martedì 14 maggio 2013

La lotta politica CONTINUA! (governo ladro)


Per i lettori italiani che ci seguono lontani dal Madagascar dobbiamo precisare che il 3 maggio,  scaduto il termine per presentare la candidatura a Presidente della Repubblica del Madagascar per le elezioni del 24 luglio prossimo,  l’Alta Corte Costituzionale ha esaminato la documentazione  delle 50 candidature pervenute all’ufficio elettorale. Di queste 50 candidature l’Alta Corte Costituzionale ne ha ammesse solamente 41.
Noi abbiamo seguito da alcuni mesi Maurice Beranto e abbiamo pubblicato due sue interviste: 

                                     Candidato  Presidente del Madagascar

Alla luce dei fatti che sono intervenuti, Maurice Beranto preferisce non presentare più la sua candidatura a Presidente del Madagascar e in questo scritto che segue ne spiega i motivi.

Cari amici e elettori
Ho dovuto rassegnarmi a non presentarmi a queste presidenziali perché volevo presentarmi ad una  elezione partecipando ad un dibattito politico. A mio parere, queste presidenziali, così come oggi si sono delineate, non sono altro che un grande gioco di circo equestre. Io volevo partecipare a un dibattito politico,  non volevo essere un clown. Ed ho paura al solo pensiero, di quello che potrà accadere alla maggior parte dei malgasci in un prossimo futuro.
Ma, come spesso ho detto, un popolo ha i capi che si merita. Con i miei amici, avremmo voluto offrire un'alternativa al presente. Ma i malgasci ancora non vogliono. A dire la verità, sono "coloro che sanno" questi intellettuali, come ci piace chiamarli nel nostro paese, e in particolare coloro che si sono arricchiti alle spalle di un popolo che vuole rimanere in questo stato. Gli intellettuali malgasci  commentano e si rifiutano di entrare in azione. Io non faro’ mai parte dei predatori, dei mercanti di illusioni e degli apprendisti stregoni. Quindi, non ho trovato l'aiuto economico che ho bisogno per andare avanti. Tutto quello che ho fatto e che continuo a fare è dovuto alla mia famiglia e ai pochi amici fedeli.
Per questa volta, così ho abdicato. Detto questo, fare il presidente non è mai stato "fine a se stesso." Abbiamo pensato da molto tempo, che era più importante per noi avere più parlamentari che, fare il Presidente senza rappresentanza in seno al parlamento. Continuiamo il nostro "lavoro". Ma per fare cio’, debbo dare fondo alle mie migliori risorse per accettare una situazione che non mi è gradita. Se voglio portate avanti le mie idee, devo partecipare a un governo, anche se si tratta di un governo di ladri. E dico sul serio. Ho pensato che non  posso fare altrimenti, e ne sono convinto.
Deve esserci una rivoluzione di pensiero perchè il malgascio accetti che le cose cambino. Come mi piace dire, un cambiamento in un paese deve iniziare con il cambiamento del modo di pensare di ogni cittadino. Questo è il mio pensiero, ma purtroppo, se questo non avviene  non è possibile invertire la tendenza. Non posso continuare nel vedere il paese abbandonato senza alcuna speranza e deludere tutti quelli che fino ad oggi mi hanno seguito.
Quindi per me, questa è una strategia che si evolve con il tempo. Gli obiettivi rimangono gli stessi. Cercate di capirmi: tutti questi sforzi, in tutti questi anni per avere dei buoni risultati, ci dicono che io devo continuare, che noi continuiamo.
La visita ieri dei giovani di Fort-Dauphin che mi hanno testimoniato la volontà di continuare, non ha fatto altro che rafforzare questa nostra  convinzione di continuare.  
Maurice BERANTO
Presidente FIDEM

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