sabato 4 gennaio 2014

Sogno il Madagascar di Guido de Salvo

Nato in Svizzera da genitori salentini, vivo a Carugate in provincia  di Milano e sono IT Manager c/o azienda produttrice di elettrodomestici in Italia/Portogallo/Polonia.


Il Madagascar

Quando uno nasce con un “sogno”, cresce nelle pinete, appena può corre nei boschi e non vede l’ora di “sentire” il nulla e vedere il cielo “aperto” ( viaggi in Scandinavia) e non può, anzi NON DEVE, ignorare quella che considera una delle terre più incontaminate e “naturali” al mondo… Il Madagascar. Ho viaggiato “abbastanza” con il mio camper per capire che il mondo è pieno di “superfluo”. Ho voglia di vedere come vive un paese molto povero per poterlo ulteriormente testimoniare e far capire (illusione !) che c’è chi sta peggio di noi.

Le origini

La guerra aveva lasciato l'Italia da circa dieci anni ma, com'era prevedibile, non aveva portato via né povertà né disoccupazione ed una giovane coppia del profondo sud salentino con poche prospettive, un figlio e tante speranze decise di partire per una terra sconosciuta e lontana. La Svizzera.

Una cicogna di passaggio li seguì fino a La Chaux de Fonds, la capitale dell'orologeria, e decise di fermarsi. Nacqui io. La salute cagionevole obbligò i miei genitori ad affidarmi alla sorella di mia madre e a poco più di 6 mesi venni "spedito" ad Ostia Lido, il mare di Roma. Ci rimasi fino all'età scolastica. Erano gli anni della dolcevita, dei "vitelloni" di De Sica; le mie giornate le trascorrevo al Kursaal di Ostia con mio cugino che, in realtà, è stato per me, il vero fratello. Per cinque anni la mia vita si articolò fra spiaggia, pineta, e, quando era la stagione, battute di caccia con lo zio, a Torvajanica, quand'era LA TORVAJANICA, quella naturale, con lepri e cinghiali.

Milano
Ma il tempo passa e a settembre del '64 devo dire addio a questo paradiso. È ora di andare a scuola ed i miei genitori "rivogliono" il proprio secondogenito. La mia vita fatta fino a quel momento di pinete, spiagge, macchia mediterranea, si trasforma immediatamente, nel giro di pochi giorni, in un paesaggio insolito, a cui non ero abituato e che nemmeno conoscevo. Milano. Nebbia al posto della foschia della macchia, case e cemento prendevano il posto della pineta di Castel Fusano, il mare era diventato il Naviglio Grande e le lepri si erano trasformate nelle pantegane del naviglio. Però, anche se piccolo, capivo l'importanza di stare con mamma e papà, che nel frattempo avevano lasciato la Svizzera, ma soprattutto, con mio fratello, Maurizio. Gli anni trascorrono e, a riviverli ora, è come assistere alla proiezione di un film a velocità decuplicata. In un attimo sono maggiorenne.


Il mondo è mio

Il mondo è mio, almeno così credo. Cos'è successo nel frattempo? Senza neppure rendermene conto, o quasi, i miei genitori si sono separati ed hanno divorziato. Negli anni '70 era più che un azzardo. Chi ero io a scuola? Il figlio dei separati, quasi un marchio a fuoco. Il sogno di una famiglia unita si lacera. I due giovani salentini con poche prospettive e tante speranze ora sono due nemici, i figli quasi un intralcio, "merce di ricatto", ostaggi. Brucio in parte la mia adolescenza. La vivo intensamente.

Intanto..........
Mi accendo per la politica, la pratico. Erano gli anni sbagliati per chi credeva nell'ordine, nell'onestà e nel merito. Deluso da tutto decido che il mondo, da quel momento, sarà ciò che io costruirò, non potrò avere nulla da nessuno. Termino gli studi vagando fra diversi licei, gli anni erano quelli in cui, se non indossavi un eschimo, potevi essere malmenato, per usare un eufemismo. Voglio essere indipendente, ma servono soldi. Il divorzio dei miei aveva cancellato quel poco benessere conquistato. Non termino l'università e cerco un lavoro. L'indipendenza da tutto e tutti è per me vitale.

Quando avevo 14 anni

Fin da quando avevo 14 anni avevo iniziato a fare le vacanze da solo, con la fidanzatina, con gli amici. Senza troppa convinzione mi affaccio al mondo dell’informatica. Divento uno dei primi programmatori informatici, un mondo nuovo, il futuro. Ancora oggi, come si dice a Roma, “ce campo”. A 20 anni la leva, allora esisteva ancora, mi chiama ed io rispondo: Folgore.


La prima moto

Fra lavori ed intuizioni, ho già l'autosufficienza economica che mi permette di realizzare il primo sogno. Comprare in contanti un Enduro Suzuki, non omologato per il mercato italiano, una moto impossibile da avere. A questa ne seguirà un’altra da 500cc, attualmente iscritta come moto storica, e continuo a viaggiare. Fin da piccolo era il mio unico desiderio. Altro film a velocità folle.

Matrimonio
Mi ritrovo sposato. Ma cos'è accaduto nel frattempo? Ho una casa, un camper. La mia voglia di indipendenza è ora appagata. Posso andare dove voglio, quando voglio e con chi voglio. Ripercorro le strade d'Europa fatte alcuni anni prima in moto. E le vivo, le respiro. Ora si che posso realizzare un sogno, quasi un miraggio.

Capo Nord
Ci sono. Lo vivo, lo respiro, lo sento. Sto vivendo il mio sogno, viaggiare, conoscere. Tutto ciò che è raggiungibile via terra dall'Italia, compatibilmente con il lavoro, è mio. Negli ultimi 18 anni ho “battuto” tutta l’Europa e parte del Marocco eccetto l’Islanda (ancora per poco).

L'oste buono
Ma come spesso accade si fanno i conti senza l'oste e, visto che, spesso, i genitori insegnano ai figli, anch'io mi separo.... Altro sogno che si infrange. Non ho più 20 anni. A momenti di totale euforia si contrappongono stati di solitudine colmi di 1000 domande. Ed ora? Cosa mi riserverà la vita? Posso ancora veramente dire che ne sono io l'artefice? Ma anche qui, un altro oste fa i conti per me. Questa volta è "l'oste buono". Un giorno mi fa trovare in ufficio una nuova impiegata. Simpatica, carina ma forse un po' troppo snob per i miei gusti. Decido di non scommetterci neppure un centesimo, o forse si.

Perdo la scommessa “simbolica”
Oggi è mia moglie, una splendida moglie che per la prima volta mi ha fatto avere un rimpianto, quello di non averla conosciuta prima. Compagna ideale per continuare a viaggiare, Irlanda, Polonia, Scandinavia, in inverno, paesi dell’Est. Ora sono anzi siamo qui, in procinto di partire per il NOSTRO VIAGGIO DI NOZZE. Perché questo è. In realtà arriva con un anno di ritardo perché, lo scorso anno, l'oste, sempre quello cattivo, ha fatto si che le nostre mamme si ammalassero e venissero ricoverate ed operate contemporaneamente giusto 20 giorni prima di partire.

Partire per dove?
America Latina? No. Messico? No. Australia! Perché no? Ma il sogno? Il sogno deve essere appunto un sogno, non deve essere banale, non posso vedere cose già viste e se il sogno deve continuare, sogno sia. E sia Madagascar. Un’isola che solo il nome sprigiona un fascino unico. Una terra dove l’Uomo non ha ancora fatto troppi danni. Un’isola unica. Quella strana forma che un bambino curioso rincorreva col ditino puntato sull'atlante già 50 anni fa. Un attimo è trascorso, un sogno si sta per avverare.
Continua !!! dopo il “viaggio di nozze”...al ritorno dal Madagascar !!!
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