venerdì 19 aprile 2013

PROGETTO MADAGASCAR


  • In Madagascar, ad Ambratokondranzaka, in collaborazione con Le Piccole Suore del Sacro Cuore, i nostri soci piemontesi hanno avviato un’attività oculistica, che sarà affiancata  grazie all’aiuto di una Associazione di ottici, da un laboratorio per la costruzione di occhiali (con addestramento di giovani locali).
  • Le Suore hanno costruito un ambulatorio ove è possibile, oltre che effettuare visite e somministrare farmaci, eseguire interventi chirurgici: sono state eseguite oltre 150 operazioni di cataratta.
  • La cataratta è una malattia endemica molto frequente nella zona, anche nella popolazione più giovane e, chi è cieco, non può lavorare nelle regioni rurali del paese (e dell’Africa in genere) e procurarsi mezzi di sussistenza.
  • La nostra equipe ha inoltre formato uno specialista in oculistica madascaregno, che ha ottenuto il diploma universitario e lavorerà due volte alla settimana gratuitamente nel “nostro” centro: è noto che in Africa la medicina è praticamente tutta a pagamento,il che taglia fuori dalle prestazioni sanitarie gran parte della popolazione.

IL PROGETTO SOCRATE IN MADAGASCAR

Al termine di un volo interminabile, almeno così io l’ho percepito, l’aereo atterrò nella tarda serata del 5 febbraio nell’aeroporto di Antananarivo. Qui mi incontro con una missione della Onlus Anemon e con una giovane ginecologa napoletana, che avevano come meta il mio stesso Ospedale. L’indomani mattina con un taxibus partiamo tutti assieme diretti a Vohipeno dove siamo finalmente giunti dopo due giorni di viaggio, per fortuna su di una strada più che accettabile.
 Vohipeno è un villaggio nel sud del Madagascar vicino alla città di Manakara nella provincia di Fianarantsoa, nel quale è ubicato l’Ospedale di Hetninsoa e qui il Progetto Socrate aveva deciso di realizzare la sua prima missione didattica.
Il Progetto Socrate è una delle linee di attività della Onlus Medici in Africa e si propone di intervenire sulla formazione e sull’aggiornamento degli operatori sanitari, significativamente degli infermieri, ai quali è affidata l’assistenza sanitaria in ambiente rurale africano
. Le pianificazioni dei Ministeri della Sanità prevede che della gestione dei Posti di Salute rurali sia  incaricato un infermiere professionale, dotato cioè di diploma universitario, ma questo raramente avviene. L’infermiere professionale, alla pari del medico, preferisce stabilirsi nella capitale e nei grossi centri urbani ove trova migliori opportunità professionali ed economiche ed anche più gradevoli condizioni di vita. Al posto di salute quindi troviamo un infermiere “empirico”, cioè personale che si è formato nella pratica, eventualmente dopo un corso infermieristico accelerato. Egli affronta il suo gravoso compito molto spesso del tutto isolato e le sue possibilità di migliorarsi  ed aggiornarsi sono molto scarse, complici in questo le carenze delle infrastrutture tipiche dell’Africa sub sahariana. Gli ospedali rurali ed i Centri di Salute attrezzati per l’assistenza chirurgica soffrono della stessa carenza di quadri.
L’Hopital de Hetninsoa è una graziosa e linda struttura – bei viali alberati, giardini curati e semplici ma accoglienti padiglioni di ricovero e cura- gestita dalle Suore Ospedaliere della Misericordia e le “suorine”, tutte malgascie, sono dappertutto ma è anche presente molto personale, sanitario e non, laico. Sempre presente è anche un anziano, indomabile Padre gesuita, che nonostante l’oltre mezzo secolo passato in Madagascar, rifiuta di farsi rottamare.
L’ospedale ha una grossa responsabilità essendo la struttura più qualificata di una vasta zona della provincia, a lui ricorrono casi molto gravi e di fatto la mortalità è molto alta. Nel breve periodo della mia permanenza ho visto morire un bambino per malaria cerebrale, un altro per polmonite, una donna per tetano, un’altra per eclampsia ... L’ospedale conta con due medici malgasci ma non con un chirurgo permanente e l’attività chirurgia è svolta da chirurghi volontari, per lo più italiani ma anche di altri paesi europei, che si alternano con brevi missioni successive. Io stesso, pur essendo sul posto con altri compiti, ho dovuto procedere in una chirurgia d’urgenza.
Torniamo al Progetto Socrate. Avevamo preparato due corsi di aggiornamento:L’examen clinique della durata di quattro giorni che ragionava su come si visita un paziente per giungere ad una diagnosi, e Les soins post-operatoires di sei giorni che  trattava dell’assistenza di un post-operatorio normale e complicato. Fu utilizzato il metodo partecipativo appoggiato da supporti elettronici ed anche da esercitazioni teoriche e pratiche nelle corsie dell’ospedale. Gli  allievi furono dieci dei quali solo due disponevano di un diploma professionale. L’ambiente fu molto vivace ed allegro con una alta partecipazione degli allievi nonostante le difficoltà linguistiche in quanto tre di loro parlavano solo malgascio.
I risultati sono stati soddisfacenti e, misurati con l’analisi dei pre e dei post-test, hanno mostrato un progresso medio intorno al 25%, con punte massime, per qualche allievo, del   35% nel primo corso e del 45% nel secondo. Cosa importante : tutti gli allievi hanno accolto con entusiasmo il corso a dimostrazione del loro forte desiderio di migliorarsi.
Nel viaggio di ritorno ho approfittato di qualche giorno che mi separava dalla prenotazione con Air France per visitare qualche luogo del Madagascar che è veramente un paese magnifico.
Sergio Adamoli

Obiettivi

Il 24 maggio 2007, si è costituita in Genova l'Associazione Volontaristica non a fini di lucro Medici in Africa.
L'associazione è stata fondata da alcuni medici che hanno maturato direttamente numerose esperienze di volontariato in campo sanitario in diversi Paesi dell'Africa Subsahariana, del Sudamerica e dell'Asia.
Gli scopi statutari che si prefigge l'Associazione possono essere così riassunti:
1. Favorire il volontariato di medici e personale sanitario italiano aderente all'Associazione
·         condividendo le esperienze fatte
·         mettendo in contatto i medici con le organizzazioni che operano nei paesi emergenti
·         coordinando l'attività degli stessi, considerate le specifiche competenze, per ottimizzare i risultati
·         realizzando un data- base informatico di medici volontari e di organizzazioni che operano nei paesi emergenti, con le caratteristiche e le disponibilità di entrambi
Questo è considerato un obbiettivo fondamentale: per i medici, perché consente loro di avere un punto di riferimento per sapere costantemente dove poter prestare la propria opera, ed all'Associazione, perché permette di "monitorare"la distribuzione dei medici italiani che sempre più numerosi intendono offrire la propria professionalità a vantaggio di quelle popolazioni. 
Inoltre sono scopi statutari dell'associazione:
2. Realizzare corsi specifici di formazione di base per adattare la professionalità medico-sanitaria alle esigenze e caratteristiche dei Paesi Emergenti africani.
3. Realizzare in loco corsi specifici di formazione per il personale locale che verrà messo in condizioni di autonomia operativa.
4. Interfacciarsi con la cittadinanza per garantire il corretto utilizzo degli aiuti devoluti alle strutture sanitarie africane o a progetti specifici dell'associazione.
5. Informare la cittadinanza, attraverso frequenti reportage giornalistici e trasmissioni televisive, sulle attività dell'Associazione e sulle reali situazioni socio-sanitarie dei Paesi nei quali si opera e dimostrando la progressione dell'impiego di eventuali aiuti.
I Paesi Emergenti, nei quali attualmente i membri dell'Associazione stanno operando od hanno concluso alcuni progetti di volontariato, sono
·         Madagascar, Kenya, Ghana, Isole di Capo Verde, Mali, Togo, Camerun, Burkina Faso, Burundi, Mozambico, Eritrea e Somalia, per quanto riguarda l'Africa
·         il Tibet per l'Asia,
·         il Guatemala per l'America centro-meridionale.

CRONISTORIA

In questi ultimi anni si è assistito ad un' sempre maggiore interesse da parte di medici, infermieri, tecnici, etc alle problematiche sanitarie dei Paesi Emergenti. Sempre più numerosi sono coloro che intendono portare un contributo professionale ed umano a tutte quelle popolazioni che, per le più disparate ragioni, vivono in condizioni di povertà, di fame e di malattia.
E' chiaro infatti che al crescente interesse di partecipazione cresce anche la domanda di informazione e formazione.
Il Dipartimento di Discipline Chirurgiche, Morfologiche e Metodologie Integrate dell'Università degli Studi di Genova (Di.CMI, Dir. Prof. Edoardo Berti Riboli) ha recepito da alcuni anni quest'esigenza ed ha realizzato numerosi Corsi di Aggiornamento per medici che intendono svolgere volontariato sanitario:ilcorso di base "Medici in Africa", giunto ormai alla sua sesta edizione, ed il Corso di Perfezionamento Interfacoltà sulla "Cooperazione medico sanitaria, economica, sociale ed ambientale con i Paesi in via di sviluppo". Questo Corso (primo ed unico in Italia) ha visto interagire numerose facoltà dell'Ateneo Genovese: Economia, Scienze Politiche, Lettere, Scienze Ambientali, Ingegneria, Farmacia e Medicina, offrendo così ai futuri cooperandi una autentica preparazione multidisciplinare. Ciò consentirà di affrontare con nozioni adeguate le diverse problematiche (sociali, economiche, mediche, ambientali, etc) presenti nei Paesi Emergenti nei quali si troveranno ad operare.
Questa intensa attività di formazione ha fatto si che intorno al DiCMI si radunasse un corpo docente composto da circa una trentina di esperti che hanno svolto, per lunghi periodi di tempo, la loro attività sanitaria in questi Paesi (Africa, Asia, America Latina). Ciò ha consentito di trasferire ai partecipanti ai Corsi non solo elementi teorici ma anche quegli insegnamenti che derivano dall' "esperienza maturata sul campo" dai diversi docenti.
Grazie a questa sensibilità verso i problemi dei Paesi Emergenti il Di.CMI è già da tempo direttamente impegnato nella cooperazione sanitaria: da circa tre anni, infatti, il Dipartimento garantisce un turnover costante di chirurghi all'Ospedale San Francesco di Assisi di Fogo - Repubblica di Capo Verde. Ciò ha consentito di fornire senza soluzioni di continuità una assistenza chirurgica ad una popolazione di circa 40.000 abitanti che altrimenti ne sarebbe rimasta assolutamente scoperta.
Questa iniziativa spontanea è recentemente sfociata in un Accordo di Intesa tra la Regione Liguria e la Municipalità di Sao Felipe (Ila de Fogo - Cabo Verde) che favorisce l'invio di personale sanitario della Regione ed ufficializza i Master che il Dipartimento intende approntare, specificatamente per il personale capoverdiano, nei diversi settori della Chirurgia o di branche affini.
L'attività didattica ed assistenziale svolta ha fatto si che si aggregassero spontaneamente all'interno del dipartimento numerosi medici con esperienza di volontariato. Queste motivazioni hanno spinto il "gruppo Medici in Africa" a costituire a Genova 1' "Associazione Medici in Africa" (in attesa di essere riconosciuta Onlus a tutti gli effetti).

SOCI FONDATORI E CONSIGLIO DIRETTIVO.

Nel costituire l'Associazione i membri medici promotori hanno ritenuto indispensabile che tra i Soci Fondatori vi fossero anche
- l'Università degli Studi di Genova al fine di istituzionalizzare la collaborazione e l'impegno con il quale l'Ateneo genovese ha sempre sostenuto Medici in Africa e grazie alle cui strutture ed alla competenza nel settore di numerosi suoi docenti è stato fino ad oggi possibile realizzare i Corsi di Formazione,
- l'Ordine dei Medici, elemento essenziale per il trasferimento di informazioni nell'ambito della categoria,
- l'Ordine dei Giornalisti,fonte naturale di informazione dell'opinione pubblica sulle attività dell'Associazione e sul lavoro dei diversi medici volontari che diventano quasi dei "corrispondenti" sia per la carta stampata che per le televisioni.

I Soci Fondatori sono:
·         Prof. Edoardo Berti Riboli - Direttore del Dipartimento di Dipartimento di Discipline Chirurgiche, Morfologiche e Metodologie Integrate (DiCMI) dell'Università degli Studi di Genova , presidente dell'associazione
·         Dott. Sergio Adiamoli, Medico Volontario, responsabile dei contatti con associazioni di volontariato e ONG
·         Dott Marco Beatini, Dipartimento di Scienze Chirurgiche Specialistiche. e Anestesiologia e Trapianti d'Organo (DISCAT) dell'Università degli Studi di Genova , responsabile della sezione didattica
·         Sig. Maria Luisa Boggio, Segretario Amministrativo del DiCMI, Università degli Studi di Genova, in rappresentanza dell'Università degli Studi di Genova, e che ha assunto l'incarico di Tesoriere,
·         Dott.ssa Franca Brignola, giornalista , in rappresentanza dell'Ordine dei Giornalisti,
·         Dott. Domenico Dato, ospedale Gallino di Genova, in rappresentanza dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Genova,
·         Prof. Luigi De Salvo del Dipartimento di Dipartimento di Discipline Chirurgiche, Morfologiche e Metodologie Integrate (DiCMI) dell'Università degli Studi di Genova, responsabile della sezione didattica
·         Prof. Alberto Hesse del Dipartimento di Neuroscienze, Oftalmologia e Genetica (DINOG) dell'Università degli Studi di Genova , responsabile dei contatti con associazioni benefiche
·         Prof. Antonio Terrizzi del Dipartimento di Dipartimento di Discipline Chirurgiche, Morfologiche e Metodologie Integrate (DiCMI) dell'Università degli Studi di Genova , Segretario Generale
Dott. Giorgio Armato, Medico Volontario

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Mollo tutto e parto per fare il giro del mondo


Ci siamo resi conto che per fare i navigatori non è necessario essere dei super uomini, che la navigazione (ai tropici) non è poi cosi dura, che ce la potevamo fare anche noi e che la vita in barca è una esperienza che non dovevamo perdere.

Le motivazioni del nostro viaggio…
“Adesso non so ricostruire la catena di associazioni che mi porta a collegare la conquista della libertà di Coyotito con il walkabout degli aborigeni australiani, ne tantomeno, dove udii per la prima volta il termine walkabout. Comunque mi feci una mia immagine di quei docili indigeni che un giorno lavoravano beati in un allevamento di bestiame e l’indomani, senza alcun preavviso e senza una ragione se la svignavano e svanivano nel nulla. Si toglievano gli abiti e partivano, stavano via settimane, mesi e addirittura anni; attraversavano a piedi mezzo continente, magari solo per incontrare qualcuno, poi, come se niente fosse, tornavano indietro.”
La svolta è avvenuta a Tikheau (uno sperduto atollo delle Tuamutu in Polinesia francese) durante un giro del mondo fatto in aereo con zaino e tenda. Una mattina uscendo dalla nostra tenda, ci siamo accorti che nella laguna c’era ormeggiata una splendida barca a vela. Sulla barca c’era una coppia di americani che stavano facendo il giro del mondo. Essendo gli unici non indigeni sull’isola abbiamo fatto subito amicizia, e abbiamo incominciato a subissarli di domande sulla navigazione oceanica, la barca, le vele, la radio, etc…
Ci siamo resi conto che per fare i navigatori non è necessario essere dei super uomini, che la navigazione (ai tropici) non è poi cosi dura, che ce la potevamo fare anche noi e che la vita in barca è una esperienza che non dovevamo perdere.

La scelta della rotta
La rotta percorsa è il classico giro del mondo ai tropici, passando per
Panama e per il Mar Rosso con una “piccola” deviazione verso il Madagacar e le Seychelles.
Abbiamo navigato guidati da scelte personali, condizioni politiche, non
tutti i paesi sono visitabili, e condizioni metereologiche.
La scelta dei periodi è condizionata dai cicloni; infatti gran parte delle
aree tropicali sono colpite da cicloni (chiamati anche tifoni o uragani)
durante l’estate locale. La cosa più saggia consiste nel non trovarsi
nelle zone tropicali durante la stagione dei cicloni oppure, se questo
non è possibile, passare l’estate nelle vicinanze di isole con baie molto
protette.

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Crociere in barca a vela sul Walkabout


Vi proponiamo una crociera sulla famosa barca Walkabout di Lorenzo e Annalisa i giramondo in barca a vela.
Con una modica spesa(500 euro) potrete fare una bella crociera di una settimana nell’Egeo e visitare paesaggi e spiagge incontaminate.


Nei mesi estivi del 2013 il Walkabout, una barca vela fast cruiser, sarà in Grecia dove effettuerà delle crociere di una o più settimane tra le isole del Dodecanneso.
La base di partenza sarà Kos o Rodi, ma potremo concordare imbarco differente e l’itinerario in base alle specifiche esigenze.
Varato a luglio 2010 e pronto a partire per lunghe navigazioni il Walkabout è una barca vela fast cruiser di 13,5mt oceanica.
Il Walkabout 43 è dotato di attrezzature di qualità e sovradimensionate ed e’ costruito in composito.
E’ una barca progettata e costruita per fare il giro del mondo, è molto larga (baglio massimo 4.5 mt, larghezza a poppa 4,3 mt), quindi molto stabile e spaziosa, inoltre permette un’abitabilità sia all’ interno che in pozzetto assolutamente inusuale per una barca di questa categoria.
La carena (ispirata ai moderni open oceanici) ha due timoni ed è planante; nelle giuste condizioni, si possono raggiungere in tutta sicurezza anche i 15 nodi. Le elevate velocità di crociera permettono degli spostamenti rapidi avendo così più tempo per godersi gli ancoraggi.
L’attrezzatura di coperta, l’albero le vele sono pensate e dimensionate per la navigazione oceanica e permettono una navigazione veloce e divertente in pieno controllo e sicurezza.
E’ completa di tutte le vele più il gennaker rollabile, tender con motore, cappottina e bimini, musica in pozzetto, doccia esterna e scaletta per il bagno. La barca è dotata di pannelli solari.
Gli interni sono composti da 3 cabine doppie (una occupata dagli skipper) con due bagni, una dinette molto ampia e abitabile, con una cucina con le dimensioni di quelle “da casa”.
Il suo punto forte è il pozzetto, che grazie alla larghezza della carena fino a poppa è “enorme”. L’apertura del pozzetto a poppa è larga 3 metri e permette un ampissimo accesso alla spiaggetta che si trova quasi al livello dell’acqua.
L’ampiezza del pozzetto permette di avere due sezioni suddivise, una per chi manovra e una per chi se ne sta rilassato all’ ombra al riparo della cappottina e del bimini a vedere gli altri manovrare.

Vita di bordo
Perchè fare un charter in barca a vela?
Emozioni , relax e divertimento. Potremmo sintetizzare così i motivi di una vacanza in barca a vela.
L’emozione scaturisce  dall’avvicinamento ad un approdo, emozioni  le regalano i delfini con i loro gioiosi giochi con la prua della barca, e poi i tramonti rosso fuoco o i  cieli stellati.
In barca a vela si può godere della tranquillità di una navigazione in mezzo al mare o di un ormeggio in una baia solitaria. Ma si può anche ricercare l’allegria dei mercatini locali o dei paesotti con i loro ristorantini. Panorami sensazionali si ammirano dai Kastri (la parte fortificatta dell’isola).
I ritmi della vita di bordo sono dettati dalle esigenze dagli ospiti e gli itinerari sono decisi in funzione dei singoli desideri seppur vincolati alle condizioni meteorologiche.  Sulla base dei desideri degli ospiti le navigazioni si alterneranno alle soste nelle baie o nei paesini.
Per la navigazione non è necessaria nessuna esperienza e non è richiesto nessuna collaborazione alla gestione della barca a meno che non siano gli ospiti a volere cimentarsi con le manovre.  Chi vorrà potrà provare a timonare durante le navigazioni a vela o a cazzare e lascare le vele.
Non ultimo il piacere della tavola, i pasti sono preparati a bordo dall’equipaggio.
Non ultimo i piaceri culinari. Cercheremo nei mercati locali cibi freschi e invitanti che verranno preparati in base ai gusti degli ospiti. Durante le navigazioni, non è escluso di pescare qualche tonnetto che verrà servito per cena.
La vita in barca non richiede un gran guardaroba. Si consigliano: magliette, costumi e pantaloncini, un paio di scarpe da barca o da ginnastica e un altro per andare a terra, i sandali, una giacca cerata, una felpa, creme protettive e occhiali da sole, asciugamani.
Evitare assolutamente valige rigide.
Per saperne di più : http://www.walkabout.it
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Katy Perry in Madagascar testimone dell'Unicef


La famosa cantante e compositrice statunitense Katy Perry ha effettuato un viaggio sul campo con l'UNICEF in Madagascar per portare all'attenzione dell'opinione pubblica la situazione dei bambini di questo Paese, uno dei più poveri al mondo, che si sta ancora riprendendo da una crisi politica iniziata nel 2009.
Più di tre bambini su quattro in Madagascar vivono in estrema povertà, che, informa L'Unicef, li rende vulnerabili allo sfruttamento. Il tasso di alfabetizzazione è allarmante: solo tre bambini su 10 che iniziano la scuola primaria completano il ciclo. Due terzi degli insegnanti non hanno ricevuto alcuna formazione. La metà dei bambini è cronicamente malnutrita, collocando il Paese tra i sei con i dati peggiori al mondo per malnutrizione cronica


"In meno di una settimana qui in Madagascar, sono stata in baraccopoli affollate di città, come nei villaggi più sperduti e i miei occhi si sono spalancati sull'incredibile bisogno di questi bambini di avere una vita sana, con la giusta nutrizione, l'igiene e la protezione contro stupri e abusi, Diritti fondamentali che l'UNICEF contribuisce a soddisfare", ha detto Perry. "Sono grata all'UNICEF per avermi dato l'opportunità di vedere da vicino come i suoi programmi facciano davvero la differenza nella vita dei bambini. Il supporto dell'l'UNICEF sta salvando i bambini ed io sono testimone di questo".
Nella sua prima missione a sostegno dell'UNICEF, Perry ha visitato una gamma completa di programmi, che riguardano la protezione, l'istruzione, la nutrizione, la salute, l'acqua e i servizi igienici.
Katy Perry ha iniziato il suo viaggio in una baraccopoli della capitale Antananarivo, dove ha visitato un centro di protezione di bambini; qui ha incontrato bambini abusati e abbandonati e giovani madri che ricevono sostegno e aiuto.
La maggior parte dei donatori internazionali ha congelato gli aiuti allo sviluppo a seguito della crisi del 2009, costringendo il governo a fare drastici tagli alla spesa pubblica; gran parte della popolazione non ha accesso alle cure sanitarie di base e all'istruzione primaria. Perry ha visitato un asilo sostenuto dall'UNICEF ed una scuola elementare costruita per consentire ai bambini di tornare a scuola.
Nell'asilo di Sahavola, 117 tra ragazzi e ragazze di età compresa dai 3 ai 6 anni ricevono una formazione iniziale di qualità e imparano a pensare in modo creativo e a lavorare in modo collaborativo; questi bambini sono anche incoraggiati – anche da piccolissimi- a partecipare a pratiche di salute e di igiene. Per promuovere una corretta igiene e l'utilizzo di servizi igienico-sanitari, l'UNICEF ha costruito nell'asilo latrine e lavandini; qui Perry ha partecipato al lavaggio delle mani insieme ai bambini.
L'antico villaggio della scuola primaria, realizzato da bastoni e con un tetto di paglia, è stato distrutto da uno dei cicloni tropicali che ogni anno colpiscono l'isola. È stato sostituito da UNICEF con una solida costruzione, resistente ai cicloni.
L'UNICEF e le autorità scolastiche nazionali stanno lavorando per migliorare la situazione dell'istruzione,attraverso la costruzione di scuole, la fornitura di materiali didattici, la realizzazione di corsi di formazione per insegnanti e il sostegno ai piani d'azione comunitari per l'istruzione.
"Ricevere un'istruzione qui rappresenta una incredibile opportunità. Ho visitato una comunità molto remota, in cui i bambini e gli insegnanti impiegano 45 minuti a piedi solo per arrivare a scuola", ha detto Perry nella scuola primaria sostenuta dall'UNICEF nel villaggio di Ampihaonana.
Nel centro nutrizionale nel villaggio di Androranga, Perry ha visto gli sforzi dell'UNICEF per affrontare un altro grave problema per i bambini del Paese: la malnutrizione cronica. Il centro, gestito da un operatore sanitario della comunità, individua i casi e lavora con le madri del villaggio per migliorare la nutrizione dei bambini, particolare attenzione è data all'importanza dell'allattamento esclusivo al seno durante i primi sei mesi di vita del bambino. (aise)

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Lalao Ravalomanana moglie dell’ex Presidente si candida


A sorpresa Lalao Ravalomanana, moglie dell’ex presidente Marc destituito nel 2009, è stata scelta come candidata dell’ex partito al potere in vista delle elezioni del prossimo 24 luglio. Lo hanno annunciato fonti di stampa malgascia ed internazionale che riferiscono dell’esito di una riunione del partito Tiako I Madagasikara (Tim, Amo il Madagascar) tenuta in Sudafrica, terra di esilio dell’ex capo di stato. Una quarantina di partecipanti al congresso aveva invece proposto due altri nomi: quello di Mamy Rakotoarivelo, presidente del parlamento di transizione, e di Pierrot Botozaza, vice primo ministro incaricato dell’Economia e dell’Industria. Alla fine della riunione la scelta è caduta sull’ex ‘first lady’ considerata “la persona ideale per trasmettere e portare avanti gli obiettivi di sviluppo del Madagascar avviati da Marc Ravalomanana”. Inoltre l’ex presidente ha deciso che “per facilitare la situazione tornerò in patria solo dopo il voto”. Fino a poche settimane fa l’ex partito al potere aveva anche valutato la possibilità di boicottare le urne.

Dal punto di vista tecnico la scelta di Lalao Ravalomanana potrebbe venire respinta dalla Corte elettorale speciale: la donna è stata autorizzata a rientrare in Madagascar lo scorso 12 maggio ma per motivi sanitari, cioè per assistere la madre ricoverata. Inoltre tra i criteri stabiliti dalle autorità c’è l’obbligo per gli aspiranti candidati di essere residenti nel paese da almeno sei mesi al momento della consegna della documentazione elettorale. Il periodo di presentazione delle candidature alle presidenziali presso la Corte elettorale speciale si concluderà il 28 aprile, data entro la quale va anche pagata una somma di circa 17.000 euro; la lista degli ammessi sarà resa nota il 3 maggio. Finora una trentina di personalità tra politici, professori, medici e avvocati ha dichiarato la propria intenzione di candidarsi.

La scorsa settimana l’uomo d’affari nel settore dei media, dal 2009 nominato sindaco della capitale Antananarivo, Edgard Razafindravahy è stato scelto come candidato del partito al potere ‘Tgv’ (Tanora malaga Vonona) del presidente di transizione Andry Rajoelina.
Dopo una serie di accordi firmati tra le principali correnti politiche rivali con la mediazione della Comunità economica dell’Africa australe (Sadc), le presidenziali convocate per il prossimo 24 luglio e le legislative del 25 settembre dovrebbero archiviare la transizione cominciata quattro anni fa. Il calendario prevede inoltre il voto per le elezioni dei consigli municipali e regionali il 23 ottobre. Tuttavia la situazione politica rimane intricata con zone d’ombra sull’applicazione di una legge di amnistia a favore dell’ex presidente Ravalomanana – esiliato in Sudafrica – che potrebbe rientrare in patria e sul rischio di boicottaggio delle urne di alcuni partiti. Inoltre la commissione elettorale (Ceni-t) ha accumulato ritardi nell’organizzazione del voto per problemi finanziari e logistici.
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e non all’interesse della nazione” denunciano i Vescovi del Madagascar