La società
italiana Tozzi Green, filiale dell’italiana Tozzi Renewable Energy, coltiva
soprattutto jatropha, una cultura per la produzione di agro combustibili,
sull’altopiano di Ihorombe nel centro-sud del Madagascar, e mira ad ottenere
una superficie di 100mila ettari. L’azienda dichiara di essersi installata in
questa zona con il consenso della popolazione: esattamente quale popolazione è
stata consultata e ha dato la propria approvazione? Le autorità locali? Alcuni
anziani dei villaggi?
Denunce e rivendicazioni delle popolazioni
locali
Lo scorso
16 novembre, dieci rappresentanti di nove villaggi situati nei comuni di
Satrokala, Andiolava, Ambatolahy e Ihosy, nella regione di Ihorombe, si sono
recati ad Antananarivo ed hanno tenuto una conferenza stampa per manifestare la
loro opposizione a questa piantagione e per esprimere «la loro preoccupazione».
Si sono spostati dai loro villaggi per rendere pubblicamente nota la loro
denuncia perché i diritti degli abitanti sono stati calpestati.
«Non
abbiamo più alcun controllo sulle nostre terre; delle persone estranee ai
nostri costumi impongono le loro leggi. Hanno progressivamente esteso l’area
delle loro coltivazioni ed ora utilizzano anche le nostre terre. Noi, piccoli
produttori, siamo costretti ad andarcene perché ci sono persone armate che ci
espellono dalle nostre terre. La perdita di terra da pascoli per gli zebù ha
provocato la morte di bestiame nella zona. Hanno violato le tombe dei nostri
antenati. I nostri luoghi sacri sono stati già distrutti dai trattori».
Ora (gli
abitanti dei villaggi) si sentono completamente impotenti perché in questa
situazione si sentono di assomigliare a uova che fronteggiano pietre, e si
appellano al governo centrale [...]; la maggior parte degli abitanti è
costretta all’esodo e diventa praticamente sinistrata. Di fronte alla confisca
delle loro terre, le fokonolona (le comunità di base) hanno sottolineato che
«le conseguenze dell’accaparramento di terra da parte di Tozzi Green saranno
gravissime».
La popolazione soffre la fame e le tradizioni
dei Bara sono state violate.
Le reazioni
dei media a questa conferenza stampa sono state diverse: alcuni non ne hanno
parlato affatto, altri hanno riportato la notizia senza menzionare il nome
dell’azienda incriminata, qualcuno ne ha parlato accusando i rappresentanti dei
villaggi di essere complici dei dahalo (banditi, ladri di zebù).
Inoltre,
il 18 novembre, 350 abitanti di 17 Fokontany del comune di Ambatolahy hanno
firmato una petizione che hanno inviato alle autorità locali e nazionali, per
chiedere loro di intervenire per prevenire l’espansione delle piantagioni ed
evitare le espulsioni a cui stanno rischiando di andare incontro nelle zone
ambite da Tozzi Green e dalla società indiana Landmark.
Queste
denunce si aggiungono alle rivendicazioni degli abitanti dei villaggi di
Satrokala, Andiolava, Soatambary e Ambatolahy di cui il collettivo TANY ha
ricevuto le testimonianze. Essi hanno dichiarato di aver ereditato le terre dai
loro antenati, che le hanno coltivate secondo le usanze tradizionali. Questi
terreni non sono registrati formalmente né delimitati, ma costituiscono parte
dei possedimenti familiari per diritto consuetudinario da diverse generazioni.
Queste terre rappresentano anche la storia dei loro antenati.
Se lo
Stato gliele sottrae con la forza, si ritroveranno persi, ed i loro discendenti
saranno decimati visto che queste terre sono utilizzate come pascoli per il
loro bestiame ed il reddito proveniente dall’allevamento degli zebù è ciò che
permette loro di nutrirsi e costituisce il loro stipendio. E’ grazie a questo
che sono stati in grado fino ad oggi di mandare i loro figli a scuola. Alcuni
campi agricoli sono già diventati inutilizzabili. La
lavorazione della terra con i trattori ha reso impossibile il passaggio degli
zebù attraverso i campi. La jatropha non è commestibile nè per gli zebù, nè per
i bambini, nè per le famiglie, dicono. Chiedono quindi che lo Stato abbia pietà
di loro e li protegga.
Alcuni
abitanti dei villaggi hanno accettato le richieste dell’azienda, hanno
aggiunto, e coloro che invece hanno resistito sono stati minacciati. Sono state
promesse diverse forme di compensazione, di cui non hanno però visto traccia.
Tutti parlano della necessità di difendere i loro diritti, le loro terre, la
loro fonti tradizionali di sussistenza, il loro patrimonio culturale.
Le principali vittime sono gli allevatori di
zebù delle zone pastorali
In effetti,
gran parte della popolazione dell’altopiano di Ihorombe è costituita da
allevatori Bara e le vaste aree a perdita d’occhio che alcuni cittadini
considerano come zone inoccupate sono in realtà aree di pascolo per gli zebù.
Alcuni paesi rispettano e gestiscono con parsimonia queste aree pastorali
attraverso Carte o Codici rurali, ma i dirigenti e i responsabili politici
malgasci che si sono succeduti le hanno trascurate. Che la società Tozzi Green
ed i suoi dirigenti disprezzino la cultura tradizionale di queste popolazioni
può non sorprendere, ma è inconcepibile che le autorità locali e centrali non
li proteggano visto che il Madagascar ha ratificato il Patto internazionale sui
diritti economici, sociali e culturali.
Attualmente,
dei circa 8.000 ettari già accordati, 2.000 sarebbero già stati sfruttati, «il
progetto consente di assumere 170 dipendenti a tempo indeterminato e circa
2.000 lavoratori stagionali di cui oltre il 50% provengono dalla regione di
Ihorombe», ha riferito un giornale locale a seguito della campagna promozionale
di Tozzi Green.
Ma i
benefici in termini di occupazione sono minimi rispetto ai danni economici,
sociali e culturali.
Molte domande sulle transazioni e gli impegni
presi
La società
Tozzi Green avrebbe preso in affitto i terreni dei vivai a dei privati e
stipulato un contratto di locazione in enfiteusi con l’ amministrazione; la
durata del contratto citato in vari articoli di giornale fa riferimento a volte
a 25 anni, a volte a 35 anni. Una maggiore trasparenza e la messa a disposizione
di tutti i cittadini di tutte le clausole del contratto di locazione sarebbe
necessaria. Quanti ettari sono inclusi nei contratti esistenti? Come vengono
formulate le procedure e le condizioni di estensione progressiva dei terreni
messi a disposizione dell’azienda? Quali sono i criteri utilizzati dal Comitato
di Pilotaggio per valutare i risultati e decidere se approvare una nuova
estensione? Che cosa si cela dietro l’incongruenza “2000 ettari ancora in fase
di sperimentazione”?. I cittadini devono essere informati sul contenuto
integrale dei contratti: quali autorità li hanno firmati, quali compensazioni
sono previste? Quale destino è riservato alle persone che vivono su quelle
terre in base al diritto consuetudinario?
I
2.000.000 di ettari che costituiscono l’altopiano di Ihorombe saranno concessi
tutti o in gran parte a Tozzi Green o ad altre aziende dell’agri-business?
Quali aree saranno previste per i contadini ed i loro discendenti per lo
sviluppo della loro agricoltura familiare e del loro allevamento estensivo?
Informazioni chiare per le comunità coinvolte e una seria tenuta in
considerazione delle loro pratiche e degli interessi delle popolazioni da parte
dei diversi funzionari statali per migliorare realmente il benessere della
maggioranza della popolazione malgascia ci sembrano elementi indispensabili per
conseguire uno sviluppo realmente equo e sostenibile.
Queste
questioni sono di enorme interesse non solo per le autorità centrali e locali,
per i leader delle comunità e per gli abitanti dei diversi villaggi in
questione, ma anche per tutti i cittadini di tutte le regioni dell’isola. Quel
che avviene a Ihorombe riguarda tutti i cittadini perché l’area interessata è
la più significativa per quanto riguarda l’opacità che regna sulle transazioni
fondiarie e l’accaparramento di terra in Madagascar oggi. Monitorare ciò che
sta accadendo e rifiutare tutto ciò che è inaccettabile per non creare un
precedente diventa una questione nazionale – ed anche internazionale – oltre
alla difesa dei diritti d’uso e della cultura dei popoli della regione.
Allo
stesso modo si rende necessaria una seria vigilanza sui prodotti del sottosuolo
di cui questa zona è molto ricca.
Le
comunità pastorali si stanno mobilitando e chiedono una migliore considerazione
da parte della classe dirigente dello Stato.
Nel mese
di ottobre 2012, dopo un viaggio in Europa, un’alta autorità dello Stato
responsabile del settore fondiario, si è recata ad Ihorombe per ricevere
un’auto fuoristrada e dei computer destinati agli uffici topografici, come
“risultato di una collaborazione con Tozzi Green”. Il passaggio di questa alta
autorità nella zona potrebbe coincidere con una nuova estensione delle aree
attribuite a Tozzi Green e con il relativo aumento di una legittima
preoccupazione della popolazione?
Inoltre,
quando la potente macchina comunicativa di Tozzi Green annuncia la costituzione
a Satrokala da parte della società di una sorta di catasto fondiario (BIF-Birao
Ifoton’ny Fananan-Tany), che gestirà l’emissione di certificati per le
proprietà private non registrate, non si può non essere indignati dal conflitto
di interesse che si sta sviluppando a livello di chi detiene il potere di
gestione della terra nella regione, con la benedizione delle autorità centrali.
Sosteniamo le popolazioni che difendono il loro
patrimonio!
No
all’intimidazione dei cittadini della regione di Ihorombe che hanno osato
chiedere di fermare l’espansione dei terreni concesso alla società Tozzi Green!
Ribadiamo
con forza la richiesta di piena trasparenza sul contenuto dei contratti
sottoscritti da parte dello Stato perché essi vincolano e compromettono il
futuro delle generazioni presenti e future!
È ora di
fermare l’accaparramento di terra in Madagascar!
Il
Collettivo per la Difesa delle Terre Malgasce – TANY
patrimoinemalgache@gmail.com
www.terresmalgaches.info
http://www.facebook.com/TANYterresmalgaches
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Scandale Tozzi Green: Hery Rajaonarimampianina
impliqué !
|
Mardi,
17 Septembre 2013 09:01
|
La cession d'un terrain aux étrangers est considérée
comme tabou pour les Malgaches.
C'est à cause du projet agricole de Daewoo Corporation à
Madagascar que Marc Ravalomanana a dû quitter en catastrophe la Grande Ile pour
se réfugier en Afrique australe. Un scandale du même genre a été rendu public
voici des semaines sur l'exploitation de terrain dans l'Ihorombe par Tozzi
Green. On accusait alors le vice-Premier ministre Hajo Andrianainarivelo
d'avoir vendu aux étrangers des terrains…
En réalité, les intérêts de Tozzi Green sont défendus par
le cabinet d'étude CGA, connu dans le milieu des affaires comme celui du
candidat à la présidentielle Hery Rajaonarimampianina. Comme la CGA est chargée
de défendre les intérêts de Tozzi Green, le patron de CGA également ministre
des Finances et du Budget (d'alors) Hery Rajaonarimampianina est intervenu
auprès du vice-Premier ministre (d'alors) pour que l'opérationnalisation de
Tozzi Green soit facilitée.
Le cabinet de consultance CGA est connu dans la capitale
pour avoir offert ses services d'experts comptables auprès de plusieurs grandes
entreprises malgaches comme le groupe Sodiat de Mamy Ravatomanga et du groupe
Prey d'Egdar Razafindravahy. Beaucoup s'interrogent si le ministre Hery
Rajaonarimampianina n'a pas abusé de sa position au sein du gouvernement pour
favoriser son cabinet d'étude CGA pour remporter des marchés tels que Tozzi
Green.
En effet, le cabinet de consultance CGA ne se limite pas
à défendre les intérêts de Tozzi Green puisqu'il s'occupe aussi des états
comptables de l'organisation. Toutes les opérations financières de Tozzi Green
sont contrôlées par l'équipe de Hery Rajaonarimampianina. Et, pour couronner le
tout, l'ancien Grand Argentier aurait joué sa position de PCA d'Air Madagascar
pour installer dans l'Ihorombe la compagnie nationale pour faciliter les
déplacements entre le projet Tozzi Green et la capitale. Hery
Rajaonarimampianina aurait-il donc fait jouer son titre de ministre et de PCA
d'Air Madagascar pour favoriser son cabinet d'étude CGA ? Qu'en sera-t-il s'il
devient président de la République ?
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