lunedì 25 novembre 2013

Il gioielliere vegetariano in Madagascar

Incontrando gli amici, al rientro dal mio primo viaggio in Madagascar, alla domanda cosa ti sei portato dal Madagascar, ho risposto: “la voglia di tornare”. 

Mi chiamo Roberto Severoni, ho conseguito la maturità scientifica ed ho interrotto gli studi universitari all’inizio del quinto anno perchè avevo necessità di avere un reddito.

All’età di 23 anni fui introdotto nel settore delle pietre preziose da un parente e per circa 27 anni ho avuto la possibilità di fare importanti esperienze lavorative in tutto il settore dei preziosi conseguendo una professionalità che mi consente di operare sia a livello nazionale che internazionale.

L’incontro importante....
Nel 2007 ho conosciuto Beniamino Anzalone, ricercatore indipendente, proprietario di un importantissimo ed innovativo brevetto denominato “carne vegetale”.
Questa conoscenza è arrivata nella mia vita quando decisi di approfondire in modo, anche imprenditorialmente, il settore dell’alimentazione. Le conoscenze che man mano acquisivo sull’alimentazione mi hanno portato a sviluppare una nuova conoscenza anche di me stesso, tanto da rendere naturale il passaggio ad uno stile di alimentazione che non fa più uso di proteine animali ne dei suoi derivati. In occidente questa alimentazione è chiamata alimentazione vegana.

E poi...
Nel 2010 divenni socio di un’azienda che era stata fondata proprio per mettere in produzione le scoperte e le invenzioni di Beniamino Anzalone.
Questa nuova esperienza mi ha permesso di essere al fianco dell’attività di ricerca di Beniamino e di poter comprendere la portata di questa scoperta, che potrebbe costituire, se fosse applicata in modo diffuso nel settore agroalimentare, una importante innovazione a beneficio di tutti.

In cosa consiste la ricerca
Questa ricerca si fonda sull’applicazione, in modo innovativo, dei principi della biodinamica  nei processi di trasformazione del cibo e anche per la creazione di cibi nuovi.
La Biodinamica è stata introdotta all'inizio del secolo scorso da Rudolf Stainer come metodologia agricola per migliorare la resa e la qualità delle coltivazioni.

Progetti
La possibilità di fondare una nuova azienda agroalimentare fondata sui più sani principi dell’integrità biologica e assolutamente rispettosa del valore della natura e dell’uomo che ne fa parte, mi ha portato insieme a Beniamino Anzalone, in Madagascar dove cercheremo di trasformare in realtà un progetto che Beniamino ha in studio da oltre venti anni.

Quando sei arrivato in Madagascar
Sono arrivato in Madagascar per la prima volta il 26 settembre 2013 e la partenza è stata preceduta da una emozionante attesa perché questa meta era sempre stata nei miei sogni ed è arrivata veramente in modo improvviso.
La sensazione appena arrivato è stata molto piacevole, non immaginavo che avrei trovato un clima cosi favorevole tanto da non sentire alcun problema di adattamento.
Ho avvertito subito la potenza energetica di questa terra, bella ed affascinante.

Com’è il Madagascar
Certamente bisogna fare i conti con uno stato sociale molto arretrato e povero e con una popolazione in lotta quotidiana per avere ciò di cui necessita primariamente.
L’incontro con il tessuto sociale della popolazione è stato intenso e a volte problematico soprattutto per chi come me conosce oltre alla propria lingua solo la lingua inglese, ma sicuramente favorito dall’eccezionale disponibilità ed attenzione di un personaggio straordinario quale è Aldo Sunseri.

Difficoltà
Per me, che sono venuto in Madagascar per espletare incombenze burocratiche, posso dire che di difficoltà ne ho incontrate e non poche, ma pian piano, “mora mora”, come dicono i malgasci ogni problema è stato risolto.

Le tue prime considerazioni 
Con una riflessione più oggettiva posso dire che i problemi che si incontrano quando si sceglie di venire a vivere in Madagascar, sono gli stessi problemi che incontrano coloro che ci vivono già e a tal proposito ricordo un discorso che mi fece un vecchio contadino conosciuto nell’entroterra della Sardegna. Egli parlando dell’arretratezza della Sardegna rispetto al resto d’Italia, mi disse che: il progresso fa parte dell’uomo, è inscindibile dall’uomo stesso perché appartiene alla sua vita, quindi il progresso arriverà sempre, è solo una questione di tempo, il problema non è nel progresso o nel tempo in cui questo arriva, ma nel modo in cui questo arriva e questo modo con cui il progresso arriva dipende solo dall’uomo.

Come hai trovato i malgasci
Ho trovato gli abitanti del Madagascar estremamente gioviali e disponibili, hanno un modo di vivere la vita che tende a ricercare la serenità, ho avuto la sensazione che sia un popolo a cui piace stare in pace.
Sono comunque rimasto colpito dalla loro operosità, nel bisogno delle necessità della vita che spesso è dura e nella voglia di crescere e di essere riconosciuti in un’identità nazionale che ha saputo integrare, forse meglio che in altre nazioni, una grande diversità di provenienze etniche e nazionali.

Cosa hai visto
            Nel mio primo viaggio in Madagascar ho soggiornato e visitato solo la zona della Capitale Antananarivo. Ho trovato un clima molto piacevole che mi ha permesso di sentirmi subito fisicamente a mio agio. Ho potuto veder un bellissimo altopiano florido circondato da monti dal pendio dolce che per alcuni tratti possono ricordare paesaggi della nostra Italia centrale. La capitale è una metropoli affollata e il traffico si concentra in poche vie spesso strette e brulicanti di attività commerciali che ben esprimono l’operosità e l’ingegnosità del popolo malgascio.

Al rientro
            Incontrando gli amici, al rientro dal mio primo viaggio in Madagascar, alla domanda cosa ti sei portato dal Madagascar, ho risposto: la voglia di tornare.
Questo è il sentimento che ha accompagnato il viaggio di ritorno in Italia e credo che sia la cosa più bella che ho portato dal Madagascar insieme a papaie, manghi freschi, la marmellata di fragole di Aldo. Quello che rimane dal Madagascar è una sensazione particolare, un ricordo di profumi, colori, la forza energetica della terra, un aria leggera, una grande sensazione di piacevolezza la giovialità di un popolo che ama la vita nonostante una condizione generale di povertà.
Intendi ritornare in Madagascar
         Penso che tornerò spesso in Madagascar anzi spero proprio che le cose vadano bene e mi permettano di avere in questa terra la mia nuova casa.
 Dal Madagascar l’Italia sembra proprio lontana e stando in Italia sembra che il Madagascar non esista. La condizione triste che il nostro paese sta vivendo con la politica si riflette anche sulla politica estera che verso questo paese è inesistente.
  A rappresentare gli italiani in Madagascar c’è l’UIM, Unione Italiani nel Mondo a cui Aldo Sunseri continua a dedicare il suo tempo mettendosi al servizio di tutti gli italiani che arrivano per fornire assistenza e aiuto per tutto ciò che può essere utile per orientarsi in un paese che conosciamo poco e che definiamo genericamente terzo mondo.
Grazie Aldo!
Roberto Severoni
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