venerdì 11 gennaio 2013

Nei mercati di Natale è arrivato il Litchi, la “ciliegia” esotica

Si chiama ciliegia o uva cinese. E’ tutta  una questione di gusto. C’è chi è convinto che il retrogusto di questo frutto tropicale ricordi la ciliegia, chi invece è dell’idea che sia più simile all’uva moscato. Quel che è certo è che il Litchi conquista sempre di più il favore dei consumatori, adesso che il frutto non è più un’esclusiva sporadica e costosa di qualche supermercato ma approda anche nei mercati storici. Al dettaglio, in questi giorni, il Litchi si trova a poco più di tre euro al chilo, meno delle castagne locali. Il Litchi è un frutto esotico che presenta una buccia esterna rosata o rossa e una modesta polpa bianca. E’ prodotto  in gran parte in India e Cina, ma anche in altri paesi come Madagascar, Vietnam e Brasile. Recentemente sono state avviate coltivazioni in serra anche in Sicilia e Calabria, ma i frutti che giungono nei nostri mercati spesso sono di importazione malgascia. In Cina, dove il frutto era prediletto dalla corte imperiale, è coltivato sin dall’anno mille, ma in Europa è arrivato solo alla fine del ‘700, come tante altre curiosità botaniche. Cento grammi di polpa forniscono 60 calorie. La polpa del Litchi, amatissima dai diabetici, contiene zuccheri, potassio, rame, magnesio, fosforo, calcio, proteine, vitamine del gruppo B, e l’importante acido nicotinico, in grado di dilatare i vasi e purificare il sangue. Il seme germoglia con facilità, tuttavia per avere frutti è consigliabile la riproduzione per margotta. Infatti, le piante da seme fioriscono solo dopo dieci-quindici anni. 
MARIO PINTAGRO

Nessun commento:

Posta un commento