Nato a Pozza di Fassa (Tn) nel 1986, Stefano Gross
fa parte del gruppo sportivo per sci alpino delle Fiamme Gialle di Predazzo ed
entra in nazionale nel 2005. Più volte campione italiano nelle categorie
giovanili, comincia a 'fare sul serio’ nelle gare di coppa Europa durante la
stagione 2009–2010, conquistando due secondi e un terzo posto. Da lì in poi, la
sua carriera sciistica è in volata fino alle Olimpiadi di Sochi 2014.
Al suo
primo appuntamento con la manifestazione sportiva più importante al mondo, ha
sfiorato per pochissimi centesimi di secondo il terzo posto di slalom
speciale?
Certo cinque centesimi di secondo sono davvero
pochi, a volte si vince o si perde per pura fortuna che d'altronde fa parte del
nostro sport. Sarebbe stato meglio non fosse accaduto proprio alle Olimpiadi,
la gara più attesa, quella con più obiettivi, a cui pensi già da bambino. Per
noi atleti una medaglia olimpica, oltre a cambiare la vita, cambia anche la
carriera. Ma avrò tempo per rifarmi…
Come ci
si prepara a una competizione così importante?
L'attività sportiva ormai ha tempi e impegni di un
lavoro, anche se per me continua a essere soprattutto un divertimento. Bisogna
rinunciare a tante cose, ci sono dietro molte ore di lavoro e una dieta ferrea,
da seguire specialmente prima di una gara. Alcuni alimenti come la carne rossa,
infatti, abbassano notevolmente le prestazioni, mentre è buona norma aumentare
i carboidrati.
Allenamento
e gara: due modi diversi di concepire lo sci?
In allenamento la situazione è ovviamente più
tranquilla. Il confronto con gli altri atleti è comunque molto stimolante
anche con gli italiani, tra cui abbiamo molti atleti di un certo calibro, con
importanti esperienze alle spalle. Nelle gare poi si fa squadra, non è il
singolo che conta ma il gruppo.
A tre
anni ha messo i primi sci ai piedi. Come ha conciliato sport e studio?
Dedicarsi allo sport a tempo pieno
richiede indubbiamente costanza e sacrificio. Dal punto di vista
scolastico, ho trovato il giusto equilibrio frequentando lo ski college, una
scuola che modula il programma didattico rispettando gli allenamenti e
modulandosi sulle esigenze e i calendari delle gare. Oggi questo tipo di scuole
stanno diventando una realtà in diverse parti d’Italia.
Ai
giovani, per il futuro, cosa vorrebbe dire?
Un messaggio che voglio mandare a tutti i ragazzi è
che senza sconfitte non si diventa campioni. L’importante è non abbattersi e
tirare fuori le unghie per arrivare ai propri obiettivi. Nello sport come nella
vita.
L’innovazione
tecnologica quanto incide nella prestazione sportiva?
Certamente migliora la sicurezza. E poi… si vince o
si perde per pochi centesimi di secondo, quindi sì, anche i materiali e i
tessuti fanno la differenza.
Se dico
scienziato, cosa le viene in mente?
Sicuramente una persona che ha qualcosa in più. Sono
consapevole che dietro al nostro sport ci sia molta 'scienza 'e il 'cervello’
di tanti ricercatori, che forniscono un supporto ormai irrinunciabile per noi
atleti.
Perché
i giovani amano così tanto lo snowboard?
Forse è voglia di trasgredire. Si figuri che
personalmente non ho mai provato, mi diverto troppo con gli sci.
Valanghe
provocate da fuori pista e slalom ad alta velocità. A proposito di
trasgressione, quali consigli per sciare in sicurezza?
Si sa che a sempre più persone piace il fuori pista
come si sa che, quando nevica parecchio, aumenta il rischio di valanghe e che
bisogna fare più attenzione. Quindi, se ci sono delle limitazioni bisogna
rispettarle. E poi sciare in pista è sempre bello, non c’è bisogno di andare a
cercare situazioni estreme. Di certo l’organizzazione delle piste è molto
curata, in particolare da noi sulle Dolomiti come nel resto del mondo ma molto
sta alla prudenza individuale.
E’ nato
in Val di Fassa, culla della cultura ladina e del 'Dolomiti superski’. Come
convivono l’antico e il moderno?
Non si tratta di due mondi contrapposti. Di certo in
Val di Fassa il superski attrae tanta gente: avere a disposizione oltre 1.000
km di piste è per uno sciatore garanzia di varietà, così come di poter godere
di panorami stupendi, basti pensare al famoso 'Giro dei quattro passi’, fra i
più belli e spettacolari al mondo. Ma noi fassani siamo anche molto attenti a
mantenere le nostre tradizioni ladine e a farle conoscere, attraverso
manifestazioni, prodotti d’artigianato e delle nostre terre. Chi non conosce il
puzzone di Moena?
Cosa
vuol fare da grande?
Di certo vincere un’Olimpiade, magari per cinque
centesimi di secondo.
Anna
Capasso
Faccia a faccia on line
Il sole, il mare, le spiagge, ma
soprattutto la gente
ci ha fatto pensare che la nostra
pensione(sic!) che
era prossima, avrebbe potuto godere
di tutto questo
Nosy
Be l’Isola dei Sogni
Laureato in Scienze dell'educazione, ho
lavorato come educatore
di Guido de Salvo
Dario e
Valerio hanno creato Peter Pan nella spiaggia più bella del Madagascar
49 anni romano ha
inaugurato a Sainte Marie il suo nuovo Hotel
Anita Torti,
nata in Madagascar, vive a Milano si sta facendo onore sui ring di tutto
il mondo
La
cantante malgascia che vive e fa successo in Italia
La
storia di un medico che aiuta i bambini poveri del Madagascar
Fabio
Tinti quando è arrivato in Madagascar per constatare
lo stato del progetto affidato ai Frati Minori Cappuccini.
Vive in una isola deserta dove accoglie
amici e clienti
È titolare di un diving a Nosy Be
Rosario Volpi, 34 anni, ha vinto
il Premio volontariato internazionale 2013.
Dal 2007 si occupa di ragazzi
Enzo Maiorca e le sue immersioni
Pino Schintu e le sue fotografie
Dirige il lebrosario di Ambanja
È arrivato in nave e fa sentire la sua
voce con radio AVEC
In
Madagascar il negozio più bello con i vetri di Murano
Alberto il professionista del turismo
Ha lavorato nel turismo a Nosy Be
Manuela fornisce i migliori ristoranti
con il gelato italiano
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