Inps e Governo passano all’incasso: ecco
cosa sta succedendo
La
clamorosa indiscrezione, riportata dal Fatto Quotidiano, racconta nei dettagli
quello che milioni di pensionati stanno subendo. Vale a dire un assegno di
pensione più basso a causa di una nuova trattenuta che, francamente, ha
dell’incredibile. Ecco cosa sta succedendo.
Non
inizia sotto i migliori auspici il nuovo anno per i pensionati italiani, racconta
Patrizia De Rubertis sul Fatto Quotidiano.
Perchè?
È presto detto: a gennaio hanno ricevuto un assegno inferiore rispetto a quello
di dicembre.
La
causa si chiama “conguaglio pensione da rinnovo”, una nuova trattenuta “effetto
della perequazione automatica, vale a dire il meccanismo di rivalutazione delle
pensioni, che nel 2014 ha avuto un effetto negativo. Meccanismo che ha portato
l’Inps a sottrarre circa 12 euro ogni 1.000 euro di pensione. Con un’altra
notizia negativa: il prelievo non c’è stato solo sul rateo di gennaio, ma verrà
applicato anche su quello di febbraio, così come è stato specificato
nella Circolare
numero 1/2015 che ha pubblicato l’Istituto di previdenza”.
Non
parliamo di grandi cifre perchè, “a conti fatti, su una pensione minima (con
un importo medio di circa 500 euro lordi) verranno sottratti 5,40 euro, mentre
su un assegno di 1.500 euro la somma da decurtare è di circa 16 euro”. In
ogni caso si tratta,less or more, di una sorta di prelievo forzoso che a
piccole dosi non dovrebbe fare troppo male nè troppo rumore.
La
spiegazione tecnica sembra arzigogolata: “nel conteggio della pensione,
infatti, viene applicato anche un indice di rivalutazione che considera
l’adeguamento all’inflazione registrata nei 12 mesi precedenti e calcolata con
l’indice dei prezzi al consumo rilevato dall’Istat. Ma il dato provvisorio,
applicato per tutto il 2014 sui ratei delle pensioni (pari all’1,2%), si è
rilevato maggiore rispetto al dato definitivo dell’1,1 per cento. Con la
“colpa” tutta da ricercare in un’inflazione che si trova ai minimi storici.
Ora, quindi, l’effetto di questa perequazione automatica, rilevatasi negativa
per un decimale di punto, ha portato l’Inps a richiedere indietro l’importo
percepito in più nel corso del 2014”.
Gira
e rigira a pagare sono sempre gli stessi, pensionati e dipendenti statali, le
cui retribuzioni vengono erose – in maniera sistematica – dalle istituzioni che
dovrebbero invece garantire il giusto compenso. Si parla tanto di crisi dei
consumi: volete che questo non influisca? Volete che non generi quella spirale
di sfiducia nel futuro, il cui effetto immediato è la contrazione delle spese?
È
chiaro che un taglio, seppur minimo, intacca la speranza che in futuro possa
andare meglio e crea ansia, paura, precarietà, tutte sensazioni negative –
seppur a volte prive di fondamento – che danneggiano pesantemente l’economia.
Anzichè
tagliare di 5 euro una pensione da 500 euro al mese non si potrebbe fare un
“piccolo” prelievo forzoso sulle pensioni d’oro o un “piccolo” taglio ai
vitalizi? Senza scadere nel populismo ma ragionando con logica economica, se
tagli a quei tanti che hanno già poco non fai altro che creare danni ai
consumi. Se, invece, togli poco a chi ha già tanto, salvaguardando la classe
media, i risultati saranno molto diversi e gli effetti sui consumi immediati.
Non
ci vuole il nobel all’economia per comprendere questi concetti.
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