mercoledì 5 settembre 2012

Fra Marino, Imperio Brizi da Piansano (Viterbo) Frate Cappuccino.

Italiani nel mondo


-         Perché hai lasciato l’Italia
Per fare qualcosa in più, dove c’è più bisogno.
-         Come è iniziato
Nel ‘72 ho compiuto il periodo di formazione e per circa 10 anni sono stato a Montefiascone in qualità di aiuto parrocchia, aiuto seminario, preparandomi a partire. Nell’83 sono arrivato ad Ambanja nel nord del Madagascar, e vi sono  rimasto fino ad oggi.
-         E ad Ambanja
Ad  Ambanja  ho scelto di occuparmi dei lebbrosi e c’era già una bella struttura fondata  dai frati francesi nel 1953. Con padre Stefano arrivato nello stesso anno 1983, abbiamo sviluppato l’attività sanitaria, creando un complesso sanitario polivalente, aperto a tutti, senza dimenticare l’obiettivo principale: la lebbra.
-         Ti sei adattato subito
Mi sono adattato in pochissimo tempo, non ero un pioniere, perché altri confratelli mi avevano preceduto. I primi anni il problema più serio era la malaria.
Il “mora mora”, piano piano, mi dava un pò fastidio all’inizio, ma poi ho scoperto che è il ritmo giusto.
-         Come è il posto in cui vivi
 Non conosco tanto il resto del Madagascar, ma Ambanja è l’ultimo posto che sceglierei per vivere, caldo umido senza vento. Durante la lunga stagione delle piogge: fango, strade orribili, dove la gente aggiunge del suo per peggiorare la situazione, e poi zanzare malaria, chikunguniah ... Resto qui solo per via della devozione al mio lavoro.
-         Gli abitanti  
Si, gli abitanti Malagasy sono dell’etnia “Sakalava”. Una parentesi  di quattro mesi ad Antsohihy, mi ha fatto apprezzare di più i “Tsimihety”. I “Sakalava” li trovo un pò come >bambini viziati< da una natura bella e generosa.
-         Per la gente del posto
 Certamente, sono un “mompera”, e il mompera di per se, è già considerato una istituzione da tutti, cristiani e non. Non ti parlo dei bambini, da 28 anni sono un babbo Natale e anche di più, e per strada tutti giorni si sgolano per gridare: salut mompera! Comunque nell’insieme sto sulle mie, e i contatti con la gente sono solo per ragioni di lavoro.
 -         È un posto tranquillo
Era un posto tranquillo fino al 2000. C’è un forte movimento d’immigrazione da tutta l’isola, per la ricerca della vita più facile. Non c’è tanta vaniglia, come nella costa est, ma c’è il cacao e altri prodotti tropicali, prodotti del mare e adesso le pietre preziose in 3 diverse località prossime alla città. Una volta 5 banditi armati di kalashnikov e pistole ci hanno attaccato al convento, legati come salami, imbavagliati e derubati.
-         La tua opera in questo Paese
 Come detto sono prima di tutto “mompera”, per 7 anni ho lavorato come aiuto nella grande Parrocchia di Ambanja, con le famose tournées nei villaggi della foresta. Adesso mi limito alla chiesetta del Villaggio dei lebbrosi. Per una decina d’anni ho lavorato come infermiere. E quindi come responsabile al Lebbrosario. Come è noto, la lebbra è in ribasso, solo 20/30 nuovi casi per anno. La tubercolosi invece è ancora un flagello, da 180 a 200 nuovi casi per anno.
-         Chi beneficia in particolare
Malati di lebbra e malati di tubercolosi e altri poveri occasionali. Due malattie ‘sociali’ particolari che adesso possono guarire molto bene, se prese in tempo, ma che richiedono ancora un approccio particolare. Lavoriamo con lo Stato nel Programma Nazionale di Lotta contro la Lebbra e la Tubercolosi. In questi ultimi anni, visto che l’istruzione è il punto debole dei nostri assistiti, ci siamo messi anche a dare un poco di dottrina scolastica. Al Villaggio abbiamo una scuola elementare con circa 200 scolari. Un’altro centinaio di scolari li sosteniamo in città.
-         Una giornata tipo
Non esiste, anche se poi grosso modo mi suona una campanella virtuale come nei vecchi conventi: oratorio, laboratorio, refettorio... La levata, come nei gorgheggi dei muezzin, alle 4 del mattino e anche prima. Aspettando per la preghiera del mattino, mi diverto a scrivere le mie impressioni di vita al computer e penso anche alla predichetta della domenica. Poi c’è la messa al Villaggio e quindi in ufficio al Dispensario. Penso praticamente a tutto, relazioni con i benefattori, con lo Stato, l’amministrazione, il personale (abbiamo 30 salariati), la farmacia, la manutenzione delle innumerevoli strutture: Villaggio, Sanatorium, Scuola a 4 Km da Ambanja,  il Dispensario in città. A mezzogiorno, il pranzo, la siesta sacrosanta e poi di nuovo, all’Ufficio, al Villaggio, in città per servizi vari. La sera  di nuovo la preghierina, la cena, un po di chiacchiere e al letto, 8, 30/9,00.
 -         La lingua malgascia
Non ho avuto la fortuna di fare corsi speciali o anche di soggiornare a Antananarivo per studiarla. Però mi ci sono messo da solo e me la cavo.  L’essenziale della lingua per il lavoro è andato abbastanza veloce. La lingua malagasy è bella, ma è completamente differente dalla nostra. E poi qui si tratta del dialetto “sakalava” che è alquanto diverso dal “merina” ufficiale. Unico metodo, ascoltare la gente e provare a parlare.
-         La vita è più cara che nella capitale
 Purtroppo la vita è più cara qui ad Ambanja, per diversi motivi, non ultimo la vicinanza di Nosy Be.
-         Vai spesso in Italia
 Una volta, ogni 3 anni, adesso ogni 2 anni.
-         Oggi faresti la stessa scelta  
Cioè il Madagascar? Come detto più su, non l’ho scelto, ma mi è andato benissimo.  Se però dovessi ricominciare, sceglierei un’altra parte del mondo possibilmente con caratteristiche simili, riferito agli abitanti: poveri, semplici, accoglienti, rispettosi, canterini, ballerini, festaioli, fatalisti quanto basta... e i brutti e cattivi? Chiudiamo un occhio.
A.S. 

Interviste on line

Abbiamo incontrato padre Giuseppe Nicolai, imolese di adozione,
missionario in Madagascar. Gli abbiamo chiesto di parlarci della
sua attività e dei suoi rapporti con il popolo malgascio.

Mi chiamo Toni Vasco, sono nato ad Enna
ed ho svolto la professione di psicologo presso
                                                                                         il servizio di salute mentale.         

Intervista a Fabiola Mancinelli, antropologa del turismo
che ha deciso di partire per studiare il Madagascar, portandosi
dietro qualcuno di speciale.

La mia prima casa era nel campo base a circa mezz'ora
da Sambava verso Andapa.
Mi ricordo un nome " Ambatolokoho "

Nosy Be l’Isola dei Sogni


Il sole, il mare, le spiagge, ma soprattutto la gente
ci ha fatto pensare che la nostra pensione(sic!) che
era  prossima, avrebbe potuto godere di tutto questo

Laureato in Scienze dell'educazione, ho lavorato come educatore

Dario e Valerio hanno creato Peter Pan nella più bella spiaggia del Madagascar

49 anni romano ha inaugurato a Sainte Marie il suo nuovo Hotel

Mi ha aiutato una mia amica di Torino  mi ha mandato il biglietto

È già ritornato

La cantante malgascia che vive e si esibisce in Italia

La storia di un medico che aiuta i bambini poveri del Madagascar

Il Medico dell’OMS per la malaria

L’agronomo toscano che coltiva la Jatropha

Stefano della gelateria italiana si racconta

Nata in Madagascar esercita in Italia

Vive a Nosy Be ed ha un diving

L’Alberto professionista del turismo in Madagascar

Per uno scherzo ha lavorato con Kokoa a Nosy Be

Manuela fornisce i più importanti ristoranti del vero gelato italiano

Lala vive a Cagliari ma si è sposata con il rito malgascio
Cronaca di una ragazza felinese che sta provando da tre mesi un’altra vita

ExCandidato a Presidente della Repubblica del Madagascar

In una foresta ha costruito il suo villaggio

Vive e ospita i suoi amici e clienti in una isola deserta

Ha battuto tutti i record di immersione

Pino Schintu, genovese, grande professionista della fotografia

Fra Marino vive e lavora al nord in una zona impervia del Madagascar

È arrivato in nave tanti anni fa e oggi gestisce anche una radio

Sposata con un ingegnere ha un bel negozio con i vetri di Murano

Vive in Italia, ma il suo cuore è sempre in Madagascar

Anche Lea vive a Roma e i suoi figli studiano all’Università


In Italia facevo il fiorista collaborando nella azienda familiare

Attilio Mombelli nato a Gaggino Faloppio nella provincia di Como, in un paesino tra Como e Varese, al confine con la Svizzera.




Fin da bambino ho “sognato di andare in Africa” … guardavo la cartina geografica  di questo continente e mi attirava quella bella chiazza gialla che a quei tempi era il Congo Belga
… pensavo che doveva essere bello un giorno poterci andare!
Poi mi sono fatto prete pensando sempre di andare in missione.
Nel 1962 la nostra Comunità ha iniziato una missione in Madagascar a Ihosy. Ho visto tanti compagni di scuola partire e ho deciso che sarei partito  anch’io per il Madagascar …
Nell’agosto del 1969,  mi sono imbarcato a Marsiglia sul “Pierre Loti” con altri due confratelli, uno dei quali aveva già passato 5 anni in Madagascar.
Ero appena stato ordinato sacerdote, non conoscevo niente dell’Italia, ma mi interessava solo il Madagascar … durante il viaggio, 25 giorni, passando dalla Città del Capo, abbiamo incominciato ad imparare un po’ di malgascio con quel confratello che  aveva già la sua esperienza… 



La lingua malgascia
C’è voluto un po’ di tempo tempo  … ho studiato il malgascio per sei mesi; mi ci sono voluti almeno 3 anni per parlare questa lingua senza dire troppi strafalcioni … Il malgascio è una lingua tanto diversa dalle nostre lingue latine; ma non è difficile; la grammatica è molto più semplice che la nostra, bisogna però imparare tutto un vocabolario diverso dal nostro … per questo devo ancora imparare 
Ma la gente, con la sua semplicità, il suo senso dell’ accoglienza e anche la sua  dolcezza mi ha aiutato ad adattarmi, anzi a “trovarmi bene”…

Dove vivi
Sono sempre stato  in Madagascar  e praticamente quasi sempre a Ihosy… non l’ho scelto io questo posto, ma mi piace e mi trovo bene, … anche se devo dire che adesso non è più la Ihosy di una volta …
Attualmente si può dire che abbiamo tutto: ospedale, farmacia, distributori di carburante, tanti negozi pieni di tutto; anche i marciapiedi sono pieni di venditori che obbligano i pedoni ad invadere le strade al punto che diventa un ‘impresa passare in macchina; ci sono anche tanti mercanti ambulanti, che su carrettini, portano le loro mercanzia nelle case  …;
ci sono militari, gendarmi e “police” che controllano tutto e di più … a loro modo; 
ci sono scuole con migliaia di bambini che regolarmente intasano le strade all’ora dell’uscita dalle classi; 
c’è la luce elettrica, addirittura arrivano le “fibre ottiche” per la comunicazione internet ,  solo che tante volte la corrente subisce  interruzioni di ore o di mezze giornate, anche  l’acqua potabile è un problema serio perché bisogna fare lunghe code di attesa per averne un secchio.

Si, può dire che abbiamo tutto o quasi, poi però tutto funziona come può, cioè poco bene, per non dire alla meno peggio!
Ma il bello è che ci siamo abituati a questo sistema e la gente se ne  va quasi tranquilla per la sua strada.
E anche se la nostra radio ogni tanto “protesta” … ma, non può fare di più! 

La radio
Si ho fatto e sto facendo anche questa esperienza …  Ho seguito due corsi di formazione per audio visivi a Lione, ho potuto formare una piccola equipe con la  quale ho fatto delle produzioni “dias-groupe” poi ci siamo permessi qualche esperienza in produzione cinematografica e nel 99, il nuovo Vescovo di Ihosy, ( con il quale avevo fatto la  formazione a Lione) , mi ha chiesto di provare anche “la radio”.
Non è stato tutto scontato, ma è una bella esperienza e sono convinto che può essere di grandissima utilità per la gente della zona in cui lavoro; non solo ne sono convinto, ma ne abbiamo anche delle prove.
Nel momento della mondializzazione che stiamo vivendo, tutti i mezzi di comunicazione moderni sono importanti e necessari anche, e direi in modo particolare, per la missione che ho scelto; che non è solo preghiera e prediche, ma anche promozione e formazione umana, sociale, culturale, morale,  politica ( senza fare politica) e  anche religiosa …    

Come si vive 
Si vive, credo, come si può vivere dal più al meno in tutte le cittadine o grossi villaggi del Madagascar.
 In tanti anni ho visto progredire e anche regredire la situazione; siamo passati tra gli alti e i bassi, ma questo dipendeva e dipende non tanto dalla situazione  qui sul posto, ma fa parte della situazione generale in cui si vive …
Il clima è mite, secco,  … i cicloni, in genere non fanno tanti danni, anzi sono desiderati per la coltura del riso.

Gli abitanti
La cittadina di Ihosy si trova ad un incrocio importante per le comunicazioni nel sud del Madagascar: si passa a Ihosy per andare a Tulear; da qui parte la strada  per Tolagnaro ( RN 13)  … che però è ancora molto “malandata”,  ma è l’unica  che si può fare ! c’era una strada che va verso Farafangana, attualmente quasi impraticabile, ma che comunque permette ancora le comunicazioni con Ivohibe e anche Iakora, sino a Begogo …
Qui si trovano tutte le etnie del Madagascar; la maggioranza però sono i Bestileo e i Merina ( Ambaniandro).
Ci sono anche delle “famiglie” di  cinesi e pachistani; pochi ormai sono i “vahaza” europei …
La maggior parte della popolazione della regione, invece, sono  i “BARA” …e qui ci sarebbero ancora tante cose da dire …

Con la gente
Mi trovo , posso dire, ci troviamo, bene con tutti; la gente ci rispetta e non solo, ci vuol bene, domanda aiuto, ma sa anche collaborare e impegnarsi quando si tratta di collaborare per qualche cosa di bene.

È tranquillo
La gente cerca e desidera la tranquillità e la sicurezza… ma la tranquillità, purtroppo, è legata a tanti fattori che non sempre si possono controllare, e che tante volte “opprimono” le persone,  per cui tanta gente non trova la sua situazione buona e tanto meno ideale. C’è ancora tanta povertà, e dove c’è povertà ci sono abusi di ogni genere.

Il lavoro
-         Mi occupo, insieme con un altro sacerdote della diocesi ed una suora, della radio “AVEC” ( che vuol dire Audio Visivi Espressione Cristiana ) collaborato da una equipe di circa 20 giovani;
-         Mi occupo, insieme ad alcune suore,  di un gruppo di giovani  - circa 90 -   tra i 15 e 25 anni che, non potendo continuare la scuola classica, imparano un lavoro manuale;
-         Mi occupo di costruzioni di scuole, di case e di chiese.
-         Faccio il prete … e non è sempre tutto è facile! 


La giornata tipo
Faccio il prete … la prima cosa è la preghiera e la Santa Messa con i confratelli alle 5,45 sino alle 7.
Dalle 7,30 alle 8 comunicazioni: mail, telefono, radio-comunicazione con i centri dove ci sono dei confratelli che non possono comunicare per telefono ;
alle 8 riunione per l’organizzazione del lavoro in radio;
9 - 12 , lavoro personale, visita ai lavori e incontri.
Preghiera, pranzo … e un po’ di siesta!
Alle 14, riprendo il lavoro personale; sovente visito dei villaggi nei dintorni di Ihosy.
18,45 preghiera, cena , telegiornale, qualche volta  un po’ di lavoro personale e poi “dodo”.

L’AIM
Personalmente ammiro il lavoro, ma soprattutto il coraggio e l’impegno con cui voi, la direzione dell’AIM, avete mantenuto un legame tra noi italiani qui in Madagascar, soprattutto nei momenti meno facili che abbiamo passato.
Ammiro la vostra discrezione e umiltà nel servire tutti i connazionali.
Grazie per tutte le informazioni che ci date  … che sovente sono le  uniche che abbiamo dell’Italia.
L’ associazione AIM ha saputo assumere e svolgere, e bene, tanti compiti e impegni burocratici che sono soprattutto di pertinenza di un Consolato.
Forse però, per un  Consolato non sarà facile mantenere quel legame di amicizia che l’AIM ci ha dato e che spero continuerà a darci, perché sono valori che non si limitano ne si racchiudono in un dovere burocratico.
Saluti cari. Grazie  P. Attilio


Carmelita Celi in Pirbay, architetto, nata a Catanzaro

Italiani nel mondo

Abita dal 1990 a Antananarivo dove gestisce un negozio “Arcadia” ha due figli e il marito è il titolare di Blueline, il più importante provider del Madagascar.
Gli studi
 Dopo gli studi liceali, mi sono iscritta alla facoltà di architettura conseguendone la laurea e successivamente ho iniziato a lavorare in diversi studi di progettazione e insegnato matematica in scuole di recupero.

  L’incontro 
Nel 1985, durante una festa, incontrai casualmente un misterioso ragazzo che lavorava come ingegnere minerario sulle piattaforme petrolifere: non avrei mai immaginato che, dopo cinque anni, sarebbe diventato mio marito. La conoscenza con questo ragazzo di origini indiane, nato a Tulear, mi fece rispolverare i vecchi libri di geografia e studiare in modo più approfondito il Madagascar, meravigliosa terra dove la flora e la fauna affascinavano il mondo intero e rivestivano, come rivestono ancora oggi, un ruolo fondamentale.

 Il matrimonio
 Dopo essermi sposata in Italia, sono arrivata, per la prima volta ad Antananarivo in Madagascar, terra vagamente conosciuta solo attraverso qualche cartolina; ovviamente le difficoltà di adattamento non sono mancate, dettate soprattutto da una lingua a me sconosciuta e dalla mancanza del mare, da sempre di fronte le finestre della mia camera.

  E allora......
 Decisi di iscrivermi ad un corso accelerato di francese e, nel giro di sei mesi, ero in grado di capire la nuova lingua ed esprimermi. Purtroppo, ancora oggi, l'accento tradisce la mia origine..... Nel 1992 e' nata Leila, oggi quasi ventenne e, due anni dopo, Karim. Non mi sono mai adattata alla povertà di questo paese, osservare i bambini che mangiano nelle spazzature o vederli per le strade mendicare mi rattrista profondamente; mi chiedo cosa hanno fatto le organizzazioni internazionali per contenere questa miseria che si diffonde drammaticamente.

 Cosa ti manca
La dolcezza della vita italiana, mi è sempre mancata, ogni scusa era valida per raggiungere Pescara, godere la spiaggia, il mare, gli arrosticini, i gustosi gelati, mia madre, i miei fratelli. Il lavoro Dopo aver eseguito alcuni studi di progettazione a Tananarive, mi resi conto che, per rientrare a Pescara con una certa frequenza e giustificare la mia lunga permanenza, dovevo indirizzarmi verso qualche nuova attività, senza sviare le mie origini, la mia identità e la mia cultura italiana. Decisi, cosi', di aprire, a Tananarive un negozio di articoli puramente italiani, in relazione alla mia formazione. Il decoro, il senso delle proporzioni, i colori, il gusto per gli oggetti raffinati, l'arte della tavola, i tappeti e l'argenteria hanno influenzato le mie scelte e da 18 anni il mio negozio, "ARCADIA", sopravvive a cambiamenti politici, climatici, economici e sociali......'

Viaggi spesso
 Ogni estate mi reco a Pescara per incrementare la merce e organizzare un container; mi reco a Murano per acquistare i meravigliosi suppellettili soffiati a bocca e, tra la burocrazia, l'imballaggio di ogni singolo articolo e il lungo trasporto fino alle coste di Tamatave, trascorrono oltre un paio di mesi di attesa. Non è semplice spiegare la realizzazione e la tecnica di questi oggetti ai miei clienti, ma riscontro in loro un certo interesse, soprattutto quando rientrano in Madagascar dopo un breve soggiorno a Venezia.
Sei felice
 Dopo 22 anni di permanenza in Madagascar, mi sento una privilegiata rispetto alle mie amiche italiane, ho conosciuto una cultura diversa, apprezzato un mondo conosciuto solo attraverso i libri di scuola, gustato nuovi cibi e rapita dal fascino di una natura estremamente rigogliosa, ho una famiglia fondata su due identità che ci hanno arricchito e, infine, un lavoro che mi diverte. Spero solo......... che un giorno il mare arrivi davanti la finestra della mia camera ! Carmelita Celi.

Creature nude tra i profumi d’Africa

Madame Chanel/Madagascar
In Madagascar, tra villaggi in cui sembra d’essere risucchiati indietro di secoli, o addirittura millenni, si scopre che la Natura nutre non solo il corpo, ma anche l’anima. Qui anche il sorriso è nudo e, come il delicato profumo di ylang-ylang, seduce con innocenza di Paola Cerana
Durante i miei viaggi non mi sono mai sentita straniera lontano da casa. E’ come se, ad ogni partenza, cambiassi non solo locazione ma anche pelle, come i camaleonti. E’ una sensazione d’appartenenza, più che di aderenza, perché mi trovo ogni volta in sintonia con l’intera sfera terrestre, cielo e firmamento compresi. Devo ammettere, però, che ci sono luoghi in cui mi sento più a casa che in altri, come quando ci s’infila un paio di scarpe così comode da non sentirle più. E il Paese che meglio calza alla mia natura è senz’altro l’Africa, perché con i suoi eccessi e le sue contraddizioni mi somiglia e, forse, anche perché qui affondano le radici di un mio lontano passato, che rispondono al ritmo di un silenzioso richiamo. Quest’armonia nei confronti dell’Africa non coinvolge solo lo spazio ma anche il tempo. Perché ci sono villaggi, laggiù, in cui sembra d’essere risucchiati indietro di secoli, anzi di millenni, e pare di ritrovarsi a vivere come probabilmente vivevano i nostri antenati, ignari di cosa potesse essere il futuro mostro della tecnologia. Nuda. E’ come ritrovarsi improvvisamente nuda, senza tutto quel superfluo che come ruggine ha col tempo incrostato abitudini e pensieri, fino a diventare un’irrinunciabile necessità. Ci siamo dimenticati di essere stati tutti creature nude in origine ma, forse, i nostri avi devono avere trasmesso nelle nostre cellule tracce profonde di sé, antichi riflessi che possono riemergere con particolare vigore in alcuni di noi.
Madagascar, quest’estate, questa sensazione di nudità, di dignitosa semplicità, è stata inebriante, proprio come i profumi delicati e pungenti dell’isola. Zenzero e cannella, vaniglia e peperoncino, ylang-ylang e caffè, cocco e papaia: queste sono le fragranze che laggiù fluttuano nell’aria e scivolano sulla pelle, lasciando addosso una mescolanza di aromi sensuali e languidi privi di ogni chimica artificiosità. Anche l’aspetto della gente sembra evocare questa diversità di sfumature aromatiche, attraverso le timbriche della carnagione, il colore degli occhi e i lineamenti del viso. Perché il popolo malgascio è un incredibile incrocio di etnie: africana, oceanica e asiatica, un intreccio di frammenti rubati qua e là a ogni cultura, riuniti insieme in un armonioso mosaico. Nei villaggi appollaiati nella foresta, ho conosciuto diverse persone non ancora corrotte dal turismo orgiastico e, forse anche per questo, istintivamente amichevoli, mai diffidenti né invadenti. Persone gentili, accoglienti, nude di pregiudizi, che vivono immerse nella Natura, confuse con essa, amalgamate ai suoi ritmi. Ogni giorno raccolgono e pescano solo ciò che è necessario, rispettando le leggi e la spontanea ciclicità della vita. E se hanno bisogno di un ‘dio’, scelgono una stella, un animale o una pianta invocando l’intercessione degli avi, perché la Natura nutre non solo il corpo ma anche l’anima. A volte le persone laggiù nemmeno si distinguono dal brulicante sottofondo vegetale che strangola le strade. Camminano con passo lento, all’ombra di banani, manghi e palme lussureggianti, con enormi cesti stracolmi sulla testa, in perfetto equilibrio come funamboli su un filo invisibile; oppure le vedi sedute sui gradini delle case, accovacciate accanto a galline, anatre e zebù, intente a cucinare, cucire, sbucciare frutti o spaccare le pietre destinate alle case dei ricchi europei. Se non fosse per i parei variopinti delle donne, i bianchi sorrisi dei bambini e qualche timido focolare acceso per cuocere la carne nemmeno ci si accorgerebbe della loro discreta presenza. Soprattutto la sera, al calare del sole, quando il buio rende ogni creatura democraticamente uguale all’altra, loro si mimetizzano, proprio come i camaleonti. Questi uomini e queste donne dalla pelle lucente, dall’aria affabile e serena, dormono per lo più in capanne senza luce artificiale, costruite con un legno ricavato da una palma particolare. L’albero del viaggiatore, lo chiamano: si tratta di una specie di enorme palma che cresce ovunque nella fitta foresta malgascia, ergendo le sue grandi foglie a ventaglio verso il cielo, come fossero lunghe braccia protese in preghiera.
La vita viene anche da lassù, dal cielo, perché, durante i mesi di pioggia, all’interno dei robusti fusti di questa monumentale palma, si accumula l’acqua che, il viaggiatore di passaggio, potrà bere durante i suoi faticosi spostamenti. Acqua e legno, dunque: il primo seme della vita, qui. Insieme a tutto ciò che la terra e il mare generosamente offrono ogni giorno. Sembra un documentario riciclato migliaia di volte, lo so. Invece è vita che si ripete ogni giorno. Esiste davvero questa realtà così diversa dalla nostra e se la tv o internet ci portano il mondo in casa, non ci portano tuttavia gli odori, i sapori, le fragranze e le emozioni che nascono dal contatto con la gente.
Durante un’escursione all’interno dell’isola, ho conosciuto una signora in particolare che non dimenticherò mai. Si chiama Madame Chanel, così almeno le piace farsi chiamare, anche per evitare a noi europei l’insidiosa pronuncia del suo nome malgascio. Madame Chanel è un capo tribù. Parla perfettamente tre lingue, malgascio, francese e il suo dialetto, uno dei diciotto diffusi sull’isola. Vive in una piccola dimora fatta di mattoni, non di legno, e questo la fa ricca, una dimora immersa in una delle tante piantagioni di ylang-ylang dell’isola. Il profumo che emana dalle piante qui è violentemente dolce, reso più sensuale dal calore del sole. La signora ha invitato in casa sua me e la mia sapiente guida per mangiare insieme il dolce di riso appena cucinato, mostrandoci con orgoglio il suo giaciglio e soprattutto la piccola televisione che un italiano residente qui le ha regalato tempo fa. Ovviamente la sua dimora non ha corrente elettrica ma a lei piace tanto guardare quella scatola nera senza vita, mentre stesa nel suo letto di paglia e cenci probabilmente scorre film immaginari nella mente. Questa signora, in gioventù, ha lavorato con Coco Chanel – ecco il motivo della scelta del nome - quando negli anni ’40 viveva qui, distillando essenza di ylang-ylang in una fabbrica ancora esistente e florida. Oggi, questa signora dal sorriso materno ha 85 anni, un’età insperabile per la gente di qui. Vive con una pensione equivalente a circa 70 euro che riceve ogni tre mesi, e anche questo è assai raro per queste parti, per ciò si sente fortunata. Ma, soprattutto, la signora vive della gentilezza di quei pochi turisti che osano avvicinarsi a lei e alla gente come lei, turisti che voltano le spalle alle spiagge languide, ai tramonti romantici, all’opulenza e all’artificiosità dei resort per addentrarsi nel cuore autentico, intricato e contraddittorio, di quest’isola profumata. E’ vero che ogni escursione può rivelarsi un’incursione, e il moderno turismo può trasformarsi in colonialismo. Inevitabilmente la mia presenza in questi villaggi e il contatto con questa gente hanno provocato delle conseguenze, cambiando qualcosa anche in loro, non solo in me. Tuttavia, credo che la gentilezza e il rispetto siano il denominatore comune a ogni rapporto umano, comprensibile al di là d’ogni linguaggio. Perché il sorriso è nudo e, un po’ come il profumo delicato di ylang-ylang, seduce con innocenza ricamando piacevoli ricordi. Quindi, se il contagio tra culture diverse è fatto innanzitutto di nudi sorrisi, non dobbiamo sentirci in colpa, né avere timore, piuttosto avremo tanto da imparare e da scambiare, in un reciproco umile arricchimento. Ciascuno di noi porta in sé un universo e nel mio, ora, insieme ai profumi d’Africa c’è anche Madame Chanel con il suo dolce di riso e il suo dolce sorriso. Prima di salutarla, le ho promesso che avrei raccontato di lei una volta a casa e le ho chiesto il permesso di mostrare la foto del suo viso, insieme a quella della sua casa. Ne è stata entusiasta e mi ha ringraziato con tanti timidi merci accompagnati da lievi assensi del capo, simili agli inchini delle geishe giapponesi. Ora sono io a ringraziare lei per avermi fatto sentire a casa in casa sua e per avermi concesso il piacere di trasformare profumi evanescenti in un piccolo racconto, che spero possa contagiare positivamente anche per chi, per caso, un giorno lo leggerà.
 Paola Cerana

Un summit per le crisi in Madagascar e Zimbabwe

Proposta una roadmap per guidare le transizioni politiche
I leader dell'Africa meridionale si sono incontrati a Maputo per un summit che intende richiamare l'attenzione sulle due crisi regionali di Madagascar e Zimbabwe in vista delle elezioni del prossimo anno. L'invito è di giungere presto a una "road map": una sorta di test per tutte le crisi che attanagliano l'Africa centro-meridionale. I leader delle 15 nazioni della Comunità di Sviluppo dell'Africa Meridionale premono affinchè Andry Rajoelina, presidente di transizione in Madagascar, e Marc Ravalomanana, presidente uscente, si impegnino a mettere in atto una roadmap per condurre il Paese verso elezioni democratiche. Il botta e risposta tra i due va avanti dal 2009, quando Rajoelina, salito al potere in seguito a un colpo di Stato sostenuto dall'esercito, si è rifiutato di accogliere nuovamente in patria Ravalomanana, che vive in esilio in Sud Africa.Anche la situazione nello Zimbabwe è altrettanto critica. Si vedono contrapposti il presidente Robert Mugabe e Morgan Tsvangirai, primo ministro. Dopo anni di scontri e ritardi, i partiti hanno finalmente scritto una bozza di costituzione prima di giungere alle consultazioni elettorali. Fonte: .ilsole24ore.com

Madagascar, tre milioni di dollari per la biodiversità

Biodiversità Nuovi studi e un centro di ricerca specializzato per la conservazione della biodiversità nei pressi della foresta pluviale del Madagascar. L’isola africana investe sulla natura... Siamo nel Ranomafana National Park, un'area di enorme ricchezza per la biodiversità del Madagascar, dove a luglio 2012 è stata inaugurata la NamanaBe Hall (letteralmente la “sala Amicizia”) all’interno del ValBio Center, presso l'Istituto per la conservazione di ambienti tropicali. Una struttura che – a quanto riporta il portale d’informazione All Africa – include un laboratorio di ricerca e un centro congressi, con alloggi per studenti e scienziati, inedita per il Paese africano e la cui realizzazione è costata 3 milioni di dollari, finanziati da donatori diversi tra cui le statunitensi US National Science Foundation e State University of New York at Stony Brook. Un progetto costoso e ambizioso che si propone istituire sul territorio un centro di formazione per studenti malgasci e internazionali, ma anche una sede destinata a ospitare conferenze planetarie e a presentare le auspicate future scoperte in tema di biodiversità: questa è l’idea della dottoressa Patricia Wright, fondatore e direttore esecutivo del ValBio Center, precisando che il loro interesse si concentrerà su insetti, rettili, rane, piante e il lemure del Madagascar, oltre a parassiti e malattie infettive, prodotti naturali e piante medicinali. L'impianto, grazie ad attrezzature scientifiche avanzate, potrà approfondire il campo della genetica, che i ricercatori locali potevano in precedenza affrontare solo migrando all'estero, spesso inviando negli Stati Uniti da analizzare i reperti raccolti in loco. A ciò dovrebbero aggiungersi ricerche per migliorare le tecniche agricole locali e a diffondere tra un numero sempre maggiore di studenti l’uso dell’inglese: studenti di master di primo livello provenienti da diversi istituti di istruzione superiore, nonché dottorandi di ricerca presso l'Università di Antananarivo, inizieranno in questo mese a seguire i primi corsi di biologia molecolare e genetica. Fonte:www.valori.it

giovedì 30 agosto 2012

Svizzera-Madagascar: mano tesa dal Ticino

Mascia Cantoni, sin dai primi anni Sessanta figura emblematica della televisione della svizzera italiana, è una delle figure più rappresentative e popolari del Cantone, un volto conosciutissimo che dal 2002 ha assunto la presidenza della Fondazione Svizzera Madagascar. A Stabio si è inaugurata una mostra di sue opere a favore proprio dei progetti che la Fondazione promuove nel Paese africano. E`al ristorante Montalbano di Stabio che nelle scorse ore si è inaugurata una mostra delle opere pittoriche della nota regista, presentatrice, produttrice ticinese Mascia Cantoni, da 10 anni presidente della Fondazione Svizzera-Madagascar. Oltre che espressione del suo animo, proprio la pittura per Mascia è da qualche anno lo strumento per aiutare i suoi giovani del Madagascar. Obiettivo della Fondazione –che ha carattere internazionale- è la ricerca per realizzare un modello ripetibile di cooperazione capace di dare dinamismo all’autopromozione del Madagascar ed eventualmente, in progresso di tempi, in altri paesi in via di sviluppo. Il modello prevede la sinergia di micro-interventi in vari settori: ambiente, educazione, sanità sociale, agricoltura, pesca, commercio, industria, turismo, comunicazione e trasporti, servizi, ecc.”. E per la realizzazione del modello, la Fondazione si avvale di specialisti malgasci, svizzeri ed internazionali nonché della partecipazione attiva, propositiva e decisionale della popolazione interessata. La Fondazione è apartitica, aconfessionale e non è a scopo di lucro. I valori di solidarietà e reciprocità profondamente radicati nella tradizione malgascia costituiscono il fulcro teorico ed operativo delle finalità della Fondazione. Dall’arrivo di Mascia Cantoni alla presidenza, il comitato si è particolarmente impegnato nel settore dell’Istruzione, promuovendo settanta asili e gemellando scuole dell’Insubria a quelle di Nosy Be in Madagascar. Un ulteriore sforzo è profuso nell’ambito della formazione alberghiera e turistica grazie al centro CFTH-Fihavanana, aperto nel 2008 e il suo Albergo di applicazione Lokobe –Lodge. Un’altro campo d’attività della Fondazione è quello relativo all’igiene con la costruzione di ben ventuno acquedotti in altrettanti villaggi. La mostra intitolata “I colori della solidarietà”, il cui ricavato andrà, appunto, alla Associazione Svizzera Madagascar, è ospitata al Ristorante Montalbano e nelle sedi Raiffeisen di Stabio,Novazzano,Genestrerio , Coldereo dal 24 agosto al 25 novembre. Ospite con alcune sue recenti opere, anche lo scultore stabiese Aldo Giudici. F.B./Red.

sabato 6 agosto 2011

CINZIA CATALFAMO CORRISPONDENTE CONSOLARE AD ANTANANARIVO: LA SODDISFAZIONE DELL’AIM CHE RINNOVA LE CARICHE SOCIALI

LUNEDÌ 11 LUGLIO 2011 20:18

ANTANANARIVO\ aise\ - Il rinnovo delle cariche sociali all'AIM - Associazione Italiani in Madagascar - ha coinciso con la nomina di un Corrispondente Consolare Italiano ad Antananarivo.
A comunicarlo oggi è Aldo Sunseri, che commenta: "finalmente i 2000 italiani residenti in Madagascar potranno usufruire di un sevizio consolare che allevia i loro disagi dopo parecchi anni di isolamento per l'assenza di una rappresentanza diplomatica consolare".
Cinzia Catalfamo, che fino al 2005 aveva ricoperto in Madagascar la carica di Console Onorario, è stata nominata dall'Ambasciata Sudafricana di Pretoria Corrispondente Consolare Italiana. "I servizi che potrà svolgere un Corrispondente Consolare – continua Sunseri – non sono certamente comparabili a quelli di una Ambasciata o di un Consolato, ma gli italiani hanno mostrato il loro apprezzamento per avere finalmente ad Antananarivo un interlocutore del governo italiano a cui rivolgersi per i disbrigo delle varie pratiche sia amministrative che diplomatiche".
La nomina di Cinzia Catalfamo è stata in corrispondenza con il rinnovo delle cariche sociali presso l'AIM. Umberto Lanza, dopo cinque anni di efficiente e operosa presidenza, ha voluto cedere il passo ad un giovane Nicola Flaminio, che grazie alla collaborazione di un Consiglio di Amministrazione composto anche da giovani e anziani dirigenti, cercherà di portare in seno alla AIM il dovuto rinnovamento.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione AIM composto da Davide Annunziata, Gianfranco Bruscagnin, Anita Cossettini, Giuliano Maiorana, Pietro Marangi, Sacco e Aldo Sunseri a breve si riunirà per l'assegnazione dei vari incarichi quale la nomina del Vice Presidente, del Segretario Generale e del Tesoriere e dei responsabili regionali. (aise)

Relazione di fine legislatura


Ho chiamato in questo modo il mio intervento fatto in occasione del rinnovo delle cariche sociali dell'AIM, in quanto dopo avere ricoperto per più di cinque anni la carica di Segretario Genarale dell'Associazione Italiani in Madagascar, ho preso la decisione di lasciare, e sebbene nel corso delle votazioni che sono seguite a questo mio intervento, sono stato il primo degli eletti alla carica di Consigliere, ho preferito continuare la mia attività all'interno dell'associazione quale responsabile delle Relazioni Esterne, cioè continuo ad inviare a tutti gli associati ed amici il Giornalino NEWS, che continua ad essere un organo ufficiale di informazione dell'AIM.
Ecco cosa ho detto all'assemblea dei soci del 9 luglio 2011:

Ci è stato comunicato da parte dell'Ambasciatore di Pretoria che la Signora Cinzia Catalfamo è stata nominata corrispondente consolare e personalmente sono alquanto compiaciuto di questa nomina perché allevia all'associazione tanto di quel lavoro che noi, costretti dalle circostanze, ci siamo assunti per dare un aiuto agli associati.
Qualcuno potrebbe pensare: adesso c'è un corrispondente, adesso c'è Cinzia che può' continuare il lavoro della nostra associazione. Ma non è cosi'!!!!!
La mia esperienza maturata in questi cinque anni di segreteria mi fa confermare che oggi più di ieri, l'esistenza dell'AIM è necessaria ed è indispensabile per continuare a difendere gli interessi degli italiani residenti in Madagascar.
Quali sono questi interessi:
1) La firma di un accordo bilaterale con il Governo del Madagascar per evitare la doppia imposizione fiscale. Di cosa si tratta: noi pensionati continuiamo a pagare le tasse in Italia non usufruendo più dei servizi italiani perché anche per l'assistenza sanitaria abbiamo solo 90 giorni l'anno; poi chi ha dei redditi in Italia non dovrà continuare a pagare le tasse in Italia, perché è residente in Madagascar.
Questo accordo bilaterale vi faccio presente che se ne sono scordati di farlo sia l'Ambasciata Italiana che è stata presente in Madagascar fino al 2000, sia nei cinque anni successivi il Consolato Onorario. Paesi come le Filippine o lo SRI Lanka hanno questo accordo, noi del Madagascar non lo abbiamo.
Noi abbiamo avuto assicurazione da parte del Ministro Marco Giungi che quando sarà insediato il Governo Ufficiale in Madagascar, l'Ambasciatore di Pretoria all'atto di presentare le sue credenziali presenterà anche la richiesta di una convenzione bilaterale tra l'Italia e il Madagascar.
2) Questo che vi sto per dire, vi dimostra quanto una associazione come la nostra può' avere un peso determinante in alcune situazioni: Nel mese di maggio l'INPS ha stabilito di verificare l'esistenza in vita dando incarico alla Western Union di pagare la pensione direttamente ai pensionati. In questo modo, il pensionato, andando personalmente ad incassare la sua pensione presso la Western Union avrebbe dimostrato la sua esistenza in vita.
Per noi del Madagascar doveva avvenire questa verifica a giugno , solo che noi dovevamo recarci in Italia per votare per il referendum e quindi la nostra famiglia in giugno doveva attendere il nostro ritorno per mangiare.
Noi abbiamo pubblicato sulla stampa una lettera aperta al Direttore Generale dell'INPS Mauro Nori (che voi avete letto) e la verifica di giugno per il Madagascar è stata annullata. Questo è un successo della nostra associazione che dimostra che l'unione fa la forza. Questa è una ennesima vittoria di cui l'AIM in prima persona se ne assume il merito. Se noi avessimo scritto a nome personale nessuno ci avrebbe dato ascolto, ma l'avere scritto a nome dell'Associazione ha dato l'effetto desiderato.
3) L'AIM ha avuto la concessione di due ettari di terreno a Sainte Marie dove dovrebbe sorgere un centro sportivo della nostra associazione, il bozzetto e la concessione sono a disposizioni di tutti, questo è un progetto portato avanti da Antonello Di Bartolomeo assieme agli associati di S.Marie.
4) Ci è stato chiesto di essere presenti con il nostro marchio in una sponsorizzazione per la festa organizzata dal Museo Regionale di Torino dalla associazione MAMI che è una associazione di malgasci che risiedono in Italia. Cio' sta a dimostrare ancora una volta che l'AIM è tenuta in considerazione anche in Italia
5) Abbiamo ricevuto presso la nostra sede il Funzionario itinerante che nei due giorni di permanenza ad Antananarivo ha svolto un lavoro molto proficuo di rinnovo passaporti e di altre documentazioni. Purtroppo non avremo momentaneamente altra visita del funzionario itinerante per mancanza di fondi
da parte dell'Ambasciata
6) Abbiamo ricevuto anche due funzionari del Ministero Affari Esteri, che ci hanno chiesto quali erano i nostri problemi ma non abbiamo mai più ricevuto alcuna notizia.
7) A proposito di incontri: abbiamo anche avuto la visita in Associazione del Ministro dell'Industria del Madagascar Mr.Pierrot.
Il Presidente con il Vice Presidente e il sottoscritto abbiamo ricambiato questa visita presso il Ministero e abbiamo ricevuto la dovuta accoglienza.
8) Da pochissimi giorni è finito il terzo ciclo di corsi di italiano e sono stati distribuiti gli attestati agli alunni. Notiamo che questi corsi sono molto richiesti, abbiamo una proposta di una nuova insegnante di italiano, sarà compito del nuovo consiglio di amministrazione prendere i dovuti contatti.
9) Giornale News settimanale: ho riservato per ultimo questo argomento perché è una esecuzione che personalmente porto avanti da parecchi anni ormai, siamo arrivati al numero 66.
Ho chiesto e ottenuto nell'ultima riunione del consiglio di esserne nominato responsabile. La spedizione di questa rassegna stampa fa si che l'associazione resti viva e operante sia per gli associati che per i simpatizzanti che continuamente ricevono notizie che riguardano l'associazione e il Madagascar. Sarà compito del nuovo consiglio decidere se continuare questa tradizione; da parte mia sono disponibile a continuare questo tipo di collaborazione.


Dopo questo breve accenno sui fatti più salienti che questo Consiglio ha portato a termine, ritengo doveroso ringraziare il Presidente Umberto Lanza per la sua efficiente e valida collaborazione, ringrazio anche il vice Presidente Gerardo Sacco per il suo sostegno sia nei momenti di forzata assenza del Presidente, sia in altri casi in cui è stata necessaria la presenza di una persona responsabile del Consiglio.
Grazie anche al tesoriere Franco Bruscagnin, la cui opera non si è limitata nel tenere con la dovuta perizia e correttezza la contabilità, ma ha dato anche un sostegno per la buona conduzione di questa associazione, grazie ancora a tutto quanto il Consiglio per avere dimostrato il suo attaccamento a questa associazione.
Mi auguro che, dopo di noi, l'AIM possa continuare il suo cammino fino a quando ci saranno italiani in terra Madagascar, perché come vi ho esposto e dimostrato non è una Ambasciata, ne un Consolato, ne tanto meno un Corrispondente che fa gli interessi degli italiani che hanno scelto di vivere in Madagascar, ma solo e soltanto una associazione fatta da tutti noi che possa suggerire quali sono i bisogni e le necessità degli italiani che vivono in Madagascar e lottare per ottenerli.
Vi faccio presente che sia il Presidente Lanza che il sottoscritto già da alcuni mesi avevamo preso la decisione di lasciare i nostri incarichi e questa nostra decisione è irrevocabile. Questa nostra decisione è stata presa oltre che per ragioni anagrafiche anche perché avendo compiuto il primo lustro di lavoro per l'AIM gradiremmo che i giovani vengano a rimpiazzare le nostre forze.

giovedì 30 giugno 2011

ESISTENZA IN VITA/ DAI PENSIONATI DEL MADAGASCAR UNA "LETTERA APERTA" AL DG INPS MAURO NORI



ROMA\ aise\ - A nome dei pensionati italiani in Madagascar, il segretario generale dell’Aim (Associazione Italiani in Madagascar), Aldo Sunseri, ha inviato una "lettera aperta" al Direttore Generale dell'Inps Mauro Nori per protestare contro la tempistica della verifica dell’esistenza in vita che l’Istituto di Credito delle Banche Popolari Italiane (ICBPI) ha pianificato per conto dell’Istituto di previdenza italiano.
"Facendo riferimento all’articolo pubblicato da Aise in data 28 aprile e alla Circolare INPS emanata in pari data – scrive Sunseri - si evince che la verifica per il Madagascar sarà nel mese di giugno. Non si può essere tanto disinformati da non sapere che il periodo in cui avverrà la verifica della esistenza in vita dei pensionati del Madagascar, coincide con due importanti scadenze elettorali: infatti il 15 e 16 maggio prossimi in 11 province e in 1310 comuni si svolgeranno le elezioni amministrative con un eventuale turno di ballottaggio il 29 e 30 maggio 2011 e poi il 12 e 13 giugno ci sarà il referendum".

"Gli italiani del Madagascar – ricorda Sunseri – per esercitare il diritto di voto dovranno recarsi in Italia, in quanto il Governo Italiano non ha concluso apposite intese con il Madagascar per esercitare il diritto di voto per corrispondenza. Infatti usufruiranno del rimborso da parte del Ministero degli Esteri, tramite l’Ambasciata di Pretoria, del 75% delle spese del biglietto aereo e poi ci saranno anche le agevolazioni da parte di Trenitalia, del Gruppo Tirrenia (Tirrenia, Caremar, Siremar, Toremar e Saremar e l’Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori (A.I.S.C.A.T). Quindi, nel mese di giugno, all’arrivo della pensione presso gli sportelli della Western Union in Madagascar, gli italiani saranno in Italia per esercitare il diritto di voto e saranno impossibilitati a incassare quanto dovuto dall'INPS".
"Inoltre – ricorda Sunseri – ancora non c'è alcuna possibilità di delega, essendo lo scopo teso ad evitare il pagamento di prestazioni a persone diverse dai legittimi beneficiari. Pertanto la famiglia del pensionato, che rimane in Madagascar, in giugno non mangerà e non potrà assolvere gli impegni economici in quanto la pensione sarà presso le casse della Western Union. Con la presente protesta, - conclude la lettera - i pensionati del Madagascar invitano Mauro Nori, Direttore Generale dell'INPS, a volere prendere i provvedimenti necessari per differire ad altra data questa verifica per i pensionati del Madagascar". (aise)