Cerco
silenzio, mi siedo con calma, faccio un lungo sospiro e tento a occhi
chiusi di riassemblare i pezzi di un’esperienza intensa, piena e ricca di
sensazioni vissuta in Madagascar con altri 10 amici e l’associazione
UnicoSole-Onlus di Seriate.
Faccio
fatica a condividerle, come se sprecassi la bellezza di quello che ho provato,
sentito, visto. Come se raccontare significasse sminuire qualcosa che con le
parole non è condivisibile. Poi mi viene in mente una citazione di un famoso
film (Into the Wild) “La felicità non è reale se non è condivisa”… e
allora mi fermo e racconto con cura e attenzione quelle che sono state
per me immagini di vita vera.
Il
Madagascar, terra delicata e potente, gente bella come non si incontra più
nelle nostre vite frettolose, sorrisi pieni e reali, cuori spalancati, porte
spalancate, braccia spalancate.
La
terra è madre, la fede è potente, contagiosa, da fare invidia. Quando si prega,
si canta e si balla, ci si prende per mano, ci si scambia la forza e il
coraggio di credere in Dio, si sorride e ci si commuove. Le celebrazioni
eucaristiche durano delle ore, eppure nessuno se ne accorge. È il miglior tempo
speso di tutto il viaggio. Dio è ovunque, nelle mani strette che pregano dei
bambini, nelle voci calde delle donne che cantano, nell’orgoglio con cui
danzano gli uomini. C’è cura e rispetto tra loro, verso di noi, verso ogni
cosa.
Mi
emoziona ripensare a Padre Pedro seduto su una panchina, con la sua barba
bianca e lunga, circondato da bambini dappertutto, a leggere loro la Bibbia. Un
momento indimenticabile, suggestivo.
L’accoglienza,
la capacità di condivisione e divisione ti ha lasciato basìto. Il povero sei
tu, i ricchi sono loro. Sono ricchi di umanità, per questo come ha detto una
nostra compagna di viaggio, Sonja, siamo noi a rischiare di essere poveri.
Allora, con un pizzico di egoismo cerchi di rubare da loro quella gentilezza
che non sai più riconoscere in te, tenti di lasciarti contagiare da tanta
dedizione, magari al ritorno, riuscirai a sentirti nuovamente così… bene.
Intensi
sono gli odori, gli sguardi, le mani che si stringono e ringraziano, i sapori
della frutta, del riso, dello zebù, i mercati, la terra e la sabbia, la fitta
foresta, la deserta Ihosy , la caotica Antananarivo, i mercatini artigianali,
la strada, la lingua, il cielo di notte, la fatica nell’adattarsi, le onde
dell’oceano Indiano, il gusto del pesce appena pescato, i progetti
dell’associazione, le inaugurazioni, i rituali, la vaniglia, le parole di
Michel, l’italiano allegro di Padre Maurice, la capacità di Padre Giangi di far
ridere chiunque incontrasse, “noi” e “loro” nel continuo tentativo di
mescolarci, conoscerci, viverci.
Michel,
presidente dell’associazione Rainay, ci ha chiesto di portare via dal
Madagascar solo le cose belle e di lasciare quelle brutte. Mi porto via ogni
cosa, gelosamente la custodirò, la condividerò. Ogni cosa ha avuto un senso,
nel viaggio che ho fatto dentro di me. Ringrazio profondamente ogni persona che
ho incontrato, per averlo reso il viaggio più intenso che abbia mai fatto.
Tornerò in
Madagascar, presto tornerò.
Un abbraccio, Valentina e Roberto
Un abbraccio, Valentina e Roberto
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