lunedì 25 novembre 2013

SEMPIONE JAZZ SOCIETY LIVE PER IL MADAGASCAR

La musica è quella dellaSempione Jazz Society, il profumo della solidarietà quello di Ylang Ylang, oltre che il fiore da cui si ricava l'essenza usata in profumeria, anche il nome dell'associazione di Busto Garolfo presieduta daGuido Paganini che raccoglie contributi e donazioni necessari ad assicurare il funzionamento della struttura sanitaria "Centro Sanitario S. Maria della Grazia" realizzata a Nosy Bé (Madagascar).
Il concerto, in programma sabato 9 novembre alle 21.00 nella sala Don Besana della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate (Via Manzoni, 50), vuole essere un momento per far conoscere meglio alla cittadinanza i progetti dell'associazione a otto mesi esatti dalla sua costituzione. "Un gruppo di amici di Busto Garolfo e dintorni, ha deciso di dar vita a un'associazione per supportare economicamente il servizio sanitario erogato dal Centro di Nosy Bé - ricorda Paganini -. Le prestazioni sono gratuite per la popolazione locale che non ha le possibilità economiche di pagare. Con questa serata di musica jazz vogliamo portare a conoscenza della cittadinanza la nostra attività e la possibilità di contribuire ai tanti progetti per una realtà che ha compiuto, sotto il profilo sanitario, grandi progressi".
"Abbiamo scelto di essere vicini all'iniziativa di Ylang Ylang perché quello dell'associazione è un progetto che nasce dal nostro territorio a favore di un altro territorio - dichiara il presidente della Bcc Roberto Scazzosi -. Si tratta di una realtà lontana e con problemi diversissimi da quelli che noi affrontiamo ogni giorno, ma per cui valgono gli stessi principi e valori che testimoniamo da sempre; l'attenzione alla comunità e ai suoi bisogni è la strada per contribuire al suo benessere e al suo sviluppo".
La Sempione Jazz Society nasce dall'incontro fra Aldo Radaelli e il bassista Alberto Bollati, con l'inserimento di Marco Maggiore alla batteria. Il trio spazia dal sound della grande era "swing" degli anni '30/'40 al "bebop" fino al "jazz elettrico" con incursioni nel "latin jazz" di impronta caraibica. Nota caratteristica di questa formazione è l'arrangiamento originale e inaspettato dei grandi classici, qualità che gli permette di farsi apprezzare anche da un pubblico non prettamente jazz.

L'ingresso al concerto è libero; i contributi e le donazioni raccolte da Ylang Ylang Onlus durante la serata saranno destinati al Centro Sanitario di Nosy Bé.

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Madagascar, ritorno alla natura

Madagascar Un arcipelago quasi disabitato, al largo della costa orientale africana. Dove il mare ha tutte le gradazioni del blu e i lemuri passeggiano indisturbati sui prati
Vista la sua posizione sul Tropico del Capricorno, viene raramente contemplato come meta di mare per i viaggi di fine anno. Eppure il Madagascar tra ottobre e dicembre, climaticamente dà il meglio di sé. Soprattutto al nord, dove letemperature sono più calde rispetto ai nostri mesi invernali e non piove molto (le precipitazioni iniziano a gennaio). Dall’Italia si atterra nella capitale Antananarivo (Tana, come la chiamano tutti), punto di inizio e fine per ogni spostamento sull’isola. Prima tappa Ankify, per poi immettersi nella Nazionale 6 e viaggiare verso nord, in direzione del Parco Nazionale dell’Ankarana, 35 chilometri a nord di Ambilobe.
Dopo aver incontrato varie piantagioni di cacao, con l’auto si procede in un ambiente naturale dove convivono baobab, alberi di cassia e altre piante tipiche della foresta secca dal quale, a un certo punto, emergono le lame di roccia dettetsingy grigi, che si rifettono nell’acqua del lago. Qui vivono lemuri, coccodrilli e varie specie di uccelli. Ripresa la strada nazionale, si sale tra le montagne costeggiando foreste d’eucalipto e grandi distese riservate alla produzione di legname per costruzioni. Da qui ci vogliono due ore di auto per la città di Diego Suarez, in malgascio Antsiranana, ottocentesco avamposto militare francese, oggi mix di palazzi moderni e rovine di dimore coloniali, sulla seconda baia più grande del globo. Nel centro ci sono varie botteghe per lo shopping etnico: a Les Ateliers de l’Artisanat (avenue Lally Tollendai, tel. 00261.208229385) si trovano oggetti in palissandro e altri legni pregiati, mentre modellini di navi e velieri di ottima fattura si acquistano da Le Village (48, rue Cobert, tel. 00261.341155151), le cui imbarcazioni sono entrate nelle collezioni private di varie famiglie reali europee.


Da Diego Suarez si torna in aereo a Tana, dove è bene arrivare almeno con un pomeriggio a disposizione per fareshopping nel grandissimo mercato locale, alle soglie della città, sulla via dell’aeroporto. Si acquista artigianato di qualità a ottimi prezzi: la carta papiro con fori secchi incorporati, i ricami, le spezie e il tè. Anche se accettano gli euro, è bene avere con sè moneta locale: il cambio oscilla tra i 2300 e i 2400 ariary per un euro. Un viaggio nell’entroterra? È come entrare in un universo di selvagge meraviglie. La varietà di paesaggi, dalle montagne al mare, foreste pluviali e distese di baobab, i fumi e i laghi; i villaggi e le genti. Continenti diversi, dall’Asia all’Africa, in un’isola sola. In questo periodo, l’itinerario migliore è quello classico che porta a sud, verso le coste del canale di Mozambico: terra rossa d’Africa, foreste spinose, chilometri di savane e distese di baobab, villaggi rurali, mercati. Si viaggia senza intoppi sul nastro asfaltato della Nazionale 7.


Usciti da Tana, città alta e fresca (a circa 1300 m di altitudine), ancora elegante pur nella sua decadenza, si è nel cuore delle Hautes Terres - gli altipiani dove si insediarono centinaia di anni fa i primi coloni di origine indonesiana e malese da cui discende l’etnia Merina - paesaggio senza tempo che tuttora mantiene l’impronta indonesiana nei volti e nelle architetture, in equilibrio fra le suggestioni coloniali e le necessità dell’ambiente tropicale. A 45 chilometri da Tana, la sosta da non perdere per pranzo e shopping è Behenjy, piccolo villaggio da dove è partita negli anni Sessanta la produzione di foie gras, eredità della colonizzazione francese. Con risultati eccellenti: provare per credere i piatti di Au Coin du Foie Gras (tel. 00261.331123949), rustico ristorante proprio sulla strada, dove si gusta e si acquista a prezzi decisamente molto buoni.


Prima tappa per la notte, Antsirabe, terza città del Paese; fondata nell’Ottocento dai missionari norvegesi per sfruttare le proprietà terapeutiche delle sue acque, è tuttora una fiorente località termale. Perfetta per shopping di qualità, dalle pietre semipreziose all’artigianato, Antsirabe è gradevole e pittoresca, percorsa da centinaia di coloratissimi pousse-pousse, i risciò, caratteristico mezzo di trasporto cittadino. Si continua attraverso un paesaggio di risaie intagliate nei fianchi delle colline e villaggi da casa di bambole. La meta è Ambositra, celebre per la lavorazione di legni pregiati, ebano nero, palissandro, bois de rose, tanto che la tecnica di incisione zafmaniry, dal nome dell’etnia locale, dal 2003 è protetta dall’Unesco. Si può dormire in città oppure raggiungere Fianarantsoa, seconda città del Paese, capitale della regione vinicola malgascia, un’occasione per provare i vini dell’isola.


Da Fianar, come la chiamano i locali, un passaggio ad Ambalavao, nel cuore del territorio della etnia Bara, popolo di allevatori di zebù. La città è il maggiore centro di produzione artigianale della seta e della carta antaimoro (quella con le inclusioni di fori e foglie). Da qui, sempre verso sud si arriva al Parco Nazionale dell’Isalo, creato nel 1962. Una sequenza di paesaggi spettacolari: 81.500 ettari di savane e pianure; vallate e canyon chilometrici, dove le fragili rocce di arenaria sono state modellate dal vento e dall’acqua in gole e pinnacoli; fumi e cascate, la sorpresa di una piscina naturale di acque smeraldine. E il tramonto davanti a La Fenêtre, finestra di roccia oltre la quale si spegne il sole. Nel parco si possono fare moltissimi trekking e, con un po’ di fortuna, avvistare i protagonisti della fauna malgascia, a cominciare da alcune specie di lemuri.
L’incontro più emozionante è con i sifaka di Verreaux: bianchi, con una folta pelliccia compatta, si muovono in piccoli gruppi librandosi con grazia da un ramo all’altro. E quando la distanza fra gli alberi è troppa, si spostano sul terreno solo sulle zampe posteriori, come piccoli ballerini. Per questo sono chiamati lemuri danzanti. A quattro ore d’auto,Tuléar, sonnolento avamposto sulla costa del canale di Mozambico, di fronte alla seconda barriera corallina del mondo per lunghezza. Si può tornare a Tana in aereo, un volo di un’ora e mezzo. O concedersi qualche altro giorno di mare ad Anakao, che si raggiunge con un’ora di barca veloce.

lunedì 11 novembre 2013

Marie Olga Sohantenaina in arte Olga del Madagascar

Marie Olga Sohantenaina, in arte Olga del Madagascar, è una cantante nata nella città di Andapa, nel Nord-Est del Madagascar.

Abbiamo già parlato di Olga in una intervista in cui ci ha descritto come è la vita di una malgascia in terra italiana e inoltre in seguito alla pubblicazione del suo CD”Bois de rose”  per la salvaguardia dei boschi e la deforestazione del Madagascar.

Olga ha da poco partecipato al Festival di Biella che si è svolto il 18 e 19 ottobre, dove è stata uno dei tre invitati stranieri della rassegna "Una finestra sul mondo", assieme a Nathalia Chesnova e a Fabrian Goroncy. I brani presentati da Olga sono stati due: il primo era "Bomboletta spray" del cantautore palermitano Francesco Vannini, giunto secondo al Festival di Biella del 2012, e "Anilanao tiako", tratto dall'album "Bois de rose". Olga ha così potuto esprimere tutta la sua vocalità esplosiva, sia in italiano che in malgascio, con un ritmo straordinariamente trascinante. In Anilanao ha portato il salegy fra il pubblico italiano, con grande entusiamo degli spettatori.
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Vorremmo fare a Olga qualche domanda, per conoscere le sue emozioni.

Olga, come hai affrontato il pubblico italiano a Biella? 

E' stato fantastico. Tutti mi hanno accolto benissimo, l'organizzazione mi ha fatto dormire a Villa Cernigliaro, un hotel da favola, dove conto di ritornare con la mia famiglia. E' stato davvero bello! Il pubblico del Teatro Villani è stato calorisissimo e molto partecipe per la mia musica! Mi piacciono molto gli italiani: mi viziano un pò come la mia famiglia.

Raccontaci come sei giunta al Festival.

Da quando ho ripreso a cantare, non ho mai smesso di cercare la strada da tutte le parti, leggendo qualsiasi spot pubblicitario, ogni libro musicale e soprattutto surfando sul Web. Anche se sono davvero molto occupata con la famiglia e le mie figlie e mi è sempre difficile trovare il tempo. Dunque, appena posso scrivo i testi delle mie canzoni per parlare con la mia musica. Per il Festival di Biella è stato il presidente dell'Associazione “Anni Verdi” (Giorgio Pezzana), che ringrazio ancora, che mi ha subito accettato. Mi ha chiesto di inviargli il mio album e appena l'ha ricevuto mi ha proposto di essere ospite al 15esimo festival, per interpretare uno dei tre primi cantanti dell'anno precedente.  Ho scelto il brano rock  cantato da Francesco Vannini, "Bomboletta Spray".

Tu parli bene l'italiano, ma cantare un brano rock come "Bomboletta Spray" di Francesco Vannini è stato difficile?
Ti svelo un piccolo segreto: io qualche volta faccio finta di saper parlare bene italiano. Soprattutto quando canto "mangio" le parole, ma non ve ne accorgete mai . La lingua italiana è già difficile, immaginate un pò cantarla a memoria!
Perchè hai cantato Anilanao invece di Bois de rose? 

Perchè volevo cantare nella mia lingua madre. Questa era la regola per la partecipazione al festival. In realtà avrei anche potuto cantare "Tsinjovy ny hoavy", perchè è in malagasy ed è contro la deforestazione. Ma non l'ho fatto perchè è un reggae, che non è, ovviamente, una musica del Madagascar. Invece "Anilanao" è un salegy, la musica della mia terra, il Nord del Madagascar. E poi perchè "Anilanao" fa anche ballare cosi’ mostro come si canta e si balla nel modo tradizionale.


Anilanao è una delle tue più belle canzoni: chi l'ha scritta?

Le parole sono mie, mentre la musica è stata composta da mio fratello R.j di 13-1. 

Raccontaci del tuo impegno contro la deforestazione in Madagascar.

Continuo a combattere e a fare sentire la mia voce perchè il mio paese cambia idea. Per questo mi impegno con tutte le mie forze anche con grande fatica per salvaguardare la natura del mio paese.

Quali sono i tuoi progetti?

Il  primo progetto è di realizzare un nuovo album. Sto lavorando duro per farlo uscire al più presto. Ci saranno molte sorprese. Quello che posso dire è che si tratta di una ricerca delle radici della musica del Madagascar. Vi invito sin d’ora a comprare il mio CD per ascoltare le canzoni. Ma lo distribuirò volentieri e gratuitamente alle scuole del Madagascar. Perchè so quanto i nostri bambini soffrono. Loro non hanno la "paghetta" come i bambini italiani. Se riescono ad avere un pò di "sabeda" è già molto e sono felici. Il terzo progetto, infine, è di tornare a cantare nel mio paese con una tournè (un giorno o l'altro riuscirò a farlo!).

Un tuo messaggio speciale per il Madagascar?

Ho letto alcune settimane fa delle brutte notizie da Nosy Be. Sapete tutti di che cosa parlo. Mi sono profondamente vergognata. Chiedo scusa per quanto è accaduto, non so come è successo e perchè?  Il mio messaggio, per il  Madagascar e per tutti i Malgasci, è di continuare ad essere come siamo sempre stati:  gentili, bravi, sorridenti e ospitali e "moramora" come sempre. Non so che cosa è davvero successo, ma non mi è piaciuto per niente. Chiedo al mio paese di rispettare tutto, la natura e gli esseri umani e di continuare ad essere sempre gli stessi.

Misaotra betsaka ary mandra-pihaona,
Grazie  mille e arrivederci
Olga del Madagascar

Grazie all'appoggio di 18 organizzazioni impegnate sul fronte della conservazione della natura, fra cui WWF Italia, Regione Piemonte, Museo Regionale di Scienze Naturali, Parco Natura Viva, Zoom Torino, Acquario di Genova, Umanitas onlus, Centro Valbio e Madagascar Fauna Group, Olga canta nel suo album il dramma della deforestazione, che riguarda non solo la natura del Madagascar, ma anche il suo popolo. In "Tsinjovy ny hoavy" ci racconta quello che accade ad una foresta e alle famiglie che ci vivono attorno quando non ci sono più alberi. In "Bois de rose" Olga affronta l'argomento con struggenti melanconie e sonorità originali. In Italia il CD è acquistabile direttamente da Olga (olgadelmadagascar@gmail.com), allo ZOOM (Cumiana),  il Tucano Viaggi (Torino), al Parco Natura Viva (Bussolengo) Verona e Acquario di Genova, Reptiland (Riva del Garda). In Madagascar chi è interessato  lo può trovare al Parc de Tsimbazaza, al Centro Valbio, al Parc Zoologique d'Ivoloina, al Parc Mitsinjo e all'Hotel Chalet de Rose, al Cybercafé di Maroantsetra, all'Andapa Hotel Ristorant Vatosoa, al Sambava Hotel Ristorant Iaviloha. Si trova anche online sul sito di Amazon
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Madagascar: polemiche e lunga attesa per i risultati delle presidenziali

Il 25 ottobre scorso in Madagascar si sono tenute le attesissime presidenziali, le prime dopo il golpe del 2009 che ha destituito l'allora Presidente Marc Ravalomanana.  

A oltre una settimana, iniziano appena a filtrare le prime cifre e l'attesa ciò va infiammando il dibattito online. E mentre gli osservatori internazionali ne ribadiscono la  trasparenza, rimane sempre poco chiaro il ruolo dell'esercito.  

@TheEIU_Africa: Non tutti comunque si sentono di condividere le opinioni favorevoli riguardo il voto malgascio, visto che molti cittadini non sono stati in grado di votare per mancata consegna delle schede elettorali, o perché il loro nome non compariva nelle liste.

Ndimby, noto blogger attivo sin dal dopo golpe del 2009, commenta l'operato del CENI-T, struttura responsabile dell'intero processo elettorale: "È vero che le elezioni del 25 ottobre si sono svolte in generale senza problemi, ma il processo elettorale va ben oltre questa data, visto che comprende la pubblicazione dei risultati e le reazioni dei candidati sconfitti. Contrariamente a quanto affermato dai disfunzionali osservatori internazionali, bisognerebbe aspettare la pubblicazione di risultati più corposi, la comparsa di vere costanti nazionali, del consolidamento di scopi ed eventi; prima di affermare che i primi turni si sono svolti bene, bisognerebbe aspettare che gli sconfitti ammettano di aver perso.  

[...] 

Visto lo spoglio delle schede ancora in corso, è troppo presto per parlare di brogli elettorali e lo stesso per cantar vittoria. Il rimanente 90% dei voti da esaminare potrebbe cambiare radicalmente il quadro. Ancora una volta, occorre restare calmi e non rimanere invischiati in proteste contro frodi, né in celebrazioni di vittoria. Detto questo, la lentezza del CENI-T nella pubblicazione dei risultati (a cominciare da quelli geograficamente più vicini al suo quartier generale) destano dei sospetti. Il CENI-T deve riprendersi, o la gente inizierà davvero a chiedersi se gli errori delle liste e le schede elettorali mancanti siano davvero sviste, o invece facciano parte di una strategia che mira a imbastire, qualora necessario, scuse per negare il diritto di voto a coloro che risiedono in determinate zone che quasi sicuramente sarebbero andate contro il candidato, e attuale Presidente, Rajoelina. Solo il tempo potrà stabilire se si è trattato di un insieme di casi isolati, o se tali coincidenze avranno un impatto significativo. Sorge spontaneo chiedersi cosa può essere successo nelle zone rurali, visto che solo nella capitale, con gli attuali mezzi di comunicazione e di trasporto, sono avvenuti tanti errori." 

Il CENI-T si trova al centro di molte critiche soprattutto per l' impossibilità di  pubblicare dati precisi. Poco dopo il voto, il sito web è stato anche colpito da un attacco hacker, come rivela un messaggio su Twitter:  

@tandriamirado: perché i risultati delle elezioni sono stati rimossi dalla pagina ufficiale del comitato elettorale? Firmate la petizione! https://t.co/hIiYEZ2mf4.  

Inoltre, un messaggio ritoccato con Photoshop ironicamente affermava che il CENI-T era occupato a manipolare i voti e che il sito sarebbe tornato funzionante nelle ore successive: 

@CauseImMalagasy: Sulla homepage si legge: "Sito occupato a truccare i voti" Hahaha.  

Barijaona, uno dei primi blogger e geek del Paese, ed esperto di database nel campo della finanza, spiega come trasferire i primi dati ufficiali pubblicati come documento PDF in un foglio di calcolo, e quindi verificare se i numeri forniti abbiano senso o meno. Ha anche preparato un modello statistico per le proiezioni dei risultati definitivi.  


Con i dati forniti il 27 e il 29 ottobre, il blogger sembra essere giunto alla medesima conclusione generale, cioè che i due candidati in testa probabilmente si affronteranno al secondo turno: "I voti ottenuti da due candidati sono piuttosto stabili, e se i risultati finali differissero da questi numeri, sarebbe fantastico ....".  

Due iniziative di crowdsourcing intanto stanno cercando di raccogliere informazioni sulle infrazioni: 

@tandriamirado: Grande iniziativa: mappa crowdsourcing dei dati sulle elezionihttp://andrimaso.madatsara.com e http://zahavato.crowdmap.com.  

Altri netizen mantengono la calma e non si fanno prendere dall'ansia dei risultati: 

@rashaja: Elezioni o no, ad Antananarivo c'è vita notturna, rimaniamo positivi!   
Nel corso della giornata di oggi, lunedi' 4 novembre, sembra comunque imminente l'arrivo di dati ufficiali: 

@vote4africa: Risultati presidenziali, Jean Louis Robinson in testa con il 23.98% (80% dei voti conteggiati):http://ow.ly/qtfda.  

Rimane infine da sottolineare che gli osservatori internazionali hanno definito le elezioni "libere, trasparenti e credibili", mentre la Comunità di Sviluppo dell'Africa Meridionale (SADC) aggiunge che il voto "riflette la volontà del popolo".  
La stampa.it
– Ha superato il 61% l’affluenza al primo turno delle presidenziali: lo indicano i dati diffusi dalla Commissione elettorale, dopo lo spoglio di oltre l’85% delle schede. Favoriti per il ballottaggio Jean-Louis Robinson (23%) e Henry Martial Rajaonarimampianina Rakotoarimanana (15%). La Commissione elettorale nazionale indipendente di transizione (Cenit) si è impegnata a pubblicare i risultati completi provvisori entro l’8 novembre.
Due figure che corrono per procura al posto di Rajoelina e Ravalomanana, quest’ultimo attualmente in esilio in Sudafrica. Si tratta rispettivamente di Hery Martial Rakotoarimanana Rajaonarimampianina, ex ministro della Finanza, e Richard Jean-Louis Robinson del partito Avana, sostenuto dall’ex presidente del quale è stato ministro della Salute.
•          Del resto del gruppo, sono in molti ad essere pronti ad allearsi con uno dei due fronti nel caso in cui si vada al secondo turno elettorale, previsto per il 20 dicembre. Albert Camille Vital, indipendente, ex premier malgascio dal 2009 al 2011, e Roindefo Zafitsimivalo Monja del partito Madagascar per i Malgasci, parteggiano ad esempio per il presidente Rajoelina, mentre Fetison Andrianirina Rakoto e Andriamparany Benjamin Radavidson sono entrambi due ex ministri di Ravalomanana nonché suoi alleati.
•         
•          Chiunque si aggiudicherà la partita dovrà fare i conti con il risanamento economico di un Paese estremamente povero, che dopo la crisi del 2009 ha visto interrotti tutti gli aiuti internazionali da cui dipendeva buon parte del suo sostentamento (quasi la metà del budget nazionale) e in cui, secondo dati della Banca Mondiale, oltre il 92% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno

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Deforestazione ai massimi livelli in Bolivia, Ecuador e Madagascar

·       Segue una testimonianza diretta pubblicata su Facebook


Secondo gli scienziati della Nasa, nel terzo trimestre del 2013 la deforestazione è notevolmente aumentata in Bolivia, Madagascar ed Ecuador.  Tra il 1 luglio e il 30 settembre scorsi, il Quarterly Indicator of Cover Change (Quicc) della Nasa,  che rifornisce i dati del Global Forest Disturbance Alert System (Glof-Das), ha rilevato forti segni di perdita di copertura forestale in questi tre paesi tropicali: in Bolivia il 167% di aumento della deforestazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il 12% in più in Madagascar ed il 38% di aumento in Ecuador.

Al di fuori dei tropici sembrano essere Pakistan, Cina, Usa, Argentina a subire lo stesso trend.

Secondo Christopher Potter, senior research scientist all’Ames Research Center della Nasa, uno degli sviluppatori del Glof-Das, gli hotspot della deforestazione in ogni Paese riguardano: Argentina: grandi aree di disturbo boschi nel nord-est delle province di Salta e Santiago del Estero; Bolivia: grandi aree di disturbo boschi nella regione meridionale di Santa Cruz e Tarija; Ecuador: nuove aree di disturbo foresta nell’Area di Tena nella provincia di Napo; Madagascar: nuove aree di disturbo nel nord-est (Ampijoroana); Cina: nuove aree di disturbo bosco lungo tutta la provincia occidentale dell’Henan; Pakistan: ssteso bosco disturbo nel sud-est dello stato del Sindh.

Colpisce il fatto che fra i tre Paesi più colpiti dall’incremento della deforestazione ci siano anche Bolivia ed Ecuador, i di due Paesi sudamericani con la Costituzione più dichiaratamente ambientalista, ma in America Latina il Glof-Das  ha anche mostrato alti livelli di variazione della copertura forestale nella regione del Chocó in  Colombia.

In Africa la deforestazione avanza in Camerun, Gabon e Repubblica del Congo (Brazzaville).

In Asia, invece, si tagliano ancora molti alberi in Cambogia e in Indonesia a Sumatra , nel Kalimantan e nella Nuova Guinea Occidentale.

Il Glof-Das fa affidamento sul Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (Modis) della Nasa, un sensore che rileva i cambiamenti nella copertura forestale verde rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Secondo Mongbay, «Registra il cambiamento in tutte le foreste ed aree boschive che hanno perso almeno il 40% della loro copertura forestale nel corso dell’anno passato. La variazione stagionale è generalmente mitigata attraverso una baseline trimestrale del prodotto, anche se i cambiamenti in alcune parti del mondo, come le regioni boreali, possono essere influenzati dalla distribuzione della neve e del ghiaccio. Lo strumento può aiutare a evidenziare su base trimestrale le aree in cui la deforestazione e il degrado forestale sta avvenendo, fornendo potenziali indicazioni alle autorità, ai policymakers, alla società civile, alle comunità locali ed agli accademici». Glof-Das è stato sviluppato in partnership  dall’Ames Research Center della Nasa, Cal State Monterey Bay e Mongabay.

Testimonianza diretta pubblicata nei giorni scorsi su Facebook vaky matrangy

Giuseppe La Marca sapete, mi viene una rabbia vedere questi individui arricchirsi sulle spalle dell'intera umanita, sfruttando l'ignoranza dei popolini africani ed asiatici in generale. La loro spavalderia mi fa venir da vomitare. mai e poi mai potrei sottomettermi ai loro ricatti e alla loro arroganza! poveri stronzi! che vergogna. Qui a Masoala siamo alla fine hanno tagliato tutto il tagliabile, hanno arricchito stupidi microcefali e sfruttato le giovani ragazze... vi giuro, mi fanno schifo!
Bois de rose en « vaky matrangy », c’est plus que « vaky bale » !

Depuis plus d’une semaine, des bateaux en provenance de la Chine embarquent directement des tonnes de Bois de Rose, dans les alentours d’Antalaviana, de Sava, de Marofototra dans le côté de la baie d'Antongil du Masoala National Park, sans se cacher. Les jeunes locaux se mobilisent pour, soi-disant, profiter de cette occasion et baptisent le contexte de « vaky matrangy ». Tout cela se passe devant les yeux des touristes, des guides et des propriétaires de Lodge ; une activité censée de rentabiliser la préservation de ressources forestières et marines de la zone, puisqu'on est dans un parc national.

Dans les villages où les pistes en provenance du cœur du parc, l’Etat et le Gouvernement de Madagascar n’existent pratiquement plus. On peut faire tout ce qu’on veut, sans aucun contrôle étatique ou gouvernemental. C’est la liberté originelle totale, témoigne un guide touristique qui vient de rentrer à Maroantsetra, après une semaine de mission à Tampolo, la destination touristique la plus prisée de Masoala.

Pourquoi cette recrudescence de l’exploitation des bois de rose ? Peut-être, parce qu’actuellement, nos dirigeants et nos politiciens ne s’intéressent qu’aux résultats de l’élection et aux jeux d’alliance pour faire face au deuxième tour de l’élection. Donc, le moment est probablement le dernier instant des gouvernements irresponsables dans le pays ; un moment à profiter et surtout à ne pas rater, pour les ennemis de la nation qui se sont construits et se sont grandis, depuis les quatre années de transition. Ils savent pertinemment que le gouvernement qui sera mis en place, à l’issue de cette élection sera forcément plus responsable et plus sensible aux intérêts du plus grand nombre et la gestion de ce pays. On est dans un contexte de vaky matrangy presque dans tous les domaines de service étatique, malheureusement !

Pour ce qui ne sont pas de la zone et qui ont du mal à comprendre cette expression, à l’origine, il s’agit d’un moment après la moisson du riz où on laisse les troupeaux en liberté totale, après avoir été très surveillé lors de la saison précédente. Mais avec l’introduction des deux saisons culturales dans l’année, le concept de vaky matrangy disparait progressivement du paysage cultural mais résiste bien dans les pratiques culturelles. Dans un autre contexte, pour une soirée dansante organisée dans un village, à titre d’exemple, le vaky matrangy correspond à un moment où, les organisateurs de l’événement ne contrôlent plus l’entrée et la sortie de la salle de fête. C’est généralement à partir de quatre heures du matin.

Donc, le contexte politique que nous traversons à Madagascar est le moment de vaky matrangy. L’Etat est tellement faible ou en position de négligence extrême que son existence ne se manifeste plus aux yeux des profiteurs malintentionnés, comme le cas des trafiquants de bois de rose qui agissent en toute liberté et impunément dans la baie d’Antongil, depuis plus d’une semaine. Est-ce, la fin d'une hégémonie ? Comme le début de l'année 2009.
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"Madagascar" A piedi nudi nella foresta

La volta stellata dell'emisfero australe, nella sua incommensurabile bellezza, illuminava le profonde orme nella sabbia che mano a mano mi lasciavo alle spalle lungo la costa.
La brezza oceanica alleviava appena, nonostante fosse tarda notte, il pesante senso di soffocamento e di elevata umidità presenti a quelle latitudini. Era il mese di ottobre, l'inizio dell'estate per l'isola del Madagascar, e la costa orientale dove il mio viaggio aveva inizio era particolarmente rinomata per le sue condizioni climatiche estreme. Avevo raggiunto Antalaha, una fatiscente cittadina che tra un edificio ed un altro lasciava intravedere un passato tipicamente coloniale come la maggior parte degli insediamenti costiero/urbani che si affacciano lungo tutto l’Oceano Indiano. L’unico denominatore che sembra caratterizzare tra loro questi insediamenti è il comune stato di degrado sottolineato dal totale abbandono delle strutture, in continua balia tra eventi naturali e la totale noncuranza di chi oggi, cinquant’anni dopo un’indipendenza tanto cercata, ha deciso di vivere il presente come se niente e nessuno mai avesse raggiunto queste lontane terre. Una città di pescatori caratterizzata dalla presenza lungo tutto il tratto costiero di cantieri navali popolati da abili maestri d’ascia che con la propria abilità tramandata di padre in figlio costruiscono imbarcazioni di grossa stazza destinate alla pesca fuori dalla barriera corallina e quindi costruite solidamente per resistere alle sollecitazioni dell’oceano. Chiaramente quando faccio riferimento al termine cantiere non intendo certo quello che siamo soliti immaginare dalle nostre parti, ma comunque nonostante le limitate condizioni riscontrai con stupore una certa organizzazione e dei risultati di tutto rispetto, segno di una profonda scuola e tradizione. Divenuta negli anni capitale nella produzione della vaniglia, Antalaha , ad oggi si presentava come una profumata e spensierata meta assolutamente fuori dalle già poco frequentate rotte turistiche dell’isola rossa, anche grazie al fatto che le sue acque non risultavano particolarmente rinomate, rispetto ad altre rotte della costa occidentale, in quanto poco limpide e di ancor meno sicura balneazione. Avevo raggiunto questa meta per mezzo di un volo interno organizzato dalla TAM, la compagnia di risposta all’unica presente nell’isola battente bandiera malgascia , collegato con la capitale e una volta arrivato all’aeroporto non ebbi nessuna difficoltà a trovare un mezzo per percorrere la strada che divideva la pista di atterraggio dall’abitato. Ero semplicemente l’unico bianco sceso dall’aereo assieme ad un’altra dozzina di locali e una volta ritirato il bagaglio non feci in tempo a mettere la testa fuori dalla struttura che venni praticamente investito da gli unici cinque autisti privati presenti in quel momento che quasi si strattonarono nell’intento di rivolgermi per primo il saluto. Nel vedermi arrivare attraversarono come spettri gli altri viaggiatori che mi precedevano di qualche passo, come se fossero invisibili o più semplicemente meno interessanti. Chiaramente mi resi conto che in quella circostanza ero un tenero bocconcino di gran lunga più allettante rispetto ad un locale, per farla in breve qualcuno a cui richiedere il doppio o addirittura il triplo di quello che era prassi richiedere per la tratta in questione. Iniziammo le contrattazioni di rito, accompagnate dal crescente gesticolare della combriccola che cercavano di assicurarsi in qualche modo parte del bagaglio che gelosamente e saldamente trattenevo sulle mie spalle. Giunto al di fuori dell’aeroporto con il seguito sempre serrato, scorsi una nuvola di polvere procedere rumorosamente verso di noi. Aveva tutta l’aria di essere il bus locale o perlomeno qualcosa che dovesse avere la medesima funzione. Un furgone vetrato, trasformato probabilmente con l’ausilio di un flessibile, che aveva dato modo di piazzare dei vetri di recupero con al suo interno una serie di sedili di varia natura saldati tra loro come un patcword . Mano a mano che il polverone, sollevato dalla pista in terra battuta dal pesante mezzo, procedeva nella nostra direzione il potere contrattuale aumentava proporzionalmante alla distanza che ci separava, rincarato dal mio sguardo interessato ed al tronco mutismo nel quale mi ero istantaneamente calato. Il rumore dei freni, accompagnati dallo stantuffo idraulico del dispositivo di apertura del vano laterale del bus, furono interrotti dalla squillante voce del tassista “allora va bene …. 10.000 franchi monsieur” prontamente accompagnata dalla sua mano nel prendermi il pesante zaino dalle spalle, mentre con l’altra si aggiustava gli occhiali a specchio modello Rayban di chiara fabbricazione cinese con le stanghette rinforzate da un vistoso schotc ingiallito dalle temperature e rivolgeva un sorriso agli altri rimasti all’asciutto di clienti. La settimana di scuola nella capitale aveva dato i primi frutti e così mi diressi preceduto dall’autista nel piazzale antistante in direzione delle poche vetture presenti.


Caricammo i due zaini nel portellone posteriore e mi accomodai sulle scricchiolanti poltrone della Renault 4 da dove era possibile constatare la fuoriuscita delle molle ormai arrugginite. Osservai l’autista che prontamente allacciava i fili sotto il cruscotto, seguiti dallo screpitio dei fili che al contatto produssero la scintilla e il classico odore di bruciato. E via, lungo la pista contornata da filari interminabili di palme che si ergevano imponenti da un lato e dall’altro della strada in direzione della cittadina . Lungo il tragitto cominciai a scorgere le abitazioni di alcuni pescatori disseminate lungo la strada per favorire la vendita dei prodotti ittici ai veicoli di passaggio. Le costruzioni interamente realizzate in materiale vegetale erano incorniciate da una lussureggiante vegetazione dalla quale svettava in lontananza una linea degradante di un intenso colore blu. Erano poste a poca distanza dall’oceano di cui si udiva il fragore delle onde che frangeva la barriera corallina. Sui lati delle capanne si susseguivano in controluce lunghi filari di splendide e colorate reti da pesca stese al sole intervallate da silouette di figure maschili intente al rammendo. Nelle immediate vicinanze donne e bambini attendevano all’ombra il rallentare dei pochi veicoli in transito facendo sfoggio del pescato giornaliero esposto su di alcuni essiccatoi in bambù al bordo della strada. Via via, che percorrendo la pista dissestata, ci avvicinavamo al centro le capanne lasciavano il passo a costruzioni in muratura con il tetto in metallo e cominciavamo ad addentrarci nell’area adibita a mercato dove era possibile transitare a passo d’uomo tanto era il traffico generato da pedoni , bestiame, cani, bambini ed ogni genere di mercanzia appoggiata ai lati della strada. Saliva un forte odore di spezie e frutta misto ai meno profumati olezzi provenienti dalle macellerie sparse lungo la strada.....
Fonte: natgeoadventure.it
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Ci fa piacere comunicarvi che la scorsa estate abbiamo collaborato con un associazione MIFAGNIMBOGNA" che si occupa di bimbi del Madagascar .

Ci fa piacere comunicarvi che la scorsa estate abbiamo collaborato con un associazione MIFAGNIMBOGNA" che si occupa di bimbi del Madagascar .
Abbiamo mandato un pò di materiale sportivo , oggi l´amico toto che due volte l´anno va in Madagascar a trovare e portare gioia a questi bambini ci scrive :
Cara Tieffe volevo ringraziarti infinitamente per quello che hai fatto per i
"NOSTRI" splendidi ENFANTS.
Volevo precisarti che i completi neri,quelli nuovi purtroppo non li ho potuto
utilizzare per les enfants della nostra associazione perché di taglia molto
piccola,ma tra le tante cose che tu ci hai dato abbiamo utilizzato,per i nostri
macth,le maglie che vedi nelle foto in allegato.
Inoltre di grande aiuto,sono stati i giubbotti e le scarpe ginniche che i
nostri enfants utilizzano nella vita di tutti i giorni i completi neri,quelli nuovi,ho pensato di utilizzarli con la collaborazione di un´altra associazione che opera in Madagascar,ed al mio prossimo ritorno in Mada ti spiegherò come saranno utilizzati.
Il tuo gesto è stato molto apprezzato da tutti i membri dell´associazione,e
credimi è stata una scena incredibile il giorno in cui li hanno indossati.
Hai contribuito a regalare una giornata diversa,piena di armonia e amore a
tutti noi Per qualsiasi info puoi scrivermi a questa mail
Grazie di cuore totò,i membri dell´associazione"MIFAGNIMBOGNA" les enfants de AMBATOBE.
Questo collaborazione vorremmo allargarla a tutti i nostri associati, come?
Semplicemente donando qualcosa da portare ai nostri bimbi in Madagascar , infatti l´amico toto ad aprile partirà di nuovo.
Tutti coloro che volessero donare qualcosa lo possono fare , portando il dono al mickey club , saremo poi noi consegnarlo a toto. Siamo sicuri di una fattiva collaborazione da parte di tutti i nostri genitori.
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