martedì 14 maggio 2013

Madagascar: situazione politica sempre più intricata verso le presidenziali di luglio


In Madagascar le elezioni presidenziali si terranno il 24 luglio prossimo, come confermato dai mediatori internazionali a pochi giorni dal controverso annuncio di Andry Rajoelina, Presidente ad interim dal 2009, di voler avanzare la propria candidatura.  A gennaio aveva dichiarato la propria intenzione di farsi da parte, probabilmente cedendo alle pressioni delle amministrazioni regionali intenzionate a evitare potenziali disordini al momento del voto. È poi tornato sui suoi passi alla notizia dell'inattesa candidatura della moglie di Marc Ravalomanana, spodestato con il golpe del 2009.  
L’isola, che vanta ricchissimi giacimenti petroliferi e minerari, ha vissuto quattro anni di incertezza politica che ne hanno seriamente compromesso la crescita economica, scoraggiando gli investitori stranieri. L’economia ha subito un calo del 4,6% nel 2009, un abisso se paragonata alla crescita del 7,1% registrata l’anno precendente. Per il 2013 la Banca Mondiale prevede una crescita pari a un timido 2.6%.  
L’ex Presidente del Mozambico Joaquim Chissano, mediatore della crisi malgascia dal 2009, si dice “turbato” dalla situazione attuale, ma convinto che nessuno voglia di invertire il processo politico. “I cittadini vogliono andare al voto nei tempi stabiliti, assicurandosi che tutto si svolga in modo pacifico”, ha dichiarato. Chissano si è poi detto favorevole alla decisione del Tribunale elettorale, che ha accettato la candidatura di Rajoelina -- oltre ad altri 40 candidati. “Confidiamo nel fatto che non ci saranno ulteriori irregolarità,” ha aggiunto.  
Il governo francese ha invece accolto con disappunto il via libera, come quello nei confronti di Lalao Ravalomanana e di Didier Ratsiraka, già Presidente per due volte. In un comunicato ufficiale del Ministero degli Esteri francese si legge fra l'altro:  
"La candidatura di Rajoelina viola l'impegno solenne, preso dal Presidente in transizione il 15 gennaio 2013, di non presentarsi come candidato alle elezioni presidenziali in Madagascar, in conformità alle raccomandazioni della Comunità per lo sviluppo dell'Africa Meridionale (SADC). La Francia condivide pienamente il rammarico espresso dalla SADC tramite il Presidente della Tanzania, Jakaya Kikwete. 
Invitiamo tutti gli attori politici in Madagascar a mantenere gli impegni assunti di fronte alla SADC, i cui sforzi di mediazione sono sostenuti dalla Francia, al fine di preservare le possibilità di attuare con successo il processo di transizione." 
Il 38enne Rajoelina, il cui voltafaccia ha creato forti tensioni interne, ha dichiarato che i suoi avversari politici non hanno nulla da temere, aggiungendo: “Quando si decide di competere, bisogna osare e non aver paura di nulla”. Pur a fronte delle molte critiche, il Presidente in carica non appare pentito: "Quando ho reso pubblica la mia decisione di non candidarmi, molti si sono sentiti afflitti. Quando invece la lista dei candidati è stata resa pubblica, tanti hanno pianto di gioia. [...] Se mi sono candidato è soprattutto per il Paese. Il popolo è padrone delle proprie scelte e ora deve eleggere il suo leader", ha concluso, definendosi tra l'altro il miglior candidato. "Dato che i giovani costituiscono il 70% della popolazione, il Paese ha bisogno di un leader patriota che ne condivida la visione. Un solo candidato soddisfa tali criteri".  
Nel settembre 2011 la Comunità di Sviluppo dell'Africa Meridionale (SADC) aveva negoziato un accordo per la conferma di Rajoelina alla presidenza e il ritorno incondizionato di Ravalomanana, condannato in contumacia all’ergastolo per aver ordinato all’esercito di uccidere i sostenitori di Rajoelina durante il golpe. Ciò nonostante, Ravalomanana rimane in esilio in Sud Africa, ma l'ex first lady ha avuto il permesso di rientrare lo scorso 12 marzo per stare accanto alla madre di 83 anni gravemente malata. Rajoelina aveva acconsentito al suo ritorno a condizione che la donna si astenesse da qualsiasi attività politica -- clausola ormai chiaramente ignorata. Ravalomanana, madre di quattro figli e amministratore delegato del conglomerato Tiko fino al 2009, possiede scarsa esperienza politica e tanti cittadini non vedono di buon'occhio la sua candidatura per via della forte influenza del marito.
Molti sull’isola si stanno impegnando per una mediazione tra l’attuale Presidente e i precedenti capi di Stato (in lizza anche Albert Zafy, in carica dal 1993 al 1996), inclusa la Chiesa: Il Consiglio cristiano aveva anche organizzato domenica 5 maggio un incontro tra i quattro ex-leader per gettare le basi di una cooperazione: si sono presentati solo Zafy e Ratsiraka.  
L'attuale scenario conferma dunque che la strada del negoziato non è facile, vista la diversità di opinioni tra i quattro. Se da un lato Zafy e Ratsiraka sono entrambi favorevoli a una nuova transizione, non la concepiscono certo allo stesso modo. Ravalomanana conta ovviamente sulla vittoria della moglie, visto che spera di tornare in Madagascar, una prospettiva che preoccupa molto l'esercito, responsabile della sua cacciata quattro anni fa. Infine, Rajoelina sembra essere contrario a una nuova transizione.
 TRADUZIONI DI E. INTRA E S. GLIEDMAN
Fonte:La Stampa
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