lunedì 11 novembre 2013

Il nuovo bando per le ONG

In attesa della nuova selezione, ecco i sette progetti (contributo totale di oltre 5 milioni di euro) specifici già approvati sulla disabilità. Ma già negli ultimi anni la cooperazione italiana ha fatto molto

Sette progetti sono stati appena finanziati: in Madagascar, Albania, Ruanda, Palestina, Sudan e Etiopia il lavoro delle organizzazioni non governative, grazie anche al sostegno finanziario della cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri, porterà grandi benefici alle persone con disabilità. Ma questo, per un impegno finanziario di oltre 5 milioni di euro, è solamente un assaggio della nuova stagione di attenzione alla disabilità che, anche sulla scia della redazione del "Piano di azione sulla disabilità della cooperazione italiana" si respira nei corridoi della Farnesina. E' solo un assaggio sia perché arriverà presto un nuovo bando per progetti delle ong ("entro fine anno", dice il direttore generale Gianpaolo Cantini), sia perché il lavoro è molto più ampio, coinvolge il personale del ministero e delle ambasciate in tutto il mondo, punta a migliorare la vita delle persone con disabilità con la loro inclusione nelle politiche, la piena accessibilità di spazi, beni e servizi, la valorizzazione delle esperienze, la considerazione delle loro esigenze specifiche nelle situazioni di emergenza come catastrofi e disastri naturali. Il tutto assicurando un monitoraggio e una valutazione costante delle iniziative svolte.
Il bando recentemente assegnato ha portato il finanziamento a sette progetti in sei paesi. In Madagascar il progetto "Reti comunitarie per la salute mentale, la prevenzione e la riabilitazione neuropsichiatrica" sarà gestito da Rtm con un contributo della Cooperazione italiana di 935mila euro. In Albania "Save the children" curerà il progetto "Educazione inclusiva per bambini con bisogni educativi speciali" (finanziamento del ministero degli Esteri pari a 700mila euro); in Ruanda contributo di 350mila euro per il progetto gestito da Fdcg dal titolo "Eurocycle, creazine di servizi, strumenti e processi per la presa in carico globale del bambino con patologie neurologiche"; in Sudan la ong Ovci riceverà quasi 650mila euro per "potenziamento dei servizi medico-riabilitativi e sociali"; in Etiopia Cbm riceverà 760mila euro per un programma di prevenzione della disabilità visiva "Amhara Trachoma Control Program". Due progetti in Palestina: quello di Educaid (contributo 405mila euro) su "partecipazione attiva e inclusione sociale delle persone disabili" e quello di Avsi (contributo di poco inferiore ai 2 milioni e 200mila euro) per "Abbracciare la diversità - Programma di educazione inclusiva volto al superamento delle logiche speciali nelle scuole palestinesi".
Questi sono gli ultimi progetti sostenuti, ma alla Farnesina non iniziano certo ora a parlare di disabilità. L'Italia è stata il primo paese al mondo a dotarsi, dopo la firma della Convenzione Onu, di Linee guida della cooperazione in materia di disabilità: era il 2010 e gli interventi, già presenti anche prima, in questi ultimi tre anni non sono affatto mancati. Quello di cui vanno maggiormente fieri è stato realizzato in Kosovo ed è un vero e proprio esempio di buona pratica sull'accessibilità. Avviato nel 2008, ha visto come obiettivo l'attuazione concreta di quanto previsto dal Piano nazionale per le persone con disabilità approvato dal governo del Kosovo: interventi per l'accessibilità ad ampio raggio, con riguardo all'ambiente fisico, sociale, economico e culturale. Abbattimento di barriere architettoniche, formazione culturale, sensibilizzazione degli insegnanti sui "Piani educativi individuali" degli alunni, animazione, laboratori, spettacoli teatrali. Un progetto particolarmente ricco che la Direzione generale per la cooperazione ha attuato direttamente riportando indietro grandi soddisfazioni.
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