In Madagascar le elezioni presidenziali si terranno il 24 luglio prossimo,
come confermato dai mediatori internazionali a pochi giorni dal controverso
annuncio di Andry Rajoelina, Presidente ad interim dal 2009, di voler avanzare
la propria candidatura. A gennaio aveva dichiarato la propria intenzione
di farsi da parte, probabilmente cedendo alle pressioni delle amministrazioni
regionali intenzionate a evitare potenziali disordini al momento del voto. È
poi tornato sui suoi passi alla notizia dell'inattesa candidatura della moglie
di Marc Ravalomanana, spodestato con il golpe del 2009.
L’isola, che vanta ricchissimi giacimenti
petroliferi e minerari, ha vissuto quattro anni di incertezza politica che ne
hanno seriamente compromesso la crescita economica, scoraggiando gli
investitori stranieri. L’economia ha subito un calo del 4,6% nel 2009, un
abisso se paragonata alla crescita del 7,1% registrata l’anno precendente. Per
il 2013 la Banca Mondiale prevede una crescita pari a un timido 2.6%.
L’ex Presidente del Mozambico Joaquim
Chissano, mediatore della crisi malgascia dal 2009, si dice “turbato” dalla
situazione attuale, ma convinto che nessuno voglia di invertire il processo
politico. “I cittadini vogliono andare al voto nei tempi stabiliti,
assicurandosi che tutto si svolga in modo pacifico”, ha dichiarato. Chissano si
è poi detto favorevole alla decisione del Tribunale elettorale, che ha
accettato la candidatura di Rajoelina -- oltre ad altri 40 candidati.
“Confidiamo nel fatto che non ci saranno ulteriori irregolarità,” ha aggiunto.
Il governo francese ha invece accolto con
disappunto il via libera, come quello nei confronti di Lalao Ravalomanana e di
Didier Ratsiraka, già Presidente per due volte. In un comunicato ufficiale del Ministero degli Esteri francese
si legge fra l'altro:
"La candidatura di Rajoelina viola
l'impegno solenne, preso dal Presidente in transizione il 15 gennaio 2013, di
non presentarsi come candidato alle elezioni presidenziali in Madagascar, in
conformità alle raccomandazioni della Comunità per lo sviluppo dell'Africa
Meridionale (SADC). La Francia condivide pienamente il rammarico espresso dalla
SADC tramite il Presidente della Tanzania, Jakaya Kikwete.
Invitiamo tutti gli attori politici in
Madagascar a mantenere gli impegni assunti di fronte alla SADC, i cui sforzi di
mediazione sono sostenuti dalla Francia, al fine di preservare le possibilità
di attuare con successo il processo di transizione."
Il 38enne Rajoelina, il cui voltafaccia
ha creato forti tensioni interne, ha dichiarato che i suoi avversari politici
non hanno nulla da temere, aggiungendo: “Quando si decide di competere, bisogna
osare e non aver paura di nulla”. Pur a fronte delle molte critiche, il
Presidente in carica non appare pentito: "Quando ho reso pubblica la mia
decisione di non candidarmi, molti si sono sentiti afflitti. Quando invece la
lista dei candidati è stata resa pubblica, tanti hanno pianto di gioia. [...]
Se mi sono candidato è soprattutto per il Paese. Il popolo è padrone delle
proprie scelte e ora deve eleggere il suo leader", ha concluso,
definendosi tra l'altro il miglior candidato. "Dato che i giovani
costituiscono il 70% della popolazione, il Paese ha bisogno di un leader
patriota che ne condivida la visione. Un solo candidato soddisfa tali
criteri".
Nel settembre 2011 la Comunità di
Sviluppo dell'Africa Meridionale (SADC) aveva negoziato un accordo per la
conferma di Rajoelina alla presidenza e il ritorno incondizionato di
Ravalomanana, condannato in contumacia all’ergastolo per aver ordinato
all’esercito di uccidere i sostenitori di Rajoelina durante il golpe. Ciò
nonostante, Ravalomanana rimane in esilio in Sud Africa, ma l'ex first lady ha
avuto il permesso di rientrare lo scorso 12 marzo per stare accanto alla madre
di 83 anni gravemente malata. Rajoelina aveva acconsentito al suo ritorno a
condizione che la donna si astenesse da qualsiasi attività politica -- clausola
ormai chiaramente ignorata. Ravalomanana,
madre di quattro figli e amministratore delegato del conglomerato Tiko fino al
2009, possiede scarsa esperienza politica e tanti cittadini non vedono di
buon'occhio la sua candidatura per via della forte influenza del marito.
Molti sull’isola si stanno impegnando per
una mediazione tra l’attuale Presidente e i precedenti capi di Stato (in lizza
anche Albert Zafy, in carica dal 1993 al 1996), inclusa la Chiesa: Il Consiglio
cristiano aveva anche organizzato domenica 5 maggio un incontro tra i quattro
ex-leader per gettare le basi di una cooperazione: si sono presentati solo Zafy
e Ratsiraka.
L'attuale scenario conferma dunque che la
strada del negoziato non è facile, vista la diversità di opinioni tra i
quattro. Se da un lato Zafy e Ratsiraka sono entrambi favorevoli a una nuova
transizione, non la concepiscono certo allo stesso modo. Ravalomanana conta
ovviamente sulla vittoria della moglie, visto che spera di tornare in
Madagascar, una prospettiva che preoccupa molto l'esercito, responsabile della
sua cacciata quattro anni fa. Infine, Rajoelina sembra essere contrario a una
nuova transizione.
TRADUZIONI
DI E. INTRA E S. GLIEDMAN
Fonte:La Stampa
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