giovedì 20 settembre 2012

Olga del Madagascar


Mi chiamo Marie Olga Sohantenaina. Sono nata nel Nord-Est del Madagascar, nella regione della SAVA, dove ci sono le aree protette di Anjanaharibe-Sud, del Marojejy e dello Tsaratanana. Il mio nome vuol dire "buona speranza". Artisticamente mi faccio chiamare “Olga del Madagascar”.

Il lavoro
Nel periodo in cui abitavo ad Antananarivo ho ottenuto un diploma da parrucchiera ed estetista. Nel tempo libero cantavo nel gruppo di Berikely. Poi mi sono trasferita in Italia, a Torino, per seguire mio marito. Appena arrivata ho studiato la lingua italiana e la cultura del Belpaese. Quando sono riuscita a parlare meglio in lingua italiana sono andata a studiare come infermiera. Subito dopo ho lavorato fino a quando ho avuto la mia seconda figlia. Oggi ho ripreso a cantare e scrivo canzoni e poesie, anche in lingua italiana.

Sposata con
Pensate un po’ che mi sono sposata per ben tre volte (matrimonio civile, cattolico e tradizionale del Madagascar), ma con un uomo solo. Lui è Franco Andreone. È uno zoologo e si reca in Madagascar da ormai più di 20 anni per studiare la sua fauna e la sua biodiversità. È un buon marito, che risposerei ancora.

La famiglia:
La mia famiglia è composta dalle mie figlie Kintana, Serena, da mio marito, da mio papà (che vive con noi da cinque anni) e da mia suocera con cui abbiamo vissuto per diversi anni. Abbiamo anche una gattina che arriva (anche lei!) dal Madagascar e si chiama Vaniglia. La mia famiglia di origine (in Madagascar) è molto più grande: siamo 8 fratelli e 5 sorelle, di cui due (mia sorella e io) viviamo in Italia.

I figli
La più grande, Serena Crystal, ha 13 anni e, come dice il suo nome, è davvero serenissima. È nata in Madagascar ad Antananarivo, ma oggi è diventata una vera e propria "bogia nen" nella migliore tradizione di "torinesità" (non ama molto muoversi in casa). Kintana Azzurra ha cinque anni. L’ho chiamata Azzurra sperando che l’Italia vincesse la Coppa del Mondo di calcio. E, infatti, nel 2006 l’Italia ce l’ha fatta! È nata a Torino, Kintana vuol dire "stella". Proprio come una stella è brillantissima. A differenza della sorella, vorrebbe viaggiare sempre e andare spesso in Madagascar, anche perché ha imparato in fretta a parlare in Tsimihety. Serena sta preparando l’esame di terza media, mentre Kintana è all'ultimo anno dell'asilo ed è pronta ad andare alle elementari.

In Italia....
Mi sono trasferita in Italia (Torino) nel 1999 per amore. Non mi sono abituata subito ai costumi italiani: all'inizio mi sembrava che qui tutto fosse più freddo e non solo per il clima. Non mi piaceva davvero nulla di quello che c'era da mangiare. È strano, perché i cibi italiani sono fra i più buoni al mondo, ma questo l’ho capito solo dopo. Mio marito è diventato matto perché mi doveva portare spesso al ristorante cinese per mangiare riso e zuppe simili a quelle del Madagascar. Ora mi sono italianizzata e mi sono abituata (fin troppo!) alle  specialità italiane e anche piemontesi. Pensa un po' che adesso mi piace la carne cruda all'albese, adoro gli “agnolotti del plin” e cucino io stessa la “bagna cauda”!

Mangi riso o pasta
Purtroppo non mangio più il riso tutti i giorni come siamo soliti in Madagascar, ma per abituare le mie figlie alla cucina malagasy continuo a cucinare “sawaba”, “fontsy lahy” e la magnocca almeno una volta alla settimana. A loro piacciono molto e così non soffrono troppo quando arriviamo laggiù, in Madagascar. Loro sanno anche discutere in “Tsimihety”, soprattutto la più piccola, che è anche la più tremenda. Faccio tutto il possibile per conservare e mantenere i miei costumi tradizionali.

Mancano tanto
Devo dire che mi manca soprattutto la mia famiglia. Poi, ovviamente, soffro per il clima: per quanto mite e bello rispetto ad altri paesi europei, davvero non sopporto il freddo invernale di Torino. Ogni volta che nevica mi meraviglio ancora: è stata una vera emozione quando ho potuto vedere i fiocchi bianchi cadere dal cielo e ho potuto toccare la neve la prima volta. Che meraviglia!!

Dell’Italia
Mi piacciono le città italiane, sono tutte bellissime. Poi adoro la musica e i cantanti italiani (sono bravissimi!) e mi piacciono anche molto i musei.

La gente italiana è
Cortese? Io conosco solo persone gentili. Tanti bravi italiani che mi vogliono bene e che sono sempre molto cordiali con me. Purtroppo in Italia c’è anche il razzismo, che ho potuto sperimentare sulla mia pelle.

Amiche italiane
Ho tante amiche italiane e malagasy, buone e scherzose. Le mie amiche sono mamme come me, mentre gli amici sono principalmente musicisti.

Rapporti con la famiglia
I rapporti con la famiglia di mio marito sono molto buoni. Sono una donna fortunata: quando sono arrivata in Italia mia suocera mi ha accolta come una figlia. Lei mi dà una mano ogni volta che ne ho bisogno e mi aiuta molto con le mie figlie.

La religione
Sono cattolica. Appena arrivata in Italia andavo spesso a messa, poi un poco di meno. Sai perché? Perché mio marito non è credente e non prega per niente e per nessuno. Lui in chiesa ci va solo per ammirare l'architettura.

Il Vaticano e il Papa
È stato uno dei miei primi desideri quando sono arrivata in Italia, di andare a visitare il Vaticano. Ho assistito ad alcune messe di Papa Giovanni Paolo II. Invece non ho ancora avuto la fortuna e l’occasione di vedere ed ascoltare Papa Benedetto XVI.


Oltre Torino quale è la città italiana preferita
Mah, è proprio difficile da dire. Io ho lasciato il mio cuore a Capri e Firenze. Lì sì che mi piacerebbe vivere.

Preferisci dell’Italia
Come ho detto, mi piace moltissimo la cucina italiana. Poi adoro i monumenti, i paesaggi e la storia d’Italia.

Il Madagascar
Amo molto il mio paese natale e, quando posso, ci torno. Ci sono stata da poco e mi sono fermata con le mie bambine per ben tre mesi nella mia città, Andapa, dove vivono i miei familiari e i miei amici più speciali.




Quando torni
Eh sì, ho una grandissima famiglia, che mi festeggia di continuo. Ogni volta che torno da lì ingrasso, proprio perché non mi lasciano fare nulla! Oggi uno mi cucina un pollo arrosto, domani una salciccia alla moda malagasy, dopodomani un altro mi porta una torta. Alla sera non mi mancano mai le “brochette” (spiedini). Le mie cognate e le mie sorelle mi aiutano per la manicure e mi curano i capelli. Mi stufo delle trecce? Me li fanno lisci come una cinese. Mi fanno sentire una vera principessa, anche perché sono la “faravavy” (la più piccola della famiglia), però la prima che ha avuto il coraggio di lasciare il Madagascar. Ero proprio felicissima durante questa lunga vacanza, ma intanto piangevo perché non ho più trovato la mia mamma, che mi ha lasciato alcuni anni fa.

Cosa  chiedono
Di solito le mie amiche mi chiedono se possono venire in Italia con me, o se posso trovar loro un buon "partito" italiano. Poi mi chiedono di portare loro scarpe e vestiti “made in Italy”. La mia famiglia e i miei amici stretti invece quest'anno mi hanno chiesto come va l'Italia e la sua politica: sono molto informati e oramai conoscono tutto il mondo.

Faresti la stessa scelta
Vivo in due paesi meravigliosi che tutti sognano, il Madagascar e l’Italia. Inoltre, sono qui per amore e mi trovo bene. Così anche, quando sono in Madagascar, che è il mio “paradiso” personale, porto con me due passaporti, quello malagasy e quello italiano. Quindi, per rifare, davvero rifarei tutto volentieri, non solo una seconda volta, ma anche due o tre! Però… c’è un però. Mi rimane in fondo al cuore il sogno di tornare nel mio paese, perché vorrei seminare tutto ciò che ho imparato in Europa, qui “andafy” come diciamo in malagasy. Appena potrò tornerò in Madagascar con la mia famiglia!


Ciao Madagascar, sei mio, ti amo,
un giorno tornerò
Buongiorno Italia, oramai sono tua,
sei il mio amore
Olga del Madagascar

Olga partecipa alla campagna di salvaguardia della foresta del Madagascar avendo registrato un DVD 

Léa Ratsimbazafy, vive a Roma dal 2001 con la famiglia.


Con la mia laurea di ingegneria chimica conseguita in Madagascar nel 1986
 la nostra situazione economica era estremamente difficile nel mio paese.
Aprirà una sartoria artigianale « Lina Tessuti e Ricami »




Il mio nome è Léa Ratsimbazafy , sono nata a Ambatondrazaka nella provincia di Tamatave.
Attualmente svolgo il lavoro di collaboratrice familiare presso alcune famiglie italiane ma sono in procinto di avviare una mia impresa di sartoria artigianale, che chiamerò’ “LINA TESSUTI E RICAMI”.
Sono sposata con tre figli, due maschi e una femmina. Il primo, Faniry di 22 anni frequenta il terzo anno di ingegneria informatica presso l’Università Roma Tre; la seconda Iantsa di 20 anni frequenta il secondo anno di ingegneria chimica presso l’Università La Sapienza di Roma; il terzo Ifaliana di 17 anni frequenta il quarto anno del liceo scientifico.

In Italia:

Mi sono trasferita in Italia, a Roma, nel 2001 per migliorare le nostre condizioni di vita in quanto in quel periodo la nostra situazione economica era estremamente difficile.
Con la mia laurea di ingegneria chimica conseguita nel 1986 e il diploma in gestione d’impresa executive management conseguito nel 1994 ho lavorato per 12 anni con grande soddisfazione presso il Ministero della Salute del Madagascar, prima come responsabile di produzione farmaceutica e poi come responsabile del controllo qualità di prodotti alimentari.
Purtroppo il reddito percepito era insufficiente a mantenere dignitosamente la mia famiglia e quindi mi sono decisa a trasferirmi in Italia sperando in un futuro migliore sopratutto per i miei figli.

È stato difficile

L’inizio è stato molto difficile e non potendo utilizzare in Italia la mia laurea e le mie competenze professionali l’unico lavoro che ho trovato è stato quello di collaboratrice familiare.
Inizialmente ero ospite di una famiglia malgascia e quindi non mi sono subito adattata alle abitudini italiane; poi pian piano la situazione è migliorata e mi sono inserita meglio anche con l’aiuto della comunità malgascia presente a Roma.
In seguito mi ha raggiunto mio marito Danny e i miei figli, abbiamo preso in affitto una casa e con molti sacrifici siamo riusciti a farli studiare tutti e tre.


Il riso

Nella nostra casa la sera si mangia quasi sempre riso ma a pranzo i figli mangiano abitualmente la pasta sia a casa che all’università.

Nostalgia

Le persone e le abitudini malgasce mi mancano tanto: la vicinanza della mia famiglia d’origine, dei miei fratelli e sorelle, le loro chiacchiere, le risate. Per il cibo non c’è problema perché si trova tutto sul mercato italiano, meno che le “ravitoto” e le “voajobory”.

Dell’Italia

Dell’Italia in particolare mi piace la diversità delle stagioni: la neve in inverno, il mare in estate e le mezze stagioni, l’autunno e la primavera, con l’esplosione di colori e fiori che abbelliscono le strade e i balconi.

Gli italiani

Per quanto riguarda l’accoglienza mi ritengo molto fortunata perché gli italiani con me si sono dimostrati quasi sempre cortesi e gentili. Ho diverse amiche italiane conosciute in ambito lavorativo o di vita sociale; questi rapporti si sono poi estesi alle rispettive famiglie.

La religione

Sono di religione protestante e vado in chiesa tutte le domeniche svolgendo tanti impegni nella nostra chiesa: la diaconia, la tesoreria del gruppo delle donne, presidente del gruppo di preghiera e tante altre attività legate alla mia arte personale (ad es. decorazione degli ambienti in occasione di celebrazioni o eventi speciali).
Sono andata a S. Pietro ad ascoltare il Papa in occasioni importanti come il Natale.

Altre città

Ho visitato qualche altra città in Italia ma non molte: mi è molto piaciuta l’Isola d’Elba e in particolare Venezia, ma non mi piacerebbe abitarci!

L’Italia

Dell’Italia mi piace la gente dal carattere molto aperto, la varietà del mangiare, il paesaggio molto vario e bello, i monumenti della Roma antica; purtroppo non ho ancora visitato i musei, sono tanti e il mio tempo libero è poco!


In Madagascar

Pur desiderandolo molto non sono riuscita ancora a tornare in Madagascar per visitare i miei parenti, anche se molti di loro sono venuti a trovarmi in Italia. In questa occasione di incontro è una grande festa, ci raccontiamo tante cose, sono curiosi della mia vita in Italia, del mio lavoro e della mia nuova vita!

Progetti

Vorrei dire due parole sulla mia nuova esperienza di lavoro che sto intraprendendo con tanta determinazione per potere cambiare le condizioni di vita.
Infatti la mia nuova attività riguarda quello che io sento di poter fare sulla base delle conoscenze acquisite presso la mia famiglia in Madagascar nel campo del ricamo e della sartoria.
Partendo da questa esperienza, migliorata negli anni con la conoscenza dei gusti degli italiani, sto costituendo una mia ditta individuale, aprendo un mio laboratorio di sartoria per la confezione e rifinitura a mano di abiti per bambini.
In futuro l’attività si può ampliare con la vendita di vestiti importati dal Madagascar e rifiniti nel mio laboratorio.
La possibilità di successo del mio progetto deriva, non solo dalla mia determinazione, ma anche dal sostegno che fortunatamente ho trovato da parte di alcuni amici italiani che fanno parte di enti e istituzioni, dalla comunità religiosa e dalle associazioni italo-malgasce che aiutano gli stranieri nello sviluppo di nuove imprese sulla base di progetti credibili e affidabili.

Dovendo oggi scegliere

Se oggi dovessi scegliere non cambierei niente della mia vita, non mi pento della decisione che ho preso di venire in Italia, anche se mi è costata tanti sacrifici.
Ho fatto questo per migliorare lo stato della mia famiglia, spinta da una grande speranza e da tanto coraggio.
Io sono soddisfatta nel vedere i miei figli consapevoli della loro situazione che cercano di istruirsi al massimo. Capiscono che lo studio è l’amico che non li lascerà mai, non li tradirà, e servirà come protezione nelle loro difficoltà.
Oggi guardo il Madagascar con occhi diversi, io all'estero rappresento questa Grande Isola con tutte le sue ricchezze naturali con il suo popolo che è la vera forza del paese. Questo è CIO' che vivo tutti giorni e non mi stanco nei miei passi, nella mia corsa tra le strade di Roma senza riposo; vedo ancora l’immagine di questa donna malgascia nel campo che porta il figlio sulle spalle mentre lavora; e io oggi, ho questo ricordo che mi segue mentre lavoro a casa mia, mentre assisto le varie famiglie e le loro case.
Adesso, mentre cerco di impostare la mia piccola impresa, questo ricordo mi segue ancora e mi spinge passo dopo passo a cercare di costruire il futuro mio e dei miei figli per avere successo nella vita che io costruisco. Cosi vado avanti, forte e coraggiosa con tutta la speranza di un domani migliore. Spero che questo nuovo anno sia una partenza, un percorso e una meta orientata verso la realizzazione dei i miei desideri.
Auguri Lea

Barbara Bini, ex titolare di un avviato Studio Professionale di Consulenza del Lavoro a Milano.


Perché hai lasciato l’Italia per il Madagascar

Me lo sto ancora chiedendo. Non c’è stato un unico motivo, ma una serie di motivi. La prima volta che sono stata in vacanza, a Nosy Be, per una settimana di immersioni con Luca, il mio compagno,  ero rimasta un po’ perplessa, le immersioni non erano state eccezionali, avevo avuto un problema di salute che mi faceva stare un po’ in tensione e l’aspetto “fatiscente” dei villaggi mi  metteva a disagio, mi sentivo un’intrusa.
La natura però mi aveva subito colpito e negli ultimi giorni di vacanza avevo cominciato a rilassarmi e a percepire la bellezza che mi circondava.
Luca invece era rimasto entusiasta e durante il volo di rientro in Italia mi aveva annunciato che prima o poi saremmo venuti a vivere in Madagascar.
Ricordo di aver pensato: HEI !!!............., andiamoci piano, per una vacanza si può ancora fare, ma addirittura viverci !!!

Al rientro in Italia
Dopo quella vacanza, quando sono rientrata in Italia, ho cominciato a vedere il “mio” mondo con occhi diversi. Tutto mi sembrava inutile e finto, tutto basato sull’apparenza, i ritmi di lavoro assurdi, il cibo senza sapore, l’assenza completa di colori…. Era come se vedessi la mia vita da fuori, dall’alto, dal punto di vista di un’altra persona e ho cominciato a farmi delle domande.
Quello che mi ha “fregato” è stato lasciare la porta aperta alla possibilità di cambiare vita, pur non avendoci mai pensato prima. Non sono mai stata una di quelle persone che vogliono scappare su un’isola deserta. Per me la città era la normalità… Avevo fatto tanti bei viaggi, anche in paesi molto poveri, ma mai avevo avuto una reazione emotiva che avesse scosso le mie sicurezze in questo modo. Se tornavo da un paese povero, in cui mi ero magari lavata per dieci giorni con un secchio d'acqua e avevo fatto i miei bisogni in un buco nel terreno, come in Nepal, quando rientravo in Italia, apprezzavo ancora di più la comodità del mio bel bagno pulito e accogliente; il viaggio mi serviva per  apprezzare quello che avevo o forse per sopportare quello che inconsciamente mi mancava. Non so se tutto ciò sia capitato perché ero nel momento giusto della mia vita o perché il Madagascar ha dei poteri particolari (io sostengo che sia una terra magica), sta di fatto che dopo aver scoperto il Madagascar non sono più stata la stessa. Tutto ha cominciato a darmi fastidio, ero insofferente, cominciavo a sospettare che il mio “spirito” fosse stato concepito per una vita diversa da quella in cui mi ritrovavo.

Il mare
La mia passione per la subacquea occupava sempre di più i miei pensieri e la mia mente, da subacquea ricreativa quale ero, sono diventata guida subacquea, dando una mano in un diving di amici nel tempo libero per fare esperienza, poi ho preso il brevetto di istruttrice PADI, per essere pronta, nel caso in cui passasse il mio treno. Stavo già pensando in modo diverso.... a dire: perché no?

Lo Squalo Balena
Luca dal canto suo, lavorava di persuasione, da sempre convinto che quello fosse il nostro destino, e soprattutto convinto che Nosy Be non fosse solo quello che avevamo visto in quella misera settimana. Siamo quindi tornati una o due volte a Nosy Be, per periodi più lunghi, finché, nel novembre 2005, ho incontrato, per la prima volta, lo SQUALO BALENA e da quel momento ho capito che avrei voluto fare un lavoro che mi permettesse di stare a contatto il più possibile con creature così meravigliose.
Nei tre anni successivi al mio primo incontro con il Madagascar, ho “preparato” la mia famiglia, ho cominciato ad organizzarmi in vista dell’idea di chiudere la mia attività professionale, e ho atteso pazientemente il mio treno per il Madagascar:  ed è arrivato!
 Mi piace pensare che, quando desideri fortemente qualcosa, l’universo congiura per fartela ottenere…

L’inizio della tua attività
Dopo i nostri viaggi “turistici” a Nosy Be siamo rimasti in contatto con i titolari del diving con cui facevamo le immersioni a Nosy Be, facendo loro presente che eravamo interessati a trasferirci, e ad investire in un diving. Uno dei soci ha avuto la richiesta da parte del Corail Noir Hotel di aprire un diving interno alla struttura e ci ha mandato una e-mail per sapere se eravamo ancora interessati. Il classico “fischio” e noi siamo arrivati di corsa.

Il nuovo mondo
Psicologicamente non ho avuto problemi ad ambientarmi, la gente è disponibile e aperta a tutte le stranezze di noi "wasa", ma soprattutto mi sono resa conto che abbiamo bisogno di molto meno di quello che pensiamo. Quando vivevo a Milano il sabato mattina scattava lo "shopping compulsivo" e buttavo via montagne di soldi solo per cercare di riempire i miei vuoti. Da quando sono a Nosy Be, mi compro al massimo un cestino di rafia al mercato (200o ariary, meno di un euro) o un pareo e sono felice.... Uno dei miei timori, nel cambio di vita, era proprio il passare da una grande città, ricca di stimoli, di opportunità, di comodità... al nulla. Ora, riflettendo sulla incredibile naturalezza con cui mi sono adattata a questo nuovo mondo, credo che il nulla che vedevo era la mancanza di cose inutili. Qui, in realtà, se si hanno gli occhi per guardare, c'è una ricchezza inestimabile per l'anima.

L’adattamento
Il corpo invece ci ha messo un po’ di più…. Per il primo anno da quando mi sono trasferita in Madagascar, nel 2006, ho sofferto di otite, di tosse cronica, di nausea per mesi e mesi. Tutto sommato avevo passato praticamente tutta la mia vita a Milano al chiuso, in casa o in un ufficio, e cambiare radicalmente abitudini e ritrovarsi improvvisamente sotto il sole, all’aria aperta tutto il giorno e a contatto con l’acqua credo che abbia un po’ messo a dura prova il mio organismo. Poi, come d’incanto, è come se il mio organismo avesse “registrato” il nuovo ambiente, e da quel momento, non ho più avuto nulla.

 Il  lavoro
La parte che preferisco è il contatto con il mare e la natura. Tecnicamente ad una guida subacquea è richiesto di portare subacquei brevettati in zone particolarmente affascinanti per ammirare il fondale e le creature marine. Fare questo lavoro qui a Nosy Be è inimmaginabile, ti dà una grande soddisfazione. Certo, come ovunque il mare è imprevedibile: a volte ti da tutto,  altre volte ti lascia frustrato. Ma a Nosy Be, poiché il ciclo delle stagioni comporta variazioni della temperatura dell'acqua soltanto di 7 gradi (da 24 in inverno a 31 in estate) la vita marina è sempre diversa, gli incontri cambiano in base alla stagione e non c'è modo di annoiarsi. L'entusiasmo di una guida subacquea è contagioso e devo dire che il mio naturale entusiasmo è supportato dalla incredibile ricchezza di questi mari. Oltretutto, pur non essendo biologa, sono per natura curiosa, e amo capire e studiare, quindi ogni giorno per me è un arricchimento che poi cerco di trasmettere a chi si immerge con noi. Vivere emozioni uniche e poterle rievocare è il massimo che si possa desiderare, e qui arriviamo alla seconda mia passione, cioè fare foto e video subacquei. Così, chi torna a casa dopo una settimana di immersioni, può rivivere i momenti che ha vissuto. Fare questo lavoro con passione credo sia importante,  sia per la propria attività che  per questo paese. Il Madagascar, a livello di subacqueo, è ancora tutto da scoprire, non ha tradizione, non ha un nome famoso, come le Maldive o il Mar Rosso, quindi va fatto capire, va spiegato; è importante prendere le persone "per mano" e mostrare loro tutto quello che può offrire: la quantità impressionante di pesce che arriva con certi tipi di marea, gli influssi della luna, l'importanza e la varietà del plancton, le misteriose apparizioni dello squalo balena, l'incredibile puntualità della migrazione delle megattere..... Ogni anno, quando avvistiamo la prima megattera, tratteniamo a fatica una lacrima, dentro di noi pensiamo: nonostante l'uomo, ce l'avete fatta anche questa volta....Quando una persona, dopo essersi immersa con noi, ti dice "non avevo idea che il Madagascar fosse così bello" abbiamo la certezza di aver lavorato bene.

Inoltre
Oltre a fare il mio lavoro di istruttrice e guida subacquea, però, ovviamente, c'è anche una parte di lavoro che si svolge dietro le quinte, che non è meno importante. Io e Luca ci occupiamo di tutta la gestione del diving, dividendoci i compiti: io mi occupo delle prenotazioni, dei rapporti con i tour operator e con le agenzie viaggi, della parte amministrativa (vista la mia precedente esperienza mi tocca), della promozione e di tutto quello che può servire. Chi decide di venire a vivere in Madagascar deve saper fare un po' di tutto e soprattutto deve saper adeguare le proprie capacità ai mezzi che ha a disposizione.

I malgasci
E’ un argomento molto delicato. La difficoltà di interagire con i malgasci la si percepisce solo quando si vive qui.  Quando si hanno contatti “da turista” appaiono solari, allegri, disponibili, generosi. E questo ti stupisce, loro non hanno nulla, sono poveri, ma sono disposti a dividere quel nulla con te. Quando invece devi lavorare con loro, allora ti scontri con la assoluta differenza di temperamento, di prontezza intellettuale, di velocità di reazione, di capacità logica…. E questo a poco a poco ti porta alla frustrazione e, a volte, all’esaurimento.  Ti aspetti qualcosa da loro che non è possibile ottenere, perché non hanno avuto il tuo stesso percorso, non sono vissuti nel tuo stesso contesto, hanno principi diversi. Sono comunque degli ottimi esecutori, e la loro capacità di arrangiarsi determina la soluzione di problemi pratici nei modi più bizzarri e creativi. L'efficienza di un'attività che comporti l'impiego di lavoratori malgasci è subordinata al controllo costante nonché alla preparazione di itinerari e sistemi operativi dettagliatissimi che prevedano ogni possibile inconveniente. Nel momento in cui si presenta la variabile, il malgascio non chiede, ne si ingegna. Si ferma e aspetta.

 E  l’Italia
Ogni anno torno in Italia per quasi due mesi, fra gennaio e marzo, in quanto non è una buona stagione per l’attività subacquea a causa delle piogge. Torno ovviamente per vedere i miei genitori e per godere delle prelibatezze che mi prepara mia mamma; per la cucina e il vino italiani in genere. Questi mesi di trasferta sono però molto importanti anche a livello lavorativo, per i contatti che si mantengono con i clienti più affezionati, con i club subacquei e con i tour operator. Un'altra incombenza che siamo obbligati a svolgere in Italia (visto che il Madagascar, in questo ambito, è fermo all'età della pietra) è l'aggiornamento e la manutenzione delle attrezzature; la nostra attività si basa quasi totalmente su strumenti tecnici e tecnologici: dall'attrezzatura subacquea, ai computer, all'attrezzatura fotografica, eccetera, che devono essere tenuti sempre in perfetta efficienza. Mentre siamo in Italia faccio infine scorta di libri e ne approfittiamo per dare una controllata anche al nostro stato di salute. Esami del sangue, della vista, dei denti.... Questo è l'unico vero limite del Madagascar: in caso di un problema di salute grosso o piccolo (come il dentista), l'unica possibilità è tornare subito in Italia.

La politica italiana
Che è ciò che dimostra: l'Italia è un grande paese, perché  se,  nonostante la totale incapacità, disonestà e spreco di denaro che contraddistingue la nostra classe dirigente, l’Italia non è ancora diventato un paese del terzo mondo, significa che gli italiani sono gente tosta.

Orgogliosa
Si sono orgogliosa di potermi mantenere con un lavoro che mi diverte e mi appassiona e di stare a contatto con la natura, di non essermi sbagliata quando ho fatto questa scelta e di poter seguire la mia indole.

Per essere felice
Il mare, i pesci, la mia videocamera e le fasi lunari sono gli ingredienti della mia felicità.

 La prima cosa che pensi quanto ti svegli la mattina
 Oddio, sono pazza, cosa ci faccio qui?

Fai dei sogni
Dicono che tutti sognano, ma io non me li ricordo quasi mai. Quando me li ricordo mi sembrano talmente assurdi che cerco di dimenticarmeli.

Hai un messaggio da comunicare
Può sembrare una banalità, ma sono felice di vivere in un’epoca in cui esiste ancora la mia professione, e in cui in mare c’è ancora qualcosa di bello ed emozionante da vedere. Purtroppo, credo che non durerà a lungo.

Barbara e Luca sono titolari di Aqua Diving , diving center e centro escursioni a Nosy Be.
Hanno un sito internet: www.aquamadagascar.com , un blog: www.lovebubble.it e sono su Facebook alla pagine LOVE BUBBLE SOCIAL DIVING

Mito rock sotto accusa: la Gibson usa legno illegale per le chitarre


Brutte notizie per i rockettari amici dell’ambiente: le preziose e super famose chitarre Gibson, un vero e proprio pezzo di storia del rock, sarebbero fabbricate con legni pregiati ricavati da alberi in via di estinzione.  Si tratterebbe di ebano, mogano e palissandro importati dall'India e dal Madagascar, in barba alle leggi americane che ne vietano il commercio e la lavorazione.
Se le accuse dovessero essere confermate -finora non c' è stata nessuna incriminazione-, sarebbe una macchia indelebile su uno strumento così tanto apprezzato dalle principali icone del rock and roll, da John Lennon a Jimmy Page, da Santana a Chuck Berry. E poi ancora Slash dei Guns & Roses, Angus Young degli AC/DC, Paul McCartney, Eric Clapton, e chi più ne ha più ne metta.
Secondo la stampa americana, i federali dell'U.S. Fish and Wildlife Service avrebbero fatto irruzione nelle mitiche fabbriche Gibson nel Tennessee, a Memphis e a Nashville, sequestrando decine di chitarre, campioni di legno e computer. Ma l'azienda di Nashville ha negato le accuse, definendole ingiuste e infondate. Henry Juszkiewicz, amministratore delegato della Gibson, ha dichiarato al Financial Times: “Abbiamo rispettato le leggi indiane e proveremo la nostra innocenza”. “Abbiamo un sacco di problemi a mandar avanti la baracca. I raid federali sono stati un colpo da cui sarà difficile riprenderci”, ha detto poi l’A.d., evidenziando come, a suo dire, la crisi abbia intaccato anche le più famose e costose chitarre del mondo, con una Les Paul del 1959 che può valere mezzo miliardo dollari.
Ma non è la prima volta che inchieste di questo tipo colpiscono la Gibson: nel 2009, l'azienda era stata già perquisita con l'accusa di aver importato illegalmente legno di rosa in via d'estinzione dal Madagascar.
Insomma, l'ultima azione contro la Gibson, oltre ad aver diviso il mondo musicale, riaccende il dibattito sul rapporto tra musica e ambiente. Perché le alternative esistono, come ci aveva dimostrato il Riciclato Circo Musicale, ma spesso sono gli stessi musicisti “a non voler passare a strumenti fatti con legni eco-sostenibili”, come ha spiegato ai giornali Dick Boak, direttore delle relazioni con gli artisti della C.F. Martin Company.
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa l’ “eco-impegnato” Bono degli U2, visto che anche il suo mitico chitarrista The Edge usa praticamente da sempre una Gibson Explorer…
Fonte:www.greenme.it/
Roberta Ragni

Chitarre Gibson: è ora di cambiare musica e legno


La Gibson, che ha prodotto tra le altre le chitarre usate da John Lennon, Jimmy Page, Chuck Berry e Santana, ha accettato di pagare una multa di 300.000 dollari per aver importato illegalmente dal Madagascar e dall’India legni pregiati da alberi in via di estinzione. Grazie all’accordo concluso con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America, la Gibson eviterà il processo, ma dovrà comunque versare altri 50.000 dollari a un’associazione ambientalista. Intanto il governo malgascio corre ai ripari creando il Parco Naturale di Makira la più vasta area protetta dell’isola.



Il Madagascar crea la più grande area protetta


Con la  firma ufficiale del decreto che istituisce il Parco Naturale Makira, il governo del Madagascar ha creato la più vasta area protetta dell'isola. L'area ospita il maggior numero di di specie di lemuri del pianeta.Il Parco Naturale di Makira rappresenta una tappa verso l'obiettivo della protezione del 10 per cento delle aree naturali del Madagascar.
Il parco è frutto di un decennio di campagna da parte della Wildlife Conservation Society.
Situato nel nord est del paese, il Parco Naturale di Makira protegge un'area di 372,470 ettari di foresta pluviale, ed ospita la più ricca biodiversità dell'isola, assieme all'adiacente Parco Nazionale di Masoala, e al resto dello spartiacque di Antongil Bay.
Il nuovo parco (creato da numero decreto 2012-641 e firmato il 19 giugno) ospita 20 delle 103 specie di lemuri dell'isola, un unico gruppo di primati che vive solo nel Madagascar. Oltre a proteggere i lemuri, il Parco Naturale di Makira garantirà anche la protezione di molte altre specie, tra cui l'unico grande predatore del Madagascar, il fossa (Cryptoprocta ferox), un predatore simile al gatto, che si nutre di lemuri e richiede grandi aree di foresta intatta a mantenere in salute la sua popolazione.
Read more: http://www.salvaleforeste.it/it/component/content/article/6-news/good-news/3314-il-madagascar-crea-la-pi%C3%B9-grande-area-protetta.html#ixzz24LNsNS9h

Natura e bellezza: Madagascar

Se pensate di concedervi un viaggio in una terra lontana in cui il fascino di una natura incontaminata dalla flora e dalla fauna davvero uniche si sposa alla perfezione con la possibilità di regalarsi indimenticabili giornate di mare dalle atmosfere esotiche, il Madagascar è la scelta che fa per voi. Questo paradiso tropicale cullato dalle acque dell'Oceano Indiano si trova al largo delle coste sud-orientali dell'Africa ed è stato, nel corso dei secoli, un crocevia di culture che hanno lasciato segni visibili ancora oggi. 
Questo paradiso tropicale cullato dalle acque dell'Oceano Indiano si trova al largo delle coste sud-orientali dell'Africa ed è stato, nel corso dei secoli, un crocevia di culture che hanno lasciato segni visibili ancora oggi.
Chi visiterà il Madagascar potrà osservare le tracce del passaggio di popoli e tradizioni su questa splendida terra e scoprire l'eredità che hanno lasciato ai loro posteri esplorando le coltivazioni di riso a terrazze, tipiche dell'Indonesia, incantandosi a guardare le suggestive piroghe a bilanciere di origine polinesiana, rimamendo affascinati dai libri di magia scritti in caratteri arabi, o ancora girovagando tra negozi e mercati dalle atmosfere tipicamente indiane o conoscendo le zone in cui gli animali vengono ancora allevati allo stato brado, come tra le tribù africane.

Se pensate di concedervi un viaggio in una terra lontana in cui il fascino di una natura incontaminata dalla flora e dalla fauna davvero uniche si sposa alla perfezione con la possibilità di regalarsi indimenticabili giornate di mare dalle atmosfere esotiche, il Madagascar è la scelta che fa per voi.

Già quando si muovono i primi passi in questo Paese, si avverte tutta la sua essenza respirando gli inconfondibili profumi di ylang ylang, di caffè e di vaniglia di cui è intrisa l'atmosfera dell'isoletta di Nosy Be, il luogo ideale per concedersi una vacanza paradisiaca, dove sarà il riposo a far la da padrone e dove le acque sono talmente limpide che verrebbe voglia di berle. Ma il Madagascar è anche natura, una natura fatta di specie animali e vegetali rarissime che vivono tranquille sull'isola, tra Parchi Naturali, aree protette e zone verdi.
E poi ci sono loro. Le creature forse più famose dell'isola. I simpatici 
lemuri, i piccoli primati che nascono soltanto in queste zone e di cui il Madagascar vanta ben 60 specie diverse, tra cui si distinguono i sifaka, i marroni, i lemuri macaco, gl'Indri ed anche i singolari lemuri topo, che entrano in una tazzina da caffè o gli aye aye, creature notturne da molti ritenute portatrici di sventura. Si tratta di luoghi davvero speciali, dunque, che non meraviglia siano stati inseriti nella lista dei siti patrimonio dell'Umanità UNESCO. 
Fonte:viaggi.libero.it/il




Monclick e ISF insieme per un’aula di informatica in Madagascar


Monclick dà il via alla nuova stagione autunnale invitando i suoi clienti a prepararsi per il rientro a scuola o al lavoro attraverso una selezione di prodotti appositamente dedicati per il “Back to School” ed il “Back to Work” coniugandoli con un’importante iniziativa benefica che vede coinvolta l’ONLUS ISF (Informatici Senza Frontiere).
Monclick e ISF, un’associazione benefica dedicata al superamento del Digital Divide, lavorano insieme al raggiungimento di un obiettivo condiviso: la realizzazione di un’aula informatica e la formazione dei relativi docenti a Bemaneviky, in Madagascar. Il progetto Bemaneviky è destinato alla Missione Salesiana del luogo che gestisce o collabora con scuole elementari, medie e superiori per un bacino totale di 3.200 allievi. Il progetto è sicuramente di grande impatto su una zona particolarmente sfortunata: come testimoniamo i volontari presenti sul luogo, quest’area del Madagascar è notevolmente colpita dall’uso su larga scala del khat, una droga sottovalutata e socialmente devastante. Per i Salesiani, l’informatica potrebbe essere non solo un veicolo di formazione degli studenti, ma anche di informazionesugli effetti nocivi di questa droga.
Monclick ha deciso di prendere parte a quest’importante attività devolvendo il 4% degli incassi delle iniziative “Back to School” e “Back to Work”, classiche di questo periodo dell’anno. Monclick ha selezionato alcune gamme di prodotti utili a riprendere con slancio la scuola e la vita professionale con l’ausilio della tecnologia: PC e notebook, monitor, software, tablet,stampanti e scanner, componenti e networking. Inoltre, specificatamente pensati per l’attività professionale, Monclick propone ultrabook, server e workstation, NAS e UPS.
Monclick ha coinvolto i migliori brand del settore e, con piacere, ha riscontrato un’entusiasta risposta da parte dei vendor che contribuiscono nella misura della metà della cifra che verrà raccolta. Da oggi è possibile riconoscere immediatamente questi prodotti grazie ad un banner presente nelle relative schede prodotto.