Abbiamo
avuto la risposta del Governo Italiano all’interrogazione parlamentare
presentata dal Senatore Amoruso sulla richiesta di una Convenzione Bilaterale
tra l’Italia e il Madagascar per evitare la doppia imposizione fiscale. Vorremmo innanzi tutto spiegare ai
nostri lettori cosa comporterebbe questo accordo tra il Madagascar e l’Italia
in termini economici. Segue il testo dell’interrogazione e la risposta del
Governo Italiano.
In Madagascar ci
sono parecchi pensionati, molti dei quali non hanno nemmeno la nazionalità
italiana, e questi pensionati continuano a pagare allo stato italiano l’IRPEF,
non usufruendo di alcun servizio italiano. Ci sono altri pensionati italiani,
che avendo trasferito già da molti anni la propria residenza in Madagascar, non
usufruisco nemmeno loro dei servizi italiani ; infatti gli stessi se si
recano in Italia hanno solo una assistenza medica per 90 giorni l’anno solo per
casi urgenti. Anche questi
pensionati italiani continuano a pagare l’IRPEF in quanto l’INPS fa loro la
trattenuta alla fonte. Per esempio ad un pensionato italiano che percepisce una
pensione mensile di circa 1000 Euro, vengono trattenute circa 2500 euro l’anno. Come abbiamo più volte puntualizzato
l’Italia ha sottoscritto degli accordi bilaterali con paesi in cui la presenza
italiana e di gran lunga inferiore a quella del Madagascar. Paesi come Sri Lanka, con 115 italiani
residenti, il Bangladesh, con 188 italiani, le Filippine ecc..
usufruiscono dei vantaggi derivati dalla firma di un accordo bilaterale con
l’Italia per evitare la doppia imposizione fiscale ; il Madagascar, anche se
fino all’anno 2000, è stata sede di una Ambasciata Italiana, definita la perla
dell’Oceano Indiano, fino ad oggi non usufruisce dei benefici che
derivano con la firma di questo accordo. Nella risposta all’interrogazione del Senatore Amoruso, il Vice Ministro
Pistelli ha sottolineato che la presenza italiana in Madagascar è di circa 600
connazionali, ma possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che la presenza dei
connazionali in Madagascar si aggira attorno a 2000 residenti, i quali per le
ragioni di assistenza sanitaria e altre ovvie ragioni non si iscrivono
all’AIRE, infatti facciamo presente che la mancata iscrizione all’AIRE non è
sancita da alcuna penalità.
Il Vice Ministro
Pistelli, ha recensito la presenza di alcune imprese con capitale
italiano ( 50 operatori commerciali con capitale italiano nel settore
turistico) e le numerose ong e i circa 30.000 turisti italiani, che visitato il
Madagascar. Ebbene
questi numeri sono sufficienti per portare avanti una richiesta fatta dagli
italiani del Madagascar che contribuiscono a tenere alto il nome dell’Italia in
terra straniera.
L’Italia negli
ultimi anni ha inviato in Madagascar parecchi contributi che sono finiti nelle
tasche dei potenti e non in quelle dei poveri agricoltori a cui erano diretti e
che subbiscono ogni anno le conseguenze dei cicloni che si abbattono sul
Madagascar. Da una
ricerca fatta su internet abbiamo registrato che negli ultimi anni sono stati
stanziati per il Madagascar circa 2.500.000 euro e lo abbiamo
puntualizzato in un articolo che abbiamo pubblicato : Cose che i giornali
non ti dicono Cari
Ministri Italiani, non inviate più soldi al Madagascar, perchè i poveri del
Madagascar continuano ad essere poveri e i soldi che inviate non si sa in quali
tasche vanno a finire. AS
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normativi
Legislatura 17 Risposta ad interrogazione scritta n° 4-02738
Risposta all’interrogazione n. 4-02738
Fascicolo n.69
RISPOSTA. - Si evidenzia, quale elemento di contesto generale, che la vita politica in Madagascar è stata ciclicamente caratterizzata, sin dalla sua indipendenza, da una forte instabilità che ha causato l’interruzione delle legislature a seguito di ripetuti colpi di Stato. In particolare, l’ultimo quindicennio è stato segnato da 2 profonde crisi politico-istituzionali, verificatesi rispettivamente nel 2001 e nel 2009, i cui effetti sono stati devastanti per la vita politica ed economica del Paese.
Le elezioni parlamentari e presidenziali del dicembre 2013 hanno messo fine alla crisi apertasi nel 2009, che aveva portato la maggior parte dei donatori internazionali a ritirare il proprio fondamentale sostegno al bilancio dello Stato. Nel marzo 2014, l’assunzione di Hery Rajaonarimampianina a Presidente della Repubblica e la nomina di un nuovo Governo sostenuto dalla comunità internazionale hanno aperto la via ad una normalizzazione delle relazioni diplomatiche che si erano interrotte con molti Paesi, inclusa l’Italia, e organizzazioni internazionali. Il Madagascar è stato pertanto riammesso tra i membri dell’Unione africana e delle principali IFI e si sono normalizzati i rapporti con l’Unione europea.
Per quel che riguarda i rapporti bilaterali, la presenza italiana nell’isola è rimasta comunque significativa anche dopo l’interruzione delle relazioni diplomatiche nel 2009. In Madagascar agiscono una cinquantina di imprese a capitale italiano, attive soprattutto nel settore alberghiero, della ristorazione e dei servizi turistici, anche se l’interscambio commerciale rimane modesto (57 milioni di euro nel 2013). È inoltre presenti nel Paese una comunità italiana residente di circa 600 connazionali, con la cooperazione allo sviluppo (tramite ong) e con un crescente afflusso di turisti (più di 30.000 all’anno).
Il Ministro pro tempore Federica Mogherini aveva inviato nel giugno 2014 una lettera all’omologa malgascia, Arisoa Lala Razafitrimo, annunciando l’intenzione del Governo italiano di riallacciare le relazioni diplomatiche. A seguito di ciò, il nostro capo missione a Pretoria ha ricevuto il gradimento delle autorità malgasce, presentando il 6 novembre le lettere credenziali.
L’assenza di relazioni diplomatiche negli ultimi anni aveva impedito l’avvio di regolari consultazioni negoziali per la sottoscrizione di alcun accordo bilaterale. Riattivate le relazioni diplomatiche con Antananarivo, sarà possibile iniziare o rilanciare negoziati con le autorità malgasce. In tale contesto, si inserisce pertanto l’eventuale stipula con il Madagascar di un accordo sulla specifica questione del regime della doppia imposizione fiscale, il cui iter negoziale prevede il coinvolgimento anche del Ministero dell’economia e delle finanze italiano, alla luce dell’esigenza di svolgere un’analisi congiunta dei rapporti economici, finanziari e commerciali intercorrenti tra i due Paesi.
Si precisa infatti che tali convenzioni (modello di convenzione fiscale OCSE) sono trattati internazionali di natura fiscale che, al fine di evitare fenomeni di doppia tassazione, regolano la potestà impositiva tra due Paesi non soltanto in relazioni alle pensioni, ma anche ad una pluralità di tipologie reddituali. La sottoscrizione di una convenzione mira a raggiungere un equilibrio complessivo nella ripartizione della potestà impositiva dei soggetti, tenendo ben presenti tutte le componenti di cui si è fatto cenno. In tale contesto, vengono inoltre definite le priorità negoziali, anche in rapporto alle disponibili. Gli accordi sulle doppie imposizioni comportano infatti una reciproca limitazione delle capacità impositiva e conseguentemente una possibile perdita di gettito per il quale, in tal caso, deve prevedersi adeguata copertura finanziaria.
Il Madagascar, sulla base dei dati forniti dell’International bureau of fiscal documentation (IBFD), risulta ad oggi aver concluso convenzioni sulle doppie imposizioni soltanto con un Paese membro UE, la Francia, soprattutto in ragione dei trascorsi legami politico-coloniali, e con Mauritius.
Legislatura 17 Risposta ad interrogazione scritta n° 4-02738
Risposta all’interrogazione n. 4-02738
Fascicolo n.69
RISPOSTA. - Si evidenzia, quale elemento di contesto generale, che la vita politica in Madagascar è stata ciclicamente caratterizzata, sin dalla sua indipendenza, da una forte instabilità che ha causato l’interruzione delle legislature a seguito di ripetuti colpi di Stato. In particolare, l’ultimo quindicennio è stato segnato da 2 profonde crisi politico-istituzionali, verificatesi rispettivamente nel 2001 e nel 2009, i cui effetti sono stati devastanti per la vita politica ed economica del Paese.
Le elezioni parlamentari e presidenziali del dicembre 2013 hanno messo fine alla crisi apertasi nel 2009, che aveva portato la maggior parte dei donatori internazionali a ritirare il proprio fondamentale sostegno al bilancio dello Stato. Nel marzo 2014, l’assunzione di Hery Rajaonarimampianina a Presidente della Repubblica e la nomina di un nuovo Governo sostenuto dalla comunità internazionale hanno aperto la via ad una normalizzazione delle relazioni diplomatiche che si erano interrotte con molti Paesi, inclusa l’Italia, e organizzazioni internazionali. Il Madagascar è stato pertanto riammesso tra i membri dell’Unione africana e delle principali IFI e si sono normalizzati i rapporti con l’Unione europea.
Per quel che riguarda i rapporti bilaterali, la presenza italiana nell’isola è rimasta comunque significativa anche dopo l’interruzione delle relazioni diplomatiche nel 2009. In Madagascar agiscono una cinquantina di imprese a capitale italiano, attive soprattutto nel settore alberghiero, della ristorazione e dei servizi turistici, anche se l’interscambio commerciale rimane modesto (57 milioni di euro nel 2013). È inoltre presenti nel Paese una comunità italiana residente di circa 600 connazionali, con la cooperazione allo sviluppo (tramite ong) e con un crescente afflusso di turisti (più di 30.000 all’anno).
Il Ministro pro tempore Federica Mogherini aveva inviato nel giugno 2014 una lettera all’omologa malgascia, Arisoa Lala Razafitrimo, annunciando l’intenzione del Governo italiano di riallacciare le relazioni diplomatiche. A seguito di ciò, il nostro capo missione a Pretoria ha ricevuto il gradimento delle autorità malgasce, presentando il 6 novembre le lettere credenziali.
L’assenza di relazioni diplomatiche negli ultimi anni aveva impedito l’avvio di regolari consultazioni negoziali per la sottoscrizione di alcun accordo bilaterale. Riattivate le relazioni diplomatiche con Antananarivo, sarà possibile iniziare o rilanciare negoziati con le autorità malgasce. In tale contesto, si inserisce pertanto l’eventuale stipula con il Madagascar di un accordo sulla specifica questione del regime della doppia imposizione fiscale, il cui iter negoziale prevede il coinvolgimento anche del Ministero dell’economia e delle finanze italiano, alla luce dell’esigenza di svolgere un’analisi congiunta dei rapporti economici, finanziari e commerciali intercorrenti tra i due Paesi.
Si precisa infatti che tali convenzioni (modello di convenzione fiscale OCSE) sono trattati internazionali di natura fiscale che, al fine di evitare fenomeni di doppia tassazione, regolano la potestà impositiva tra due Paesi non soltanto in relazioni alle pensioni, ma anche ad una pluralità di tipologie reddituali. La sottoscrizione di una convenzione mira a raggiungere un equilibrio complessivo nella ripartizione della potestà impositiva dei soggetti, tenendo ben presenti tutte le componenti di cui si è fatto cenno. In tale contesto, vengono inoltre definite le priorità negoziali, anche in rapporto alle disponibili. Gli accordi sulle doppie imposizioni comportano infatti una reciproca limitazione delle capacità impositiva e conseguentemente una possibile perdita di gettito per il quale, in tal caso, deve prevedersi adeguata copertura finanziaria.
Il Madagascar, sulla base dei dati forniti dell’International bureau of fiscal documentation (IBFD), risulta ad oggi aver concluso convenzioni sulle doppie imposizioni soltanto con un Paese membro UE, la Francia, soprattutto in ragione dei trascorsi legami politico-coloniali, e con Mauritius.
Vice
Ministro Pistelli
Legislatura
17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02738
Atto n. 4-02738
Pubblicato il 30 settembre 2014, nella seduta n. 320
AMORUSO - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
per doppia imposizione
economica si intende il caso in cui lo stesso reddito è tassato in capo a
soggetti diversi e può essere interna (quando riguarda le pretese impositive di
un singolo Stato) o internazionale (quando riguarda le pretese impositive di
due o più Stati diversi);
essa può essere giuridica o
economica;
a giudizio dell'interrogante il
ricorso alla doppia imposizione fiscale costituisce una violazione del
principio di uguaglianza oltre che un evidente danno per colui il quale la
subisce in quanto determina a carico del soggetto passivo d'imposta un prelievo
globale che è superiore a quello effettuato in capo al soggetto che, pur
trovandosi nelle stesse condizioni, svolga la propria vita in un solo Stato;
la doppia imposizione economica
non è sempre vietata all'interno dei singoli sistemi fiscali;
l'Italia ha stipulato numerose
convenzioni, per quanto riguarda gli aspetti fiscali delle pensioni, con
diversi Stati esteri proprio per evitare il fenomeno della doppia imposizione.
Tali convenzioni prevedono la detassazione della pensione nel Paese di
erogazione della somma e la tassazione della stessa nel solo Paese di
residenza;
in Madagascar risiedono
centinaia di pensionati italiani ma, nonostante le diverse sollecitazioni dell'Associazione
italiani in Madagascar con le quali si è chiesto all'ambasciata italiana del
Sud Africa, territorialmente competente, di adoperarsi per stipulare una
convenzione in tal senso con l'Italia, nulla è stato fatto,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo
siano a conoscenza della situazione;
se ritengano opportuno
procedere al necessario riesame delle disposizioni in materia e valutare
l'opportunità di adottare un'apposita convenzione atta a risolvere le questioni
di doppia imposizione fiscale in modo efficace.
senato.it -Legislatura 17 Atto di Sindacato
Ispettivo n° 4-02738
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A QUANDO L’ACCORDO COL MADAGASCAR?
SUNSERI (ITAL UIL) INTERPELLA IL MAE
LUNEDÌ
07 LUGLIO 2014 19:06
ANTANANARIVO\ aise\ - I pensionati italiani in Madagascar
aspettano ad anni che l’Italia stipuli con il Paese un accordo che eviti le
doppie imposizioni fiscali. A ricordarlo oggi è Aldo Sunseri, referente del
Patronato ITAL UIL in Madagascar, che chiede più attenzione all’Ambasciata
italiana a Pretoria, competente per territorio, e, più in generale, alla
Farnesina.
Il sole, il mare, le spiagge, ma soprattutto la gente
ci ha fatto pensare che la nostra pensione(sic!) che
era prossima, avrebbe potuto godere di tutto questo
In Madagascar ho ritrovato
la mia tranquillità, lontano dallo stress
quotidiano e con una
natura che mi circonda. Questo è quanto afferma
Francesco Di Chiara, che da pensionato in
Italia viveva di stenti e sacrifici.
Dal
prossimo anno andranno via le penalizzazioni per chi andrà in pensione
con 42
anni e mezzo di versamenti. Dal 2016 scatta l'adeguamento alla speranza
di vita
Istat.
Di Liliana Mosca
Carlo de Franchis è
stato il primo ambasciatore italiano
del Madagascar
indipendente; vi arrivò nel 1961 dalla
vicina Rodesia
accompagnato dall’archivista Giannetti,
unico compagno per
un lungo periodo. Soltanto più tardi
gli venne, infatti,
assegnato un segretario nella persona
del dottore
Guariglia
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