Definire il Madagascar un paese povero è veramente
paradossale in quanto il sottosuolo è ricco di giacimenti, la sua agricoltura
produce la vaniglia la cui qualità Burbon è la più pregiata del mondo, il
cacao, il caffè e le varie spezie che vengono esportate e richieste in tutto il
mondo.
Inoltre ha un flusso turistico molto
importante e solamente gli italiani che ogni anno visitano il Madagascar sono
più di 30 mila.
Carbone, petrolio, diamanti ilmenite, nichel, cobalto : nel cuore di una
natura incontaminata, e di un autentico paradiso terrestre per diverse specie
di animali, non manca proprio nulla, e tutto lascia immaginare l’ingresso del
Madagascar nello scacchiere dei nuovi fornitori mondiali di risorse
energetiche.
Le scoperte dei primi giacimenti di
carbone, per esempio, risalgono già agli inizi del secolo scorso, quando furono
i francesi, dominatori del territorio, a realizzare le esplorazioni e i primi
impianti nella zona oggi nota come il bacino carbonifero di Sakoa. Poi è
arrivato un lungo periodo di instabilità politica e sociale, e il Madagascar si
è ritrovato a importare carbone dal Sud Africa, pur essendo il suo territorio
molto ricco di questo materiale.
Dal Duemila, le ricerche sono riprese,
anche grazie agli investimenti della Banca Mondiale e del Fondo monetario e
oggi il Paese si ritrova, solo nell’area di Sakoa, con riserve carbonifere che
raggiungono i 3 miliardi di tonnellate. Un tesoro. Come il petrolio, scoperto a
300 chilometri dalla capitale Antananarivo, sulla costa occidentale: qui,
secondo gli esperti, ci sono giacimenti per 1,7 miliardi di barili, e oggi la
Madagascar Oil ne riesce a estrarre soltanto poche decine al giorno.
L’estrazione, infatti, non è facile, visto
che per fare emergere il petrolio malgascio è necessario “iniettare” vapore nel
sottosuolo, con una tecnologia molto avanzata e non del tutto disponibile alla
Madagascar Oil. Poi ci sono i giacimenti di zaffiri: siamo nella regione di
Ilakaka, dove il giacimento potenziale ha una superficie pari a ottanta
chilometri per cinquanta, con una significativa prevalenza di zaffiri rosa e
fucsia.
Ma la ricchezza delle risorse naturali,
ancora tutta da sfruttare, non può mettere a rischio l’eco-sistema di un Paese
considerato un paradiso della biodiversità. Quasi il novanta per cento di oltre
mille specie di vertebrati, e centomila di invertebrati, come tredicimila tipi
di piante, in Madagascar sono endemiche, non si trovano cioè in nessuna altra
parte del mondo. In questa sorta di gigantesca zattera biologica,
universalmente riconosciuto come uno dei paesi ecologicamente più ricchi del
mondo, vivono il 90 per cento dei lemuri e la metà dei camaleonti conosciuti
nel mondo; 120 varietà di palme, e 7 di baobab, oltre 600 tipi di piante
medicinali e 700 tipi di orchidee, rendono l’isola una delle ultime riserve
naturali, con un susseguirsi di parchi naturali, isole e spiagge incontaminate,
fiumi, cascate, villaggi.
E tutto ciò rappresenta la seconda leva
dell’economia locale: un turismo sempre più avanzato, ma rispettoso
dell’ambiente, con importanti investimenti da parte dei grandi tour operator di
tutto il mondo, Alpitour Italiano riesce a convogliare ogni anno circa 30 mila
italiani.
Il problema di fondo resta quello della povertà
del 90% del popolo. Un popolo che vive sotto la soglia della povertà, che muore
ancora giovane perchè non ha la possibilità economica per accedere alla
medicina.
Il prossimo 25 aprile una Onlus Italiana
la Change Org inaugurerà un Centro Sanitario Polispecialistico
“Change St.Paul” ad Ampefy-Andasibe a
140 chilometri dalla capitale. Il Centro Sanitario
“Change-St. Paul” servirà un bacino di circa 40.000 persone, provenienti da
tutta la valle, con l’obiettivo di garantire assistenza medica e sanitaria
specilistica gratuita.
Questa iniziativa tutta italiana è
solamente una goccia nell'oceano e speriamo che contribuisca ad alleviare la
vita di tanti poveri malgasci.
AS
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