Monclick ed Informatici Senza Frontiere hanno
il piacere di raccontare come è stata realizzata la missione benefica a Bemaneviky, in
Madagascar, sostenuta con l’iniziativa autunnale denominata “Back to School”.
Il progetto prevedeva la destinazione a ISF del 4% della vendita di ogni
prodotto facente parte della campagna per la realizzazione di un’aula
informatica e la
formazione dei docenti in loco.
Grande era
stata la partecipazione dei clienti di Monclick, tanto che era stata raccolta
la considerevole cifra di 35.131 €,
superando le aspettative di entrambi i partner. Con una parte di questa somma,
ISF ha acquistato del materiale informatico che è stato spedito presso la
missione dei Salesiani a Bemaneviky dove Nico Tordini, volontario di ISF, si è
occupato della formazione
informatica dei
docenti della zona, in modo che essi possano trasmetterla a loro volta alle
proprie classi. Il bacino d’utenza potenziale è di 3.200 studentiin un’area
particolarmente ampia e caratterizzata da particolari difficoltà logistiche.
Tordini ha
fronteggiato un contesto complesso, con persone che non avevano mai utilizzato
un computer, eppure la missione è stata un successo:
sono stati forniti gli strumenti base per avvicinare la popolazione della zona
all’informatica, contribuendo alla riduzione delDigital Divide.
Nel suo reportage, Tordini descrive la costante curiosità dei suoi allievi e di
come lui stesso abbia preso consapevolezza di quanto noi tutti riteniamo
normali e scontati tali strumenti.
“Renderci
tangibilmente conto di quanto ISF sia stata in grado di realizzare in
Madagascar con la somma dai noi raccolta, ci ha enormemente ricompensati degli
sforzi compiuti. Il materiale (fotografie e video) che ISF ha voluto
condividere con noi ci ha commossi e siamo impazienti di vedere i risultati
ottenuti con gli altri progetti, finanziati dal Back To School: Open Hospital
in Eritrea e I.S.A. (I Speak Again)”, ha commentato Federica Ronchi, Sales &
Marketing Director di Monclick.
Il reportage
della missione è visionabile al link http://www.monclick.it/speciali/adv/zzz/isf/ritorno/index.asp
Come operiamo
Vista la
caratteristica multisettoriale tipica della tecnologia dell’informazione, oggi
presente in qualsiasi campo – dalla medicina alla formazione, alla gestione
degli affari pubblici, l’agricoltura – Informatici Senza Frontiere spesso opera
in modo indipendente, ma il più delle volte, insieme ad altre ONG o
organizzazioni no-profit. Di progetto in progetto ISF è diventata nel tempo il
“braccio informatico” di tante realtà del mondo del volontariato.
La rete di
collaborazione non si ferma con le associazioni ed ONG, ma include le
Università, con le quali ISF ha un continuo scambio professionale e anche una
lunga storia di tesi sperimentale (Bari, Pisa, Venezia, Padova, Torino, Milano
).
ISF opera
molto spesso in luoghi, aree o istituzioni in cui altre organizzazioni sono già
presenti, così molto spesso accade che le altre organizzazioni no-profit
contattino ISF per una collaborazione in materia di IT e progetti correlati.
Con alcune di
loro ISF ha ormai dei partenariato formali e continuativi, con alcune altre ISF
opera periodicamente.
Tra quelle con
un rapporto continuo ci sono:
• Medici per
l’Africa Cuamm – la prima organizzazione non governativa nel campo della sanità
ad essere ufficialmente riconosciuta in Italia, “Medici con l’Africa Cuamm” è
il più grande corpo italiano a lavorare per migliorare e salvaguardare la
salute delle popolazioni africane.
• Terre Solidali
Onlus – associazione non governativa, organizzazione no- profit fondata in
Italia nel 2002. Opera attraverso vari progetti in diversi Paesi in via di
sviluppo.
• M –
Inclusion – azione di sostegno finanziata dalla Commissione Europea nell’ambito
del 7 ° programma quadro di ricerca e sviluppo, il cui obiettivo generale è
quello di creare un quadro di cooperazione tra l’UE e LATAM
• European
Alliance for Innovation – La missione di EAI è quello di guidare l’innovazione
nelle informazioni emergenti e della comunicazione (TIC) aree abilitate
diminuendo la frammentazione tra i partecipanti chiave del ciclo di innovazione
e facilitando la comunicazione, l’impegno e la collaborazione dal basso.
• Patologi
Oltre Frontiera – organizzazione no-profit la cui missione è la realizzazione
di progetti per lo sviluppo di Anatomia patologia e diagnostica oncologica nei
paesi in via di sviluppo, in collaborazione con organizzazioni non governative,
società scientifiche, associazioni e organizzazioni internazionali.
• Banco
Informatico – organizzazione che aiuta la crescita di altre organizzazioni
no-profit attraverso la tecnologia.
Di ritorno dal Madagascar
ciao
a tutti,
sono tornato da qualche giorno dal Madagascar e condivido, ancora a caldo, i risultati di questo progetto.
Il progetto nasce all’inizio del 2012 da una richiesta d’aiuto di Don Giovanni Corselli (che ha conosciuto ISF a seguito dell’articolo apparso su Famiglia Cristiana), missionario salesiano di Bemaneviky, piccolo villaggio nella brousse della regione di Ambanja (nord-ovest del Madagascar).
sono tornato da qualche giorno dal Madagascar e condivido, ancora a caldo, i risultati di questo progetto.
Il progetto nasce all’inizio del 2012 da una richiesta d’aiuto di Don Giovanni Corselli (che ha conosciuto ISF a seguito dell’articolo apparso su Famiglia Cristiana), missionario salesiano di Bemaneviky, piccolo villaggio nella brousse della regione di Ambanja (nord-ovest del Madagascar).
La missione vive difficoltà logistiche particolari (assenza di corrente elettrica, di copertura telefonica e internet, una strada particolarmente disagevole) e rappresenta un punto di riferimento sociale ed educativo fondamentale per decine di villaggi distribuiti su un’area particolarmente ampia: da qui l’esigenza di predisporre un’aula in grado di avvicinare all’informatica gli studenti della zona (circa 3.200 potenziali beneficiari).
Grazie al prezioso intervento di Monclick, in particolare nella persona di Lara Curcuruto, abbiamo potuto ottenere i fondi necessari per finanziare il progetto.
L’hardware (15 notebook, 1 proiettore, 1 stampante multifunzione) è stato acquistato sempre attraverso Monclick a condizioni di favore, installato e configurato a Milano (anche grazie al contributo di R., utente di un Centro Psico-Sociale di Milano e stagista di informatica, a dimostrazione che anche nel sociale si può fare sinergia ed ampliare le possibili ricadute positive), spedito per via aerea e consegnato a destinazione con l’ausilio di amici locali, salesiani e non.
Nei
9 giorni di permanenza presso la missione, una volta disimballato, predisposto
e configurato l’hardware, ho realizzato un corso di alfabetizzazione informatica
intensivo (2 sessioni al giorno di 3 ore ciascuna) rivolto ai docenti, di vario
ordine e grado, delle scuole della regione, nell’ottica di fornire loro gli
strumenti di base sufficienti per poter replicare in autonomia il corso ai
propri studenti. Quasi il 70% della classe (composta da un numero variabile di
15/20 persone e che contava professori di francese, lingua malgascia, scienze,
matematica, fisica etc…) non aveva mai toccato un computer, e ciò ha reso
necessario un approccio didattico molto semplificato e pratico. Il livello di
attenzione e di curiosità è stato tuttavia sempre elevato e, per quanto con
ritmi serrati, sono riuscito a realizzare il programma prefissato.
Il corso ha risentito inevitabilmente dell’assenza del collegamento internet, oggi sempre più importante anche per un modulo di base, ma ha potuto contare in via eccezionale sull’energia elettrica garantita dal generatore della missione salesiana.
Il corso ha risentito inevitabilmente dell’assenza del collegamento internet, oggi sempre più importante anche per un modulo di base, ma ha potuto contare in via eccezionale sull’energia elettrica garantita dal generatore della missione salesiana.
Ho
lasciato alla classe diversa documentazione in francese, un po’ recuperata da
internet, un po’ realizzata ad-hoc a partire da contributi di soci ISF
(menzione particolare per gli amici della sezione Emilia-Romagna), ed esortato
caldamente, nel chiudere una sentita cerimonia di consegna dei diplomi di
partecipazione, a studiare, provare, sbagliare e riprovare (ho notato infatti
un eccesso di timore reverenziale e di resistenza, culturale, nei confronti del
computer).
Una
cosa che mi ha colpito particolarmente è stata la reazione entusiastica di
fronte a Libreoffice Calc (sono state “intuite” le enormi potenzialità che può
avere anche in un tessuto economico informale) e soprattutto a Wikipedia
(preinstallata stand-alone, nella versione francese): è incredibile quanto
ormai riteniamo normale e scontato l’accesso alla conoscenza universale e
quanto sottovalutiamo il potere, in termini di emancipazione e sviluppo umano,
che può avere in contesti che ne sono ancora oggi esclusi!
Ovviamente,
non ho fatto tutto da solo: ho potuto contare sull’organizzazione impeccabile
di Padre Corselli, di Padre Carmelo Buccieri e di Monsignor Rosario Vella,
sulla collaborazione indispensabile del traduttore italo-franco-malgascio
Judicael (prete appena ordinato e con alle spalle 4 anni vissuti a Messina),
sull’assistenza di Chiara, inaspettata cooperante italiana in visita alla
missione e, a Milano, sul supporto concreto del socio Mizzio.
Un
Informatico Senza Frontiere è merce rara e, sapendo che ero in zona, sono stato
coinvolto con piacere anche in altre attività collaterali (intervento di
assistenza presso le suore di Ambanja, consegna a www.unospedalepernosybe.it di due notebook recuperati).
Non
c’è stata solo l’informatica. C’è stata una natura grandiosa e da togliere il
fiato (caldo e piogge torrenziali comprese). Un assaggio di avventura nella
giungla (fango, guadi, serpenti e…ancora pioggia). Un cinema improvvisato per
una folla di bambini entusiasti di vedere un film di Kaurismäki (?!?). La
recita di Natale e la messa cantata e ballata. Il cibo purificatore (non
dimenticherò facilmente le banane, gli ananas, i manghi, le papaye…oltre
all’onnipresente riso bianco). Ma soprattutto ci sono stati volti, sorrisi,
grandi risate, amicizie, sentite strette di mano, forti abbracci.
Allego
qualche foto, contando di poter raccontare di più, magari con una testimonianza
video, alla prossima Assemblea Nazionale!
Un
caro saluto,
Nico
Medici volontari
In questi
giorni ho cercato di capire perché questa volta mi è così difficile scrivere
dell’ultima
missione ad Ambatondrazaka. Carlo continua a chiedermi:”Hai scritto
qualcosa?”
e io lo rassicuro: “Sì, sì, adesso ti mando due righe” ma…
Ora ho
capito: è la terza volta che ritorno in Madagascar e le emozioni che ho provato
ora sono molto diverse. Intense come sempre, ma più mature: adesso mi sembra di
tornare a casa, di essere in famiglia, di rivedere fratelli e sorelle lontani,
ma sempre vicini nel cuore. Ed è
difficile scrivere a familiari! Tra familiari di solito non ci si scrive,
piuttosto ci si intende, con uno sguardo, con un sorriso, con un gesto.
Abbiamo
lavorato tantissimo questa volta, (320 visite e 75 interventi in otto giorni ),
e
con suor
Luciana dicevamo scherzando: “La prossima volta mettiamo i letti a castello,
così
operiamo il doppio!” Ma le missioni non
vanno mai giudicate dalla quantità di lavoro svolto: fosse anche per un solo intervento ne sarebbe valsa la pena.
Per noi è
come fare un bagno rigenerante, un bagno di umiltà, ed è una gioia vedere con
quanto affetto siamo accolti anche per quel poco che possiamo dare. In Italia è
tutto facile e scontato: quando si deve curare un malato, ci sono mille
possibilità e mille risorse . In
Madagascar è diverso: le difficoltà possono essere tante, dall’impianto
elettrico che va a singhiozzo agli strumenti che, pur in linea di massima in
ottimo stato, possono darci problemi di affidabilità, ma ci sorregge sempre
l’entusiasmo e la competenza di chi ci aiuta, a cominciare da Suor Luciana,
infaticabile, e dalle altre suore e d infermiere, collaboratrici
indispensabili, fino ai malati stessi che sono sempre pazienti, sorridenti,
riconoscenti.
E per
tutto questo ritorniamo in Italia portando a casa, ancora una volta, con le
vostre
storie di
fatica e di dolore, anche il vostro affetto ed il vostro sorriso, cari fratelli
e sorelle malgasci.
A presto Enrico Gremmo
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Al via le "iniezioni formative"
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Eravamo in 12 Volontari alcuni alla
prima esperienza,
altri con tante altre
volte alle spalle.
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