domenica 8 settembre 2013

Madagascar: popolazione allo stremo dopo quattro anni di crisi politica

Il 24 luglio scorso si sarebbero  dovute tenere le elezioni in Madagascar. La crisi politica, con pesanti contraccolpi  sulle condizioni della popolazione,  deflagrò nel 2009, quando l’allora presidente  Ravalomanana fu costretto alle  dimissioni dalla congiunta pressione popolare e delle Forze armate. Il regime di transizione con a capo Andry Rajoelina, nato subito dopo, non è riuscito a trovare la via della conciliazione per tornare alla normalità costituzionale con libere elezioni politiche e presidenziali.
I politici malgasci nonostante molti e autorevoli tentativi di mediazione non trovano un accordo e la tensione resta alta come dimostrano le proteste contro lo slittamento del voto che hanno portato all’arresto di Laza Razafiarison, uno dei candidati e segretario generale del partito Avotra ho An’ny firenena, e di altre sette persone in occasione di una manifestazione tenutasi nella capitale Antananarivo.
La situazione non è mai degenerata talmente tanto da provocare, come in altri stati africani, una guerra civile. La sensazione è che i militari non abbiano intenzione di lasciarsi sfuggire la situazione come ha dichiarato qualche  settimana fa un generale a tre stelle. Gli stati maggiori dell’esercito e della gendarmeria sono costantemente  in contatto e condividono la stessa opinione. In questo contesto non bisogna dimenticare che ci sono circa seicento colonnelli senza lavoro.
La comunità internazionale, con poche eccezioni come quella degli USA più possibilista, considera illegittimi i tre candidati principali (sono quarantuno in totale) alle elezioni: l’attuale presidente Andry Rajoelina, Lalao Ravalomanana, la moglie dell’ex presidente del Madagascar Marc Ravalomanana, e l’ex presidente Didier Ratsirika. La richiesta unanime è quella del ritiro delle candidature, ma nessuno dei tre pensa a fare un passo indietro. È questo il maggior ostacolo verso la strada del compromesso utile.
Il Consiglio di pace e di sicurezza (CPS) dell’Unione africana ha approvato le conclusioni della riunione del Gruppo internazionale di contatto sul Madagascar (ICG-M) del 26 giugno scorso con il risultato della richiesta perentoria del ritiro delle candidature entro il 31 luglio 2013. Superata la data verranno applicate sanzioni da parte dell’Unione africana.
Anche il Consiglio Ecumenico delle Chiese Cristiane in Madagascar, che riunisce le quattro maggiori chiese cristiane del Paese (cattolica, luterana, anglicana e protestante), ha svolto un ruolo nella mediazione tra le parti per consentire la partecipazione ai colloqui di riconciliazione nazionale dell’ex Presidente Marc Ravalomanana.
Se l’impossibilità di governare l’isola ancora non ha fatto scoppiare una  guerra civile ha provocato dei danni economico-sociali tali che il candidato alle presidenziali Rabeharisoa Saraha Georget,  in un’intervista rilasciata ad Afrik.com, dichiarava: «attualmente, vi è un genocidio silenzioso del popolo malgascio e nessuno se n’è accorto» . E le sue parole non sono lontane dalla realtà.
Don Luca Treglia direttore di Radio don Bosco nella capitale ha spiegato che la gente prova a sopravvivere in qualsiasi modo, «non sono infrequenti rapine violente con sparatorie anche in pieno giorno. Continuano inoltre i furti di bestiame da parte di bande organizzate, soprattutto nel sud. Questo avviene perché lo Stato non ha fondi per pagare i poliziotti. A causa della situazione politica infatti, sono stati sospesi gli aiuti internazionali alle istituzioni governative anche se continuano le donazioni dirette alla popolazione inviate tramite alcune Ong» .
L’economia malgascia è allo stremo e così la popolazione di un’isola con capacità enormi. Il 5 giugno un rapporto della Banca mondiale sottolinea che dal 2008 le persone che vivono con meno di due dollari al giorno sono aumentate di dieci punti arrivando al 92% degli abitanti.
Il reddito pro capite è tornato ai livelli del 2001. Il Madagascar avrebbe grandi potenzialità nella produzione agricola ma è oramai diventato il sesto paese al mondo per malnutrizione. A questo si aggiungono la chiusura di molte strutture sanitarie che aggravano ulteriormente la condizione della popolazione soprattutto infantile. Con la crisi politica molti finanziamenti europei e africani sono stati bloccati complicando notevolmente il bilancio pubblico.
Il paese ha perso dal 2008 la metà circa dei turisti, una fonte importante dell’economia così come altre  attività produttive, come quella tessile stanno scomparendo.
Un paradiso terrestre che è oramai divenuto un inferno.
Fonte: www.mentinfuga.com/Pasquale Esposito

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A rischio la biodiversità del Madagascar

Il Madagascar, nell’Oceano Indiano è il centro per eccellenza della biodiversità grazie alla presenza di circa l’80% di specie animali uniche al mondo;  ma lo sconvolgimento politico causato da un colpo di stato nel 2009 sta causando effetti proprio su questo meraviglioso ecosistema.
La foresta di Andasibe Mantadia è una foresta pluviale lussureggiante circa tre ore di distanza dalla capitale Antananarivo, è una zona protetta famosa per le sue cascate e fauna selvatica ed è la patria della specie più grande al mondo di lemure: l’Indri Indri. Il parco è un magnete turistico ma l’aumento vertiginoso della crescita della popolazione sta mettendo in pericolo quest’angolo verde.
L’ aumento dell’ agricoltura ha sviluppato il fenomeno del “slash-and-burn” per cui si  bruciano grandi aree, spesso ricche di flora e fauna, per bonificare il terreno per le colture vegetali.
“E ‘una pratica utilizzata dalla comunità circostante del parco per sopravvivere,”  afferma Oly Raoliharivao Andriamandimbisoa, direttore del parco nazionale di Andasibe-Mantadia. “Attualmente, il peso demografico è in aumento. e non ci sono presidii nel parco sufficienti per alleviare la pressione sulla foresta.”
I residenti sono stati invitati a partecipare alla protezione del parco, hanno formato dei comitati (CLP) per aiutare a proteggere la foresta per le generazioni future in modo che possano godere della bellezza di questo luogo.
L’ agricoltura non è l’unica minaccia per le risorse naturali dell’isola; i disordini politici in corso e l’aumento della povertà ha portato ad un incremento nella registrazione del disboscamento  e delle miniere illegali.
L’ONG Madagascar National Parks si occupa di circa 50 aree protette in tutto il Madagascar che sono a rischio a causa del commercio del palissandro nel nord-est dell’isola.
“Il problema è peggiorato dall’inizio della crisi politica“, dice il vice amministratore delegato Herijaona Randriamanantenasoa. “Non stiamo parlando di decine di persone che tagliano legna nel bosco, ma in realtà centinaia o addirittura migliaia di persone. L’ insicurezza prevale in queste aree.”
L’esportazione di legni duri è illegale qui, ma il governo provvisorio non è riuscita a far rispettare la legge: ”C’è un punto debole nell’ applicazione della legge a causa della corruzione e del potere di questa rete illegale di trafficanti“, dice Andry Andriamanga Ralamboson, il coordinatore nazionale della coalizione ambientalista Vohary Gasy.

Le conseguenze economiche sono enormi: solo il due per cento del reddito prodotto dalla vendita del legno va ai boscaioli locali, secondo Vohary Gasy, mentre gli esportatori intascano la maggior parte del flusso finanziario.

I lemuri del Madagascar potrebbero estinguersi entro 20 anni
Tutte le specie di lemuri sono endemiche del Madagascar, la quarta isola più grande del mondo e un hot spot della biodiversità mondiale, ma questi nostri lontani parenti sono sempre più minacciati  dalla perdita di habitat e dalla caccia di frodo. Tutti gli studi più recenti concordano sul fatto che ben il 91% delle specie di questi primati devono essere inserite nella Lista Rossa Iucn delle specie a rischio di estinzione, facendo così dei lemuri il gruppo di mammiferi più minacciato del mondo.
Una delle più grandi minacce per i lemuri è la deforestazione. In Madagascar decenni di concessioni forestali, insieme alle miniere e all’espansione dell’agricoltura con la tecnica primitiva del taglia e brucia  hanno già distrutto il 90% delle foreste dell’isola, costringendo i lemuri a rifugiarsi negli ultimi frammenti di foreste rimasti. Negli ultimi anni, dopo il golpe militare, l’instabilità politica ha aggravato ulteriormente la situazione e l’impoverimento di una popolazione già poverissima ha costretto molti malgasci a diventare carbonai illegali e bracconieri per poter sopravvivere.
Jonah Ratsimbazafy, un primatologo malgascio dice che «se la deforestazione continua a questo ritmo, possiamo dire  che entro 20 o 25 anni non ci sarà più la foresta e quindi nemmeno più lemuri».
I maggiori esperti di primati del mondo si sono riuniti per cercare di trovare una soluzione alla probabile estinzione di questi eccezionali primati e hanno elaborato una strategia triennale per la loro salvaguardia un documento di 185 pagine che esamina lo status delle 103 (o forse 104) specie di lemuri e che si articola in 30 piani d’azione per i 30 diversi siti prioritari per la conservazione dei lemuri, proponendosi di raccogliere fondi per i singoli progetti.
Russ Mittermeier, presidente di Conservation International e presidente del SSC Primate Specialist Group dell’Iucn, dice che sono tre le principali azioni più efficaci per la salvaguardia dei lemuri in natura: «Primo, lavorare su progetti di base con le comunità locali, così la gente stessa può fare la differenza. Secondo,  il sostegno a progetti di eco-turismo; terzo, stabilire stazioni di ricerca come  strutture permanenti per la protezione da boscaioli e cacciatori».
Anche per Benjamin Andriamihaja, dell’Institute for the Conservation of Tropical Environments, la salvezza dei lemuri passa per il benessere dei malgasci più poveri: «Cerchiamo di finanziare attività che generano guadagni, come le piantagioni di fagioli, l’allevamento di maiali e polli o lo sviluppo dell’allevamento di pesci, in modo che i contadini smettano di distruggere la foresta».
Illustrando la nuova strategia per la conservazione dei lemuri, Christoph Schwitzer, responsabile della ricerca al Bristol Zoo Gardens, ha detto: «Il fatto è che se non agiamo ora rischiamo di perdere specie di lemuri per la prima volta in due secoli. L’importanza dei progetti che abbiamo delineato in questo documento non può essere semplicemente sottovalutata. Sono ottimista, non voglio rinunciare a nessuna specie di lemuri. Questo documento dimostra quanto le persone possono lavorare bene insieme quando le specie sono sull’orlo dell’estinzione. Sono orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto, ma il lavoro più duro deve ancora venire».
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Anche gli uomini mangiano la polvere

Secondo uno studio recente, il picacismo - l'ingestione di sostanze non commestibili - è comune anche fra i maschi adulti, non solo fra i bambini e le donne in attesa

Si è scoperto che le donne incinte non sono le uniche a mangiare sostanze non commestibili. Un nuovo studio rileva un'incidenza sorprendente di picacismo - la pratica di ingerire sostanze non nutritive - tra gli uomini.

Condotta in Madagascar, dove il picacismo è diffuso, la ricerca è la prima a individuare una popolazione in cui questa pratica è altamente diffusa tra gli uomini, affermano gli studiosi. I soggetti coinvolti nello studio infatti mangiavano sostanze non commestibili almeno quanto le donne incinte e gli adolescenti, che finora sono stati considerati i soggetti che più praticano il picacismo, sulla base di studi precedenti.


Allora da cosa deriva questa improvvisa incidenza di picacismo negli uomini?

"La mia ipotesi, ancora non confermata, è che sia possibile che studi precedenti non abbiano incluso gli uomini fra i campioni di studio, limitandosi a studiare le donne incinte", spiega Christopher Golden, eco-epidemiologo responsabile dello studio e beneficiario di un finanziamento del National Geographic Society Conservation Trust.

Anche Laura Beatriz López, studiosa di picacismo e docente di Nutrizione alla Università di Buenos Aires, la pensa così.

"Tradizionalmente, gli studi di geofagia [l'ingestione di terra] e di picacismo si erano concentrati soprattutto sulla descrizione di bambini e donne in stato di gravidanza", dichiara López.

"Personalmente, penso che questa ricerca sia all'avanguardia", continua, in quanto rivela "un'alta diffusione di picacismo negli uomini e nessuna differenza significativa rispetto alle donne".

Il picacismo migliora la salute?

Golden e i suoi colleghi - sostenuti da Sera Young, antropologo della nutrizione alla Cornell University - nel 2009 hanno condotto un'indagine sul picacismo prendendo in considerazione un campione casuale di 760 individui appartenenti a 16 villaggi presenti nell'area protetta di Makira, in Madagascar.

Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE, i ricercatori hanno notato che i soggetti studiati - maschi e femmine - mangiavano 13 sostanze non commestibili, come sabbia, terra, feci di pollo, riso crudo, radice cruda di manioca, carbone, sale e polvere.

Più del 53 per cento dei soggetti coinvolti nello studio hanno riferito di essere affetti da picacismo. Considerando soltanto gli uomini, il numero arrivava al 63 per cento.

Meno dell'1 percento delle donne non gravide, invece, hanno detto di aver ingerito sostanze non commestibili durante la gravidanza, smentendo così il luogo comune secondo il quale sarebbero soprattutto le donne a praticare il picacismo.

Perché mangiare sostanze non commestibili?

Molti soggetti hanno riferito di mangiare sostanze non commestibili per le loro proprietà curative, riguardanti soprattutto i disturbi allo stomaco, spiega Golden. Inoltre, in tanti credevano che praticare il picacismo fosse di buon auspicio per il miglioramento delle condizioni di salute.

In precedenza, gli scienziati pensavano che il picacismo venisse praticato per due ragioni: soddisfare un'eventuale carenza di minerali, ripulire l'intestino e eliminarne i vermi.

Questa ipotesi avrebbe senso per le donne incinte e per i bambini, le cui esigenze alimentari sono maggiori rispetto al resto della popolazione.

Nonostante ciò, non ci sono prove che il corpo umano possa effettivamente assorbire tracce di minerali dal suolo, spiega Golden, aggiungendo che "è possibile che il picacismo non porti nessun beneficio alla salute".

López aggiunge che le usanze del Madagascar contribuiscono a rendere alto il tasso di ingerimento di sostanze non commestibili. Per esempio, molti malgasci ritengono che assumere amidi grezzi, contenuti nel riso crudo, non costituisca una forma di picacismo.

Un fenomeno sottostimato

Golden sottolinea che il picacismo "non viene praticato esclusivamente dalle popolazioni rurali dei paesi in via di sviluppo", ma per esempio, anche da molti americani, continua Golden. E parla per esperienza: "Un mio caro compagno di università, spesso mangia  gessetti".

"È una pratica molto diffusa, ma stigmatizzata e quindi sottostimata".

Susan Albers, psicologa clinica di Cleveland, aggiunge: "Il picacismo è un disordine alimentare che attira molto meno attenzione e ricerca rispetto ad altri, come l'anoressia e la bulimia; ma è importante fare ricerca, in quanto questa pratica può causare gravi problemi alla salute, causati dalla possibilità di ingerire sostanze tossiche.

"Negli ultimi anni l'attenzione sui disturbi alimentari negli uomini è cresciuta", continua Albers. "Questo studio sottolinea che è importante continuare a condurre ricerche sul picacismo negli uomini e fare in modo che questi siano adeguatamente rappresentati nel campione".

Golden spiega di non essere ancora pronto a definire il picacismo un disturbo alimentare, dal momento che non è ancora chiaro se questa pratica sia dannosa. È d'accordo, però, sulla necessità di continuare a fare ricerca, che prenda soprattutto in considerazione i maschi adulti.

È possibile che questo studio rappresenti un grande passo in quella direzione. Secondo Golden, "apre un intero campo di ricerca, rendendo consapevoli i ricercatori dell'importanza di includere sia uomini che donne nei loro studi".

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Come allevare cetrioli di mare e vivere felici (e sostenibili)

In Madagascar, un progetto per salvare il prezioso invertebrato dalla pesca eccessiva e sostentare le popolazioni locali


Prendete una mappa e trovate il Madagascar, la quarta isola più grande del mondo, al largo dell'Africa sudorientale. Individuate la città di Toliara, capitale della regione sud-occidentale dell'isola, la più arida e povera. E immaginate di dirigervi verso nord, nel caldo soffocante, su una strada piena di buche e coperta di sabbia, con da un lato la costa e dall'altro la bizzarra ma affascinante Foresta spinosa, uno degli ecosistemi più a rischio sul pianeta. A ovest, acque cristalline color smeraldo e vaste lagune circondate da una delle barriere coralline più grandiose ma meno conosciute dell'Oceano Indiano.



 Finalmente, dopo otto ore di viaggio, arriverete nel villaggio di Andavadoaka, curo di Velondriake, una  riserva marina gestita direttamente dagli abitanti. I Vezo, la popolazione locale, sono veri esperti di conservazione ambientale: si prendono cura del loro ecosistema fin dal 2006, pur essendo da sempre dipendenti dall'oceano per la loro sopravvivenza economica e anche per la loro identità culturale, e pur essendo una delle comunità più povere nel già poverissimo Madagascar.

I Vezo di Velondriake hanno creato riserve marine permanenti e temporanee, gestite da un organo elettivo - formato dai rappresentanti di 25 villaggi - che ha approvato leggi che hanno vietato pratiche distruttive come la pesca con avvelenamento. Ma queste leggi non bastano ad assicurare la protezione dei sistemi marini in una regione in cui la popolazione sta crescendo rapidamente. Come assicurarne il sostentamento e allo stesso tempo evitare di depredare l'oceano con la pesca eccessiva? Una delle risposte sta in un umile invertebrato marino: l'oloturia, o cetriolo di mare.

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Si pianteranno 10mila alberi per compensare le emissioni del Gp Monza

Le piante saranno allocate nelle regioni dell'Alaska e del Madagascar, seguendo quanto previsto dal Protocollo di Kyoto.


Diecimila alberi per compensare le emissioni di Co2 del Gran Premio di Monza. 'Magazzini Digitali' annuncia, infatti, la realizzazione del sito web, visibile su smartphone, tablet e Pc dell'iniziativa 'Eco Store Impatto Zero F1' promossa da Eco Store per compensare le emissioni di anidride carbonica rilasciate non solo dalle monoposto del circuito di Monza, ma anche quelle dei motorhome e dei veicoli tecnici dei team che raggiungeranno l'autodromo durante i giorni 6, 7 e 8 settembre. Eco Store compensera' le emissioni di Co2 della tappa monzese del Gran Premio di F1 2013 con 10mila alberi che saranno piantati nelle regioni dell'Alaska e del Madagascar, seguendo quanto previsto dal Protocollo di Kyoto.

Il sito, realizzato grazie alla soluzione Linkeb, permette di dare il proprio nome a un albero piantato per compensare 12.000 tonnellate di CO2 emesse compilando semplicemente un form presente nel sito. La partecipazione puo' essere effettuata da qualsiasi smartphone, tablet o da un Pc, grazie alle funzionalità di Linkeb che permettono di creare un sito web in pochi minuti. "Grazie a questa iniziativa potremo goderci quello che fino ad ora era visto come uno sport inquinante, con una coscienza diversa e la piena consapevolezza di averne azzerato l'impatto" afferma Alessandro Gerardi, amministratore unico di Eco Store.

"La nostra collaborazione con Eco Store ci vede impegnati in una serie di progetti importanti, il primo fra questi, 'Eco Store Impatto Zero F1', ci permette anche di aderire ad un'iniziativa importante sotto l'aspetto della sostenibilita' ambientale'', commenta Michele Albertini, direttore commerciale di Magazzini Digitali. L'operazione, patrocinata dal ministero Dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e' stata interamente sostenuta da Eco Store. (Adnkronos)
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lunedì 19 agosto 2013

Unione Italiani nel Mondo

La UIM, Unione Italiani nel Mondo, è una associazione che si occupa della tutela dei diritti e degli interessi degli italiani nel mondo, e che offre loro supporto ed assistenza in ambito sociale, politico e previdenziale.
Gli italiani che risiedono all’ estero spesso devono affrontare una serie di difficoltà burocratiche legate sia al Paese di residenza che all’Italia. Per favorire l’integrazione e sfruttare a pieno le opportunità di crescita offerte dalla permanenza all’estero il primo passo da fare è garantire l’inserimento sociale, rimuovendo ogni tipo di ostacolo sia dal punto di vista informativo che dell’orientamento. Per questo la UIM ha predisposto un modello di assistenza che inizia in Italia con la conoscenza del Paese che ospiterà i nostri connazionali, in particolare delle politiche che ne regolano l’ingresso, delle opportunità di impiego e di alloggio e che continua all’ estero con la prima accoglienza.
Per maggiori chiarimenti: italuil.madagascar@yahoo.it
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A Londra gli ultimi impegni della delegazione Ital Uil





Il 95% di questi anfibi non si trova in nessun'altra parte del mondo

Madagascar, a rischio estinzione più del 25% degli anfibi

Secondo Mitsinjo, un’associazione ambientalista che è impegnata nella salvaguardia della biodiversità del Madagascar, «Almeno il 25% delle specie di anfibi del Madagascar sono minacciate di estinzione»

Nel 2011 il Madagascar era all’12esimo posto della classifica stilata dall’International Union for Conservation of Nature (Iucn) sulla ricchezza di specie di anfibi: la grande isola africana  dell’Oceano indiano ospita più di 286 specie di rane, rospi e raganelle e il 95% di questi anfibi non si trova in nessun’altra parte del mondo.

Ma Mitsinjo  avverte: «Tragicamente, almeno il 25% delle specie di anfibi del Madagascar sono minacciate di estinzione, principalmente a causa della perdita di habitat. La malattia denominata “chytrid” ,che ha già colpito gli anfibi in Africa, minaccia anche quelli del Madagascar».

Per far fronte a questa crisi di estinzione l’associazione ha realizzato un primo centro di allevamento ad Andasibe, une località a 140 km ad est della capitale Antananarivo, per rafforzare le popolazioni a rischio e formare la popolazione per gestire l’epidemia fungina grazie a programmi di allevamento in cattività e di conservazione ex situ. I ricercatori di Mitsinjo sottolineano che «Si tratta anche di condurre delle ricerche sull’allevamento delle specie di rane locali, per comprendere I loro bisogno di cure in cattività».

Andasibe è considerata il paradiso degli anfibi del Madagascar: nell’area che comprende un raggio di 30 Km intorno alla città vivono più di 100 specie.

I lemuri del Madagascar sono a rischio estinzione in 20 anni

Deforestazione e caccia minacciano questi primati


Piccoli, simpatici, ma destinati a scomparire se non si farà nulla per proteggerli. I lemuri sono i primati più a rischio nel mondo, specialmente quelli che vivono in Madagascar, l'unico luogo in cui vivono allo stato brado. Più del 90 per cento delle 105 specie presenti sull'isola dovrebbe essere inserito nella lista rossa delle specie in via di estinzione. Questo primate reso famoso dal film Madagascar ha davvero tanti nemici.Secondo gli esperti il colpo di grazia alla specie è stato dato proprio dal disboscamento illegale: circa il 90% della foresta originaria del Madagascar è andata perduta e i lemuri ed altre specie endemiche rimangono aggrappati ad un'esistenza sempre più precaria nei frammenti che sono rimasti. La caccia ai lemuri però ha raggiunto livelli mai visti prima."La gente continua a fare traffici illegali di legno, metalli preziosi distruggendo la foresta. Poi chi arriva qui illegalmente ha bisogno di mangiare e quindi caccia e mangia i lemuri. Per questo bisogna mettere un atto un piano per preservare l'habitat e impedire le attività illegali il direttore dell'istututo per la conservazione tropicale.A peggiorare la situazione anche l'instabilità politica del Madagascar dopo il colpo di stato del 2009 che la lasciato mano libera a bracconieri e a razzie di ogni tipo.

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Basta spray, c’è un adesivo contro le zanzare (e lo paga Bill Gates)

In California è cominciata a la sperimentazione di "patch" da attaccare ai vestiti per creare un vero e proprio scudo e proteggere chi lo porta dalle punture dagli insetti.
Non essere vittima delle zanzare per molti è un vero e proprio sogno. Ma godersi in tranquillità una serata estiva all'aperto potrebbe presto diventare realtà, e senza spray o miscele chimiche.
In California, infatti, stanno sviluppando degli adesivi, dei "patch", da attaccare ai vestiti per creare un vero e proprio scudo per proteggere dagli insetti a chi lo porta. Le zanzare attaccano l'uomo grazie all'anidride carbonica che produce con il respiro, che le attira e rivela la posizione della vittima.
L'adesivo in sperimentazione nei laboratori americani Olfactor copre la nostra anidride carbonica, creando una barriera. Ovviamente, la durata e la reale portata del patch, sono tutti da sperimentare, ma sicuramente si tratta di una ricerca interessante, tanto più che non utilizza sostanze considerate pericolose se inalate dall'essere umano.
La ricerca del patch anti zanzare è stata finanziata dalla fondazione Bill and Melinda Gates, con l'intento di esportarlo anche in certe zone africane, asiatiche e sudamericane, dove le zanzare possono essere letali, specie per i bambini.
CHI SIAMO
Il team di Kite ™ è composto da una serie di professionisti appassionati dedicati alla lotta contro le malattie trasmesse dalle zanzare in tutto il mondo.
Abbiamo riunito un team di classe mondiale di scienziati, ingegneri, progettisti, esperti sulla salute pubblica, e imprenditori per trasformare le nostre scoperte scientifiche in prodotti reali che possono avere un impatto sulla vita delle persone in tutto il mondo.

La piattaforma Kite ™ è stata creata da Grigio Frandsen , il Dott. Michelle Brown e Torrey Tayanaka , ed è il risultato in più di tre anni di lavoro presso Olfactor Laboratories, Inc. , e più di tre anni di ricerca presso la University of California Riverside dal professor Anandasankar Ray e il suo team.

DOMANDE FREQUENTI

Il kite Mosquito Patch è davvero non tossico?
Il Kite Mosquito Patch utilizza i principi attivi che sono stati approvati e considerati sicuri dagli Stati Uniti Food and Drug Administration per l’uso umano. La sicurezza dei bambini - il segmento più colpito dalla malaria e di altre malattie trasmesse dalle zanzare - è stato al centro dei nostri sforzi di sviluppo del prodotto.

Posso usare il Mosquito Patch Kite sui miei figli?
Sì. Questa è stata una delle priorità di sviluppo principale – per la sicurezza e l’applicazione. Funziona proprio come un adesivo. I genitori possono mettere un Mosquito Patch Kite intorno ai neonati e bambini (sui loro vestiti o sul passeggino, per esempio)

Il Kite è nocivo o dannoso per l'abbigliamento?
Esso avrà lo stesso impatto che avrebbe un adesivo.

Ho visto sugli articoli di stampa che si tratta di un cerotto cutaneo. Non è forse stato progettato per andare sui vestiti?
Kite Patch è progettato per l'abbigliamento, non sulla pelle. Alcune notizie non sono esatte -  la nostra tecnologia è stata progettata per essere messo sull’abbigliamento, marsupi, zaini, Camelbacks e altri attrezzi esterni ecc.

 Kite funziona su tutti i tipi di zanzare in diverse parti del mondo?
Dato che tutte le zanzare avvicinano gli esseri umani attraverso l'anidride carbonica del respiro, confermiamo che Kite è efficace su tutti i tipi di zanzare. Le prove preliminari effetuate sul campo indicano che questa tecnologia è efficace su diverse specie di zanzara.

Kite fornisce protezione al 100% contro le punture di zanzara?
Kite fornisce un flusso costante per un massimo di 48 ore, ma non garantisce che le zanzare non ci mordano. Esso è  progetto per sostituire  spray-on, fan-powered, o applicazioni di lozione, ma non prende il posto di zanzariere da letto durante la notte e / o di abbigliamento adeguato nelle zone infestate dalle zanzare.

La patch Kite proteggere contro mosche nere, moscerini pungenti e tafani?
Molti insetti, come mosche nere, moscerini pungenti e tafani, sono attratti da anidride carbonica. Kite non è stato ancora testato su questi insetti.

Qual è la durata di conservazione del Patch Kite?
Principi attivi hanno dimostrato una durata fino a 18 mesi. Tuttavia, la durata di conservazione per il kite rimane da stabilire.

Quanto è grande ogni patch Kite?
Kite è stato progettato approssimativamente per 1.5 cmq

Questo avrà un impatto significativo sulla malaria?
Sì, noi crediamo così. Riducendo il contatto tra le zanzare e gli esseri umani, Kite sarà sicuramente un impatto di trasmissione di malaria.
La tecnologia del Kite è abbastanza avanzato. Chi c'è dietro?
Un folto gruppo di grandi organizzazioni e di individui
Ecco i dettagli:
La proprietà intellettuale originale che ha portato allo sviluppo della tecnologia che stiamo usando per il kite è stato scoperto presso la University of California Riverside dal Dr. Anandasankar Ray. E 'stato finanziato dalla Bill e Melinda Gates Foundation e il National Institutes of Health (NIH). La proprietà intellettuale è stato poi concesso in licenza esclusivamente con i diritti di tutto il mondo per ieCrowd e messo in Olfactor Laboratories, Inc. (OLI), la sua controllata. In seguito a ciò, la nuova tecnologia è stata sviluppata, e abbiamo depositato tre brevetti negli ultimi 18 mesi. Abbiamo anche ricevuto finanziamenti provenienti dal National Institutes of Health e siamo in partnership di collaborazione per testare varie tecnologie OLI con l'USDA, l'Esercito degli Stati Uniti Walter Reed Institute of Research, e di altre organizzazioni internazionali. La tecnologia del Kite è solo una delle tecnologie in fase di sviluppo dal nostro team a OLI.

 Kite e le sue possibilità! Posso acquistarlo immediatamente negli Stati Uniti?
Kite  è il primo prodotto al mondo che contiene composti in grado di bloccare la capacità zanzare 'di rilevare l'anidride carbonica. E 'nuovo e potente. Perché difende gli esseri umani dalle zanzare, è considerato un "repellente". Usa, composti spaziali non tossici che - pur sicuro per il consumo umano / contatto - richiedere la registrazione EPA. Siamo ansiosi di ottenere il nostro processo di registrazione EPA completato e ottenere prodotti sul mercato e per voi! Il vostro aiuto sarà ora accelerare il processo.

Io vivo in Canada (o nel Regno Unito, Singapore, Brasile, India, Francia, Messico, ecc), e voglio comprare Kite momento. Come?
Kite Patch è sviluppato rapidamente, ma non è ancora pronto. Stiamo chiedendo ai sostenitori che ci aiutino a finanziare la prova sul campo in Uganda, poi per aiutarci a finalizzare la produzione e lo sviluppo del prodotto.

Mi piace Kite e penso che è necessario nel mio paese. Posso acquistarlo adesso?
Kite è il primo prodotto al mondo che contiene composti in grado di bloccare la capacità zanzare 'di rilevare l'anidride carbonica. E 'nuovo e potente. Perché difende gli esseri umani dalle zanzare, è considerato un "repellente". Usa, composti spaziali non tossici che - pur sicuro per il consumo umano / contatto - richiedere la registrazione EPA. Siamo ansiosi di ottenere il nostro processo di registrazione EPA completato e ottenere prodotti sul mercato e per voi! Il vostro aiuto sarà ora accelerare il processo.
Stiamo seguendo processo di regolamentazione di ogni paese per l'introduzione di questa nuova tecnologia. La tecnologia del Kite è potente e non tossico - e di nuovo - e vogliamo che l'approvazione da ogni governo prima della distribuzione di un paese specifico. Il governo dell'Uganda è stata incredibilmente solidale e accogliente della nostra prova sul campo pianificato lì.

Devo davvero aspettare così a lungo? AMO Kite!
Sì, in effetti. Stiamo lavorando più velocemente che possiamo - e dobbiamo pianificare i tempi di fuori di un processo di registrazione negli Stati Uniti (EPA) e in altri paesi. Alcuni saranno molto più velocemente di altri. Quindi appendere in là e ti terremo tutti postato. Linea di fondo: il vostro sostegno sta portando una tecnologia incredibile mercato. Grazie.
Ho visto un articolo dicendo che Kite Patch è finanziato dalla Fondazione Gates. E 'vero?
La Bill e Melinda Gates Foundation ha fornito finanziamenti generosi per la scoperta originale presso l'Università della California, Riverside. Siamo particolarmente orgogliosi che la nostra azienda ha preso quella scoperta originale e la trasformò in una nuova tecnologia e una gamma di prodotti - molti dei quali saranno annunciati nei prossimi mesi.
Se Kite ha ricevuto sovvenzioni dal NIH e altri, perché necessita il nostro finanziamento?
Abbiamo ricevuto finanziamenti, ma per ottenere effettivamente la tecnologia del Kite a mercato, abbiamo bisogno di sostegno per favorire lo sviluppo dei prodotti e di una prova sul campo, dove conta di più. Il Olfactor Laboratories, Inc. squadra ha lavorato il suo cuore per più di tre anni sullo sviluppo della scienza, e tocca a tutti noi ora per farlo mercato dove si può avere un impatto globale.
Sei ragazzi legati USAID, Rollback Malaria, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, Malaria No More, e di altri gruppi di lavoro per terminare la malaria?
Siamo collegati o stiamo connettendo con un gruppo ampio di enti non profit, governative, e for-profit che operano all'interno dell'arena zanzara e il vettore di controllo. La nostra visione di Kite è che sarà diventato una parte essenziale della casella degli strumenti in uso per combattere le malattie trasmesse dalle zanzare nei prossimi anni, e che fornirà una solida alternativa ai metodi tossici, dannosi, o inefficaci in uso oggi.

Sarà il progetto Kite in Uganda davvero aiutare le persone lì?
Abbiamo scelto l'Uganda come location per la nostra prima prova sul campo per due motivi: primo, perché è uno dei paesi più colpiti dalla malaria, in secondo luogo, perché Grigio ha lavorato dentro, intorno e su temi che incidono Uganda (Esercito di Resistenza del Signore, del Sud l'indipendenza del Sudan, i Grandi Laghi conflitti, ecc) e come risultato abbiamo legami e la familiarità con esso. Per non parlare il popolo dell'Uganda sono fantastici e Pilgrim Africa è stato un incredibile collaboratore nella preparazione dei nostri test sul campo.

Per quanto riguarda la prova sul campo in Uganda - mi puoi dire di più?
Stiamo lavorando con Pilgrim Africa per distribuire i nostri primi kite Patch Mosquito. Stiamo progettando che prova ad essere incentrato sulle sia la protezione e la fornitura di fornire un contributo al processo di progettazione definitiva. La nostra tecnologia è in fase avanzata, ma stiamo partendo con ciò che gli utenti vogliono e hanno bisogno, dove conta di più - nelle regioni più influenzato da malattie trasmesse dalle zanzare. Se siamo in grado di alleviare le sfide che affrontiamo in Uganda e in altre aree di test, siamo in grado di garantire che la tecnologia del Kite avrà la più ampia possibile impatto.

Chi è il vostro partner in Uganda?
Siamo onorati di avere Pilgrim Africa come nostro partner chiave nella nostra prima prova sul campo in Uganda. Il loro team è dedicato, duro lavoro, e sul taglio-bordo di produrre risultati sostenibili e di impatto orientato nelle regioni più povere dell'Africa. La nostra tecnologia viene da Olfactor Laboratories, Inc., e la nostra incubazione e infrastrutture di business è fornito da ieCrowd.

Quando questo progetto sarà lanciato in Uganda?
Prevediamo che questo progetto di lanciare fino a sei mesi dal completamento della nostra campagna di crowdfunding.

Qual è la campagna di crowdfunding di Kite circa?
La nostra campagna di crowdfunding su Indiegogo ci permetterà di finalizzare il Mosquito Patch progettazione Kite e spedire un gran numero di patch in Uganda per un test sul campo. La prova sul campo ci aiuterà a finalizzare la formulazione e le ultime modifiche di progettazione di prodotto. Una volta che la formulazione è finalizzato possiamo iniziare il processo di registrazione EPA per gli Stati Uniti. Una volta che abbiamo l'approvazione negli Stati Uniti, saremo in grado di scalare il prodotto per la distribuzione capillare e di influenzare i mercati - in particolare per quelli in cui le zanzare significare vita o morte.

Quando riceverò i miei frutti dalla campagna di crowdfunding?
Ci aspettiamo di spedire Kite adesivi, bottiglie d'acqua, e T-shirt 6 settimane dalla fine della nostra campagna. Kite patch per Uganda dovrebbero spedire fino a 6 mesi dalla fine della nostra campagna. Stimiamo Kite patch ai nostri sostenitori americani di spedire circa un anno dalla fine della nostra campagna, una volta che sono EPA-registrato.
Ho sostenuto la sua campagna Indiegogo. Riceverò il mio aquilone patch prima della prova sul campo in Uganda? Per favore?
Stiamo usando questo supporto per finanziare il nostro test sul campo e per consolidare la produzione e lo sviluppo del prodotto. Poi ci sarà finalizzare la produzione e la fabbricazione e quindi spedire a voi. Lei sarà il primo a ricevere Kite patch dopo il test di Uganda e dopo incontriamo l'approvazione regolamentare.

Quanto costerà Kite quando sarà pronto?
Kite è stato sviluppato per avere la più ampia distribuzione in tutto il mondo con un unico obiettivo: proteggere l'uomo dalle zanzare. Di conseguenza, ogni mercato sarà leggermente diversa. Mentre oggi si hanno due scelte - repellenti per zanzare che sono tossici e in qualche modo efficace, o prodotti "naturali" o non tossici che sono completamente inefficaci (sappiamo, che abbiamo testato tutti i prodotti primari sul mercato alle stesse condizioni che 'ho usato per testare i nostri composti). Kite cambia questa scelta: si può anticipare che Kite zanzara patch sarà la zanzara più efficaci repellenti sul mercato che avviene anche per essere non tossico.
Sono molto interessato a vendere o distribuire Kite Patch. Come posso inviare una proposta?
Stiamo ricevendo una notevole quantità di interesse da parte di aziende e privati ​​che vogliono acquisire licenze esclusive e / o distribuzione di Kite Patch - letteralmente uno o due di un'ora. Siamo molto onorati e molto riconoscenti. Saremo distacco una richiesta di proposte entro la fine del mese di luglio per specifiche categorie di partnership che crediamo sarà prezioso per l'utente finale. Controllare kitepatch.com spesso per gli aggiornamenti su questo fronte. Anche in questo caso - grazie per il vostro interesse.
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