Un altro avvenimento significativo degli ultimi tempi, che volevo raccontarvi, è
la morte di Martial il ray aman-dreny di Ambokala. Lo chiamavamo “chef de Region”perché ha lo
stesso nome del ricco e prepotente capo della Vatovavy- Fitovinany (la nostra
regione) al potere dopo il colpo di stato del 2009.
Ma in comune hanno solo il nome. Il nostro Martial era un uomo di età imprecisata (alcuni parlavano di 100 anni…), molto povero, supersolitario, che si era scelto come dimora la baracca più disastrata di Ambokala. Niente porte, né finestre, né pavimento…solo tante e tante pulci. Non ha mai accettato di abitare con nessuno(onestamente non c’era la fila…) e non abbiamo mai visto nessuno che lo venisse a trovare in questi ultimi anni…Da quando è stata aperta la cantine era diventato un po’ più socievole, se non altro perché nel ritirare il cibo aveva qualche contatto umano ...era il primo a ricevere la sua razione e ringraziava sempre. Ultimamente non camminava quasi più e si appisolava dovunque, anche sotto il sole cocente. Accettava di farsi portare il cibo dai vicini di stanza e di farsi lavare dagli scout e da una sola gardmalade, M.me Paoline .
Quando è morto aveva addosso 6 maglie … tolte quelle sarà pesato 30 kg. L’abbiamo lavato, rivestito a festa ed avvolto in 2 teli e in due stuoie, come è tradizione quaggiù. Poi è stato deposto in una stanza mezza scoperchiata, perché le altre erano tutte piene..è stata accesa una candela e malati e gardmalades hanno cominciato i turni di veglia. Non è mancata neanche la pioggia notturna che batteva sulle stuoie ... Abbiamo cercato invano i suoi parenti e fatto un annuncio per radio perché si presentasse qualcuno del suo gruppo etnico (lui è originario del sud di Vangaindrano,molto lontano da qui) per dirci cosa fare. Purtroppo non c’è stata risposta e allora il terzo giorno noi di Ambokala, i suoi ‘parenti ‘degli ultimi anni, con il prete omonière abbiamo fatto un piccolo funerale all’ ospedale…qualunque fosse la sua fede…. Le mie compagne di Manakara, Chiara, Cecilia e Giulia c’erano tutte. Tanti malati hanno partecipato e sono stati proprio loro: Gy, Pascalin, Arsene, Pascal, Mahasitrà e gli altri a scavare la fossa. Poi è stato il turno delle donne: hanno creato un sofficissimo letto di foglie su cui è stato adagiato il corpo. ” Martial non ha mai avuto un giacilio così accogliente “pensavo io.
Il terreno in cui l’abbiamo sepolto è stato donato (da qualcuno molto avanti …)per tutti quei malati che non hanno tanin-drazana su questa terra, cioè che, una volta morti, nessuno viene prendere : soprattutto tubercolotici, lebbrosi e malati mentali … Ci sono tanti mucchietti di terra dentro ad una piccola foresta .Sono tutti anonimi. “Tanto il Signore li conosce per nome , meglio di tutti gli altri “…pensavo io.
Ma in comune hanno solo il nome. Il nostro Martial era un uomo di età imprecisata (alcuni parlavano di 100 anni…), molto povero, supersolitario, che si era scelto come dimora la baracca più disastrata di Ambokala. Niente porte, né finestre, né pavimento…solo tante e tante pulci. Non ha mai accettato di abitare con nessuno(onestamente non c’era la fila…) e non abbiamo mai visto nessuno che lo venisse a trovare in questi ultimi anni…Da quando è stata aperta la cantine era diventato un po’ più socievole, se non altro perché nel ritirare il cibo aveva qualche contatto umano ...era il primo a ricevere la sua razione e ringraziava sempre. Ultimamente non camminava quasi più e si appisolava dovunque, anche sotto il sole cocente. Accettava di farsi portare il cibo dai vicini di stanza e di farsi lavare dagli scout e da una sola gardmalade, M.me Paoline .
Quando è morto aveva addosso 6 maglie … tolte quelle sarà pesato 30 kg. L’abbiamo lavato, rivestito a festa ed avvolto in 2 teli e in due stuoie, come è tradizione quaggiù. Poi è stato deposto in una stanza mezza scoperchiata, perché le altre erano tutte piene..è stata accesa una candela e malati e gardmalades hanno cominciato i turni di veglia. Non è mancata neanche la pioggia notturna che batteva sulle stuoie ... Abbiamo cercato invano i suoi parenti e fatto un annuncio per radio perché si presentasse qualcuno del suo gruppo etnico (lui è originario del sud di Vangaindrano,molto lontano da qui) per dirci cosa fare. Purtroppo non c’è stata risposta e allora il terzo giorno noi di Ambokala, i suoi ‘parenti ‘degli ultimi anni, con il prete omonière abbiamo fatto un piccolo funerale all’ ospedale…qualunque fosse la sua fede…. Le mie compagne di Manakara, Chiara, Cecilia e Giulia c’erano tutte. Tanti malati hanno partecipato e sono stati proprio loro: Gy, Pascalin, Arsene, Pascal, Mahasitrà e gli altri a scavare la fossa. Poi è stato il turno delle donne: hanno creato un sofficissimo letto di foglie su cui è stato adagiato il corpo. ” Martial non ha mai avuto un giacilio così accogliente “pensavo io.
Il terreno in cui l’abbiamo sepolto è stato donato (da qualcuno molto avanti …)per tutti quei malati che non hanno tanin-drazana su questa terra, cioè che, una volta morti, nessuno viene prendere : soprattutto tubercolotici, lebbrosi e malati mentali … Ci sono tanti mucchietti di terra dentro ad una piccola foresta .Sono tutti anonimi. “Tanto il Signore li conosce per nome , meglio di tutti gli altri “…pensavo io.
Alla fine ci sarebbe voluta, secondo la tradizione, toaka
gasy per tutti.. ma abbiamo pensato di sostituirla con un buon tè caldo..niente
contro la tradizione, ma il rhum non va
d’accordissimo con i neurolettici
..
Contenta di condividere qualcosa della nostra vita qui con
tutti voi.
Vi abbraccio!
Erri
Fonte: http://ilsicomoro.jimdo.com
un racconto commovente, caratterizzato dalla dolcezza disarmante e dalla semplicità delle genti del Madagascar, che ci manca tantissimo...
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