domenica 8 dicembre 2013

La testimonianza di due giovani sacerdoti

Per dieci anni nel cuore del Madagascar

Per dieci anni vivranno a 14mila chilometri di distanza dalle loro parrocchie, dai loro parenti e dagli amici di una vita. Per dieci anni la loro casa sarà la comunità di Ihosy, nell'entroterra del Madagascar. Eppure nei volti di don Emanuele Piredda, 39 anni di Ossi, e don Francesco Meloni, 34 anni di Sorso, non c'è traccia di preoccupazione, ansia, paura. "Stiamo realizzando un grande sogno - dicono ai giornalisti a pochi giorni dalla loro partenza.- Un sogno che non è soltanto nostro". Don Emanuele ci tiene a evitare ogni forma di protagonismo: "La notizia più importante non è tanto la nostra partenza, ma le condizioni di vita nel Madagascar. Perché occorre riflettere su una cosa. Se ci sono comunità povere è perché ci sono alcune parti del mondo che si sono arricchite senza troppi scrupoli". Don Francesco, da parte sua, spiega il motivo che li ha spinti a partire. "Non dobbiamo essere egosti. La diocesi di Sassari ha circa 150 sacerdoti, mentre la diocesi che ci ospiterà ha appena 40 sacerdoti, ed è grande come due volte la Sardegna. Inoltre gran parte dei missionari presenti ha già superato i 75 anni di età. Al di là dei numeri, è chiaro che un clero così anziano non può arrivare fino all'ultimo villaggio per servire al meglio questi nostri fratelli cristiani". Ieri mattina nel corso di una conferenza stampa l'arcivescovo di Sassari padre Paolo Atzei ha spiegato le motivazioni di fondo di questa esperienza in Madagascar. "Era da tanto tempo che la nostra diocesi desiderava concretizzare una missione al servizio dei più poveri. Quando sono venuto a Sassari mi ricordo che ci riempivamo la bocca della parola "missione" in ogni veglia di preghiera per la giornata delle missioni. Ora, dopo tanti anni di attesa di sacerdoti "fidei donum", questo grande avvenimento è pronto ad entrare nei nostri cuori, perché la missione riguarda tutti, nessuno escluso. L'esempio di questi due giovani sacerdoti che servirà a capire che i problemi reali non sono quelli della nostra vita quotidiana, che a volte ci inventiamo, ma le esigenze concrete dei poveri". Una realtà generosa, quella di Sassari, che vede attualmente impegnati circa 40 missionari in tutto il mondo al servizio del Vangelo. Grazie all'intercessione del vescovo mercoledì 16, poco prima della partenza per Antananarivo, don Emanuele e don Francesco avranno la possibiltà di incontrare papa Francesco. Ancora non si sa cosa gli diranno, ma su una cosa hanno le idee chiare. La missione è prima di tutto un'occasione di testimonianza. "Non solo ci sentiamo chiamati ad andare, ma anche a ritornare, perché sappiamo che raccontare quello che abbiamo vissuto è importante quanto l'andare". Nel frattempo non mancheranno le occasioni di testimonianza "a distanza". E' già attivo un blog nel quale don Francesco e don Emanuele racconteranno la loro avventura. Lo si può trovare all'indirizzo www.diariomissionario.org, dove è anche possibile, per chi lo desidera, effettuare delle donazioni a favore dalla missione. Intanto la chiesa turritana è già mobilitata per accompagnare questi due sacerdoti nella fase della partenza. Giovedì 10 ottobre alle 18.30 si svolgerà un congresso diocesano missionario nella Sala Mons. Isgrò. Venerdì 11 alle 20 al Teatro Smeraldo ci sarà una rappresentazione teatrale per giovani, con ingresso gratuito, sul tema della missione. Il giorno successivo il programma proseguirà con una "festa dei ragazzi missionari" a partire dalle 16 nella parrocchia di Santa Maria di Pisa. La serie di eventi si concluderà domenica 13 ottobre, alle ore 20, nella cattedrale di San Nicola con la consegna del mandato missionario.
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