mercoledì 21 novembre 2012

‘ Linee della nuova politica sanitaria nazionale per il trattamento e il reinserimento sociale dei malati mentali’


La CANTINE di AMBOKALA

L’attività della cantine di Ambokala è ufficialmente iniziata il mezzogiorno del  17 giugno scorso. Da allora tutti i giorni cuciniamo e distribuiamo 3 pasti caldi al giorno agli ammalati più poveri e alle loro famiglie che li assistono.  Attualmente  71 ammalati (su un totale di 90) e 46 familiari beneficiano della cucina. Occorre circa un’ora per distribuire a tutti riso e  laoka (accompagnamento al riso) . Poi ancora un'altra mezz’ora  per la ranomapango che è  la tipica ’acqua da tavola’ in Madagascar: praticamente è acqua fatta bollire nelle pentole ancora sporche di riso bruciacchiato. Non siete invogliati? in realtà  è molto digestiva ..e poi qui  non è salutare per il corpo bere acqua fredda né, per le tasche,  bere acqua in bottiglia Il nostro menù è molto vario, a parte il riso che è il  piatto forte  di tutti e tre i pasti della giornata.       
 Approfittando delle attività della cucina, abbiamo seguito (o forse precorso?..) le ‘ Linee della nuova politica sanitaria nazionale per il trattamento e il reinserimento sociale dei malati mentali’ cercando di affidare  loro qualche semplice attività quotidiana da fare insieme ai gardmalades:                                                                                 Ogni giorno c’è un  primo gruppo che pulisce il riso dalla pula e dai sassi: e c’é da lavorare… pensate che mangiamo circa 70 kg di riso al giorno! Ogni mattina,quando arrivo all’ospedale è bellissimo  vedere donne, uomini e bambini  assorti in questo lavoro di precisione: sono tutti seduti vicini vicini all’ombra di un albero, alcuni con  gli  occhiali più improbabili …  visti da lontano sembra stiano facendo una cernita di pietre preziosissime.
Un secondo gruppo attinge acqua al pozzo per la cucina, cioè mattina, mezzogiorno e sera… in attesa di trovare un serbatoio capiente. L’altro giorno un gruppo ha chiesto di fare una piccola riunione con noi responsabili, perché la discussione era questa: “Isahay reraky ny fanafody!”dicevano i giovani ammalati,”Ary isahay reraky ny fahanteranay!!”rispondevano le gardmalades. Che significa: “Noi siamo stanchi  a causa delle medicine”, “E noi per la vecchiaia!” … in effetti hanno le loro ragioni. Anche io, che non sono né malata, né anziana faccio una gran fatica a sollevare a mano una quindicina di secchi di 10 l da 17 m di profondità … La soluzione, per ora, è stata comprare secchi più piccoli e fare in modo che la stessa  persona non sollevi  più di 2 secchi di fila … in attesa di sistemare il pozzo. Comunque non possiamo lamentarci perché , grazie a Dio, l’acqua pulita non ci manca.
 Un altro gruppo è addetto ad aiutare le cuoche a preparare la laoka: uccidere i polli, pulire e tagliare il pesce, preparare le verdure, tagliare gli spaghetti(…qui vanno di moda della lunghezza degli stuzzicadenti). A parte qualche litigio con le cuoche direi che su questo fronte andiamo piuttosto bene..                                            
C’è poi chi ha il compito di  lavare i  pentoloni: in genere usiamo acqua e sapone , ma quando sono molto unti  mi hanno insegnato che è più efficace la sabbia…                                                                                                   Infine  c’è da fare legna, cioè cercarla e tagliarla adeguatamente. E’ di certo l’attività più ambita per gli uomini perché  ”Questo sì che è un lavoro da uomini, mica pulire il riso o lavare le pentole” mi ha detto Roman e poi se riesci a tagliare la legna sei già considerato tra quelli che stanno bene .. ma è anche il lavoro  più difficile perché richiede molte energie e perché  la legna qui intorno comincia a scarseggiare. Pensate che qualche settimana fa, esasperati dalla infruttuosa ricerca , Jean Baptist, suo fratello Jean Noel e Fiacre, 3 malati giovani e aitanti , hanno abbattuto un bellissimo palo della luce di legno! Fortunatamente non era ancora stata attivata la corrente..
Nell’ultima  riunione mensile con tutti ammalati Theogene si è fatto portavoce di questa proposta: “ Siamo pronti a rinunciare al pollo per una domenica e a sostituirlo con i fagioli, così con la differenza puoi comprare un po’ di legna  e riempire la legnaia, prima che comincino le piogge “ . Non ho  potuto accettare per questioni di  ‘dieta’ dei malati…ma mi sono quasi commossa , per l’intenzione…  devo dire che è una delle proposte più lungimiranti e volte al bene comune che ho sentito da quando sono qui….e vogliamo chiamarli malati mentali???
Alle nostre attività ordinarie, da circa un mese, si è aggiunta una grande novità: con il preziosissimo aiuto dei campisti (gruppo di giovani venuti dall’Italia per conoscere le attività di RTM… e accompagnati dalla Leti) ora possiamo dire di avere un orto!                                                                                                                               Pensate che in  un giorno i campisti(16)+ servi della chiesa(3)+ noi volontarie Manakara(4)+ ammalati + amici vari , armati di vanghe, rastrelli..e  tanta buona volontà, sotto la guida esperta dell’equipe tecnica di  Ampa (6), abbiamo recintato,pulito e dissodato un terreno usato fino ad allora come discarica. Poi è stato diviso in parcelle, creato un piccolo semenzaio e sono stati piantati cetrioli, fagiolini, pomodori e bietole. Abbiamo anche fatto una buca per fare il compost  (..per la verità  qui da noi i resti organici sono giusto le bucce ‘trasparenti’ delle verdure).   Gli ammalati sono rimasti molto impressionati da tutta questa gente che non conoscevano e che ha lavorato sodo.. e hanno preso sul serio l’impegno dell’orto.
Per ora ho dato l’incarico a 4 malati di fiducia: Gitorix, Zakafeno, Pascalin e Arsene  di innaffiarlo tutti i pomeriggi, verso le cinque.  Sono talmente “mazoto”(diligenti )che a volte bisogna fermarli… innaffiano anche sotto alla pioggia!!                                                                                                                                                                                      Ad oggi, i cetrioli crescono bene, i pomodori e le bietole sono stati trapiantati e vanno a meraviglia e ogni volta che passa a Manakara qualcuno dell’equipe tecnica di Ampa, ne approfittiamo per fare una piccola formazione. Lunedì scorso ci hanno insegnato come si tolgono le erbacce. I malati erano serissimi nel seguire le indicazioni degli insegnanti e contenti di  avere qualche piccola responsabilità..già  immagino la soddisfazione quando vedremo i primi frutti!!!
La struttura della cucina continua a ‘farmi tribolare’ un pò : abbiamo  sostituito con mattoni e cemento una delle pareti  di chinino, dopo che ha seriamente rischiato di prendere fuoco…adesso il problema è risolto, ma i forni a legna sono a fuoco massimo  per 12 ore al giorno… e qui non è facile trovare mattoni che non si sbriciolino dopo una settimana…In sostanza ci sono spesso dei lavori in corso, ma non ci hanno mai impedito di cucinare…Anzi, anche gli operai sono diventati dei nostri…no,non si sono ammalati, ma mi hanno confessato che i malati mentali visti da vicino non fanno poi quella paura …

·           Sosteniamo il progetto AMBOKALA
·         in Madagascar gestito da Enrica Salsi
·          
·         A partire dal mese di gennaio 2012, la
·         nostra Unità Pastorale si è impegnata a
·         sostenere il progetto che Enrica Salsi
·         sta portando avanti a Manakara in Madagascar.
·         Si tratta di dare un aiuto alla mensa
·         dell’ospedale psichiatrico di Ambokala per gli
·         ammalati più poveri, lì ricoverati assieme alle
·         loro famiglie come è consuetudine in Madagascar.
·         Sono quasi 150 le persone da assistere, compresi
·         gli adulti ed i bambini, per cui l’impegno economico
·         è considerevole, dal momento che
·         l’intervento dello Stato è pressoché inesistente.
·         La raccolta di fondi verrà effettuata l’ultima
·         domenica di ogni mese e il Centro Missionario
·         Diocesano provvederà ad inviare quanto raccolto
·         ad Enrica.
·         Si chiede un libero contributo costante ogni mese
·         per dare continuità al servizio svolto. Questo
·         progetto sostituisce il sostegno per le famiglie
·         povere in Albania, preso in carico da altre Comunità
·         parrocchiali.

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