Il Madagascar
Quando uno nasce con un “sogno”, cresce nelle
pinete, appena può corre nei boschi e non vede l’ora di “sentire” il nulla e
vedere il cielo “aperto” ( viaggi in Scandinavia) e non può, anzi NON DEVE,
ignorare quella che considera una delle terre più incontaminate e “naturali” al
mondo… Il Madagascar. Ho viaggiato “abbastanza” con il mio camper per capire
che il mondo è pieno di “superfluo”. Ho voglia di vedere come vive un paese
molto povero per poterlo ulteriormente testimoniare e far capire (illusione !)
che c’è chi sta peggio di noi.
Le origini
La guerra aveva lasciato l'Italia da circa dieci
anni ma, com'era prevedibile, non aveva portato via né povertà né
disoccupazione ed una giovane coppia del profondo sud salentino con poche
prospettive, un figlio e tante speranze decise di partire per una terra
sconosciuta e lontana. La Svizzera.
Una cicogna di passaggio li seguì fino a La
Chaux de Fonds, la capitale dell'orologeria, e decise di fermarsi. Nacqui io.
La salute cagionevole obbligò i miei genitori ad affidarmi alla sorella di mia
madre e a poco più di 6 mesi venni "spedito" ad Ostia Lido, il mare
di Roma. Ci rimasi fino all'età scolastica. Erano gli anni della dolcevita, dei
"vitelloni" di De Sica; le mie giornate le trascorrevo al Kursaal di
Ostia con mio cugino che, in realtà, è stato per me, il vero fratello. Per
cinque anni la mia vita si articolò fra spiaggia, pineta, e, quando era la
stagione, battute di caccia con lo zio, a Torvajanica, quand'era LA
TORVAJANICA, quella naturale, con lepri e cinghiali.
Milano
Ma il tempo passa e a settembre del '64 devo
dire addio a questo paradiso. È ora di andare a scuola ed i miei genitori
"rivogliono" il proprio secondogenito. La mia vita fatta fino a quel
momento di pinete, spiagge, macchia mediterranea, si trasforma immediatamente,
nel giro di pochi giorni, in un paesaggio insolito, a cui non ero abituato e
che nemmeno conoscevo. Milano. Nebbia al posto della foschia della macchia,
case e cemento prendevano il posto della pineta di Castel Fusano, il mare era
diventato il Naviglio Grande e le lepri si erano trasformate nelle pantegane
del naviglio. Però, anche se piccolo, capivo l'importanza di stare con mamma e
papà, che nel frattempo avevano lasciato la Svizzera, ma soprattutto, con mio
fratello, Maurizio. Gli anni trascorrono e, a riviverli ora, è come assistere
alla proiezione di un film a velocità decuplicata. In un attimo sono
maggiorenne.
Il mondo è mio
Il mondo è mio, almeno così credo. Cos'è
successo nel frattempo? Senza neppure rendermene conto, o quasi, i miei genitori
si sono separati ed hanno divorziato. Negli anni '70 era più che un azzardo.
Chi ero io a scuola? Il figlio dei separati, quasi un marchio a fuoco. Il sogno
di una famiglia unita si lacera. I due giovani salentini con poche prospettive
e tante speranze ora sono due nemici, i figli quasi un intralcio, "merce
di ricatto", ostaggi. Brucio in parte la mia adolescenza. La vivo
intensamente.
Intanto..........
Mi accendo per la politica, la pratico. Erano
gli anni sbagliati per chi credeva nell'ordine, nell'onestà e nel merito.
Deluso da tutto decido che il mondo, da quel momento, sarà ciò che io
costruirò, non potrò avere nulla da nessuno. Termino gli studi vagando fra
diversi licei, gli anni erano quelli in cui, se non indossavi un eschimo,
potevi essere malmenato, per usare un eufemismo. Voglio essere indipendente, ma
servono soldi. Il divorzio dei miei aveva cancellato quel poco benessere
conquistato. Non termino l'università e cerco un lavoro. L'indipendenza da
tutto e tutti è per me vitale.
Quando avevo 14 anni
Fin da quando avevo 14 anni avevo iniziato a
fare le vacanze da solo, con la fidanzatina, con gli amici. Senza troppa
convinzione mi affaccio al mondo dell’informatica. Divento uno dei primi
programmatori informatici, un mondo nuovo, il futuro. Ancora oggi, come si dice
a Roma, “ce campo”. A 20 anni la leva, allora esisteva ancora, mi chiama ed io
rispondo: Folgore.
La prima moto
Fra lavori ed intuizioni, ho già
l'autosufficienza economica che mi permette di realizzare il primo sogno.
Comprare in contanti un Enduro Suzuki, non omologato per il mercato italiano,
una moto impossibile da avere. A questa ne seguirà un’altra da 500cc,
attualmente iscritta come moto storica, e continuo a viaggiare. Fin da piccolo
era il mio unico desiderio. Altro film a velocità folle.
Matrimonio
Mi ritrovo sposato. Ma cos'è accaduto nel
frattempo? Ho una casa, un camper. La mia voglia di indipendenza è ora
appagata. Posso andare dove voglio, quando voglio e con chi voglio. Ripercorro
le strade d'Europa fatte alcuni anni prima in moto. E le vivo, le respiro. Ora
si che posso realizzare un sogno, quasi un miraggio.
Capo Nord
Ci sono. Lo vivo, lo respiro, lo sento. Sto
vivendo il mio sogno, viaggiare, conoscere. Tutto ciò che è raggiungibile via
terra dall'Italia, compatibilmente con il lavoro, è mio. Negli ultimi 18 anni
ho “battuto” tutta l’Europa e parte del Marocco eccetto l’Islanda (ancora per
poco).
L'oste buono
Ma come spesso accade si fanno i conti senza
l'oste e, visto che, spesso, i genitori insegnano ai figli, anch'io mi
separo.... Altro sogno che si infrange. Non ho più 20 anni. A momenti di totale
euforia si contrappongono stati di solitudine colmi di 1000 domande. Ed ora?
Cosa mi riserverà la vita? Posso ancora veramente dire che ne sono io
l'artefice? Ma anche qui, un altro oste fa i conti per me. Questa volta è
"l'oste buono". Un giorno mi fa trovare in ufficio una nuova
impiegata. Simpatica, carina ma forse un po' troppo snob per i miei gusti.
Decido di non scommetterci neppure un centesimo, o forse si.
Perdo la scommessa
“simbolica”
Oggi è mia moglie, una splendida moglie che per
la prima volta mi ha fatto avere un rimpianto, quello di non averla conosciuta
prima. Compagna ideale per continuare a viaggiare, Irlanda, Polonia,
Scandinavia, in inverno, paesi dell’Est. Ora sono anzi siamo qui, in procinto
di partire per il NOSTRO VIAGGIO DI NOZZE. Perché questo è. In realtà arriva
con un anno di ritardo perché, lo scorso anno, l'oste, sempre quello cattivo,
ha fatto si che le nostre mamme si ammalassero e venissero ricoverate ed
operate contemporaneamente giusto 20 giorni prima di partire.
Partire per dove?
America Latina? No. Messico? No. Australia!
Perché no? Ma il sogno? Il sogno deve essere appunto un sogno, non deve essere
banale, non posso vedere cose già viste e se il sogno deve continuare, sogno
sia. E sia Madagascar. Un’isola che solo il nome sprigiona un fascino unico.
Una terra dove l’Uomo non ha ancora fatto troppi danni. Un’isola unica. Quella
strana forma che un bambino curioso rincorreva col ditino puntato sull'atlante
già 50 anni fa. Un attimo è trascorso, un sogno si sta per avverare.
Continua !!! dopo il “viaggio di nozze”...al ritorno dal
Madagascar !!!
Gli articoli più letti
Nessun commento:
Posta un commento