REPUBBLICA DEL MADAGASCAR
Capo di
stato: Andry Nirina Rajoelina
Capo del
governo: Jean Omer Beriziky
(subentrato
a Camille Albert Vital a ottobre)
Pena di
morte: abolizionista de facto
Popolazione:
21,3 milioni
Aspettativa
di vita: 66,7 anni
Mortalità
infantile sotto i 5 anni (m/f): 57,7‰
Alfabetizzazione
adulti: 64,5%
Le
forze di sicurezza hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani, tra cui
uccisioni illegali, torture, arresti e detenzioni illegali. Sono continuate le
vessazioni e le intimidazioni di giornalisti e avvocati, così come la
detenzione senza processo di oppositori politici. Le condizioni carcerarie
erano pessime e i diritti dei detenuti sono stati sistematicamente violati.
CONTESTO
Il
17 settembre, nella capitale Antananarivo, a seguito della mediazione della
Comunità per lo sviluppo dell’Africa del Sud (Southern African Development
Community – Sadc), i leader politici malgasci hanno sottoscritto una “road map”
per risolvere la crisi politica in corso. A ottobre è stato nominato un nuovo
primo ministro e a novembre è stato formato un governo di unità nazionale, che
comprendeva membri dell’opposizione. L’ex presidente Didier Ratsiraka è
rientrato in Madagascar a novembre, dopo nove anni di esilio in Francia ma è
tornato a Parigi il 12 dicembre. Il 1° dicembre è stato proclamato un nuovo
parlamento di transizione.
UCCISIONI
ILLEGALI
Membri
delle forze di sicurezza hanno ucciso sospetti criminali nella pressoché totale
impunità.
L’8
settembre, tre uomini sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco ad Antananarivo
da agenti di polizia del gruppo d’intervento rapido (Rapid Intervention Group –
Gir). Secondo quanto riferito, gli uomini erano disarmati e non
hannooppostoresistenza agliordini della polizia di fermarsi. Nonostantela vasta
risonanza ottenuta dall’episodio, a fine anno non era stata avviata alcuna
inchiesta.
Il
9 dicembre, il procuratore Michel Rahavana è stato ucciso nei pressi del suo
ufficio e del carcere di Toliara, da un gruppo di poliziotti che tentavano di
liberare un loro collega che era stato arrestato dal procuratore in relazione a
un furto. A seguito di uno sciopero dei magistrati, il ministro della Giustizia
ha annunciato a fine anno che sarebbe stata condotta un’indagine.
DECESSO
IN CUSTODIA
Il
17 luglio, il tassista Hajaharimananirainy Zenon, conosciuto come Bota, è morto
dopo essere stato arrestato e torturato nel quartiere 67 ha di Antananarivo, da
membri del corpo della polizia d’intervento, che hanno scaricato il suo
cadavere presso l’obitorio dell’ospedale di Antananarivo il mattino seguente.
La famiglia di Hajaharimananirainy Zenon ha sporto formale denuncia il 30
agosto ma a fine anno non era chiaro se fosse stata avviata un’inchiesta
ufficiale.
DETENZIONE
SENZA PROCESSO
Decine
di percepiti o reali oppositori dell’Alta autorità di transizione (Haute
autorité de la transition – Hat) sono rimasti detenuti senza processo, alcuni
dal 2009.
Rakotompanahy
Andry Faly, un ex stagista presso l’emittente radiofonica Malagasy Broadcasting
System (Mbs), è rimasto in detenzione malgrado le sue gravi condizioni di
salute e le ripetute richieste di concessione della cauzione, respinte dalle
autorità. Andry Faly fu arrestato nel giugno 2009, assieme ad altri tre
dipendenti dell’Mbs ad Antananarivo, da membri della commissione d’inchiesta
congiunta nazionale, un organo di sicurezza creato proprio dalla Hat. Nel
luglio 2011, è stato trasferito nell’infermeria del carcere centrale di
Antanimora, ad Antananarivo, dove si trovava ancora a fine anno. Era tra i 18
detenuti che nel 2010 intrapresero uno sciopero della fame per chiedere alle
autorità di portare avanti il processo a loro carico.
CONDIZIONI
CARCERARIE
Le
condizioni carcerarie erano pessime e i diritti dei prigionieri sono stati
ignorati. I detenuti non hanno avuto accesso ad adeguate cure mediche, cibo o
servizi igienici. Secondo un rapporto di giugno delle autorità, nelle carceri
erano detenute 19.870 persone, a fronte di una capacità massima di 10.319. Tra
queste c’erano 785 donne e 444 minori. Il rapporto inoltre affermava che 10.517
prigionieri erano in detenzione preprocessuale.
PENA
DI MORTE
Secondo
dati ufficiali, nel braccio della morte c’erano 58 detenuti, alcuni dei quali
attendevano da anni che il loro caso fosse esaminato dalla Corte suprema.
DIRITTI
DEI MINORI
L’Unicef
ha documentato che i bambini in Madagascar erano colpiti da grave
malnutrizione, mancanza di alloggio, istruzione, cure mediche di base e da uno
scarso, se non nullo, accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici.
L’Unicef ha dichiarato che continuava nell’impunità il fenomeno della tratta di
minori a scopo di lavoro domestico e sfruttamento sessuale.
DETENZIONI
E ARRESTI ARBITRARI
Detenzioni
e arresti arbitrari sono stati prassi comune. In alcuni casi, gli avvocati
che assistevano o difendevano presunti o
reali oppositori della Hat sono stati anch’essi sottoposti ad arresti e
detenzioni, che di fatto erano vessazioni e intimidazioni che hanno impedito
loro di esercitare il diritto di fornire assistenza legale ai clienti. Il 28
febbraio, Rolland Stephenson Ranarivony, avvocato di un membro della Chiesa
riformata protestante del Madagascar, è stato arrestato e detenuto da
funzionari della direzione per la sicurezza del territorio (Direction de la
surveillance du territoire - DST), dopo che si era presentato per chiedere
informazioni riguardo alla situazione del suo cliente, trattenuto dalla DST
presso una cella ad Antananarivo. Egli è stato rilasciato il giorno stesso,
dopo che il presidente dell’ordine degli avvocati malgasci aveva protestato pubblicamente
per il suo arresto e la sua detenzione.
LIBERTÀ
DI ESPRESSIONE – MEZZI D’INFORMAZIONE
Gli
organi di stampa privati e coloro che venivano ritenuti legati all’opposizione
sono stati presi di mira dalla Hat. Secondo il ministero delle Comunicazioni,
ad agosto, è stata notificata la sospensione a 80 organi di stampa, dopo che le
loro licenze erano state giudicate illegali. Alcuni proprietari di testate e
giornalisti hanno denunciato che si trattava di una decisione politicamente
motivata. A fine anno, non era chiaro se le sospensioni fossero ancora in
vigore.
MISSIONI
E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Delegati
di Amnesty International hanno visitato il Madagascar a settembre.
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