lunedì 11 novembre 2013

Marie Olga Sohantenaina in arte Olga del Madagascar

Marie Olga Sohantenaina, in arte Olga del Madagascar, è una cantante nata nella città di Andapa, nel Nord-Est del Madagascar.

Abbiamo già parlato di Olga in una intervista in cui ci ha descritto come è la vita di una malgascia in terra italiana e inoltre in seguito alla pubblicazione del suo CD”Bois de rose”  per la salvaguardia dei boschi e la deforestazione del Madagascar.

Olga ha da poco partecipato al Festival di Biella che si è svolto il 18 e 19 ottobre, dove è stata uno dei tre invitati stranieri della rassegna "Una finestra sul mondo", assieme a Nathalia Chesnova e a Fabrian Goroncy. I brani presentati da Olga sono stati due: il primo era "Bomboletta spray" del cantautore palermitano Francesco Vannini, giunto secondo al Festival di Biella del 2012, e "Anilanao tiako", tratto dall'album "Bois de rose". Olga ha così potuto esprimere tutta la sua vocalità esplosiva, sia in italiano che in malgascio, con un ritmo straordinariamente trascinante. In Anilanao ha portato il salegy fra il pubblico italiano, con grande entusiamo degli spettatori.
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Vorremmo fare a Olga qualche domanda, per conoscere le sue emozioni.

Olga, come hai affrontato il pubblico italiano a Biella? 

E' stato fantastico. Tutti mi hanno accolto benissimo, l'organizzazione mi ha fatto dormire a Villa Cernigliaro, un hotel da favola, dove conto di ritornare con la mia famiglia. E' stato davvero bello! Il pubblico del Teatro Villani è stato calorisissimo e molto partecipe per la mia musica! Mi piacciono molto gli italiani: mi viziano un pò come la mia famiglia.

Raccontaci come sei giunta al Festival.

Da quando ho ripreso a cantare, non ho mai smesso di cercare la strada da tutte le parti, leggendo qualsiasi spot pubblicitario, ogni libro musicale e soprattutto surfando sul Web. Anche se sono davvero molto occupata con la famiglia e le mie figlie e mi è sempre difficile trovare il tempo. Dunque, appena posso scrivo i testi delle mie canzoni per parlare con la mia musica. Per il Festival di Biella è stato il presidente dell'Associazione “Anni Verdi” (Giorgio Pezzana), che ringrazio ancora, che mi ha subito accettato. Mi ha chiesto di inviargli il mio album e appena l'ha ricevuto mi ha proposto di essere ospite al 15esimo festival, per interpretare uno dei tre primi cantanti dell'anno precedente.  Ho scelto il brano rock  cantato da Francesco Vannini, "Bomboletta Spray".

Tu parli bene l'italiano, ma cantare un brano rock come "Bomboletta Spray" di Francesco Vannini è stato difficile?
Ti svelo un piccolo segreto: io qualche volta faccio finta di saper parlare bene italiano. Soprattutto quando canto "mangio" le parole, ma non ve ne accorgete mai . La lingua italiana è già difficile, immaginate un pò cantarla a memoria!
Perchè hai cantato Anilanao invece di Bois de rose? 

Perchè volevo cantare nella mia lingua madre. Questa era la regola per la partecipazione al festival. In realtà avrei anche potuto cantare "Tsinjovy ny hoavy", perchè è in malagasy ed è contro la deforestazione. Ma non l'ho fatto perchè è un reggae, che non è, ovviamente, una musica del Madagascar. Invece "Anilanao" è un salegy, la musica della mia terra, il Nord del Madagascar. E poi perchè "Anilanao" fa anche ballare cosi’ mostro come si canta e si balla nel modo tradizionale.


Anilanao è una delle tue più belle canzoni: chi l'ha scritta?

Le parole sono mie, mentre la musica è stata composta da mio fratello R.j di 13-1. 

Raccontaci del tuo impegno contro la deforestazione in Madagascar.

Continuo a combattere e a fare sentire la mia voce perchè il mio paese cambia idea. Per questo mi impegno con tutte le mie forze anche con grande fatica per salvaguardare la natura del mio paese.

Quali sono i tuoi progetti?

Il  primo progetto è di realizzare un nuovo album. Sto lavorando duro per farlo uscire al più presto. Ci saranno molte sorprese. Quello che posso dire è che si tratta di una ricerca delle radici della musica del Madagascar. Vi invito sin d’ora a comprare il mio CD per ascoltare le canzoni. Ma lo distribuirò volentieri e gratuitamente alle scuole del Madagascar. Perchè so quanto i nostri bambini soffrono. Loro non hanno la "paghetta" come i bambini italiani. Se riescono ad avere un pò di "sabeda" è già molto e sono felici. Il terzo progetto, infine, è di tornare a cantare nel mio paese con una tournè (un giorno o l'altro riuscirò a farlo!).

Un tuo messaggio speciale per il Madagascar?

Ho letto alcune settimane fa delle brutte notizie da Nosy Be. Sapete tutti di che cosa parlo. Mi sono profondamente vergognata. Chiedo scusa per quanto è accaduto, non so come è successo e perchè?  Il mio messaggio, per il  Madagascar e per tutti i Malgasci, è di continuare ad essere come siamo sempre stati:  gentili, bravi, sorridenti e ospitali e "moramora" come sempre. Non so che cosa è davvero successo, ma non mi è piaciuto per niente. Chiedo al mio paese di rispettare tutto, la natura e gli esseri umani e di continuare ad essere sempre gli stessi.

Misaotra betsaka ary mandra-pihaona,
Grazie  mille e arrivederci
Olga del Madagascar

Grazie all'appoggio di 18 organizzazioni impegnate sul fronte della conservazione della natura, fra cui WWF Italia, Regione Piemonte, Museo Regionale di Scienze Naturali, Parco Natura Viva, Zoom Torino, Acquario di Genova, Umanitas onlus, Centro Valbio e Madagascar Fauna Group, Olga canta nel suo album il dramma della deforestazione, che riguarda non solo la natura del Madagascar, ma anche il suo popolo. In "Tsinjovy ny hoavy" ci racconta quello che accade ad una foresta e alle famiglie che ci vivono attorno quando non ci sono più alberi. In "Bois de rose" Olga affronta l'argomento con struggenti melanconie e sonorità originali. In Italia il CD è acquistabile direttamente da Olga (olgadelmadagascar@gmail.com), allo ZOOM (Cumiana),  il Tucano Viaggi (Torino), al Parco Natura Viva (Bussolengo) Verona e Acquario di Genova, Reptiland (Riva del Garda). In Madagascar chi è interessato  lo può trovare al Parc de Tsimbazaza, al Centro Valbio, al Parc Zoologique d'Ivoloina, al Parc Mitsinjo e all'Hotel Chalet de Rose, al Cybercafé di Maroantsetra, all'Andapa Hotel Ristorant Vatosoa, al Sambava Hotel Ristorant Iaviloha. Si trova anche online sul sito di Amazon
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Madagascar: polemiche e lunga attesa per i risultati delle presidenziali

Il 25 ottobre scorso in Madagascar si sono tenute le attesissime presidenziali, le prime dopo il golpe del 2009 che ha destituito l'allora Presidente Marc Ravalomanana.  

A oltre una settimana, iniziano appena a filtrare le prime cifre e l'attesa ciò va infiammando il dibattito online. E mentre gli osservatori internazionali ne ribadiscono la  trasparenza, rimane sempre poco chiaro il ruolo dell'esercito.  

@TheEIU_Africa: Non tutti comunque si sentono di condividere le opinioni favorevoli riguardo il voto malgascio, visto che molti cittadini non sono stati in grado di votare per mancata consegna delle schede elettorali, o perché il loro nome non compariva nelle liste.

Ndimby, noto blogger attivo sin dal dopo golpe del 2009, commenta l'operato del CENI-T, struttura responsabile dell'intero processo elettorale: "È vero che le elezioni del 25 ottobre si sono svolte in generale senza problemi, ma il processo elettorale va ben oltre questa data, visto che comprende la pubblicazione dei risultati e le reazioni dei candidati sconfitti. Contrariamente a quanto affermato dai disfunzionali osservatori internazionali, bisognerebbe aspettare la pubblicazione di risultati più corposi, la comparsa di vere costanti nazionali, del consolidamento di scopi ed eventi; prima di affermare che i primi turni si sono svolti bene, bisognerebbe aspettare che gli sconfitti ammettano di aver perso.  

[...] 

Visto lo spoglio delle schede ancora in corso, è troppo presto per parlare di brogli elettorali e lo stesso per cantar vittoria. Il rimanente 90% dei voti da esaminare potrebbe cambiare radicalmente il quadro. Ancora una volta, occorre restare calmi e non rimanere invischiati in proteste contro frodi, né in celebrazioni di vittoria. Detto questo, la lentezza del CENI-T nella pubblicazione dei risultati (a cominciare da quelli geograficamente più vicini al suo quartier generale) destano dei sospetti. Il CENI-T deve riprendersi, o la gente inizierà davvero a chiedersi se gli errori delle liste e le schede elettorali mancanti siano davvero sviste, o invece facciano parte di una strategia che mira a imbastire, qualora necessario, scuse per negare il diritto di voto a coloro che risiedono in determinate zone che quasi sicuramente sarebbero andate contro il candidato, e attuale Presidente, Rajoelina. Solo il tempo potrà stabilire se si è trattato di un insieme di casi isolati, o se tali coincidenze avranno un impatto significativo. Sorge spontaneo chiedersi cosa può essere successo nelle zone rurali, visto che solo nella capitale, con gli attuali mezzi di comunicazione e di trasporto, sono avvenuti tanti errori." 

Il CENI-T si trova al centro di molte critiche soprattutto per l' impossibilità di  pubblicare dati precisi. Poco dopo il voto, il sito web è stato anche colpito da un attacco hacker, come rivela un messaggio su Twitter:  

@tandriamirado: perché i risultati delle elezioni sono stati rimossi dalla pagina ufficiale del comitato elettorale? Firmate la petizione! https://t.co/hIiYEZ2mf4.  

Inoltre, un messaggio ritoccato con Photoshop ironicamente affermava che il CENI-T era occupato a manipolare i voti e che il sito sarebbe tornato funzionante nelle ore successive: 

@CauseImMalagasy: Sulla homepage si legge: "Sito occupato a truccare i voti" Hahaha.  

Barijaona, uno dei primi blogger e geek del Paese, ed esperto di database nel campo della finanza, spiega come trasferire i primi dati ufficiali pubblicati come documento PDF in un foglio di calcolo, e quindi verificare se i numeri forniti abbiano senso o meno. Ha anche preparato un modello statistico per le proiezioni dei risultati definitivi.  


Con i dati forniti il 27 e il 29 ottobre, il blogger sembra essere giunto alla medesima conclusione generale, cioè che i due candidati in testa probabilmente si affronteranno al secondo turno: "I voti ottenuti da due candidati sono piuttosto stabili, e se i risultati finali differissero da questi numeri, sarebbe fantastico ....".  

Due iniziative di crowdsourcing intanto stanno cercando di raccogliere informazioni sulle infrazioni: 

@tandriamirado: Grande iniziativa: mappa crowdsourcing dei dati sulle elezionihttp://andrimaso.madatsara.com e http://zahavato.crowdmap.com.  

Altri netizen mantengono la calma e non si fanno prendere dall'ansia dei risultati: 

@rashaja: Elezioni o no, ad Antananarivo c'è vita notturna, rimaniamo positivi!   
Nel corso della giornata di oggi, lunedi' 4 novembre, sembra comunque imminente l'arrivo di dati ufficiali: 

@vote4africa: Risultati presidenziali, Jean Louis Robinson in testa con il 23.98% (80% dei voti conteggiati):http://ow.ly/qtfda.  

Rimane infine da sottolineare che gli osservatori internazionali hanno definito le elezioni "libere, trasparenti e credibili", mentre la Comunità di Sviluppo dell'Africa Meridionale (SADC) aggiunge che il voto "riflette la volontà del popolo".  
La stampa.it
– Ha superato il 61% l’affluenza al primo turno delle presidenziali: lo indicano i dati diffusi dalla Commissione elettorale, dopo lo spoglio di oltre l’85% delle schede. Favoriti per il ballottaggio Jean-Louis Robinson (23%) e Henry Martial Rajaonarimampianina Rakotoarimanana (15%). La Commissione elettorale nazionale indipendente di transizione (Cenit) si è impegnata a pubblicare i risultati completi provvisori entro l’8 novembre.
Due figure che corrono per procura al posto di Rajoelina e Ravalomanana, quest’ultimo attualmente in esilio in Sudafrica. Si tratta rispettivamente di Hery Martial Rakotoarimanana Rajaonarimampianina, ex ministro della Finanza, e Richard Jean-Louis Robinson del partito Avana, sostenuto dall’ex presidente del quale è stato ministro della Salute.
•          Del resto del gruppo, sono in molti ad essere pronti ad allearsi con uno dei due fronti nel caso in cui si vada al secondo turno elettorale, previsto per il 20 dicembre. Albert Camille Vital, indipendente, ex premier malgascio dal 2009 al 2011, e Roindefo Zafitsimivalo Monja del partito Madagascar per i Malgasci, parteggiano ad esempio per il presidente Rajoelina, mentre Fetison Andrianirina Rakoto e Andriamparany Benjamin Radavidson sono entrambi due ex ministri di Ravalomanana nonché suoi alleati.
•         
•          Chiunque si aggiudicherà la partita dovrà fare i conti con il risanamento economico di un Paese estremamente povero, che dopo la crisi del 2009 ha visto interrotti tutti gli aiuti internazionali da cui dipendeva buon parte del suo sostentamento (quasi la metà del budget nazionale) e in cui, secondo dati della Banca Mondiale, oltre il 92% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno

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Deforestazione ai massimi livelli in Bolivia, Ecuador e Madagascar

·       Segue una testimonianza diretta pubblicata su Facebook


Secondo gli scienziati della Nasa, nel terzo trimestre del 2013 la deforestazione è notevolmente aumentata in Bolivia, Madagascar ed Ecuador.  Tra il 1 luglio e il 30 settembre scorsi, il Quarterly Indicator of Cover Change (Quicc) della Nasa,  che rifornisce i dati del Global Forest Disturbance Alert System (Glof-Das), ha rilevato forti segni di perdita di copertura forestale in questi tre paesi tropicali: in Bolivia il 167% di aumento della deforestazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il 12% in più in Madagascar ed il 38% di aumento in Ecuador.

Al di fuori dei tropici sembrano essere Pakistan, Cina, Usa, Argentina a subire lo stesso trend.

Secondo Christopher Potter, senior research scientist all’Ames Research Center della Nasa, uno degli sviluppatori del Glof-Das, gli hotspot della deforestazione in ogni Paese riguardano: Argentina: grandi aree di disturbo boschi nel nord-est delle province di Salta e Santiago del Estero; Bolivia: grandi aree di disturbo boschi nella regione meridionale di Santa Cruz e Tarija; Ecuador: nuove aree di disturbo foresta nell’Area di Tena nella provincia di Napo; Madagascar: nuove aree di disturbo nel nord-est (Ampijoroana); Cina: nuove aree di disturbo bosco lungo tutta la provincia occidentale dell’Henan; Pakistan: ssteso bosco disturbo nel sud-est dello stato del Sindh.

Colpisce il fatto che fra i tre Paesi più colpiti dall’incremento della deforestazione ci siano anche Bolivia ed Ecuador, i di due Paesi sudamericani con la Costituzione più dichiaratamente ambientalista, ma in America Latina il Glof-Das  ha anche mostrato alti livelli di variazione della copertura forestale nella regione del Chocó in  Colombia.

In Africa la deforestazione avanza in Camerun, Gabon e Repubblica del Congo (Brazzaville).

In Asia, invece, si tagliano ancora molti alberi in Cambogia e in Indonesia a Sumatra , nel Kalimantan e nella Nuova Guinea Occidentale.

Il Glof-Das fa affidamento sul Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (Modis) della Nasa, un sensore che rileva i cambiamenti nella copertura forestale verde rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Secondo Mongbay, «Registra il cambiamento in tutte le foreste ed aree boschive che hanno perso almeno il 40% della loro copertura forestale nel corso dell’anno passato. La variazione stagionale è generalmente mitigata attraverso una baseline trimestrale del prodotto, anche se i cambiamenti in alcune parti del mondo, come le regioni boreali, possono essere influenzati dalla distribuzione della neve e del ghiaccio. Lo strumento può aiutare a evidenziare su base trimestrale le aree in cui la deforestazione e il degrado forestale sta avvenendo, fornendo potenziali indicazioni alle autorità, ai policymakers, alla società civile, alle comunità locali ed agli accademici». Glof-Das è stato sviluppato in partnership  dall’Ames Research Center della Nasa, Cal State Monterey Bay e Mongabay.

Testimonianza diretta pubblicata nei giorni scorsi su Facebook vaky matrangy

Giuseppe La Marca sapete, mi viene una rabbia vedere questi individui arricchirsi sulle spalle dell'intera umanita, sfruttando l'ignoranza dei popolini africani ed asiatici in generale. La loro spavalderia mi fa venir da vomitare. mai e poi mai potrei sottomettermi ai loro ricatti e alla loro arroganza! poveri stronzi! che vergogna. Qui a Masoala siamo alla fine hanno tagliato tutto il tagliabile, hanno arricchito stupidi microcefali e sfruttato le giovani ragazze... vi giuro, mi fanno schifo!
Bois de rose en « vaky matrangy », c’est plus que « vaky bale » !

Depuis plus d’une semaine, des bateaux en provenance de la Chine embarquent directement des tonnes de Bois de Rose, dans les alentours d’Antalaviana, de Sava, de Marofototra dans le côté de la baie d'Antongil du Masoala National Park, sans se cacher. Les jeunes locaux se mobilisent pour, soi-disant, profiter de cette occasion et baptisent le contexte de « vaky matrangy ». Tout cela se passe devant les yeux des touristes, des guides et des propriétaires de Lodge ; une activité censée de rentabiliser la préservation de ressources forestières et marines de la zone, puisqu'on est dans un parc national.

Dans les villages où les pistes en provenance du cœur du parc, l’Etat et le Gouvernement de Madagascar n’existent pratiquement plus. On peut faire tout ce qu’on veut, sans aucun contrôle étatique ou gouvernemental. C’est la liberté originelle totale, témoigne un guide touristique qui vient de rentrer à Maroantsetra, après une semaine de mission à Tampolo, la destination touristique la plus prisée de Masoala.

Pourquoi cette recrudescence de l’exploitation des bois de rose ? Peut-être, parce qu’actuellement, nos dirigeants et nos politiciens ne s’intéressent qu’aux résultats de l’élection et aux jeux d’alliance pour faire face au deuxième tour de l’élection. Donc, le moment est probablement le dernier instant des gouvernements irresponsables dans le pays ; un moment à profiter et surtout à ne pas rater, pour les ennemis de la nation qui se sont construits et se sont grandis, depuis les quatre années de transition. Ils savent pertinemment que le gouvernement qui sera mis en place, à l’issue de cette élection sera forcément plus responsable et plus sensible aux intérêts du plus grand nombre et la gestion de ce pays. On est dans un contexte de vaky matrangy presque dans tous les domaines de service étatique, malheureusement !

Pour ce qui ne sont pas de la zone et qui ont du mal à comprendre cette expression, à l’origine, il s’agit d’un moment après la moisson du riz où on laisse les troupeaux en liberté totale, après avoir été très surveillé lors de la saison précédente. Mais avec l’introduction des deux saisons culturales dans l’année, le concept de vaky matrangy disparait progressivement du paysage cultural mais résiste bien dans les pratiques culturelles. Dans un autre contexte, pour une soirée dansante organisée dans un village, à titre d’exemple, le vaky matrangy correspond à un moment où, les organisateurs de l’événement ne contrôlent plus l’entrée et la sortie de la salle de fête. C’est généralement à partir de quatre heures du matin.

Donc, le contexte politique que nous traversons à Madagascar est le moment de vaky matrangy. L’Etat est tellement faible ou en position de négligence extrême que son existence ne se manifeste plus aux yeux des profiteurs malintentionnés, comme le cas des trafiquants de bois de rose qui agissent en toute liberté et impunément dans la baie d’Antongil, depuis plus d’une semaine. Est-ce, la fin d'une hégémonie ? Comme le début de l'année 2009.
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"Madagascar" A piedi nudi nella foresta

La volta stellata dell'emisfero australe, nella sua incommensurabile bellezza, illuminava le profonde orme nella sabbia che mano a mano mi lasciavo alle spalle lungo la costa.
La brezza oceanica alleviava appena, nonostante fosse tarda notte, il pesante senso di soffocamento e di elevata umidità presenti a quelle latitudini. Era il mese di ottobre, l'inizio dell'estate per l'isola del Madagascar, e la costa orientale dove il mio viaggio aveva inizio era particolarmente rinomata per le sue condizioni climatiche estreme. Avevo raggiunto Antalaha, una fatiscente cittadina che tra un edificio ed un altro lasciava intravedere un passato tipicamente coloniale come la maggior parte degli insediamenti costiero/urbani che si affacciano lungo tutto l’Oceano Indiano. L’unico denominatore che sembra caratterizzare tra loro questi insediamenti è il comune stato di degrado sottolineato dal totale abbandono delle strutture, in continua balia tra eventi naturali e la totale noncuranza di chi oggi, cinquant’anni dopo un’indipendenza tanto cercata, ha deciso di vivere il presente come se niente e nessuno mai avesse raggiunto queste lontane terre. Una città di pescatori caratterizzata dalla presenza lungo tutto il tratto costiero di cantieri navali popolati da abili maestri d’ascia che con la propria abilità tramandata di padre in figlio costruiscono imbarcazioni di grossa stazza destinate alla pesca fuori dalla barriera corallina e quindi costruite solidamente per resistere alle sollecitazioni dell’oceano. Chiaramente quando faccio riferimento al termine cantiere non intendo certo quello che siamo soliti immaginare dalle nostre parti, ma comunque nonostante le limitate condizioni riscontrai con stupore una certa organizzazione e dei risultati di tutto rispetto, segno di una profonda scuola e tradizione. Divenuta negli anni capitale nella produzione della vaniglia, Antalaha , ad oggi si presentava come una profumata e spensierata meta assolutamente fuori dalle già poco frequentate rotte turistiche dell’isola rossa, anche grazie al fatto che le sue acque non risultavano particolarmente rinomate, rispetto ad altre rotte della costa occidentale, in quanto poco limpide e di ancor meno sicura balneazione. Avevo raggiunto questa meta per mezzo di un volo interno organizzato dalla TAM, la compagnia di risposta all’unica presente nell’isola battente bandiera malgascia , collegato con la capitale e una volta arrivato all’aeroporto non ebbi nessuna difficoltà a trovare un mezzo per percorrere la strada che divideva la pista di atterraggio dall’abitato. Ero semplicemente l’unico bianco sceso dall’aereo assieme ad un’altra dozzina di locali e una volta ritirato il bagaglio non feci in tempo a mettere la testa fuori dalla struttura che venni praticamente investito da gli unici cinque autisti privati presenti in quel momento che quasi si strattonarono nell’intento di rivolgermi per primo il saluto. Nel vedermi arrivare attraversarono come spettri gli altri viaggiatori che mi precedevano di qualche passo, come se fossero invisibili o più semplicemente meno interessanti. Chiaramente mi resi conto che in quella circostanza ero un tenero bocconcino di gran lunga più allettante rispetto ad un locale, per farla in breve qualcuno a cui richiedere il doppio o addirittura il triplo di quello che era prassi richiedere per la tratta in questione. Iniziammo le contrattazioni di rito, accompagnate dal crescente gesticolare della combriccola che cercavano di assicurarsi in qualche modo parte del bagaglio che gelosamente e saldamente trattenevo sulle mie spalle. Giunto al di fuori dell’aeroporto con il seguito sempre serrato, scorsi una nuvola di polvere procedere rumorosamente verso di noi. Aveva tutta l’aria di essere il bus locale o perlomeno qualcosa che dovesse avere la medesima funzione. Un furgone vetrato, trasformato probabilmente con l’ausilio di un flessibile, che aveva dato modo di piazzare dei vetri di recupero con al suo interno una serie di sedili di varia natura saldati tra loro come un patcword . Mano a mano che il polverone, sollevato dalla pista in terra battuta dal pesante mezzo, procedeva nella nostra direzione il potere contrattuale aumentava proporzionalmante alla distanza che ci separava, rincarato dal mio sguardo interessato ed al tronco mutismo nel quale mi ero istantaneamente calato. Il rumore dei freni, accompagnati dallo stantuffo idraulico del dispositivo di apertura del vano laterale del bus, furono interrotti dalla squillante voce del tassista “allora va bene …. 10.000 franchi monsieur” prontamente accompagnata dalla sua mano nel prendermi il pesante zaino dalle spalle, mentre con l’altra si aggiustava gli occhiali a specchio modello Rayban di chiara fabbricazione cinese con le stanghette rinforzate da un vistoso schotc ingiallito dalle temperature e rivolgeva un sorriso agli altri rimasti all’asciutto di clienti. La settimana di scuola nella capitale aveva dato i primi frutti e così mi diressi preceduto dall’autista nel piazzale antistante in direzione delle poche vetture presenti.


Caricammo i due zaini nel portellone posteriore e mi accomodai sulle scricchiolanti poltrone della Renault 4 da dove era possibile constatare la fuoriuscita delle molle ormai arrugginite. Osservai l’autista che prontamente allacciava i fili sotto il cruscotto, seguiti dallo screpitio dei fili che al contatto produssero la scintilla e il classico odore di bruciato. E via, lungo la pista contornata da filari interminabili di palme che si ergevano imponenti da un lato e dall’altro della strada in direzione della cittadina . Lungo il tragitto cominciai a scorgere le abitazioni di alcuni pescatori disseminate lungo la strada per favorire la vendita dei prodotti ittici ai veicoli di passaggio. Le costruzioni interamente realizzate in materiale vegetale erano incorniciate da una lussureggiante vegetazione dalla quale svettava in lontananza una linea degradante di un intenso colore blu. Erano poste a poca distanza dall’oceano di cui si udiva il fragore delle onde che frangeva la barriera corallina. Sui lati delle capanne si susseguivano in controluce lunghi filari di splendide e colorate reti da pesca stese al sole intervallate da silouette di figure maschili intente al rammendo. Nelle immediate vicinanze donne e bambini attendevano all’ombra il rallentare dei pochi veicoli in transito facendo sfoggio del pescato giornaliero esposto su di alcuni essiccatoi in bambù al bordo della strada. Via via, che percorrendo la pista dissestata, ci avvicinavamo al centro le capanne lasciavano il passo a costruzioni in muratura con il tetto in metallo e cominciavamo ad addentrarci nell’area adibita a mercato dove era possibile transitare a passo d’uomo tanto era il traffico generato da pedoni , bestiame, cani, bambini ed ogni genere di mercanzia appoggiata ai lati della strada. Saliva un forte odore di spezie e frutta misto ai meno profumati olezzi provenienti dalle macellerie sparse lungo la strada.....
Fonte: natgeoadventure.it
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La tieffe in Madagascar

Ci fa piacere comunicarvi che la scorsa estate abbiamo collaborato con un associazione MIFAGNIMBOGNA" che si occupa di bimbi del Madagascar .

Ci fa piacere comunicarvi che la scorsa estate abbiamo collaborato con un associazione MIFAGNIMBOGNA" che si occupa di bimbi del Madagascar .
Abbiamo mandato un pò di materiale sportivo , oggi l´amico toto che due volte l´anno va in Madagascar a trovare e portare gioia a questi bambini ci scrive :
Cara Tieffe volevo ringraziarti infinitamente per quello che hai fatto per i
"NOSTRI" splendidi ENFANTS.
Volevo precisarti che i completi neri,quelli nuovi purtroppo non li ho potuto
utilizzare per les enfants della nostra associazione perché di taglia molto
piccola,ma tra le tante cose che tu ci hai dato abbiamo utilizzato,per i nostri
macth,le maglie che vedi nelle foto in allegato.
Inoltre di grande aiuto,sono stati i giubbotti e le scarpe ginniche che i
nostri enfants utilizzano nella vita di tutti i giorni i completi neri,quelli nuovi,ho pensato di utilizzarli con la collaborazione di un´altra associazione che opera in Madagascar,ed al mio prossimo ritorno in Mada ti spiegherò come saranno utilizzati.
Il tuo gesto è stato molto apprezzato da tutti i membri dell´associazione,e
credimi è stata una scena incredibile il giorno in cui li hanno indossati.
Hai contribuito a regalare una giornata diversa,piena di armonia e amore a
tutti noi Per qualsiasi info puoi scrivermi a questa mail
Grazie di cuore totò,i membri dell´associazione"MIFAGNIMBOGNA" les enfants de AMBATOBE.
Questo collaborazione vorremmo allargarla a tutti i nostri associati, come?
Semplicemente donando qualcosa da portare ai nostri bimbi in Madagascar , infatti l´amico toto ad aprile partirà di nuovo.
Tutti coloro che volessero donare qualcosa lo possono fare , portando il dono al mickey club , saremo poi noi consegnarlo a toto. Siamo sicuri di una fattiva collaborazione da parte di tutti i nostri genitori.
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Un’anteprima benefica per “Tutto fa Broadway”

 Daniela Carbone e Felice Reggio presentano “Tutto fa Broadway”
 Un viaggio tra il jazz e la canzone per dare una speranza ai bambini meno fortunati del Madagascar

Musica e solidarietà. Sabato 9 novembre alle 21, al Teatro Alfieri, si terrà il grande spettacolo musicale di beneficenza organizzato dall’associazione «Progetto Sarah» per la raccolta fondi destinata a iniziative di solidarietà in Madagascar, per dare una speranza ai bambini meno fortunati. La 3ª edizione del Progetto Sarah è organizzata con il patrocinio del Comune di Asti, con «Farro per Passione», Unione Industriale della Provincia di Asti, Tabacchetti e il Consorzio dell’Asti. Durante la serata il papà di Sarah, Aldo Bergoglio, illustrerà le attività in corso. 
Sul palco dell’Alfieri, un lungo elenco di artisti a sostegno del «Progetto Sarah». Daniela Carbone presenterà cinque brani del suo ultimo album realizzato con il trombettista Felice Reggio, compositore delle musiche. In scaletta ci saranno la «Milonga d’Atunno», brano presentato lo scorso giugno, che vedrà esibirsi i due ballerini campioni nazionali Carol Briola e Alex Pavese, e «Tutto fa Broadway», canzone che dà titolo all’album, uno swing che dà risalto alla splendida voce di Daniela Carbone e alla bravura di Felice Reggio. Daniela Carbone sarà accompagnata dal gruppo Blue Stars diretto dallo stesso Reggio con Loris Tarantino al pianoforte, Giorgio Allara al contrabbasso, Chicco Accornero alla batteria.
Figlia d’arte, Daniela Carbone ha debuttato a 13 anni duettando con il padre Enzo nell’orchestra la Bersagliera di Tonco, esperienza che ha dato inizio alla sua carriera fatta di collaborazioni con artisti internazionali, spettacoli e musical, e i fortunati cd di cover «Controluce» e «Per sempre».

Ora il suo primo album di inediti anticipato da «Milonga d’autunno», brano che «suona astigiano» anche nelle immagini: il video è stato girato in città con regia di Andrea Revelli e i ballerini della scuola New Madi Dance di Asti. Il disco «Tutto fa Broadway» raccoglie dieci brani inediti (a eccezione di due cover) con testi e voce di Daniela Carbone e musica di Felice Reggio. A impreziosire ulteriormente il lavoro, la copertina firmata da Ugo Nespolo. Il cd si potrà acquistare in anteprima durante la serata di sabato prossimo al Teatro Alfieri. Dal 10 novembre sarà poi disponibile su tutti i canali digitali.
Con Daniela Carbone, Felice Reggio e il suo gruppo, alla serata per il Progetto Sarah parteciperanno altri apprezzati artisti astigiani: gli Acoustic Power, band ufficiale del Progetto Sarah, il balletto dei ragazzi della S.G Danza diretto da Marina Randacio, «I canti liberi» diretti da Nuccia Scoglio, la New AT Big Band con la partecipazione straordinaria di Enrico Soave. Presenta Aldo Delaude. 
La stampa.it
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Diario di Viaggio di Tommaso Luvini

Giornata ad Antananarivo
Stamattina quando sono uscito dal mio angusto bungalow ho cercato con lo sguardo il “Rova”, il vecchio palazzo reale dei Merina (tribù che governava la zona nell’era precoloniale) da cui, all’arrivo dei primi missionari e colonizzatori venivano gettati nel dirupo i cristiani.
Questo antico palazzo quadrato con le torri agli angoli, è uno dei pochi monumenti dell’era precoloniale che sono riuscito a vedere, situato in cime alla collina più alto di Tanà domina la capitale affacciandosi dall’alto sul lago di Anosy.
Ecco, questa splendida vista che dovrebbe essere un’antichità dell’isola, è ormai deturpata da ben 7 piloni delle telecomunicazione (di cui ben più alti del Rova).
Poi siamo partiti in auto avventurandoci di nuovo nel caos della capitale, ci siamo fatti per ben 3 o 4 volte il giro della città imbottigliati nel traffico con affianco quei caotici mini-bus che sputano fuori in continuazione persone e fumo terribilmente nero dai tubi di scappamento.
Girando attorno al laghetto di Anosy ho potuto osservare bene anche il parco circostante pieno di persone e famiglie che bivacchiano lì attorniati dai cumuli di immondizia e dai soliti polli e galline che beccano in giro alla ricerca di qualcosa (un po’ come le persone).
Un’altra cosa eccezionale del caos di Tanà è la quantità di bancarelle (a volte vere e proprie in legno ma spesso delle semplici stuoie poggiate a terra) che costeggiano e riempono ogni centimetro sul lato della strada e che anzi, spesso e volentieri, prendono anche parte della strada stessa.
Sembra davvero che ogni angolo della città sia un mercato a cielo aperto ed ogni strada ha più o meno una sua tipologia di oggetti; per esempio c’è la zona di gomme e cerchioni per auto, un altro di cavi e interruttori elettrici o un altro ancora pieno di attrezzi da lavoro (pale, picconi, cazzuole, ecc..).
Visto che gli ingorghi sono frequentissimi, spesso dovuti a qualche taxi scassato che non riesce più ad accendersi in salita e che quindi deve guadagnarsi un po’ di spazio per riuscire ad accendersi in retromarcia, ho avuto il tempo di osservare non solo le bancarelle ma anche le persone e verso l’ora di pranzo, in cui tra il sole e lo smog fa molto caldo, ho visto un sacco di bambini rannicchiati sotto le bancarelle alla ricerca di un filo di ombra mentre mangiano il loro vary (riso).
Per pranzo sono andato da solo all’Hotel-ristorante Sakamanga (un’istituzione per i turisti della città) dove ho mangiato un ottimo buffet con un po’ di tutto; ma la cosa migliore del posto erano le scale e i corridoi, le cui pareti sono praticamente un museo del Madagascar, con vecchi attrezzi da lavoro (non molto diversi da quelli attuali), con gli strumenti musicali tipici di ogni città e ritagli di giornale dell’era precoloniale.
Qui ho anche potuto constatare la scortesia dei vahaza francesi che, a fatica, rispondono ad un semplice saluto.
Nel frattempo abbiamo girato i ministeri per le carte del centro e del mio visto.
Per quest’ultimo è tutto a posto ma il problema ora è al mia residenza nel centro coi bambini perché, visto che hanno già avuto problemi di pedofilia coi cooperanti, hanno storto il naso su questo fatto ed inoltre avendo un visto turistico non potrei risiedere fisso in un luogo.
Ora andremo a vedere se il commissario degli affari dei minori di Fianar mi rilascerà qualche documento per risolvere il problema altrimenti dovrò inventarmi qualche cosa per non avere problemi giudiziari (cosa consigliata in uno stato africano se avete letto l’articolo “penitenziario”).
Qualche idea c’è già ma non voglio ancora fasciarmi la testa prima di romperla (anche se io credo nella legge di Murphy quindi mi sto già preparando).

Dopo tutti gli sbattimenti, mentre la mie rotelle viaggiavano ancora a mille alla ricerca di qualche soluzione dell’empasse sulla mia residenza, siamo andati a fare un giro nella “haute ville” dove ho potuto vedere da vicino il Rova e da dove mi sono goduto uno squarcio di tramonto sulla sterminata distesa di case e colline della capitale.

Poi siamo tornati al nostro “tranquillo” hotel fuori città, in cui c’era una festa di malgasci che sparavano brutta musica commerciale occidentale da un mini-bus, dove mi sono mangiato una buona anatra con patate annaffiata da due bei birrozzi ghiacciati.
Infine, per chiudere bene la giornata, mi sono fatto una bella chiamata di un’ora e mezza coi miei genitori in cui ho potuto sfogare un po’ delle frustrazioni di questa esperienza, visto che a volte mi sento davvero come Don Chisciotte contro i mulini a vento ma di questo parlerò meglio in un altro articolo.
Ora, accompagnato da un po’ di musica, mi preparo a dormire che domani mi aspetta il viaggio di ritorno…
Oggi qui è arrivato l’autunno e ha portato con sé un velo di tristezza.
Inoltre il 28 per me è sempre un brutto giorno, specialmente oggi che rappresenta un mezzo giro di Boa…
In più mi si è scaricata la chiavetta internet e quindi sono isolato dal mondo esterno.
Il cielo fuori dalla mia finestra è costituito di nuvole cariche di pioggia e si sente il mugolio del vento tra gli alberi che si insinua in ogni porta o finestra aperta creando correnti per tutta la casa.
I rumori che si sentono dalla mia camera, sono più o meno sempre gli stessi con lo starnazzare delle papere nel piazzale, i galli che cantano qua e là per i cortili e il costante sferragliare delle stoviglie nella cucina. (tutto questo ovviamente quando non ci sono i bambini se no si sentono solo le loro urla!!).
Negli ultimi giorni è stata terminata la prima sala adibita a dormitorio quindi abbiamo avuto un bel da fare nell’arredarla a puzzle cercando di utilizzare al meglio lo spazio che avevamo.
I bambini ci hanno messo un po’ ad abituarsi al cambiamento visto che la prima sera erano, tutti mezzi assonnati, fermi davanti alla porta chiusa della vecchia stanza senza capire bene dove dovevano andare.
Ora abbiamo guadagnato un po’ di spazio e la casa diventa sempre più vivibile sia per me sia per il personale che ora ha una stanza singola ciascuno anche se ci sono ancora residui di cantiere un po’ ovunque.
Nel pomeriggio andrò alla scuola di Silvie (la ragazzina più grande della casa (13 anni)) per assistere al suo spettacolo di danza e già mi immagino quanti sguardi avrò addosso e quanto lei potrà tirarsela con le sue amiche a presentarsi con un bel giovane Vahaza!!!
Nel frattempo ieri sono arrivati i risultati di Melinda che diagnosticano tubercolosi, ma la cosa strana è che lei ha terminato la cura per questo pochi mesi fa ed essendo un trattamento molto pesante per il fisico (quindi sul suo debilitato ancor di più) bisognerà seguirla molto bene e cercare in tutti i modi di farla mangiare per rinforzarla.
Domani io e la responsabile andremo Tanà per terminare le pratiche del mio visto e questo significa che dovrò guidare 10 ore (cosa che già odio fare) oltretutto su queste terribili strade piene di camion e di buche.
Speriamo in bene…. 

Io e il maledetto Sonno
Ormai sono 20 giorni che sono arrivato in Madagascar…
Le giornate passano ed alcune anche davvero veloci ma il mio problema stanno diventando sempre di più le notti.
Non sono ancora riuscito una volta a dormire bene tutto filato e la mattina mi sento sempre stanco morto (mettete anche che cmq mi alzo tutte le mattine alle 6) ma oggi è stata davvero terribile.
Ho passato l’interna giornata col mal di testa (e in questo i bambini non hanno aiutato visto che urlano come degli ossessi) perché stanotte sono stato svegliato verso le 2 da un branco di cani che passavano sulla strada e che hanno continuato a fare un baccano terribile per almeno mezz’ora; poi ovviamente alle 4 e mezza, come tutte le mattine, è iniziata la liturgia islamica nella moschea dall’altra parte della collina (non so se vi è mai capitato di sentirne una ma praticamente è un urlo continuo e monotono).
In tutto questo devo aggiungere anche i problemi di organizzazione del centro che una volta sveglio iniziano a frullare per la testa rendendomi impossibile riaddormentarmi.
Inoltre qui ho ricominciato a sognare e faccio sempre sogni molto complicati e contorti in cui si mischiano le persone nuove di qui con le vecchie conoscenze ed in cui si vanno ad intrecciare italiano e francese…
Non so se ho reso l’idea ma solitamente le mie notti sono un’inferno e con questa bella riflessione e nella speranza di riuscire a riposare vi auguro Buonanotte a tutti.
Penitenziario
Visto che non so se è già stato pubbliato da VareseNews ve lo metto già qui in anteprima...
Un pomeriggio, terminato il giro nei centri per fare le ultime foto, mi è stato proposto di andare nel carcere di Manakara per dar da mangiare ai detenuti.
Ho accettato…
Premetto che ovviamente non mi è stato possibile documentare nulla di questo con foto.
La struttura è davvero piccola, divisa in 5 stanze di diverse dimensioni in cui sono stipati circa 300 uomini (tra cui anche un vahaza francese).
All’ interno delle stanze non ci sono letti, cuscini o coperte, ma chi ne ha una, possiede una stuoia di paglia su cui dormire. Su di esse, durante il giorno, si “organizza” una specie di mercato interno al penitenziario in cui si vendono sigarette, carne e pesce essiccati e qualche vestito.
La vita lì dentro deve essere davvero dura, anche perché lo stato non si preoccupa di fornire viveri e medicinali (questo viene fatto dai diversi centri delle suore), ma non si preoccupa neppure di dare un processo ai prigionieri e quindi, come in una buona storia kafkiana, molti di questi uomini passano anni della loro vita, senza colpe, chiusi in 50 m², mangiando (quando c’è) un tozzo di pane e 2 banane.
Ovviamente per questo non esiste una mensa con tavoli e panche, ma tutti i detenuti si mettono accovacciati in fila in cortile in attesa del loro rancio.
Negli ultimi anni l’associazione ha messo a disposizione dei fondi per portare avanti alcuni processi e il risultato è stato che su 100 persone, 85 sono uscite di prigione perché innocenti o perché avevano già scontato più della loro condanna.
In tutto questo però devo dire che negli occhi dei detenuti non ho visto disperazione rabbia o cattiveria ma, appunto come nel processo di Kafka, una serena rassegnazione al loro destino…
Sarà un bene o un male???

Oggi giornata di sbattimenti e di attese…
La giornata l’ho iniziata svegliandomi alle 4:30 senza più riuscire a dormire…
Alla fine verso le 5 e mezza mi sono alzato e sono andato a bermi un bel caffè della mia immancabile moka da viaggio.
Fatto ciò ho seguito tutti i passaggi del risveglio dei bambini e della loro preparazione per andare a scuola ed almeno lì ho iniziato a vedere dei miglioramenti.
Una volta che tutti i bimbi sono usciti io, la responsabile e una bambina (Melinda) con sua mamma siamo usciti prima per portare la piccola dal dottore e poi per iniziare le pratiche per il prolungamento del mio visto.
Gli ospedali anche qui hanno tempistiche abbastanza lunghe e quindi abbiamo passato la mattinata tra diversi uffici ospedalieri ed infine siamo andati dal pediatra che, dopo aver fatto la visita e richiesto una lastra al torace, ci ha detto di tornare nel pomeriggio per il ricovero della piccola.
Nella pausa a pranzo siamo passati dal direttore dell’ospedale cattolico di Fianara (padre Zocco) che sarà il mio garante per il visto e lì sono iniziati ad uscire i primi problemi. (E te pareva!!!!)
Alla fine, con il mio visto attuale, potrò stare qui soltanto ancora 2 mesi (fino al 5 luglio) e questo perché superata quella data (cioè la soglia dei 3 mesi) ho bisogno di un visto di residenza che mi può essere rilasciato solo in Italia. [MERDA… Qui l’unica soluzione che ho trovato è quella di andare in un altro paese vicino per una vacanza e poi rientrare in Madagascar con un nuovo visto turistico].
Io di questa cosa avevo già parlato con l’associazione che “stupidamente” ha pensato ci poter fare tutte le pratiche a lavori in corso ed invece non è così…
Non potete capire il nervoso che avevo addosso perché oltretutto mi sono passato tutto il pomeriggio a girare uffici governativi dove ognuno mi diceva una cosa diversa e per ogni colloquio dovevo aspettare delle ore (il primo ufficio mi aveva addirittura detto che dovevo tornare direttamente il 6 maggio e in quel momento mi si è davvero gelato il sangue nelle vene).
Alla fine sono riuscito a strappare il prolungamento di 60 giorni e dopo aver compilato tutti gli incartamenti abbiamo portato la bambina all’ospedale per ricoverarla.
Nel frattempo delle attese mi sono fatto spiegare un po’ cos’ha Melinda e dovrebbe avere una rara patologia delle ossa che non la fa crescere (ha 7 anni e pesa circa 8 kg) e probabilmente le sue prospettive di vita non sono molto longeve.
Quando sono entrato in pediatria ero incazzato nero per la storia del visto, per il fatto di essermi fatto mille sbattimenti negli ultimi mesi per poterne lavorare solo 3; pensavo alle mie tempistiche di Curriculum e opzioni future ma una volta dentro alla corsia di pediatria, sentendo quelle decine di bambini piangere e lamentarsi dal dolore, vedere i loro genitori accanto pronti a tranquillizzarli e guardando Melinda, magrissima con gli occhioni gonfi pieni di lacrime mi sono sentito una merda nel mio egoismo e lì mi sono ricordato di una frase che descrive quello che deve essere il senso del mio viaggio
“Tutti crediamo che quello che facciamo sia importante, che le persone pendano dalle nostre labbra, che diano importanza a quello che facciamo e pensiamo...
La verità è che devi considerarti fortunato se anche solo di tanto in tanto, fai sentire qualcuno, chiunque, un po' meglio!!!”


Oggi prima giornata di libero dal centro…
Sono uscito con Patricia e Yvonne che mi hanno portato a fare un giro per la città.
Siamo partiti dalla casa a piedi e dopo una passeggiata abbiamo preso un taxi per accorciarci la strada.
Sul taxi, un’auto normale d 5 posti, eravamo in 8 e siamo partiti sferragliando per una strada sterrata costellata di buche.
Poi finalmente il centro città dove però stranamente non c’era nessuno e dopo una decina di minuti abbiamo capito il perché….
C’era uno spettacolo di due cantanti famosi malgasci e tutta, ma davvero tutta la città era in coda per andare a vederli.
Non avendo né voglia né interesse a stare lì abbiamo preso un altro taxi e sempre sferragliando per le strade piene di buche (questo taxi e questa strada forse più di prima) le ragazze mi hanno portato alla “point de vue” cioè il punto più alto da cui si vede tutta la città.
Qui appena arrivati, ovviamente, sono stato assaltato dalla solita orda di ragazzini mendicanti che però questa volta mi hanno sorpreso dalla loro organizzazione.
Appena ho detto di essere italiano ne è saltato fuori uno dal gruppo che aveva imparato a memoria la sua bella cantilena per chiedere, alla fine, i soliti SOLDI…
Questa scena si è poi ripetuta sia con un inglese sia con una coppia di spagnoli ognuna nella propria lingua.
Io per fortuna ero “protetto” dalla presenza delle due ragazze malgascie perché gli alti vahaza non hanno avuto scampo…
Dopo esserci goduti la bella vista della città e fatto 4 risate siamo tornati a casa dove ho avuto la sorpresa di vedere che una delle 2 donne della cucina non si era presentata al lavoro senza avvisare nessuno….
Domani mi toccherà darle una bella strigliata!!!
Primo sabato alla “Casa della Gioia”…
Con il weekend i bambini non vanno a scuola e quindi sono stati tutto il giorno in giro per il centro a giocare…
Ovviamente io, specie per i più piccoli, sono il gioco preferito e a volte devo proprio fermarli perché se no arrivano tutti insieme e non riesco a gestirli e rischiano di farsi male a vicenda.
Inoltre ho il problema della comunicazione con loro visto che non parlano francese e a volte questa situazione diventa frustrante perché non riesco a capire cosa mi chiedono.
Piano piano imparerò almeno un po’ di parole di malgascio così da riuscire ad esprimermi con i bimbi.
Nel frattempo gli sto insegnando qualche giochetto per farli divertire come il farli salire sui miei piedi e poi io cammino e loro con me (dovreste vedere i piccoli come ridono!!!) oppure un altro giochetto per tenerli un filo a distanza è quello di fargli battere il 5 partendo dall’altezza del loro braccio e poi alzo la mano così che debbano saltare per continuare a batterlo (questo va bene se sono in pochi perché in tanti saltando sbattono uno contro l’altro buttandosi a terra e facendosi male).
Comunque gestire 22 bambini per 24h è davvero pesante anche perché non avendo come da noi migliaia di giochi bisogna aguzzare l’ingegno per trovargli qualcosa da fare ma comunque devo dire che anche loro sanno ingegnarsi bene nell’utilizzare qualsiasi oggetto come un gioco solo che a volte diventano un po’ pericolosi e quindi anche lì devi avere mille occhi per controllare tutto.
Adesso finalmente sono andati a dormire e quindi ho un po’ di tempo per me per rilassarmi con un bel birrozzo ghiacciato e una bella sigaretta.
Lo so che è sabato sera ma qui per ora è il massimo che posso permettermi!!!
Oggi giornata di riunioni….
Ne abbiamo dovute fare 2, la prima per discutere del menu e degli orari dei pasti, la seconda per parlare di come organizzare le prime ore della giornata così da non perdere tempo coi bambini e farli arrivare sempre a scuola in orario.
Alla fine di quest’ultima, Finalmente, il personale ha iniziato ad esprimere le proprie opinioni ed è anche saltato fuori che loro avevano “paura” di me in quanto Chef e della mia posizione nei confronti del loro datore di lavoro cioè l’associazione.
Io ho cercato di tranquillizzarli dicendogli che alla fine anche io sono qui a lavorare esattamente come loro e che il mio obiettivo di vedere questa casa che funziona bene deve essere anche, no anzi soprattutto, Loro.
Ora spero che il clima nella casa e il nostro livello di collaborazione migliori giorno per giorno.
Vediamo se, riusciremo a diventare un po’ più organizzati ed efficienti.
Mah Speriamo!!!
Mi è stato fatto notare che effettivamente non ho mai spiegato il perché del nome del blog…
La parola Vahaza in malgascio significa straniero e più precisamente viene utilizzata pr chiamare tutti i “bianchi” che passano in questo paese.
Quando ho letto questa cosa su un libro mi è sembrato un buon nome da utilizzare e un buon modo anche per me di approcciarmi a quella che sarebbe stata la mia esperienza.
Spero di aver chiarito il significato e se avete altre domande io sono qui…

Oggi giornata davvero pienissima!!!
Il tutto è iniziato con la prima vera alba che sono riuscito a vedere qui in Madagascar col sole che cacciava fuori la testa da dietro la collina, per poi passare ad una bella strigliata di Graziella (la presidente degli Amici del Madagascar) con il personale del centro visto che hanno fatto uscire i bocia con i grembiulini sporchi e visto che i malgasci sono molto suscettibili e permalosi ci sono state un paio ore di tensione…
Dopo Graziella è partita e con questo da oggi sarò davvero l’unico europeo in tutto il campus universitario (infatti devo dire che ogni volta che mi muovo sento addosso gli occhi di tutta la gente che incontro per strada).
Dopo pranzo, per la prima volta, ho accompagnato i bambini a scuola (loro felicissimi e tutti attaccati alle mie mani e pantaloni J) e sono andato a conoscere la direttrice (suor Andrè) che è stata molto contenta di incontrarmi e mi sono accorto di quanto sia importante qui essere un vahaza che lavora coi bimbi.
Lei mi ha offerto la sua disponibilità per qualsiasi cosa (parlare, andare a vedere la scuola e le classi e conoscere gli insegnanti (oggi non avevo tempo…sarà per un’altra volta)) e mi ha ringraziato mille volte davvero di cuore di essere passato da lei (infatti mi sentivo quasi in imbarazzo da quanta gratitudine gratuita).
Nel pomeriggio ho iniziato effettivamente il mio lavoro di organizzazione del centro con la prima stesura del menu settimanale e dopo essere andato a riprendere i bambini a scuola (sempre felicissimi di vedermi tanto che mi saltano letteralmente al collo) sono andato, insieme a Patricia (una delle ragazze che lavora nel centro), al mio primo supermercato malgascio per dare un’occhiata ai prezzi degli alimenti, così da potermi fare un’idea della realizzabilità del mio menu.
Il supermercato (nella seconda città più importante del Madagascar) è una specie di nostro alimentare da paese (solo un po’ più grande) in cui viene venduto di tutto, dagli alimenti ai televisori.
Lì mi sono comprato un paio di bei birrozzi che mi posso tracannare per rilassarmi mentre vi scrivo quindi SALUTE e buona serata a tutti!!!
Oggi, dopo aver passato praticamente 15 ore a letto, mi sono alzato e stavo finalmente bene.
Ho iniziato ad andare a controllare il cantiere e a parlare col geometra che si occupa della costruzione per avere informazioni sul programma del progetto.
Viste le modifiche richieste dall'associazione dal progetto originale, hanno dovuto rifare parte delle fondamenta per allargare il futuro dormitorio.
Osservando i lavori ho anche capito perchè ci sono così tanti cumuli di sassi(di tutte le dimensioni) per le strade, visto che vengono utilizzati, insieme alla malta, per le costruzioni delle fondamenta di tutti gli edifici.Nella mattinata sono andato anche a fare un giro col geometra (che penso sarà un buon appoggio per muovermi in città senza problemi) e ho anche conosciuto sua moglie (una donna veramente bellissima per i miei gusti), che lavora nel penitenziario di Fianara.
Ora finalmente dopo essere stato strapazzato dai bambini posso buttarmi nel letto sperando di riuscire a dormire!!!
Oggi viaggio da Manakara a Fianarantsoa dove mi fermerò per iniziare effettivamente il mio lavoro...
Viaggio pessimo con arrivo tremendo visto che ho appena fatto in tempo ad arrivare che sono stato attaccato da spasmi allo stomaco e febbre...
La cosa mi preoccupa abbastanza perchè, come detto ieri, ho avuto quelle cazzo di punture di zanzara...
L'unica cosa che posso sperare è che sia stata colpa del caffè di stamattina che aveva un gusto terribile e magari è stato solo quello...
Comunque la mia prima giornata nel centro l'ho passata rannicchiato nel letto in preda ai brividi e ai conati di vomito (scusate la brutalità nello scrivere ma l'africa è anche questo)

Ultimo giorno di Manakara....
Oggi ho passato l'ultimo giorno nella città sull'oceano anche se stamattina, effettivamente, non eravamo lì ma a Vohipeno dove ci siamo presi anche un paio di acquazzoni mentre eravamo coi bambini (non che mi sa dispiaciuto prendermi un po' di acqua fresca).
Nel pomeriggio, dopo aver finito gli ultimi lavori, mi sono fatto una bella passeggiata sull'oceano e mi sono fermato a rimirare le onde (oggi più alte del solito) e ad ascoltare il loro continuo e rilassante fragore...
Ma la notizia di oggi (bruttissima) è UNA sola...2 punture di zanzare!!!!!
Ora voglio almeno sperare che la legge di Murphy si sbagli questa volta perchè la profilassi antimalaria lascia un 10% di non copertura...
Attendiamo i giorni sperando di non avere sintomi....
Finalmente stamattina è bello fresco...Ieri dopo una giornata torrida e senz'aria è arrivato un bel acquazzone che ha portato via un pò di afa rendendo la giornata più vivibile...
Uno dei problemi che sto trovando in questo viaggio è la difficoltà nel dormire e nel riposarmi...Non saprei dire il perchè, forse il cambiamento di clima, forse le cose che vedo ogni giorno o forse le emozioni che queste immagini mi suscitano non mi lasciano quella pace e tranquillità necessaria al riposo...Va beh...

Oggi siamo andati ad Andemaka, un piccolo villagio nel sud del Madagascar, dove l'associazione ha il suo primo amore, cioè il primo centro costruito, che ha al suo interno circa 110 bambini disabili.
Qui ho conosciuto una suora sarda straordinaria... Suor Luisa è in Madagascar ormai da 47 anni e alla sua veneranda età di 80 anni mi ha sorpreso la quantità di energia e voglia che ha e che riesce a trasmettere...
In questo viaggio ho visto che posso trovare persone molto discutibili ma anche persone davvero fantastiche!!!
Oggi il caldo é davvero pesante...
a metà mattina avevo le mani che tremavano e mi sento ancora un po' debilitato ma con questa afa non ho alcuna soluzione se non soffrire e aspettare la notte.
Almeno a pranzo mi sono consolato con mezza boccia di vino bianco ghiacciato e una scorpacciata di aragosta e calamari direttamente sull'oceano!!!!!

Ora pero' basta coi divertimenti e vorrei scrivervi qualcosa di un po' più forte...

Stamattina a San Michel mentre facevamo le foto é arrivata una bambina che aveva uno sguardo completamente "Vuoto"..... Ormai magrissima abbiamo chiesto il perché di questa situazione...
Questa bimba (8 anni) é stata abbandonata dalla madre naturale, non accettata dalla matrigna e chissà quali altre ingiustizie ha subito e allora puoi capire quello sguardo e da li' é stato davvero forte il pensiero di imedesimarsi in lei, provare a capire quali difficoltà e quale tristezza puo' provare una bambina che a soli 8 anni, senza aver fatto nulla di male a nessuno si trova senza famiglia, senza amore e senza alternative....

(ora che sappiamo della situazione abbiamo chiesto alle suore di seguirla e tenerci aggiornati sulla sua condizione)

A volte il mondo sa essere davvero Stronzo!!!!
Oggi per il primo giorno ci siamo fermati in una città.
Dopo la colazione abbiamo iniziato il giro dei centri cominciando da quello di San Luca (140 bambini, scuola materna) dove abbiamo fatto le foto per le adozioni a distanza e distribuito dolci a tutti (mentre lo facevo avevo in testa la canzoncina di CandyMan ahahah).
Da li ci siamo spostati a san Michel (circa 800 ragazzi, scuola elementare e medie), un bel complesso davvero grande che offre istruzione ad uno dei quartieri più poveri di Manakara e qui torneremo domani per fare le foto.
Finito anche questo centro siamo andati a pranzo con la Suoperiora e suor Noely (la nostra persona di riferimento) e abbiamo anche incontrato il costruttore con cui l'associazione collabora per tutte le opere.
Il signor Romain mi é sembrato da subito una bella persona e mi ha fatto molto piacere che sia lui, sia il suo collaboratore (capocantiere di Fianara dove saro’ a lavorare),  sono stati da subito ben disposti nei miei confronti sulle discussioni riguardanti il lavoro e credo che lavorero’ bene con loro...
Il pomeriggio lo abbiamo passato nel centro di Tanakidy (150 bimbi, scuola materna) dove mi sono davvero accorto di quanto sia un vahaza bizzarro con i miei pantaloni indiani (che creano sempre scompiglio qui in Madagascar)...

Vediamo come proseguirà questa avventura!!!
Salve a tutti!!!
Oggi siamo passati da Fianara a Manakara...Viaggetto tranquillo da 6 ore.
In questo spostamento sono partito da un fresco altopiano per poi passare ad attraversare tutta la foresta pluviale (una strada favolosa proprio dentro la foresta con cascate gigantesche e un umidità da MORIRE);
poi siamo ridiscesi sulle pianure dei banani e abbiamo passato una zona immensa completamente disboscata e alla fine siamo arrivati sulla costa dell'oceano indiano dove ho fatto il bagno per rinfrescarmi dal caldo torrido e....L'oceano era caldo MERDA!!!!!!!
Ora speriamo di dormire un po' stanotte visto che faccio sempre fatica a riposare...
Eccoci
Finalmente sono arrivato a Fianara dopo 12 ore di auto attraversando l'entroterra del paese; ma non é ancora finita visto che domani ci spostiamo sull'oceano con quelle divertenti 6 ore di auto che saranno scandite dalla suora che reciterà il rosario....
L'impatto con il paese é stato abbastanza leggero, e per questo devo ringraziare la sberla in faccia data da Calcutta (Impareggiabile!!!!).
Scusate se scrivo poco ma sono stanco e non vedo l'ora della mia stanza dove dormire un po' ma cmq oggi sono già stato chiamatoVAHAZA da dei ragazzini!!!

Beh che dire "che la mia Africa abbia inizio".
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