lunedì 14 aprile 2014

L’eccellente contributo dell’educazione cattolica in un paese in crisi

“Il Madagascar è in crisi, non soltanto politica ed economica, ma anche e soprattutto dei valori. E se vogliamo riemergere dalle difficoltà, l’unica strada da percorrere è quella dell’educazione”. A raccontarlo ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS) è stato mons. Rosario Vella, SDB, vescovo di Ambanja.

Nel paese oltre un terzo dei bambini non riceve alcuna istruzione, il tasso di analfabetismo è del 31% e molti ragazzi non proseguono gli studi oltre la scuola dell’obbligo. In questo contesto le scuole cattoliche sono molto apprezzate perché trasmettono “valori quali la famiglia, la solidarietà, il rispetto della persona, che un tempo appartenevano anche alla cultura malgascia, ma che purtroppo sono andati persi”, spiega monsignor Vella.
Nel Nord del paese, dove si situa la diocesi di Ambanja, la percentuale dei cattolici è ridotta – tra il 2 e il 15% – ma tutta la popolazione beneficia delle strutture cattoliche. Dal 2007 nella diocesi sono state aperte 50 scuole elementari, 8 scuole medie e 5 licei; tra di esse, 7 elementari, 1 scuola media e un liceo sono animate dai Salesiani.
I Figli di Don Bosco sono presenti con i loro istituiti educativi in tutta l’isola; anche nel centro, ad Ijely – con 7 scuole elementari e una media – e Betafo – con 10 scuole elementari e una scuola media e liceo; e nel meridione, ad Ankililoaka, con 17 scuole elementari, una media e un liceo.
Quest’anno la diocesi di Ambanja ha anche inaugurato un ateneo cattolico. I corsi si tengono in locali provvisori fino a quando l’ambizioso e tanto atteso progetto diverrà realtà. “Ci sono 70 iscritti alla Facoltà di Diritto e 35 a quella di Agronomia. Il prossimo anno vorremmo avviare i corsi della facoltà di Economia e Commercio e di quella di Ecologia e Turismo, perché questa è una zona turistica che offre molte possibilità nella protezione ambientale”. La scelta delle discipline risponde alla possibilità di sbocchi lavorativi ed alle esigenze del territorio. “Il corso di diritto è davvero necessario – spiega il presule – perché in Madagascar non c’è giustizia: i poveri sono discriminati e i diritti dei più deboli spesso calpestati”.
La Chiesa si preoccupa anche dei giovani che devono allontanarsi da casa per proseguire gli studi e la diocesi ha creato dei “villaggi” in cui gli studenti sono affidati alle cure di una famiglia, oppure di religiose o sacerdoti. “Un sostegno prezioso soprattutto per le ragazze, che sono così poste al riparo dal turismo sessuale e dalla mentalità edonistica altrettanto diffusa”.
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