Sette nuovi santi sono stati
proclamati da Benedetto XVI in piazza San Pietro. La cerimonia di
canonizzazione ha avuto luogo prima di una grande messa concelebrata dal Papa
insieme a numerosi cardinali e a 400 vescovi di tutto il mondo: i 262 che sono
riuniti in Vaticano per il Sinodo e quelli giunti dai paesi dove hanno vissuto
questi testimoni del Vangelo. E' diventata santa, cosi', la prima santa
pellerossa della storia, Caterina Tekakwitha, una giovane squaw, cioe'
un'indiana d'America. Il suo nome spicca nell'elenco letto - prima della
formula di canonizzazione che competeva al Papa - dal cardinale Angelo Amato,
prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Subito dopo sono state
portate all'altare posto sul sagrato della Basilica di San Pietro le reliquie dei
canonizzati, le cui immagini sono esposte sulla facciata esterna. Tra essi ci
sono anche due martiri: padre Giacomo Berthieu, gesuita francese innamorato di
Dio e del popolo malgascio, ucciso per la sua fede nel 1896, in un piccolo
villaggio del Madagascar. Lo stesso destino toccato due secoli prima, nel 1672,
a Pietro Calungsod, laico catechista, originario delle Filippine e morto
martire a 18 anni nell'Arcipelago delle Marianne.
Nella
stessa cerimonia - alla quale hanno partecipato circa 40 mila fedeli - e' stata
elevata dal Papa alla gloria piu' alta anche la religiosa spagnola Maria Carmen
Salles y Barangueras. Davanti alla realta' delle prostitute e delle detenute,
nacque in lei l'idea che per salvare le giovani da questi sventurati destini
avrebbe dovuto prepararle sin dal principio, come dal principio era era stata
preservata dal peccato Maria Immacolata. Nell'elenco dei nuovi santi che il
Pontefice tedesco ha proclamato questa mattina ci sono anche due sue
connazionali: Barbara Cope, suora del Terz'Ordine di San Francesco di Syracuse,
meglio conosciuta come "Madre Marianna di Molokai", dal nome del
famigerato lebbrosario delle Hawai, dove si dedico' coraggiosamente ai malati e
mori' nel 1918, e Anna Schaffer, laica bavarese testimone dell'amore di Cristo
dal letto di sofferenza morta nel 1925. Infine e' diventato santo anche il
sacerdote bresciano Giovanni Piamarta, vissuto a cavallo tra l'800 e il '900,
fondatore di istituti religiosi e opere sociali come quella degli artigianelli,
e della casa editrice Queriniana che ancora oggi pubblica opere teologiche
importanti, tra le quali il best seller "Introduzione al
cristianesimo" di Joseph Ratzinger, un manuale sul quale si sono formate
intere generazioni. (AGI)
Fonte Radio Vaticana
La
testimonianza del nuovo Santo, Giacomo Berthieu, uomo di preghiera, pastore,
missionario martire in Madagascar
Il Beato Padre Giacomo Berthieu (1838-1896), gesuita
francese, missionario e martire in Madagascar, è stato canonizzato domenica 21
ottobre, Giornata Missionaria Mondiale. Per l’occasione, il Superiore Generale
della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolás, ha scritto una lettera a tutta
la Compagnia, pervenuta anche all’Agenzia Fides. Dopo aver richiamato gli eventi
ecclesiali di quest'anno, il Padre Generale aggiunge: “Per la Compagnia questo
anno 2012 è quello della Congregazione dei Procuratori che si è svolta in
luglio a Nairobi (vedi Fides 6/7/2012 e 18/7/2012); la vitalità apostolica
delle Province dell'Africa e del Madagascar, riunite nel JESAM, e la rinnovata
presa di coscienza del sentire cum Ecclesia ci invitano a ricevere con fervore
la testimonianza di Giacomo Berthieu".
Dopo aver ripercorso le principali tappe della vita del santo e ricordato il suo martirio, P. Nicolás sottolinea alcune caratteristiche della sua vita come missionario, uomo di preghiera e pastore. "Il dono totale e cosciente della sua vita a Cristo è la chiave del suo impegno. In mezzo alle prove ha conservato il buon umore, l'affabilità, l'umiltà e lo spirito di servizio. Citava volentieri il Vangelo 'non temete coloro che uccidono il corpo, ma quelli che possono farvi perdere l'anima' (Mt 10,28). Nella sua catechesi parlava spesso della risurrezione dei morti. I fedeli hanno tenuto a memoria questa frase: 'Anche se sarete mangiati da un caimano, risusciterete!'." Il Superiore Generale conclude: "Che lo Spirito Santo ci conceda di mettere in azione le opzioni di Giacomo Berthieu: l'esigenza della missione che lo porta verso un altro paese, un'altra lingua e un'altra cultura; l'attaccamento personale al Signore espresso nella preghiera; lo zelo pastorale, che è allo stesso tempo amore fraterno dei fedeli che gli sono affidati e l'esigenza di condurli più avanti nella vita cristiana; ed infine il dono della sua vita spesa fino alla morte che lo ha configurato definitivamente a Cristo".
Giacomo Berthieu nacque in Francia, a Polminhac, il 26 novembre 1838 e morì martire ad Ambiatibé (Madagascar) l'8 giugno 1896. Dopo gli studi fu ordinato sacerdote nel 1864 e per nove anni fu vice-parroco a Roanne. Nel 1875 fu inviato missionario nel Madagascar, sull'isola di Santa Maria, dove lavorò fino al 1881, quando venne costretto a lasciare questo luogo in seguito ai decreti emanati dal governo francese. Si recò quindi a Tamatova, poi a Tananarive, da dove venne inviato nella missione di Ambohimandroso. Nel 1894, quando scoppiò la seconda guerra dei malgasci contro la Francia, si trovava ad Andrainarivo. Fu catturato dagli insorti mentre accompagnava i suoi cristiani sfollati dai villaggi. Invitato varie volte ad abbandonare la fede, egli si rifiutò e i pagani, irritati, lo uccisero e gettarono il suo cadavere nel fiume Mananara. Venne beatificato da Papa Paolo VI il 17 ottobre 1965. (SL) Fonte: Agenzia Fides
Dopo aver ripercorso le principali tappe della vita del santo e ricordato il suo martirio, P. Nicolás sottolinea alcune caratteristiche della sua vita come missionario, uomo di preghiera e pastore. "Il dono totale e cosciente della sua vita a Cristo è la chiave del suo impegno. In mezzo alle prove ha conservato il buon umore, l'affabilità, l'umiltà e lo spirito di servizio. Citava volentieri il Vangelo 'non temete coloro che uccidono il corpo, ma quelli che possono farvi perdere l'anima' (Mt 10,28). Nella sua catechesi parlava spesso della risurrezione dei morti. I fedeli hanno tenuto a memoria questa frase: 'Anche se sarete mangiati da un caimano, risusciterete!'." Il Superiore Generale conclude: "Che lo Spirito Santo ci conceda di mettere in azione le opzioni di Giacomo Berthieu: l'esigenza della missione che lo porta verso un altro paese, un'altra lingua e un'altra cultura; l'attaccamento personale al Signore espresso nella preghiera; lo zelo pastorale, che è allo stesso tempo amore fraterno dei fedeli che gli sono affidati e l'esigenza di condurli più avanti nella vita cristiana; ed infine il dono della sua vita spesa fino alla morte che lo ha configurato definitivamente a Cristo".
Giacomo Berthieu nacque in Francia, a Polminhac, il 26 novembre 1838 e morì martire ad Ambiatibé (Madagascar) l'8 giugno 1896. Dopo gli studi fu ordinato sacerdote nel 1864 e per nove anni fu vice-parroco a Roanne. Nel 1875 fu inviato missionario nel Madagascar, sull'isola di Santa Maria, dove lavorò fino al 1881, quando venne costretto a lasciare questo luogo in seguito ai decreti emanati dal governo francese. Si recò quindi a Tamatova, poi a Tananarive, da dove venne inviato nella missione di Ambohimandroso. Nel 1894, quando scoppiò la seconda guerra dei malgasci contro la Francia, si trovava ad Andrainarivo. Fu catturato dagli insorti mentre accompagnava i suoi cristiani sfollati dai villaggi. Invitato varie volte ad abbandonare la fede, egli si rifiutò e i pagani, irritati, lo uccisero e gettarono il suo cadavere nel fiume Mananara. Venne beatificato da Papa Paolo VI il 17 ottobre 1965. (SL) Fonte: Agenzia Fides
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