Per i
lettori italiani che ci seguono lontani dal Madagascar dobbiamo precisare che
il 3 maggio, scaduto il termine per
presentare la candidatura a Presidente della Repubblica del Madagascar per le elezioni
del 24 luglio prossimo, l’Alta Corte
Costituzionale ha esaminato la documentazione
delle 50 candidature pervenute all’ufficio elettorale. Di queste 50
candidature l’Alta Corte Costituzionale ne ha ammesse solamente 41.
Noi abbiamo seguito da alcuni mesi
Maurice Beranto e abbiamo pubblicato due sue interviste:
Candidato Presidente del Madagascar
Alla luce
dei fatti che sono intervenuti, Maurice Beranto preferisce non presentare più
la sua candidatura a Presidente del Madagascar e in questo scritto che segue ne
spiega i motivi.
Cari
amici e elettori
Ho
dovuto rassegnarmi a non presentarmi a queste presidenziali perché volevo
presentarmi ad una elezione partecipando
ad un dibattito politico. A mio parere, queste presidenziali, così come oggi si
sono delineate, non sono altro che un grande gioco di circo equestre. Io volevo
partecipare a un dibattito politico, non
volevo essere un clown. Ed ho paura al solo pensiero, di quello che potrà
accadere alla maggior parte dei malgasci in un prossimo futuro.
Ma,
come spesso ho detto, un popolo ha i capi che si merita. Con i miei amici,
avremmo voluto offrire un'alternativa al presente. Ma i malgasci ancora non
vogliono. A dire la verità, sono "coloro che sanno" questi
intellettuali, come ci piace chiamarli nel nostro paese, e in particolare
coloro che si sono arricchiti alle spalle di un popolo che vuole rimanere in
questo stato. Gli intellettuali malgasci
commentano e si rifiutano di entrare in azione. Io non faro’ mai parte
dei predatori, dei mercanti di illusioni e degli apprendisti stregoni. Quindi,
non ho trovato l'aiuto economico che ho bisogno per andare avanti. Tutto quello
che ho fatto e che continuo a fare è dovuto alla mia famiglia e ai pochi amici fedeli.
Per
questa volta, così ho abdicato. Detto questo, fare il presidente non è mai
stato "fine a se stesso." Abbiamo pensato da molto tempo, che era più
importante per noi avere più parlamentari che, fare il Presidente senza
rappresentanza in seno al parlamento. Continuiamo il nostro "lavoro".
Ma per fare cio’, debbo dare fondo alle mie migliori risorse per accettare una
situazione che non mi è gradita. Se voglio portate avanti le mie idee, devo
partecipare a un governo, anche se si tratta di un governo di ladri. E dico sul
serio. Ho pensato che non posso fare
altrimenti, e ne sono convinto.
Deve
esserci una rivoluzione di pensiero perchè il malgascio accetti che le cose
cambino. Come mi piace dire, un cambiamento in un paese deve iniziare con il
cambiamento del modo di pensare di ogni cittadino. Questo è il mio pensiero, ma
purtroppo, se questo non avviene non è
possibile invertire la tendenza. Non posso continuare nel vedere il paese
abbandonato senza alcuna speranza e deludere tutti quelli che fino ad oggi mi
hanno seguito.
Quindi
per me, questa è una strategia che si evolve con il tempo. Gli obiettivi
rimangono gli stessi. Cercate di capirmi: tutti questi sforzi, in tutti questi
anni per avere dei buoni risultati, ci dicono che io devo continuare, che noi
continuiamo.
La
visita ieri dei giovani di Fort-Dauphin che mi hanno testimoniato la volontà di
continuare, non ha fatto altro che rafforzare questa nostra convinzione di continuare.
Maurice BERANTO
Presidente FIDEM
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