domenica 8 dicembre 2013

Fidisoa da Antananarivo in Piemonte a Vicoforte

Faccia a Faccia

Razafindrakoto Fidisoa, sono nata ad Antananarivo. Ho vissuto fino al 2002 a Soamanandrariny, un bel paesino appena fuori dalla capitale.
Ho fatto gli studi nelle scuole cattoliche fino al conseguimento del baccalauréat. Tre anni all’Università di Antananarivo, Faculté des Lettres et Sciences Humaines, filière Anglais. Dopo la laurea breve mi sono fermata. Ho preferito lavorare.
Nel 1994 ho studiato la lingua italiana presso l’Ambasciata Italiana di Ankadivato a Antananarivo.

  Perché hai lasciato il Madagascar
Volevo allargare i miei orizzonti. Mi ha aiutato una mia amica di Torino, che ancora oggi ringrazio. Mi ha mandato il biglietto, ho lavorato da lei per i tre mesi previsti dal soggiorno, e quando sono riuscita a ripagarle il biglietto, non ha voluto i soldi…Grazie Marietta. 


Il lavoro in Italia
 Ho fatto un po’ di tutto, ma tutto bello. Ho cominciato come badante presso una signora anziana di Bra. Sono stati cinque anni forse i più belli della mia vita. Poi, lei se n’è andata, e ho trovato un altro lavoro a Napoli, sempre come badante. È durato 8 mesi. Poi sono tornata in Piemonte.
Per tre mesi ho lavorato presso una ditta che si occupa di organizzare eventi. Il mio compito era di tradurre comunicati dall’italiano all’inglese. Nel mentre, il fine settimana, mi occupavo di una bambina alla quale  insegnavo l’inglese. Intanto ho cercato altro lavoro.

e poi….
Tramite un amico ho trovato un lavoro come addetta all’ufficio acquisti in una fabbrica di Mondovì. Questo lavoro mi è tanto piaciuto, perché ho potuto usare quello che ho studiato, cioè le lingue. Purtroppo per via del permesso di soggiorno, dopo un anno, non mi hanno più potuto rinnovare il contratto.
Siccome mi sono trovata non bene, ma benissimo, quando ho fatto la badante, volevo rifare quel lavoro. Solo che non volevo più fare 24ore su 24, come prima… volevo lavorare in strutture per anziani, ma ci voleva la qualifica di Operatore Socio Sanitario.
Quindi nel 2008, mi sono iscritta al Centro di Formazione Professionale del Cebano Monregalese e ho conseguimento il diploma nel 2009. Per quell’anno lavoravo anche come donna delle pulizie con un contratto part time, per potere continuare ad avere il permesso di soggiorno. E devo ringraziare una persona a me molto cara, e che mi è sempre stata vicina in qualunque momento….
Dal 2009 fino ad oggi, lavoro in una casa di riposo per anziani. 

Situazione sentimentale
Non ho un marito, ma  c’è una persona che forse ogni donna sognerebbe di avere come marito, io per prima. E’ una persona molto riservata, e quindi  non parlero’ di lui. Ma se dovesse un giorno leggere questa mia intervista, vorrei che sapesse quanto gli sono grata per tutto quello che ha fatto per me, per tutto questo tempo, non mi ha mai lasciata sola anche se sono una persona non molto facile da gestire.


Problemi in Italia
mah… grossi problemi non ne ho avuti… a parte forse il fatto di aspettare fino all’ultimo momento per sapere se potevo rimanere regolarmente in Italia o meno… e anche in questo caso, devo ringraziare un’altra persona, la nuora della signora che ho assistito, perché se sono riuscita a cambiare vita, è grazie a lei. Correva l’anno 2002….

Sei riuscita ad adattarti in poco tempo
mah… sì. Parlavo la lingua italiana, lavoravo in casa e guardavo il mondo dall’interno della casa. Mi è servito a farmi un’idea di com’era là fuori… a prepararmi,  è tutto… Dopo, ogni giorno è un adattamento, perché devi sempre confrontare le due mentalità diverse e trovare una via di mezzo…. Crearti da sola un ambiente dove riesci ad accettare gli altri e dove potresti essere accettata, nel rispetto di tutto e di tutti. 

 L’ambiente di Vicoforte
a dire la verità, non conosco molto l’ambiente della città dove vivo. Non esco molto. Prediligo le cene e serate a casa o a casa di amici, tranne qualche aperitivo ogni tanto. Vicoforte si trova in provincia di Cuneo, è un paese molto carino, c’è tanto verde, si possono ammirare dei bei paesaggi. È un luogo ideale per fare delle belle camminate. È famoso per il Santuario, che è l’unica chiesa dove c’è una cupola ovale, con tanti dipinti meravigliosi, ed è conosciuto in tutta Europa.

I tuoi amici
I miei amici in genere sono colleghi di lavoro e la maggiore parte sono amici del mio amico.

Al supermercato 
Vivendo da sola non ho bisogno di tante cose. Da brava malgascia vado avanti a riso. La pasta non mi attira più di tanto e neanche la frutta, tranne il kiwi che da noi non c’è…. Lo trovo squisito. 

 Situazione politica del Madagascar  
Posso solo dire che mi dispiace. Non so come si vive lì adesso, a parte il fatto che il mio Madagascar si sta impoverendo sempre di più. Da fuori non posso dire niente. Perché giustamente, come alcuni commenti su alcuni siti che ho visto, c’è gente che ti può dire “torna qui a fare qualcosa”. “Se ami il tuo paese vieni qui e dai una mano”. Credo però che a questo punto ogni malgascio deve fare qualcosa, perché come si suol dire tante teste tante idee… credo che se ognuno nel suo piccolo incominciasse a fare qualcosa, tutti insieme produrranno qualche risultato positivo. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. 

La politica in Italia
Posso dire che non ci capisco niente!!! Ogni tanto guardo la tv, leggo i giornali… sento anche quello che dicono le persone, ad esempio sul lavoro ecc…. e mi dispiace anche in questo caso. Perché forse ho dell’Italia un’idea diversa, un paese civile, moderno, ricco di storia e di arte. E mi dispiace constatare che forse, si sta avviando poco a poco verso il livello del terzo mondo.   
      
Ti manca il tuo paese
 Certo che mi manca. Però, posso farti una confidenza? È difficile da spiegare. Qualcosa è cambiato. Quando sono lì, mi manca l’Italia, quando sono in Italia mi manca il Madagascar. Forse è il caso di pensare di vivere su Marte…A parte gli scherzi, forse dopo un po’ di anni, non stai bene da nessuna parte, perché se sei qui ti manca là. Se sei là ti manca qui... so solo che quando diventerò vecchia, se ci arrivo, vorrei invecchiare e morire nel mio paese. In Italia essere anziani vedo che non è facile. Specialmente se si è da soli. 

Orgogliosa
Sono innanzi tutto orgogliosa   della mia famiglia. Che mi ha cresciuta e che mi ha dato e insegnato tante cose che mi hanno permesso di vivere la vita che sto facendo adesso. Della forza morale che mi hanno dato i miei genitori, ma soprattutto del loro amore e affetto, che nonostante i dieci mila chilometri che ci separano, so che in qualsiasi momento che loro esistono e ci sono.

Di cosa hai bisogno per essere felice
Per essere felice? Mah… direi un luogo comune che vale per tutti: serenità e tranquillità. Come tutti direi che per essere felice avrei bisogno che tutte le cose che faccio vadano tutti per il verso giusto. Ma non è facile. Per cui ti dirò che per essere felice mi basta sentire la voce della persona che amo, mi basta un buon libro. Mi basta poter ballare con la musica che mi piace. Quando le persone alle quali voglio bene dicono che stanno bene, sono felice. E da lì, posso provare a rendere altre persone a essere felici. 

 Quanto ti svegli la mattina
Dico“Grazie. Mi hai permesso di svegliarmi per un altro giorno. La affido a te, dammi la forza per affrontarla nel miglior dei modi. Ma che sia fatta la Tua volontà, non la mia.”

  Hai un messaggio da comunicare
 Forza e coraggio che la vita è un passaggio, pieno di buchi come il formaggio svizzero… ma l’importante è rialzarsi e andare avanti.
Fidisoa Razafindrakoto


Le escursioni in Madagascar: ecco Nosy Tanikely!

Benvenuto sulla più grande isola del continente africano: il Madagascar!
Le sue coste misurano ben 5 mila chilometri e offrono ai turisti fondali magnifici popolati da pesci colorati, sabbia bianca e barriere coralline tutte da esplorare.
Il WWF ha dichiarato l’isola patrimonio ecologico del nostro pianeta, grazie al gran numero di riserve naturali, parchi ed oasi sul suo territorio. Ecco perché se cerchi una vacanza fatta di mare, sole e natura, il Madagascar è la tua mèta ideale. Troverai un clima magnifico tutto l’anno ad aspettarti, con temperature sempre intorno ai 25 gradi. Il carattere del popolo malgascio è altrettanto caldo e ospitale, i loro sorrisi sono solari e pieni di allegria. Perfino l’aria ti darà il benvenuto con i profumi tipici dell’isola, dalla cannella al pepe alla vaniglia.
Scegliendo una vacanza in Madagascar con Veratour, avrai l’opportunità di partecipare ad una serie di escursioni che ti porteranno a conoscere i piccoli e grandi tesori che questa terra meravigliosa è capace di offrire. Una di queste ti porterà sull’isola di Tanikely, dove ti aspetta lo splendido Parco Nazionale Marino.
I fondali protetti sono un vero e proprio spettacolo di vita multicolore, con la barriera corallina a poca distanza dalla spiaggia. L’escursione ha in programma una visita a Nosy Komba, l’isola dei lemuri, dove potrai vedere numerosissimi esemplari di Makako e acquistare una quantità di prodotti artigianali che vanno da oggetti in legno di palissandro ed ebano a statuette, tessuti, ricami e ceramiche tutti realizzati nei villaggi. L’isola è un gioiellino di origine vulcanica ricca di vegetazione tropicale dove i lemuri, le tartarughe giganti, i camaleonti e le volpi volanti vivono in armonia. A Nosy Komba si respira un’aria del tutto unica, con una natura incontaminata in perfetto equilibrio con le esigenze dei pochi esseri umani che la abitano. L’acqua cristallina ti permetterà di godere dei fondali sin nei pressi della riva, ma allontanandoti potrai trovare più in profondità altre meraviglie quali grosse cernie, conchiglie di ogni tipo, pesci pelagici e coralli neri. La magnifica spiaggia con palme, il mare invitante e la spiaggia da cartolina, saranno la garanzia per un soggiorno indimenticabile fatto di relax e divertimento.
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Reportage da Nosy Komba

Il sole nella notte

Eravamo in 12 Volontari alcuni alla prima esperienza, altri con tante altre volte alle spalle.

di Francesco Cimino

Tutti noi abbiamo avuto, come sempre, la grande possibilità d’incontrare il “nostro” Madagascar e di vedere ciò che di noi si vuole e si riesce a vedere. Tutti noi abbiamo avuto la possibilità di essere noi stessi, alcuni hanno scelto di continuare ad essere totalmente o almeno in parte trasparenti per non farsi vedere e soprattutto non vedere, altri invece hanno scelto di farsi invadere, di farsi adottare da quello che io definisco l’opportunità di vita che il Madagascar ti regala in ogni momento. Bene sono solo questi ultimi, a mio avviso, che hanno beneficiato di tutto ciò che un’esperienza come questa riesce a regalarti, solo questi Volontari hanno goduto in silenzio veramente di una tenera carezza o del sorriso illuminato di un bambino ed hanno anche sofferto per il pianto nascosto o le sofferenze antiche di tanti altri.
Perché, a mio avviso, l’essenza vera delle nostre Missioni è soprattutto questa e cioè i grandi protagonisti senza riflettori e senza pubblico sono loro “I BAMBINI”. Quei bambini “senza nome” che troppe volte in tanti Volontari dimenticano molto velocemente appena arrivano in Italia. E’ importante ed indispensabile invece che quei bimbi “senza nome” debbono essere incondizionatamente aiutati perché hanno bisogno ed appena riusciranno ad avere la condizione di camminare o correre verso una possibilità di vita migliore lo dovranno fare senza guardare indietro e senza dover dire neanche grazie ai loro momentanei e a volte disattenti benefattori avuti in prestito. Noi Volontari dovremmo lavorare per loro nell’ombra e senza mai apparire, dovremmo riuscire a restituire a più bambini possibili ciò che la vita ed il destino gli ha sempre tolto. Noi Volontari dovremmo riuscire a riempire di significato vero la nostra presenza in Madagascar e riempirla di significato e di utilità in modo assolutamente altruistico e senza nessun ritorno personale; dovremmo noi Volontari riuscire a lavorare ed essere Volontari veri con tanti sacrifici qui in Italia dedicando tante ore del nostro tempo a loro a quei bambini eroi che ogni volta che siamo in Madagascar riescono a farci piangere, a farci emozionare e soprattutto a farci sentire delle persone che riusciamo anche a vivere una vita vera. Questo è il vero segreto delle Missioni dove i bambini del Madagascar ti rapiscono e ti cambiano la vita e soprattutto ti possono insegnare a vivere. Tutti quei bambini “senza nome” ti fanno vedere che hai ancora la possibilità di ricominciare e per alcuni di noi iniziare a vivere rinunciando a tutte le maschere che ogni giorno nel nostro mondo sei obbligato a metterti.
 Ricordati che i sogni e le poesie più belle si leggono solamente negli occhi dei bambini.
A conclusione di queste mie iniziali riflessioni vi regalo un piccolo racconto popolare malgascio :
"Aza ataonao fitia ranon-tambo: be fihavy, ka mora ritra. Fa ataovy tahaka ny rano am-pasika: tsy nampizina hisy, ka nahazoana." (ohabolana malagasy)
"Che il vostro amore non sia come l’acqua di un torrente: scende in grande abbondanza ma ben presto sparisce. Sia invece come l’acqua nascosta nella sabbia: non ti aspetti che ci sia, ma se ne può sempre attingere."
Io mi auguro che tutti o almeno in tanti che sono venuti in tutti questi anni con la nostra Associazione in Madagascar, in oltre 13 anni sono stati circa 240 Volontari, abbiano lasciato e nascosto da qualche parte anche un piccolo pezzo del loro cuore e che abbiano voglia di ritornare per riprenderselo, portando con loro dall’Italia almeno un po’ di speranza concreta di possibilità di vita migliore a tutti quei bambini “senza nome” che ci stanno aspettando, loro non hanno bisogno di promesse che poi molte volte sono diventate bugie o rifiuti. Loro hanno bisogno solo di verità e di aiuto vero da parte di chi lo può effettivamente dare e fare. Immaginate solo se gli oltre 200 Volontari che hanno avuto la fortuna di venire in Madagascar insieme a noi avessero in qualche modo fatto qualcosa di concreto q1ui in Italia almeno solo per tutti quei bimbi che hanno accarezzato, abbracciato, vissuto o avuto in regalo un sorriso quante cose avremmo potuto fare in più come Associazione?? Sicuramente molte di più!! e sicuramente molti bimbi “senza nome” oggi forse avrebbero conquistato il diritto alla salute, alla scuola, al cibo e soprattutto alla vita. Non serve venire in Madagascar per fare il pieno di emozioni o per espiare qualcosa o ancora peggio come strumento terapeutico, serve andare in Madagascar per chi ha qualcosa da portare che ha raccolto, anche facendo l’elemosina, qui in Italia; noi Volontari dobbiamo essere solamente degli strumenti affinché i nostri figli “senza nome” possano avere la speranza per una vita migliore.

Torniamo alla Missione e a ciò che è successo. Ma cosa abbiamo fatto in questi venti giorni? Tante cose e realizzati tutti i Progetti programmati ma soprattutto si sono aggiunte ed arricchite, durante il nostro lavoro nella grande isola rossa, di tante altre possibilità che potranno modificare e migliorare per il futuro la nostra Associazione. Abbiamo operato i bimbi provenienti da diverse zone del Madagascar affetti da gravissime malformazioni agli arti inferiori dipendente da grave malnutrizione. Ormai i bimbi che ad oggi sono stati operati superano le 300 unità. E’ un dato incredibile se si pensa a tutte le difficoltà che siamo obbligati a superare quotidianamente in Madagascar. Tutti questi bimbi “senza nome” dopo un lungo periodo di fisioterapia e dopo aver subito almeno uno, in molti casi due interventi chirurgici, ora camminano con la soddisfazione ed il sorriso di chi ha conquistato la possibilità dell’autonomia. Legato a questo Progetto abbiamo sviluppato e concluso altri due importanti Progetti. Abbiamo siglato una convenzione con l’Università del Madagascar – Facoltà di Medicina per costituire una equipe chirurgica di ortopedia pediatrica itinerante mista, formata da personale sanitario malgascio ed italiano, che possa operare dove vi è richiesta e dove ci saranno le condizioni di base per attuare gli interventi chirurgici. In Madagascar uno dei problemi principali da superare sono soprattutto gli spostamenti dei pazienti, molte volte questo è il problema vero per non riuscire ad operare dei bambini che invece hanno grande necessità assoluta di cure. Con questo progetto saremo noi tecnici a spostarci dal Nord al Sud in una programmazione che verrà attuata e che terrà conto delle richieste che ci arriveranno.

Il secondo Progetto è legato alla nostra giovane Volontaria Stella che ha deciso, dopo un anno intero di Volontariato già trascorso in una Missione del Nord del Madagascar, di proseguire la sua esperienza di Volontariato e di intraprendere un percorso di studio sempre in Madagascar per diventare una Fisioterapia. Siamo riusciti a definire un accordo con l’Università di Antananarivo Facoltà di Medicina per accettare Stella come studentessa del Corso Universitario di Fisioterapista. Stella quando avrà ultimato il suo percorso di studio tratterà tutti i nostri bimbi “senza nome” che saranno operati. Per tutti i nostri Progetti legati all’infanzia la scelta autonoma fatta dalla nostra giovane Volontaria, appena 25 anni, è di grande valore, di grande supporto e di grande esempio per tutti noi. Quindi grazie Stella. Stella quando mi ha comunicato la sua decisione mi ha anche detto che voleva rimanere in Madagascar perché aveva capito che aveva molto da dare ancora e che questo suo sentire era sufficiente per farla rimanere ancora in Madagascar. A Stella desidero regalare e dedicare una poesia che secondo me riesce ad esprimere molto bene e fare capire a tanti altri il senso vero della sua scelta e dei miei sentimenti verso questa importante scelta di vita: Ti auguro tempo. Non ti auguro un dono qualsiasi, ti auguro soltanto quello che i più non hanno. Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa. Ti auguro tempo, per il tuo Fare e il tuo Pensare, non solo per te stessa, ma anche per donarlo agli altri. Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre, ma tempo per essere contenta. Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo, ti auguro tempo perché te ne resti: tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guardarlo sull’orologio. Ti auguro tempo per toccare le stelle e tempo per crescere, per maturare. Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare. Ti auguro tempo per trovare te stessa, per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono. Ti auguro tempo anche per perdonare. Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

Abbiamo concluso il Progetto e firmato il contratto per la costruzione dei bagni presso il plesso scolastico di Mahasoa con oltre 600 alunni. Lidio vi racconterà in modo più preciso con un suo articolo tutto il Progetto; io voglio solamente ringraziare tutti gli amici Volontari della sede di Vittuone che insieme a Roberto Leoni della Sede di Modena hanno lavorato affinché questo Progetto partisse. Questo per la nostra Associazione è il primo esempio dove una sede periferica si fa carico della raccolta fondi e del coordinamento dei lavori per la realizzazione di un importante Progetto. Nei prossimi giorni partirà per il Madagascar un container con tutti i materiali che siamo riusciti a trovare in Italia per la realizzazione dei Servizi Igienici del Plesso scolastico della Missione di Mahasoa, quindi grazie a tutti i nostri donatori. Se tutto andrà come stabilito e firmato a marzo 2014 riusciremo ad inaugurare l’opera e gli oltre 600 bambini che vanno a scuola potranno avere anche dei Servizi Igienici decorosi a disposizione. Quindi grazie a Piera, Lidio, Emanuela, Giuliano e tanti altri Volontari che hanno permesso, con il loro importante lavoro, che questo Progetto potesse partire.
Il Progetto Ilena sta andando bene. Come molti di voi ricorderanno Ilena era un Villaggio dei lebbrosi e delle loro famiglie, era un Villaggio assolutamente abbandonato ed evitato da tutti, anche dalla gente del luogo, proprio perché erano lebbrosi. Oggi è diventato un Villaggio modello dove, ad esempio, nelle scuole realizzate il 50% degli alunni vengono dai villaggi vicini, oggi Ilena non vive più l’isolamento ed ha le condizioni potenziali di sviluppo sicuramente di grande interesse futuro. Tante sono le attività già presenti o in cantiere, tante idee ed ancora tanti problemi da risolvere, ma io sono sicuro che INSIEME ancora tantissimo sarà possibile fare e realizzare ad Ilena tanti altri bellissimi “sogni”. Elisa vi racconterà in un suo articolo nel dettaglio l’avanzamento di questo Progetto.
Il Rex, ricorderete sicuramente è il primo Centro Materno – Infantile creato in Madagascar, il Centro dove vengono eseguiti i test per la diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero e tra poco si inizierà con lo Screening preventivo mammografico. Il Rex è ormai una splendida ed entusiasmante realtà. Ci lavora un’equipe giovane, affiatata, con molto entusiasmo e con tante motivazioni. Da qualche mese il Centro è coordinato da un nuovo Responsabile che ha saputo dare entusiasmo e slancio a tutta l’equipe. Ormai si è arrivato ad oltre 5.000 donne esaminate e calcolando che siamo in Africa dove parlare di Prevenzione è molto difficile vi assicuro che è un successo smisurato e senza precedenti. Oltre alla prevenzione vengono eseguite anche le colposcopie, la chirurgia ginecologica ed alcune chemioterapie. Purtroppo la percentuale di donne positive è altissima e questo ci obbliga anche da un punto di vista etico e morale a proseguire in questo grandissimo ed importante Progetto. Tra poche settimana sempre dal Rex di Fianarantsoa prenderà avvio il Progetto dell’Unità Mobile. Con questo mezzo ci si pone l’obiettivo di arrivare nei villaggi più disagiati e più lontani dispersi nella campagne e nelle foreste dell’ Isola per andare ad eseguire gli esami preventivi alle donne. L’Unità Mobile è attrezzata con apparecchiature molto moderne e lavorerà con un sofisticato sistema digitale all’avanguardia. Sull’unità mobile troveranno sistemazione un ecografo, un mammografo e si potranno eseguire i Pap Test e l’HPV – Test. Tutti gli esami attraverso un moderno ed avanzato sistema satellitare di telemedicina gli esami eseguiti potranno essere trasferiti, letti e refertati in poco tempo in diversi Centri Diagnostici Universitari o Centri Sanitari di alto livello sia in Europa che in America che a turno saranno collegati con l’Unità Mobile. Intanto l’esperienza pilota che si sta ormai consolidando al Sud si sta sviluppando anche al Nord del Madagascar ed anche in questo secondo Centro si stanno già riportando importanti risultati. Per ultimo siamo riusciti ad ottenere di far frequentare altri due medici malgasci, sono due Dottoresse, il Master di Citologia ginecologica presso l’Istituto di Anatomia Patologica della Facoltà di Medicina dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Le due Dottoresse saranno seguite a Modena dalla nostra Associazione e vi rimarranno per un anno, che sarà il periodo di durata del Master. Con queste due nuove Dottoresse saranno ben 5 Dottori ma soprattutto Dottoresse che sono stati formati presso l’Università di Modena. Sicuramente il Progetto Oncologico è importantissimo non solo per il Madagascar ma anche per tutta l’Africa e noi siamo molto orgogliosi ed onorati di essere tra i principali Partner della Fondazione Akbaraly che ha la titolarità primaria di tale Progetto. Per tutto quello che finora si è realizzato e per tutto quello che ancora sarà nel futuro io voglio ringraziare pubblicamente una donna meravigliosa che ho l’onore ed il privilegio di esserne suo fraterno e sincero amico, mi riferisco a Cinzia Catalfamo che è il Presidente e la Fondatrice della Fondazione Akbaraly.
Altra importante notizia da riportare è la nomina di Corrado Cimino, un nostro Volontario, a ricoprire la carica di Direttore Generale della Fondazione Akbaraly. E’ un ruolo di grande responsabilità e di gravosi impegni, ma noi siamo certi che il nostro Volontario riuscirà a portare il suo contributo e a fare in modo che la Fondazione possa ottenere i migliori risultati e successi possibili. Auguri a Corrado quindi e alla Fondazione affinché insieme possano fare un lungo e bellissimo cammino pieno di grandi conquiste.
Per ultimo vi sono le attività svolte al Nord. Insieme a Padre Bruno e a tutta l’equipe tecnica abbiamo verificato i lavori dell’erigendo grande Ospedale di Mahaganja (120 posti letto). Abbiamo fatto alcune correzioni al Progetto e verificato molte questioni tecniche. Qui la maggior parte dei lavori è stata eseguita, gestita e coordinata dal nostro Volontario Geometra Roberto Leoni a cui è stata affidata la Progettazione e la Direzione dei lavori. A lui sicuramente va il mio personale ringraziamento per quello che sta facendo. I lavori stanno procedendo speditamente, sono state fatte tutte le fondazioni del primo stralcio e tra qualche giorno inizieranno a costruire i muri. E’ stata davvero una grande emozione vedere che un altro grandissimo sogno si sta realizzando. E’ importantissimo l’aiuto di tutti per andare avanti ed io spero che siano in tanti a volere sognare con noi per realizzare questo importante struttura.
Tante altre cose, forse meno importanti, sono state fatte e forse in questo momento non verranno ricordate. Ma è pur vero che forse è impossibile ricordare tutto, perché il tutto in Madagascar molte volte è fatto di grandi emozioni o di tante altre cose simili che non si riesce a raccontare, ma si debbono solamente e semplicemente vivere. Una sola cosa per finire invece vi voglio raccontare e regalare. Un mio amico malgascio che conosco da molto tempo mi ha regalato una sua foto che ha intitolato “Il sole nella notte”. Nella foto si vede il sole che tramonta tra tante nuvole nere ed i suoi raggi sembrano squarciare ed illuminare la notte ed un buio grande ed infinito. Il mio amico mi ha detto che quando ha fatto quella foto ha pensato a noi Volontari e alla nostra Associazione perché secondo lui tutti noi siamo come quel sole che riesce a portare la luce dove c’è buio !! Questo è stato tra i regali più belli e più importanti che io abbia mai ricevuto in vita mia.
Francesco Cimino
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Arrivare a Nosy Komba tra le meraviglie del Madagascar


Partiamo da Milano con volo diretto per Nosy Be la perla dell’arcipelago del Madagascar.
Dopo avere trascorso le 10 ore di volo ammirando l’immensa distesa del Sahara distratti solo dalle gentili hostess che ci rimpinguano con i pasti serviti a bordo, atterriamo a Nosy Be.


Nel porticciolo di Nosy Komba incontriamo Fabrizio Franco, titolare del Maki Lodge che è venuto ad accoglierci. Veniamo subito a sapere le sue origini italiane e che per lui  fare l’albergatore  è una tradizione di famiglia.
Ci soffermiamo al bar per  gustare il delizioso cocktail 'ti'punch' di benvenuto con una buona musica in sottofondo per non coprire il rumore del mare.
I  cinque bungalows orientati verso il mare con una vista straordinaria sulle isole vicine e sulla riserva di Lokobe, sono molto accoglienti con letto a baldacchino, cassaforte, bagno con doccia, la presa elettrica e copertura per cellulare, e dispongono inoltre di una piccola terrazza privata. 
Dopo una doccia ristoratrice andiamo al ristorante dove lo chef ci propone una lista di vini internazionali e un menù a base di aragoste alla griglia, spiedini di gamberi, seppie, granchi oltre ad una lista di piatti malgasci e creoli.

Organizziamo subito le escursioni che faremo nei giorni successivi e abbiamo solo l’imbarazzo delle scelta delle varie isole tra Nosy Iranja, Nosy Tanikely, il giro dell’isola ecc.
Il nostro tempo libero trascorre in fretta impegnati  con trecking, snorkeling, pesca d’altura e immersioni. È veramente una vacanza di quelle che non si dimenticano facilmente.Una vacanza da raccontare agli amici, che creperanno dall’invidia.Il resto è tutto da scoprire!
Fabrizio Franco è nato a Roma,  ma  i suoi genitori subito dopo la sua nascita si sono trasferiti in Madagascar per la gestione di un Hotel, e il padre di Fabrizio nello stesso posto, dove adesso sorge il Maky Lodge aveva aperto un ristorante che era molto frequentato dai turisti dell’albergo che gestiva e dai visitatori di Nosy Komba.
Fabrizio per onorare la memoria dei genitori da pochissimi anni ha costruito questo Lodge che rappresenta il posto ideale per una vacanza rilassante ed esclusiva.

Gli abitanti di Nosy Komba sono dei grandi bricoleurs, cioè cercano di fare di tutto e  nell’artigianato mostrano la loro fantasia e molteplicità.

 info@lemakilodge.com

http://www.lemakilodge.com


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Vescovi del Madagascar: «Attenti a chi ci vuole comprare in cambio dell’ideologia “gender”»

Nel messaggio scritto a conclusione dell’Anno della fede la denuncia all’Occidente «che ci vuole comprare: cedere sarebbe come suicidarsi»
«La legge morale è degradata fino all’eliminazione della vita stessa» e «il radicarsi fra noi dell’ideologia “gender” è la cosa più inquietante». È il messaggio che i vescovi della Conferenza episcopale del Madagascar hanno scritto a conclusione dell’Anno della fede, chiarendo che la colpa è «dell’attitudine ambigua della comunità internazionale che sfrutta la nostra debolezza».
SOVRANITA’ CALPESTATA. 
Le parole forti dei vescovi non giungono a caso. Il 20 dicembre si terranno le elezioni presidenziali e il Madagascar sta attraversando una grave crisi culturale e economica. «Non vendete il Paese. (…) Non lasciate che la sovranità della nostra nazione sia calpestata», hanno continuato. «Non rimaniamo sedotti dall’effimero, non rigettiamo la saggezza dei nostri antenati. Non facciamoci sviare dagli slogan che cercano di oscurare la nostra fede. Continuate a pregare per la pace», perché «possono chiamarla uguaglianza, ma qui c’è in gioco l’essenza della persona umana, la creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio, che vogliono mettere fuori legge».
DIRITTI AI PIU’FORTI. 
Anche la responsabilità del divario crescente fra ricchi e poveri e della disgregazione sociale viene attribuita alla globalizzazione occidentale che «ha calpestato i valori negando la vera “Fihavanana”, alla base della storia della nostra nazione, cultura, economia». Fihavanana è la parola con cui si indica la solidarietà presente nel tessuto sociale malgasci come recita uno dei proverbi più popolari dell’isola: «Le relazioni sono più importanti dei soldi». Oltre alla divisione fra ricchezza e povertà estrema, anche «l’insicurezza è crescente e le persone sono sempre meno protette, stiamo andando verso uno Stato senza leggi, in cui solo il più forte ha il diritto dalla sua parte» e «la nostra solidarietà è stata così intaccata che non è più possibile per i malgasci incontrarsi per dialogare fraternamente e risolvere i problemi».
Secondo i vescovi piegarsi ulteriormente a chi vuole comprare il Madagascar sarebbe come «procurarsi un suicidio collettivo, distruggeremmo il paese con le nostre mani». Per questo, «nonostante tutto ciò, dobbiamo aspirare a una nuova vita, (…) abbiamo un dovere solenne da portare a termine: costruire da noi il nostro futuro, mano nella mano».
@frigeriobenedet Benedetta Frigerio
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Reportage da Antananarivo-Madagascar


La Chiesa cattolica in Madagascar tra povertà intollerabile e caos politico e morale




Un assaggio di Madagascar: cucina tradizionale e un tocco di vaniglia

Spiagge paradisiache e natura rigogliosa, questo è il Madagascar. Ma c’è molto di più. Tra un tramonto mozzafiato e una lotta malgascia, pratica spettacolare mantenuta soprattutto nei villaggi costieri, l’isola è tutta da assaggiare.

La gastronomia locale è tipica dei Paesi tropicali, ma con un tocco asiatico. Il Madagascar, infatti, è sempre stato crocevia della navigazione commerciale oltre ad avere un mix di 18 diverse etnie, provenienti dalla vicina Africa ma anche dall’Oceania, dall’Asia e i Paesi occidentali colonizzatori.  Il 75% della popolazione malgascia vive in zone rurali praticando l’agricoltura, che fa parte della vita quotidiana e rappresenta uno degli aspetti più interessanti dell’isola. Per questo è impossibile parlare di abitudini gastronomiche senza menzionare il riso, la principale coltivazione del Paese. Si fanno due raccolti all’anno, a gennaio e ad aprile, che vengono celebrati con riti e feste. Le risaie rendono il paesaggio magico e suggestivo, creando un mosaico che cambia colore in base alla stagione. A differenza di altre culture, qui il riso non è visto come accompagnamento di altri alimenti, ma rappresenta il pasto vero e proprio a cui si affiancano carni, verdure o pesce. L’acqua di cottura del riso un po’ bruciacchiato, chiamata ranovola, viene addirittura utilizzata come bevanda durante i pasti e, per il suo colore ambrato, viene scherzosamente chiamata anche whisky malgache.
Il Madagascar è il primo produttore di vaniglia, spezia che iniziarono a utilizzare per primi gli Atzechi. Quella prodotta nella Riserva Naturale di Manarara è presidio Slow Food.  L’impollinazione avviene manualmente: le liane fioriscono tra i mesi di settembre e gennaio e tutte le mattine i produttori impollinano  i boccioli a mano con uno stecchino. Dopodiché i fiori si trasformano in lunghe capsule di colore verde chiaro, inodori e piene di semi. Ma il morbido e profumato baccello nero si ottiene dopo un lungo lavoro di trasformazione. Appena raccolti, i baccelli verdi vengono immersi in acqua calda, segue quindi l’essiccazione al sole: per un mese intero ogni giorno i baccelli sono distribuiti sul drape à vanille sopra graticci in canne ed esposti al sole per 2-3 ore. In questo modo le bacche rilasciano umidità e alcuni enzimi endemici, che liberano la principale componente aromatica: la vanillina. La preparazione della vaniglia si conclude all’interno di piccoli magazzini appositi, dove i baccelli vengono sistemati su scaffalature di legno, controllati regolarmente e selezionati. Dal momento dell’essiccazione fino al termine della trasformazione, i produttori massaggiano i singoli baccelli con le dita per distenderli.
Il piatto nazionale, però, è il romazava: uno stufato di carne, per tradizione di zebù, servita con riso e brodo.

Ecco la ricetta:
Ingredienti: 1 cucchiaio di olio vegetale, 225 gr. di bistecche di manzo stufate o brasate, 2 cipolle, 3 spicchi d’aglio, sale e pepe q.b, acqua fredda, 225 gr. di spalla o zampa di maiale, 2 petti di pollo, 1 pezzo da 5 cm ca. di zenzero fresco, 4 grossi pomodori 450 gr. di spinaci freschi, pasta di peperoncino.
Scaldare l’olio in una grossa casseruola, aggiungere il manzo tagliato a cubetti e rosolarla per un paio di minuti. Aggiungere le cipolle e l’aglio tritati e mescolare per qualche minuto. Coprire la carne con acqua fredda sufficiente, condire con sale e pepe e portare a ebollizione. Quando inizia a bollire, abbassare il fuoco, coprire con un coperchio e lasciare sobbollire per 20 minuti. Aggiungere quindi il maiale, tagliato a cubetti, miscelare bene e continuare la cottura per altri 30 minuti aggiungendo altra acqua se necessario. Aggiungere i pezzi di pollo, mescolare bene e continuaree a cuocere per 15 minuti, ancora una volta controllando il livello dell’acqua e aggiungendone se necessario. A questo punto mettere i pomodori, lo zenzero e il peperoncino nella pentola e cuocere il tutto per altri 10 minuti. Incorporare, infine, gli spinaci sminuzzati e cuocere fino a che le foglie si siano appassite.
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