocità delle fibre ottiche e la portata e affidabilità offerta dai satelliti. La connettività erogata da O3b offre alle comunità connettività a banda larga a prezzo accessibile, con valori di bassa latenza senza precedenti (sotto i 150 millisecondi), senza limiti e con risparmi operativi impareggiabili.

Il testo originale del presente annuncio, redatto nella lingua di partenza, è la versione ufficiale che fa fede. Le traduzioni sono offerte unicamente per comodità del lettore e devono rinviare al testo in lingua originale, che è l'unico giuridicamente valido.
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Appello dei vescovi ai leader politici per il bene del Paese


“Constatiamo ogni giorno che l’indipendenza del nostro Paese è inesistente”, affermano i vescovi del Madagascar in una Lettera pastorale giunta all’agenzia Fides, nella quale si prende una dura posizione nei confronti dei responsabili della vita politica del Paese. I vescovi offrono alcuni esempi di come l’indipendenza nazionale sia compromessa: spoliazione delle risorse nazionali (legno, pietre preziose, ferro, petrolio, bestiame e terre fertili) attraverso contratti ingiusti con interessi economici stranieri; anarchia imperante con corruzione, omicidi, proliferazione di armi da fuoco e “agenti di polizia che approfittano del loro potere per massacrare la povera gente”; popolazione lasciata a se stessa e priva di mezzi; giustizia con due misure. Lo scontro tra i due presidenti, Rajoelina e Ravalomanana, viene qualificato come “lotta fratricida che prende il popolo in ostaggio”. La Lettera, propone alcuni suggerimenti per far uscire il Madagascar dalla crisi: decentralizzazione amministrativa pur preservando l’unità nazionale; potenziamento del sistema educativo e di quello sanitario; indipendenza reale, in primo luogo culturale e ideologica. I vescovi concludono, dopo aver ricordato l’inizio dell’Anno della Fede e il dovere della Chiesa di difendere e rappresentare i poveri, con un appello alla vera conversione dei cuori. (L.F.)
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Il Papa proclama 7 nuovi santi, per la prima volta una pellerossa

Manina, i bambini e il miracolo di Nosi Be


Viene costruito  il primo liceo. «In principio ho alimentato tutto questo, dice Manina, con soldi miei: in fondo per pagare un’intera classe bastano 600 euro all’anno». Per proseguire l’attività man mano  che si estende si avvia una No profit «I bambini di Manina del Madagascar», ora divenuta Onlus, con tanto di sito internet che mostra via via  le realizzazioni. «Ma avviare non basta, dice Manina. Occorre proseguire l’opera e per questo è necessario che ad un certo punto siano i malgasci stessi a gestirsi e proseguire: non i politici ma le persone che sentono questa missione».

Nel 2009 nasce così l’Associazione Malgascia TsakiTsara. «Così salute, istruzione e assistenza sociale sono interamente nelle loro mani». Le Minacce Amata dalla gente (è  fantastico vederla passare su un vecchia macchina sgangherata - mentre il sindaco qui ha un Bmw 4x4 - tra due ali di folla, «ciao Manina»), Manina dà fastidio a tutti coloro che si arricchiscono sulla povertà. Ogni tanto arriva qualche avvertimento mafioso: un manifesto abbattuto, due scuole incendiate, un’ambulanza che è ferma senza motivazioni all’aeroporto della capitale. «Io comunque, dice con una risata solare, vinco sempre perché la gente è con me: dove si distrugge si ricostruisce… magari  il doppio».  

Qualcuno anche tra i politici è cosciente del beneficio portato dal lavoro di Manina: nel 2004 viene nominata Chevalier de l’Ordre National de la Republique de Madagascar. Anche in Italia il Presidente della Repubblica, con una commovente lettera personale, la nomina Ufficiale della Repubblica Italiana per Meriti. «Ora, dice Manina, non ho proprio più tempo per andare a pesca: la mia vita non è tranquilla ma finalmente ha un senso».

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Protagonista dell'iniziativa è Cinzia Catalfamo Akbaraly, una milanese, bocconiana, dalla vita assai singolare. 

Come mi sono trovato a fare il volontario in Madagascar?

Uno dei migliori ecosistemi del mondo è quello che comprende
le aride foreste del sud del Madagascar

Grazie all’isolamento geografico, il paese è un paradiso di biodiversità.Ma la pressione demografica e l’instabilità politica accelerano il saccheggiodelle sue preziose risorse.


«Conosco tutto il bene che la scuola cattolica fa ai giovani e alle loro famiglie,

Monclick ed Informatici Senza Frontiere hanno il piacere di raccontare
come è stata realizzata la missione benefica a Bemaneviky

 Il Madagascar si trova ad affrontare una triplice sfida: rapido incremento demografico, crescente povertà e instabilità politica. E’ quanto emerge dal rapporto del Fondo delle Nazioni Unite (UNFPA) sullo Stato dell’Ostetricia nel mondo.

 promuove la formazione professionale al lavoro agricolo e di falegnameria

Per qualcuno questo viaggio era un ritorno a Casa,
per altri la ricerca di una nuova prospettiva, per
altri ancora curiosità che si mischia ad un sogno
e per gli ultimi pura condivisione.
Ognuno con le parole e i silenzi ha provato a raccontarsi

Mahanoro è una cittadina tranquilla e silenziosa sulla costa est del Madagascar.
Cittadina povera, si vede dai prodotti al mercato, ma non misera.

In Madagascar, tra villaggi in cui sembra d’essere risucchiati
indietro di secoli, o addirittura millenni, si scopre che la Natura

nutre non solo il corpo, ma anche l’anima.

La famiglia


Fedy  avrà 20 anni, l’abbiamo trovata in giro per Manakara  e  ormai sono 8 mesi che è qui. Nessuno ha mai visto un  suo parente. Ogni giorno mi corre incontro con un sorriso:“Inty ny namako”che significa “Ecco la mia amica” . Poi mi regala qualche frutto acerbo e via a chiedermi  quando la accompagno a casa, quando la rimanderemo in taxibrousse dalla sua famiglia … gli ultimi 5 mesi passati  a progettare  con chi e come tornare a casa. Ad un certo punto le era anche venuta un’idea: “ Inviatemi per radio “, supplicava me e Victor ” Ma non possono inviare  per radio le persone”, gli rispondeva Eugenie, un’altra ammalata.       “ Forse si può inviare il tuo spirito, ma prima devi morire …”aggiungeva sempre Eugenie. ”Allora no” si convinceva Fedy, ”Aspetto qui”. 
Adesso dice che saranno i suoi a venire qui a prenderla e non c’è nulla che la faccia più contenta  che immaginare il momento in cui i suoi genitori arriveranno . ”Cosa diranno quando vedranno una vasah..quando vedranno le suore, quando vedranno che bei vestiti che porto(???...), quando vedranno come sono guarita, come so intrecciare stuoie..”fantastica sempre Fedy. .Ha  già insegnato a tutti  noi i nomi di suoi fratelli: Blaise è quello più alto, Jean Alfred quello zoppo.. non vuole che ci confondiamo con i nomi quando arriveranno, dobbiamo essere tutti pronti. E’ già tutto programmato:  ci si saluta e poi sta a noi, ad ognuno di noi  ‘ educatori’, (Victor, Berthine, le suore ed io) raccontare ai suoi quanto è guarita, brava, servizievole Fedy….Chiaramente ogni volta che si fanno le prove, facciamo apposta a sbagliare qualcosa…”Ma come sei alto  Jean Alfred!”dico io..”Noooo, è Blaise quello alto..”ribatte Fedy e si ride..e  solo parlarne, raccontare dei suoi, sentire i loro nomi,  la mette di buon umore.. Una volta mi ha detto che quel giorno è importante perché si incontreranno le sue due famiglie: quella di sangue e noi di Ambokala….
Andremo a cercarli davvero i suoi, quando starà un po’ meglio.
 Madame Paoline è una bella donna molto energica , sui 45 anni, vedova  da almeno 10 anni, che ha passato la sua vita in pellegrinaggio da un luogo di cura all’altro con i suoi due figli ammalati, Sandy e  Jean Paul aiutata dal terzo figlio, Tena. Abita qui da più di 2 anni e ormai non ha altro posto in cui tornare.... È uno dei capigruppo che ci aiutano nell’organizzare le attività lavorative quotidiane .Si può davvero contare su di lei.
La  sua  specialità, affinata da anni e anni di esperienza,  è spegnere le liti: a  volte non dà peso allo scontro, a volte ascolta con pazienza le due parti, a volte urla più forte di loro..ci sa davvero fare.
Poi ho il sospetto che sia è capace di fare anche magie: ci sono giorni che esce dalla sua stanza così curata, pettinata, elegante,con camicetta bianca stirata impeccabile … che  io entro a controllare: ma dove è l’armadio, l’acqua corrente, lo specchio, il ferro da stiro…  Io vedo solo il pavimento e le pareti scrostate, qualche sacchetto e 9 ammalati che dormicchiano in 10 mq.. Ma ci deve essere  un ripostiglio segreto… prima o poi lo scovo.. Ma lei , nel frattempo, tutta elegante eccola  diretta a tagliare le verdure o a  spellare  i polli… perché era questo che aveva in programma. Tutti le facciamo i complimenti  e lei lusingata, ci risponde che  ogni tanto si fa questo regalo, perché la vita continua, anche qui... Continua sì, e riserva grandi sorprese! 
Da circa un mese,  si è  fidanzata con un signore più anziano molto distinto, che aveva a sua volta accudito un figlio qui da noi. Lui viene a trovarla due o tre volte alla settimana, elegantissimo,ci saluta educatamente e  poi si dirige verso …il castello per incontrare la sua principessa :si siedono a parlare tête a tête sull’unico letto rotto e arrugginito della stanza di ospedale, circondati dai soliti malati che dormicchiano e lei gli offre del tè..nel suo servizio di argento…Sì proprio così.
“E’ molto gentile con me , Enrica”mi ha detto sorridendo Paoline, un po’ imbarazzata per la loro età matura.. E domenica, nella chiesetta dell’ospedale, pregavano  fianco a fianco, circondati dai figli guariti e da quelli ancora ammalati. Ringraziavano il Signore per questa nuova felicità.

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Ha sconfitto un tumore e adesso aiuta le donne in Madagascar

Quando ha scoperto di avere un tumore al seno - un nodulo sospetto l'aveva messa in allarme - ha avuto paura e angoscia per le cure, il futuro, la famiglia, i figli. Ma allo stesso tempo ha avuto una certezza: la vita non deve essere legata al privilegio della ricchezza. Da questa consapevolezza si è concretizzata la «Fondazione Akbaraly» e poi il progetto «4aWoman» di cui hanno beneficiato oltre 10 mila donne in due anni in Madagascar. 
Protagonista dell'iniziativa è Cinzia Catalfamo Akbaraly, una milanese, bocconiana, dalla vita assai singolare. Cinzia conosce casualmente Ylias, un ricco imprenditore malgascio di origine indiana, che diventa pochi giorni dopo suo marito: era il giugno del 1993. Ylias ha una lunga cultura di filantropismo. E infatti, quando conosce Cinzia, già finanzia l'associazione «Fihavanana» (che vuol dire solidarietà) che si occupa di bambini abbandonati, oltre 20mila dal '95. Tutto va bene: Akbaraly nei suoi affari, Cinzia, che oggi ha 47 anni, nella cura dei quattro figli (Eileen, 18 anni, Imran, 17enne, Yara, 14 ani, e Ali, il più piccolo, che di anni ne ha 9) e in quella dei bimbi senza genitori di «Fihavanana». In più la donna è console generale onorario italiano nel Madagascar, cosa rara nel Paese africano dove le è stata concessa anche la doppia cittadinanza. 



La sorte, però, può essere beffarda: la malattia di Cinzia, il tumore al seno, si evidenzia nel febbraio del 2009. Così lei prende l'aereo e viene a Milano. Operata in aprile all'Ieo (l'Istituto europeo di oncologia fondato dal professor Umberto Veronesi nel 1994, ndr) Cinzia ce la fa, guarisce. Anche se, come sanno tutti i malati di tumore, dovrà sottoporsi a controlli ogni sei mesi per il resto della vita. 
È in quel momento che scatta in lei una riflessione precisa: «Perché - si chiede - io devo avere la possibilità di curarmi e le donne malgasce no?». Detto, fatto. Cinzia Catalfamo Akbaraly struttura l'associazione e il progetto, nato nel giugno del 2010, raccogliendo oltre due milioni di euro in gran parte donati dal marito. Progetto che prevede sensibilizzazione, prevenzione e cura dei tumori femminili, prima nel sud del Madagascar, a Haute-Matsiata, quindi nel nord del Paese, a Boeny e poi ovunque. 
Poiché l'85 per cento dei malgasci vive nelle campagne viene approntata anche una prima unità mobile; negli ospedali, intanto, vengono creati reparti oncologici e formati medici e infermieri. E così sono stati eseguiti oltre 6 mila pap-test e più di 1.000 test hpv, che permette di individuare le donne potenzialmente a rischio di papilloma virus, il cancro al collo dell'utero: la positività, in Madagascar, è purtroppo superiore al 20 per cento. 




Così ora, grazie a questa milanese, si dispone della chemioterapia e di prestazioni mediche specifiche anche in Madagascar. E, con l'apertura dell'Istituto oncologico dell'Oceano Indiano, l'offerta è aperta anche alle nazioni vicine.
Fonte Il Giornale
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lunedì 10 dicembre 2012

Ma gli Italiani sono degli idioti?



Elezioni 2013, tutti i partiti tradizionali sono impegnati in calcoli teorici sulle percentuali future, su quale legge elettorale è più conveniente. Per loro, sulla competizione delle primarie per chi sarà il leader, sulle eventuali alleanze organizzano convegni, talk-show, confronti televisivi, adunate dei loro partiti o delle liste civiche civetta. Sono tutti impegnati a raccogliere i frutti dell’azione dei tecnici che hanno appena appena risanato i conti. Pensano di poter ricominciare.
Con la politica degli ultimi 20 anni quella degli sprechi e dei privilegi che hanno portato al getto della spugna di appena un anno fa. Saranno spazzati via inesorabilmente dalla storia, come faranno a chiedere la fiducia dei cittadini dopo lo tsunami del novembre 2011?? Qualcuno cerca di defilarsi ma non si salveranno, tenteranno di aggregarsi, ma dovranno essere esclusi, quindi, si delinea all’orizzonte una “lista Monti” sostenuta da Italia Futura di Montezemolo e quindi da Marchionne e da Obama. E poi c’è la realtà Grillo discutibile ma esistente. Gli elementi di discontinuità della lista Grillo sono evidenti, quelli della lista Monti saranno decisivi soltanto se nella lista non si imbarcheranno esponenti del sacco del paese, Casini, Fini, Frattini, Bonanni, Pecorella, Pisanu, ecc.ecc. Nel 2013, qualsiasi sia la legge elettorale, la partita si giocherà tra questi due schieramenti, tutti gli altri partiti saranno solo delle comparse destinati a scomparire come la dc, il partito socialista, quello liberale e via via tutti gli altri dopo tangentopoli. È un fato che il destino del paese sia periodicamente dettato da ingenti sottrazioni dalle casse dello Stato, ma la cosa più strana che i responsabili di questi ammanchi si vendano la pelle dell’orso prima delle elezioni considerando gli italiani degli “idioti’’.
Francesco Degni per il Corriere Europeo