lunedì 1 luglio 2013

Museo di Zoologia Roma: il Madagascar

Il rapporto, spesso conflittuale, fra uomo e natura in Madagascar, sarà il tema centrale delle Giornate del Madagascar 2013, ospitate dal Museo Civico di Zoologia il 21 e 22 giugno.
L’uomo, giunto nell’isola africana circa duemila anni fa dall’Indonesia e dall’Africa, ha deforestato gran parte del territorio, causando l’estinzione di animali tipici come l’uccello elefante e molti lemuri giganti. Tuttavia, le risorse naturali dell’isola rappresentano ancora oggi una fonte di straordinaria ricchezza e una possibilità di sviluppo sostenibile.
Le giornate del Madagascar, preziosa occasione per ricordare l’indipendenza ottenuta il 26 giugno 1960, nascono dall’iniziativa di associazioni che da sempre si occupano dell’isola, di cui fanno parte i malgasci della diaspora in Italia. L’appuntamento romano è promosso da Roma Capitale, in collaborazione con le associazioni Malagasy Miray di Torino, Tetezana Onlus di Roma e il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
Saranno organizzate una serie di conferenze scientifiche e culturali dedicate agli aspetti del mondo naturale e a temi di interesse antropologico e attualità. Interverranno numerosi esperti che, con le loro ricerche, hanno contribuito in modo significativo a creare un ponte tra il nostro paese e la grande Isola Rossa.
Il programma delle Giornate è rivolto non solo ai bambini, che venerdì 21 potranno partecipare al Campo estivo dedicato alla natura del Madagascar, ma anche agli amanti della fotografia naturalistica, che potranno visitare la mostra “Immagini dal Pianeta Terra” di Simone Sbaraglia. In esposizione fino al 1° settembre 2013, immagini spettacolari, una sorta di pellegrinaggio estetico attraverso la natura dei cinque continenti: dalle pianure africane alle distese dell’Alaska.
A conclusione dell’evento, la serata del 22 propone una degustazione di alcuni piatti della cucina tipica del Madagascar, a cura della comunità malgascia Roma. Seguirà un concerto della cantante Olga del Madagascar e del gruppo tradizionale Kamema. 
PROGRAMMA GIORNATE DEL MADAGASCAR 
venerdì 21 giugno 2013 
8.30 - 17.00 Giornata del campo estivo per bambini
(5-12 anni) dedicato a Il Madagascar a Roma con attività didattiche, ludiche e di laboratorio sugli animali del Madagascar ed escursione al Bioparco a cura della Cooperativa Myosotis 
18.00 (Sala della Balena) Inaugurazione della mostra fotografica Immagini dal pianeta Terra: un pellegrinaggio
estetico attraverso la natura dei cinque continenti di Simone Sbaraglia (22 giugno - 1 settembre 2013)
18.30 (Sala Conferenze)
S. Sbaraglia Viaggio in Madagascar (proiezione di immagini) 
sabato 22 giugno 2013 
9.00 - 10.00 (Sala Conferenze) Registrazione 
10.00 - 10.30 (Sala Conferenze) Saluti istituzionali
(Roma Capitale, Museo Civico di Zoologia, Museo Regionale di Scienze Naturali, Associazione
Tetezana Onlus) 
10.30 - 10.45
G. Bologna (WWF Italia) Il WWF e il Madagascar: una storia d’amore per la natura. 
10.45-11.30
Open Lecture
L. Mosca (Università di Napoli) -
Ambatovy Nickel Project e QIT Madagascar Minerals: sfruttamento delle risorse minerarie o opportunità di sviluppo per il Madagascar?
NATURA IN MADAGASCAR
11.30 - 12.00
S. Gippoliti (Associazione Teriologica Italiana e IUCN SSC Primate Specialist Group) - Diversità tassonomica e conservazione dei lemuri del Madagascar 
12.00 - 12.30
 F. Andreone (Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino) - Tante (g)rane in Madagascar!
12.30 - 13.00
 V. Torti, M. Gamba, C. Giacoma (Università di Torino) - Cooperazione,formazione superiore e ricerca per tutelare la biodiversità del Madagascar
13.00 - 14.00
Pranzo 
14.00 - 14.30
E. Palagi (Museo di Storia Naturale, Università di Pisa e Istituto di Scienze e Tecnologie della
Cognizione, CNR, Roma) - Gestione dei conflitti nei lemuri: questione di (in)tolleranza 
14.30 - 15.00
A. Ballerio (World Biodiversity Association) - Scarabei del Madagascar: un entomologo e l’Isola Rossa 
15.00 - 15.30: L. Merzagora, C. Giusti (Progettiste de Lo Spettacolo della natura al Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino) - Raccontare la foresta del Madagascar al Museo Regionale di Scienze Naturali 
CULTURA IN MADAGASCAR
15.30 - 16.00
A. Pedrazzini (Architetto libero professionista) - Cronache dal Madagascar: l’architettura tradizionale dell’Isola Rossa 
16.00 - 16.30
R. Bononi (Istituto Ricerca e Formazione nelle Scienze Sociali, Padova) - Vivere e morire in Madagascar: la percezione della morte e la cerimonia del “famadihana” 
16.30 - 17.00
Coffee break
ASSOCIAZIONI E VOLONTARIATO
17.00 - 17.30
C. Sonego (Tetezana Onlus), L. Mannocci (Volontari Italiani per il Madagascar) - L’associazionismo italiano per il Madagascar: quale ruolo per l’uomo e l’ambiente? 
17.30 - 18.30
Dibattito - Uomo e natura in Madagascar. Moderatore: F. Andreone 
SERATA MADAGASCAR
19.00 - 20.00 (Sala Conferenze)
Proiezione del film Angano…angano... Nouvelles de Madagascar
20.00 - 21.00 (Sala della Balena)
Sakafo malagasy - Degustazione di piatti tipici del Madagascar, a cura della comunità malgascia 
21.00 - 24.00 (Sala della Balena)
Mozika - Olga del Madagascar presenta l’album Bois de rose contro la deforestazione in Madagascar.
Gruppo Kamema. Paesaggi sonori: un percorso tra ritmi, danze e canti del Madagascar.
Informazioni e prenotazioni per le attività del giorno 21: Cooperativa Myosotis. Tel. 06.97840700
La partecipazione alle conferenze e alle proiezioni del 21 e del 22 è libera fino ad esaurimento dei posti
Per la cena e il concerto è raccomandata la prenotazione Tel. 06.67109270 338.2890576
La degustazione di piatti tipici del Madagascar e il concerto sono a sottoscrizione libera. Il ricavato, nel rispetto dei principi della Convenzione Internazionale dei Diritti dei Bambini, sarà devoluto per garantire l’accesso all’istruzione dei bambini malgasci

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Madagascar: viaggi fai da te nella paradisiaca isola africana patria dei lemuri

Il Madagascar è una meta perfetta anche per i viaggi fai da te, oltre che per le vacanze di puro relax: per scoprire questa terra magica ed affascinante, oltre a rilassarsi sulle spiagge bianche incorniciate dalle palme, e fare il bagno nelle acque turchesi che circondano l’isola, i più avventurosi possono partire per un emozionante viaggio on the road che, con le giuste dritte, si può organizzare già da casa propria. Questo permette, oltre ovviamente a risparmiare, di iniziare il viaggio molto prima di partire, documentandosi sulle meraviglie naturali e culturali del Madagascar, in modo da essere preparati quando si potranno vedere da vicino le bellezze che quest’isola regala. Partiamo dal periodo migliore per viaggiare: sicuramente la stagione da aprile ad ottobre, ossia l’inverno australe, è la più indicata per partire, dato che da novembre a marzo, durante la stagione estiva, gli uragani investono l’isola; tenete presente che all’interno i cambiamenti climatici possono essere molto forti e repentini, quindi dovete essere attrezzati con zaini che possano contenere k-way, pile felpe e magliette di ricambio.

Per viaggiare on the road in Madagascar, solitamente i turisti tendono a noleggiare un’auto con autista: questo può essere molto utile perchè vi permetterà di ammirare gli affascinanti paesaggi che l’isola regala senza dover essere concentrati alla guida, dato che le indicazioni stradali sono molto rare e inoltre bisogna stare sempre molto attenti a persone, buche, mandrie di animali e bambini piccoli che affollano le strade; meglio godersi il viaggio affidandosi ad un guidatore del luogo, che potrà anche farvi da guida turistica ed aiutarvi in molte circostanze. Da tenere a mente anche l’uso della lingua: dopo secoli di dominio francese, la lingua parlata più comunemente da tutti gli abitanti è proprio questa, e praticamente ogni cosa è scritta in francese, dai (pochi) cartelli stradali, alle insegne e alle indicazioni di vario genere, fino ai menù dei ristoranti. Per chi non parla francese le possibilità di comunicare sono davvero scarse, perchè l’inglese è parlato pochissimo, e l’importanza di avere un autista che faccia anche da interprete in questo caso è ancora maggiore; se siete fortunati, troverete qualche abitante del luogo che parla italiano, poichè anche lo studio della nostra lingua si sta espandendo sull’isola grazie al turismo sempre crescente che proviene dal nostro paese. Ma veniamo finalmente alle attrattive turistiche del paese: arrivando in aereo nella capitale Antananarivo (Tana), non vi potete perdere l’occasione di dedicare almeno un paio di giorni alla visita della città. Il Mercato di Zoma è una delle sue attrattive principali, in cui le bancarelle sono raggruppate in base alla merce che vendono: qui potrete trovare i migliori prodotti dell’artigianato locale, ma non potete nemmeno perdere l’occasione di vedere gli artigiani stessi al lavoro; nel Mercato di Andravoahangy, nel nord-est della città, potrete ammirare artigiani, falegnami, scalpellini e ricamatrici al lavoro. Tornando al Mercato di Zoma, nei sobborghi vicini troverete moltissime bancarelle che vendono cibi di ogni tipo, dai gelati agli yogurt, dalla carne ai fritti, e così potrete anche provare la cucina locale. A Tana inoltre, non perdete il Parc Botanique et Zoologique de Tsimbazaza, nel quale vivono diverse specie di lemuri, l’airone bianco, coccodrilli e tartarughe del Madagascar.

Percorrendo in macchina la RN7, la strada nazionale che attraversa il paese, da Antananarivo si arriva ad Andasibe, in cui si trova il Parco Naturale del Perinet, dove si possono ammirare famiglie di Indri che comunicano con il loro caratteristico richiamo, e molte specie di lemuri, che se ne stanno accoccolati sugli alberi: addentrandosi nella foresta vergine, aiutati ovviamente da una guida, ci si può immergere in una straordinaria natura incontaminata. A questo punto, l’itinerario prevede di riprendere la strada per Tana, e seguendo la strada che corre in mezzo agli altipiani si raggiunge Antsirabe, la città dei pousse-pousse, una sorta di portantina su due route trainata da una persona. Da qui si può partire per un’escursione al lago Tritriva, che sembra quasi dipinto di turchese e verde smeraldo per l’intensità dei suoi colori mozzafiato. Da Antsirabe si riparte per Fianarantsoa, città dalla quale si raggiunge il Parco Nazionale di Ranofama, dove una stupenda ed emozionante quanto faticosa escursione vi condurrà nella natura selvaggia alla ricerca dei lemuri. Procedendo ancora verso est si arriva a Manakara, località sull’ Oceano Indiano che catapulta il turista in una dimensione senza spazio nè tempo, dove fare escursioni in piroga o in tipici villaggi dove si vive coltivando la vaniglia, che qui è prodotto nazionale.
A questo punto è consigliabile prenotare, già dall’Italia, un volo interno per raggiungere il nord-ovest del Madagascar, dove vi attende qualche giorno di relax sull’isoletta di Nosy Be, il principale centro turistico di tutto il paese: proprio questa isoletta, insieme alle più piccole Nosy Komba, Nosy Tanikely, Nosy Sakatia, Nosy Mitsio e Nosy Iranja, è frequentata principalmente da chi ama le vacanze di puro relax nei resort che si affacciano sul mare e sulle spiagge bianche adombrate dalle palme. Quindi, dopo la prima parte del viaggio, faticosa anche se appagante, concedetevi qualche giorno di relax sull’isola, dove, se siete instancabili, potrete godere di spettacolari tramonti e di una splendido panorama su tutta Nosy Be dal monte più alto dell’isola, Mont Passot (appena 329 metri), o visitare la Riserva Naturale Integrale di Lokobe; quest’area protegge la vegetazione primaria di Nosy Be, dove vivono lemuri neri, una specie di serpente tipico del Madagascar, boa costrittori e camaleonti. Per l’ultima tappa del viaggio bisogna ritornare sull’isola principale e scendere verso il centro, sempre lungo la costa occidentale: ecco la Riserva Naturale Integrale di Tsingy de Bemaraha, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Qui si trova la Stone Forest, la foresta di pietra più grande del mondo, che per la sua particolarità ed unicità fa parte dei dicei fenomeni geologici superficiali più spettacolari del mondo. Essa è composta da appuntiti pinnacoli di arenaria che, per quanto sembrino inospitali, sono la casa di moltissime specie di animali, tra cui numerosi lemuri. Ma le bellezze naturali della riserva non finiscono qui, anzi “raddoppiano”: infatti essa si divide in due parchi, il Petit Tsingy e il Grand Tsingy; il Petit Tsingy ospita la spettacolare Gola di Manambolo, dove si trovano molte specie di lemuri, foreste vergini e cascate. Essa prende il nome dal fiume Manambolo, nel quale si possono anche fare, tramite le escursioni organizzate, emozionanti gite in canoa.

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Rajoelina, Presidente di Transizione, “espelle” 23 parlamentari, sale la tensione politica

Un gruppo di 23 parlamentari è stato licenziato nei giorni scorsi tramite decreto presidenziale. Questi esponenti del Consiglio superiore della Transizione – l’organo legislativo del paese – avevano preso le distanze dal presidente della transizione Andry Rajoelina e dal suo partito, il Tgv, in vista delle elezioni presidenziali, inizialmente previste per il 24 luglio e rimandate.
Secondo il presidente del Consiglio superiore della transizione, Rasolosoa Dolin, la revoca non è stata decisa dall’istituzione ma dallo stesso partito di appartenenza dei legislatori, per mancato rispetto della disciplina interna al partito.
Quest’ultimo episodio non fa altro che accrescere le tensioni già alle stelle in vista del voto. I 23 parlamentari licenziati hanno annunciato che non intendono lasciare l’emiciclo e hanno costituito un’“unità di crisi”.
Fonte ATLAS
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Vacanze alternative: cinquanta giovani partono missionari

Sono una cinquantina da tutta la diocesi di Modena, in larga misura ragazzi poco più che ventenni, che partiranno per un'esperienza missionaria, durante i due mesi estivi. I Paesi in cui andranno sono dieci; Albania, Benin, Colombia, Ecuador, Etiopia, Madagascar, Paraguay, Sri Lanka, Tanzania e Kenya.
Per dare loro un saluto speciale, una preghiera di augurio, si è tenuta, nella chiesa di Baggiovara, una messa con il vescovo mons. Antonio Lanfranchi. In questa occasione il vescovo ha consegnato ai futuri missionari una croce in segno di mandato ufficiale. «Credo che sia davvero bello e consolante vedere dei giovani che spendono bene le loro vacanze arricchendosi - ha commentato mons. Lanfranchi - Alcuni si arricchiscono lavorando, altri, come in questa occasione, andando nei Paesi del mondo per condividere la fede, condividere un'esperienza umana nel segno della comunione, dello scambio di doni, della formazione umana, dell'annuncio reciproco. Questo indubbiamente è un bel segno perché porta a uscire da sè e ad affrontare tante difficoltà e, allo stesso tempo, ne torneranno arricchiti e arricchiranno le nostre comunità».
I ragazzi partono per un periodo di circa tre settimane ciascuno, dopo un percorso di formazione iniziato a gennaio da un’equipe di persone coordinate dal Centro Missionario Diocesano. Una formazione legata soprattutto a un modo di comportamento, all'educazione sulle dinamiche Nord - Sud del mondo. «Le cose pratiche le vedono in loco, anche perché ognuno sa mettere in gioco le risorse che ha - spiega Francesco Panigadi - È un'esperienza di vita, uno scambio; quello che abbiamo notato in questi anni è che i giovani, mettendosi a confronto con realtà più povere, una volta rientrati scelgono di vivere più sobriamente, proprio perché c'è un ripensamento del denaro, della ricchezza, dei nostri consumi».
Uno dei motivi comuni un po' a tutti i ragazzi, nella scelta di un'esperienza come questa, è il desiderio di conoscere realtà differenti ma anche fare un'esperienza alla scoperta di se stessi, come Irene 18 anni, diretta in Paraguay, che dice di avere fatto questa scelta per un desiderio di dare una svolta alla sua vita «alla ricerca di un cambiamento prima di tutto personale, di crescita interiore e di riscoperta di me stessa. Abbiamo fatto molti incontri dove chi era già partito è tornato raccontando la propria esperienza. Da qui è emerso che di solito si parte pensando di fare qualcosa di concreto, mentre quando si è là si lavora molto su se stessi». Elisa, 27 anni, andrà in Madagascar perché ha «voglia di fare qualcosa di diverso, di incontrare persone e di crescere». C'è anche chi porta avanti un sogno di amicizia come Davide Muratori che andrà in Colombia e racconta: «Ho conosciuto un prete colombiano un anno e mezzo fa con il quale è nata subito una grande amicizia e con il quale c'è stata molta corrispondenza via mail. La mia partenza oltre al fine missionario che sicuramente è presente, è anche un volere tornare a incontrare un amico e portare avanti un'amicizia». Una scelta sicuramente presa con consapevolezza, come Greta, 22 anni, diretta in Paraguay: «Era già da tempo che avevo questa idea, anche perché nella mia parrocchia della Madonnina sono presenti le suore francescane missionarie in Madagascar e Paraguay. Inoltre altri ragazzi avevano già vissuto questa esperienza e me l'avevano raccontata, allora quest'anno ho deciso di andare. Ho voglia di andare a vedere come si in un mondo diverso dal mio».
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La stampa italiana fa schifo



"I senatori e le senatrici M5S smentiscono personalmente e categoricamente ciò che è affermato nell'articolo de La Stampa di Jacopo Iacoboni "I quindici senatori del M5S sull’orlo della scissione". I senatori e le senatrici: Lorenzo Battista, Alessandra Bencini, Rosetta Blundo, Elisa Bulgarelli, Francesco Campanella, Monica Casaletto, Cristina De Pietro, Paola De Pin, Serenella Fucksia, Mario Giarrusso, Barbara Lezzi, Michela Montevecchi, Ivana Simeoni smentiscono personalmente che siano dei "parlamentari decisi ad andar via…". È evidente che la campagna mediatica in atto è tesa a minare le fondamenta del MoVimento al quale si lascia spazio solo per sterili polemiche anziché informare circa il buon lavoro svolto in Parlamento. Si riservano azioni legali nel caso in cui la notizia non verrà smentita direttamente dal quotidiano interessato in quanto i senatori oggetto dell'articolo non hanno rilasciato alcuna dichiarazione in merito." Senatori e senatrici: Lorenzo Battista, Alessandra Bencini, Rosetta Blundo, Elisa Bulgarelli, Francesco Campanella, Monica Casaletto, Cristina De Pietro, Paola De Pin, Serenella Fucksia, Mario Giarrusso, Barbara Lezzi, Michela Montevecchi, Ivana Simeoni

L’articolo incriminato

I quindici senatori del M5S sull’orlo della scissione


Ecco chi sono. Usciranno da epurati con Gambaro o no? Il Pd manda segnali. E Sonia Alfano tesse la tela Adele Gambaro a un passo dall’espulsione è questione che ormai va oltre lei e il Movimento cinque stelle. Proviamo allora a fotografarla, incrociando ogni elemento possibile. Compreso il contesto. 

Ieri Pier Luigi Bersani, rispondendo in un’intervista al Corriere a una domanda sullo «smottamento in corso tra i grillini», ha detto: «Io sostengo Letta, persona intelligente, capace, leale. Ma Berlusconi non pensi di avere in mano le chiavi del futuro. Ci pensi bene. Stavolta staccare la spina al governo non comporta automaticamente andare a votare». E in mattinata l’ex candidato del Pd alla Regione Lombardia, Umberto Ambrosoli, ha twittato, in modo persino più inconsueto per un impolitico: «La mossa di Bersani (predisposizione maggioranza Csx + parte M5s) è buona risposta a chi dice “O Gov approva xyz o stacchiamo la spina”». Come se quella di Bersani fosse una vera e propria «mossa», la «predisposizione» di una maggioranza alternativa a quella Pd-Pdl. 

Potrà apparire bizzarro, ma è esattamente ciò che denunciano i parlamentari del M5s più vicini a Grillo (che tra l’altro martedì faranno un sit in a Roma): sostengono che è in corso un’operazione politica forte, «molto più al Senato che alla Camera perché è lì che servono i voti». Tra l’altro al Senato gli ultraquarantenni sono più sensibili al richiamo del tengo famiglia, mi piglio tutto lo stipendio e mi sistemo. I giovani reggono meglio. Di certo l’uscita di un gruppo di eletti - stavolta davvero, mai come oggi - è vicina. Chi la fronteggia la chiama una «scissione», cercata e voluta con un piano a freddo. Gli altri la chiamano «epurazione». Come che sia, è possibile quantificare questo gruppo che uscirà? Perché che esca pare probabile; la domanda è un’altra: l’uscita avverrà con un’espulsione, o perché i dissidenti se ne vanno? La partita è qui. 
Ancora ieri sera un ordine del giorno dell’assemblea dei senatori per mettere ai voti l’espulsione della Gambaro non c’era; e molti - anche tra quelli che non la pensano affatto come lei - lavoravano per scongiurare questa ipotesi, per la quale invece spingono Crimi e Morra (ipotesi - notare - che sembra paradossalmente gradita agli epurandi). Nel frattempo però è possibile dire quanti siano, e chi, i parlamentari decisi (o costretti, o ben disposti) ad andar via. Al Senato sarebbero quindici, o pochi di più. Si tratta degli emiliani, tre dei quali vicini a Favia. Oltre alla Gambaro c’è l’altra bolognese, Elisa Bulgarelli, che lavorò a lungo con Favia (e anzi, lo rimproverò quando, eletto in Regione, se ne uscì sostenendo che a lui le attiviste stiravano le camicie). Poi Michela Montevecchi, che è stata la capolista in Emilia Romagna (neoletta diceva «io mi aspetto una presa di responsabilità per fare in modo che il governo duri il più a lungo possibile»). Ivana Simeoni, laziale, e Paola De Pin, veneta, sono molto orientate a uscire. Serenella Fucksia, marchigiana, si è battuta molto per la Gambaro e potrebbe seguirla se fosse cacciata. Rosetta Blundo, abruzzese, ci sta pensando, ma non è detto. Cristina De Pietro, ligure, è una che oscilla assai. I siciliani Francesco Campanella e Giarrusso hanno conquistato fin dall’inizio una certa ribalta nel ruolo: sarebbe una sorpresa se restassero. Altri, come Monica Casaletto (lombarda), Alessandra Bencini, o la pugliese Barbara Lezzi, hanno difeso la Gambaro; se ne andranno se lei viene espulsa. 

Non oscilla Lorenzo Battista, il senatore triestino. I friulani - alla Camera anche Walter Rizzetto e Aris Prodani - sono un’enclave che chiama «partito» il Movimento, ha un direttivo, mantiene un’associazione pagata; cose inaudite, nello spirito dei fondatori. Hanno sempre chiesto uno statuto, e alcuni ieri hanno quasi finito di scriverne uno. Alla Camera i numeri non contano, il Pd la maggioranza lì ce l’ha. Gli emiliani del M5S sono sette, anche se non tutti già sicuri. Giulia Sarti, per dire, è un po’ a metà del guado. E è un ago della bilancia. Ci sono Currò e Zaccagnini. 

Grillo e Casaleggio sanno che un’espulsione è un orrore e li fa perdere comunque. «Ma un logoramento con un dissidente ogni due settimane è peggio». Grillo a ritirare il simbolo non ci ha mai pensato, risulta qui. Semmai a volte pensa davvero: sapete che c’è? me ne vado e andiamo tutti a casa. 

Forse può essere interessante notare che, se l’operazione politica giova al Pd, non è il Pd che materialmente ci lavora; Civati assolutamente no, e neanche Sel. Sapete chi entra in gioco? Ingroia e poi l’area De Magistris. Segnalano una Sonia Alfano assai attiva. 
Fonte: La stampa JACOPO IACOBONI
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Cosa sono Google Glass

Da ormai molti mesi si vocifera riguardo i Google Glasses, cosa sono?

Cos’è il Project Glass

Il Project Glass è l’ultimo progetto del colosso di Mountain View, Google, un paio di occhiali che permetterà a chi li indossa di avere avanti ai propri occhi, con una proiezione sulla retina, una realtà più completa rispetto tutti gli altri esseri viventi grazie alla realtà aumentata.

Che cos’è la realtà aumentata?

Per realtà aumentata si intende la percezione sensoriale umana arricchita da informazioni, di solito manipolate attraverso la tecnologia elettronica, che non sono normalmente percepibili attraverso i soli cinque sensi.

Cosa sono i Google Glass


Il Google Glass, secondo i più fondati rumors diffusi da Google stesso e da chi i Google Glasses li ha testati o visti in anticipo alla convention annuale Google I/O, renderà possibile visionare, quando il progetto sarà finito e non ora che è ancora un prototipo, informazioni riguardanti le nostre amicizie sui vari social network, riguardo la realtà che ci circonda come previsioni meteo eventuali informazioni su mezzi pubblici o traffico, indicazioni stradali grazie ai servizi google maps, e tante altre informazioni.


Sergey Brin, fondatore di Google, che indossa un prototipo di Google Glass
Sarà inoltre possibile leggere i messaggi che riceviamo sul nostro smartphone o come instant messaging ed effettuare chiamate e video chiamate con semplici comandi vocali, gli occhiali Google potranno infatti interagire con i dispositivi vicini tramite il bluetooth.
Fino a pochissimo tempo fa tutto questo era solo pura fantascienza ma a breve sarà possibile vivere la propria vita avendo ogni informazione necessaria per poter vivere e godere ogni istante a pieno.

Cosa si prova a indossarli

Piuttosto che descrivere l’esperienza, vi mostriamo questo video pubblicitario prodotto da Google per descrivere cosa si prova a indossare e usare i Google Glass. Per altri video sui Google Glass vai a questa pagina.

Rivoluzione Google Glass: gli occhiali hi-tech entrano in sala operatoria


 Dei Google Glass se ne parla da mesi, sia in termini di funzionalità che di privacy, ancora prima che approdino sul mercato. E dagli Stati Uniti arriva una notizia di un altro possibile impiego: un medico ha indossato gli occhiali a realtà aumentata in una sala operatoria per un intervento di chirurgia allo stomaco e ha documentato il tutto in tempo reale sul suo blog. Il medico si chiama Rafael Grossmann e lavora all'Eastern Maine Medical Center. 

«Ho preso ogni precauzione per assicurare che la privacy del paziente, da cui ho ottenuto un consenso informato, fosse tutelata», spiega Grossman sul suo blog - in un post intitolato "Glass, passami il bisturi" - specificando che lo streaming di video e foto non hanno mai mostrato dati identificativi nè il volto del paziente.

«Volevo dimostrare - aggiunge il medico - che questo è uno strumento intuitivo con grandi potenzialità per la salute, in modo particolare per la chirurgia. Potrebbe migliorare le consultazioni all'interno di una equipe, favorire il parere di esperti dall'esterno, ma anche rivelarsi un utile strumento didattico». 

Grossmann ha indossato i Glass per tutta la durata dell'intervento e le immagini che i suoi occhiali carpivano erano proiettate sul display di un iPad. Oltre al suo blog, il medico ha documentato l'operazione in tempo reale grazie ad un "hangout" su Google, la funzione che permette le conversazioni di gruppo. «Credo sia la prima volta che i Glass entrino in una sala operatoria - conclude Grossmann - siamo riusciti a mostrare anche la tecnica endoscopica in modo veloce, economico e mantenendo anonima l'identità del paziente».
Fonte: Il messaggero



martedì 18 giugno 2013

Treccine e gancio. Anita, avvocato e professionista della boxe italiana

Nata in Madagascar da mamma del luogo e papà italiano Anita Torti, avvocato e pugile, si sta facendo onore negli ultimi anni sui ring di tutto il mondo. E' una delle tre donne professioniste della boxe italiana pesi leggeri. Del paese d'origine della mamma ricorda il profumo dello zenzero e della frutta, a Milano ha appreso l'arte del combattimento. 

Anita Torti, avvocato civilista con studio in via Francesco Sforza, 36 anni, è una delle tre donne professioniste della boxe italiana categoria leggeri. Un mese fa, in Belgio, ha combattuto per il titolo mondiale Wibf perdendo ai punti contro la belga Delfin Persoon. «Poco male, mi sto già preparando al prossimo assalto al titolo».

 Siamo all’interno di un cortile dietro viale Toscana dove ha sede la MMA Atletica Boxe palestra per chi la boxe è una cosa seria. Garcia Amadori, maestro di pugilato, da tre anni e mezzo allenatore e mentore dell’avvocato Torti. «L’ho preparata a combattere come un uomo», è la presentazione di Amadori. «In media le donne boxeur hanno uno stile approssimativo, Anita invece ha appreso la tecnica maschile e in allenamento i suoi sparring partner sono esclusivamente uomini».
Lei si allena tutti i giorni: «Una vita d’inferno, al mattino tra il tribunale e lo studio, pausa pranzo allenamento, di nuovo in studio, alla sera ancora palestra».

La prima volta che ha indossato i guantoni è stato a New York nel 2009: «Mi ero trasferita negli Stati Uniti perché avevo intenzione di esercitare la professione lì. Per caso ho iniziato a frequentare la palestra Gleasons a Brooklyn. Mi sono appassionata immediatamente e, grazie al mio passato nella savate (la boxe francese, ndr ) in poco tempo ho raggiunto un buon livello come pugile». Decisa a diventare professionista, l’avvocato Torti ha iniziato a combattere sotto la bandiera del Kosovo: «In Italia, per ottenere la licenza devi disputare una serie di match. Io non avevo incontri alle spalle, così mi sono tesserata per la federazione kosovara. Per loro ho sostenuto tre match per il titolo mondiale». Ad oggi, questo il suo curriculum: 8 match dei quali 6 vinti per ko. «Sono una picchiatrice, dicono che ho il pugno pesante. Amo tirare di jab , ma il mio colpo migliore è l’ over hook , il gancio. Diciamo che nella vita di tutti i giorni so difendermi, ma sono una donna pacifica».

Anita Torti è civilista: «Ho esercitato anche nel penale ma non avevo il giusto distacco per fare la difesa. Il più delle volte avrei mandato in galera i miei clienti. Ora mi occupo di diritto di Famiglia, il mio futuro è questo, la boxe rimane una passione». Single («Non ho tempo per un uomo»), spirito gaudente («Amo la vita notturna»), buona lettrice («Adoro la Fallaci»), l’aspirante campionessa del mondo tra un pugno e l’altro si preoccupa dell’estetica («Ho lavorato molto sulla difesa, so coprirmi bene il volto»), e delle sue treccine rasta: «Ho i capelli ricci ed è un omaggio alla terra di mia mamma, il Madagascar». A proposito, che dicono in famiglia della sua passione per la boxe? «Che combattevo l’ho tenuto nascosto a lungo, anche per non fare spaventare la mamma. L’ha scoperto quando un giornale pavese ha scritto di me»


Anita Torti affronterà il 13 Luglio a Berlino  la fortissima  plurititolata WBO, WIBF, WBF  Ramona Kuehne per il Titolo WBO. Un match attesissimo.


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Avventura in Madagascar: coccodrilli, serpenti e il viale dei Baobab al tramonto.

Ripartono Pinuccio e Doni, coppia di centauri sponsorizzati GIVI, amanti dei viaggi perigliosi su due ruote. Dopo il tour in Mongolia hanno deciso di cimentarsi con le strade sterrate dell'ottavo continente. Partenza: 25 giugno da Milano. www.givi.it

Pinuccio Gammino, 54 anni, e Doni Chiesa, 53, due pasticceri di Baggio (Milano), sono conosciuti su Internet per i blog sui quali documentano i loro viaggi mozzafiato. Quest'anno hanno scelto il Madagascar. La partenza è prevista per il 25 giugno in aereo da Milano Linate, arrivo alla capitale Antananarivo dove hanno già prenotato una Honda Transalp 600. GIVI li accompagna in questa avventura con alcuni suoi prodotti: la borsa da serbatoio linea Easy EA102, 2 marsupi linea Easy EA108, proiettori alogeni supplementari S310 e altri piccoli utili accessori come una borsa impermeabile interna T471S per il computer portatile, i lucchetti e le cinghie di fissaggio. “Abbiamo utilizzato gli accessori GIVI anche nel precedente viaggio in Asia: hanno dato ottime prestazioni. Soprattutto le borse morbide hanno retto bene l'acqua pur avendo preso pioggia in Siberia per tutta la strada del ritorno” – dichiara Pinuccio.


Pinuccio e Doni saliranno in sella il 26 giugno e ci rimarranno fino al 14 agosto per 50 giorni. Antananarivo è al centro del Madagascar ed è il punto focale di ogni percorso. Pinuccio e Doni si dirigeranno prima a nord fino a Antsiranana (nota anche come Diego Suarez), per poi scendere lungo la costa est che si affaccia sull'Oceano Indiano. Tornando indietro faranno tappa all'isola di Nosy Be per dedicarsi a quattro giorni di immersioni subacquee. Ripartiranno dalla capitale in direzione della costa ovest. Lungo il percorso è in programma la discesa del fiume Tsiribihina e una sosta al villaggio di Salary, località della costa dove ci sono gli ultimi pescatori nomadi del mare: “Escono a vela e passano le notti sulle spiagge utilizzando la vela come tenda” – spiega Pinuccio. Altre soste imperdibili sono il viale dei Baobab al tramonto a Morondava sul canale di Mozambico; le rocce rosse di Bemaraha e la punta estrema di Fort-Dauphin a sud. Nel rientro verso la capitale non tralasceranno la visita al Parco Nazionale dell'Isalo.
La coppia ha deciso di noleggiare una Honda Transalp 600 proprio identica a quella che hanno dovuto lasciare a casa perché: “Ci ha sempre servito bene e dato che non ha elettronica, è facilmente riparabile” – dice Pinuccio, che prosegue raccontando quali sono le difficoltà che pensano di trovare durante il viaggio: “Il Madagascar ha solo il 10% di strade asfaltate, noi affronteremo lo sterrato come una sfida, anche se la pioggia ci preoccupa un po' perché trasforma la strada in una fanghiglia viscida. Inoltre imbarcheremo la moto su piroghe e carri trainati dagli zebù per scendere lo Tsibiringa. Contrariamente al nostro solito cercheremo di fare a meno della tenda, anche se farà parte del nostro bagaglio: ce l'hanno sconsigliata a causa dei coccodrilli e dei serpenti, opteremo per le capanne e conteremo sull'ospitalità dei locali”.

Pinuccio e Doni erano già stati in Madagascar nel 1995 con un viaggio organizzato. Erano rimasti affascinati dalla gentilezza e generosità della popolazione locale e dalla biodiversità di quello che i biogeografi chiamano l'ottavo continente. “Doni era così attratta dalle differenze etniche che caratterizzano le diverse tribù nei modi di vestire e di vivere, che da tempo voleva tornarci – spiega Pinuccio. – Io ero restio, finché lei non ha trovato la carta vincente per persuadermi: «Perché non ci andiamo in moto?» mi ha chiesto. Così mi sono lasciato trasportare dall'idea di affrontare strade difficili e di arrivare nei luoghi a cui ha accesso solo una moto”.

Le avventure di Pinuccio e Doni si possono seguire in diretta sul blog http://madagascarpinuccioedoni.blogspot.it e sul loro sito
www.pinuccioedoni.it.
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Manager lascia tutto per giro del mondo in bici

Parte dalla Sardegna l'impresa di un anno di Stefano Cucca

Dalla scrivania, con i budget   delle aziende sempre davanti agli occhi, alla sella di una bici per ammirare panorami e sentire storie da tutto il mondo. Stefano Cucca, 34 anni, consulente strategico e docente di management, l'8 giugno da Sorso, su cittadina d'origine in provincia di Sassari, darà inizio all'avventura Rumundu: 300 tappe, 30.000 chilometri e 9 milioni di pedalate passando per l'Europa, l'America, l'Asia, l'Africa. Lascia tutto per realizzare il suo progetto: pedalare dalla Sardegna al resto del mondo alla ricerca di storie di vita sostenibili. Il via lo darà simbolicamente il suono della tromba del jazzista Paolo Fresu. Per Cucca un anno intero per attraversare il pianeta e rientrare: dalla Sardegna a tutto lo stivale per raggiungere il nord Europa e l'Islanda. E poi arrivare in Canada, Stati Uniti, Giappone, Cina, Isole del Pacifico, Nuova Zelanda, Australia, Madagascar e Sud Africa, per fare infine ritorno in Italia passando dalle porte dell'Oriente.
"Non sto scappando - ha spiegato questa mattina in una conferenza stampa - voglio solo vedere se un altro mondo, più sostenibile, è possibile: capire, raccogliendo esperienze e racconti, se è possibile rallentare. Non è necessario fermare la tecnologia e il progresso ma trovare un equilibrio con noi stessi e con tutto quello che ci circonda. Perché nella vita non bisogna mai smettere di sognare". Cucca ha non solo voglia di conoscere, ma anche le gambe per inseguire il suo progetto: in giro per il mondo ha partecipato all'Ironman, la gara più dura di thriatlon che richiede un'ottima preparazione fisica. E, proprio in Australia, tre anni fa, è nata l'idea del giro del mondo. Un incontro con il mondo che potrà essere seguito ogni giorno attraverso internet (www.rumundu.com): l'obiettivo è quello di costituire una vera e propria community sostenibile.
"Il nome del progetto - ha spiegato Cucca - è opera di mia nonna. Un giorno, al rientro da un viaggio, mi chiese con la sua novantenne serenità 'ma tu sei sempri in giru pa' ru mundu?'. E da quel giorno Rumundu è stato". Sabato la partenza: si comincia attraversando Nurra, Meilogu, Planargia, Campidano, Marmilla, Trexenta, Gerrei per poi arrivare a Cagliari. Dal capoluogo si cercherà un passaggio per la Sicilia a bordo di una barca a vela per risalire l'Italia e visitare comunità, eco villaggi, case ecologiche, condomini solidali, cohousing, orti urbani. Sarà solo l'inizio di un lunghissimo viaggio
Fonte ANSA
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Le comunità dei vicariati della montagna si stringono attorno all’impegno missionario di mons. Pietro Ganapini, “patriarca” dell’esperienza evangelizzatrice della diocesi reggiana-guastallese, in Madagascar dal 1961. A Carpineti si è svolto “Al canto per il Madagascar” presso la chiesa di Maria Ausiliatrice, nel luogo in cui Don Pietro ha vissuto e studiato presso il seminario di  Marola e dove rientra per i brevi periodi di cura e ristoro.
Nell’occasione le corali  della collina e dell’Appennino si  sono date appuntamento per dare sfoggio dei loro repertori di musica religiosa e rendere così omaggio al  talento e alla passione musicale del sacerdote nato a Bera di Pantano.
Don Pietro è autore di numerose composizioni di musica sacra in lingua italiana e malgascia ed è stato protagonista di  attività concertistica alla radio-tv di Stato dell’isola africana. Proprio con un suo brano si è conclusa la serata,  interpretato insieme da tutte le corali.
Si sono alternate: la corale “S. Prospero” di Carpineti e Pantano, il coro vicariale “Oltre la Sparavalle” di Cervarezza e Talada, il coro “Mundura” di Montalto e Vezzano e la corale  della Resurrezione di Castelnovo ne’ Monti.
La manifestazione, promossa dall’associazione AMGA (Amis du Père Ganapini) e dal CMD (Centro missionario diocesano), coniuga la riconoscenza per la testimonianza missionaria ultracinquantennale di Don Pietro e una  importante  azione di solidarietà tra chiese sorelle per il sostegno alla costruzione della chiesa di Ifarihy, la parrocchia alla periferia della capitale Antananarivo in cui Don Pietro opera attualmente. Le somme ricavate durante la serata saranno destinate ai  lavori per la nuova Chiesa di Ifarihy.
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