mercoledì 17 luglio 2013

Guida turistica Madagascar

LINGUA - Le lingue ufficiali sono il malgascio e il francese.

VALUTA - La moneta ufficiale è l’Ariary (MGA). Il tasso di cambio è molto variabile. Indicativamente 1 euro = 2700 MGA circa.

FUSO ORARIO - +2 rispetto all’Italia (+1 quando in Italia vige l’ora legale).

DOCUMENTI - È necessario il passaporto valido almeno 6 mesi, con due pagine libere, e il visto turistico ottenibile all'ingresso in Madagascar, per i primi 30 giornio è gratuito.

AVVERTENZE SANITARIE (VACCINAZIONI PROFILASSI) E PRECAUZIONI - Nessuna vaccinazione obbligatoria. Fortemente consigliata la profilassi antimalarica.

Come arrivare
Air Italy effettua un volo diretto da Milano e da Roma per Nosy Be, con tempo di percorrenza di circa 11 ore. Con Air France, Air Madagascar e Corsair si raggiunge Antananarivo facendo scalo a Parigi.

Periodo migliore per partire
Le stagioni sono invertite rispetto a quelle del nostro emisfero. Il periodo migliore va da aprile a ottobre, mentre da novembre a marzo si va incontro al rischio di cicloni e piogge.

La capitale: cosa vedere

Gli edifici storici della capitale Antananarivo, tra i quali quello che rimane di Rova, il Palazzo della Regina distrutto in un incendio, si trovano quasi tutti nella parte alta della città. Più sotto ci sono le vecchie case di legno dal tetto aguzzo e infine, nella parte bassa, le zone più commerciali. Una tra le zone più vivaci è quella intorno a Kianja ny Fahaleovantena (Place de l'Indépendance), dove si concentrano anche ristoranti e locali. Nella parte sud dell’abitato si aprono le acque del lago di Anosy, circondato da alberi di jacaranda, in mezzo al quale sorge un monumento ai caduti della prima guerra mondiale. Da non perdere la visita dei tanti variopinti mercati che si svolgono in città, il più grande dei quali è quello di Zoma, dove viene venduto il meglio dell’artigianato locale. Un’”assaggio” della grande natura malgascia si può trovare nel Parc Botanique et Zoologique de Tsimbazaza, dove si trovano tra l’altro varie specie di lemuri.

I luoghi da non perdere in Madagascar
Quando arrivano in Madagascar, gli amanti del mare e delle immersioni puntano solitamente su Nosy Be, una bella isola con tante spiagge e fondali incontaminati, divenuta il principale centro turistico del Paese. Ma il richiamo unico è esercitato dai grandi parchi naturali che costellano il Madagascar. La Montagne d’Ambre è una vasta area di vegetazione lussureggiante, popolata da diverse specie di lemuri, intorno a un massiccio vulcanico. Il Parc National de Ranomafana si raggiunge con due ore di pista accidentata. Nella foresta pluviale al suo interno, tra torrenti e cascate, si possono fare safari sia diurni che notturni per andare alla ricerca di lemuri, farfalle, orchidee e felci arboree. Un’altra straordinaria area, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è il Parc National des Tsingy de Bemaraha, Gli “tsingy” sono pinnacoli calcarei, attorno ai quali sono state costruite passerelle e ponti in legno per consentirne la visita da distanza ravvicinata. Vi consigliamo di non perdere una visita all’isola di Sainte Marie, ad est del Madagascar.
Feste ed eventi
In maggio a Nosy Be si svolge il Donia, uno dei più grandi festival africani di musica tradizionale, che richiama decine di migliaia di persone nell’arco di cinque giorni di concerti e spettacoli. Si cambia musica, invece, per il Madajazzcar, grande festival internazionale di jazz che ha luogo in ottobre nella capitale con artisti da tutto il mondo. Sempre ad Antananarivo, tra novembre e dicembre è il momento del Gasytsara, interessante festival di musica contemporanea. Tra gli appuntamenti legati al folklore religioso, ha rilevanza a Majunga, tra luglio e agosto, la cerimonia del Fitampoha, una immersione rituale di reliquie sacre nell’acqua del fiume. Un’altra cerimonia di purificazione è il Fisemana, organizzata a giugno dalla popolazione antakàrama. La festa nazionale principale è il Giorno dell'Insurrezione con cui, ogni 29 marzo, si ricorda la rivolta contro la Francia, avvenuta nel 1947.
In valigia
Per lui: abbigliamento leggero, come pantaloni lunghi in cotone o lino e camicie con le maniche lunghe. Costume da bagno se si punta al mare e tutto l’occorrente per il trekking se si va nei parchi, compreso una k-way. Un golfino o giubbino per le serate fresche o i soggiorni in altura.
Per lei: se la destinazione sono le spiagge, telo mare, costume, occhiali da sole e crema solare. Per escursioni nella natura scarponcini da trekking o arrampicata, pantaloni lunghi e camicie con maniche lunghe, di colori non troppo vivaci. Cappello e felpe.
Da non dimenticare, oltre ai soliti medicinali di uso corrente, compresse contro i disturbi gastro-intestinali e repellenti per le zanzare.

Cosa mangiare
Il riso è il protagonista indiscusso della cucina malgascia. Viene solitamente accompagnato nei piatti da carne di zebù, pollo, maiale o al pesce e ai crostacei nelle zone costiere. Il tutto insaporito da spezie e salse varie. Molto gustosa è la frutta, soprattutto ananas, lytchees, mango e banane. Piatti tipici sono il ravitoto (uno stufato con germogli di manioca e pezzi di zebù o maiale) e il mosakiky (spiedini di carne accompagnati da mango condito e tagliato a sottili filamenti oppure da patate o altro ancora). Da assaggiare la betsabetsa, una bevanda alcolica prodotta con la canna da zucchero, che viene servita soprattutto nelle zone costiere.
Cosa comprare
L’artigianato malgascio è molto ricco. I legni sono rinomati per la loro qualità e vengono intagliati abilmente per la produzione di diversi oggetti. Molto particolari sono anche i fogli, le buste, le bomboniere, i portafoto ottenuti con la carta chiamata papier antaimoro, ricavata dalla lavorazione di una pianta e poi decorata a mano. Altri acquisti tipici sono quelli dei batik, di cesti e borse in rafia e sisal, di piccoli oggetti ottenuti dal corno di zebù, come posate e monili. Gli appassionati di minerali possono trovare parecchie occasioni per acquistare a buon prezzo pietre e fossili di grande bellezza e rarità.
Da leggere sulla destinazione
Per una introduzione al Paese, Madagascar, l'Isola dei contrasti (ed. Velar) di Luciano Nervi e Madagascar (ed. Clup) di Elvio Annese. Per conoscere i più famosi protagonisti della fauna locale, Io e i Lemuri. Una spedizione in Madagascar (ed. Adelphi) di Gerald Durrell, mentre un insolito approccio all’isola è quello di Aldo Busi in La camicia di Hanta (Viaggio in Madagascar) (ed. Mondadori).
Indirizzi e link utili
Office National du Tourisme de Magadagascar: 3, rue Elysée Ravelontsalama – Ambatomena, 101 Antananarivo. Tel. 00261.202266115, www.madagascar-tourisme.com   Il mio Madagascar  rappresentanzaitalia.mada@gmail.com
Turismo naturalistico in Madagascar: la foresta di roccia nella Riserva Naturale Tsingy de Bemaraha 
Ci sono luoghi inesplorati sulla Terra dal fascino mozzafiato. Paradisi incontaminati, forme e paesaggi spettrali di cui non si immaginerebbe neppure l’esistenza. La Riserva Naturale dello Tsingy in Madagascar risponde perfettamente a questi requisiti; tale sito è ubicato nella parte centro-occidentale dell’isola africana, a 300 km da Antanarivo, capitale del paese.
È un “giardino dell’Eden” dove si possono ammirare delle formazioni rocciose spettacolari, uniche nel suo genere: la foresta in roccia dello Tsingy. Si tratta di lame di roccia calcarea purissima di parecchi metri di altezza modellati dall’erosione superficiale, che hanno dato vita ad un labirinto di canyon e spelonche in cui è facilissimo, una volta addentratisi, smarrirsi. “Foresta” perché in lontana sembra di trovarsi di fronte ad una immensa distesa di aghifoglie.
Per l’acuità e l’affilatezza delle sue rocce è anche difficilissimo camminare in modo indolore. Il nome stesso Tsingy significa, in lingua locale, “camminare in punta di piedi”.
È dunque un posto da sogno per esploratori, ricercatori, studiosi ed appassionati di Geologia e di Scienze Naturali, un incubo invece per i Malgasci.
Abbiamo detto che si tratta di uno spettacolo geonaturalistico unico nel suo genere, poiché, pur esistendo morfologie simili in altri luoghi della terra, in nessun’altro le lame di roccia hanno raggiunto simili altezze e dimensioni. Ciò perché col passare del tempo “geologico” sarebbero certamente crollate, quivi invece si sono potute conservare grazie a condizioni ambientali particolari: quali l’assenza di basse temperature che all’acqua che si è infiltrata in pori e fessure di gelare, la compattezza delle sue litologie che con la loro bassa permeabilità ostacolano l’infiltrazione delle acque, garantendo una certa stabilità a queste lame che altrimenti collasserebbero e poi la presenza di piogge acidificate che implementa la modellazione delle forme. Proprio la particolare inospitalità di questo ambiente ostico lo suggella come un santuario risparmiato da invasive e tossiche colonizzazioni antropiche: un paradiso terrestre che si tutela da solo.

Ma la foresta dello Tsingy non è solo geologia e geomorfologia: qua e là in mezzo alle fessure ed alterazioni di queste lame affilate cercano di farsi valere alcune piante pioniere che vanno così a creare dei suggestivi giardini pensili. Oltre all’essenze vegetali, non possiamo non far cenno alla ricchezza della biodiversità animale endemica che popola la surreale foresta: ragni, scorpioni, ma anche uccelli (oltre 200 specie censite), rettili, anfibi…tutti incuriosiscono in primis per le loro capacità di adattamento per resistere a questo ostico ambiente surreale.
Insomma un tesoro naturalistico di oltre 150.000 ha, già da oltre 20 anni (1990) dichiarato patrimonio dell’umanità: è responsabilità quindi dell’uomo, di noi tutti saper proteggere, difendere, conservare e tramandare questo e altri regali che madre natura ci ha cordialmente concesso, garantendone la fruibilità alle generazioni a venire.
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