mercoledì 3 aprile 2013

Maria e la sua Africa


Due cronache di una ragazza felinese che sta provando da tre mesi un’altra vita. “Nzara è una bimba di 4 anni in carrozzina che non parla, ma capisce tutto e quando sorride le brillano gli occhi… Taina è un ragazzino che urla, mi spiega come devo imboccare Nzara e ride perché non lo seguo”. Venerdì 5 aprile l’incontro con don Gabriele Carlotti per conoscere da vicino il Madagascar e il Fma
Già da tre mesi Maria Leuratti si trova in Madagascar per il suo periodo di servizio presso la Fondation Medicale di Ampasimanjeva. Ha subito incontrato tante novità e subito il suo sguardo generoso si è allargato ad abbracciare una porzione di mondo che ora, grazie a lei, la nostra parrocchia sente più vicina. Riportiamo alcuni brani delle lettere che Maria spedisce via e-mail. Chi volesse riceverle direttamente può farlo presente, Maria sarà felice di allungare la lista dei destinatari. 
Salama!
La sera del 4 dicembre sono arrivata sana e salva in Madagascar!
All’aeroporto ci hanno accolto con gioia i volontari che sono ad Antananarivo e suor Bernardetta con due suore malgasce.
Dopo una bella dormita, i primi due giorni ho fatto la turista e ho visitato Tanà (abbreviazione di Antananarivo, la capitale) con Luca, un volontario di RTM e Chiara, che è salita da Ampasimanjeva per darmi il benvenuto.
Sono poi andata con don Giovanni R. e Chiara a fare un giro delle tre Case della Carità della capitale, ci sono tanti bei bimbi!!! Uno che si chiama “colui che è accolto” (non ricordo il nome malgascio) appena ci ha visto ha iniziato a scuotere la testa e a urlare; la suora ha detto che era contento…allora siamo stati contenti anche noi! Scendendo da Tanà, dopo cinque ore di viaggio, con don Giovanni e Chiara siamo arrivati ad Ambositra, dove mi fermerò per un po’ a studiare malgascio.
Lungo la strada, quasi l’unica del Paese, che va da nord a sud, c’erano pochissime macchine, qualche pulmino che trasporta le persone da una città all’altra (taxi brousse) e tantissimi a piedi.
C’erano alcuni gruppi di bimbi che stavano tornando da scuola, altri che governavano magrissimi buoi e altri che si avvicinavano alla macchina appena rallentavamo per evitare una buca.
Che paesaggi meravigliosi: capanne, case di mattoni, risaie e vallate verdi che lasciano spazio a terra rossa (qui è estate)!
L’indomani siamo scesi a Fianarantsoa per i documenti. Con don Giovanni R. ho partecipato alla Messa in ospedale ed in carcere. Nelle Messe non ho capito quasi niente di quello che è stato detto, ma ho potuto apprezzare la grande partecipazione dei detenuti con i canti e dall’altra la solidarietà ai malati di amici e parenti che li assistono numerosi, occupando i piedi del letto o sedendosi per terra.
Da una settimana ho iniziato le lezioni con l’insegnante Marcel; ce la sto mettendo tutta per ricordare il più possibile; nonostante non sappia la lingua, finora non ho fatto grossi danni!
Ad Ambositra sono rimasta nella casa volontari una notte, poi mi sono trasferita alla CdC per essere in compagnia! E che razza di compagnia!!!
C’è un sacco di gente: 35 ospiti, quattro suore e cinque ragazze che stanno iniziando il cammino di formazione per diventare suore.
La mamera (suor Margherita), appena mi ha visto, mi ha accolta con gioia. A tavola mi offre continuamente da mangiare e mi controlla se secondo lei non ho mangiato a sufficienza!
Qui si mangia riso a colazione, pranzo e cena, ma basta poco tempo per rendersi conto che va benissimo così perché abbiamo la fortuna di avere qualcosa nel piatto tutti i giorni.
Per fortuna ci sono anche tanti ospiti che pian piano sto conoscendo: Nzara è una bimba di 4 anni in carrozzina che non parla, ma capisce tutto e quando sorride le brillano gli occhi; Taina è un ragazzino che urla, mi spiega come devo imboccare Nzara e ride perché non lo seguo.
Marisienne sembra un po’ la Marisa di Cagnola: viene in cucina e molto dolcemente mi chiede come sto e mi accarezza; l’altra sera mi ha persino cercata per darmi la buonanotte.
Questa, per ora, è la mia bella famiglia; la vigilia andrò ad Ampasimanjeva per festeggiare il Natale con quelli che lo diventeranno quando finirò le lezioni; per ora ringrazio il Signore per gli amici che ho conosciuto, per i tantissimi che incontrerò e perché ogni giorno ho tanto da scoprire, da imparare e non mancano le occasioni per stupirsi!
Veloma dal caldo Madagascar,
Maria
* * *
Salama!!!
innanzitutto buon anno; spero che il 2013 sia iniziato bene e che continui così. Qui per me ogni giorno è un Natale, un capodanno, una straordinaria novità.
La domenica prima di Natale ho fatto una gita in campagna e in compagnia! Con don Giovanni D. che è salito ad Ambositra per festeggiare il Natale con la sua futura comunità, Annalisa, cooperante di RTM di Tanà, e sua mamma, sono tornata a Messa in carcere.
Al pomeriggio siamo partiti in macchina con destinazione “villaggio della seta”!
Dopo circa due ore di strada, ovviamente sterrata e molto dissestata (le buche di cui ci si lamenta in montagna dopo che gli spargisale hanno fatto il loro dovere sono niente in confronto alle voragini malgasce), siamo arrivati in questo villaggio sperduto nella campagna in cui ci hanno accolto donne e bambini. Una signora ci ha ospitato generosamente in casa, mentre le altre hanno preparato gli strumenti per farci la dimostrazione della lavorazione della seta…per farvi un’idea, per fare una sciarpa impiegano circa 12 ore. Poi in 5 minuti nel cortile hanno allestito il mercato! Erano circa una trentina, tutti intorno a noi. Siamo stati un “evento” in questo paesino fuori dal mondo. E io mi sono sentita privilegiata per aver conosciuto anche quell’angolino di Madagascar.
La vigilia, di prima mattina, mi sono messa in viaggio verso Ampasimanjeva con Annalisa, sua mamma e il simpatico autista (che è uno dei pochi pesi massimi dell’isola rossa). Ho continuato ad ammirare le bellezze di questa terra così vasta e ricca…e piano piano mentre si scendeva il paesaggio è cambiato e le case di mattoni sono definitivamente scomparse lasciando spazio alle capanne in legno.
Più scendevo verso Ampa, più mi saliva l’adrenalina per la curiosità di conoscere le persone e i luoghi che diventeranno casa mia.
Appena arrivati, dopo le presentazioni, mi sono messa all’opera nella piegatura di cappelletti con la dottoressa Ortance, (uno dei tre medici dell’ospedale che abita all’interno di questo piccolo villaggio dell’FMA), suor Justine e suor Marie Goretti, le altre due sisters con cui abiterò, poi niente veglia e a letto prestissimo perché alle otto e mezza si spengono i generatori (la corrente elettrica c’è tutti i giorni dalle 17.30 alle 20.30 e viene accesa in orari diversi nel caso si debbano effettuare operazioni chirurgiche urgenti).
Una vigilia particolare… e un Natale ancora più strano. Messa in parrocchia alle 7.30 del mattino per evitare di sudare troppo, ma inaspettatamente al pomeriggio il giorno di Natale si è colorato di Natale!!! Siamo andati a distribuire i regali agli ammalati di tutto l’ospedale.
L’ospedale è formato da tante casette in cui ci sono diversi reparti: pediatria, maternità, uomini adulti, donne, mamme che hanno avuto problemi durante il parto e tubercolotici.
I malati saranno stati una settantina; ad ognuno abbiamo consegnato un pacchettino con biscotti, caramelle e salatini e tutti han voluto stringerci la mano per ringraziarci. Nel reparto del tubercolotici si respira un clima familiare. Sono una quindicina, tra cui almeno 5 bambini.
Tornata in casa sono andata dai miei Gesù bambini: Eloi ed Eolalie!!!
Sono due dei tre gemellini che una mamma ha partorito all’ospedale il primo dicembre e che ha deciso di non tenere, così da allora abitano con le suore in attesa di crescere un po’, prima di essere adottati da una famiglia di Tanà che li sta già attendendo (nella tribù antaimoro è tabù avere dei gemelli e succede che alcuni genitori li abbandonino; se qualcuno si starà chiedendo il motivo, io non lo so, forse sono tanti e molto diversi).
Sono nati di sette mesi e sono piccolissimi; Eloi è nato di 1,3 kg e la sorellina Eolalie di 1,5. Mentre davo il latte ad Eloi con un biberon quasi grande come lui, ho realizzato che lui era il mio Natale!!! Ma il regalo più bello è stato il battesimo di queste meraviglie dove ho fatto da madrina ad Eolalie. Eravamo solo noi “parenti”, ma per me è stata una festa grandissima.
Due bambini che la famiglia non ha tenuto vengono accolti in un’altra famiglia con tanta gioia e amore e saranno accolti con altrettanto amore dai loro futuri genitori: è Natale, trionfa la vita! E’ stato stupendo pensare queste cose mentre li guardavo.
Nelle feste non mi sono proprio fatta mancare niente… e ho trascorso i due giorni successivi tra il letto e l’ospedale. Si sono allertati tutti per starmi vicino. Prima che il dottore mi visitasse, già mi sentivo fortunata perché mi sarei potuta permettere di comprare le medicine, e qui non è cosa da poco, visto che anche le minime cure sono da pagare. Per fortuna si è risolto tutto nel giro di 2 giorni. Prima di uscire dalla città ho visto il mare (nonostante il Madagascar sia un’isola, le vie di comunicazione sono scarse e maltenute, quindi gli spostamenti richiedono molto tempo e spesso, anche se in linea d’aria si è vicini al mare, per raggiungerlo si possono impiegare delle ore).
Ed è arrivato anche l’ultimo dell’anno… come ogni sera a letto alle 9 perché le suore erano molto stanche! Io e Chiara siamo rimaste un po’ nella veranda a chiacchierare ma abbiamo tirato solo fino alle 10.30. Prima di addormentarmi un po’ ho pensato di non essermi tanto goduta il capodanno ma OGNI GIORNO QUI E’ UN CAPODANNO!
Il 2013 ha portato ad Ampa anche Pascaline, così siamo aumentati in famiglia. E’ un’ospite della CdC di Mananjary di 18 anni che è in dolce attesa e rimarrà fino a quando partorirà. Credo che sarà bello farle compagnia. Ora vado a studiare che più tardi Marcel mi interroga.
Veloma, Mery
 * * *
Le necessità dell’FMA (Fondation Medicale di Ampasimanjeva, la struttura in cui opera Maria) sono tante. L’ospedale si trova in prossimità della foresta e deve fare i conti con bisogni continui e impellenti. Le medicine scarseggiano, il reparto di pediatria necessita di manutenzione e di attrezzature. Le lettere di Maria, che ci giungono proprio durante le settimane della Quaresima missionaria, ci interpellano e ci stimolano a una maggiore vicinanza con i nostri fratelli malgasci e con l’impegno dei nostri missionari. Per conoscere più da vicino il Madagascar e l’Fma in particolare, la Parrocchia propone una serata col direttore del Centro missionario diocesano, don Gabriele Carlotti.
L’incontro si terrà venerdì 5 Aprile, alle ore 21, presso il salone parrocchiale. La comunità di Felina (insieme a tutti quelli che vorranno dare il loro contributo) è tradizionalmente una comunità aperta e solidale. Approfittiamo dell’impegno missionario di Maria Leuratti per collaborare con lei e con il Centro Missionario Diocesano: un piccolo contributo economico può fare la differenza, soprattutto se sono in molti a partecipare.
Per informazioni e/o offerte contattare: don Pietro, Nazzarena Milani, Zelinda Manfredi,  Oscar Pignedoli, Luca Giovanelli, Chiara Boni, Giovanni Leuratti, Clara Domenichini.
(Tratto da Bollettino della Comunità della zona di pastorale di Felina, Gatta, Gombio, Villaberza, San Giovanni)
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