Scritto da Carlo Grassi
Foto Credits Martina Agnese Pagani
E venne quel giorno che Fahali mise i miei abiti, ma non
erano solo i miei abiti, era me: il mio essere. Se lo mise addosso. Gli occhi,
il passato, le smorfie persino, erano di Fahali, ma lui era me. Io… Io però non
ero lui, ero solo un timido spettatore di fronte a quel prodigio umano: come si
sentiva? quale era stato il primo pensiero? si riconosceva? Mi riconosceva?
Comprendeva cosa era successo?
Si girò verso di me ma non mi vide, io non ero lì. Già
infatti, spettatore del suo film, solo io potevo vederlo e quegli occhi… Lui
non aveva mai chiesto di essere me.
Gridai a quel punto, in un attimo fui invaso dal senso di
colpa, lui non doveva essere me, era ancora Fahali, non doveva aver paura,
dovevo dirglielo, ma non mi sentiva. Io non c’ero, era così ovvio, non c’ero
più.
Io non ho messo gli abiti di Fahali però, perchè? Le mie
scarpe. Le porto ancora.
Scusami Fahali, togli quei vestiti, non devi essere vestito
da me, vedi… Io non sono vestito da te! Non mi sente, già, io sono andato via.
Sono tornato in un posto che per lui non esiste o esiste
solo come esiste la neve e lui è rimasto. E forse la neve gli è sempre sembrata
bella, ma tutto ciò che è misterioso lo è. Partiamo noi attratti dal mistero,
dall’altro, da ciò che è diverso. Vogliamo che smetta di essere estraneo, per
questo lo cerchiamo. Ma non è materia inerme quella che ci accoglie: ci
percepisce, anzi, esposta e indifesa. Noi ci mostriamo come vogliamo, ci
prepariamo per quel palesarci e così creiamo un’immagine, in un mese, che si
pianta e poi cresce autonoma. Ho sentito dei “Fahali” dire che i Vasà (bianco)
volavano.
Quel Fahali, ha voluto vestirsi da me e chi sono io? Come posso
meritare che qualcuno si vesta da me?
…Ma poi forse la polvere inghiottirà tutto, bucherà i
vestiti, li logorerà a tal punto che Fahali si ritroverà ancora nudo, ancora
Fahali. A quel punto cosa avrà significato tutto questo?
Il viaggio è predisposizione all’esperienza, alla vita, ma
non riguarda solo noi. Non questo viaggio, non questa esperienza. Di questo
viaggio fanno esperienza Fahali e gli altri duecento di Ivoamba, fanno
esperienza i nostri compagni di viaggio perchè senza di noi sarebbe stato comunque
diverso, fanno esperienza i nostri genitori, che attendono, in quel miscuglio
di emozioni per quel figlio così lontano da casa.
Ed io, che ero partito quasi solo per stare con lei, ora mi
toccherà tornare, per dire a Fahali che non sono come la neve, ma che esisto
anche in Madagascar, che mi ha fatto molto piacere averlo incontrato e che sta
benissimo vestito da me, ma sta molto meglio vestito da Fahali.
State sempre sul pezzo, Carlo.
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È il Madagascar la seconda patria di Carlo Bresciani. Non è una
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Per quanto riguarda gli uomini, una divinità buona ha creato
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un uomo ha un aspetto sgradevole è la prova che una divinità dall’aspetto
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nel '300 non trasmessa da topi ma da uomini
Cambiano
così i colpevoli delle peste che devasto' l'Europa
Contrariamente a quanto si è creduto finora
nella peste che ha devastato l'Europa nel
quattordicesimo secolo i topi potrebbero
non aver avuto alcun ruolo.
Da
Rimini in Madagascar per un incontro
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