sabato 14 febbraio 2015

Doppia Imposizione Fiscale

Abbiamo avuto la risposta del Governo Italiano all’interrogazione parlamentare presentata dal Senatore Amoruso sulla richiesta di una Convenzione Bilaterale tra l’Italia e il Madagascar per evitare la doppia imposizione fiscale. Vorremmo innanzi tutto spiegare ai nostri lettori cosa comporterebbe questo accordo tra il Madagascar e l’Italia in termini economici. Segue il testo dell’interrogazione e la risposta del Governo Italiano.

In Madagascar ci sono parecchi pensionati, molti dei quali non hanno nemmeno la nazionalità italiana, e questi pensionati continuano a pagare allo stato italiano l’IRPEF, non usufruendo di alcun servizio italiano. Ci sono altri pensionati italiani, che avendo trasferito già da molti anni la propria residenza in Madagascar, non usufruisco nemmeno loro dei servizi italiani ; infatti gli stessi se si recano in Italia hanno solo una assistenza medica per 90 giorni l’anno solo per casi urgenti. Anche questi pensionati italiani continuano a pagare l’IRPEF in quanto l’INPS fa loro la trattenuta alla fonte. Per esempio ad un pensionato italiano che percepisce una pensione mensile di circa 1000 Euro, vengono trattenute circa 2500 euro l’anno. Come abbiamo più volte puntualizzato l’Italia ha sottoscritto degli accordi bilaterali con paesi in cui la presenza italiana e di gran lunga inferiore a quella del Madagascar. Paesi come Sri Lanka, con 115 italiani residenti, il Bangladesh, con 188 italiani,  le Filippine ecc.. usufruiscono dei vantaggi derivati dalla firma di un accordo bilaterale con l’Italia per evitare la doppia imposizione fiscale ; il Madagascar, anche se fino all’anno 2000, è stata sede di una Ambasciata Italiana, definita la perla dell’Oceano Indiano,  fino ad oggi non usufruisce dei benefici che derivano  con la firma di questo  accordo. Nella risposta all’interrogazione del Senatore Amoruso,  il Vice Ministro Pistelli ha sottolineato che la presenza italiana in Madagascar è di circa 600 connazionali, ma possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che la presenza dei connazionali in Madagascar si aggira attorno a 2000 residenti, i quali per le ragioni di assistenza sanitaria e altre ovvie ragioni non si iscrivono all’AIRE, infatti facciamo presente che la mancata iscrizione all’AIRE non è sancita da alcuna penalità.
Il Vice Ministro Pistelli,  ha recensito la presenza di alcune imprese con capitale italiano ( 50 operatori commerciali con capitale italiano nel settore turistico) e le numerose ong e i circa 30.000 turisti italiani, che visitato il Madagascar. Ebbene questi numeri sono sufficienti per portare avanti una richiesta fatta dagli italiani del Madagascar che contribuiscono a tenere alto il nome dell’Italia in terra straniera.

L’Italia negli ultimi anni ha inviato in Madagascar parecchi contributi che sono finiti nelle tasche dei potenti e non in quelle dei poveri agricoltori a cui erano diretti e che subbiscono ogni anno le conseguenze dei cicloni che si abbattono sul Madagascar. Da una ricerca fatta su internet abbiamo registrato che negli ultimi anni sono stati stanziati per il Madagascar circa  2.500.000 euro e lo abbiamo puntualizzato in un articolo che abbiamo pubblicato : Cose che i giornali non ti dicono Cari Ministri Italiani, non inviate più soldi al Madagascar, perchè i poveri del Madagascar continuano ad essere poveri e i soldi che inviate non si sa in quali tasche vanno a finire. AS

Ecco il testo integrale della risposta all’interrogazione
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Legislatura 17 Risposta ad interrogazione scritta n° 4-02738
Risposta all’interrogazione n. 4-02738
Fascicolo n.69
RISPOSTA. - Si evidenzia, quale elemento di contesto generale, che la vita politica in Madagascar è stata ciclicamente caratterizzata, sin dalla sua indipendenza, da una forte instabilità che ha causato l’interruzione delle legislature a seguito di ripetuti colpi di Stato. In particolare, l’ultimo quindicennio è stato segnato da 2 profonde crisi politico-istituzionali, verificatesi rispettivamente nel 2001 e nel 2009, i cui effetti sono stati devastanti per la vita politica ed economica del Paese.
Le elezioni parlamentari e presidenziali del dicembre 2013 hanno messo fine alla crisi apertasi nel 2009, che aveva portato la maggior parte dei donatori internazionali a ritirare il proprio fondamentale sostegno al bilancio dello Stato. Nel marzo 2014, l’assunzione di Hery Rajaonarimampianina a Presidente della Repubblica e la nomina di un nuovo Governo sostenuto dalla comunità internazionale hanno aperto la via ad una normalizzazione delle relazioni diplomatiche che si erano interrotte con molti Paesi, inclusa l’Italia, e organizzazioni internazionali. Il Madagascar è stato pertanto riammesso tra i membri dell’Unione africana e delle principali IFI e si sono normalizzati i rapporti con l’Unione europea.
Per quel che riguarda i rapporti bilaterali, la presenza italiana nell’isola è rimasta comunque significativa anche dopo l’interruzione delle relazioni diplomatiche nel 2009. In Madagascar agiscono una cinquantina di imprese a capitale italiano, attive soprattutto nel settore alberghiero, della ristorazione e dei servizi turistici, anche se l’interscambio commerciale rimane modesto (57 milioni di euro nel 2013).
È inoltre presenti nel Paese una comunità italiana residente di circa 600 connazionali, con la cooperazione allo sviluppo (tramite ong) e con un crescente afflusso di turisti (più di 30.000 all’anno).
Il Ministro
pro tempore Federica Mogherini aveva inviato nel giugno 2014 una lettera all’omologa malgascia, Arisoa Lala Razafitrimo, annunciando l’intenzione del Governo italiano di riallacciare le relazioni diplomatiche. A seguito di ciò, il nostro capo missione a Pretoria ha ricevuto il gradimento delle autorità malgasce, presentando il 6 novembre le lettere credenziali.
L’assenza di relazioni diplomatiche negli ultimi anni aveva impedito l’avvio di regolari consultazioni negoziali per la sottoscrizione di alcun accordo bilaterale. Riattivate le relazioni diplomatiche con Antananarivo, sarà possibile iniziare o rilanciare negoziati con le autorità malgasce. In tale contesto, si inserisce pertanto l’eventuale stipula con il Madagascar di un accordo sulla specifica questione del regime della doppia imposizione fiscale, il cui
iter negoziale prevede il coinvolgimento anche del Ministero dell’economia e delle finanze italiano, alla luce dell’esigenza di svolgere un’analisi congiunta dei rapporti economici, finanziari e commerciali intercorrenti tra i due Paesi.
Si precisa infatti che tali convenzioni (modello di convenzione fiscale OCSE) sono trattati internazionali di natura fiscale che, al fine di evitare fenomeni di doppia tassazione, regolano la potestà impositiva tra due Paesi non soltanto in relazioni alle pensioni, ma anche ad una pluralità di tipologie reddituali. La sottoscrizione di una convenzione mira a raggiungere un equilibrio complessivo nella ripartizione della potestà impositiva dei soggetti, tenendo ben presenti tutte le componenti di cui si è fatto cenno. In tale contesto, vengono inoltre definite le priorità negoziali, anche in rapporto alle disponibili. Gli accordi sulle doppie imposizioni comportano infatti una reciproca limitazione delle capacità impositiva e conseguentemente una possibile perdita di gettito per il quale, in tal caso, deve prevedersi adeguata copertura finanziaria.
Il Madagascar, sulla base dei dati forniti dell’International bureau of fiscal documentation (IBFD), risulta ad oggi aver concluso convenzioni sulle doppie imposizioni soltanto con un Paese membro UE, la Francia, soprattutto in ragione dei trascorsi legami politico-coloniali, e con Mauritius.
Vice Ministro Pistelli

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02738


Atto n. 4-02738

Pubblicato il 30 settembre 2014, nella seduta n. 320

AMORUSO - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
per doppia imposizione economica si intende il caso in cui lo stesso reddito è tassato in capo a soggetti diversi e può essere interna (quando riguarda le pretese impositive di un singolo Stato) o internazionale (quando riguarda le pretese impositive di due o più Stati diversi);
essa può essere giuridica o economica;
a giudizio dell'interrogante il ricorso alla doppia imposizione fiscale costituisce una violazione del principio di uguaglianza oltre che un evidente danno per colui il quale la subisce in quanto determina a carico del soggetto passivo d'imposta un prelievo globale che è superiore a quello effettuato in capo al soggetto che, pur trovandosi nelle stesse condizioni, svolga la propria vita in un solo Stato;
la doppia imposizione economica non è sempre vietata all'interno dei singoli sistemi fiscali;
l'Italia ha stipulato numerose convenzioni, per quanto riguarda gli aspetti fiscali delle pensioni, con diversi Stati esteri proprio per evitare il fenomeno della doppia imposizione. Tali convenzioni prevedono la detassazione della pensione nel Paese di erogazione della somma e la tassazione della stessa nel solo Paese di residenza;
in Madagascar risiedono centinaia di pensionati italiani ma, nonostante le diverse sollecitazioni dell'Associazione italiani in Madagascar con le quali si è chiesto all'ambasciata italiana del Sud Africa, territorialmente competente, di adoperarsi per stipulare una convenzione in tal senso con l'Italia, nulla è stato fatto,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione;
se ritengano opportuno procedere al necessario riesame delle disposizioni in materia e valutare l'opportunità di adottare un'apposita convenzione atta a risolvere le questioni di doppia imposizione fiscale in modo efficace.

senato.it -Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02738
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DOPPIA IMPOSIZIONE FISCALE:

A QUANDO L’ACCORDO COL MADAGASCAR?

SUNSERI (ITAL UIL) INTERPELLA IL MAE

LUNEDÌ 07 LUGLIO 2014 19:06
ANTANANARIVO\ aise\ - I pensionati italiani in Madagascar aspettano ad anni che l’Italia stipuli con il Paese un accordo che eviti le doppie imposizioni fiscali. A ricordarlo oggi è Aldo Sunseri, referente del Patronato ITAL UIL in Madagascar, che chiede più attenzione all’Ambasciata italiana a Pretoria, competente per territorio, e, più in generale, alla Farnesina.

Il sole, il mare, le spiagge, ma soprattutto la gente
ci ha fatto pensare che la nostra pensione(sic!) che
era  prossima, avrebbe potuto godere di tutto questo

In Madagascar ho ritrovato la mia tranquillità, lontano dallo stress
quotidiano e con una natura che mi circonda. Questo è quanto afferma 
Francesco Di Chiara, che da pensionato in Italia viveva di stenti e sacrifici.

Dal prossimo anno andranno via le penalizzazioni per chi andrà in pensione
con 42 anni e mezzo di versamenti. Dal 2016 scatta l'adeguamento alla speranza
di vita Istat.

Di Liliana Mosca
Carlo de Franchis è stato il primo ambasciatore italiano
del Madagascar indipendente; vi arrivò nel 1961 dalla
vicina Rodesia accompagnato dall’archivista Giannetti,
unico compagno per un lungo periodo. Soltanto più tardi
gli venne, infatti, assegnato un segretario nella persona
del dottore Guariglia

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