Incontrando gli amici, al rientro dal mio
primo viaggio in Madagascar, alla domanda cosa ti sei portato dal Madagascar,
ho risposto: “la voglia di tornare”.
Mi chiamo Roberto Severoni, ho conseguito
la maturità scientifica ed ho interrotto gli studi universitari all’inizio del
quinto anno perchè avevo necessità di avere un reddito.
All’età di 23 anni fui introdotto nel
settore delle pietre preziose da un parente e per circa 27 anni ho avuto la
possibilità di fare importanti esperienze lavorative in tutto il settore dei
preziosi conseguendo una professionalità che mi consente di operare sia a
livello nazionale che internazionale.
L’incontro importante....
Nel 2007 ho conosciuto Beniamino Anzalone, ricercatore
indipendente, proprietario di un importantissimo ed innovativo brevetto
denominato “carne vegetale”.
Questa conoscenza è arrivata nella mia vita quando decisi
di approfondire in modo, anche imprenditorialmente, il settore
dell’alimentazione. Le conoscenze che man mano acquisivo sull’alimentazione mi
hanno portato a sviluppare una nuova conoscenza anche di me stesso, tanto da
rendere naturale il passaggio ad uno stile di alimentazione che non fa più uso
di proteine animali ne dei suoi derivati. In occidente questa alimentazione è
chiamata alimentazione vegana.
E poi...
Nel 2010 divenni socio di un’azienda che era stata
fondata proprio per mettere in produzione le scoperte e le invenzioni di
Beniamino Anzalone.
Questa nuova esperienza mi ha permesso di essere al
fianco dell’attività di ricerca di Beniamino e di poter comprendere la portata
di questa scoperta, che potrebbe costituire, se fosse applicata in modo diffuso
nel settore agroalimentare, una importante innovazione a beneficio di tutti.
In cosa consiste la ricerca
Questa ricerca si fonda sull’applicazione, in modo
innovativo, dei principi della biodinamica nei processi di trasformazione
del cibo e anche per la creazione di cibi nuovi.
La Biodinamica è stata introdotta all'inizio del secolo
scorso da Rudolf Stainer come metodologia agricola per migliorare la resa e la
qualità delle coltivazioni.
Progetti
La possibilità di fondare una nuova azienda
agroalimentare fondata sui più sani principi dell’integrità biologica e
assolutamente rispettosa del valore della natura e dell’uomo che ne fa parte,
mi ha portato insieme a Beniamino Anzalone, in Madagascar dove cercheremo di
trasformare in realtà un progetto che Beniamino ha in studio da oltre venti
anni.
Quando sei arrivato in Madagascar
Sono arrivato in Madagascar per la prima volta il 26
settembre 2013 e la partenza è stata preceduta da una emozionante attesa perché
questa meta era sempre stata nei miei sogni ed è arrivata veramente in modo
improvviso.
La sensazione appena arrivato è stata molto piacevole,
non immaginavo che avrei trovato un clima cosi favorevole tanto da non sentire
alcun problema di adattamento.
Ho avvertito subito la potenza energetica di questa
terra, bella ed affascinante.
Com’è il Madagascar
Certamente bisogna fare i conti con uno stato sociale
molto arretrato e povero e con una popolazione in lotta quotidiana per avere
ciò di cui necessita primariamente.
L’incontro con il tessuto sociale della popolazione è
stato intenso e a volte problematico soprattutto per chi come me conosce oltre
alla propria lingua solo la lingua inglese, ma sicuramente favorito
dall’eccezionale disponibilità ed attenzione di un personaggio straordinario
quale è Aldo Sunseri.
Difficoltà
Per me, che sono venuto in Madagascar per espletare
incombenze burocratiche, posso dire che di difficoltà ne ho incontrate e non
poche, ma pian piano, “mora mora”, come dicono i malgasci ogni problema
è stato risolto.
Le tue prime considerazioni
Con una riflessione più oggettiva
posso dire che i problemi che si incontrano quando si sceglie di venire a
vivere in Madagascar, sono gli stessi problemi che incontrano coloro che ci
vivono già e a tal proposito ricordo un discorso che mi fece un vecchio
contadino conosciuto nell’entroterra della Sardegna. Egli parlando dell’arretratezza
della Sardegna rispetto al resto d’Italia, mi disse che: il progresso fa parte dell’uomo, è
inscindibile dall’uomo stesso perché appartiene alla sua vita, quindi il
progresso arriverà sempre, è solo una questione di tempo, il problema non è nel
progresso o nel tempo in cui questo arriva, ma nel modo in cui questo arriva e
questo modo con cui il progresso arriva dipende solo dall’uomo.
Come hai trovato i malgasci
Ho trovato gli abitanti del Madagascar estremamente
gioviali e disponibili, hanno un modo di vivere la vita che tende a ricercare
la serenità, ho avuto la sensazione che sia un popolo a cui piace stare in
pace.
Sono comunque rimasto colpito dalla loro operosità, nel
bisogno delle necessità della vita che spesso è dura e nella voglia di crescere
e di essere riconosciuti in un’identità nazionale che ha saputo integrare,
forse meglio che in altre nazioni, una grande diversità di provenienze etniche
e nazionali.
Cosa hai visto
Nel mio primo viaggio in Madagascar ho
soggiornato e visitato solo la zona della Capitale Antananarivo. Ho trovato un
clima molto piacevole che mi ha permesso di sentirmi subito fisicamente a mio
agio. Ho potuto veder un bellissimo altopiano florido circondato da monti dal
pendio dolce che per alcuni tratti possono ricordare paesaggi della nostra
Italia centrale. La capitale è una metropoli affollata e il traffico si
concentra in poche vie spesso strette e brulicanti di attività commerciali che
ben esprimono l’operosità e l’ingegnosità del popolo malgascio.
Al rientro
Incontrando gli amici, al rientro dal
mio primo viaggio in Madagascar, alla domanda cosa ti sei portato dal
Madagascar, ho risposto: la voglia di
tornare.
Questo è il sentimento che ha accompagnato il viaggio di
ritorno in Italia e credo che sia la cosa più bella che ho portato dal
Madagascar insieme a papaie, manghi freschi, la marmellata di fragole di Aldo.
Quello che rimane dal Madagascar è una sensazione particolare, un ricordo di
profumi, colori, la forza energetica della terra, un aria leggera, una grande
sensazione di piacevolezza la giovialità di un popolo che ama la vita
nonostante una condizione generale di povertà.
Intendi ritornare in Madagascar
Penso che tornerò spesso in
Madagascar anzi spero proprio che le cose vadano bene e mi permettano di
avere in questa terra la mia nuova casa.
Dal Madagascar l’Italia sembra proprio
lontana e stando in Italia sembra che il Madagascar non esista. La condizione
triste che il nostro paese sta vivendo con la politica si riflette anche sulla
politica estera che verso questo paese è inesistente.
A rappresentare gli italiani in
Madagascar c’è l’UIM, Unione Italiani nel Mondo a cui Aldo Sunseri continua a
dedicare il suo tempo mettendosi al servizio di tutti gli italiani che arrivano
per fornire assistenza e aiuto per tutto ciò che può essere utile per
orientarsi in un paese che conosciamo poco e che definiamo genericamente terzo
mondo.
Grazie Aldo!
Roberto Severoni
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cantante malgascia che vive e lavora in Italia
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storia di un medico che aiuta i bambini poveri del Madagascar
Il
Medico dell’OMS per la malaria
L’agronomo
toscano che coltiva la Jatropha
Stefano
della gelateria italiana si racconta
Nata in
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L’Alberto professionista del turismo in
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Per uno scherzo ha lavorato con Kokoa a
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ExCandidato
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In
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Pino Schintu, genovese, grande
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