“Non so dove la vita mi stia portando, ma la lascio
fare...sicuramente conosce la strada meglio di me”. Ormai sono passati più di
due anni da quando la vita l’ha portato in Asia, in giro tra l’India, la
Thailandia, la Malesia e per finire lo Sri Lanka. Una vita ricca di
cambiamenti, di incontri, di gioie, di soddisfazioni e non per ultimo di
sorprese. Tutto questo avendo solo con sé 1000 euro… Com’è possibile? Fabio ce
lo racconta in quest’intervista.
Fabio, quando hai capito che era arrivato il momento
di lasciare tutto e andare via….lontano?
Nel momento stesso in cui mi sono accorto di non avere
più stimoli. Non vivevo più, stavo entrando nello stato di sopravvivenza
emotiva, di noia. Vedevo intorno a me tantissime persone già in questo stato e
non mi ci volevo abituare, non volevo che la consapevolezza di non poter cambiare
le cose si impadronisse di me, dovevo mettermi in gioco, dovevo iniziare un’avventura,
fare nuove esperienze, continuare a crescere.
Fino a quel momento lavoravi? Di cosa ti occupavi?
Nella mia vita ho svolto tantissimi lavori,
principalmente nel settore del commercio e della ristorazione. Negli ultimi tre
anni in Italia ho lavorato come consulente per un’agenzia di Telecom Italia,
nel ramo aziendale. Il lavoro andava molto bene, avevo la fortuna di lavorare
per un’ottima agenzia seria e ben organizzata, cosa che in quel settore non era
facile trovare.
Così ad un certo punto, desideroso di fare nuove
esperienze, sei andato via dall’Italia con 5.000 euro e hai vissuto in Asia per
più di un anno con soli 1000 euro…. Com’è possibile una cosa simile?
Mi chiedi come sia possibile una cosa simile? E’
possibile grazie ad un approccio diverso con la vita, ho imparato ad
abbandonarmi alla vita stessa, ho imparato ad utilizzare le mie conoscenze
pratiche e la mia intelligenza. Ma è come se non lo stessi facendo per me,
bensì per un disegno più grande. E’ come se io stesso fossi uno strumento di
questo mondo e non come se il mondo fosse uno strumento mio e vivendo così, mi
sono accorto che senza decidere niente le situazioni si trasformavano attorno a
me, dandomi sempre tutto ciò di cui avevo bisogno. Tutto questo va ormai avanti
da 2 anni e 4 mesi. Avevo già vissuto una situazione del genere all’età di 20
anni, quando andai via di casa senza un lavoro e senza soldi, ma all’epoca ero
ancora troppo giovane e non capivo bene l’abbandono, l’essere strumento. E’
come se a vent’anni mi fossi buttato giù da un burrone senza paracadute,
dicendo a me stesso: “Voglio imparare a volare, so che posso farlo e lo farò,
questo è il mio desiderio”. E mi sono buttato! Ho volato, eccome se l’ho fatto,
a volte anche alla grande, ma sono sempre andato a sbattere. Invece a 35 anni
ho sentito che dovevo ributtarmi dal burrone, ma non mi sono chiesto né il
perché né il come, mi sono buttato e basta, senza chiedermi a cosa sarei potuto
andare incontro. Ormai non aveva più importanza per me.
Quando sei partito quali erano i tuoi obiettivi?
Non avevo alcun obiettivo. Sapevo di avere 5.000 euro
ed ero consapevole del fatto che avrei capito giorno per giorno cosa avrei
dovuto fare e dove mi avrebbe portato la vita. Ho fatto un riassunto delle mie
esperienze lavorative fino alla partenza, le ho messe tutte insieme: l’attività
dei miei genitori (chiusa ormai da 15 anni) di importazione di oggettistica,
bigiotteria e argenti dall’Asia; le mie conoscenze sull’utilizzo di internet e
le mie esperienze nel campo della ristorazione e della vendita in generale. Ho
detto a me stesso: “Questo è quello che sono, da ora in poi vediamo cosa
succederà”.
E via, sei partito…..In quali posti hai vissuto?
Te li dico cronologicamente. Quando sei in giro con un
visto turistico, hai sempre l’obbligo di uscire dal Paese al termine dei mesi
consentiti. Quindi sono stato i primi 3 mesi in India, poi 5 mesi in Thailandia,
2 settimane in Malesia, poi 6 mesi di nuovo in India e 3 mesi in Sri Lanka.
Nuovamente in India, 15 giorni in Thailandia, 7 mesi in Sri Lanka e ora di
nuovo Thailandia, dove vedremo se nascerà qualcosa di nuovo. Ho già acquistato
il biglietto, ho in tasca 300 euro e ho con me della merce da vendere, vedremo
cosa succederà.
Raccontaci qualcosa di questi due anni. Come hai
vissuto, di cosa ti sei occupato?
Appena arrivato in India, i primi 3 mesi ho cercato di
mettere a frutto le mie conoscenze informatiche, provando a vendere tramite il
web alcune opere di un artista bravissimo, che dipingeva dei quadri
straordinari. Li ho inseriti in un blog e ho cominciato a venderli ad alcuni
amici, inizialmente il mio sito non era frequentatissimo e dovevo ancora
imparare molte cose su come si utilizzava il web; pensa che ho anche fatto una
spedizione di campane Tibetane! I soldi guadagnati mi hanno permesso di non spendere
niente per quei tre mesi. Successivamente ho dovuto lasciare l’India per
dirigermi in Thailandia, con in tasca ancora i miei 5.000 euro. Lì ho
conosciuto degli italiani, è stato un mese e mezzo di baldoria, infatti ho
speso circa 1.500 euro, ma mi sentivo ancora ricco, perché avevo ancora 3.500
euro, poi ho dovuto fare un pagamento in Italia di circa 1.500 euro, così da
3.500 sono arrivato a meno di 2.000. Sono rimasto ancora in Thai per circa 4
mesi, riuscendo a spendere 500 euro, successivamente sono tornato in India.
Giunto in territorio indiano, per circa 6 mesi mi sono dedicato allo studio,
cercando di imparare come utilizzare al meglio internet per guadagnare
qualcosa. Ho passato giorni e notti intere a studiare, dal marketing alla
grafica e, per mettere a frutto quello che stavo imparando, ho aperto un blog
turistico sulla Thailandia, cercando di guadagnare qualcosa tramite la
pubblicità pagata da Google. Ovviamente era solo un esperimento, esperimento
però che mi ha fruttato 120 euro per quattro mesi, poi, una volta raggiunta la
somma per l’invio dell’assegno, ho chiuso il sito. Durante quel periodo, alcune
persone che avevo conosciuto, sapendo cosa stavo facendo, mi hanno chiesto se
potevo fare dei siti/blog anche per loro, ovviamente dietro compenso, così
anche quei sei mesi sono riuscito a non spendere niente. Durante il tempo
libero frequentavo il Laughter yoga club di Puttaparthi, aperto proprio in quei
mesi da un italiano, Riccardo, con cui allacciai una bellissima amicizia. Oltre
alle sedute domenicali di risate, ci recavamo a far visita negli orfanotrofi,
un’esperienza bellissima di cui ero il fotografo ufficiale. Ma il tempo passava
e mancavano ormai pochi mesi alla scadenza del visto che mi avrebbe portato
fuori dall’India. In quel periodo un mio amico, che aveva aperto un negozietto
di souvenir in Sri Lanka, mi chiese se potevo passare a trovarlo e se, nel
frattempo, potevo portargli della merce dall’India. Così fu! Andai in Sri Lanka
con una valigia piena di vestiti che furono rivenduti a prezzi molto buoni,
tanto da decidere di riprovarci la stagione successiva con un carico maggiore.
Così decidemmo di collaborare in modo più continuativo. Terminati anche i 3
mesi in Sri Lanka, mi sono spostato a Nuova Dheli, dove, con i soliti 1.000 euro,
ho fatto una spedizione di 60 kg di merce, poi mi sono fermato nel sud
dell’India per altri 3 mesi, sempre a Puttaparthi vicino a Bangalore, dove ho
cominciato a scrivere degli e-book e dove ho iniziato a capire come avrei
potuto venderli sul web. Tornato in Sri Lanka ad agosto 2012, ho iniziato a
lavorare attivamente nel negozio, la roba che avevo comprato era gestita in
conto vendita e in negozio facevamo turni di 4 ore a testa (eravamo in tre). La
merce si è venduta molto bene tanto che 3 settimane fa sono andato a Bangkok
per comprarne altra (la merce thailandese è più bella e costa meno)
reinvestendo nuovamente i miei 1.000 euro. Al mio ritorno, sorpresa! Per
problemi burocratici (che succedono frequentemente quando si apre un’attività
all’estero), i miei amici sono stati costretti a chiudere per tornare in Italia
per procurarsi una nuova documentazione, per poi rientrare nuovamente in Sri
Lanka, così mi sono trovato senza entrate, senza soldi e con tutta la merce.
Questo “inconveniente” per me è stato un chiaro segnale di cosa avrei dovuto
fare. Nei 5 giorni in cui sono stato in Thailandia ho visto dell’abbigliamento
che poteva interessare ad un mio amico, il quale mi aveva chiesto di mandargli
dei campioni in Italia. In più ho conosciuto anche una ragazza, ci siamo
lasciati con: “Tornerò, ma non so quando”. Ora il “quando” lo so con certezza.
L’ultimo giorno di apertura del negozio poi, è entrata una coppia di ragazzi
inglesi che mi ha chiesto: “Vogliamo avere delle informazioni per comprare
merce da qui, per poi aprire un negozio in Inghilterra”, ho detto loro che
erano nel posto giusto al momento giusto. Hanno comprato una buona parte della
merce e, se la venderanno, gliene spedirò altra direttamente dalla Thailandia.
Quindi che dire di più? E’ tutto perfetto! Ho comprato il biglietto aereo per
la Thailandia, ho ancora delle merce da vendere e 300 euro, vedremo cosa
succederà da ora in poi.
Perché
originariamente hai scelto di trasferirti proprio in Asia?
Sinceramente era l’unico posto al mondo in cui potevo
stare 3 mesi in una casa senza pagare l’affitto. I miei genitori ogni anno
affittano una casa in India per andare a svernare, ma era da più di un anno che
non ci andavano, quindi l’ho usata io. Se invece dell’Asia si fosse trattato
dell’Africa o del Sud America o qualsiasi altra parte del mondo, ora forse
sarei lì.
Hai vissuto per quasi un anno in Sri Lanka, cosa puoi
raccontarci del posto?
Posso affermare che è un’isola bellissima, ricca di
belle spiagge, natura e storia antica. Il clima, nelle zone marittime, ha
sempre la stessa temperatura media (dai 26 ai 30 gradi), nei periodi dei
monsoni le piogge sono frequenti e a volte durano giorni interi, come se fosse
un autunno italiano. Il cibo locale si basa sul Rice and Curry, un piatto unico
con riso e 3, 4, 5 curry diversi, normalmente lenticchie, cipolle, patate,
pesce e pollo, tutto molto speziato. E’ il piatto universale dello Sri Lanka,
si mangia sempre, a colazione, a pranzo, a cena, ai matrimoni e ai funerali.
Nelle località turistiche si può trovare cibo occidentale, qualche pietanza
cinese e soprattutto pesce alla griglia, il pesce qui è ottimo e se comprato al
mercato costa veramente poco. La capitale, Colombo, è il fulcro di tutte le
attività commerciali e gestionali del Paese, si può raggiungere la capitale da
tutta l’isola in bus a prezzi bassissimi a qualsiasi ora, di giorno e di notte,
con una frequenza di un bus ogni 15 minuti, soprattutto nell’arteria principale
che porta nelle città del Sud, la zona di espansione turistica. Anche se, se si
ha paura di sorpassi in curva, frenate brusche e si soffre di mal di cuore,
forse non è il mezzo più adatto. Il trasporto, nelle varie città e nei paesi, è
gestito dai tuk tuk che svolgono la funzione di taxi. L’inconveniente di questo
Paese è che spesso, soprattutto in bassa stagione turistica, la corrente e
l’acqua vengono tolte tutti i giorni per molte ore, spesso anche per tutto il
giorno. La gente locale è cordiale e non violenta e, a parte Colombo che sta
cambiando velocemente, il resto del Paese è abbastanza “man power”, dove gli
uomini sono liberi di fare quello che vogliono, cosa vietata invece alle donne.
Infatti per quanto riguarda queste ultime, il tempo sembra essersi fermato. Mai
una gonna sopra il ginocchio e il bagno al mare rigorosamente vestite. La loro
vita si svolge tra le quattro mura di casa, dove solitamente si occupano della
cucina e dei figli. Pensa che gran parte dei matrimoni sono ancora combinati
dalle famiglie. Le cose comunque stanno cambiando, ciò dovuto soprattutto al
turismo e agli immigranti cingalesi che, dopo anni di lavoro in tutto il mondo,
fanno ritorno in patria con soldi ed esperienze.
Come si vive?
Come in gran parte dell’Asia è un posto da easy life e
se entri nella mentalità easy, eviti di farti venire il mal di pancia. Per
quanto riguarda il costo della vita, dipende sempre da che vita si vuole
condurre, se locale o italiana. Qui si trova facilmente il cibo italiano e
ovviamente se lo mangi tutti i giorni spendi anche 5 volte di più di quanto
spenderesti se mangiassi cingalese. Anche l’energia incide tantissimo e costa
anche parecchio, quindi se usi la lavatrice, il tostapane, il forno a
microonde, i ventilatori o l’aria condizionata, l’acqua calda, devi calcolare
una spesa di circa 50 euro al mese. Per quanto riguarda il costo degli affitti,
si possono trovare case con cucina in zone che, affittate per lungo periodo,
possono costare dai 100 ai 300 euro al mese. Vivere qui può andar bene per
periodi di vacanza più o meno lunghi, ma se ci si intende trasferire
definitivamente, bisognerà fare i conti con la mentalità del posto. Qui gli
europei sono visti come gente con i soldi e quando c’è il denaro di mezzo i
rapporti cambiano, c’è tanta gelosia tra di loro e ancora di più nei confronti
di un occidentale che apre un’attività. E’ difficile importare qui la nostra
mentalità lavorativa e il modo di gestire i rapporti. In tal senso c’è molto da
lavorare.
Ci sono possibilità di lavoro e di investimento? In
quale settore principalmente?
Per quanto riguarda il territorio dello Sri Lanka, c’è
richiesta nel campo dell’insegnamento della lingua inglese (come praticamente
in tutta l’Asia), con l’inconveniente che bisognerebbe confrontarsi con la
concorrenza di inglesi ed australiani che, in quanto madrelingua, saranno
sempre i preferiti. Bisogna essere laureati e aver vissuto un’esperienza
all’estero in Paesi di lingua inglese per un lungo periodo e ovviamente bisogna
dimostrare di possedere un inglese perfetto sia scritto che parlato e una
conoscenza perfetta della grammatica. Non essendo lo Sri Lanka un Paese
industriale, è molto difficile trovare lavoro in quel settore. A differenza di
quello turistico, in netta espansione, come dimostra il milione di entrate nel
2012 e la classifica della Lonely Planet riportata su tutti i giornali del
mondo, che ha premiato lo Sri Lanka come miglior meta turistica del 2013.
Cuochi, barman, guide turistiche, istruttori di qualsiasi sport legato al mare
o alla montagna, esperti di pesca d’altura, sub, arrampicata, sono tutte figure
ricercate. Non aspettatevi però stipendi occidentali, anche se, se si intende
vivere in Sri Lanka, con uno stipendio locale si riescono a pagare le spese e
magari anche a mettere qualcosa da parte. E’ necessaria ovviamente la
conoscenza dell’inglese, cosa che a me personalmente manca, se poi si conoscono
anche altre lingue è tutto più facile, soprattutto se le altre lingue sono il
russo e il cinese. Stessa cosa per quanto riguarda gli investimenti, il settore
turistico è quello di maggior sviluppo, infatti lo Sri Lanka trovandosi al
centro tra Europa, Asia e Australia, è meta di turisti provenienti da mezzo
mondo: Europei, Russi, Cinesi, Giapponesi e Australiani. Ristoranti e pizzerie,
gelaterie, guest house, agenzie turistiche di incoming e servizi, ecc.. tutto
questo qui è ancora possibile, sono tantissime le zone ancora totalmente
vergini che nei prossimi anni inevitabilmente saranno toccate dal boom del
turismo. Anche il settore immobiliare è un ottimo investimento, ma mentre prima
gli stranieri potevano comprare e rivendere terre facilmente, da quest’anno le
leggi sono cambiate e le tasse e il costo delle terre sono triplicate.
Quali sono le eventuali difficoltà burocratiche da
affrontare?
Se vi fa paura la burocrazia italiana allora quella
dello Sri Lanka e dell’ Asia in generale potrebbe terrorizzarvi, è difficile
comprendere tutte le leggi italiane, quindi potete immaginarvi come può essere
difficile comprendere le leggi dei Paesi asiatici. Difficoltà nel reperire
informazioni chiare e ufficiali, corruzione, una lingua differente, agenzie e
legali a cui ci si affida che sparano cifre assurde, cifre che non si capisce
mai se sono reali o sono frutto di pura fantasia legislativa. In una cosa però
lo Sri Lanka differisce dall’Italia: qui ogni problema è risolvibile. Mentre in
patria quando una cosa non si può fare, realmente non la si può fare, qui basta
aprire il portafoglio e la si fa, ovviamente sempre a rischio e con la
possibilità che una volta aperto il portafoglio non te lo facciano più
chiudere.
E tu, quali sono le difficoltà che hai dovuto
affrontare in prima persona?
A dire la verità non ho mai incontrato grosse
difficoltà, al massimo mi sono ritrovato a vivere situazioni particolari che mi
hanno fatto capire la strada che avrei dovuto intraprendere. Mi è anche
capitato di rimanere l’ultimo giorno in un paese con soli 5 euro, ma mi sono
sempre bastati per tutto quello di cui avevo bisogno in quel momento.
Quindi ora tutto ricomincerà, tutto avrà un nuovo
inizio. Non ti spaventa un po’ tutto questo?
Assolutamente no, anzi mi carica, perché è un
cambiamento, tra l’altro non deciso ma obbligato. Sono i cambiamenti che
preferisco, perché sono quelli in cui non nasce neanche un piccolo dubbio,
quindi non vedo l’ora di continuare l’avventura, qui in Sri Lanka mi stavo un
po’ accasciando. Ovviamente non mi dispiacerebbe avere più soldi nel
portafoglio, ma fino a quando quelli che ho mi basteranno per vivere, allora
sarà tutto ok, in fin dei conti quelli in più sono inutili. Se ad un certo
punto mi serviranno più soldi, sono sicuro che in un modo o nell’altro
arriveranno. Ho letto una frase che è perfetta per descrivere questo momento:
“Non so dove la mia vita mi stia portando … ma la lascio fare … sicuramente
conosce la strada meglio di me”.
Non ti manca la stabilità di una casa, degli affetti,
insomma di tutto quello che hai lasciato in Italia?
Sicuramente mi piacerebbe rivedere gli amici e i
parenti che sono in Italia, ma posso assicurarti che in tutti i posti in cui ho
vissuto sono nati nuovi affetti e conoscenze. Pensa che in India i miei vicini
di casa erano tutti italiani in “pensione”, erano diventati per me come una
seconda famiglia, la domenica pranzavamo tutti insieme, cosa che non facevo
neanche in Italia. In Thailandia ho avuto modo di conoscere altri italiani che
erano di passaggio, direzione Australia, con cui ho passato dei bellissimi
momenti. Tra questi c’era un ragazzo, che vive a Bangkok, con cui sono
diventato ottimo amico, che mi ha ospitato anche in casa sua per più di due
mesi. In Sri Lanka poi, con i ragazzi italiani con cui lavoravo in negozio, si
era creato un rapporto fraterno. Non sono stati solo i soldi ad arrivare quando
ne avevo bisogno, ma anche e soprattutto gli affetti e i rapporti umani, senza
questi probabilmente non avrei resistito 2 anni e 4 mesi.
Ha un peso la differenza culturale nel contesto in cui
vivi?
A me sinceramente non pesa, trovo la diversità
culturale una bellezza dell’umanità e ho imparato che un sorriso e un
comportamento gentile aprono tutte le porte in tutto il mondo. Mangiare con le
mani, andare a funerali dove tutti ridono, imbarazzare una ragazza solo con un
“ciao”, vedere tutti i prodotti cosmetici con su scritto “sbiancante”, vedere
che tra amici maschi di tutte le età si va in giro presi per mano, essere
invitato ad un pranzo con tutta la loro famiglia e mangiare da solo perché loro
mangiano solo dopo che l’ospite ha finito ….Questi sono solo alcuni aspetti
della cultura asiatica. Da precisare però che l’Asia di cui fanno parte lo Sri
Lanka e l’India è ben diversa dall’Asia di cui fa parte la Thailandia.
Quali sono i tuoi progetti nell’immediato futuro?
Per ora vado in Thailandia. Un mio amico che lavora
nei mercati mi ha chiesto di inviargli dei campioni di merce, per fare
eventuali spedizioni più consistenti. Allo stesso tempo cercherò di trovare
nuovi clienti, con cui instaurare un rapporto simile. Intanto cercherò di
finire uno dei miei e-book, una guida utile su come vivere e trovare lavoro
all’estero.
E i tuoi sogni?
Mi piacerebbe tornare in Italia per essere utile al
mio Paese, una volta questo era impossibile ma ora con la nascita del Movimento
5 stelle ciò sta diventando realtà. Ho assimilato molte esperienze sia
personali che dalle persone che ho incontrato in tutta la mia vita, mi piacerebbe
usare tutto quello che ho imparato per il bene dell’Italia e magari tra qualche
anno, dai 50 in su, avere la possibilità di non dover utilizzare il tempo per
procurarmi i soldi per il cibo e per trovare un posto dove dormire, ma poterlo
utilizzare per gli altri, per chi ne ha bisogno. Come tra l’altro dovrebbe
essere la naturale vita in una società evoluta.
Per concludere se ti chiedessi come e dove ti vedi fra
10 anni quale sarebbe la tua risposta?
A dirti la verità, non so neanche dove sarò fra un
mese, quando scadrà il visto Thailandese. Fra dieci anni? Non me lo sono mai
chiesto. Sicuramente se non sarò morto sarò più vecchio di 10 anni.
A cura di Nicole Cascione
Faccia a faccia on line
Un capitale chiamato uomo
di Giuseppe Berto
Giuseppe Berto ha spostato da dieci anni la sua impresa tessile a Dhaka.
di Giuseppe Berto
Giuseppe Berto ha spostato da dieci anni la sua impresa tessile a Dhaka.
Una scelta imprenditoriale nella logica del profitto.
«Ma per me contano anche altri valori…»
Daniele Sella 39 anni di Biella, dove ha abitato e lavorato fino al
2009.
Mi sono sposato con Olinda, malgascia, e abbiamo una figlia Anna.
Ho incontrato mia moglie durante un viaggio fatto in Madagascar nel 2007,
quando lei gestiva una piccola “epicerie” a Sambava.
Abbiamo incontrato padre Giuseppe Nicolai,
imolese di adozione,
missionario in Madagascar. Gli abbiamo chiesto
di parlarci della
sua attività e dei suoi rapporti con il popolo
malgascio.
Mi chiamo Toni Vasco, sono nato ad Enna
ed ho svolto la professione di psicologo presso
il servizio di salute mentale. Oggi si interessa
dei ragazzi di strada.
Intervista a Fabiola Mancinelli, antropologa del
turismo
che ha deciso di partire per studiare il
Madagascar, portandosi
dietro qualcuno di speciale.
La mia prima casa era nel campo base a circa
mezz'ora
da Sambava verso Andapa.
Mi ricordo un nome " Ambatolokoho "
Nosy Be l’Isola dei Sogni
Il sole, il mare, le spiagge, ma soprattutto la
gente
ci ha fatto pensare che la nostra pensione(sic!)
che
era prossima, avrebbe potuto godere di tutto
questo
Laureato in Scienze dell'educazione, ho lavorato
come educatore
Dario e Valerio hanno creato Peter Pan nella più
bella spiaggia del Madagascar
49 anni romano ha inaugurato a Sainte Marie il suo
nuovo Hotel
Mi ha aiutato una mia amica di Torino mi ha
mandato il biglietto
Incontrando gli amici, al rientro dal mio primo
viaggio in Madagascar,
alla domanda cosa ti sei portato dal Madagascar, ho
risposto:
“la voglia di tornare”.
La cantante malgascia
che vive e si esibisce in Italia
La storia di un medico che aiuta i bambini poveri
del Madagascar
Il Medico dell’OMS per la malaria
L’agronomo toscano che coltiva la Jatropha
Stefano della gelateria italiana si racconta
Nata in Madagascar esercita in Italia
Vive a Nosy Be ed ha un diving
L’Alberto professionista del turismo in Madagascar
Per uno scherzo ha lavorato con Kokoa a Nosy Be
Manuela fornisce i più importanti ristoranti del
vero gelato italiano
Lala vive a Cagliari ma si è sposata con il rito
malgascio
Cronaca di una ragazza felinese che sta provando da
tre mesi un’altra vita
ExCandidato a Presidente della Repubblica del
Madagascar
In una foresta ha costruito il suo villaggio
Vive e ospita i suoi amici e clienti in una isola
deserta
Ha battuto tutti i record di immersione
Pino Schintu, genovese, grande professionista della
fotografia
Fra Marino vive e lavora al nord in una zona
impervia del Madagascar
È arrivato in nave tanti anni fa e oggi gestisce
anche una radio
Sposata con un ingegnere ha un bel negozio con i
vetri di Murano
Vive in Italia, ma il suo cuore è sempre in
Madagascar
Anche Lea vive a Roma e i suoi figli studiano
all’Università
In Italia facevo il fiorista collaborando nella
azienda familiare
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