venerdì 5 ottobre 2012

Adis e Gianni Kech


Una vacanza in Madagascar nel 2004 ci ha portati casualmente, senza grande convinzione, a trascorrere una settimana nel sud ovest
Nel 2005 iniziamo a costruirci una casa, con il passare del tempo la nostra casa, finita nel 2007, si è ingrandita di tre bungalow e di un ristorante



Siamo per gli amici Gianni nato a Torino ed Adis nata a Belluno, più formalmente Giovanni Kech ed Adis Bianchet.
Spieghiamo subito gli interrogativi sui nomi che ci perseguitano sin dall’infanzia:
 Il cognome di Gianni è tedesco e dovrebbe essere scritto Keck, ma quando il nonno paterno lo ha registrato stavano bombardando (ultima guerra mondiale) e c’è stato un errore di trascrizione e la k è stata trasformata in h.
Adis invece è proprio Addis Abeba ( con altro errore di trascrizione all’anagrafe) perché, sempre c’è la guerra di mezzo, il papà di Adis,  ha combattuto laggiù e inopinatamente s’è innamorato di quel posto.

La pensione
Siamo entrambi in età pensione, Gianni l’ha presa giusto in tempo, Adis appartiene alla classe più sfigata della ultima riforma pensionistica, che il giorno della presentazione della proposta di legge, ha fatto piangere il Ministro Fornero, in diretta televisiva, e le sue lacrime non sono servite a ritrattare la proposta e quindi Adis, suo malgrado, è in attesa.

Il lavoro
Entrambi abbiamo avuto una normale vita lavorativa che ci ha assorbito per tantissimi anni e che ci ha visti nel Top Management della Citicorp, della Chase Manhattan e nel gruppo Fiat.
Poi gli ultimi 6 anni di attività li abbiamo trascorsi ristrutturando Banche Italiane e anche qualche Banca dell’est europeo.

Il Madagascar
Una vacanza in Madagascar nel 2004 ci ha portati casualmente, senza grande convinzione, a trascorrere una settimana nel sud ovest,  precisamente ad Andavadoaka, dove abbiamo incontrato un hotel italiano che in quel momento aveva, oltre a noi, solo altri due clienti.
Le giornate  erano però allietate dalle frequentazioni con la simpatica popolazione del posto che appartengono alla etnia Vezo, ma soprattutto con i loro tanti bambini.
Il sole, il mare, le spiagge, ma soprattutto la gente ci ha fatto pensare che la nostra pensione(sic!) che era  prossima, avrebbe potuto godere di tutto questo, e ci siamo immaginati anche che potevamo dare qualche aiuto alla gente del posto che non naviga nell’oro.
 La casa
Nel 2005 iniziamo a costruirci una casa ove trascorrere almeno alcuni mesi all’anno.
Dopo aver trascorso una vita a fare strategie di sviluppo per le banche, forse per reazione, abbiamo iniziato a prendere decisioni giorno per giorno trascinati dalle emozioni più che dal ragionamento.

Le difficoltà
Abbiamo avuto momenti difficili, in particolare quando il nostro amico, che si stava occupando della costruzione della nostra casa delle vacanze, è morto improvvisamente.
È stata un’esperienza che non avevamo mai provato in Italia, anche perchè la morte in Madagascar viene affrontata in un modo del tutto particolare.
Qui ad Andavadoaka, la morte ti coinvolge in prima persona e ti obbliga ad occuparti di questioni cui non avresti mai voluto fare l’esperienza.
Adis ed io ci troviamo unici Vazaha (stranieri europei) presenti ad occuparci dell’amico deceduto, senza alcuna cognizione sul da farsi. 
Anche procurarsi il legno per il feretro è stato un problema,  e poi dovevamo rispettare le usanze locali.

 La cultura
Fu il nostro battesimo nella cultura Malgascia, un contatto non ricercato e sgradevole, che ci ha lasciato anche qualche amarezza.
Cerchiamo di essere rispettosi delle credenze malgasce e pensiamo che tutte le culture si siano sviluppate a seguito della necessità di dare risposte ai problemi posti dall’ambiente, ma noi siamo italiani e siamo anche orgogliosi della nostra cultura e quindi pensiamo che rispetto non significhi anche condivisione.
Quell’esperienza ha messo in risalto alcune tradizioni locali che tuttora riteniamo inadatte al nostro modo di intendere la vita.

La scoperta
Pero’ col tempo abbiamo anche scoperto alcuni valori da noi ormai perduti, come per esempio la famiglia, il cui ruolo sociale, in Madagascar, primeggia in modo molto evidente, anche se talvolta diventa un complesso insieme di obblighi che pesa su molte scelte individuali.
Vivere ad Andavadoaka ci porta a riconoscere che non possiamo parlare della nostra conoscenza del popolo Malgascio, ma molto più limitatamente pensiamo di esserci addentrati nella cultura Vezo che incominciamo a intuire, senza necessariamente condividerla.
Vivere tra loro comunque significa non poter ignorare le sofferenze che affrontano quasi sempre con il sorriso e con un fatalismo disarmante. Essere qui e non farsi trascinare dai loro problemi ci sembrava impossibile.
 Il contributo
Con un gruppo di amici italiani abbiamo dunque pensato di contribuire in qualche modo aiutando dei giovani per dare loro l’opportunità di affrontare un futuro migliore e con qualche strumento culturale in più.
La cultura Vezo non ragiona quasi mai in termini di “futuro”, il quotidiano è così pesante che assorbe tutte le loro energie. Questo pone il problema dello sviluppo dei giovani che sempre meno trovano occupazione nelle attività tradizionali di pesca. Di conseguenza una preparazione scolare di base diventa sempre più fondamentale per garantire qualche opportunità di trovare occupazioni alternative.
Abitiamo a Valahantsaka, nella zona di Andavadoaka e quindi il gruppo di amici da noi costituito, porta lo stesso nome e sostiene la scuola cattolica locale fornendo il pagamento della retta ed il materiale scolastico richiesto dall’istituto.
L’aiuto va alla scuola Cattolica in quanto è l’unica struttura esistente in loco che può garantire continuità di insegnamento. I nostri contributi però  non hanno alcuna identità religiosa e quando se ne presenterà l’occasione potranno coinvolgere anche gruppi o comunità di diverso orientamento confessionale.
I bungalow
Con il passare del tempo la nostra casa, finita nel 2007, si è ingrandita di tre bungalow e di un ristorante , trasformando un ozioso soggiorno in un lavoro che ci mantiene impegnati e vivi e ci lega sempre di più alla gente  del posto.

I rapporti
Abbiamo con tutti ottimi rapporti, che sono in continua evoluzione sia perchè noi riusciamo poco alla volta a immagazzinare il loro modo di pensare e i loro usi e costumi e quindi cominciamo a capire le loro tradizioni, senza rinunciare al nostro passato e alle nostre tradizioni italiane.

Il Resort
Ed ecco dunque il nostro impegno lavorativo, il Resort Valahantsaka www.valahantsaka.com che punta sulla qualità dei servizi e dei prodotti della cucina che da oltre un anno i nostri clienti  apprezzano.
Quello che offriamo innanzi tutto è una grande tranquillità in una zona lontana dal villaggio, ma non tanto, da non consentire con una facile passeggiata di visitarlo. I settanta ettari di terra di pura foresta spinosa offrono un’alternativa alle solite passeggiate, percorrendo i sentieri costieri; le donne del villaggio usano gli stessi sentieri per raggiungere le zone di raccolta dei polpi nei momenti di bassa marea. 

Le infrastrutture
Ad Andavadoaka abbiamo dovuto procurarci l’energia elettrica con l’impianto solare e l’acqua scavando pozzi nei dintorni del Resort.
Infatti, qui lo Stato non è presente in alcun modo con infrastrutture e servizi, tutto dipende dagli investimenti di tempo e denaro dei pochi privati, tra cui eccelle la costruzione dell’ospedale italiano Hopitali Vezo ed il nuovo aeroporto che avrà voli interni Airmad ad iniziare dal giugno 2012 costruito dagli investitori della società Corail. Non possiamo poi non citare la benefica opera ambientale e sociale svolta dalla ONG Blue Venture che salvaguarda il patrimonio ittico con parchi marini e contribuisce a sostenere l’istruzione di un centinaio di bambini e che ha messo a disposizione un consultorio famigliare per i tanti problemi affrontati quotidianamente dalle donne del posto.

Residenti
Nonostante l’età  siamo dei novellini in Madagascar e quindi non abbiamo nulla da raccontare che altri vazaha, residenti da più tempo di noi, non sappiano già, in particolare non abbiamo nulla da insegnare o da suggerire perché riteniamo che venire a vivere per lunghi periodi (Gianni trascorre almeno 9 mesi all’anno ed Adis 7 in un paese tanto diverso dalla nostra cultura sia un percorso assolutamente personale ed intimo che ognuno deve misurare con il proprio metro della disponibilità e talvolta della sopportazione.
Quando ci domandano se siamo residenti talvolta dobbiamo riflettere prima di rispondere, segno che abbiamo ancora le radici nella nostra casa italiana, anche se i documenti dicono che siamo residenti in Madagascar.

Italiani innazi tutto
Abbiamo difficoltà di rinunciare al nostro essere italiani, forse una delle esperienze che più ci pesa è quella della rinuncia al bello.
Sembra paradossale, affermare cio’ in un paese come il Madagascar, osannato per le bellezze dei suoi luoghi, per il  suo clima, per la biodiversità della sua flora e fauna.
Ma per un Italiano la bellezza è il prodotto dell’ingegno ed in questo noi siamo esigenti e credo che sentiamo sempre la necessità di ritornare nel nostro paese per fare il pieno di quella bellezza che secoli di storia ha sedimentato nelle nostre città d’arte nei nostri territori forgiati da architetti ed artisti, non dimenticando che anche la nostra natura è talvolta ugualmente eccezionale.

Sulla nostra iniziativa sarà facile documentarsi accedendo al nostro sito www.valahantsaka.com




Cooperazione internazionale, la firma del protocollo d’intesa tra il Fondo provinciale milanese e il Madagascar


Podestà: «La nostra vocazione solidale e internazionale ci spinge a confrontarci, sempre più, con la comunità internazionale» 
Prosegue l’impegno del Fondo provinciale milanese per la cooperazione internazionale sul versante dello sviluppo, della sostenibilità e della responsabilità sociale. L’associazione, che riunisce la Provincia di Milano (ente capofila), il Comune e altre 30 autorità locali, sottoscriverà domani (22 settembre), insieme con il ministero del Turismo e dell’Artigianato della Repubblica del Madagascar, un protocollo d’intesa finalizzato alla creazione di una partnership tra il Milanese e il Paese africano. L’accordo, che intende istituire un rapporto tra le due comunità locali, contempla una serie di azioni comuni (prive di oneri finanziari a carico delle parti) legate alla promozione del turismo sostenibile e alla valutazione di possibilità di accesso a finanziamenti. Tra gli obiettivi, sostenere gli scambi tra i due territori, implementandone la coesione interculturale, e affiancare il Governo di Antananarivo nella sua opera di divulgazione del patrimonio naturalistico. Il documento sarà siglato dal presidente del Fpmci, Pietro Accame, e dal ministro del Turismo, Jean Max Rakotomamonjy, che, nell’occasione, sarà accompagnato dal consigliere tecnico Patrick Ramonjavelo. All’incontro prenderà parte anche il direttore generale del Fmpci, Sisinnio Guido Milani.
«Grazie all’ottimo lavoro svolto dal Fondo, nel quale Palazzo Isimbardi è ente capofila, la “Grande Milano” dimostra la sua vocazione solidale – ha dichiarato il presidente della Provincia, Guido Podestà -. La cultura metropolitana del nostro territorio ci spinge a confrontarci, oggi più che mai, e fino al 2015, con la comunità internazionale, da sempre attenta a Milano e alle sue eccellenze. Riteniamo che la prassi della cooperazione rivesta un ruolo cruciale: questo strumento garantisce, infatti, ad alcuni Paesi di valorizzare, grazie al contribuito di altre realtà nazionali, le proprie risorse, rendendosi sempre più capaci di affrontare le sfide del millennio». 
Fonte: Mi-Lorenteggio

Lotta alla malnutrizione dei piccoli con meno di 5 anni di età colpiti da rachitismo


In Madagascar circa la metà dei bambini con meno di 5 anni di età sono rachitici a causa degli effetti irreversibili della malnutrizione che li colpiscono durante i primi mille giorni di vita. Questi piccoli sono esposti ad un rischio maggiore di contrarre malattie e di uno sviluppo cognitivo compromesso, oltre che di una morte prematura. Il paese africano è il sesto dove si registra il più alto tasso di rachitismo nel mondo, la povertà ne è la causa principale. Secondo le stime riportate dal Southern Africa Regional Food Security Update 2012, l’80% dei 20 milioni di abitanti del Madagascar vive con un dollaro al giorno o anche meno, e le famiglie povere spendono quasi tre quarti del loro reddito per l’acquisto di generi alimentari. Un altro fattore che contribuisce al rachitismo sull’isola è costituito dagli alti tassi di infezioni contratte durante la gravidanza e l’infanzia. L’alimentazione precaria fa si che le ragazze non raggiungano il pieno sviluppo fisico almeno fino all’età di 21 anni, età nella quale molte di loro sono già madri. Circa il 39% delle donne malgasce sono alte un metro e mezzo e hanno maggiori probabilità di partorire bambini sottopeso. Nella capitale Antananarivo, la preferenza della popolazione di mangiare fiocchi di riso preclude una dieta varia e di conseguenza si riflette negativamente sull’alimentazione. A livello nazionale, in 6 mila centri è stato avviato un programma nutrizionale con lo scopo di migliorare la salute alimentare. I centri offrono proposte nutrizionali e lezioni di cucina per incoraggiare il consumo di una vasta gamma di cibi nutrienti locali disponibili più economici. Inoltre, qui vengono monitorati i bambini con meno di 5 anni di età. (AP) ( Agenzia Fides)

Profumi del mondo The Body Shop


The Body Shop ci fa conoscere cinque località esotiche tramite la sua nuova linea di fragranze "Profumi del Mondo" che celebra Madagascar, Brasile, Giappone, India e Marocco.
 “L'estate sta finendo” è stato un grande successo degli anni '80 dei Righeira e con i saluti all'estate accogliamo a braccia aperte l'autunno, i suoi colori e i suoi profumi. A proposito di profumi The Body Shop ha dato il suo ufficiale benvenuto profumato e particolare all'autunno lanciando la nuova linea “Profumi del Mondo” ispirata a 5 location esotiche e suggestive.
La particolarità di questa collezione di fragranze è che la composizione è stata formulata con il 100% di alcol biologico ricavato dalla canna da zucchero ed estratti naturali provenienti da tutto il mondo provenienti dal commercio equo.
La linea comprende da Eau de Toilette, Oli Profumati con formulazione più concentrata e fragranza più persistente, Spray per il Corpo con una formulazione più leggera e anche Doccia Gel e Idratante Corpo.
Vediamo quali luoghi remoti ed esotici vengono omaggiati dalla nuova linea Profumi del mondo firmata da The Body Shop.
Il primo che ho provato è l'olio profumato Madagascan Vanilla Flower perché mi piace molto il profumo della vaniglia, ho provato tante formulazioni che però sono risultate veramente troppo dolci. 
Di questo prodotto mi piace innanzitutto la consistenza: con il tappo dosatore a barretta ho applicato poco prodotto (perché concentrato) l'ho massaggiato velocemente su polsi e collo e ho notato con piacere che si è assorbito subito. La fragranza è dolce, però c'è un mix particolare che la rende piacevole, non troppo intensa e iper zuccherosa come altri profumi alla vaniglia che ho provato. Non sono espertissima di profumi ma credo che la dolcezza della vaniglia e del frangipani sia attenuata dalla presenza dell'ambra, che mantiene comunque il calore del profumo ma lo rende leggermente più speziato.
Di base comunque sappiate che si tratta di una profumazione dolce.
Piramide olfattiva: note di testa di anice e bergamotto, note di cuore di frangipani e note di fondo di vaniglia del Madagascar ed ambra. 

Fonte: Elisa Gamberi - Staff di Amando.Amando.it


Sanità: i medici che curano le mani dei bimbi, a Milano una squadra ad hoc


Josephine ha 5 anni ed è del Madagascar, ultima sfida vinta da chirurghi MultiMedica.

Josephine, 5 anni, del Madagascar, non può tenere in mano una matita per disegnare e solo a stento riesce a impugnare un cucchiaino per mangiare.

La piccola ha un problema agli arti, come tanti bimbi della sua terra che sviluppano deformità per colpa della grave malnutrizione.

Ma ora Josephine può sperare: insieme alla sua mamma è arrivata in Italia al Centro studi mano dell'ospedale San Giuseppe di Milano, dove l'èquipe di Giorgio Pajardi dell'Irccs MultiMedica, direttore della Scuola di specializzazione in chirurgia plastica dell'università degli Studi milanese, in 10 mesi la sottoporrà a 4 interventi chirurgici e a numerose sedute di riabilitazione.



Un percorso al termine del quale la bambina riuscirà a stringere nelle mani qualunque oggetto.

Regalare un futuro migliore a Josephine è solo l'ultima sfida vinta dall'Unita operativa di chirurgia della mano dell'Irccs MultiMedica di Sesto San Giovanni, anche grazie all'impegno della Fondazione volontari del Vangelo in Madagascar e alle competenze dell'Associazione 'La mano del bambino’.

Un gruppo di volontari con sede al Reparto di chirurgia della mano dell'Istituto MultiMedica, formato da medici, psicologi, fisioterapisti e altri professionisti che lavorano ogni giorno a contatto con bambini colpiti da patologie congenite o acquisite degli arti superiori.

In Italia, ricorda una nota, le malformazioni della mano colpiscono in media un bimbo su 1.500: una percentuale tutt'altro che esigua per un difetto fisico che però si può superare.

Le famiglie che si rivolgono al Centro studi mano, fortemente voluto da Pajardi, lo fanno con grande speranza e ne escono dopo un percorso non semplice, ma con un sogno realizzato: la normalità.

Proprio pensando a loro, per sabato 22 settembre, Pajardi insieme all'Associazione 'La mano del bambino’ ha organizzato una festa all'Istituto Buon Pastore di Milano (via San Vittore 12, dalle 10 alle 16).

I piccoli pazienti di tutta Italia si ritroveranno per giocare a basket, a calcetto o per cimentarsi con le proprie mani alla parete di arrampicata.

Un momento prezioso, e un'occasione di confronto tra chi ha superato o sta superando il momento dell'operazione e quello della riabilitazione, e chi invece deve ancora intraprenderlo.

'Guest-star' della giornata sarà proprio Josephine, reduce dal primo intervento chirurgico.

Fonte www.articolotre.com

lunedì 1 ottobre 2012

8 maggio 2013 la data delle elezioni presidenziali in Madagascar


Un figlio d’arte si candida a Presidente

Il rinnovo della convenzione per la pesca con l’Unione Europea, la presenza all’ONU dell’attuale Presidente malgascio di transizione  Andry Rajoelina, la firma del protocollo d’intesa tra il Fondo provinciale milanese e il Madagascar, sono tutti sintomi di una nuova distenzione politica e di una nuova dimensione che si accinge a vivere il  Madagascar.
Noi italiani ci auguriamo che presto verrà anche ristabilita la rappresentanza Consolare italiana con la nomina di Cinzia Catalfamo Akbaraly a Console Onorario del Madagascar.
Questa distenzione  é dovuta alla conferma che l’8 maggio 2013 si svolgeranno le elezioni per avere finalmente un Presidente della Repubblica eletto da popolo e riconosciuto da tutti gli organismi internazionali.
Intanto già al Carlton  si presenta un veterano della politica:
Maurice Beranto

 PresidenteNazionale del partito politico FIDEM, attualmente Consigliere Speciale del Primo Ministro in carica presenta il suo programma e la sua candidatura a Presidente del Madagascar.
La sua richiesta ad una alternanza ed un programma di  sviluppo dell'imprenditorialità e delle strutture con un maggiore riguardo alla istruzione e alla valorizzazione delle risorse culturali e della natura sono i punti principali di forza del suo gruppo. Le sue proposte sono rivolte a una convergenza di governo per rafforzare l’unità nazionale in uno stato imparziale senza discriminazioni sociali etniche o di religione.
Maurice Beranto appartiene ad una famiglia che in passato ha fatto parte attiva della politica malgascia, infatti sia il padre che il fratello hanno avuto incarichi ministeriali e lui oggi è ben intenzionato a seguire le gesta della famiglia.
Beranto ha concluso la sua presentazione sottolinendo che i prossimi cinque anni dovrebbero essere quelli che servono per la ricostruzione di un nuovo Madagascar, e l’alternanza si fa strada per far vivere i malgasci in modo migliore.

AS

giovedì 20 settembre 2012

Olga del Madagascar


Mi chiamo Marie Olga Sohantenaina. Sono nata nel Nord-Est del Madagascar, nella regione della SAVA, dove ci sono le aree protette di Anjanaharibe-Sud, del Marojejy e dello Tsaratanana. Il mio nome vuol dire "buona speranza". Artisticamente mi faccio chiamare “Olga del Madagascar”.

Il lavoro
Nel periodo in cui abitavo ad Antananarivo ho ottenuto un diploma da parrucchiera ed estetista. Nel tempo libero cantavo nel gruppo di Berikely. Poi mi sono trasferita in Italia, a Torino, per seguire mio marito. Appena arrivata ho studiato la lingua italiana e la cultura del Belpaese. Quando sono riuscita a parlare meglio in lingua italiana sono andata a studiare come infermiera. Subito dopo ho lavorato fino a quando ho avuto la mia seconda figlia. Oggi ho ripreso a cantare e scrivo canzoni e poesie, anche in lingua italiana.

Sposata con
Pensate un po’ che mi sono sposata per ben tre volte (matrimonio civile, cattolico e tradizionale del Madagascar), ma con un uomo solo. Lui è Franco Andreone. È uno zoologo e si reca in Madagascar da ormai più di 20 anni per studiare la sua fauna e la sua biodiversità. È un buon marito, che risposerei ancora.

La famiglia:
La mia famiglia è composta dalle mie figlie Kintana, Serena, da mio marito, da mio papà (che vive con noi da cinque anni) e da mia suocera con cui abbiamo vissuto per diversi anni. Abbiamo anche una gattina che arriva (anche lei!) dal Madagascar e si chiama Vaniglia. La mia famiglia di origine (in Madagascar) è molto più grande: siamo 8 fratelli e 5 sorelle, di cui due (mia sorella e io) viviamo in Italia.

I figli
La più grande, Serena Crystal, ha 13 anni e, come dice il suo nome, è davvero serenissima. È nata in Madagascar ad Antananarivo, ma oggi è diventata una vera e propria "bogia nen" nella migliore tradizione di "torinesità" (non ama molto muoversi in casa). Kintana Azzurra ha cinque anni. L’ho chiamata Azzurra sperando che l’Italia vincesse la Coppa del Mondo di calcio. E, infatti, nel 2006 l’Italia ce l’ha fatta! È nata a Torino, Kintana vuol dire "stella". Proprio come una stella è brillantissima. A differenza della sorella, vorrebbe viaggiare sempre e andare spesso in Madagascar, anche perché ha imparato in fretta a parlare in Tsimihety. Serena sta preparando l’esame di terza media, mentre Kintana è all'ultimo anno dell'asilo ed è pronta ad andare alle elementari.

In Italia....
Mi sono trasferita in Italia (Torino) nel 1999 per amore. Non mi sono abituata subito ai costumi italiani: all'inizio mi sembrava che qui tutto fosse più freddo e non solo per il clima. Non mi piaceva davvero nulla di quello che c'era da mangiare. È strano, perché i cibi italiani sono fra i più buoni al mondo, ma questo l’ho capito solo dopo. Mio marito è diventato matto perché mi doveva portare spesso al ristorante cinese per mangiare riso e zuppe simili a quelle del Madagascar. Ora mi sono italianizzata e mi sono abituata (fin troppo!) alle  specialità italiane e anche piemontesi. Pensa un po' che adesso mi piace la carne cruda all'albese, adoro gli “agnolotti del plin” e cucino io stessa la “bagna cauda”!

Mangi riso o pasta
Purtroppo non mangio più il riso tutti i giorni come siamo soliti in Madagascar, ma per abituare le mie figlie alla cucina malagasy continuo a cucinare “sawaba”, “fontsy lahy” e la magnocca almeno una volta alla settimana. A loro piacciono molto e così non soffrono troppo quando arriviamo laggiù, in Madagascar. Loro sanno anche discutere in “Tsimihety”, soprattutto la più piccola, che è anche la più tremenda. Faccio tutto il possibile per conservare e mantenere i miei costumi tradizionali.

Mancano tanto
Devo dire che mi manca soprattutto la mia famiglia. Poi, ovviamente, soffro per il clima: per quanto mite e bello rispetto ad altri paesi europei, davvero non sopporto il freddo invernale di Torino. Ogni volta che nevica mi meraviglio ancora: è stata una vera emozione quando ho potuto vedere i fiocchi bianchi cadere dal cielo e ho potuto toccare la neve la prima volta. Che meraviglia!!

Dell’Italia
Mi piacciono le città italiane, sono tutte bellissime. Poi adoro la musica e i cantanti italiani (sono bravissimi!) e mi piacciono anche molto i musei.

La gente italiana è
Cortese? Io conosco solo persone gentili. Tanti bravi italiani che mi vogliono bene e che sono sempre molto cordiali con me. Purtroppo in Italia c’è anche il razzismo, che ho potuto sperimentare sulla mia pelle.

Amiche italiane
Ho tante amiche italiane e malagasy, buone e scherzose. Le mie amiche sono mamme come me, mentre gli amici sono principalmente musicisti.

Rapporti con la famiglia
I rapporti con la famiglia di mio marito sono molto buoni. Sono una donna fortunata: quando sono arrivata in Italia mia suocera mi ha accolta come una figlia. Lei mi dà una mano ogni volta che ne ho bisogno e mi aiuta molto con le mie figlie.

La religione
Sono cattolica. Appena arrivata in Italia andavo spesso a messa, poi un poco di meno. Sai perché? Perché mio marito non è credente e non prega per niente e per nessuno. Lui in chiesa ci va solo per ammirare l'architettura.

Il Vaticano e il Papa
È stato uno dei miei primi desideri quando sono arrivata in Italia, di andare a visitare il Vaticano. Ho assistito ad alcune messe di Papa Giovanni Paolo II. Invece non ho ancora avuto la fortuna e l’occasione di vedere ed ascoltare Papa Benedetto XVI.


Oltre Torino quale è la città italiana preferita
Mah, è proprio difficile da dire. Io ho lasciato il mio cuore a Capri e Firenze. Lì sì che mi piacerebbe vivere.

Preferisci dell’Italia
Come ho detto, mi piace moltissimo la cucina italiana. Poi adoro i monumenti, i paesaggi e la storia d’Italia.

Il Madagascar
Amo molto il mio paese natale e, quando posso, ci torno. Ci sono stata da poco e mi sono fermata con le mie bambine per ben tre mesi nella mia città, Andapa, dove vivono i miei familiari e i miei amici più speciali.




Quando torni
Eh sì, ho una grandissima famiglia, che mi festeggia di continuo. Ogni volta che torno da lì ingrasso, proprio perché non mi lasciano fare nulla! Oggi uno mi cucina un pollo arrosto, domani una salciccia alla moda malagasy, dopodomani un altro mi porta una torta. Alla sera non mi mancano mai le “brochette” (spiedini). Le mie cognate e le mie sorelle mi aiutano per la manicure e mi curano i capelli. Mi stufo delle trecce? Me li fanno lisci come una cinese. Mi fanno sentire una vera principessa, anche perché sono la “faravavy” (la più piccola della famiglia), però la prima che ha avuto il coraggio di lasciare il Madagascar. Ero proprio felicissima durante questa lunga vacanza, ma intanto piangevo perché non ho più trovato la mia mamma, che mi ha lasciato alcuni anni fa.

Cosa  chiedono
Di solito le mie amiche mi chiedono se possono venire in Italia con me, o se posso trovar loro un buon "partito" italiano. Poi mi chiedono di portare loro scarpe e vestiti “made in Italy”. La mia famiglia e i miei amici stretti invece quest'anno mi hanno chiesto come va l'Italia e la sua politica: sono molto informati e oramai conoscono tutto il mondo.

Faresti la stessa scelta
Vivo in due paesi meravigliosi che tutti sognano, il Madagascar e l’Italia. Inoltre, sono qui per amore e mi trovo bene. Così anche, quando sono in Madagascar, che è il mio “paradiso” personale, porto con me due passaporti, quello malagasy e quello italiano. Quindi, per rifare, davvero rifarei tutto volentieri, non solo una seconda volta, ma anche due o tre! Però… c’è un però. Mi rimane in fondo al cuore il sogno di tornare nel mio paese, perché vorrei seminare tutto ciò che ho imparato in Europa, qui “andafy” come diciamo in malagasy. Appena potrò tornerò in Madagascar con la mia famiglia!


Ciao Madagascar, sei mio, ti amo,
un giorno tornerò
Buongiorno Italia, oramai sono tua,
sei il mio amore
Olga del Madagascar

Olga partecipa alla campagna di salvaguardia della foresta del Madagascar avendo registrato un DVD 

Léa Ratsimbazafy, vive a Roma dal 2001 con la famiglia.


Con la mia laurea di ingegneria chimica conseguita in Madagascar nel 1986
 la nostra situazione economica era estremamente difficile nel mio paese.
Aprirà una sartoria artigianale « Lina Tessuti e Ricami »




Il mio nome è Léa Ratsimbazafy , sono nata a Ambatondrazaka nella provincia di Tamatave.
Attualmente svolgo il lavoro di collaboratrice familiare presso alcune famiglie italiane ma sono in procinto di avviare una mia impresa di sartoria artigianale, che chiamerò’ “LINA TESSUTI E RICAMI”.
Sono sposata con tre figli, due maschi e una femmina. Il primo, Faniry di 22 anni frequenta il terzo anno di ingegneria informatica presso l’Università Roma Tre; la seconda Iantsa di 20 anni frequenta il secondo anno di ingegneria chimica presso l’Università La Sapienza di Roma; il terzo Ifaliana di 17 anni frequenta il quarto anno del liceo scientifico.

In Italia:

Mi sono trasferita in Italia, a Roma, nel 2001 per migliorare le nostre condizioni di vita in quanto in quel periodo la nostra situazione economica era estremamente difficile.
Con la mia laurea di ingegneria chimica conseguita nel 1986 e il diploma in gestione d’impresa executive management conseguito nel 1994 ho lavorato per 12 anni con grande soddisfazione presso il Ministero della Salute del Madagascar, prima come responsabile di produzione farmaceutica e poi come responsabile del controllo qualità di prodotti alimentari.
Purtroppo il reddito percepito era insufficiente a mantenere dignitosamente la mia famiglia e quindi mi sono decisa a trasferirmi in Italia sperando in un futuro migliore sopratutto per i miei figli.

È stato difficile

L’inizio è stato molto difficile e non potendo utilizzare in Italia la mia laurea e le mie competenze professionali l’unico lavoro che ho trovato è stato quello di collaboratrice familiare.
Inizialmente ero ospite di una famiglia malgascia e quindi non mi sono subito adattata alle abitudini italiane; poi pian piano la situazione è migliorata e mi sono inserita meglio anche con l’aiuto della comunità malgascia presente a Roma.
In seguito mi ha raggiunto mio marito Danny e i miei figli, abbiamo preso in affitto una casa e con molti sacrifici siamo riusciti a farli studiare tutti e tre.


Il riso

Nella nostra casa la sera si mangia quasi sempre riso ma a pranzo i figli mangiano abitualmente la pasta sia a casa che all’università.

Nostalgia

Le persone e le abitudini malgasce mi mancano tanto: la vicinanza della mia famiglia d’origine, dei miei fratelli e sorelle, le loro chiacchiere, le risate. Per il cibo non c’è problema perché si trova tutto sul mercato italiano, meno che le “ravitoto” e le “voajobory”.

Dell’Italia

Dell’Italia in particolare mi piace la diversità delle stagioni: la neve in inverno, il mare in estate e le mezze stagioni, l’autunno e la primavera, con l’esplosione di colori e fiori che abbelliscono le strade e i balconi.

Gli italiani

Per quanto riguarda l’accoglienza mi ritengo molto fortunata perché gli italiani con me si sono dimostrati quasi sempre cortesi e gentili. Ho diverse amiche italiane conosciute in ambito lavorativo o di vita sociale; questi rapporti si sono poi estesi alle rispettive famiglie.

La religione

Sono di religione protestante e vado in chiesa tutte le domeniche svolgendo tanti impegni nella nostra chiesa: la diaconia, la tesoreria del gruppo delle donne, presidente del gruppo di preghiera e tante altre attività legate alla mia arte personale (ad es. decorazione degli ambienti in occasione di celebrazioni o eventi speciali).
Sono andata a S. Pietro ad ascoltare il Papa in occasioni importanti come il Natale.

Altre città

Ho visitato qualche altra città in Italia ma non molte: mi è molto piaciuta l’Isola d’Elba e in particolare Venezia, ma non mi piacerebbe abitarci!

L’Italia

Dell’Italia mi piace la gente dal carattere molto aperto, la varietà del mangiare, il paesaggio molto vario e bello, i monumenti della Roma antica; purtroppo non ho ancora visitato i musei, sono tanti e il mio tempo libero è poco!


In Madagascar

Pur desiderandolo molto non sono riuscita ancora a tornare in Madagascar per visitare i miei parenti, anche se molti di loro sono venuti a trovarmi in Italia. In questa occasione di incontro è una grande festa, ci raccontiamo tante cose, sono curiosi della mia vita in Italia, del mio lavoro e della mia nuova vita!

Progetti

Vorrei dire due parole sulla mia nuova esperienza di lavoro che sto intraprendendo con tanta determinazione per potere cambiare le condizioni di vita.
Infatti la mia nuova attività riguarda quello che io sento di poter fare sulla base delle conoscenze acquisite presso la mia famiglia in Madagascar nel campo del ricamo e della sartoria.
Partendo da questa esperienza, migliorata negli anni con la conoscenza dei gusti degli italiani, sto costituendo una mia ditta individuale, aprendo un mio laboratorio di sartoria per la confezione e rifinitura a mano di abiti per bambini.
In futuro l’attività si può ampliare con la vendita di vestiti importati dal Madagascar e rifiniti nel mio laboratorio.
La possibilità di successo del mio progetto deriva, non solo dalla mia determinazione, ma anche dal sostegno che fortunatamente ho trovato da parte di alcuni amici italiani che fanno parte di enti e istituzioni, dalla comunità religiosa e dalle associazioni italo-malgasce che aiutano gli stranieri nello sviluppo di nuove imprese sulla base di progetti credibili e affidabili.

Dovendo oggi scegliere

Se oggi dovessi scegliere non cambierei niente della mia vita, non mi pento della decisione che ho preso di venire in Italia, anche se mi è costata tanti sacrifici.
Ho fatto questo per migliorare lo stato della mia famiglia, spinta da una grande speranza e da tanto coraggio.
Io sono soddisfatta nel vedere i miei figli consapevoli della loro situazione che cercano di istruirsi al massimo. Capiscono che lo studio è l’amico che non li lascerà mai, non li tradirà, e servirà come protezione nelle loro difficoltà.
Oggi guardo il Madagascar con occhi diversi, io all'estero rappresento questa Grande Isola con tutte le sue ricchezze naturali con il suo popolo che è la vera forza del paese. Questo è CIO' che vivo tutti giorni e non mi stanco nei miei passi, nella mia corsa tra le strade di Roma senza riposo; vedo ancora l’immagine di questa donna malgascia nel campo che porta il figlio sulle spalle mentre lavora; e io oggi, ho questo ricordo che mi segue mentre lavoro a casa mia, mentre assisto le varie famiglie e le loro case.
Adesso, mentre cerco di impostare la mia piccola impresa, questo ricordo mi segue ancora e mi spinge passo dopo passo a cercare di costruire il futuro mio e dei miei figli per avere successo nella vita che io costruisco. Cosi vado avanti, forte e coraggiosa con tutta la speranza di un domani migliore. Spero che questo nuovo anno sia una partenza, un percorso e una meta orientata verso la realizzazione dei i miei desideri.
Auguri Lea

Barbara Bini, ex titolare di un avviato Studio Professionale di Consulenza del Lavoro a Milano.


Perché hai lasciato l’Italia per il Madagascar

Me lo sto ancora chiedendo. Non c’è stato un unico motivo, ma una serie di motivi. La prima volta che sono stata in vacanza, a Nosy Be, per una settimana di immersioni con Luca, il mio compagno,  ero rimasta un po’ perplessa, le immersioni non erano state eccezionali, avevo avuto un problema di salute che mi faceva stare un po’ in tensione e l’aspetto “fatiscente” dei villaggi mi  metteva a disagio, mi sentivo un’intrusa.
La natura però mi aveva subito colpito e negli ultimi giorni di vacanza avevo cominciato a rilassarmi e a percepire la bellezza che mi circondava.
Luca invece era rimasto entusiasta e durante il volo di rientro in Italia mi aveva annunciato che prima o poi saremmo venuti a vivere in Madagascar.
Ricordo di aver pensato: HEI !!!............., andiamoci piano, per una vacanza si può ancora fare, ma addirittura viverci !!!

Al rientro in Italia
Dopo quella vacanza, quando sono rientrata in Italia, ho cominciato a vedere il “mio” mondo con occhi diversi. Tutto mi sembrava inutile e finto, tutto basato sull’apparenza, i ritmi di lavoro assurdi, il cibo senza sapore, l’assenza completa di colori…. Era come se vedessi la mia vita da fuori, dall’alto, dal punto di vista di un’altra persona e ho cominciato a farmi delle domande.
Quello che mi ha “fregato” è stato lasciare la porta aperta alla possibilità di cambiare vita, pur non avendoci mai pensato prima. Non sono mai stata una di quelle persone che vogliono scappare su un’isola deserta. Per me la città era la normalità… Avevo fatto tanti bei viaggi, anche in paesi molto poveri, ma mai avevo avuto una reazione emotiva che avesse scosso le mie sicurezze in questo modo. Se tornavo da un paese povero, in cui mi ero magari lavata per dieci giorni con un secchio d'acqua e avevo fatto i miei bisogni in un buco nel terreno, come in Nepal, quando rientravo in Italia, apprezzavo ancora di più la comodità del mio bel bagno pulito e accogliente; il viaggio mi serviva per  apprezzare quello che avevo o forse per sopportare quello che inconsciamente mi mancava. Non so se tutto ciò sia capitato perché ero nel momento giusto della mia vita o perché il Madagascar ha dei poteri particolari (io sostengo che sia una terra magica), sta di fatto che dopo aver scoperto il Madagascar non sono più stata la stessa. Tutto ha cominciato a darmi fastidio, ero insofferente, cominciavo a sospettare che il mio “spirito” fosse stato concepito per una vita diversa da quella in cui mi ritrovavo.

Il mare
La mia passione per la subacquea occupava sempre di più i miei pensieri e la mia mente, da subacquea ricreativa quale ero, sono diventata guida subacquea, dando una mano in un diving di amici nel tempo libero per fare esperienza, poi ho preso il brevetto di istruttrice PADI, per essere pronta, nel caso in cui passasse il mio treno. Stavo già pensando in modo diverso.... a dire: perché no?

Lo Squalo Balena
Luca dal canto suo, lavorava di persuasione, da sempre convinto che quello fosse il nostro destino, e soprattutto convinto che Nosy Be non fosse solo quello che avevamo visto in quella misera settimana. Siamo quindi tornati una o due volte a Nosy Be, per periodi più lunghi, finché, nel novembre 2005, ho incontrato, per la prima volta, lo SQUALO BALENA e da quel momento ho capito che avrei voluto fare un lavoro che mi permettesse di stare a contatto il più possibile con creature così meravigliose.
Nei tre anni successivi al mio primo incontro con il Madagascar, ho “preparato” la mia famiglia, ho cominciato ad organizzarmi in vista dell’idea di chiudere la mia attività professionale, e ho atteso pazientemente il mio treno per il Madagascar:  ed è arrivato!
 Mi piace pensare che, quando desideri fortemente qualcosa, l’universo congiura per fartela ottenere…

L’inizio della tua attività
Dopo i nostri viaggi “turistici” a Nosy Be siamo rimasti in contatto con i titolari del diving con cui facevamo le immersioni a Nosy Be, facendo loro presente che eravamo interessati a trasferirci, e ad investire in un diving. Uno dei soci ha avuto la richiesta da parte del Corail Noir Hotel di aprire un diving interno alla struttura e ci ha mandato una e-mail per sapere se eravamo ancora interessati. Il classico “fischio” e noi siamo arrivati di corsa.

Il nuovo mondo
Psicologicamente non ho avuto problemi ad ambientarmi, la gente è disponibile e aperta a tutte le stranezze di noi "wasa", ma soprattutto mi sono resa conto che abbiamo bisogno di molto meno di quello che pensiamo. Quando vivevo a Milano il sabato mattina scattava lo "shopping compulsivo" e buttavo via montagne di soldi solo per cercare di riempire i miei vuoti. Da quando sono a Nosy Be, mi compro al massimo un cestino di rafia al mercato (200o ariary, meno di un euro) o un pareo e sono felice.... Uno dei miei timori, nel cambio di vita, era proprio il passare da una grande città, ricca di stimoli, di opportunità, di comodità... al nulla. Ora, riflettendo sulla incredibile naturalezza con cui mi sono adattata a questo nuovo mondo, credo che il nulla che vedevo era la mancanza di cose inutili. Qui, in realtà, se si hanno gli occhi per guardare, c'è una ricchezza inestimabile per l'anima.

L’adattamento
Il corpo invece ci ha messo un po’ di più…. Per il primo anno da quando mi sono trasferita in Madagascar, nel 2006, ho sofferto di otite, di tosse cronica, di nausea per mesi e mesi. Tutto sommato avevo passato praticamente tutta la mia vita a Milano al chiuso, in casa o in un ufficio, e cambiare radicalmente abitudini e ritrovarsi improvvisamente sotto il sole, all’aria aperta tutto il giorno e a contatto con l’acqua credo che abbia un po’ messo a dura prova il mio organismo. Poi, come d’incanto, è come se il mio organismo avesse “registrato” il nuovo ambiente, e da quel momento, non ho più avuto nulla.

 Il  lavoro
La parte che preferisco è il contatto con il mare e la natura. Tecnicamente ad una guida subacquea è richiesto di portare subacquei brevettati in zone particolarmente affascinanti per ammirare il fondale e le creature marine. Fare questo lavoro qui a Nosy Be è inimmaginabile, ti dà una grande soddisfazione. Certo, come ovunque il mare è imprevedibile: a volte ti da tutto,  altre volte ti lascia frustrato. Ma a Nosy Be, poiché il ciclo delle stagioni comporta variazioni della temperatura dell'acqua soltanto di 7 gradi (da 24 in inverno a 31 in estate) la vita marina è sempre diversa, gli incontri cambiano in base alla stagione e non c'è modo di annoiarsi. L'entusiasmo di una guida subacquea è contagioso e devo dire che il mio naturale entusiasmo è supportato dalla incredibile ricchezza di questi mari. Oltretutto, pur non essendo biologa, sono per natura curiosa, e amo capire e studiare, quindi ogni giorno per me è un arricchimento che poi cerco di trasmettere a chi si immerge con noi. Vivere emozioni uniche e poterle rievocare è il massimo che si possa desiderare, e qui arriviamo alla seconda mia passione, cioè fare foto e video subacquei. Così, chi torna a casa dopo una settimana di immersioni, può rivivere i momenti che ha vissuto. Fare questo lavoro con passione credo sia importante,  sia per la propria attività che  per questo paese. Il Madagascar, a livello di subacqueo, è ancora tutto da scoprire, non ha tradizione, non ha un nome famoso, come le Maldive o il Mar Rosso, quindi va fatto capire, va spiegato; è importante prendere le persone "per mano" e mostrare loro tutto quello che può offrire: la quantità impressionante di pesce che arriva con certi tipi di marea, gli influssi della luna, l'importanza e la varietà del plancton, le misteriose apparizioni dello squalo balena, l'incredibile puntualità della migrazione delle megattere..... Ogni anno, quando avvistiamo la prima megattera, tratteniamo a fatica una lacrima, dentro di noi pensiamo: nonostante l'uomo, ce l'avete fatta anche questa volta....Quando una persona, dopo essersi immersa con noi, ti dice "non avevo idea che il Madagascar fosse così bello" abbiamo la certezza di aver lavorato bene.

Inoltre
Oltre a fare il mio lavoro di istruttrice e guida subacquea, però, ovviamente, c'è anche una parte di lavoro che si svolge dietro le quinte, che non è meno importante. Io e Luca ci occupiamo di tutta la gestione del diving, dividendoci i compiti: io mi occupo delle prenotazioni, dei rapporti con i tour operator e con le agenzie viaggi, della parte amministrativa (vista la mia precedente esperienza mi tocca), della promozione e di tutto quello che può servire. Chi decide di venire a vivere in Madagascar deve saper fare un po' di tutto e soprattutto deve saper adeguare le proprie capacità ai mezzi che ha a disposizione.

I malgasci
E’ un argomento molto delicato. La difficoltà di interagire con i malgasci la si percepisce solo quando si vive qui.  Quando si hanno contatti “da turista” appaiono solari, allegri, disponibili, generosi. E questo ti stupisce, loro non hanno nulla, sono poveri, ma sono disposti a dividere quel nulla con te. Quando invece devi lavorare con loro, allora ti scontri con la assoluta differenza di temperamento, di prontezza intellettuale, di velocità di reazione, di capacità logica…. E questo a poco a poco ti porta alla frustrazione e, a volte, all’esaurimento.  Ti aspetti qualcosa da loro che non è possibile ottenere, perché non hanno avuto il tuo stesso percorso, non sono vissuti nel tuo stesso contesto, hanno principi diversi. Sono comunque degli ottimi esecutori, e la loro capacità di arrangiarsi determina la soluzione di problemi pratici nei modi più bizzarri e creativi. L'efficienza di un'attività che comporti l'impiego di lavoratori malgasci è subordinata al controllo costante nonché alla preparazione di itinerari e sistemi operativi dettagliatissimi che prevedano ogni possibile inconveniente. Nel momento in cui si presenta la variabile, il malgascio non chiede, ne si ingegna. Si ferma e aspetta.

 E  l’Italia
Ogni anno torno in Italia per quasi due mesi, fra gennaio e marzo, in quanto non è una buona stagione per l’attività subacquea a causa delle piogge. Torno ovviamente per vedere i miei genitori e per godere delle prelibatezze che mi prepara mia mamma; per la cucina e il vino italiani in genere. Questi mesi di trasferta sono però molto importanti anche a livello lavorativo, per i contatti che si mantengono con i clienti più affezionati, con i club subacquei e con i tour operator. Un'altra incombenza che siamo obbligati a svolgere in Italia (visto che il Madagascar, in questo ambito, è fermo all'età della pietra) è l'aggiornamento e la manutenzione delle attrezzature; la nostra attività si basa quasi totalmente su strumenti tecnici e tecnologici: dall'attrezzatura subacquea, ai computer, all'attrezzatura fotografica, eccetera, che devono essere tenuti sempre in perfetta efficienza. Mentre siamo in Italia faccio infine scorta di libri e ne approfittiamo per dare una controllata anche al nostro stato di salute. Esami del sangue, della vista, dei denti.... Questo è l'unico vero limite del Madagascar: in caso di un problema di salute grosso o piccolo (come il dentista), l'unica possibilità è tornare subito in Italia.

La politica italiana
Che è ciò che dimostra: l'Italia è un grande paese, perché  se,  nonostante la totale incapacità, disonestà e spreco di denaro che contraddistingue la nostra classe dirigente, l’Italia non è ancora diventato un paese del terzo mondo, significa che gli italiani sono gente tosta.

Orgogliosa
Si sono orgogliosa di potermi mantenere con un lavoro che mi diverte e mi appassiona e di stare a contatto con la natura, di non essermi sbagliata quando ho fatto questa scelta e di poter seguire la mia indole.

Per essere felice
Il mare, i pesci, la mia videocamera e le fasi lunari sono gli ingredienti della mia felicità.

 La prima cosa che pensi quanto ti svegli la mattina
 Oddio, sono pazza, cosa ci faccio qui?

Fai dei sogni
Dicono che tutti sognano, ma io non me li ricordo quasi mai. Quando me li ricordo mi sembrano talmente assurdi che cerco di dimenticarmeli.

Hai un messaggio da comunicare
Può sembrare una banalità, ma sono felice di vivere in un’epoca in cui esiste ancora la mia professione, e in cui in mare c’è ancora qualcosa di bello ed emozionante da vedere. Purtroppo, credo che non durerà a lungo.

Barbara e Luca sono titolari di Aqua Diving , diving center e centro escursioni a Nosy Be.
Hanno un sito internet: www.aquamadagascar.com , un blog: www.lovebubble.it e sono su Facebook alla pagine LOVE BUBBLE SOCIAL DIVING