mercoledì 25 febbraio 2015

Fabio : »Non so dove la vita mi stia portando, ma la lascio fare »

“Non so dove la vita mi stia portando, ma la lascio fare...sicuramente conosce la strada meglio di me”. Ormai sono passati più di due anni da quando la vita l’ha portato in Asia, in giro tra l’India, la Thailandia, la Malesia e per finire lo Sri Lanka. Una vita ricca di cambiamenti, di incontri, di gioie, di soddisfazioni e non per ultimo di sorprese. Tutto questo avendo solo con sé 1000 euro… Com’è possibile? Fabio ce lo racconta in quest’intervista.

Fabio, quando hai capito che era arrivato il momento di lasciare tutto e andare via….lontano?

Nel momento stesso in cui mi sono accorto di non avere più stimoli. Non vivevo più, stavo entrando nello stato di sopravvivenza emotiva, di noia. Vedevo intorno a me tantissime persone già in questo stato e non mi ci volevo abituare, non volevo che la consapevolezza di non poter cambiare le cose si impadronisse di me, dovevo mettermi in gioco, dovevo iniziare un’avventura, fare nuove esperienze, continuare a crescere.

Fino a quel momento lavoravi? Di cosa ti occupavi?

Nella mia vita ho svolto tantissimi lavori, principalmente nel settore del commercio e della ristorazione. Negli ultimi tre anni in Italia ho lavorato come consulente per un’agenzia di Telecom Italia, nel ramo aziendale. Il lavoro andava molto bene, avevo la fortuna di lavorare per un’ottima agenzia seria e ben organizzata, cosa che in quel settore non era facile trovare.

Così ad un certo punto, desideroso di fare nuove esperienze, sei andato via dall’Italia con 5.000 euro e hai vissuto in Asia per più di un anno con soli 1000 euro…. Com’è possibile una cosa simile?

Mi chiedi come sia possibile una cosa simile? E’ possibile grazie ad un approccio diverso con la vita, ho imparato ad abbandonarmi alla vita stessa, ho imparato ad utilizzare le mie conoscenze pratiche e la mia intelligenza. Ma è come se non lo stessi facendo per me, bensì per un disegno più grande. E’ come se io stesso fossi uno strumento di questo mondo e non come se il mondo fosse uno strumento mio e vivendo così, mi sono accorto che senza decidere niente le situazioni si trasformavano attorno a me, dandomi sempre tutto ciò di cui avevo bisogno. Tutto questo va ormai avanti da 2 anni e 4 mesi. Avevo già vissuto una situazione del genere all’età di 20 anni, quando andai via di casa senza un lavoro e senza soldi, ma all’epoca ero ancora troppo giovane e non capivo bene l’abbandono, l’essere strumento. E’ come se a vent’anni mi fossi buttato giù da un burrone senza paracadute, dicendo a me stesso: “Voglio imparare a volare, so che posso farlo e lo farò, questo è il mio desiderio”. E mi sono buttato! Ho volato, eccome se l’ho fatto, a volte anche alla grande, ma sono sempre andato a sbattere. Invece a 35 anni ho sentito che dovevo ributtarmi dal burrone, ma non mi sono chiesto né il perché né il come, mi sono buttato e basta, senza chiedermi a cosa sarei potuto andare incontro. Ormai non aveva più importanza per me.

Quando sei partito quali erano i tuoi obiettivi?

Non avevo alcun obiettivo. Sapevo di avere 5.000 euro ed ero consapevole del fatto che avrei capito giorno per giorno cosa avrei dovuto fare e dove mi avrebbe portato la vita. Ho fatto un riassunto delle mie esperienze lavorative fino alla partenza, le ho messe tutte insieme: l’attività dei miei genitori (chiusa ormai da 15 anni) di importazione di oggettistica, bigiotteria e argenti dall’Asia; le mie conoscenze sull’utilizzo di internet e le mie esperienze nel campo della ristorazione e della vendita in generale. Ho detto a me stesso: “Questo è quello che sono, da ora in poi vediamo cosa succederà”.

E via, sei partito…..In quali posti hai vissuto?


Te li dico cronologicamente. Quando sei in giro con un visto turistico, hai sempre l’obbligo di uscire dal Paese al termine dei mesi consentiti. Quindi sono stato i primi 3 mesi in India, poi 5 mesi in Thailandia, 2 settimane in Malesia, poi 6 mesi di nuovo in India e 3 mesi in Sri Lanka. Nuovamente in India, 15 giorni in Thailandia, 7 mesi in Sri Lanka e ora di nuovo Thailandia, dove vedremo se nascerà qualcosa di nuovo. Ho già acquistato il biglietto, ho in tasca 300 euro e ho con me della merce da vendere, vedremo cosa succederà.


Raccontaci qualcosa di questi due anni. Come hai vissuto, di cosa ti sei occupato?

Appena arrivato in India, i primi 3 mesi ho cercato di mettere a frutto le mie conoscenze informatiche, provando a vendere tramite il web alcune opere di un artista bravissimo, che dipingeva dei quadri straordinari. Li ho inseriti in un blog e ho cominciato a venderli ad alcuni amici, inizialmente il mio sito non era frequentatissimo e dovevo ancora imparare molte cose su come si utilizzava il web; pensa che ho anche fatto una spedizione di campane Tibetane! I soldi guadagnati mi hanno permesso di non spendere niente per quei tre mesi. Successivamente ho dovuto lasciare l’India per dirigermi in Thailandia, con in tasca ancora i miei 5.000 euro. Lì ho conosciuto degli italiani, è stato un mese e mezzo di baldoria, infatti ho speso circa 1.500 euro, ma mi sentivo ancora ricco, perché avevo ancora 3.500 euro, poi ho dovuto fare un pagamento in Italia di circa 1.500 euro, così da 3.500 sono arrivato a meno di 2.000. Sono rimasto ancora in Thai per circa 4 mesi, riuscendo a spendere 500 euro, successivamente sono tornato in India. Giunto in territorio indiano, per circa 6 mesi mi sono dedicato allo studio, cercando di imparare come utilizzare al meglio internet per guadagnare qualcosa. Ho passato giorni e notti intere a studiare, dal marketing alla grafica e, per mettere a frutto quello che stavo imparando, ho aperto un blog turistico sulla Thailandia, cercando di guadagnare qualcosa tramite la pubblicità pagata da Google. Ovviamente era solo un esperimento, esperimento però che mi ha fruttato 120 euro per quattro mesi, poi, una volta raggiunta la somma per l’invio dell’assegno, ho chiuso il sito. Durante quel periodo, alcune persone che avevo conosciuto, sapendo cosa stavo facendo, mi hanno chiesto se potevo fare dei siti/blog anche per loro, ovviamente dietro compenso, così anche quei sei mesi sono riuscito a non spendere niente. Durante il tempo libero frequentavo il Laughter yoga club di Puttaparthi, aperto proprio in quei mesi da un italiano, Riccardo, con cui allacciai una bellissima amicizia. Oltre alle sedute domenicali di risate, ci recavamo a far visita negli orfanotrofi, un’esperienza bellissima di cui ero il fotografo ufficiale. Ma il tempo passava e mancavano ormai pochi mesi alla scadenza del visto che mi avrebbe portato fuori dall’India. In quel periodo un mio amico, che aveva aperto un negozietto di souvenir in Sri Lanka, mi chiese se potevo passare a trovarlo e se, nel frattempo, potevo portargli della merce dall’India. Così fu! Andai in Sri Lanka con una valigia piena di vestiti che furono rivenduti a prezzi molto buoni, tanto da decidere di riprovarci la stagione successiva con un carico maggiore. Così decidemmo di collaborare in modo più continuativo. Terminati anche i 3 mesi in Sri Lanka, mi sono spostato a Nuova Dheli, dove, con i soliti 1.000 euro, ho fatto una spedizione di 60 kg di merce, poi mi sono fermato nel sud dell’India per altri 3 mesi, sempre a Puttaparthi vicino a Bangalore, dove ho cominciato a scrivere degli e-book e dove ho iniziato a capire come avrei potuto venderli sul web. Tornato in Sri Lanka ad agosto 2012, ho iniziato a lavorare attivamente nel negozio, la roba che avevo comprato era gestita in conto vendita e in negozio facevamo turni di 4 ore a testa (eravamo in tre). La merce si è venduta molto bene tanto che 3 settimane fa sono andato a Bangkok per comprarne altra (la merce thailandese è più bella e costa meno) reinvestendo nuovamente i miei 1.000 euro. Al mio ritorno, sorpresa! Per problemi burocratici (che succedono frequentemente quando si apre un’attività all’estero), i miei amici sono stati costretti a chiudere per tornare in Italia per procurarsi una nuova documentazione, per poi rientrare nuovamente in Sri Lanka, così mi sono trovato senza entrate, senza soldi e con tutta la merce. Questo “inconveniente” per me è stato un chiaro segnale di cosa avrei dovuto fare. Nei 5 giorni in cui sono stato in Thailandia ho visto dell’abbigliamento che poteva interessare ad un mio amico, il quale mi aveva chiesto di mandargli dei campioni in Italia. In più ho conosciuto anche una ragazza, ci siamo lasciati con: “Tornerò, ma non so quando”. Ora il “quando” lo so con certezza. L’ultimo giorno di apertura del negozio poi, è entrata una coppia di ragazzi inglesi che mi ha chiesto: “Vogliamo avere delle informazioni per comprare merce da qui, per poi aprire un negozio in Inghilterra”, ho detto loro che erano nel posto giusto al momento giusto. Hanno comprato una buona parte della merce e, se la venderanno, gliene spedirò altra direttamente dalla Thailandia. Quindi che dire di più? E’ tutto perfetto! Ho comprato il biglietto aereo per la Thailandia, ho ancora delle merce da vendere e 300 euro, vedremo cosa succederà da ora in poi.

 Perché originariamente hai scelto di trasferirti proprio in Asia?

Sinceramente era l’unico posto al mondo in cui potevo stare 3 mesi in una casa senza pagare l’affitto. I miei genitori ogni anno affittano una casa in India per andare a svernare, ma era da più di un anno che non ci andavano, quindi l’ho usata io. Se invece dell’Asia si fosse trattato dell’Africa o del Sud America o qualsiasi altra parte del mondo, ora forse sarei lì.

Hai vissuto per quasi un anno in Sri Lanka, cosa puoi raccontarci del posto?

Posso affermare che è un’isola bellissima, ricca di belle spiagge, natura e storia antica. Il clima, nelle zone marittime, ha sempre la stessa temperatura media (dai 26 ai 30 gradi), nei periodi dei monsoni le piogge sono frequenti e a volte durano giorni interi, come se fosse un autunno italiano. Il cibo locale si basa sul Rice and Curry, un piatto unico con riso e 3, 4, 5 curry diversi, normalmente lenticchie, cipolle, patate, pesce e pollo, tutto molto speziato. E’ il piatto universale dello Sri Lanka, si mangia sempre, a colazione, a pranzo, a cena, ai matrimoni e ai funerali. Nelle località turistiche si può trovare cibo occidentale, qualche pietanza cinese e soprattutto pesce alla griglia, il pesce qui è ottimo e se comprato al mercato costa veramente poco. La capitale, Colombo, è il fulcro di tutte le attività commerciali e gestionali del Paese, si può raggiungere la capitale da tutta l’isola in bus a prezzi bassissimi a qualsiasi ora, di giorno e di notte, con una frequenza di un bus ogni 15 minuti, soprattutto nell’arteria principale che porta nelle città del Sud, la zona di espansione turistica. Anche se, se si ha paura di sorpassi in curva, frenate brusche e si soffre di mal di cuore, forse non è il mezzo più adatto. Il trasporto, nelle varie città e nei paesi, è gestito dai tuk tuk che svolgono la funzione di taxi. L’inconveniente di questo Paese è che spesso, soprattutto in bassa stagione turistica, la corrente e l’acqua vengono tolte tutti i giorni per molte ore, spesso anche per tutto il giorno. La gente locale è cordiale e non violenta e, a parte Colombo che sta cambiando velocemente, il resto del Paese è abbastanza “man power”, dove gli uomini sono liberi di fare quello che vogliono, cosa vietata invece alle donne. Infatti per quanto riguarda queste ultime, il tempo sembra essersi fermato. Mai una gonna sopra il ginocchio e il bagno al mare rigorosamente vestite. La loro vita si svolge tra le quattro mura di casa, dove solitamente si occupano della cucina e dei figli. Pensa che gran parte dei matrimoni sono ancora combinati dalle famiglie. Le cose comunque stanno cambiando, ciò dovuto soprattutto al turismo e agli immigranti cingalesi che, dopo anni di lavoro in tutto il mondo, fanno ritorno in patria con soldi ed esperienze.



Come si vive?

Come in gran parte dell’Asia è un posto da easy life e se entri nella mentalità easy, eviti di farti venire il mal di pancia. Per quanto riguarda il costo della vita, dipende sempre da che vita si vuole condurre, se locale o italiana. Qui si trova facilmente il cibo italiano e ovviamente se lo mangi tutti i giorni spendi anche 5 volte di più di quanto spenderesti se mangiassi cingalese. Anche l’energia incide tantissimo e costa anche parecchio, quindi se usi la lavatrice, il tostapane, il forno a microonde, i ventilatori o l’aria condizionata, l’acqua calda, devi calcolare una spesa di circa 50 euro al mese. Per quanto riguarda il costo degli affitti, si possono trovare case con cucina in zone che, affittate per lungo periodo, possono costare dai 100 ai 300 euro al mese. Vivere qui può andar bene per periodi di vacanza più o meno lunghi, ma se ci si intende trasferire definitivamente, bisognerà fare i conti con la mentalità del posto. Qui gli europei sono visti come gente con i soldi e quando c’è il denaro di mezzo i rapporti cambiano, c’è tanta gelosia tra di loro e ancora di più nei confronti di un occidentale che apre un’attività. E’ difficile importare qui la nostra mentalità lavorativa e il modo di gestire i rapporti. In tal senso c’è molto da lavorare.

Ci sono possibilità di lavoro e di investimento? In quale settore principalmente?

Per quanto riguarda il territorio dello Sri Lanka, c’è richiesta nel campo dell’insegnamento della lingua inglese (come praticamente in tutta l’Asia), con l’inconveniente che bisognerebbe confrontarsi con la concorrenza di inglesi ed australiani che, in quanto madrelingua, saranno sempre i preferiti. Bisogna essere laureati e aver vissuto un’esperienza all’estero in Paesi di lingua inglese per un lungo periodo e ovviamente bisogna dimostrare di possedere un inglese perfetto sia scritto che parlato e una conoscenza perfetta della grammatica. Non essendo lo Sri Lanka un Paese industriale, è molto difficile trovare lavoro in quel settore. A differenza di quello turistico, in netta espansione, come dimostra il milione di entrate nel 2012 e la classifica della Lonely Planet riportata su tutti i giornali del mondo, che ha premiato lo Sri Lanka come miglior meta turistica del 2013. Cuochi, barman, guide turistiche, istruttori di qualsiasi sport legato al mare o alla montagna, esperti di pesca d’altura, sub, arrampicata, sono tutte figure ricercate. Non aspettatevi però stipendi occidentali, anche se, se si intende vivere in Sri Lanka, con uno stipendio locale si riescono a pagare le spese e magari anche a mettere qualcosa da parte. E’ necessaria ovviamente la conoscenza dell’inglese, cosa che a me personalmente manca, se poi si conoscono anche altre lingue è tutto più facile, soprattutto se le altre lingue sono il russo e il cinese. Stessa cosa per quanto riguarda gli investimenti, il settore turistico è quello di maggior sviluppo, infatti lo Sri Lanka trovandosi al centro tra Europa, Asia e Australia, è meta di turisti provenienti da mezzo mondo: Europei, Russi, Cinesi, Giapponesi e Australiani. Ristoranti e pizzerie, gelaterie, guest house, agenzie turistiche di incoming e servizi, ecc.. tutto questo qui è ancora possibile, sono tantissime le zone ancora totalmente vergini che nei prossimi anni inevitabilmente saranno toccate dal boom del turismo. Anche il settore immobiliare è un ottimo investimento, ma mentre prima gli stranieri potevano comprare e rivendere terre facilmente, da quest’anno le leggi sono cambiate e le tasse e il costo delle terre sono triplicate.



Quali sono le eventuali difficoltà burocratiche da affrontare?

Se vi fa paura la burocrazia italiana allora quella dello Sri Lanka e dell’ Asia in generale potrebbe terrorizzarvi, è difficile comprendere tutte le leggi italiane, quindi potete immaginarvi come può essere difficile comprendere le leggi dei Paesi asiatici. Difficoltà nel reperire informazioni chiare e ufficiali, corruzione, una lingua differente, agenzie e legali a cui ci si affida che sparano cifre assurde, cifre che non si capisce mai se sono reali o sono frutto di pura fantasia legislativa. In una cosa però lo Sri Lanka differisce dall’Italia: qui ogni problema è risolvibile. Mentre in patria quando una cosa non si può fare, realmente non la si può fare, qui basta aprire il portafoglio e la si fa, ovviamente sempre a rischio e con la possibilità che una volta aperto il portafoglio non te lo facciano più chiudere.

E tu, quali sono le difficoltà che hai dovuto affrontare in prima persona?

A dire la verità non ho mai incontrato grosse difficoltà, al massimo mi sono ritrovato a vivere situazioni particolari che mi hanno fatto capire la strada che avrei dovuto intraprendere. Mi è anche capitato di rimanere l’ultimo giorno in un paese con soli 5 euro, ma mi sono sempre bastati per tutto quello di cui avevo bisogno in quel momento.

Quindi ora tutto ricomincerà, tutto avrà un nuovo inizio. Non ti spaventa un po’ tutto questo?

Assolutamente no, anzi mi carica, perché è un cambiamento, tra l’altro non deciso ma obbligato. Sono i cambiamenti che preferisco, perché sono quelli in cui non nasce neanche un piccolo dubbio, quindi non vedo l’ora di continuare l’avventura, qui in Sri Lanka mi stavo un po’ accasciando. Ovviamente non mi dispiacerebbe avere più soldi nel portafoglio, ma fino a quando quelli che ho mi basteranno per vivere, allora sarà tutto ok, in fin dei conti quelli in più sono inutili. Se ad un certo punto mi serviranno più soldi, sono sicuro che in un modo o nell’altro arriveranno. Ho letto una frase che è perfetta per descrivere questo momento: “Non so dove la mia vita mi stia portando … ma la lascio fare … sicuramente conosce la strada meglio di me”.

Non ti manca la stabilità di una casa, degli affetti, insomma di tutto quello che hai lasciato in Italia?

Sicuramente mi piacerebbe rivedere gli amici e i parenti che sono in Italia, ma posso assicurarti che in tutti i posti in cui ho vissuto sono nati nuovi affetti e conoscenze. Pensa che in India i miei vicini di casa erano tutti italiani in “pensione”, erano diventati per me come una seconda famiglia, la domenica pranzavamo tutti insieme, cosa che non facevo neanche in Italia. In Thailandia ho avuto modo di conoscere altri italiani che erano di passaggio, direzione Australia, con cui ho passato dei bellissimi momenti. Tra questi c’era un ragazzo, che vive a Bangkok, con cui sono diventato ottimo amico, che mi ha ospitato anche in casa sua per più di due mesi. In Sri Lanka poi, con i ragazzi italiani con cui lavoravo in negozio, si era creato un rapporto fraterno. Non sono stati solo i soldi ad arrivare quando ne avevo bisogno, ma anche e soprattutto gli affetti e i rapporti umani, senza questi probabilmente non avrei resistito 2 anni e 4 mesi.

Ha un peso la differenza culturale nel contesto in cui vivi?

A me sinceramente non pesa, trovo la diversità culturale una bellezza dell’umanità e ho imparato che un sorriso e un comportamento gentile aprono tutte le porte in tutto il mondo. Mangiare con le mani, andare a funerali dove tutti ridono, imbarazzare una ragazza solo con un “ciao”, vedere tutti i prodotti cosmetici con su scritto “sbiancante”, vedere che tra amici maschi di tutte le età si va in giro presi per mano, essere invitato ad un pranzo con tutta la loro famiglia e mangiare da solo perché loro mangiano solo dopo che l’ospite ha finito ….Questi sono solo alcuni aspetti della cultura asiatica. Da precisare però che l’Asia di cui fanno parte lo Sri Lanka e l’India è ben diversa dall’Asia di cui fa parte la Thailandia.

Quali sono i tuoi progetti nell’immediato futuro?

Per ora vado in Thailandia. Un mio amico che lavora nei mercati mi ha chiesto di inviargli dei campioni di merce, per fare eventuali spedizioni più consistenti. Allo stesso tempo cercherò di trovare nuovi clienti, con cui instaurare un rapporto simile. Intanto cercherò di finire uno dei miei e-book, una guida utile su come vivere e trovare lavoro all’estero.

E i tuoi sogni?

Mi piacerebbe tornare in Italia per essere utile al mio Paese, una volta questo era impossibile ma ora con la nascita del Movimento 5 stelle ciò sta diventando realtà. Ho assimilato molte esperienze sia personali che dalle persone che ho incontrato in tutta la mia vita, mi piacerebbe usare tutto quello che ho imparato per il bene dell’Italia e magari tra qualche anno, dai 50 in su, avere la possibilità di non dover utilizzare il tempo per procurarmi i soldi per il cibo e per trovare un posto dove dormire, ma poterlo utilizzare per gli altri, per chi ne ha bisogno. Come tra l’altro dovrebbe essere la naturale vita in una società evoluta.

Per concludere se ti chiedessi come e dove ti vedi fra 10 anni quale sarebbe la tua risposta?

A dirti la verità, non so neanche dove sarò fra un mese, quando scadrà il visto Thailandese. Fra dieci anni? Non me lo sono mai chiesto. Sicuramente se non sarò morto sarò più vecchio di 10 anni.

A cura di Nicole Cascione

Faccia a faccia on line
Un capitale chiamato uomo
di Giuseppe Berto
Giuseppe Berto ha spostato da dieci anni la sua impresa tessile a Dhaka.
Una scelta imprenditoriale nella logica del profitto.
«Ma per me contano anche altri valori…» 

Daniele Sella  39 anni di Biella, dove ha abitato e lavorato fino al 2009.
Mi sono sposato con Olinda, malgascia, e abbiamo una figlia Anna.
Ho incontrato mia moglie durante un viaggio fatto in Madagascar nel 2007,
quando lei gestiva una piccola “epicerie” a Sambava.

Abbiamo incontrato padre Giuseppe Nicolai, imolese di adozione,
missionario in Madagascar. Gli abbiamo chiesto di parlarci della
sua attività e dei suoi rapporti con il popolo malgascio.

Mi chiamo Toni Vasco, sono nato ad Enna
ed ho svolto la professione di psicologo presso
il servizio di salute mentale. Oggi si interessa
dei ragazzi di strada.

Intervista a Fabiola Mancinelli, antropologa del turismo
che ha deciso di partire per studiare il Madagascar, portandosi
dietro qualcuno di speciale.

La mia prima casa era nel campo base a circa mezz'ora
da Sambava verso Andapa.
Mi ricordo un nome " Ambatolokoho "

Nosy Be l’Isola dei Sogni


Il sole, il mare, le spiagge, ma soprattutto la gente
ci ha fatto pensare che la nostra pensione(sic!) che
era  prossima, avrebbe potuto godere di tutto questo

Laureato in Scienze dell'educazione, ho lavorato come educatore

Dario e Valerio hanno creato Peter Pan nella più bella spiaggia del Madagascar

49 anni romano ha inaugurato a Sainte Marie il suo nuovo Hotel

Mi ha aiutato una mia amica di Torino  mi ha mandato il biglietto

Incontrando gli amici, al rientro dal mio primo viaggio in Madagascar,
alla domanda cosa ti sei portato dal Madagascar, ho risposto:
“la voglia di tornare”.

La cantante malgascia che vive e si esibisce in Italia

La storia di un medico che aiuta i bambini poveri del Madagascar

Il Medico dell’OMS per la malaria

L’agronomo toscano che coltiva la Jatropha

Stefano della gelateria italiana si racconta

Nata in Madagascar esercita in Italia

Vive a Nosy Be ed ha un diving

L’Alberto professionista del turismo in Madagascar

Per uno scherzo ha lavorato con Kokoa a Nosy Be

Manuela fornisce i più importanti ristoranti del vero gelato italiano

Lala vive a Cagliari ma si è sposata con il rito malgascio

Cronaca di una ragazza felinese che sta provando da tre mesi un’altra vita

ExCandidato a Presidente della Repubblica del Madagascar

In una foresta ha costruito il suo villaggio

Vive e ospita i suoi amici e clienti in una isola deserta

Ha battuto tutti i record di immersione

Pino Schintu, genovese, grande professionista della fotografia

Fra Marino vive e lavora al nord in una zona impervia del Madagascar

È arrivato in nave tanti anni fa e oggi gestisce anche una radio

Sposata con un ingegnere ha un bel negozio con i vetri di Murano

Vive in Italia, ma il suo cuore è sempre in Madagascar

Anche Lea vive a Roma e i suoi figli studiano all’Università

In Italia facevo il fiorista collaborando nella azienda familiare