Sono una cinquantina da tutta la diocesi di Modena, in larga
misura ragazzi poco più che ventenni, che partiranno per un'esperienza
missionaria, durante i due mesi estivi. I Paesi in cui andranno sono dieci;
Albania, Benin, Colombia, Ecuador, Etiopia, Madagascar, Paraguay, Sri Lanka,
Tanzania e Kenya.
Per dare loro un saluto speciale, una preghiera di augurio,
si è tenuta, nella chiesa di Baggiovara, una messa con il vescovo mons. Antonio
Lanfranchi. In questa occasione il vescovo ha consegnato ai futuri missionari
una croce in segno di mandato ufficiale. «Credo che sia davvero bello e
consolante vedere dei giovani che spendono bene le loro vacanze arricchendosi -
ha commentato mons. Lanfranchi - Alcuni si arricchiscono lavorando, altri, come
in questa occasione, andando nei Paesi del mondo per condividere la fede,
condividere un'esperienza umana nel segno della comunione, dello scambio di
doni, della formazione umana, dell'annuncio reciproco. Questo indubbiamente è
un bel segno perché porta a uscire da sè e ad affrontare tante difficoltà e,
allo stesso tempo, ne torneranno arricchiti e arricchiranno le nostre
comunità».
I ragazzi partono per un periodo di circa tre settimane
ciascuno, dopo un percorso di formazione iniziato a gennaio da un’equipe di
persone coordinate dal Centro Missionario Diocesano. Una formazione legata
soprattutto a un modo di comportamento, all'educazione sulle dinamiche Nord -
Sud del mondo. «Le cose pratiche le vedono in loco, anche perché ognuno sa
mettere in gioco le risorse che ha - spiega Francesco Panigadi - È
un'esperienza di vita, uno scambio; quello che abbiamo notato in questi anni è
che i giovani, mettendosi a confronto con realtà più povere, una volta
rientrati scelgono di vivere più sobriamente, proprio perché c'è un
ripensamento del denaro, della ricchezza, dei nostri consumi».
Uno dei motivi comuni un po' a tutti i ragazzi, nella scelta
di un'esperienza come questa, è il desiderio di conoscere realtà differenti ma
anche fare un'esperienza alla scoperta di se stessi, come Irene 18 anni,
diretta in Paraguay, che dice di avere fatto questa scelta per un desiderio di
dare una svolta alla sua vita «alla ricerca di un cambiamento prima di tutto
personale, di crescita interiore e di riscoperta di me stessa. Abbiamo fatto
molti incontri dove chi era già partito è tornato raccontando la propria
esperienza. Da qui è emerso che di solito si parte pensando di fare qualcosa di
concreto, mentre quando si è là si lavora molto su se stessi». Elisa, 27 anni,
andrà in Madagascar perché ha «voglia di fare qualcosa di diverso, di
incontrare persone e di crescere». C'è anche chi porta avanti un sogno di
amicizia come Davide Muratori che andrà in Colombia e racconta: «Ho conosciuto
un prete colombiano un anno e mezzo fa con il quale è nata subito una grande
amicizia e con il quale c'è stata molta corrispondenza via mail. La mia
partenza oltre al fine missionario che sicuramente è presente, è anche un
volere tornare a incontrare un amico e portare avanti un'amicizia». Una scelta
sicuramente presa con consapevolezza, come Greta, 22 anni, diretta in Paraguay:
«Era già da tempo che avevo questa idea, anche perché nella mia parrocchia
della Madonnina sono presenti le suore francescane missionarie in Madagascar e
Paraguay. Inoltre altri ragazzi avevano già vissuto questa esperienza e me
l'avevano raccontata, allora quest'anno ho deciso di andare. Ho voglia di
andare a vedere come si in un mondo diverso dal mio».
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