giovedì 17 ottobre 2013

Operai, casalinghe, disoccupati... Ecco chi sono i giganti del Tor des Geants

Vengono da ogni angolo di mondo, sono italiani e spagnoli (soprattutto), francesi, svizzeri, addirittura greci, arrivano dal Madagascar e dal Messico, dagli States e dall'Asia lontana, anche dalla Cina


Abbiamo seguito la gara più dura (e folle) del mondo: 330 km e 24.000 metri di dislivello su e giù per le montagne della Val d'Aosta. E abbiamo scoperto un popolo di gente comune, entusiasta di correre e soffrire per una settimana. Senza soste...

I giganti sono uomini piccoli e donne minute. Signori dai capelli bianchi e ragazze dall'aria spensierata. I giganti sono impiegati e operai, casalinghe e artigiani, professionisti, disoccupati… Vengono da ogni angolo di mondo, sono italiani e spagnoli (soprattutto), francesi, svizzeri, addirittura greci, arrivano dal Madagascar e dal Messico, dagli States e dall'Asia lontana, anche dalla Cina. Come Yuan Yang, pettorale numero 1040, che aveva attraversato il globo per correre (e rincorrere) il suo sogno: partecipare al Tor des Geants, il Giro dei Giganti, la gara più dura che un appassionato di endurance-trail possa correre. Yang è scivolato lungo il sentiero in una notte piena di pioggia e di vento, e sulle rocce ha sbattuto la testa: è morto a 43 anni sotto il Col de la Crosatie, 2.838 metri nel gruppo del Rutor.


È la prima vittima di questa folle gara giunta alla sua quarta edizione: 330 chilometri e 24.000 metri di dislivello per coprire tutto il periplo della Val d'Aosta, da Courmayeur a Courmayeur in senso antiorario, su e giù per tutte le valli della regione. Per capire in cosa si traducono questi numeri, basti dire che la corsa è partita domenica scorsa alle 10 di mattina e mentre leggete queste righe la maggior parte dei concorrenti deve ancora arrivare al traguardo: il limite massimo è fissato per sabato pomeriggio, 150 ore (7 giorni, 6 notti e 6 ore) dopo.
Provate a pensare a tutto quello che avete fatto da domenica mattina a oggi: nel frattempo, i 742 concorrenti del Tor des Geants inseguivano la sfida impossibile, salivano 25 colli oltre i 2.000 metri, si scapicollavano per discese infime e infinite, correvano e (soprattutto) camminavano sotto il sole, la pioggia e la neve, di giorno e di notte cercando di ridurre al minimo le ore di sonno. E molti, ora, sono ancora lì.
Certo, il vincitore, il basco Iker Karrera, è arrivato a Courmayeur già mercoledì mattina chiudendo la gara col tempo record di 70 ore, 4 minuti e 15 secondi, quasi 6 ore in meno del tempo impiegato dallo spagnolo Oscar Perez vincitore nel 2012 e quest'anno arrivato secondo ad appena 25 minuti dal primo. Karrera, 39 anni, soprannominato Porsche, per vincere il Tor si è preparato per mesi in maniera quasi ossessiva, nei tre giorni di gara si è fermato complessivamente appena 2 ore e 57 minuti, ma è l'unico dei 742 concorrenti che non abbiamo mai visto sorridere. Per tutti gli altri, nonostante la fatica, le ferite e i molti abbandoni, questa massacrante corsa rimane una grande festa. E la classifica non la guarda nessuno, perché c'è un trofeo per ciascuno: la maglia consegnata al traguardo con la scritta FINISHER, l'unica cosa che conta.
Andrea Mattei
@andrea_mattei
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L’Ansa ha accennato a una notizia che non ha avuto eco qui da noi.

Le città del Madagascar




Madagascar a rischio estinzione

Era uno dei più grandi scrigni della biodiversità mondiale. Oggi la quarta isola più grande del mondo rischia di perdere alcune delle sue principali eccellenze naturali…
Il Madagascar, bellissima terra circondata dall’Oceano Indiano, la quarta isola più grande al mondo, è da sempre considerato il centro per eccellenza della biodiversità: qui si conta circa l’80% di flora e fauna uniche al mondo. Eppure, secondo Mitsinjo, associazione ambientalista impegnata nella salvaguardia della sua biodiversità, "almeno il 25% delle specie di anfibi del Madagascar sono minacciate di estinzione". E quell’almeno" mette i brividi.



SCOPRIRE IL MADAGASCAR
IL LUOGO 
Appena due anni fa il Madagascar era al dodicesimo posto della classifica stilata dall’International Union for Conservation of Nature (Iucn) sulla ricchezza di specie di anfibi, che ospita più di 286 specie di rane, rospi e raganelle. Il 95% di questi non si trova in nessun’altro angolo del mondo. La loro sopravvivenza è a rischio per colpa dell’alterazione degli habitat e della possibile comparsa, fortunatamente ancora non verificatasi, di epidemie come quella del fungo chitridio, che altrove ha fatto migliaia di vittime. Egual discorso anche per tutte le specie di lemuri: secondo studi recenti il 91% di questi primati devono essere inserite nella Lista Rossa Iucn delle specie a rischio estinzione, rendendoli il gruppo di mammiferi più minacciato del mondo.
NATURA 
Fra le specie vegetali, si trovano sull'isola circa 170 specie di palme, tra cui la palma rafia, una delle più tipiche. Numerose anche quelle di felci e bambù, mentre se ne contano un migliaio tra le orchidee e tante altre carnivore. Delle otto specie di baobab note ben sei sono endemiche di quest’isola. Tutte le specie di Lemuri esistenti al mondo vivono qui o nelle zone limitrofe, così come i due terzi delle specie note di camaleonti e numerose specie di tartarughe e di gechi. Troppi gli animali di cui, nel Madagascar, rimane solo il ricordo, come l’ippopotamo pigmeo, il lemure gigante e l’uccello elefante. E la cui esistenza potrebbe essere dimenticata nell’arco di qualche anno anche in tutto il resto del mondo.

A TU PER TU CON I LEMURI
IL CONSIGLIO 
Sul sito di Planet Viaggi Responsabili è possibile prenotare un viaggio indimenticabile alla scoperta del Madagascar. Un itinerario in un vero e proprio museo vivente, attraversando le strade dell’isola, o navigando su fiumi e canali in barca e in piroga. Si parte daAntananarivo, la vivace capitale dell’isola,  prima tappa verso est per visitare uno dei più famosi parchi nazionali, quello di Andasibe-Mantadia, per ascoltare il canto dei lemuri. Poi si arriva in volo presso la città  di Maroantsetra e la penisola di Masoala, dove tradizioni immutate, mari cristallini e foreste incontaminate regalano momenti magici. I lemuri saranno i vostri compagni di viaggio, insieme a gechi, camaleonti, uccelli, rane, farfalle e tartarughe. Durante l’itinerario si collabora direttamente con alcune associazioni locali che da anni lottano per mantenere intatto il loro patrimonio naturale e per salvaguardare ogni forma di biodiversità.

MADAGASCAR: ON THE ROAD LUNGO LA ROUTE NATIONAL 7
DINTORNI
Antananarivo, precedentemente nota come Tananarive, oggi chiamata Tana, è la capitale, nonché la più grande città del Madagascar. È anche capoluogo della provincia di Antananarivo e della regione di Analamanga. Conquistata dalla Repubblica Francese nel 1625, è rimasta sotto il suo protettorato fino al 1960, quando la nazione raggiunse finalmente l'indipendenza. Una metropoli frenetica, così distante dal paradiso naturale di cui è circondata. Il suo centro può essere diviso in due zone: Haute-Ville, la parte alta, più bella e tranquilla, e Basse-Ville, la città bassa, più caotica ed inquinata. Ricco il centro, con tante attrazioni interessanti: due fortezze, molte chiese, tre cattedrali, una moschea musulmana e due università. Inoltre centri commerciali, tanti alberghi e ristoranti vi aiuteranno a ritrovare il “profumo” dell’urbanizzazione tipicamente occidentale. Qualora ne sentiste il bisogno.
Fonte: La stampa it FRANCESCO SALVATORE CAGNAZZO (NEXTA)
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Il gusto agrodolce della rana

La pelle di alcuni anfibi secerne acidi biliari misti a zuccheri. Ma non si sa bene perché.
Che la pelle di alcuni anfibi secerna sostanze chimiche (tra cui veleni e persino allucinogeni) era cosa nota. Oggi un nuovo metodo di studio ha permesso di identificare, sulla pelle di una rana del Madagascar, acidi e zuccheri mai riscontrati prima.  



Finora per studiare le secrezioni delle rane i ricercatori le scuoiavano e macinavano i tessuti della pelle, per poi analizzarli ed estrarne soprattutto le tossine, che possono avere applicazioni in campo farmaceutico. Assieme a suo padre William, ingegnere elettronico, l'erpetologa Valerie Clark - già beneficiaria di un fondo di ricerca della National Geographic Society - ha messo a punto uno strumento elettrostimolante che estrae le sostanze chimiche dalla pelle delle rane senza ucciderle. "Nell'ultimo paio di decenni la tecnologia ha fatto passi da gigante", spiega la Clark, che ha completato di recente il suo dottorato alla Queens University di Belfast. "La nostra capacità di individuare e analizzare i composti chimici è molto migliorata, quindi possiamo fare molto di più con molto meno".
Grazie al suo stimolatore, la Clark è riuscita a isolare acidi biliari e zuccheri presenti, in proporzioni più o meno equivalenti, sulla pelle di alcune rane del genere Mantella, diffuse nel Madagascar. Queste sostanze non erano mai state rilevate prima con i metodi tradizionali, eppure la loro quantità è dieci volte maggiore di quella degli alcaloidi velenosi che pure compaiono sulla pelle degli anfibi.

Cocktail misteriosi
Ma perché queste rane secernono zuccheri e bile dalla pelle? Non è ancora chiaro.
Gli anfibi, spiega Valerie Clark, assumono gli zuccheri dalle formiche di cui si nutrono. Potrebbero "risalire" sulla pelle per proteggerla nell'ambiente umido in cui vivono le rane. "In tempi di guerra", prosegue la studiosa, "è accaduto che i soldati si strofinassero zucchero sulle ferite per prevenire le infezioni". E uno studio recente della Boston University sostiene che lo zucchero potrebbe aumentare l'efficacia degli antibiotici contro le infezioni batteriche.
Quanto agli acidi biliari, la studiosa ipotizza che abbiano una funzione protettiva contro i veleni secreti proprio dalle formiche che costituiscono l'alimento base delle rane. "Nell'uomo, gli acidi biliari aiutano a scomporre le sostanze tossiche e trasportarle fino ai reni per eliminarle. Penso che un giorno dimostreremo che nelle rane quegli stessi acidi trasportano gli alcaloidi velenosi verso la pelle, che provvede a sbarazzarsene".



Pillola amara
Alan Hofmann, un fisiologo che studia gli acidi biliari da quasi mezzo secolo, spiega che la loro presenza sulla pelle delle rane è un fenomeno pressoché inedito nel mondo animale. Finora era stato riscontrato solo nelle lamprede, ma in quei pesci gli acidi biliari sembra svolgano le funzioni dei feromoni, vale a dire sono una forma di comunicazione chimica.
Nelle rane velenose, invece, la bile potrebbe essere semplicemente un'arma in più nel loro già ricco arsenale di tossine. Gli acidi biliari, sostiene Hofman, sono "terribilmente amari": probabilmente contribuiscono a proteggere la rana rendendola disgustosa per i predatori
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Madagascar, locuste all'assalto e 13 milioni in crisi alimentare

Incombe nell'isola africana il rischio che vengano seriamente minacciati i mezzi di sussistenza e la sicurezza delle colture e del cibo per circa il 60% della popolazione. La FAO  ha lanciato la campagna di controllo degli insetti devastatori. Una situazione già gravemente danneggiata nella produzione di riso
Tredici milioni di persone in Madagascar - praticamente quasi il 60 per cento della popolazione dell'isola - rischiano la fame a causa dell'infestazione delle locuste malgascie, che minacciano la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza. Lo segnala la FAO che annuncia anche l'inizio, entro questa settimana, delle operazioni di ricognizione aerea per identificare e mappare le aree da sottoporre a trattamento con i pesticidi. Nel frattempo, continuano le indagini sul campo, condotte su base mensile sin dal febbraio 2013. E' inoltre in corso l'approvvigionamento di pesticidi, di veicoli e di attrezzature per le operazioni d'indagine e di controllo. 


Le erogazioni spray.
 Le operazioni di erogazione spray dovrebbero iniziare entro la fine del mese di ottobre, dopo l'inizio della stagione delle piogge. Si tratta della prima di tre campagne di controllo che si svolgeranno tra settembre 2013 e settembre 2016, come indicato in un programma triennale, elaborato congiuntamente dalla FAO e dal Ministero dell'Agricoltura del Madagascar. Il programma dovrebbe essere attuato e coordinato dalla FAO, in stretta collaborazione con il Governo malgascio, in particolare con il Ministero dell'Agricoltura, e alla fine il trattamento coinvolgerà oltre 2 milioni di ettari di aree infestate. 

Occorrono nuovi finanziamenti.
 
"Dei tredici milioni di persone a rischio, nove milioni dipendono direttamente dall'agricoltura per il cibo e per i propri mezzi di sostentamento", ha dichiarato Patrice Talla, rappresentante della FAO in Madagascar. "La campagna contro le locuste è di vitale importanza per cercare di limitare altri danni alle colture dei contadini poveri."  Finora la FAO ha ricevuto per il programma - che avrà un costo previsto di 41,5 milioni dollari per i tre anni di operazioni - solo 23 milioni dollari. Sono tuttavia a buon punto i negoziati per ulteriori finanziamenti poiché sono ancora necessari milioni di dollari per completare l'intero programma. 

Il controllo nei prossimi tre anni.
 
"Nel controllo delle locuste si può dire che prevenire è meglio che curare ", ha detto Ren Wang, Vice Direttore Generale della FAO per il Dipartimento Agricoltura e tutela del consumatore. "Abbiamo abbastanza fondi per avviare la campagna del primo anno e cercare di portare sotto controllo l'infestazione delle locuste, per evitare che duri anni e costi milioni di dollari. Ma abbiamo bisogno di più risorse per le operazioni di controllo dei prossimi tre anni e completare il lavoro". 

Le campagne si concentrano su: 

1)
 - Il miglioramento delle attività di monitoraggio e di analisi della situazione delle locuste. 

2)
 - Irrorazioni aeree e di terra di grandi dimensioni. 

3)
 - Il monitoraggio e la mitigazione degli effetti delle attività di controllo sulla salute e sull'ambiente. 

4)
 - Un'analisi puntuale dell'impatto delle campagne anti-locuste sulle colture e sui pascoli. 

I danni alle colture. 
Il flagello delle locuste è iniziato nell'aprile del 2012. Vasti sciami di questi insetti molto mobile hanno danneggiato ampie aree di terra coltivata e di pascoli. Sebbene le locuste abbiano principalmente colpito il sud del paese, secondo una missione di valutazione della FAO condotta nell'aprile/maggio di quest'anno, si prevede che verso la fine del 2013 e l'inizio del 2014 alcuni sciami raggiungeranno le più produttive regioni settentrionali. In alcune regioni si stima sia stato danneggiato il 70 per cento alle colture di cereali, tra queste quelle di riso - il principale alimento di base - e di mais. La produzione fuori stagione è diminuita rispetto agli anni precedenti, poiché gli agricoltori sono riluttanti a seminare a causa della minaccia delle locuste. 

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Fabio, in Madagascar per insegnare forme alternative di agricoltura

Solidarietà e occasioni nel mercatino per il Madagascar

Il mercatino temporaneo i cui proventi andranno a sostenere il progetto di ampliamento dell’ospedale “Saint Damien” di Ambanja, in Madagascar.

Un grande spazio dismesso, una posizione centralissima, una formula già collaudata. E soprattutto la voglia di fare del bene. Ecco gli ingredienti del mercatino che rimarrà aperto fino alle 18 di... anche oggi all’ex upim 
Un grande spazio dismesso, una posizione centralissima, una formula già collaudata. E soprattutto la voglia di fare del bene. Ecco gli ingredienti del mercatino che rimarrà aperto fino alle 18 di stasera nel palazzo dell’ex Upim, dove una volta c’era il negozio Sportler e nel quale si possono trovare centinaia di giocattoli e pezzi di marca destinati alla beneficenza.
L’idea, diversamente da quanto successo per “Palazzo conTemporaneo”, l’iniziativa di occupazione artistica realizzata da un comitato nato per l’occasione, è arrivata direttamente dalla proprietà dello stabile, e in particolare da un’idea di Margherita de Eccher. «L’associazione Ambanja onlus - racconta - esiste da un paio d’anni e dunque abbiamo pensato di utilizzare questo spazio dismesso per farla conoscere a quanta più gente possibile».
La formula è semplice: chi aveva oggetti, vestiti, giochi in buono stato o nuovi e che non usava più, li ha consegnati all’associazione, che ha allestito il mercatino temporaneo i cui proventi andranno a sostenere il progetto di ampliamento dell’ospedale “Saint Damien” di Ambanja, in Madagascar.
«Lo scopo principale – spiega Margherita de Eccher - è più che altro di coinvolgere le persone nei nostri progetti e di far crescere la sensibilità riguardo alle iniziative sociali. E per ora posso dire che ci stiamo riuscendo». In tanti hanno risposto all’appello, sia portando oggetti e vestiti, sia aiutando nell’allestimento. «Un signore - racconta la promotrice - ha deciso di venire in auto dal Lussemburgo invece di prendere l’aereo, proprio per portarci quante più cose possibili. Davvero tante persone, compresa la Protezione Civile, ci hanno poi sostenuto nell’organizzare questi tre giorni di mercato».
La risposta della gente non si è fatta attendere, merito anche della posizione estremamente favorevole del palazzo, che si affaccia su via Cavour. Così signore, curiosi di ogni età e persone in cerca di occasioni hanno un po’ sgomitato per adocchiare gli articoli più ricercati. Sugli scaffali si può trovare davvero di tutto: dalle borse griffate alle mazze da golf, dai giochi in scatola alle creme per la pelle.
Visto che l’evento è così gradito, e che il palazzo è probabilmente destinato a rimanere vuoto ancora a lungo, molto probabilmente il mercatino verrà ripetuto durante il periodo di Natale.
Anna Dazzan
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Il pepe una spezia dieci e "lode" che rende le pietanze dal profumo inconfondibile

Fin dal Medioevo, ha spinto i grandi Paesi europei a cercare nuove rotte verso Oriente in cerca della pianta da cui esso si raccoglie. l'India che è la maggior produttrice di pepe, seguita da Indonesia, Malesia, Madagascar e Brasile. La ricetta dei "bucatini cacio e pepe"

Non esiste piatto in cui la presenza discreta ma decisa del pepe, percepibile attraverso il profumo penetrante prima e il sapore pungente poi, non acquisti quell'inconfondibile tocco in più che fa la differenza e che rende ogni pietanza che lo contiene un autentico capolavoro.
Scopriamo insieme perché e poi deliziamo il nostro palato con una ricetta da intenditori: i bucatini cacio e pepe. Il pepe è considerato il re delle spezie, e non a caso, fin dal Medioevo, ha spinto i grandi Paesi europei a cercare nuove rotte verso Oriente in cerca della pianta da cui esso si raccoglie. 
Venezia per secoli ottenne il monopolio del commercio di questa spezia così preziosa, al punto da essere pagata con oro. Nel tempo, l'Italia ha perso questo primato attualmente posseduto dall'India che è la maggior produttrice di pepe, seguita da Indonesia, Malesia, Madagascar e Brasile.
Esistono diverse leggende e  curiosità legate a questa spezia. Si pensi che, poiché la pianta germogliava in luoghi impervi, in epoca imperiale era diffusa la credenza che fosse raccolto dalle scimmie capaci di raggiungere posti  inaccessibili all’uomo,  mentre nel Medio Evo si narrava che il suo colore bruno fosse  dovuto al fatto che, poiché le colture di pepe erano infestate da molti serpenti velenosi, i coltivatori erano costretti a scacciarli brandendo  torce infuocate,  bruciando così le bacche che, per questo motivo, assumevano il caratteristico colore nero.
Diversa invece è la valenza attribuita al pepe da un'antica credenza popolare che riconosceva ad esso virtù afrodisiache: è di Ovidio, infatti un suggerimento rivolto al genere maschile  di "piper urticale mordacis, semina miscent" (ossia mescolino il pepe con i semi dell’ortica irritante) per ottenere una forma embrionale e naturale del moderno Viagra.
Il pepe è una pianta tropicale rampicante della famiglia delle Piperacae. I suoi frutti sono verdi se acerbi e rossi se maturi. Esistono diverse specie di pepe tutte riconducibile a quattro grandi famiglie: pepe verde, nero, bianco che appartengono alla stessa pianta, solamente che corrispondono a un diverso grado di maturazione dei frutti, mentre quello rosa deriva da una pianta diversa.
In particolare, il pepe verde si ottiene raccogliendo le bacche acerbe quando sono ancora verdi. E' morbido, poco piccante ed ha un sapore fruttato, fresco e aromatico. Per ottenere il pepe nero, le bacche vengono raccolte a metà maturazione, quando sono rosse, e poi fatte essiccare al sole fino a che diventano di color nero. I grani del pepe nero  hanno un inconfondibile aroma piccante ed aromatico.
Il pepe bianco, invece, è costituito da bacche che vengono raccolte quando sono rosse e completamente mature, in seguito vengono messe a bagno in acqua e sale fino a che la pellicola nerastra esterna che li avvolge si sgretola mettendo a nudo i grani che internamente sono bianchi, per poi essere essiccate. I grani del pepe bianco hanno un sapore più dolce e meno forte.
Le bacche del pepe rosa, invece , appartengono ad una specie differente di pepe detta Schinus molle, un albero sudamericano della famiglia delle Anacardiacee, che una volta disidratate acquisiscono un sapore delicato, aromatico e resinoso, lievemente piccante.
Al giorno d'oggi, anche se i presunti poteri attribuiti a questa spezia sono stati del tutto ridimensionati, grazie alle proprietà stimolanti, digestive, toniche e antibatteriche, il pepe viene adoperato come ingrediente di alcuni farmaci soprattutto nella medicina Ayurvedica.
Passando al suo uso in cucina, oltre ad impreziosire ogni piatto durante la fase della cottura, non esiste tavola su cui  non venga riposto il cosiddetto “menage” contenente oltre a sale, olio e aceto, l’insostituibile pepe , soprattutto se appena macinato.
Per gli amanti dei sapori della cucina tradizionale riportiamo , di seguito, la ricetta di un piatto “cult” tra  della tradizione impreziosito dall’aroma del pepe nero appena macinato, in apparenza semplice ma che necessita di alcuni necessari accorgimenti per sprigionare  al meglio il proprio inconfondibile gusto: i bucatini cacio e pepe.

BUCATINI CACIO E PEPE - Ingredienti per 4 persone: 350 gr. di bucatini ,4 cucchiai abbondanti di pecorino romano , pepe nero in grani.
Fate bollire dell'acqua salata e immergetevi i bucatini per pochi minuti in modo da fare rilasciare loro l'amido. Scolateli molto al dente, avendo cura di conservare l'acqua di cottura divenuta biancastra per la presenza dell’amido, e trasferiteli in una padella capiente. Con un mestolo aggiungete poco per volta l’acqua di cottura che, grazie all'amido in essa contenuto, renderà la pasta "viscosa" e "risottatela" ovvero cuocerla proprio come un  risotto. Quando i bucatini saranno quasi cotti aggiungete il pecorino e abbondante pepe fresco appena macinato e continuate a cuocere altri 2 minuti fino a conferire  a tutti gli ingredienti una consistenza cremosa. Servite caldo.
Fonte: www.saggieassaggi.it di manuela zanni
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L’Unione Italiani nel Mondo offre i seguenti servizi alternativi agli italiani del Madagascar

L’Unione Italiani nel Mondo offre i seguenti servizi alternativi agli italiani del Madagascar, per avere ulteriori informazioni scrivere italuil.madagascar@yahoo.it
oppure telefonare 00261-324.46.66.48


SERVIZIO

 A cosa serve

Cosa occorre

COSTITUZIONE DI SOCIETA’ STATUTO E REGISTRAZIONE





È un servizio per gli investitori italiani in Madagascar

Passaporto con visto trasformabile
Certificato penale italiano

VISTO PER LUNGO SOGGIORNO PER INVESTITORI O PENSIONATI ITALIANI


Il visto di lungo soggiorno viene rilasciato o dal Ministero Interni o dall’EDBM

Passaporto con visto trasformabile
Registrazione della Società
Per i pensionati CERTIFICATO DI PENSIONE Certificato penale italiano


APERTURA DI CONTO BANCARIO
SOCIETARIO





Deposito capitale sociale

Registrazione della società e residenza

INF.AGEVOLAZIONI FISCALI E DOGANALI PER OPERATORI STRANIERI


Risparmio assicurato




SERVIZIO

 A cosa serve

Cosa occorre

VERIFICA DELLA DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE E DELLE RELATIVE IMPOSTE DOVUTE



Analisi della successione elaborata da altri per la verifica della correttezza dei calcoli e delle informazioni inserite

Dichiarazione di successione e documenti allegati

ELABORAZIONE E CONSEGNA VOLTURE CATASTALI


Predisposizione delle volture catastali e consegna all'Ufficio del Territorio



Informazioni relative a passaggio di proprietà immobili e dati anagrafici dei proprietari, visure catastali e/o copia atti notarili o successione


VERIFICA DATI CATASTALI VISURA CATASTALE

Verifica e stampa dei dati presenti all’Ufficio del Territorio

CF proprietario o indirizzi immobili o particelle catastali che si evincono dagli atti di provenienza

VERIFICA DATI CATASTALI e PREDISPOSIZIONE CALCOLO IMU


Attraverso CF o precisi riferimenti catastali degli immobili verifichiamo attraverso l’Ufficio del Territorio i seguenti dati: rendita e proprietari.
Partendo dalle informazioni rilasciate dall’assistito si sviluppa il calcolo dell’IMU.
Scadenza versamento:
16 giugno I acconto
16 dicembre II acconto

CF proprietario o indirizzi immobili o particelle catastali che si evincono dagli atti di provenienza

SERVIZIO

 A cosa serve

Cosa occorre

F24 – CALCOLO CON MAGGIORAZIONI


Predisposizione, nel caso di versamenti tardivi, di quanto dovuto attraverso lo strumento del ravvedimento operoso, consentendo la regolarizzazione di quanto dovuto entro 1 anno dalla scadenza effettiva  

Copia richiesta di pagamento scaduto

ELABORAZIONE ED INVIO DICHIARAZIONE DEI REDDITI 730 e UNICO P.F.

Dichiarazioni dei redditi obbligatorie e/o facoltative per la richiesta di crediti o detrazioni fiscali spettanti
Scadenza:
20 giugno per mod.730
30 settembre per Unico

Ultima dichiarazione dei redditi, nuovi documenti attestanti redditi ed oneri

PREDISPOSIZIONE ISTANZE IN AUTOTUTELA E CONSEGNA ALL’UFFICIO DI PERTINENZA



Contestare, ridurre e rateizzare quanto richiesto in seguito a controlli su imposte dirette e indirette inviate dall’Agenzia Entrate, spesometro, IMU e bollo entro i termini di scadenza dei versamenti segnalati

Documentazione inerente la contestazione
Delega alla consegna e copia documento di identità

RICHIESTA CODICE FISCALE AG. ENTRATE

Richiesta/duplicazione del codice fiscale

Delega firmata, dati anagrafici completi, copia documento di identità

GUIDA PARLANTE ITALIANO

 Per accompagnarvi in un giro turistico o presso gli uffici e i ministeri



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lunedì 30 settembre 2013

Invito per le mamme romane

La storia che cercheremo di raccontarvi ha dell’incredibile, è la storia di una mamma che per i figli è disponibile a qualsiasi sacrificio, una mamma che rinuncia ad un lavoro di prestigio presso il Ministero del Madagascar perchè si rende conto che l’avvenire dei suoi figli è incerto e che nel 2001 si trasferisce a Roma per fare la collaboratrice domestica e che oggi, dopo 13 anni, realizza il suo sogno: il 12 ottobre inaugurerà il suo atelier di abiti per bambini. Potrete leggere l’ intervista che ci rilasciato due anni fa  Léa Ratsimbazafy, vive a Roma dal 2001 con la famiglia.

Ecco l’invito all’inaugurazione dell’atelier e alla presentazione della collezione