venerdì 30 novembre 2012

Missioni e rapporti di Amnesty International


REPUBBLICA DEL MADAGASCAR
Capo di stato: Andry Nirina Rajoelina
Capo del governo: Jean Omer Beriziky
(subentrato a Camille Albert Vital a ottobre)
Pena di morte: abolizionista de facto
Popolazione: 21,3 milioni
Aspettativa di vita: 66,7 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 57,7‰
Alfabetizzazione adulti: 64,5%
Le forze di sicurezza hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani, tra cui uccisioni illegali, torture, arresti e detenzioni illegali. Sono continuate le vessazioni e le intimidazioni di giornalisti e avvocati, così come la detenzione senza processo di oppositori politici. Le condizioni carcerarie erano pessime e i diritti dei detenuti sono stati sistematicamente violati.

CONTESTO
Il 17 settembre, nella capitale Antananarivo, a seguito della mediazione della Comunità per lo sviluppo dell’Africa del Sud (Southern African Development Community – Sadc), i leader politici malgasci hanno sottoscritto una “road map” per risolvere la crisi politica in corso. A ottobre è stato nominato un nuovo primo ministro e a novembre è stato formato un governo di unità nazionale, che comprendeva membri dell’opposizione. L’ex presidente Didier Ratsiraka è rientrato in Madagascar a novembre, dopo nove anni di esilio in Francia ma è tornato a Parigi il 12 dicembre. Il 1° dicembre è stato proclamato un nuovo parlamento di transizione.

UCCISIONI ILLEGALI
Membri delle forze di sicurezza hanno ucciso sospetti criminali nella pressoché totale impunità.
L’8 settembre, tre uomini sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco ad Antananarivo da agenti di polizia del gruppo d’intervento rapido (Rapid Intervention Group – Gir). Secondo quanto riferito, gli uomini erano disarmati e non hannooppostoresistenza agliordini della polizia di fermarsi. Nonostantela vasta risonanza ottenuta dall’episodio, a fine anno non era stata avviata alcuna inchiesta.
Il 9 dicembre, il procuratore Michel Rahavana è stato ucciso nei pressi del suo ufficio e del carcere di Toliara, da un gruppo di poliziotti che tentavano di liberare un loro collega che era stato arrestato dal procuratore in relazione a un furto. A seguito di uno sciopero dei magistrati, il ministro della Giustizia ha annunciato a fine anno che sarebbe stata condotta un’indagine.

DECESSO IN CUSTODIA
Il 17 luglio, il tassista Hajaharimananirainy Zenon, conosciuto come Bota, è morto dopo essere stato arrestato e torturato nel quartiere 67 ha di Antananarivo, da membri del corpo della polizia d’intervento, che hanno scaricato il suo cadavere presso l’obitorio dell’ospedale di Antananarivo il mattino seguente. La famiglia di Hajaharimananirainy Zenon ha sporto formale denuncia il 30 agosto ma a fine anno non era chiaro se fosse stata avviata un’inchiesta ufficiale.

DETENZIONE SENZA PROCESSO
Decine di percepiti o reali oppositori dell’Alta autorità di transizione (Haute autorité de la transition – Hat) sono rimasti detenuti senza processo, alcuni dal 2009.
Rakotompanahy Andry Faly, un ex stagista presso l’emittente radiofonica Malagasy Broadcasting System (Mbs), è rimasto in detenzione malgrado le sue gravi condizioni di salute e le ripetute richieste di concessione della cauzione, respinte dalle autorità. Andry Faly fu arrestato nel giugno 2009, assieme ad altri tre dipendenti dell’Mbs ad Antananarivo, da membri della commissione d’inchiesta congiunta nazionale, un organo di sicurezza creato proprio dalla Hat. Nel luglio 2011, è stato trasferito nell’infermeria del carcere centrale di Antanimora, ad Antananarivo, dove si trovava ancora a fine anno. Era tra i 18 detenuti che nel 2010 intrapresero uno sciopero della fame per chiedere alle autorità di portare avanti il processo a loro carico.

CONDIZIONI CARCERARIE
Le condizioni carcerarie erano pessime e i diritti dei prigionieri sono stati ignorati. I detenuti non hanno avuto accesso ad adeguate cure mediche, cibo o servizi igienici. Secondo un rapporto di giugno delle autorità, nelle carceri erano detenute 19.870 persone, a fronte di una capacità massima di 10.319. Tra queste c’erano 785 donne e 444 minori. Il rapporto inoltre affermava che 10.517 prigionieri erano in detenzione preprocessuale.

PENA DI MORTE
Secondo dati ufficiali, nel braccio della morte c’erano 58 detenuti, alcuni dei quali attendevano da anni che il loro caso fosse esaminato dalla Corte suprema.

DIRITTI DEI MINORI
L’Unicef ha documentato che i bambini in Madagascar erano colpiti da grave malnutrizione, mancanza di alloggio, istruzione, cure mediche di base e da uno scarso, se non nullo, accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. L’Unicef ha dichiarato che continuava nell’impunità il fenomeno della tratta di minori a scopo di lavoro domestico e sfruttamento sessuale.

DETENZIONI E ARRESTI ARBITRARI
Detenzioni e arresti arbitrari sono stati prassi comune. In alcuni casi, gli avvocati che  assistevano o difendevano presunti o reali oppositori della Hat sono stati anch’essi sottoposti ad arresti e detenzioni, che di fatto erano vessazioni e intimidazioni che hanno impedito loro di esercitare il diritto di fornire assistenza legale ai clienti. Il 28 febbraio, Rolland Stephenson Ranarivony, avvocato di un membro della Chiesa riformata protestante del Madagascar, è stato arrestato e detenuto da funzionari della direzione per la sicurezza del territorio (Direction de la surveillance du territoire - DST), dopo che si era presentato per chiedere informazioni riguardo alla situazione del suo cliente, trattenuto dalla DST presso una cella ad Antananarivo. Egli è stato rilasciato il giorno stesso, dopo che il presidente dell’ordine degli avvocati malgasci aveva protestato pubblicamente per il suo arresto e la sua detenzione.

LIBERTÀ DI ESPRESSIONE – MEZZI D’INFORMAZIONE
Gli organi di stampa privati e coloro che venivano ritenuti legati all’opposizione sono stati presi di mira dalla Hat. Secondo il ministero delle Comunicazioni, ad agosto, è stata notificata la sospensione a 80 organi di stampa, dopo che le loro licenze erano state giudicate illegali. Alcuni proprietari di testate e giornalisti hanno denunciato che si trattava di una decisione politicamente motivata. A fine anno, non era chiaro se le sospensioni fossero ancora in vigore.

MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Delegati di Amnesty International hanno visitato il Madagascar a settembre.


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