lunedì 11 agosto 2014

Madagascar, un gioiello della natura

di: Assunta Caruso  
È nota al mondo soprattutto per essere la terra dei lemuri, ma anche per essere
un vero e proprio paradiso di natura, profumi e specie animali. Il Madagascar, infatti, è un luoghi incontaminato in cui piante ed animali vivono senza interferenze degli uomini.

Questo paradiso tropicale cullato dalle acque dell’Oceano Indiano si trova al largo delle coste sud-orientali dell’Africa ed è stato, nel corso dei secoli, un crocevia di culture che hanno lasciato segni visibili ancora oggi.




In questo splendido paese troverete anche le coltivazioni di riso a terrazze, tipiche dell’Indonesia, le piroghe a bilanciere di origine polinesiana, i  libri di magia scritti in caratteri arabi, negozi e mercati  in cui gli animali vengono ancora allevati allo stato brado, come tra le tribù africane.
Un luogo tutto da scoprire e da amare.
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tratti distintivi di una terra definita "l'ottavo continente"

Pianure che non finiscono mai, montagne dissolte,
patrimonio residuo di milioni di anni

Mahanoro è una cittadina tranquilla e silenziosa sulla costa est del Madagascar.
Cittadina povera, si vede dai prodotti al mercato, ma non misera.

In Madagascar, tra villaggi in cui sembra d’essere risucchiati
indietro di secoli, o addirittura millenni, si scopre che la Natura
nutre non solo il corpo, ma anche l’anima.
Una natura superba, mare splendido che, in alcuni punti,
raggiunge i colori e le trasparenze delle Maldive,
un verde della foresta così intenso che quasi abbaglia
.
un luogo in cui il tempo sembra essersi praticamente fermato
sotto molto punti di vista,primo fra tutti quello naturalistico

Per sentirsi Robinson Crusoe nell'arcipelago delle Mitsio,
tra pesci pagliaccio e coralli. E fuori, lemuri e baobab

 È consigliata la lettura sia a coloro che desiderano
visitare questo paese e anche a coloro che lo hanno
già visitato per scoprire quello che si sono persi.



La giornata della donna

Laura Onofri
Anche in una piccola isoletta del Madagascar, Nosy Komba, a marzo, si festeggia la giornata internazionale della donna.
La festa del 15 marzo ad Ampangorina, principale villaggio di Nosy Komba fa eco alla più importante giornata ufficiale che si svolge sulla grande terra l’8 marzo.
Tutte  le donne dei vari villaggi e delle associazioni  dell’isola con i loro vestiti multicolori  sfilano nelle vie del villaggio cantando e danzando.
Ogni gruppo con i propri colori, le proprie danze e i propri inni. Una volta si svolgeva un concorso fra i costumi più belli e  le più  attraenti coreografie, ma pare che il podio suscitasse troppe  gelosie ed invidie e  così ora si assiste solamente alla sfilata delle donne senza la sfida!
Forse in Madagascar hanno capito, prima di noi,  che non è più il momento di “Eva contro Eva” e alle donne conviene allearsi!!!
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Nosy Komba rappresenta in poche parole una descrizione dell’Eden.
Bellissime le sue spiagge, cristallina l’acqua, favolosa la vita sottomarina,
tra pesci, tartarughe e coralli colorati.

Nel porticciolo di Nosy Komba incontriamo Fabrizio Franco, titolare del Maki Lodge che è venuto ad accoglierci. 

La storia di We Work It Works inizia 17 anni fa, quando Stefano Palazzi arriva ad Antintorona, un villaggio sull’isola di Nosy Komba in Madagascar.

 Il Madagascar si trova ad affrontare una triplice sfida: rapido incremento demografico, crescente povertà e instabilità politica. E’ quanto emerge dal rapporto del Fondo delle Nazioni Unite (UNFPA) sullo Stato dell’Ostetricia nel mondo.

Una violenza Madagascar contro le donne è generalmente visto come una "questione privata" e vergognoso, prevenendo i sopravvissuti alla violenza di osare parlare, denunciare e portare il caso in tribunale.


La Musica del Cuore

Don Orione per il Madagascar 
Anche quest’anno il Centro Don Orione di Ercolano, da tempo impegnato nel sostegno di Missioni in Africa, vuole accompagnarvi, tenendovi per mano, ad Antananarivo in Madagascar.

Attraverso i suoni e le danze del west Africa dei Gunà Percussion – Suoni e Danze del West Africa, la musica esilarante e poliedrica di Tarcisio Molinaro e l’esuberante Direzione Artistica di Antonio Oliviero raggiungeremo con voi,  i Bambini di un Villaggio in Madagascar che, allo stato attuale, non è provvisto di personale riabilitativo sufficiente a garantire a tutti le dovute cure.
Attraverso la Musica….“La Musica del Cuore”...proveremo insieme a dare vita ad un nuovo e meraviglioso progetto.

Ad Andsufinundri, circa 20 km dalla capitale Antananarivo, sorge una delle 4 più grandi missioni orionine presenti in Madagascar.
La missione fino a circa due anni fa operava sul territorio con la presenza di parrocchie e di scuole materne ed elementari, con un seminario ed un liceo di ben 600 alunni.
Tre anni fa nasce il Centro di Accoglienza Diurna per disabili Maison de Caritè. 50 bambini sono accolti nel centro diurno da maestre volenterose. é presente giornalmente anche una medico per le visite. Il centro è dotato anche di un piccolo dispensario sanitario con farmacia e studio dentistico.
Da gennaio data di arrivo dei Volontari Orionini di Ercolano è stato avviato un Ambulatorio Specialistico di Neuropsichiatria infantile ed epilettologia ci dice Dott.Papa con la necessità urgente di aumentare il personale medico e Riabilitativo che attualmente non riesce a coprire il fabbisogno di tutti.
Il Direttore di Ercolano anche questa volta si impegna a sostenere la Missione attraverso volontari e sostenitori disponibili
Si sta lavorando inoltre per accreditare una scuola di formazione in Fisioterapia.

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Oltre ai colori e i profumi, il Madagascar saprà sedurti anche
grazie ai suoni, alle note, i ritmi tradizionali e la danza.

viaggio tra il jazz e la canzone per dare una speranza
ai bambini meno fortunati del Madagascar

Hira Gasy significa letteralmente "canto malgascio".
Tale forma artistica popolare mescola teatro, canzone e danza. 

Il sogno continua

Di Marco Oliva
Marco Oliva, odontoiatra di Giaveno, nostro affiliato, ci ha inviato gli appunti concernenti il suo ultimo viaggio in Madagascar. Una nuova tappa del suo impegno a favore dei bimbi di Ampefy. Finalmente, infatti, dopo anni di lavoro è stato inaugurato il Centro Sanitario Saint Paul.
I "suoi" bimbi hanno voluto inviare un saluto a DAI IMPRESA, un saluto che contraccambiamo con tanto affetto a tutti i piccoli malgasci, augurando loro e all'amico Marco che questo ospedale sia il primo passo concreto verso quel diritto alla salute che ogni bimbo di questo pianeta deve avere.

Aprile 2014, si avvicina la data della prossima missione, qualche telefonata ai colleghi che partiranno con me per inventariare i materiali e farmaci raccolti durante l'anno cosi' da sfuttare al massimo i 40 kg di bagaglio che Air France ci concede e poi via si parte. Non è più la prima volta, ora so quali emozioni travolgeranno il mio cuore per questo sono ancora piu' carico e non vedo l'ora di rivedere Ampefy, il paese dove la nostra associazione da anni opera offrendo servizi pediatrici, odontoiatrici, oculistici, distribuendo farmaci tramite un piccolo dispensario.
Questa nuova missione é ancor più speciale perché durante la nostra permanenza si inaugura il Centro Sanitario Saint Paul. Sì, dopo anni e anni di sforzi il sogno del nostro presidente Paolo Mazza diventa una realtà: Ampefy avrà un ospedale.
Arrivati ad Antananarivo veniamo accolti da padre Noè nostro punto di riferimento nella capitale le ore di viaggio sono state tante e siamo tutti molto stanchi una cena insieme poi un buon riposo per affrontare l'indomani altri trecento Km per raggiungere Ampefy, li tutto e' rimasto come era l'anno prima, bimbi che corrono per le strade e tanti sorrisi di benvenuto, le bancarelle così povere ma piene di colore, cresce impetuosa la voglia di scendere dal pulmino e cominciare subito.
Nel villaggio si respira aria di festa ormai tutti sanno che ci sarà l'inaugurazione del nostro ospedale noi corriamo come tante formichine ognuno col proprio compito tutto deve essere perfetto ed eccoci arriva la domenica alle otto di mattina.
Cominciano ad arrivare grosse macchine; dalla capitale arriva il Ministro alla Sanità con tanti altri funzionari, fotografi e giornalisti; nel frattempo il Fucuntani, cioè il capo villaggio, sgozza lo zebù in segno di buon auspicio, la sua carne viene poi cotta e distribuita con un piatto di riso a tutti; verso le dieci il piazzale della missione è pieno di gente, cominciano i discorsi dei politici, poi finalmente si taglia il nastro: l'ospedale è aperto! Gli occhi della gente lasciano trapelare stupore felicità e riconoscenza che rende tutti noi orgogliosi di far parte di questo bel progetto.
Arriva la sera, la gente torna a casa, i colori e i pensieri del tramonto ci avvolgono, ora piùche mai dobbiamo spremere le nostre forze Ampefy si merita questo ospedale.
I nostri dieci giorni di missione passano veloci, è già ora di tornare in Italia. Al rientro il nostro impegno è quello di trovare altre persone che vogliano aiutarci.
Marco Oliva, volontario Change Onlus

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Ospedale Saint Damien ad Ambanja in Madagascar e

diretto da padre Stefano Scaringella

Lo hanno costruito i coniugi Alessandro Pasotto

e Rosanna Tassinari per aiutare la popolazione locale

sarò all’ospedale Vezu di Andavadoaka, un piccolo villaggio
di capanne abitato da pescatori, di circa 1.800 persone, nel sud
ovest del Madagascar, sul canale di Mozambico.

Abbiamo lavorato molto:
in tre settimane abbiamo trattato un centinaio di persone

venerdì 25 luglio 2014

Dio e gli spiriti in Madagascar

Per quanto riguarda gli uomini, una divinità buona ha creato gli uomini buoni, mentre una divinità cattiva ha creato gli uomini cattivi. Se un uomo ha un aspetto sgradevole è la prova che una divinità dall’aspetto sgradevole l’ha creato

«È arrivato il momento di parlare delle nostre concezioni filosofiche e religiose» mi dice madame Elisabeth.
«Sono tutt’orecchi» le rispondo.
«In Madagascar abbiamo delle bellissime leggende che fanno parte della nostra cultura, e con le quali insegniamo al popolo la nostra storia e i princìpi filosofici fondamentali. è una tradizione che risale fin dai tempi antichi: gli anziani del villaggio, la sera, sotto il nostro tiepido cielo stellato, intorno al fuoco, attorniati dai ragazzi e dagli adulti di tutto il villaggio, usano narrare le storie senza tempo della creazione, parlano di Dio, dei re, degli indovini, raccontano le leggende e l’origine dei riti. Un proverbio dice: Jamba izay milaza fa tsy misy Zanahary, “Coloro che dicono ‘Dio non esiste’ sono ciechi”. Tutte le nostre leggende mostrano che i malgasci credono a un Dio creatore dell’universo. Spesso si sente la gente rafforzare il proprio discorso invocando il nome di Dio: Aoka ny Zanahary hahatonga any ho jamba raha madainga aho, “Che Dio mi chiuda gli occhi se mento” o all’inverso: Aoka ny Zanahary hahatonga any ho jamba raha madainga anao, “Che Dio ti chiuda gli occhi” se si vuole augurare del male a qualcuno. Una leggenda dice che Andriamanitra (il re o il principe profumato) rappresenta il principio creatore maschile e Andriananahary il principio energetico femminile. Zanahary, il loro figlio, è il signore creatore di tutte le cose, è l’essere manifesto che racchiude in sé il principio maschile e quello femminile».
«Proprio come negli insegnamenti vedici» intervengo.
«Infatti c’è un detto indiano che dice: “Dio è come un fiume, alla sorgente l’acqua è chiara e limpida, poi essa diventa sempre più torbida a mano a mano che ci si allontana dalla sorgente”».
«Nella tradizione religiosa delle varie tribù malgasce» riprende la maga, «c’è comunque l’intento di mantenere l’unità dell’essere divino, di adorare un solo Dio: questo è dovuto soprattutto alla grande influenza degli stregoni, i sorciers, sulla popolazione. Per i malgasci Dio è Ilahy Mahery, “il Potentissimo”, colui che tutto può. C’è un detto in proposito che dice: Zanahary no namorona ny tongotra aman-tanana, “Dio ha creato mani e piedi”. Un tale detto sta appunto a indicare che Dio ha creato tutto senza alcuna eccezione.
Un’espressione simile serve anche per indicare una colpevolezza o un fallimento eclatante, e allora colui che è in difetto dice di sé: Saika tsy nanako intsony ny tongotro aman-tanako, “Ho fallito di mani e di piedi”.
Parlando di un morto, i malgasci amano dire: Niverina any amin-janahary namorona azy izy, “è andato da Dio che l’ha creato”. Si può usare questa espressione per parlare di cose che sono misteriosamente sparite dalla circolazione, o che si cercano e non si riesce più a trovare. Si usa dire la stessa frase a proposito della gobba dello zebù quando questa si avvizzisce, si ritira, quasi scompare durante la stagione secca, cioè in inverno. Tutto è di Dio, tutto viene da Dio, anche il male. Nella nostra religione ci sono molte altre divinità e ciascuna di esse ha un suo compito preciso. C’è un Dio che ha creato gli uomini, Mpanao nyolana, un altro gli animali, e un terzo l’intelligenza. Quest’ultimo è chiamato: Mpamorona ny fisiana.
Per quanto riguarda gli uomini, una divinità buona ha creato gli uomini buoni, mentre una divinità cattiva ha creato gli uomini cattivi. Se un uomo ha un aspetto sgradevole è la prova che una divinità dall’aspetto sgradevole l’ha creato: se ad esempio qualcuno ha un’infermità, come un labbro leporino o un’altra deformità, è segno che un dio con la stessa infermità l’ha creato.
Ci sono infine molte leggende che attribuiscono la creazione alla mediazione dei figli di Dio discesi sulla terra.
Una bella leggenda narra che un figlio di Dio scese sulla terra e la trovò così bella che vagando per valli, monti, foreste e savane, si perdette. Allora Dio intimò a tutte le cose create sulla terra di mettersi alla ricerca del figlio perduto. Tutti gli esseri si misero a cercarlo, a nord, a sud e a ovest, ma nessuno dei cercatori lo trovò. Per questo tutti  pensarono che si fosse perduto all’est. Allora Dio disse: “Voi avete finora cercato mio figlio in quei tre punti cardinali senza esito; ora fate bene attenzione alla luce che verrà dall’est per illuminare il cammino sul quale troverete mio figlio”. Fu così che si levò il sole splendente per illuminare tutte le cose create.
Questa fu la creazione del Masoandro, l’occhio del giorno, il sole, simbolo anche di illuminazione spirituale, ed è anche la ragione fondamentale per la quale ci si deve volgere verso est per pregare e per fare sacrifici in onore di Dio. Si continua perciò a rivolgersi verso l’est  perché non si è ancora trovato il figlio di Dio che tutti cercano».
Madame Elisabeth fa una pausa.
Mi sorge spontanea una riflessione filosofica: «Tutto questo si potrebbe interpretare simbolicamente come la ricerca dell’illuminazione a cui tutti aneliamo, ma che solo alla fine, liberati da tutti gli attaccamenti e condizionamenti della vita terrena, raggiungiamo attraverso la fusione con Dio».
«Sì, certo, è così» afferma madame Elisabeth. «Ma a proposito della creazione, una splendida leggenda dice che all’origine delle cose il nostro Dio diede agli uomini la scelta di morire come la luna, che ad ogni mese muore e ad ogni mese rinasce, sempre così grande, sempre così bella, ma anche sempre così sola, oppure di morire come il banano che, dopo aver portato il suo bel casco di banane, così pieno di frutti, sprofonda nel terreno e si decompone, mentre intorno alla pianta in putrefazione, dalle radici, risorge una fitta schiera di nuovi getti che daranno nuove piante e nuovi frutti. Naturalmente l’uomo scelse la sorte del banano, la sola scelta saggia, secondo la concezione della vita dei malgasci: alla bella solitudine dell’astro essi opposero la felicità della vita terrena, totalmente coinvolta nella catena della discendenza, con tutti gli aspetti che questa scelta comporta: prole, vita intensa, malattie, gioie, dolori, morte».
«La morte, così come la possibilità di avere una prole numerosa, dipenderebbe perciò da una scelta voluta dall’uomo?».
«Sì, senza figli l’uomo si sarebbe sentito solo sulla terra, senza una vera ragione di vita, senza nessuno per cui valesse la pena di lavorare e di produrre. Non ci sarebbe stato nessuno con cui condividere tutte le cose create da Dio. Fu così che chiese di avere figli. Zanahary allora parlò all’uomo e disse: “Molto bene, ti avevo lasciato la scelta. Avresti potuto chiedere la vita eterna, senza figli, ma hai deciso diversamente. Sarà dunque la morte la tua fine sulla terra!”. Fu così che l’uomo ha rinunciato a vivere eternamente.
Il nostro Dio ha comunque una relazione particolare con gli uomini. Alcuni detti la mettono in evidenza: Zanahary tsy tia ratsy, “Dio non ama il male!”; Mamindra fo ny mpanao ratsy Zanahary! “Dio ha pietà degli spiriti ribelli” e ancora: Zanahary dia tsara, “Dio solo è buono”. Esiste una bellissima leggenda a proposito dell’origine dei saggi, indovini, guaritori, oracoli: il primo grande mago-indovino guaritore fu Andriamisara detto anche Mahatuty, Ilahy Mahery, cioè il Potentissimo, il quale ricevette da Dio la sua sapienza e i suoi magici poteri. Egli però se ne dimenticò e proprio come un Lucifero malgascio si insuperbì pensando che questi poteri fossero una sua dote naturale. Tentò così di tener testa al Creatore, ma Dio gli inviò, per debellare la sua superbia, molte malattie e animali pericolosi. Inizialmente il saggio e potente indovino, grazie a uno straordinario talismano e a un cane da guardia che Zanahary stesso gli aveva dato tempo addietro per proteggerlo, riuscì a sventare tutti gli attacchi, ma dovette soccombere quando alla fine Dio gli inviò Zanahary mpanome tsiny, il Signore della colpa, rappresentato da Tanalany, il camaleonte 20. Questo curioso animale riesce sempre a raggiungere e colpire la sua preda; infatti una notte, mentre il mago dormiva russando a bocca aperta, il camaleonte, non percepito né dal cane né dal potente amuleto, riuscì a penetrargli furtivamente nello stomaco. Lì, proprio come avviene per il rimorso che perseguita il colpevole, cominciò a rodergli il corpo e l’anima portandolo lentamente alla morte. Sul punto di morire Mahatuty-Andriamisara disse: “Ecco, infine Dio ce l’ha fatta contro di me! è Tanalany, il Signore della colpa che ha avuto la meglio su di me! Io sono stato colto in difetto da Dio: è lui che ha ragione di me ora, perché è lui che m’ha creato, e che io ho voluto sfidare! Eccomi dunque preso in fallo da Zanahary!”. Allora egli riunì tutti i suoi discepoli, esperti nelle arti taumaturgiche e divinatorie, i maghi neri, le maghe dalle piccole trecce, gli stregoni senza paura, i signori delle foreste, delle acque e delle rocce solitarie e disse loro: “Ecco la ragione per cui vi ho fatto venire: ho sempre superato tutte le prove a cui sono stato sottoposto, mi sono sempre difeso da tutte le malattie che mi hanno colpito, mai nessuna mi ha messo in difficoltà, sia che venisse dal mare, dalla terra o dal cielo, ma Tanalany il Signore della colpa, è lui che mi fa perire oggi! Chiunque di voi pretenda di essere forte nelle arti della guarigione, di essere insuperabile nelle arti divinatorie, nessuno può niente contro la colpa, nessuno può evitarla! Mente colui che dice di saper guarire dal senso della colpa! Quindi abbiate cura di rispettare Zanahary, rispettate i vostri padri e le madri, i maggiori, i cadetti e tutte le leggi di Dio che regolano la nostra società e la vita. Quello che sta capitando a me, Mahatuty-Andriamisara Ilahy Mahery, il Potentissimo, al quale Dio stesso aveva confidato tutti i poteri, tutte le arti della guarigione e della conoscenza è cosa grave! è cosa grave la mia colpa! La mia superbia! E un secondo messaggio voglio ancora lasciarvi perché Dio è grande e magnanimo: io non sarò sepolto sulla terra: io mi eleverò nelle alture del cielo, io diverrò le stelle, il firmamento, ed è in me che tutti voi vedrete il destino perché sono io che diventerò il destino degli uomini, sarò io che ve lo mostrerò quando voi guarderete lassù in cielo le stelle. Dal cielo infinito io vi mostrerò i giorni favorevoli, i giorni eccellenti e i giorni nefasti, perché voi veniate a conoscenza di ciò che dona la vita e di ciò che fa perire. Sono io che diverrò il destino del mondo!”. Questa è la storia dell’origine delle arti divinatorie, di quelle taumaturgiche la cui origine risale al nostro primo grande maestro Andriamisara, Ilahy Mahery, il Potentissimo!».
«Veramente affascinante, madame Elisabeth, la leggenda di quel primo potente mago: mi fa venire in mente ciò che il re Salomone raccomanda a suo figlio Roboamo.Gli dice di aver ricevuto dal Signore la sapienza e la conoscenza di tutte le cose; nonostante ciò l’amore di Dio deve precedere la conoscenza della scienza, perché il principio e la chiave della scienza risiedono nel timore di Dio, nel rendergli onore, nell’adorarlo con grande costrizione di cuore e devozione e nell’invocarlo in tutte le cose che vogliamo fare e sperare: così facendo Iddio ci condurrà nel buon cammino».
Madame Elisabeth, con lo sguardo perso nell’infinito: «Proprio così, Roberto, dobbiamo tutto a Dio!».

Tratto da “I segreti della sciamana dell'Isola Rossa”
Fontehttp://www.magnanelli.it

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Intervista col segretario generale della Conferenza episcopale

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e allora mi fermo e racconto con cura e attenzione 


Guidati da Don Mario Bonura, direttore del Ufficio Missionario

Le monache coltivano un’alga per realizzare un integratore


Un bagno mio, per non dover andare nella foresta.

Tre ragazzi di venticinque anni di Torino, un ingegnere e due architetti, uniscono le loro competenze, fondano “H4O, Help for Optimism – ONLUS” ed elaborano un progetto di Water & Sanitation che si realizzerà da Agosto 2014 in Madagascar, nell’isola di Nosy Komba.
Il progetto tratta il delicato argomento della mancanza di servizi igienici nei paesi in via di sviluppo e propone una soluzione sostenibile e a basso costo creata in stretta collaborazione con gli abitanti dell’isola.
La seconda causa di morte nei paesi poveri è conseguenza delle malattie di origine oro-fecale originate dall’inquinamento dell’acqua conseguente all’open-defecation.
Per questo il progetto si propone di realizzare delle strutture igienico-sanitarie private, una per ogni capanna, innovando così lo spazio abitativo con i nuovi bagni, dotati ciascuno di fossa biologica.
Un programma di formazione e una guida di autocostruzione, renderanno il progetto facilmente replicabile dai locali.
Al progetto è inoltre associata un’attività rivolta alle scuole per educare i bambini all’utilizzo dei bagni e all’igiene personale. I piccoli diventeranno quindi i promotori dell’iniziativa nelle rispettive famiglie.
I costi per la realizzazione di un bagno completo sono stati calcolati in circa 150€, con l’utilizzo quasi esclusivo di materiali locali facilmente reperibili.
E adesso voi penserete  e questo cosa c’entra con le donne?  Ebbene c’entra….    perchè in molti paesi in via di sviluppo (vedi anche gli ultimi stupri di cui si è tanta parlato in India)  si sono verificati atti di violenza , proprio nel momento in cui le donne, magari di notte e nella completa oscurità dovevano recarsi nella foresta per espletare i propri bisogni corporali per la mancanza di servizi igienici nelle case o nel villaggio.
Questo progetto può essere importante anche per loro!!!!
L’iniziativa è totalmente autofinanziata.
Per chi volesse saperne di più, condividere l’iniziativa e dare il proprio contributo: www.helpforoptimism.org

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riforestazione del Madagascar continua grazie a Favini

Favini sta lavorando per migliorare gli standard qualitativi di vita
della comunità di Sahavondronina, attraverso l’insegnamento delle
più innovative tecniche di coltivazione


Eravamo in 12 Volontari alcuni alla prima esperienza,
altri con tante altre volte alle spalle.

Monclick ed Informatici Senza Frontiere hanno il piacere di raccontare
come è stata realizzata la missione benefica a Bemaneviky

Al via le "iniezioni formative" per migliorare

la qualità degli interventi educativi nell'isola

Team del professor Brian Fisher nelle foreste del Madagascar

 In attesa dell'annuale rapporto sullo Stato delle specie osservate (SOS – acronimo di State of Observed Species), presentato solitamente nel mese di gennaio presso l'Università Statale dell’Arizona dall’International Institute for Species Exploration, un'altra importante istituzione americana dedicata alla biodiversità ha pubblicato i risultati sulle nuove specie scoperte e descritte dai propri associati, per un totale di 91 organismi. Nello specifico la California Academy of Sciences ha annunciato la scoperta di 38 nuove specie di formiche, 12 pesci, 14 piante, otto coleotteri, due ragni, un rettile ed un anfibio, tra le quali si segnalano due generi totalmente nuovi per la scienza. La maggior parte di esse e tutte e 38 le specie di formiche sono state scoperte dal team del professor Brian Fisher nelle foreste del Madagascar, un luogo in parte ancora incontaminato ma dove tuttavia una porzione sensibile della ricchissima e peculiare biodiversità – sono moltissime le specie malgasce endemiche – è fortemente minacciata di estinzione, sia tra i vertebrati che tra gli invertebrati. Gli otto coleotteri e due delle piante sono state invece rinvenuti in Messico, mentre grazie ad alcune spedizioni nell'Oceano Pacifico ed in Indonesia sono state scoperte due nuove specie di squalo (tra le quali il piccolo Hemiscyllium halmahera), tre nuove specie di coralli molli e due di gorgonie.
Nonostante ogni anno vengano scoperte nel complesso circa 20 mila nuove specie, la maggior parte di esse sarebbe sconosciuta e secondo gli studiosi saremmo ancora lontanissimi dal conoscere tutti gli organismi che popolano la Terra: “Una ipotesi ragionevole – ha sottolineato ai margini di una conferenza il professor Quentin Wheeler, entomologo e curatore del rapporto State of Observed Species – è che 10 milioni di specie vegetali ed animali aspettano di essere ancora scoperte da scienziati, esploratori ed amanti della natura. I recenti sondaggi sugli ambienti marini e terrestri hanno fatto emergere un enorme ed insospettabile diversità genetica, si stima infatti che le sole specie microbiche marine potrebbero essere ben oltre 20 milioni”. I dettagli sulle 91 nuove specie descritte dalla California Academy of Sciences sono stati pubblicati sul sito di informazione scientifica sciencedaily.com

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Conoscete gli animali tipici del Madagascar?
In Madagascar infatti troverete una fauna
estremamente diversa da quella dell’Africa

Grazie all’isolamento geografico, il paese è un paradiso di biodiversità.

Ma la pressione demografica e l’instabilità politica accelerano il saccheggio

delle sue preziose risorse.

La sopravvivenza di questa straordinaria fauna è a rischio causa l’alterazione degli habitat

un luogo in cui il tempo sembra essersi praticamente fermato
sotto molto punti di vista,primo fra tutti quello naturalistico

ancora oggi  tanti organismi ancora da recensire
e proteggere nelle foreste dei tropici.

Andasibe è considerata il paradiso degli anfibi del Madagascar:
nell’area che comprende un raggio di 30 Km intorno alla città
vivono più di 100 specie.

Il biodiesel dei missionari

La storia della coltivazione della Jatropha in Madagascar è cominciata

alcuni anni fa e questo articolo che segue ne è una testimonianza.

Solo che il lavoro svolto dalla Missione dei Frati Minori Cappuccini è stato

molto approssimativo e l’arrivo di Fabio Tinti in Madagascar è stato

determinante per portare a termine un progetto della Delta Petroli Italiana.


Diego Suarez la perla del Nord del Madagascar

Non troppo lontana dalle più famose Nosy Be e Nosy Mitsio, Antsiranana, detta Diego Suarez, è meta ogni anno di migliaia di turisti che amano la natura e i grandi spazi. Antico distaccamento francese, dall’architettura coloniale, sorge su una splendida baia di 156 km, seconda solo a quella di Rio de Janeiro.
Raggiungiamo Diego Suarez, ultima tappa del nostro viaggio in Madagascar, da Nosy Be con una speed boat che in meno di 2 ore (circa 10€) ci ha portato al porto di Ankify e da lì con un taxi brousse fino a Diego Suarez (250 km). I pochi giorni che restano prima di ritornare in Italia, non sono certo abbastanza per scoprire tutte le meraviglie della regione, paradiso di sub e velisti: la Baia di Sakalava sulla costa orientale; la Riserva speciale di Ankarana, paesaggio lunare e selvaggio che si estende per 200 kmq e risale a oltre 400 milioni di anni, famosa per le formazioni rocciose calcaree a forma di guglia, i Tsingy; il Parco nazionale Montagna d’Ambra, massiccio vulcanico tra i più visitati del Nord del Madagascar; e tanto altro ancora…

Così ci dedichiamo alle bellissime spiagge di cui Diego è contornata. La più facile da raggiungere è Ramena, villaggio di pescatori abbracciato da palme di cocco (a soli 20 km, collegata con numerosi taxi). La spiaggia è l’ideale in agosto perché in posizione riparata dai forti venti. Ci dedichiamo a un dolce far niente in compagnia degli abitanti di Diego, che la raggiungono nel fine settimana. Lungo la strada, in Boulevard Duplex, è d’obbligo una sosta per ammirare il panorama su Nosy Lonja, simbolo di Diego e di tutta la baia, meglio conosciuta come Pan de Sucre, per la forma che ricorda la più imponente montagna del porto di Rio in Brasile; è off limits per noi stranieri in quanto isolotto fady (tabù), riservato alle cerimonie fijoroana che evocano gli antenati.

Mar di smeraldo, Diego Suarez Organizziamo poi un’escursione in barca a Sakalava, più difficilmente raggiungibile e quindi meno frequentata, ma certamente non meno bella. Un’ampia laguna aperta al vento e adatta agli amanti del surf, che insieme alle baie deserte e remote dei Piccioni e delle Dune viene chiamata l’area delle Tre Baie.

L’indomani con l’aiuto di Adelio, un amico italiano che gestisce con la moglie malgascia il ristorante/albergo La Rosticceria (in rue Colbert al 47), ci spostiamo in barca nella splendida laguna Mare di Smeraldo fuori dalla baia di Diego. Ci auguriamo che il mare sia calmo abbastanza per lo snorkeling tra le splendide barriere coralline (desiderio che raramente sarà esaudito se come noi visiterete il paese in agosto, informazione che difficilmente si legge nelle guide). E infatti niente snorkeling, ma ci “accontentiamo” di una giornata di sole e relax su una stupenda spiaggia di sabbia fine, mangiando pesce alla griglia pescato al momento, in riva a un mare che è davvero color smeraldo intenso, da far invidia ai migliori colori tropicali. Un degno saluto a questo paese così ricco e vario, un’isola che ci ha lasciato la voglia di tornare per nuovi itinerari, magari in altre stagioni, quando è capace di offrire colori ed emozioni sempre diversi.

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Fra breve l’apertura della Camera Iperbarica

Nel mese di Maggio 2014, Carlo Lanza, un tecnico iperbarico italiano, è sceso a Nosy Be, presso il Centro Sanitario di Life, per verificare il corretto funzionamento dell’impianto iperbarico sul piano tecnico e della sicurezza.
Lanza ha potuto, inoltre, interfacciarsi e rappresentarci con i delegati del  DAN (Divers Alert Network) del Sud Africa (SA), Francois Bourman e Morne Christou, in visita presso le nostre strutture. Il DAN è un’associazione a diffusione mondiale che ha lo scopo di fornire assistenza medica d’emergenza ai sub e di promuovere la loro sicurezza attraverso la ricerca, la formazione e il miglioramento dei prodotti e dei centri di diving.
La visita era mirata alla conoscenza dell’impianto iperbarico e dei centri di diving locali e ha portato alla definizione di un proficuo accordo con il DAN SA.
La collaborazione inizierà con un corso di formazione organizzato a Nosy Be nel mese di luglio dalla dott.ssa Chiara Ferrari, di DAN Europe, oltre che dalla dott.ssa Cecilia Roberts e Morne Christou, entrambi del DAN SA, per l’addestramento e la certificazione di Tecnici Iperbarici.
Il corso si terrà, in forma gratuita,  presso il nostro Centro e sarà aperto a tutti gli interessati.
Questa formazione e lo stretto rapporto sancito con il  DAN SA  ci permetterà di aprire fra breve tempo il Centro Iperbarico.

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per le immersioni subacquee sulla costa ovest di Nosy Be.