La scoperta del Camaleonte Tarzan, il nuovo signore
della giungla
Nelle ore calde della giornata queste graziose e
simpatiche creature vanno in giro in cerca del cibo con cui nutrirsi e si
mimetizzano con la natura circostante con tanta facilità.
Intanto in un angolo della
foresta del Madagascar è stata scoperta recentemente una nuova specie chiamata
“Calumma Tarzan” che ha preso il nome dalla foresta dove è stato ritrovato.
La "Foresta di Tarzan” è nei pressi di
Ambodimeloka, il cui nome originale era Tarzanville. Lungo appena 13 centimetri
ha dei colori che cambiano a secondo dell'ambiente che lo circondano.
Come tutti i camaleonti, anche la Calumma Tarzan ha
una coda portentosa. Una sorta di arto vero e proprio con il quale riesce ad
aggrapparsi ai rami per non cadere. La usa per stare in equilibrio ed è un
valido strumento ausiliario per arrampicarsi sugli alberi, proprio come
le scimmie!
Il nome camaleonte viene dal greco e significa "leone di terra".
Il termine
"camaleonte" viene comunemente usato come sinonimo di mimetismo. Sappiamo
bene che questa fama è ben meritata, la sottofamiglia dei Chamaeleoninae
dispone infatti di un complesso sistema di cellule dermiche (della pelle) che
permette loro di assumere varie gradazioni e trame di colore (ogni specie
tuttavia ha un suo "repertorio" per cui può assumere solo alcuni
colori). In pratica esistono cellule che portano pigmenti gialli e/o rossi,
altre che portano cristalli di guanina (usati per creare, tramite diffrazione,
il blu e quindi il verde) e i melanofori che determinano la colorazione scura.
Queste ultime cellule sono molto particolari infatti, mentre le altre cellule
pigmentate formano uno strato sottocutaneo uniforme, i melanofori hanno una
forma a imbuto/clessidra che li localizza sia sopra che sotto lo strato delle altre
cellule pigmentate. I melanofori quindi possono convogliare la melanina che
contengono sopra le altre cellule pigmentate conferendo colorazione scura
all'animale, ovvero riunirla nello spazio sottostante permettendo ai colori
chiari e brillanti di emergere. Sono proprio i melanofori ad essere regolati
dal sistema nervoso e quindi risentire più direttamente dell'umore
dell'animale: se è una variazione dal verde al marrone potrà essere legata alla
colorazione dell'ambiente circostante, una variazione chiaro->scuro o
viceversa dipenderà direttamente dalle "emozioni" del camaleonte.
I camaleonti impiegano varie strategie per regolare con precisione la loro
temperatura corporea: al sorgere del sole esibiscono colori scuri per
"catturare" tutte le radiazioni possibili, nello stesso tempo
appiattiscono il corpo al massimo per esibire, al calore, la massima superficie
corporea. Una volta termoregolati "vestono" colori più chiari e
cominciano l'attività esplorativa. In caso di calura eccessiva divengono
chiarissimi, si nascondono all'ombra ed eventualmente traspirano attraverso la
bocca che viene tenuta aperta.
I camaleonti adottano tre
diverse modalità riproduttive a seconda della specie. Esistono infatti specie
ovipare, ovovivipare e partenogenetiche (più rare).
Le specie ovipare sono le più diffuse, in questo caso la femmina è in grado di trattenere le uova fintanto che non le riesca di trovare un adatto sito di deposizione.
Le specie ovipare sono le più diffuse, in questo caso la femmina è in grado di trattenere le uova fintanto che non le riesca di trovare un adatto sito di deposizione.
In natura la giornata
tipo di un camaleonte si svolge in quest'ordine: sveglia all'alba, bagno di
sole per prendere energie, giro del proprio albero/cespuglio/ciuffo
d'erba/fazzoletto di foglie secche, con annessa colazione, pennichella durante
le ore più calde, nuovo giro di perlustrazione con cena ed infine a nanna nel
punto più folto e buio del proprio possedimento, acquattato contro un ramo con
occhi chiusi e coda arrotolata. Tutto questo non contempla alcuna attività
sociale e guai quando due camaleonti entrano in contatto visivo: allora sono
minacce mute, ma coloratissime, vere parolacce con cui si mandano cordialmente
a quel paese senza emettere alcun suono.
Gli occhi dei camaleonti rappresentano un caso unico
nel mondo animale. Possono ruotare e mettere a fuoco indipendentemente l'uno
dall'altro; senza spostarsi, il camaleonte è in grado di osservare l'ambiente
circostante a 360°. Quando punta una preda, il camaleonte rivolge verso di essa
entrambi gli occhi. Gli occhi sono coperti quasi interamente dalle palpebre. I camaleonti si nutrono generalmente
di insetti, soprattutto locuste, mantidi e grilli, ma
le specie più grandi arrivano a nutrirsi di piccoli uccelli.
Contrariamente a un'opinione diffusa, la maggior parte dei camaleonti non
mangia le mosche. Qualche specie, come il C. calyptratus, si
ciba occasionalmente di sostanze vegetali.
Attualmente il
"paradiso" dei camaleonti è il Madagascar (con 120 specie di
Chamaleoninae e 30 di Brookesiinae)
Purtroppo il Camaleonte Tarzan, appena scoperto, cosi’
come le altre specie esistenti in Madagascar, fanno parte della lista rossa
cioè di quella specie minacciata di estinzione e sono stati inseriti in blocco nella lista delle specie
protette dalla convenzione di Washington (allegato B), e l'Europa ha chiuso i
battenti alle importazioni dal Madagascar.
In Madagascar, il
camaleonte viene visto dalla maggior parte della popolazione con timore e una
sorta di soggezione. I Sakalava (tribù del Nord) ritengono infatti
che i camaleonti portino in sé gli spiriti cattivi dei morti.
Ci auguriamo che la deforestazione in atto non
contribuisca a fare sparire un essere tanto importante per la natura e la
biodiversità del Madagascar. AS
Camaleonte dell'isola di Sainte Marie |
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