Fedy avrà 20
anni, l’abbiamo trovata in giro per Manakara
e ormai sono 8 mesi che è qui.
Nessuno ha mai visto un suo parente.
Ogni giorno mi corre incontro con un sorriso:“Inty ny namako”che significa
“Ecco la mia amica” . Poi mi regala qualche frutto acerbo e via a
chiedermi quando la accompagno a casa,
quando la rimanderemo in taxibrousse dalla sua famiglia … gli ultimi 5 mesi
passati a progettare con chi e come tornare a casa. Ad un certo
punto le era anche venuta un’idea: “ Inviatemi per radio “, supplicava me e
Victor ” Ma non possono inviare per
radio le persone”, gli rispondeva Eugenie, un’altra ammalata. “ Forse si può inviare il tuo spirito,
ma prima devi morire …”aggiungeva sempre Eugenie. ”Allora no” si convinceva
Fedy, ”Aspetto qui”.
Adesso dice che saranno i suoi a venire qui a prenderla e non c’è nulla che la faccia più contenta che immaginare il momento in cui i suoi genitori arriveranno . ”Cosa diranno quando vedranno una vasah..quando vedranno le suore, quando vedranno che bei vestiti che porto(???...), quando vedranno come sono guarita, come so intrecciare stuoie..”fantastica sempre Fedy. .Ha già insegnato a tutti noi i nomi di suoi fratelli: Blaise è quello più alto, Jean Alfred quello zoppo.. non vuole che ci confondiamo con i nomi quando arriveranno, dobbiamo essere tutti pronti. E’ già tutto programmato: ci si saluta e poi sta a noi, ad ognuno di noi ‘ educatori’, (Victor, Berthine, le suore ed io) raccontare ai suoi quanto è guarita, brava, servizievole Fedy….Chiaramente ogni volta che si fanno le prove, facciamo apposta a sbagliare qualcosa…”Ma come sei alto Jean Alfred!”dico io..”Noooo, è Blaise quello alto..”ribatte Fedy e si ride..e solo parlarne, raccontare dei suoi, sentire i loro nomi, la mette di buon umore.. Una volta mi ha detto che quel giorno è importante perché si incontreranno le sue due famiglie: quella di sangue e noi di Ambokala….
Andremo a cercarli davvero i suoi, quando starà un po’ meglio.
Adesso dice che saranno i suoi a venire qui a prenderla e non c’è nulla che la faccia più contenta che immaginare il momento in cui i suoi genitori arriveranno . ”Cosa diranno quando vedranno una vasah..quando vedranno le suore, quando vedranno che bei vestiti che porto(???...), quando vedranno come sono guarita, come so intrecciare stuoie..”fantastica sempre Fedy. .Ha già insegnato a tutti noi i nomi di suoi fratelli: Blaise è quello più alto, Jean Alfred quello zoppo.. non vuole che ci confondiamo con i nomi quando arriveranno, dobbiamo essere tutti pronti. E’ già tutto programmato: ci si saluta e poi sta a noi, ad ognuno di noi ‘ educatori’, (Victor, Berthine, le suore ed io) raccontare ai suoi quanto è guarita, brava, servizievole Fedy….Chiaramente ogni volta che si fanno le prove, facciamo apposta a sbagliare qualcosa…”Ma come sei alto Jean Alfred!”dico io..”Noooo, è Blaise quello alto..”ribatte Fedy e si ride..e solo parlarne, raccontare dei suoi, sentire i loro nomi, la mette di buon umore.. Una volta mi ha detto che quel giorno è importante perché si incontreranno le sue due famiglie: quella di sangue e noi di Ambokala….
Andremo a cercarli davvero i suoi, quando starà un po’ meglio.
Madame
Paoline è una bella donna molto energica , sui 45 anni, vedova da almeno 10 anni, che ha passato la sua vita
in pellegrinaggio da un luogo di cura all’altro con i suoi due figli ammalati,
Sandy e Jean Paul aiutata dal terzo
figlio, Tena. Abita qui da più di 2 anni e ormai non ha altro posto in cui
tornare.... È uno dei capigruppo che ci aiutano nell’organizzare le attività
lavorative quotidiane .Si può davvero contare su di lei.
La sua specialità, affinata da anni e anni di esperienza, è spegnere le liti: a volte non dà peso allo scontro, a volte ascolta con pazienza le due parti, a volte urla più forte di loro..ci sa davvero fare.
Poi ho il sospetto che sia è capace di fare anche magie: ci sono giorni che esce dalla sua stanza così curata, pettinata, elegante,con camicetta bianca stirata impeccabile … che io entro a controllare: ma dove è l’armadio, l’acqua corrente, lo specchio, il ferro da stiro… Io vedo solo il pavimento e le pareti scrostate, qualche sacchetto e 9 ammalati che dormicchiano in 10 mq.. Ma ci deve essere un ripostiglio segreto… prima o poi lo scovo.. Ma lei , nel frattempo, tutta elegante eccola diretta a tagliare le verdure o a spellare i polli… perché era questo che aveva in programma. Tutti le facciamo i complimenti e lei lusingata, ci risponde che ogni tanto si fa questo regalo, perché la vita continua, anche qui... Continua sì, e riserva grandi sorprese!
Da circa un mese, si è fidanzata con un signore più anziano molto distinto, che aveva a sua volta accudito un figlio qui da noi. Lui viene a trovarla due o tre volte alla settimana, elegantissimo,ci saluta educatamente e poi si dirige verso …il castello per incontrare la sua principessa :si siedono a parlare tête a tête sull’unico letto rotto e arrugginito della stanza di ospedale, circondati dai soliti malati che dormicchiano e lei gli offre del tè..nel suo servizio di argento…Sì proprio così.
“E’ molto gentile con me , Enrica”mi ha detto sorridendo Paoline, un po’ imbarazzata per la loro età matura.. E domenica, nella chiesetta dell’ospedale, pregavano fianco a fianco, circondati dai figli guariti e da quelli ancora ammalati. Ringraziavano il Signore per questa nuova felicità.
La sua specialità, affinata da anni e anni di esperienza, è spegnere le liti: a volte non dà peso allo scontro, a volte ascolta con pazienza le due parti, a volte urla più forte di loro..ci sa davvero fare.
Poi ho il sospetto che sia è capace di fare anche magie: ci sono giorni che esce dalla sua stanza così curata, pettinata, elegante,con camicetta bianca stirata impeccabile … che io entro a controllare: ma dove è l’armadio, l’acqua corrente, lo specchio, il ferro da stiro… Io vedo solo il pavimento e le pareti scrostate, qualche sacchetto e 9 ammalati che dormicchiano in 10 mq.. Ma ci deve essere un ripostiglio segreto… prima o poi lo scovo.. Ma lei , nel frattempo, tutta elegante eccola diretta a tagliare le verdure o a spellare i polli… perché era questo che aveva in programma. Tutti le facciamo i complimenti e lei lusingata, ci risponde che ogni tanto si fa questo regalo, perché la vita continua, anche qui... Continua sì, e riserva grandi sorprese!
Da circa un mese, si è fidanzata con un signore più anziano molto distinto, che aveva a sua volta accudito un figlio qui da noi. Lui viene a trovarla due o tre volte alla settimana, elegantissimo,ci saluta educatamente e poi si dirige verso …il castello per incontrare la sua principessa :si siedono a parlare tête a tête sull’unico letto rotto e arrugginito della stanza di ospedale, circondati dai soliti malati che dormicchiano e lei gli offre del tè..nel suo servizio di argento…Sì proprio così.
“E’ molto gentile con me , Enrica”mi ha detto sorridendo Paoline, un po’ imbarazzata per la loro età matura.. E domenica, nella chiesetta dell’ospedale, pregavano fianco a fianco, circondati dai figli guariti e da quelli ancora ammalati. Ringraziavano il Signore per questa nuova felicità.
Fonte: http://ilsicomoro.jimdo.com
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