Ci sono
tanti buoni motivi per proteggere le foreste: dalla biodiversità, al clima,
alle riserve d’acqua dolce, alla protezione dei suoli, ai popoli nativi.
Ora se
ne aggiunge un’altra: il controllo della malaria. Secondo uno studio pubblicato
sulla rivista PLOS, la protezione della biodiversità delle foreste tropicali
può contribuire a ridurre la diffusione della malaria. Uno studio pubblicato
nel 2010 dagli scienziati dell’Università del Wisconsin sulla rivista Emerging
Infectious Diseases CDC, giungeva alle stesse conclusioni: la deforestazione in
Amazzonia è legata a un aumento dell’incidenza della malaria. Lo studio però si
basava sulla statistica epidemiologica, combinando l’incidenza della malaria
nei 54 distretti sanitari brasiliani, e comparandola alle immagini satellitari
ad alta risoluzione che testimoniano l’abbattimento nella foresta amazzonica.
Ora il nuovo studio spiega anche il motivo della relazione tra deforestazione e
diffusione della malaria. Lo
studio si basa su un modello matematico, “una rappresentazione delle dinamiche
di trasmissione della malaria”, spiega Gabriele Laporta, epidemiologo
dell’Università di San Paolo del Brasile, “La dinamica inizia quando un essere
umano infetto dalla malaria viene morso
da una zanzara vettore. Questa zanzara vettore si infetta e può trasmettere il
parassita ad un altro essere umano.” Laporta e il suo team hanno usato il
modello matematico per esaminare due fattori che possono influenzare la
trasmissione della malaria nelle aree di foresta. Il numero di animali a sangue
caldo -uccelli come tucani e quaglie silvestri, e mammiferi come scimmie
urlatrici e scoiattoli- e il numero di zanzare che non sono portatrici di
malaria. Nei fatti, in presenza di animali a sangue caldo, le zanzare non
portatrici competono con quelle portatrici di malaria. In assenza di
biodiversità, la zanzara portatrice di malaria prevale, e la malaria con essa. Fino
ad oggi le amministrazioni comunali si adoperavano ad abbattere le foreste
tutt’attorno alle città per combattere la malaria, in realtà non facevano che
incrementarne la propagazione. Lo stesso avviene oggi, con la lobby agraria che
cerca di spacciare per lotta alla malaria la deforestazione e la conversione
delle foreste in piantagioni e pascoli. Ma quello che succede, secondo gli
scienziati, è esattamente il contrario. Insomma, “la protezione delle foreste e
la lotta alla malaria non sono incompatibili, anzi, la protezione della
biodiversità dovrebbe essere parte integrante di tutti i programmi di
eradicazione della malaria”.
Fonte:
www.salvaleforeste.it
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