Cresce il
malcontento in Madagascar dopo l’ennesimo rinvio delle elezioni presidenziali
che si sarebbero dovute tenere questo 24 luglio. Tensioni si sono registrate
nel corso di alcune manifestazioni per reclamare il voto. Dopo la presa di
potere, nel 2009, dell’attuale presidente di transizione Rajoelina, le parti
politiche avevano ripreso colloqui, grazie alla mediazione delle Chiese
cristiane, coinvolgendo pure l’ex capo di stato deposto Ravalomanana. Tuttavia,
il tavolo sembra saltato anche per l’intervento della comunità internazionale
che contesta la candidatura dei tre principali sfidanti. Marco Guerra ha
intervistato don Luca Treglia, direttore di Radio Don Bosco in
Madagascar:RealAudioMP3
R. - La
tensione cresce moltissimo: già da lunedì scorso ci sono state dimostrazioni in
strada e durante una manifestazione sono stati arrestati alcuni esponenti
politici. La situazione politica è un caos totale, la gente diventa sempre più
povera e i politici creano questo stato di stasi che non trova più una via
d’uscita.
D. - La
comunità internazionale chiede il ritiro dei tre principali candidati tra cui
il presidente uscente, Andry Rajoelina…
R. -
Secondo noi, la comunità internazionale non è concorde: ci sono alcuni Stati
che tirano da un lato ed altri che tirano dall’altro. Ad esempio, gli Stati
Uniti d’America non hanno problemi che i tre candidati si presentino alle
elezioni, ma per l’Unione Europea o per altri Stati è importante che i tre
candidati non si presentino. La cosa è molto delicata e con questa interferenza
abbastanza forte della comunità internazionale la sovranità del Madagascar è
venuta meno.
D. - A
livello interno, cosa è successo dopo la deposizione di Ravalomanana? Come sta
andando il Paese e quali sono le principali problematiche?
R. - Hanno
cercato con tantissime difficoltà, ancora attuali, di formare governi di unione
per cercare di arrivare a fare queste elezioni; però, i giochi politici sono
stati tanti. Adesso, infatti, lo Stato si trova in uno sfacelo totale sia dal
punto di vista delle strutture materiali, sia dal punto di vista della
sicurezza: ci sono atti di banditismo in piena città, con sparatorie; cose che
alcuni anni fa non esistevano. C’è una sorta di caos politico e questo ha
istaurato anche un’anarchia totale.
D. - C’è
una via d’uscita a questa situazione?
R. - Molti
sono convinti che forse c’è un’unica via di uscita: la mediazione che sta
facendo la Ffkm, un insieme delle Chiese di cristiani - cattolici, protestanti,
anglicani - sostenuto da vari partiti politici. Stanno tentando di fare una
nuova mediazione e questa prevede di mettere insieme i quattro ex presidenti,
perché se queste quattro persone non si riconciliano non si può procedere ad
un’elezione. Quindi, si dovrebbe instaurare una nuova transizione con un nuovo
primo ministro e con un nuovo governo. In questo modo, si pensa che le elezioni
presidenziali non siano fattibili quest’anno, ma nel 2014.
Testo
proveniente dalla pagina del sito Radio Vaticana
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