In attesa della nuova selezione, ecco i sette
progetti (contributo totale di oltre 5 milioni di euro) specifici già approvati
sulla disabilità. Ma già negli ultimi anni la cooperazione italiana ha fatto
molto
Sette progetti sono stati appena finanziati: in
Madagascar, Albania, Ruanda, Palestina, Sudan e Etiopia il lavoro delle
organizzazioni non governative, grazie anche al sostegno finanziario della
cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri, porterà grandi benefici
alle persone con disabilità. Ma questo, per un impegno finanziario di oltre 5
milioni di euro, è solamente un assaggio della nuova stagione di attenzione
alla disabilità che, anche sulla scia della redazione del "Piano di azione
sulla disabilità della cooperazione italiana" si respira nei corridoi
della Farnesina. E' solo un assaggio sia perché arriverà presto un nuovo bando
per progetti delle ong ("entro fine anno", dice il direttore generale
Gianpaolo Cantini), sia perché il lavoro è molto più ampio, coinvolge il
personale del ministero e delle ambasciate in tutto il mondo, punta a
migliorare la vita delle persone con disabilità con la loro inclusione nelle
politiche, la piena accessibilità di spazi, beni e servizi, la valorizzazione
delle esperienze, la considerazione delle loro esigenze specifiche nelle
situazioni di emergenza come catastrofi e disastri naturali. Il tutto
assicurando un monitoraggio e una valutazione costante delle iniziative svolte.
Il bando recentemente assegnato ha portato il
finanziamento a sette progetti in sei paesi. In Madagascar il progetto
"Reti comunitarie per la salute mentale, la prevenzione e la
riabilitazione neuropsichiatrica" sarà gestito da Rtm con un contributo
della Cooperazione italiana di 935mila euro. In Albania "Save the
children" curerà il progetto "Educazione inclusiva per bambini con
bisogni educativi speciali" (finanziamento del ministero degli Esteri pari
a 700mila euro); in Ruanda contributo di 350mila euro per il progetto gestito
da Fdcg dal titolo "Eurocycle, creazine di servizi, strumenti e processi
per la presa in carico globale del bambino con patologie neurologiche"; in
Sudan la ong Ovci riceverà quasi 650mila euro per "potenziamento dei
servizi medico-riabilitativi e sociali"; in Etiopia Cbm riceverà 760mila
euro per un programma di prevenzione della disabilità visiva "Amhara
Trachoma Control Program". Due progetti in Palestina: quello di Educaid
(contributo 405mila euro) su "partecipazione attiva e inclusione sociale
delle persone disabili" e quello di Avsi (contributo di poco inferiore ai
2 milioni e 200mila euro) per "Abbracciare la diversità - Programma di
educazione inclusiva volto al superamento delle logiche speciali nelle scuole
palestinesi".
Questi sono gli ultimi progetti sostenuti, ma
alla Farnesina non iniziano certo ora a parlare di disabilità. L'Italia è stata
il primo paese al mondo a dotarsi, dopo la firma della Convenzione Onu, di
Linee guida della cooperazione in materia di disabilità: era il 2010 e gli
interventi, già presenti anche prima, in questi ultimi tre anni non sono
affatto mancati. Quello di cui vanno maggiormente fieri è stato realizzato in
Kosovo ed è un vero e proprio esempio di buona pratica sull'accessibilità. Avviato
nel 2008, ha visto come obiettivo l'attuazione concreta di quanto previsto dal
Piano nazionale per le persone con disabilità approvato dal governo del Kosovo:
interventi per l'accessibilità ad ampio raggio, con riguardo all'ambiente
fisico, sociale, economico e culturale. Abbattimento di barriere
architettoniche, formazione culturale, sensibilizzazione degli insegnanti sui
"Piani educativi individuali" degli alunni, animazione, laboratori,
spettacoli teatrali. Un progetto particolarmente ricco che la Direzione
generale per la cooperazione ha attuato direttamente riportando indietro grandi
soddisfazioni.
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