Occorrono almeno 22 milioni di dollari per
scongiurare una grave crisi alimentare in Madagascar a causa
un’estesa infestazione di locuste, in gran parte incontrollata, che
sta mettendo in ginocchio il paese. Finora, gli appelli d’emergenza lanciati
dalla FAO non hanno ricevuto la risposta che ci si aspettava.
Per il mese di settembre, gli esperti FAO prevedono che due terzi del paese
saranno infestati dalle locuste.
Sono a rischio la sicurezza alimentare e i mezzi di
sussistenza di circa 13 milioni di persone, vale a dire quasi il
60% della popolazione totale dell’isola. Nove milioni di queste persone
dipendono direttamente dall’agricoltura per il cibo e per i propri mezzi di
sostentamento. Il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva,
ha sottolineato che la prevenzione e un’azione tempestiva sono decisive: “se non agiamo ora, questo flagello potrebbe
durare anni, e costare centinaia di milioni di dollari. Questa potrebbe davvero
essere l’ultima opportunità per scongiurare una crisi disastrosa“.
Purtroppo anche negli anni passati gli appelli per
finanziare e debellare la presenza delle locuste, sono rimasti in parte
inascoltati. Nel 2011-2012, sempre in Madagascar, si ebbe lo stesso
problema ed anche in quel caso non si riuscirono a raccogliere i fondi
necessari Anche nella regione del Sahel ci fu un’infestazione
di locuste che necessitò di 570 milioni di dollari i costi per le operazioni di
controllo, bonifica e ripristino dei terreni.
Conti alla mano, la FAO ha più
volte dimostrato che intervenire solo quando la situazione raggiunge un punto
di crisi decisamente grave, si è costretti ad affrontare sempre costi ingenti.
Se invece si adottassero delle misure di controllo preventivo si riuscirebbe
non solo ad evitare che tantissimi territori non vengano colpiti dal flagello
delle locuste ma si dovrebbero affrontare dei costi molto più contenuti. Il
programma di controllo della FAO deve essere pienamente finanziato, al fine di
monitorare la situazione delle locuste in tutta l’area infestata e svolgere
operazioni di controllo aereo ben mirate.
Per riuscire ad avere e attrezzature e il personale
necessari per mettere in piedi una campagna anti-locuste su vasta scala a
partire da settembre, i finanziamenti dovrebbero arrivare entro luglio. In caso
contrario, le popolazioni di locuste non rilevate e non controllate
continueranno a riprodursi e produrre altri sciami. In questo caso
l’infestazione potrebbe durare parecchi anni, le operazioni di controllo essere
molto più lunghe e più costose e gli effetti sulla sicurezza alimentare, sulla
nutrizione e sui mezzi di sussistenza della popolazione molto più gravi.
Il programma triennale completo richiede più di 41,5
milioni di dollari. Secondo una recente missione di valutazione della FAO sull’impatto
dell’infestazione in corso, in alcune parti del paese le perdite nella
produzione di riso e di mais dovute alle locuste oscillano tra il 40 e il 70%
del raccolto, con alcune zone dove le perdite sono state del 100%. E’
attualmente in corso una missione di valutazione congiunta per riuscire a
quantificare i danni sinora arrecati alla sicurezza alimentare e ai mezzi di
sussistenza, condotta dalla FAO, dall’IFAD, dal PAM e dal
governo locale.
Un’analisi più dettagliata della situazione sarà
disponibile nel mese di luglio, ma le risorse per iniziare a preparare gli
interventi sul campo devono essere disponibili ora. Secondo le stime della FAO,
le perdite nella produzione di riso potrebbero ammontare sino a 630.000
tonnellate, pari a circa il 25% della domanda totale di ri
so in Madagascar, con gravissime
conseguenze per la sicurezza alimentare della popolazione. Il riso è l’alimento
base di un paese dove l’80% della popolazione vive con meno di un dollaro al
giorno. Circa un milione e mezzo di ettari dovrà essere trattato con
irrorazioni aeree nel 2013/2014 per fronteggiare un’infestazione così estesa.
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