La
giornata Nazionale della gioventù doveva essere un’ avventura da condividere
con i ragazzi, invece si è rivelata un’opportunità di vivere la
quotidianità del mondo femminile malgascio.
Non
sapevo bene cosa fosse la GMG e che cosa avremmo fatto. Immaginavo molte
persone, ma non cosi tanti: fiumi di uomini in marcia per riunirsi in preghiera
sotto le stelle, un cortile pieno di pentoloni dove dei volontari cucinavano il
riso per tutti ed ore e ore di coda per riempire le bottiglie d’acqua che ci
servivano a pulirci, almeno superficialmente.
In
quei giorni ci siamo trovati divisi: io e Francesca da una parte della città e
Zak con i Ragazzi da un’altra. Per tutto il viaggio noi siamo rimaste
insieme a delle donne del gruppo dell’Oratorio Don Bosco di Fianarantsoa:
suore, ragazze, adolescenti, giovani donne, donne adulte e madri di
famiglia.
Le
protagoniste di questi giorni sono state loro: le donne, donne malgascie,
diverse da noi culturalmente, per i loro usi e costumi, ma uguali a noi in
quanto donne. Sono loro che ci hanno accompagnato in questi giorni di
viaggio attraverso il Madagascar, ci hanno insegnato a vivere con loro e ci
hanno portate per mano nella loro vita. A volte anche ragazze più giovani
di noi, che in questa nuova esperienza ci facevano da guide premurose,
da madri tenere e affettuose, incantevoli ed eleganti nei loro
coloratissimi “lamba” (parei), forti , pronte e serene nell’affrontare ogni
situazione .
“Mangiare
riso per due settimane e avere solo due bottiglie d’acqua per lavarmi!”
Ero
partita con l’idea di SOPRAVVIVERE … loro mi hanno insegnato a VIVERE con i
loro sorrisi quando si stava per più di un ora in coda per l’acqua, con la loro
spontaneità nel lavarsi insieme agli uomini, coperte solo dall’ombra notturna,
con il loro entusiasmo di essere impeccabili per la festa anche in mezzo al
vento e la polvere di Diego Suarez e con il loro sguardo incantato e la loro
gioia di vivere durante i sette lunghi e scomodi giorni di viaggio in taxi-
brousse attraverso le immense distese deserte del Madagascar.
·
Stiamo lavorando a Ivohibe,
paese di circa 2000 abitanti situato nella regione di Horombe, nel Sud-Est del
Madagascar.
È una zona abbastanza povera, per niente turistica e prevalentemente rurale. Il clima è a cavallo tra umido tropicale (come tutta la costa Est dell’isola) e quello a due stagioni (piovosa/secca) che troviamo nella parte centrale dell’isola. Ora e durante tutto il soggiorno siamo in inverno, quindi temperatura piuttosto fresche e clima piuttosto secco, anche se ogni tanto piove più del dovuto (dicono ennesimo esempio del clima che sta cambiando).
Qui il WWF Madagascar lavora da diversi anni con le comunità locali attraverso due progetti principali: Il Programma Olistico di Conservazione delle Foreste e quello di Rafforzamento della Società civile.
È una zona abbastanza povera, per niente turistica e prevalentemente rurale. Il clima è a cavallo tra umido tropicale (come tutta la costa Est dell’isola) e quello a due stagioni (piovosa/secca) che troviamo nella parte centrale dell’isola. Ora e durante tutto il soggiorno siamo in inverno, quindi temperatura piuttosto fresche e clima piuttosto secco, anche se ogni tanto piove più del dovuto (dicono ennesimo esempio del clima che sta cambiando).
Qui il WWF Madagascar lavora da diversi anni con le comunità locali attraverso due progetti principali: Il Programma Olistico di Conservazione delle Foreste e quello di Rafforzamento della Società civile.
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Il primo si articola nel contesto di tutela della regione orientale dell’isola
(chiamata Ala-Atsinana) e in particolare di tutto il corridoio forestale (una
striscia piu o meno larga situato a circa 50km dalla costa Est, con superficie
totale di 31 200 km2) che taglia da Nord a Sud tutto il paese, con
frammentazione spesso elevata e con solamente una quantita molto limitata di
aree protette (solo il 3% dell’intera regione orientale !).
Il WWF si occupa di tutelare tutte le (numerose) aree di foresta, quindi i corridoi forestali, tra le varie aree protette dal MDN (Madagascar National Parc). Per quanto riguarda le attività qui a Ivohibe, si tratta di tutelare tutto il corridoio forestale (che taglia verticalmente la provincia di Ivohibe e che collega due Aree protette – Andrigitra e Pic d’Ivohibe) che si trova totalmente privo di tutele amministrative e quindi a forte rischio
Il WWF si occupa di tutelare tutte le (numerose) aree di foresta, quindi i corridoi forestali, tra le varie aree protette dal MDN (Madagascar National Parc). Per quanto riguarda le attività qui a Ivohibe, si tratta di tutelare tutto il corridoio forestale (che taglia verticalmente la provincia di Ivohibe e che collega due Aree protette – Andrigitra e Pic d’Ivohibe) che si trova totalmente privo di tutele amministrative e quindi a forte rischio
Il secondo progetto ha come scopo di sensibillizzare gli abitanti dei villaggi situati ai margini delle foreste
affinché capiscano l’importanza del corridoio forestale (per loro e per
l’ambiente), mediante la creazione di COBA’s
(Communautés de Bases) ovvero associazioni costituite dai cittadini, il cui
scopo è di decidere in modo democratico e organizzato quali strategie
utilizzare per rispondere ai loro bisogni, per migliorare le condizioni
economiche e, nel frattempo, tutelando le risorse naturali della zona. Questi
COBA, creati grazie all’aiuto e al sostegno del WWF e delle autorità locali,
operano ormai in quasi tutti i villaggi della provincia di Ivohibe che hanno a
che fare con il corridoio forestale. Mediante i cosiddetti « Transferts de
Gestion » che stanno avvenendo progressivamente, si spera che una volta il
WWF partito da qui (tra alcuni anni), i COBA siano in grado di tutelare
direttamente in
prima persona il corridoio forestale e le
risorse naturali dell’area.
Le minacce principali sono ovviamente il disboscamento (la gente utilizza molta legna, per la costruzione, ma anche e soprattutto come combustibile per cucinare, poiche qui non hanno altre opzioni se non quello di bruciare la legna), ma anche i cosiddetti « feux de brousses » e le « cultures sur brulis » ovvero le tecniche tradizionali ancora molto diffuse che consistono nel bruciare i terreni per gli allevamenti del bestiamo, nel primo caso, e per l’agricoltura, nel secondo.
I COBA, per quanto visto fin’ora, stanno collaborando in modo particolarmente attivo, sia perché capiscono l’importanza delle foreste e delle tematiche ambientali conseguenti (cambio climatico, mancanza d’acqua, erosione del suolo, perdita di biodiversità, ecc.) sia perchè le nuove attività proposte e portate dal WWF hanno un evidente riscontro economico e portano dei benefici per gli abitanti, sia per la salute che per le condizioni di vita.
Le minacce principali sono ovviamente il disboscamento (la gente utilizza molta legna, per la costruzione, ma anche e soprattutto come combustibile per cucinare, poiche qui non hanno altre opzioni se non quello di bruciare la legna), ma anche i cosiddetti « feux de brousses » e le « cultures sur brulis » ovvero le tecniche tradizionali ancora molto diffuse che consistono nel bruciare i terreni per gli allevamenti del bestiamo, nel primo caso, e per l’agricoltura, nel secondo.
I COBA, per quanto visto fin’ora, stanno collaborando in modo particolarmente attivo, sia perché capiscono l’importanza delle foreste e delle tematiche ambientali conseguenti (cambio climatico, mancanza d’acqua, erosione del suolo, perdita di biodiversità, ecc.) sia perchè le nuove attività proposte e portate dal WWF hanno un evidente riscontro economico e portano dei benefici per gli abitanti, sia per la salute che per le condizioni di vita.
Le
attività cambiano a seconda dei villaggi e delle risorse diponibili. Alcuni
esempi sono la realizzazione di « Cultures maraicheres »
(coltivazione di ortaggi : prima mangiavano solo riso, magnocca e frutta raccolta sugli
alberi. Il WWF ha
portato carote, patate, cipolle, insalata, zucchine, ecc.), nuove tecniche per
la coltivazione del riso (Sistemi di risicoltura che fanno diminuire la
quantità d’acqua necessaria e aumentare la produttività del campo), allevamento
di piccolo bestiame (pesci, conigli, anatre, ecc., tutti animali che prima non
avevano e che, attraverso la crescita del numero di bestie e la successiva
vendita, diventano uno strumento per aumentare i redditi), realizzazione di
« compost » per riciclare i resti organici con cui poi fertilizzare i
terreni agricoli, e varie attività di riforestazione (per non usare il legno
direttamente dalla foresta), apicoltura, ecc., insomma tutte attività che
probabilmente non sarebbero mai partite se il WWF non fosse intervenuto.
Noi volontari,
oltre ad aiutarli a realizzare e migliorare queste attività, portiamo
soprattutto la parte piu teorica
uale
sia il nesso tra queste attività e la tutela dell’ambiente, a scala locale e
globale. Questo lo facciamo mediante presentazioni, proiezioni video,
dibattiti, lavoro con donnne e bambini, ecc. La risposta dei cittadini è stata
per ora molto positiva, sono contenti di ricevere proposte e consigli e sono
aperti al confronto e alle nuove idee, anche se a volte queste vanno un po’
contro le loro usanze (e qui le tradizioni hanno un fortissimo radicamento).
Il progetto è molto interessante e stimolante, i paesaggi e le creature che popolano quest’isola sono unici e meravigliosi e il clima varia molto da zona a zona: il tasso di endemismo si aggira attorno all’80-90% (93% per i rettili, 99% per gli anfibi!), piu di 100 specie/sottospecie di lemuri, piu di 1000 specie di orchidee, 6 delle 9 specie di baobab presenti nel mondo si trovano solo su quest’isola, ecc. Insomma, un patrimonio naturalistico che va tutelato. Questo è quello che il WWF cerca di fare da diversi anni, e i risultati fin’ora raggiunti sono innegabili.
Il progetto è molto interessante e stimolante, i paesaggi e le creature che popolano quest’isola sono unici e meravigliosi e il clima varia molto da zona a zona: il tasso di endemismo si aggira attorno all’80-90% (93% per i rettili, 99% per gli anfibi!), piu di 100 specie/sottospecie di lemuri, piu di 1000 specie di orchidee, 6 delle 9 specie di baobab presenti nel mondo si trovano solo su quest’isola, ecc. Insomma, un patrimonio naturalistico che va tutelato. Questo è quello che il WWF cerca di fare da diversi anni, e i risultati fin’ora raggiunti sono innegabili.
Questo sostanzialmente è quello che fa il WWF e che
facciamo noi. Ho tralasciato volutamente molti dettagli, ma penso che
cosi ho dato un’idea di come si lavora qui e di come potere conciliare
conservazione e nuove tecniche per migliorare le condizioni dei cittadini,
soprattutto in un paese povero e rurale (ma estremamente
ricco da
un punto di vista ambientale!) come il Madagascar. Spero di mandare
qualcos’altro nei prossimi tempi, e dipenderà dal se riusciremo ad avere la
connessione internet direttamente qui ogni tanto.
Adrien
Lindon wwf Scritto
da Claudia Minelli
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