Sposato con una malgascia era papà di un bimbo di 2 anni, eroe a l’Aquila
dopo il sisma, faceva parte della
Protezione Civile.
SAN
GINESIO - Renato Brancadori aveva 44 anni, faceva l'imbianchino. A stroncarlo
forse un infarto mentre si trovava in un casolare in ristrutturazione nel
Fermano. A scoprire quello che era successo e a rinvenire il corpo è stato il
fratello. Da pochi anni era diventato padre, faceva parte della Protezione
civile.
di
Gianluca Ginella
Un
eroe fra le macerie per aiutare i terremotati del sisma che colpì l’Aquila il 6
aprile del 2009, un papà premuroso di un bimbo di due anni, un volontario della
protezione civile pronto a dare sempre una mano al prossimo, uno sbandieratore
del palio di San Ginesio. Era Renato Brancadori, che oggi si è spento,
stroncato a 44 anni da un malore improvviso, con ogni probabilità un infarto.
Quando è successo, questa mattina alle 12,50, il ginesino Brancadori era al
lavoro in un casolare in ristrutturazione a Monteleone di Fermo. Da qualche
anno faceva l’imbianchino, dopo aver gestito fino a 10 anni fa il bar sotto al
teatro di San Ginesio, e in quel casolare un malore lo ha colpito mentre stava
lavorando. Un dramma che si è consumato improvviso. Brancadori si è accasciato
a terra. Ed è lì che lo ha trovato il fratello Luca che da un po’ cercava di
contattarlo al cellulare ma senza ottenere risposta. Così, preoccupato, era andato
a vedere cosa fosse successo. Quando è arrivato al casolare ha trovato il
fratello e ha chiamato subito il 118. Sul posto, insieme al personale
dell’emergenza sono intervenuti anche i carabinieri della Compagnia di
Montegiorgio e il personale del Servizio di prevenzione e sicurezza sugli
ambienti di lavoro dell’Area vasta 4 di Fermo. Disperati sono stati i tentativi
degli operatori del 118 di rianimare il 44enne. Non c’è stato nulla da fare.
Brancadori è morto per via del malore. In seguito è stato portato all’ospedale
di Fermo, dove sarà eseguita l’ispezione cadaverica disposta dalla procura. Ma
è grande il dolore a San Ginesio. Lì era nato Brancadori, lì lo conoscevano
tutti.
Lì
aveva la moglie, una donna del Madagascar che ha conosciuto nel corso di una
vacanza e con cui si è sposato e ha avuto un bimbo che oggi ha due anni. Un
dramma che ha colpito un uomo che non ha esitato, come volontario della
protezione civile di San Ginesio, a correre in soccorso alle persone colpite
dal terremoto de L’Aquila. Un gesto che era stato anche premiato dal Comune con
un riconoscimento a tutti i volontari che si erano prodigati a prestare
soccorso nella città abruzzese. «E’ una tragedia per tutti. Sono cose, queste,
che colpiscono un paese intero – ha detto Simone Tardella, assessore a Turismo,
Sport e Istruzione del Comune –. Io e lui ci conoscevamo sin da piccoli, ci
eravamo visti domenica ad un compleanno con i nostri bambini. Era una persona
serena, tranquilla, dedita alla famiglia e al lavoro. L’amministrazione ci
tiene a ricordarlo e a manifestare la vicinanza alla sua famiglia».
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