lunedì 1 luglio 2013

Madagascar: viaggi fai da te nella paradisiaca isola africana patria dei lemuri

Il Madagascar è una meta perfetta anche per i viaggi fai da te, oltre che per le vacanze di puro relax: per scoprire questa terra magica ed affascinante, oltre a rilassarsi sulle spiagge bianche incorniciate dalle palme, e fare il bagno nelle acque turchesi che circondano l’isola, i più avventurosi possono partire per un emozionante viaggio on the road che, con le giuste dritte, si può organizzare già da casa propria. Questo permette, oltre ovviamente a risparmiare, di iniziare il viaggio molto prima di partire, documentandosi sulle meraviglie naturali e culturali del Madagascar, in modo da essere preparati quando si potranno vedere da vicino le bellezze che quest’isola regala. Partiamo dal periodo migliore per viaggiare: sicuramente la stagione da aprile ad ottobre, ossia l’inverno australe, è la più indicata per partire, dato che da novembre a marzo, durante la stagione estiva, gli uragani investono l’isola; tenete presente che all’interno i cambiamenti climatici possono essere molto forti e repentini, quindi dovete essere attrezzati con zaini che possano contenere k-way, pile felpe e magliette di ricambio.

Per viaggiare on the road in Madagascar, solitamente i turisti tendono a noleggiare un’auto con autista: questo può essere molto utile perchè vi permetterà di ammirare gli affascinanti paesaggi che l’isola regala senza dover essere concentrati alla guida, dato che le indicazioni stradali sono molto rare e inoltre bisogna stare sempre molto attenti a persone, buche, mandrie di animali e bambini piccoli che affollano le strade; meglio godersi il viaggio affidandosi ad un guidatore del luogo, che potrà anche farvi da guida turistica ed aiutarvi in molte circostanze. Da tenere a mente anche l’uso della lingua: dopo secoli di dominio francese, la lingua parlata più comunemente da tutti gli abitanti è proprio questa, e praticamente ogni cosa è scritta in francese, dai (pochi) cartelli stradali, alle insegne e alle indicazioni di vario genere, fino ai menù dei ristoranti. Per chi non parla francese le possibilità di comunicare sono davvero scarse, perchè l’inglese è parlato pochissimo, e l’importanza di avere un autista che faccia anche da interprete in questo caso è ancora maggiore; se siete fortunati, troverete qualche abitante del luogo che parla italiano, poichè anche lo studio della nostra lingua si sta espandendo sull’isola grazie al turismo sempre crescente che proviene dal nostro paese. Ma veniamo finalmente alle attrattive turistiche del paese: arrivando in aereo nella capitale Antananarivo (Tana), non vi potete perdere l’occasione di dedicare almeno un paio di giorni alla visita della città. Il Mercato di Zoma è una delle sue attrattive principali, in cui le bancarelle sono raggruppate in base alla merce che vendono: qui potrete trovare i migliori prodotti dell’artigianato locale, ma non potete nemmeno perdere l’occasione di vedere gli artigiani stessi al lavoro; nel Mercato di Andravoahangy, nel nord-est della città, potrete ammirare artigiani, falegnami, scalpellini e ricamatrici al lavoro. Tornando al Mercato di Zoma, nei sobborghi vicini troverete moltissime bancarelle che vendono cibi di ogni tipo, dai gelati agli yogurt, dalla carne ai fritti, e così potrete anche provare la cucina locale. A Tana inoltre, non perdete il Parc Botanique et Zoologique de Tsimbazaza, nel quale vivono diverse specie di lemuri, l’airone bianco, coccodrilli e tartarughe del Madagascar.

Percorrendo in macchina la RN7, la strada nazionale che attraversa il paese, da Antananarivo si arriva ad Andasibe, in cui si trova il Parco Naturale del Perinet, dove si possono ammirare famiglie di Indri che comunicano con il loro caratteristico richiamo, e molte specie di lemuri, che se ne stanno accoccolati sugli alberi: addentrandosi nella foresta vergine, aiutati ovviamente da una guida, ci si può immergere in una straordinaria natura incontaminata. A questo punto, l’itinerario prevede di riprendere la strada per Tana, e seguendo la strada che corre in mezzo agli altipiani si raggiunge Antsirabe, la città dei pousse-pousse, una sorta di portantina su due route trainata da una persona. Da qui si può partire per un’escursione al lago Tritriva, che sembra quasi dipinto di turchese e verde smeraldo per l’intensità dei suoi colori mozzafiato. Da Antsirabe si riparte per Fianarantsoa, città dalla quale si raggiunge il Parco Nazionale di Ranofama, dove una stupenda ed emozionante quanto faticosa escursione vi condurrà nella natura selvaggia alla ricerca dei lemuri. Procedendo ancora verso est si arriva a Manakara, località sull’ Oceano Indiano che catapulta il turista in una dimensione senza spazio nè tempo, dove fare escursioni in piroga o in tipici villaggi dove si vive coltivando la vaniglia, che qui è prodotto nazionale.
A questo punto è consigliabile prenotare, già dall’Italia, un volo interno per raggiungere il nord-ovest del Madagascar, dove vi attende qualche giorno di relax sull’isoletta di Nosy Be, il principale centro turistico di tutto il paese: proprio questa isoletta, insieme alle più piccole Nosy Komba, Nosy Tanikely, Nosy Sakatia, Nosy Mitsio e Nosy Iranja, è frequentata principalmente da chi ama le vacanze di puro relax nei resort che si affacciano sul mare e sulle spiagge bianche adombrate dalle palme. Quindi, dopo la prima parte del viaggio, faticosa anche se appagante, concedetevi qualche giorno di relax sull’isola, dove, se siete instancabili, potrete godere di spettacolari tramonti e di una splendido panorama su tutta Nosy Be dal monte più alto dell’isola, Mont Passot (appena 329 metri), o visitare la Riserva Naturale Integrale di Lokobe; quest’area protegge la vegetazione primaria di Nosy Be, dove vivono lemuri neri, una specie di serpente tipico del Madagascar, boa costrittori e camaleonti. Per l’ultima tappa del viaggio bisogna ritornare sull’isola principale e scendere verso il centro, sempre lungo la costa occidentale: ecco la Riserva Naturale Integrale di Tsingy de Bemaraha, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Qui si trova la Stone Forest, la foresta di pietra più grande del mondo, che per la sua particolarità ed unicità fa parte dei dicei fenomeni geologici superficiali più spettacolari del mondo. Essa è composta da appuntiti pinnacoli di arenaria che, per quanto sembrino inospitali, sono la casa di moltissime specie di animali, tra cui numerosi lemuri. Ma le bellezze naturali della riserva non finiscono qui, anzi “raddoppiano”: infatti essa si divide in due parchi, il Petit Tsingy e il Grand Tsingy; il Petit Tsingy ospita la spettacolare Gola di Manambolo, dove si trovano molte specie di lemuri, foreste vergini e cascate. Essa prende il nome dal fiume Manambolo, nel quale si possono anche fare, tramite le escursioni organizzate, emozionanti gite in canoa.

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