In Madagascar, un progetto per salvare il prezioso invertebrato
dalla pesca eccessiva e
sostentare le popolazioni locali
Prendete una mappa e trovate il Madagascar, la quarta isola
più grande del mondo, al largo dell'Africa sudorientale. Individuate la città
di Toliara, capitale della regione sud-occidentale dell'isola, la più arida e
povera. E immaginate di dirigervi verso nord, nel caldo soffocante, su una
strada piena di buche e coperta di sabbia, con da un lato la costa e dall'altro
la bizzarra ma affascinante Foresta spinosa, uno degli ecosistemi più a rischio
sul pianeta. A ovest, acque cristalline color smeraldo e vaste lagune
circondate da una delle barriere coralline più grandiose ma meno conosciute
dell'Oceano Indiano.
I Vezo di Velondriake hanno creato riserve marine permanenti
e temporanee, gestite da un organo elettivo - formato dai rappresentanti di 25
villaggi - che ha approvato leggi che hanno vietato pratiche distruttive come
la pesca con avvelenamento. Ma queste leggi non bastano ad assicurare la
protezione dei sistemi marini in una regione in cui la popolazione sta
crescendo rapidamente. Come assicurarne il sostentamento e allo stesso tempo
evitare di depredare l'oceano con la pesca eccessiva? Una delle risposte sta in
un umile invertebrato marino: l'oloturia, o cetriolo di mare.
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